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Autore: Achernar    03/11/2015    1 recensioni
Un'immersione un po' fiabesca nella vita di L della durata di cinque flashfics, per ripercorrere il suo viaggio, fra una fetta di torta e l'altra, alla scoperta non solo del colpevole di turno ma anche di se stesso.
Questa raccolta NON prende in considerazione nessuna informazione o fatto contenuti in Death Note-Another Note, L Change the WorLd e qualunque altro spin off o special che non sia compreso nei 12 tankobon canonici.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: L, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Note:

Nel primo paragrafo, L vuol dire che ha già visitato altri orfanatrofi oltre alla Wammy’s House.

Il titolo si riferisce sia al fatto che L ha in mente di tornare di nuovo alla Wammy’s House in un ciclo potenzialmente infinito di visite, sia al fatto che Mello e Near sono gli eredi e successori di L. Porteranno avanti la sua eredità come una nuova generazione, facendo sì che la storia si ripeta ancora e ancora, senza una fine.


Una Storia Infinita


L riponeva una discreta dose di fiducia in Watari, pertanto aveva confidato che neppure questo orfanatrofio pullulasse di un certo, inquietante, tipo di bambini. Per il momento, la Wammy’s House non aveva tradito le aspettative.

La relazione di L con i bambini si era sempre fondata su basi incerte, animate da sentimenti ora contraddittori, ora puramente disinteressati. Senz’ombra di dubbio, però, individuare un successore in mezzo a frugoletti urlanti che zampettano come paperelle sarebbe stato sgradevole, scomodo e inquietante. Inquietante quasi quanto il bambino con i capelli bianchi.

La bizzarra creatura sembrava non prestargli la minima attenzione mentre le sue dita collocavano con glaciale velocità i pezzi di un puzzle all’interno di una cornice. Ferito nell’orgoglio in quanto individuo— a proprio parere— interessante, L si era in via del tutto eccezionale offerto di aiutare il bambino, il cui gelido “Sto bene così” aveva inflitto un altro duro colpo al suo ego.

Invece la seconda bizzarra— e presuntuosa— creatura mostrava per L un interesse inversamente proporzionale a quello dimostrato dal primo candidato. Definirlo logorroico sarebbe stato un errore: il bambino biondo era loquace, ma non pettegolo. I suoi lunghi ma concisi giri di parole prendevano la forma ora di interrogatori rivolti a L, ora di trionfali racconti nei quali l’eroico, e ovviamente biondo, protagonista compiva incredibili imprese, la cui taciuta morale era quel detto che tante volte si attribuisce erroneamente a Machiavelli. L aveva presto perso interesse per i suoi voli pindarici, ma non per la tavoletta di cioccolato che teneva in mano.

Era difficile immaginare due individui più diversi tra cui dover scegliere: gli ingredienti del perfetto detective erano stati ripartiti senza criterio un po’ nell’uno, un po’ nell’altro. Aggressività e curiosità erano necessarie, eppure L non avrebbe mai potuto fare a meno di apatia e scaltrezza. Intelligenza, vanagloria, superbia, inventiva…

Gli venne quasi da sorridere. Entrambi i bambini erano al contempo interessanti e inquietanti e avrebbe volentieri trascorso qualche altra ora in loro compagnia. Watari aveva scelto bene e non sarebbe stato facile prendere una decisione.

Decise che avrebbe rimandato. Sarebbe ritornato alla Wammy’s House e avrebbe rivisto i due bambini. Poi, dopo aver finto di soppesare ancora le loro personalità, avrebbe ribadito la sua indecisione e sarebbe tornato un’altra volta, e magari un’altra ancora. I piani semplici sono sempre i migliori e questo aveva discrete possibilità di successo, che tuttavia declinavano intorno al 25-30% nel caso Watari lo avesse scoperto.

«Allora?».

L sbatté le palpebre. Il bambino biondo lo guardava con l’espressione di un professore spazientito che aspetta una risposta dallo studente di turno. Quello coi capelli bianchi invece inserì l’ultimo pezzo nella cornice, la contemplò per un istante, la capovolse e ricominciò a comporre il suo puzzle.

«Ho deciso» disse L. Il bambino albino si girò finalmente verso di lui, l’altro cominciò a mordersi il labbro.

«Ho deciso che prenderò una decisione la prossima volta. Posso giocare anche io nel frattempo?».



 
  
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