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Autore: tsubasa_rukia3    06/11/2015    1 recensioni
Sara si trova in Marocco, in cerca di risposte per ciò che le sta accadendo. Ben presto le sue vicende personali si mischiano con intrighi familiari e segreti di corte e in tutta questa tempesta confusa deciderà se prendere in mano le sorti del suo destino. Adam sembra determinato a stare al suo fianco, mentre l'ombra dell'imparatore si fa sempre più vicina.
Aggiornamento settimanale, il venerdì.
Genere: Drammatico, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sara si vestì frettolosamente e meccanicamente prese la borsa, iniziando a correre sulle scale.
Il soggiorno era ricolmo di presenze indesiderate, vestite della divisa imperiale, le Guardie minacciavano solo con lo sguardo l'incolumità dei trasgressori. 
Adam e Sara raggiunsero tranquillamente Sumia e le Guardie chiusero il cerchio. 
Il silenzio fu assordante, mentre entrambe le parti aspettavano la prima mossa.
-Che cosa volete?-, domandò la padrona di casa, certa che una di loro li avrebbe capiti.
-Consegnate i fuggitivi, nel nome dell'Imperatore-, ordinò una voce senza proprietario.
-Imperatore?-, un'aura minacciosa iniziò ad uscire dal corpo dell'anziana signora, costringendo le guardie ad assumere una posizione di difesa e Sara elargì un profondo respiro di pazienza,- In questa casa, l'autorità del vostro imperatore non è riconosciuta-, dichiarò con tono di sfida e orgoglio.
Alcune si offesero e altre ringhiarono pronte all'attacco.
-Consegnate i fuggutivi-, ripeté la stessa voce di prima.
Sumia si limitò a sputare per terra, come se fosse un segnale d'inizio le vampire balzarono all'attacco.
Un muro di fuoco fermò ogni loro offensiva, e spietato si mise a divorare le due incaute sciagurate.
-Le bambine di oggi dovrebbero iniziare a imparare le buone maniere-, rimproverò con fare bonario.
-Nonna, non penso sia il momento di insegnare le buone maniere-, pensò ad alta voce.
-Che cosa proponi?-, domandò mentre si comportava come se quelle fiamme non esistessero.
-Per prima cosa, propongo di uscire da qui...-.
-Scappare? Da casa mia? E darla vinta? Assolutamente no!-, si oppose indispettita.
-Nonna, siamo stanchi per il viaggio. Ci serve la tua esperienza e non voglio perdere un altro membro della famiglia. Vieni con noi-, la supplicò addolorata conscia di come le avrebbe risposto.
-E scappare per l'eternità? Giammai-, pronunciò alzando il mento e sentendo il fuoco spegnersi. Le guardie avevano deciso di attuare una delle loro numerose strategie, ma non l'avrebbe permesso così facilmente dentro casa sua.
Delle radici sottili si insinuarono negli arti delle intruse e velocemente s'inspessirono, ignorando i tentativi di liberarsi di alcune.
-Ecco che succede a prendere dei mocciosi a fare il lavoro dei grandi-, commentò sbadigliando.
-Infatti, ci sono io a controllarle-, concordò una figura uscendo dall'ombra.
-Chi non muore si rivede, purtroppo-, disse in tono disgustato, Sumia.
Dalla folla di guardie intrappolate, una sola figura s'incamminò silenziosamente verso la padrona di casa. Il cappuccio non si alzò e l'identità della combattente rimase un mistero per la giovane nipote, ma una cosa seppe per certo: era pericolosa.
Nessuna delle due combattenti dette segno di avanzare una mossa e Sara fu sorpresa di iniziare un dialogo mentale con la parente.
Sara, ti ricordi quale era il tuo posto preferito quando venivi a trovarmi?
Le vette della Catena Atlantica, rispose in maniera confusa.
Bene, ti ricordi cosa ti dicevo sul mio ciondolo d'argento?
Nonna, perché mi state parlando del vostro 'Prezioso'? Iniziò a provare paura per le congetture che le stava facendo fare la logica.
Hai capito bene, tieni stretto il tuo sposo nipote mia.
Se avrò una figlia, la chiamerò in tuo onore! Gridò mentalmente, mentre stretta al braccio di Adam, prese un oggetto metallico che volò nella sua direzione. 
Sumia sorrise nel sentire l'imprecazione dell'avversaria, ma non staccò gli occhi dal punto dove pochi istanti prima erano scomparsi, con un secco schiocco, gli ultimi eredi della sua famiglia.
«Allora, Adaghta, penso che sia il momento di finire quello che abbiamo iniziato. Una volta per tutte», pronunciò mentre una fiammata rovente le avvolse le spalle.
«Finalmente», pronunciò l'ombrosa figura prima di saltare.

  
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