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Autore: Chainblack    06/11/2015    4 recensioni
Una raccolta di Fanfiction scritte in collaborazione con Whitemushroom, dove raccontiamo storie alternative sui vari personaggi dell'universo di Dissidia - Final Fantasy e sui loro punti di vista secondo la nostra visione delle loro avventure.
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Personaggio: Golbez
Genere: Missing Moments, Introspettivo
Rating: Verde
Avvertenze: Come sempre, il ciclo è non meglio identificato.

Coloro da proteggere

Il mondo è bello perché è vario. Così dice il proverbio.
E da quando sono qui, in effetti, ho potuto constatare come questo piccolo mondo sia popolato da individui dalle personalità più svariate.
Qui, tra le fila di Chaos, Dio della Discordia e della Distruzione, ogni guerriero è unico e inimitabile. Chi si lascia guidare dalla propria ambizione, chi dalla vanità, chi alla ricerca di uno scopo superiore, chi semplicemente non niente di meglio da fare. Ognuno di loro sogna la creazione del proprio impero di terrore.
Posso concludere, dunque, che per quanto siano tutti diversi, li accomuna un unico dettaglio: sono marci fino alle ossa.
Il mondo è indubbiamente vario; non per questo è bello, in fin dei conti.
Mi sono ritrovato qui, in mezzo a questi fanatici, senza molta possibilità di scelta.
Appartengo alle ombre, all'oscurità, e di questo sono cosciente. Il mio cuore è stato saturo di odio molto a lungo. Eppure ero convinto che la mia triste odissea fosse finalmente giunta al termine. Chaos, richiamandomi qui, mi ha palesemente spiegato che così non è.
Avrei potuto semplicemente obbedire al mio nuovo "sovrano", accettare le sue condizioni e combattere in suo nome. Questa era l'offerta di Garland. Oppure avrei potuto rifiutare di diventare nuovamente il burattino di qualcuno e scegliere da solo la mia strada.
Qualcosa, almeno, l'ho imparata.
Non mi ci è voluto molto per capire cosa dovevo fare. Chaos è l'oscurità, e dove c'è il buio c'è anche la luce. La rivale del Dio delle Tenebre, Cosmos, sembrava avere degli ideali per cui valesse la pena lottare. O almeno così mi è parso di capire.
Tra i guerrieri da lei evocati, tra l'altro, vi era anche una faccia familiare. Una che non avrei mai voluto incontrare in un posto come questo.
Andare contro Cecil sarebbe stato come andare contro la mia stessa volontà. Mi sono deciso a dare una mano alla fazione di Cosmos da dietro le quinte, in modo da bilanciare l'equilibrio di questa guerra in maniera differente.
E' stato facile guadagnarsi la fiducia dei miei "alleati", ma so che sarà altrettanto semplice perderla. Sento che qualcuno già nutre dei dubbi.
Dall'altra parte, c'è chi tra le schiere di Cosmos si è accorto di star ricevendo un misterioso aiuto "dall'alto". Kain; non finirà mai di sorprendermi.
Il mio piano è incredibilmente semplice. Non posso dare un supporto diretto ai miei nemici, ma posso far trapelare informazioni. Una guerra la si vince in più di un modo, dopotutto.
Ho passato diverse settimane ad osservare i movimenti e le battaglie dei guerrieri di Chaos. Conosco bene i piani di Ultimecia e dell'Imperatore, così come i tranelli di Kuja e le ambigue ambizioni di Exdeath. Riesco persino a prevedere quali assurde follie combinerà Kefka, perennemente convinto che questa guerra sia un gioco e noi i suoi giocattoli.
Uno come me, un tempo intriso di odio e rancore, può comprendere benissimo i suoi simili. Sono come uno specchio di me stesso, un alter ego. C'è ben poco che possa sfuggire al mio attento sguardo.
Eppure...
Eppure, forse, qualcuno c'è. Qualcuno che non posso leggere o anticipare. Qualcuno che sfugge totalmente alla logica di questo mondo e che sembra non volerne rispettare le leggi. Il suo volto, velato dietro l'elmo, rimane imperscrutabile; non riesco a raggiungere le sue emozioni.
Chaos lo ha evocato per combattere per lui, quindi di certo non è uno stinco di santo. Ma devo assolutamente capire.
Capire se, alla fine, sarà un nemico o un amico. O qualcosa di diverso.
Deciso ad incontrarlo, mi metto rapidamente in marcia. E' un lupo solitario, un po' come tutti, ma ancora più silenzioso e asociale. Qualità rare, da queste parti.
Trovarlo non mi risulta difficile; il suo passo è inconfondibilmente rumoroso. Riuscirei ad udire il suono metallico della sua armatura a miglia di distanza.
Anche lui, però, ha notato la mia presenza. Meglio, non mi sarà difficile avvicinarlo.
- Golbez - dice il Giudice Magister.
- Disturbo? -
Tace. Dev'essere il suo modo di dire di sì. Tento di non curarmene.
- Cosa vuoi da me? -
- Volevo assicurarmi che fosse tutto a posto - mento - Sei sempre lontano dal gruppo, a pensare a chissà cosa -
Non sembra credermi.
- Lascia che sia Garland a fare il cane pastore - mi risponde - Da quello che ho capito, tu rivesti di più il ruolo di burattinaio. Non ti basta andare a confondere le idee ai guerrieri di Cosmos? Ti ci metti anche con me? -
Il ragazzo è arguto.
- Lungi da me il volerti influenzare in alcun modo - gli dico, mantenendo la compostezza - Il mio unico scopo e sapere con chi ho a che fare -
- Così potrai dirlo a Cosmos? -
Quella risposta mi lascia alquanto basito. La naturalezza con cui mi ha messo al corrente di ciò che sa è disarmante. O ha un piano, o è molto stupido.
- Prego? - dico fingendo ignoranza, provocandolo a rivelarmi più dettagli.
- Golbez, sarò franco. A me non interessa nulla di questa guerra - continua lui - Non seguo gli ordini di Chaos né di Cosmos; non sono il burattino di nessuno, e non credere che riuscirai a rendermi tale -
Mi prendo qualche attimo di riflessione. Gabranth sicuramente ha coraggio da vendere, ed è più attento di quanto non sembri.
Ma se davvero, per tutto questo tempo, ha lasciato Garland all'oscuro dei miei movimenti, non ho motivo di non credergli.
- Quindi per cosa combatti? - gli chiedo.
- Per me stesso. Per tornare a casa, e mantenere la mia promessa - risponde, quasi con solennità.
- Promessa? -
- Sì, devo proteggerlo... - mi dice, ma il suo tono sembra sofferente - Devo proteggere una persona importante, ma non ricordo chi sia. Devo tornare a casa e ricordare, quindi metterò fine a questa guerra da solo, se necessario -
Quanta risoluzione nelle sue parole, mi sono lasciato sopraffare dalle sue convinzioni. Quest'uomo è degno di nota, ma devo ancora giungere alla conclusione che cerco.
- E tu, Golbez? - mi chiede improvvisamente - Per cosa combatti? -
Già, ottima domanda. Conosco la risposta, ma tentenno. Gabranth è un interlocutore molto particolare.
- Anche io devo proteggere qualcuno - gli dico - Ho commesso molti sbagli, ma sono pronto a rimediare. Ho giurato di proteggere mio fratello, anche ricorrendo a sporchi trucchi -
Stavolta è lui ad esitare. Che abbia detto qualcosa che non si aspettava?
- Tuo fratello? Ti sta tanto a cuore? -
- Non dovrebbe? - chiedo.
- Anche io avevo un fratello - continua il Giudice Magister - Mai odiato qualcuno così tanto in vita mia -
Mi viene quasi da ridere nel notare le nostre bizzarre somiglianze.
- E' difficile essere fratelli - gli spiego - Ci sono volte in cui vorresti ammazzarli, e si finisce sempre per litigare per stupide divergenze -
- Posso capire - mi risponde.
- Poi passano gli anni e ti accorgi improvvisamente che sono la cosa più preziosa che hai -
Lui rimane in silenzio a fissarmi. Ho fatto parlare il mio cuore un po' troppo, stavolta. Forse perché ho capito che, in fin dei conti, Gabranth non è un nemico.
- Se mai dovessi incontrare tuo fratello, dagli un'altra possibilità -
- Terrò conto delle tue parole - dice il Giudice, voltandosi e facendo per andarsene - Non so quali siano i tuoi piani, Golbez, ma io intendo affrontare questo conflitto direttamente alla radice. Addio, prenditi cura di tuo fratello -
Prima che potessi ricambiare il saluto, lui era già troppo lontano per udire la mia voce.
Ho ottenuto le risposte che cercavo e mi ritengo soddisfatto. Un problema in meno a cui pensare. E, inoltre, forse ho capito qualcos'altro anche di me.
Questa guerra durerà ancora a lungo, ma il mio obiettivo rimane limpido e chiaro, ora più che mai.
Accada quel che accada, Cecil tornerà a casa sano e salvo. Porterò questo ideale con me fino alla fine.
E chissà, magari un giorno anche Gabranth riuscirà a perdonare suo fratello così come Cecil ha fatto con me.
E allora capirà quanto siano importanti questi legami.
   
 
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