Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: S i a    06/11/2015    2 recensioni
Ciel Phantomhive, giovane ragazzo di vent'anni, riceve una lettera dalla prestigiosa università di Oxford. Emozionato, preso dalla situazione, racconta tutto ai genitori e al suo migliore amico, pronto a prendere parte alle lezioni.
Purtroppo, il viaggio nel train express gli cambierà radicalmente la vita.
"Il cuore di un diavolo, l'inferno. "
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Ciel Phantomhive, Rachel Phantomhive, Sebastian Michaelis, Un po' tutti, Vincent Phantomhive
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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La luce del sole penetrò attraverso le tende bianche, finendo sul viso perlaceo di Ciel. Tale cosa lo disturbò, svegliandolo dal sonno profondo in cui era; aprì gli occhi oltremare, emettendo un verso di disapprovazione.
Per un momento pensò di essere nel suo amato letto a due piazze, eppure la consapevolezza che in quella stanza ora c'era anche Claude, lo colpì in piena faccia.
— Ciel! — Il ragazzo sbuffò; chissà che ore erano, chissà cosa gli sarebbe successo quel giorno. Era tutto un misto di punti interrogativi.
Osservò con un occhio semiaperto il volto del demone caratterizzato dalle iridi oro; era perfetto tanto quello di Sebastian, eppure mancava qualcosa di essenziale.
Non aveva quel rosso intenso nello sguardo, un rosso che al solo guardarlo ti portava nelle fiamme dell'Inferno più roventi.
— Che vuoi?! — Domandò sgarbato, fregandosene delle buone maniere.
In quel posto sembrava che tutta la sua parte 'buona' si fosse andata a benedire facendo emergere solo il lato 'cattivo'.
— Fra poco avrai un'udienza col re. Renditi presentabile per l'occasione; e con presentabile non intendo i tuoi stracci di ieri! Mettiti giacca e cravatta, feccia umana. — Detto quello per cui era venuto nelle sue stanze, se ne andò sbattendo la porta.
Ciel si alzò svogliatamente dal materasso; l'unica cosa positiva di quella situazione era che presto avrebbe scoperto una verità, forse, dolorosa.
La vendetta di cui parlava Lucifero, era una cosa senza senso. Cosa c'entrava lui?
Aprì le ante dell'armadio accanto lento, e ne tirò fuori un completo nero, abbinato con una cravatta rosso sangue, molto in tema con il luogo in cui si trovava. Entrò nella sala da bagno, a dir poco enorme; i pavimenti in mattonelle bianche e oro, al centro vi era una vasca in ceramica con accanto un mobiletto per gli asciugamani, e per i prodotti da usare.
Stranamente non c'erano specchi; non che al blu importasse il suo aspetto fisico. In tutti quegli anni alcune persone si erano soffermate sul suo corpo e i lineamenti del viso, emettendo la loro sentenza con un 'niente di particolare'. Da piccolino quel minimo nel curarsi ce lo metteva, ma ora l'interesse era sparito del tutto.
Si avvicinò al centro della sala e aprì il rubinetto verso sinistra, per l'acqua calda. Ciel amava l'acqua bollente; lo aiutava a pensare e a rilassarsi in pace. I suoi genitori erano troppo esaltati, e con la parlantina facile, per i gusti del più piccolo. Gli voleva bene, ma a volte non li sentiva come genitori, bensì come cari amici di vecchia data.
Quando la vasca si riempì del tutto, il giovane Phantomhive si tolse i vestiti, riponendoli sul mobiletto. Entrò nell'acqua avvolta dal vapore, chiudendo successivamente gli occhi oltremare.
— Che meraviglia. —  Sussurrò quasi in estasi.
Si poteva dire che fosse leggermente in ritardo. Passò circa mezz'ora nella sala da bagno, e per vestirsi non se ne poteva parlare. Il contatto con i vestiti gelati sulla pelle calda era qualcosa di impossibile da descrivere, in modo molto negativo.
In conclusione, uscì dalla camera dopo un'oretta e mezza, in cui il Re degli inferi tirava insulti a chiunque gli parlasse.



~

— Possibile che un moccioso sia così in ritardo?! Ma cos'è, una donna?! Abbiamo preso il figlio sbagliato?! — Era inutile cercare di calmarlo; quando era di quell'umore Lucifero era impossibile da gestire.
— Mio re! La prego, cerchi di darsi un contegno. Si ricordi che il ragazzo deve restare vivo, e se lei si innervosisce non credo lo sarà ancora per molto. —
L'uomo che parlò sembrava quasi una statuina con quel portamento rigido e perfetto; schiena dritta, petto in fuori, camminata perfetta, inchini perfetti...William era sempre stato un po' così. Fin dal suo addestramento si era presentato come la recluta senza nessuna imperfezione. Forse per questo era il consigliere del re.
Stava a lui organizzare la giornata del sovrano, calcolare gli orari precisi affinché fossero delle ore quasi piacevoli.
— William! Lo sai anche meglio di me che odio i ritardatari e Ciel non rimarrà impunito! Questo è certo. — All'improvviso le porte della sala si aprirono, facendone uscire un Sebastian, seguito da quello che sembrava una guardia, con una classica armatura medievale, che portava il nome di Grell; i suoi lunghi capelli rossi erano rigorosamente legati in una coda. Non che a lui piacesse tenerli a quel modo, solo che William aveva detto un vago "Stai meglio così. "
Oramai tutti sapevano della cotta del rosso nei confronti del consigliere.
Ma purtroppo questo sentimento non era poi molto contraccambiato. Anzi, forse l'altro provava ribrezzo.
Sebastian sorrideva quasi perverso; si aspettava di trovare un Ciel bello che pronto per svolgere il ruolo che avrebbe avuto all'inferno.
— Uh? Ciel? — Chiese sorpreso.
Proprio in quel momento, dalle porte ancora aperte, ne uscì il ragazzo in questione. Ben vestito, e con ancora i capello bagnaticci. Dietro c'era un Claude innervosito tanto quanto il re; ci aveva messo eternità per farlo uscire dalle sue stanze!
— Tu! Maledetto ragazzino! — Il blu sussultò al suono di quella voce così arrabbiata. Il sovrano si alzò dal trono rosso, per poi dirigersi verso il diretto interessato con l'aria di chi non ha niente di buono in mente.
Lo prese per la cravatta, tirandondolo verso se e avvicinando i loro visi.
— Odio i ritardi. E se fossi stato qualcun altro forse ti avrei ucciso all'istante. Ma per stavolta ti limiterai a pulire cima a fondo l'intero palazzo. Non voglio neanche un granello di polvere. Inizierai domani. — Gli occhi oltremare di Ciel divennero lucidi; quell'uomo faceva davvero paura, nonostante la sua enorme bellezza.
Il piccolo annuì ansioso, mordendosi il labbro, e solo a quel punto Lucifero si allontanò.
— Beh, sei qui per un motivo preciso. Come avrai capito è per vendetta. — Il blu fece un cenno con la testa, mettendosi di fianco a Claude. Era terrorizzato; tutto per un semplice ritardo. Che ha detta sua era pure di pochi minuti rispetto agli standard!
— Sai, Ciel. Nella tua /inutile/ vita ti sono state nascoste troppe cose. In genere, il compito di un genitore è quello di crescere il proprio figlio nella verità e nella giustizia, no? Beh, anche se loro non lo sono davvero, avrebbero dovuto rivelarti la tua vera identità. Tu non sei un Phantomhive, Ciel. Non ti sei mai chiesto il perché di quegli occhi? Blu notte, blu oltre mare. L'Unione fra un demone e un angelo. L'Unione proibita, la ragione della caduta del mio regno. —



[ Angolino ~ ]
Okay okay scusate sighh non aggiornò da un mese. Ma per un motivo e un altro non riuscivo ad aggiornare ; ; Beh spero che il capitolo vi piaccia. Il prossimo sarà molto interessante :^)
   
 
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