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Autore: alida    23/02/2009    5 recensioni
Due mesi dopo sarebbe morta lasciando suo figlio maggiore Severus, ..., tra le file dei Mangiamorte e il piccolo Augustus nel terribile orfanotrofio Babbano. DAL CAP 8 LA STORIA E' IL CONTINUO DEL PRIMO FINALE DI "I MANGIAMORTE DI HARRY POTTER".I personaggi appartengono a J.K.Rowling, la storia non ha scopo di lucro.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Severus Piton
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Augustus era un bambino gracile, i suoi capelli erano lisci, troppo! Gli stavano attaccati alla testa in modo impressionante e sembrava che neanche il vento riuscisse a smuoverli. Aveva le gambe esili e le dita delle mani erano sottili. Non si capiva dove trovasse l’energia per camminare.

Inutile dire che non aveva trovato tanti amici all’orfanotrofio. Con alcuni bambini andava d’accordo ma per sua sfortuna, e per fortuna loro, furono  adottati mentre lui veniva scartato alla prima occhiata. Gli adulti cercavano bambini sorridenti, paffutelli e gioiosi e non si rendevano conto che la gioia, il sorriso e la serenità era qualcosa che loro dovevano regalare a quelle piccole anime e non il contrario.

L’istituto di accoglienza offriva gratuitamente un tetto ai bimbi fino ai sei anni, dopo sarebbero stati adottati difficilmente e perciò erano  ritenuti un peso nell’ottica dell’istituto e dal settimo anno di età si pretendeva da loro il pagamento di una rata in denaro oppure lo svolgimento di mansioni all’interno dell’istituto. Era una pratica inumana, sleale  e illegale eppure andava così.

I bambini dovevano pulire, cucinare, fare le commissioni oppure trovare un’occupazione all’esterno, in cambio potevano usufruire di un letto, dei servizi igienici e avere un pasto al giorno.

Augustus, per riuscire a pagare la rata, faceva il lavavetri ai semafori e quando non guadagnava abbastanza chiedeva l’elemosina. Anche quello era un rischio! Poteva capitare di essere derubati la sera, facendo ritorno all’orfanotrofio, da qualcuno che aveva notato la presenza costante del bambino nel marciapiede per un lungo periodo. Di conseguenza dopo due o tre giorni bisognava cambiare zona della città.

Per l’abbigliamento si doveva arrangiare da solo. Avere vestiti nuovi era impensabile perché costavano troppo e Augustus lo sapeva. Lui non si lamentava mai della sua situazione, andava avanti per la sua strada e cercava semplicemente di arrivare sino a fine giornata.

Soltanto qualche volta gli capitava, guardando le vetrine, di desiderare di essere un manichino ben vestito e al calduccio. Risvegliandosi dal sogno ad occhi aperti si accorgeva di tremare dal freddo e di indossare un maglione vecchio e corto, le cui maniche, ormai,  erano a ¾ e dei  pantaloni che lasciavano scoperte le caviglie fin quasi al polpaccio. Calze non ne aveva e le scarpe si presentavano con diversi buchi.

Non restava che bussare di porta in porta e chiedere se, per caso, qualcuno avesse degli indumenti di seconda mano di cui si voleva sbarazzare. Purtroppo fu una mattina infruttuosa ma il pomeriggio andò meglio e riuscì a recuperare due paia di jeans e due maglioni vecchi che comunque erano della sua taglia.

Certamente non avrebbe potuto portarli all’orfanotrofio perché sicuramente glieli avrebbero rubati e così decise di nasconderli in un posto sicuro. Augustus si ricordava che, in un quartiere sito vicino alle fabbriche, c’era una casa che sembrava abbandonata, il giardino non era curato e lui non aveva mai visto nessuno entrarci. Perciò tenendo stretta a sé la busta con gli indumenti arrivò fino a Spinner’s End.

Anche quel giorno la casa sembrava disabitata. Augustus percorse il vialetto e arrivò fino alla porta, cercò di entrare ma sembrava chiusa a chiave. Certamente lui non era un delinquente ma per sopravvivere aveva imparato a scassinare le serrature. Provò e riprovò ma non riuscì nel suo intento, sembrava che la porta fosse bloccata. Fece il giro dell’abitazione ma con grande stupore non trovò altri ingressi: in quella casa c’era un’unica porta! Non restava altro da fare che nascondere la busta tra l’erba alta del giardinetto.

Era un’erba strana, di colore arancione, Augustus non aveva mai visto niente di più strano e mentre stava facendo spazio fu raggiunto da un urlo. Un uomo vestito di nero si era affacciato all’ingresso e gli stava urlando contro: “Ragazzino, cosa stai facendo nel mio giardino! Vieni subito qua!”.

Il bambino era stanco, la camminata lo aveva affaticato parecchio, e quel giorno non aveva ancora mangiato. Non se la sentiva di scappare correndo e perciò si avvicinò con la sua busta al signore, sebbene quest'ultimo gli facesse un po’ di paura.

“Mi scusi, signore! Pensavo che la casa fosse disabitata. Non volevo disturbarla!”.

Tuttavia l’uomo non sembrava ascoltarlo e gli ordinò: “Fammi vedere il contenuto della busta! Subito!”.

Augustus non era molto propenso ad accontentarlo, aveva paura che l’uomo gli portasse via la sua roba per punizione, e strinse ancora di più il suo tesoro al petto. L’uomo però ripeté l’ordine: “Mostrami subito il contenuto della busta!”.

Piano, con molta attenzione, il ragazzino la aprì e da essa  spuntarono i jeans e i maglioni. A quel punto il signore si accorse di come il bambino fosse vestito. Senza che Augustus ne capisse il motivo gli strappò di mano la busta e rientrando in casa gli sbatté la porta in faccia.

Il ragazzino avrebbe voluto piangere ma pensava di essersi meritato quella punizione. Del resto aveva cercato di scassinare la porta, rovinato le erbe colorate del signore e non lo aveva ubbidito subito quando lui gli aveva ordinato di mostrare ciò che nascondeva.

Il freddo era davvero intenso e stava cominciando a fare buio, entro le sei e mezza doveva rientrare all’istituto o lo avrebbero lasciato fuori. Stava incamminandosi verso la strada quando l’uomo si riaffacciò sull’uscio e dicendogli: “Non farti più rivedere qui attorno!” gli rese la busta.

Augustus la prese e se ne andò. Decise di nasconderla in una casa vicina, che era realmente abbandonata. Prima, però, la aprì e non poté fare a meno di pensare quanto strano e buono fosse stato quel signore che, dopo averlo sgridato, gli aveva aggiunto delle scarpe e delle calze.

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Fantastico! Un solo capitolo e già recensioni e inserimento della ff tra i preferiti! Grazie.

Sto cercando di fare progressi nel mio italiano e nell'uso della punteggiatura. Spero che lo sforzo si noti ma sono consapevole che la strada da percorrere è molto lunga.

A domani, Alida

 

  
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