Ode alle anime
Sogni variopinti puntati nello specchio azzurro del cielo. Puntati, si. Con spille, spille dorate.E il sangue, pallido, scorre. Scorre… No! Non scorre. Fluttua, piuttosto.
Acqua chiara come ossidiana, battuta dal vento di montagna. Anch’essa fluttua, no?
Ma, in fondo, si sa: tutto fluttua. Tutto.
Persino la vita.
Alcuni dicono scorra, ma no! La vita non scorre. Se scorresse, sarebbe sotto i nostri piedi, come fiumi di lacrime pietrificate. O intorno a noi, sarebbe foglie di stagion tarda nel vento soffice di primavera.
No… La vita fluttua, altrochè! Di un fluttuare rapido, violento. Sadico quasi…
Perché la vita ti sovrasta, ti pesa sulla testa. E se proviamo ad affrontarla fugge, come fata luminosa.
Gioca con noi, l’Astuta.
Fiammeggiante fenice, ti brucia dentro, sotto, sopra, accanto… Ti brucia intorno, consumandoti in un vortice frenetico, quasi mortale.
Terribile, no? Che la vita diventi quasi mortale, per noi anime fragili.
Ma qui sta il paradosso: noi non siamo anime fragili. Non siamo trasparenti come cristalli.
Siamo anime torbide, grigie di roccia calcarea.
Siamo anime. E in quanto tali,
Fluttuiamo.
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