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Autore: GiulyDeVilliers    07/11/2015    1 recensioni
Tessa è sempre vissuta nell'ombra e non è mai stata notata da nessuno. Ma va a un ballo in maschera. Lì, balla con William Herondale. Lascia solo due cose quando scappa da lui lasciandolo completamente confuso e ipnotizzato: la sua maschera e una collana a forma di angelo.
QUESTA STORIA E' UNA TRADUZIONE E NON APPARTIENE A ME MA A FLYINGER.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jessamine Lovelace, Sophie Collins, Theresa Gray, William Herondale
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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A TID CINDERELLA STORY

 

Cap 3

 

 

Tessa si svegliò nel suo letto al suono della sveglia. Guardò l'orologio e sbuffò. Le 7,15. Doveva svegliarsi, pulire la casa, fare una passeggiata, fare la doccia, fare una lavatrice, finire i compiti, andare a comprare gli snack per l'enorme festa che Rani organizzava tutte le volte che erano a casa da sole. Merda! E se Will fosse venuto alla festa? Tessa si mise seduta sul letto. Merda, merda, merda. Aspetta... lei non partecipava mai a quelle feste. Di solito stava nella sua camera e leggeva o guardava film con Sophie. Bene. Avrebbe fatto così anche stavolta e niente sarebbe accaduto. Tessa sorrise mentre indossava i suoi vestiti per fare sport. Già che c'era appese nell'armadio il vestito da ballo. Sophie aveva detto che poteva tenerselo dato che era troppo grande per lei. Dopo la passeggiata, Tessa fece la doccia. Faceva sempre la doccia di mattina perché Rani la faceva di sera e usava tutta l'acqua calda. Farsi la doccia al mattino garantiva sempre l'acqua calda a Tessa.

Intanto si era cambiata ed erano le 8.30. Adesso doveva iniziare a pulire. Non c'era molto da pulire. Dato che Tessa teneva sempre la casa pulitissima e non metteva mai in disordine niente, c'era solo da spolverare e spazzare. Tessa sapeva che domenica ci sarebbe stato veramente tanto da pulire.

Quindi Tessa fece una lavatrice. Sua e di Rani. Jessie se la faceva sempre da sola perché diceva che voleva evitare che i suoi vestiti si mischiassero con quelli di Rani. Tessa sapeva che era una scusa. Jessie aveva sempre delle scuse di quel tipo. Come che voleva portare a spasso il cane per evitare di ingrassare. O che voleva pulire i piatti perché l'acqua calda rende la pelle morbida.

Tessa andò nella sua camera che era nell'attico. Molte persone direbbero: “Wow!La sua camera è nell'attico?” Non quando la tua matrigna è ricca. Anche se la matrigna di Tessa era molto cattiva e faceva fare praticamente tutto a Tessa e si rifiutava di pagarle il college, facendo sì che Tessa lavorasse per permettersi la retta, lei rifece l'intero attico quando Tessa si trasferì in prima media dopo che suo padre morì. Naturalmente la matrigna non avrebbe pagato la retta per il college, ma avrebbe pagato per una camera da letto fantastica.

Infatti la matrigna d Tessa era un interior designer. Quindi la camera di Tessa era molto ben arredata.

L'intero attico era molto grande, come tutta la loro casa, e aveva il pavimento in legno di mogano e c'era un'enorme finestra a cerchio che guardava sulla strada. E vicino alla finestra c'era il letto di Tessa.

Sul lato sinistro c'era una libreria di mogano con tre mensole colma fino all'orlo di libri.

L'intera finestra e il letto di Tessa erano nel solaio. Bè, non un vero solaio, solamente un posto più elevato.

Andando giù di tre scalini c'era un enorme open space, con un tappeto e un pouf. Alla destra c'era il bagno e alla sinistra un armadio.

Vicino all'armadio si trovava una scrivania con un computer sopra.

Gli scalini portavano al terzo piano (Sì la loro casa aveva cinque piani: il piano terra, il primo, l secondo, il terzo e l'attico). Guardando in alto c'erano delle lanterne.

L'intera stanza e tutto quello che c'era in essa eccetto il pavimento e gli scaffali era dipinta di blu.

Tessa si sedette alla scrivania. Era anche di mogano ed era una di quelle scrivanie vecchio stile. Era anche l'unica cosa che Tessa aveva scelto da sola. Era l'oggetto preferito di Tessa nella sua camera.

La ragazza adorava gli articoli di cartoleria, e ogni centesimo che non era destinato al college, lo usava per libri e cancelleria.

Rimase seduta alla scrivania per quattro ore di fila a preparare carte e gli appunti per la scuola. Finalmente stampò tutto con la stampante che si trovava vicino alla scrivania. Naturalmente tutto era fronte-retro. Non poteva sprecare carta.

Tessa guardò l'orologio appeso alla parete. Ops. Era tardi e doveva ancora prendere gli snack.

Aprì la porta e vide che tutta la casa era decorata con festoni e addobbi festivi. Jessie stava su una grande scala nel salone, tentando di appendere una palla da discoteca luccicante.

“Hey, Tessa. Ho comprato io gli snack per te durante il mio tragitto dal salone di bellezza. Ti dispiace metterli a posto?” disse Jessie mentre provava di nuovo ad appendere la palla ma gli striscioni le andarono in faccia e lei mancò l'aggancio.

“Oh, certo. Grazie. Da qua che io sono più alta. Lascia fare a me.” Tessa prese la palla da Jessie e la appese all'uncino. Jessie sorrise. “Grazie.”

“Prego.”

Tessa andò vicino agli snack, iniziò a scartare le patatine e a toglierle dal sacchetto quando Rani entrò dalla porta.

“Ho gli alcolici!” La sua voce era alta e vivace. Stava portando dentro delle borse di plastica piene di tutti i tipi di alcol.

“Come hai fatto a comprarli? Mamma ti ha sequestrato la carta d'identità falsa.” disse Jessie arrivando dal salone.

Rani alzò le spalle. “Ho fatto un accordo con il ragazzo che lavora di sabato sera. Lui mi da tutto quello che voglio e io gli do tutto quello che vuole, se sai cosa intendo.” Rani fece l'occhiolino dicendo l'ultima frase e poi mise le borse sul tavolo.

“Venite. Ho bisogno di voi per trovare qualcosa da mettere.”

Prese la mano di Jessie e Tessa e le trascinò nella sua camera, dove aprì l'armadio e cominciò a frugare tra i vestiti. Finalmente tirò fuori un top che assomigliava a un bikini. “E' un piscina party quindi deve sembrare che indosso il costume ma non deve sembrare che io debba veramente nuotare. Penso che metterò questo, con la mia minigonna. Cosa ne pensate?”

Jessie roteò gli occhi. “Sei fantastica, Rani. Dimmi, quante confezioni di autoabbronzante hai usato per avere un colorito così scuro?”

Rani guardò la sua pelle. “Solo un paio” ammise. “Pensi che si veda che ho usato l'autoabbronzante?” chiese preoccupata.

“No, lo so perchè ci sono tipo cinque bottiglie vuote nella spazzatura.”

“Bene. Odio il fatto di dover usare l'autoabbronzante. Alcune ragazze prendono tutti i geni buoni. Hanno la pelle o molto scura o molto chiara. Non è giusto che io debba stare nel mezzo. Non importa, ognuno ha i propri difetti. Se non avessi quest'unico difetto, sarei troppo perfetta.”

“Um, okay, fantastico. Hey, ti dispiace se viene anche Sophie? Guarderemo un film e staremo nell'attico.”

“Va bene. Se poi pulisci e non mostri la tua brutta faccia in giro.”

Tessa scosse la testa. “No, naturalmente no. Non ci penserei mai.”

 

-------------------------------------mezz'ora dopo---------------------------------------

“Oh, lei sembra malata. Intendo, l'arancio non è il suo colore. Potrebbe anche usare alcuni punti luce. Forse se avessero fatto questo vestito in blu...” Sophie era distesa sul letto di Tessa, mentre sfogliava una rivista di moda.

“Dovresti frequentare fashion e sartoria, saresti molto brava.” disse Tessa dalla poltrona a sacco dove stava leggendo.

Sophie storse il naso. “ E stare in classe con Tatiana Lightwood e le sue leccapiedi? No, grazie. Sono riuscita a evitarle l'anno scorso e voglio fare lo stesso quest'anno. Anche se lei non sapesse disegnare niente e io fosse più brava di lei, non ne varrebbe la pena.”

“Ma non farai uno stage con quel ragazzo di Vogue? Dovresti frequentare e prendere Tatiana a calci in culo. O almeno dirle in faccia che farai uno stage in una delle migliori riviste di moda del mondo.”

Sophie sospirò e si mordicchiò le labbra. “Sì, ma non voglio la rabbia della sua armata su di me. In più probabilmente direbbe che mi hanno dato questa opportunità solo perchè gli facevo pena.”

“Hey, pensi che Tatiana sia qui adesso?” chiese Tessa.

Sophie si lamentò. “No, fa che non sia qui.”

“Perchè? Tanto non la vedremmo comunque.”

“Sì, ma se Tatiana è qui, Gideon è con lei. E se Gideon è qui io non posso andare via. Devo stare qui finchè non sono sicura al cento per cento che se ne è andato. E anche allora dovrò indossare una casco da sci.”

Tessa rise. “Allora sarà bene che resterai a dormire qui. Ti dispiace se faccio una doccia?”

Sophie scosse la testa. “No. Fai pure.”

Tessa sorrise mentre faceva la seconda doccia della giornata. Di solito le faceva di soli cinque minuti (voleva risparmiare la maggior quantità d'acqua possibile), ma dopo aver pulito la casa e fatto i compiti per tutto il giorno, aveva bisogno di qualcosa per svegliaris,

Entrò nella doccia e mise la manopola sull'acqua fredda.

 

---------------------------Will's POV----------------------------

Will poteva sentire la musica fargli tremare il petto, il ritmo costante rimbombare sotto al pavimento.

Sospirò. Era lì da venti minuti e era già annoiato.

Guardò verso Cecily che stava chiacchierando con la sua amica Isabelle Lightwood, cugina di Gideon, Gabriel e Tatiana Lightwood.

Iniziò lentamente ad allontanarsi. Verso dove non lo sapeva. In un posto tranquillo, dove avrebbe potuto pensare. Non lì, dove l'aria era pesante per i profumi delle ragazze e l'odore dell'alcool.

Raggiunse il lato della cucina, dove c'erano tutti gli snacks e le cose da mangiare. Camminò. Passò la cucina, l'atrio e andò su per le scale. Vide un'altra rampa di scale e salì pure quelle.

No, non era ancora abbastanza. Poteva ancora sentire il tremore della musica sotto i piedi, poteva udire le risate della massa di persone sotto di lui. Tornò nel corridoio. Ma c'era... un'altra rampa di scale? Accidenti, aveva pensato che quella casa avesse solo tre piani. Forse c'era un attico. Si trovò dietro ad una porta che era leggermente aperta. Si ritrovò in una stanza da letto moderna e molto grande. I muri erano dipinti di blu scuro con mattoni da qualche parte. Al centro della stanza c'era un letto vecchio stile e sul letto c'era una ragazza.

“Um...ciao” disse Will nervosamente.

La ragazza urlò e saltò per la sorpresa.

“Um, mi dispiace di averti spaventata, volevo solo...” Will guardò la ragazza. Portava un vestito nero e aveva i capelli neri e ondulati che le ricadevano sulle spalle. Aveva anche una cicatrice rossa sulla guancia sinistra.

“Mi hai fatto paura.” La ragazza si alzò davanti al letto. Era piuttosto bassa. “Senti, devi uscire da qui, per favore.”

Will la fissò un attimo prima di rispondere “Mi dispiace. Cercavo solo un posto tranquillo, penso che dovrei andarmene. Ti porgo le mie scuse per averti disturbata.”

“Fa niente. La mia amica è sotto la doccia e uscirà a minuti. Dovresti andartene.”

Will iniziò ad uscire, passando davanti a un armadio aperto. Mentre lo oltrepassava vide con la coda dell'occhio un vestito blu. Blu notte. Lo stesso blu che-

“La ragazza! Questo è il suo vestito!”Will corse verso l'armadio e tirò fuori il vestito. Sentì uno strillo e la ragazza si avvicinò all'armadio.

“No, non andare lì.”

Will guardò la ragazza e le mise le mani sulle spalle. “Ho bisogno di sapere di chi è il vestito. Non può essere tuo, sei troppo bassa. Di chi è questa camera? Tua? Chi è la tua amica? Quella che si sta facendo una doccia. Dimmi.”

La ragazza cominciò a protestare ma fu interrotta nel mezzo della frase dalla porta del bagno che si stava aprendo. Will si girò. Era il momento, finalmente avrebbe visto il suo viso reale.

La ragazza indossava shorts e una maglietta. Si stava asciugando i capelli castani e ondulati con un asciugamano e guardava per terra. Aveva i capelli castani come la ragazza del ballo. Era proprio lei.

“Sophie, puoi portarmi il mio...”

La ragazza alzò lo sguardo. Will vide i suoi occhi. Occhi grigio-azzurri. Era davvero lei.

“Tu. Chi sei tu?”

La ragazza non rispose. Invece disse solo: “Oh merda. Accidenti.”

Will, frustato, sospirò. “Vedi. So chi sei adesso. Non puoi solo dirmi il tuo nome? O mi obblighi ad andare alla biblioteca della scuola e a guardare tra gli annuari?”

La ragazza sembrò pensare per un minuto prima di rispondere. “Guarda negli annuari.”

Lei vide la faccia irritata di lui e sospirò.

“Non sono nessuno. Tu sei qualcuno. So chi sei e tu non sai chi sono io. Perchè non dimentichiamo tutto? Non voglio tutto questo casino, okay? Voglio solo godermi il mio ultimo anno senza preoccupazioni. Adesso credo che te ne dovresti andare.”

Gli prese le braccia e lo portò alla porta, chiudendola dietro di lei e lasciando Will alquanto irritato.

Bene, avrebbe dovuto cercare tra gli annuari.

Prese il cellulare. “Ceci? Sei libera lunedì a pranzo?”

 

  
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