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Autore: wingedangel    08/11/2015    1 recensioni
Zaira, principessa delle ninfe, poche settimane dopo il suo sedicesimo compleanno finalmente sogna l'uomo destinato a diventare suo marito e re al suo fianco.
Esce dal lago, pronta a soggiogarlo con un'incantesimo e portarlo via con sè... ma su Alan l'incantesimo non funziona, e Zaira è costretta a farlo innamorare 'alla maniera degli umani'.
Zaira è determinata ma il tempo è tiranno, la regina soffre di una misteriosa malattia che la sta lentamente conducendo alla morte, Zaira deve sbrigarsi se non vuole che le sirene riescano a prendere il potere e cacciare le ninfe dal lago...
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Dodici
 
Zaira quel giorno non era andata a scuola, in fin dei conti ci si era iscritta solo per Alan. E ora che lui non voleva più saperne di lei, che senso aveva andare a scuola? Certo, voleva rivedere Iris, ma per il momento voleva solo stare sola. Non era pronta ad affrontare Alan, e vederlo tra i corridoi della scuola non l'avrebbe aiutata di certo.
Quando scese a fare colazione e vide Soraya decise di raccontarle tutto, Alan era suo figlio, ed ora che sapeva che era Zaira era una ninfa, Soraya poteva decidere di presentarsi a lui se lo avesse voluto.
Andò al lago, l'unico posto in cui riusciva a sentirsi in pace. Si sedette accanto al tronco di Melia. La sua amica driade si accorse subito della sua presenza.
" Ciao, ho visto quello che è successo ieri. Mi dispiace." le disse.
" Anche a me." ammise Zaira. " Ora non so come fare, ho rovinato tutto."
" È solo un umano. Cercane un altro."
Zaira scosse la testa. No. Non voleva rinunciare ad Alan. Era stata così bene con lui in quei giorni, prima che Xeni rovinasse tutto. Si era innamorata di lui, lo voleva al suo fianco, voleva lui, non un altro umano qualunque.
" Non posso, è il mio Sogno." disse.
" Beh, in fin dei conti è un semplice umano, uno vale l'altro. Tanto sarai tu la regina."
Zaira scosse di nuovo la testa, non era così semplice, se aveva sognato proprio Alan doveva esserci un motivo.
" Ho capito. Ti sei innamorata di lui." disse Mel con un sorriso.
Zaira annuì. Una lacrima sfuggì al suo controllo al pensiero che non avrebbe più potuto stare con lui.
" L'amore... com'è?" chiese Mel, pensierosa.
Zaira sollevò lo sguardo verso l'amica, ricordando che lei non avrebbe mai potuto provarlo, non poteva allontanarsi troppo dal suo albero. Le sorrise.
" Bellissimo. Non so come spiegartelo, pensi sempre a lui, passi la giornata a sorridere come una deficiente, e quando sei con lui è come se tutto il resto perdesse improvvisamente importanza. Poi come baciano! Passerei la giornata a baciare Alan." ammise Zaira.
Poi ricordò cosa era successo. Come poteva essere stato proprio Alan a chiamarla 'mostro'? Perchè non le aveva lasciato il tempo di spiegarsi?
In quel momento il suo telefono prese a squillare. Zaira lesse il mittente, Iris.
" Hai anche tu uno di quei cosi umani?" le chiese Mel, stupita.
" Si, a quanto pare tra gli umani li hanno tutti, così ho dovuto prenderne uno anche io. Ora scusa un attimo, devo rispondere."
" Ciao Iris." disse, portandosi il telefono all'orecchio.
" Che cavolo è successo?"
" Eh?" Zaira non capiva, era preoccupata perchè non era andata a scuola, oppure aveva saputo che Alan l'aveva lasciata?
" Alan mi ha detto che vi siete lasciati, che è successo?"
" È una lunga storia..."
" Come scusa? Siete stati insieme appena un giorno, come può essere una lunga storia? Ha fatto il deficiente e l'hai piantato?"
" Non è colpa mia, mi ha lasciato lui."
" Cosa? Ma gli si è inceppato il cervello? Perchè?"
Zaira si rese conto che Iris non l'avrebbe mollata finchè non le avesse dato una spiegazione, ma non poteva dirle la verità, non poteva perdere anche lei.
" Diciamo che ha scoperto un lato di me che non conosceva." disse, sperando che le bastasse.
Iris esitò, poi riprese a parlare.
" Forse ho capito! Ha scoperto che fumi?"
" Non fumo."
" Ti droghi?" il tono di Iris ora era un pò più preoccupato.
" No."
" Ehm... ci sono! Sei a capo di una banda di gangster!" disse, ridacchiando.
" No."
" Allora non sei il capo ma ne fai solo parte?"
" No, niente gangster." disse Zaira, senza riuscire a trattenere una risatina.
" Mmm... allora... si, ci sono! In realtà sei un uomo!"
Zaira scoppiò a ridere.
" Cosa?"
" Si, tipo un trans o un travestito, roba così."
Zaira non riusciva a smettere di ridere.
" No, sono una donna al cento per cento."
" Beh, se non fumi, non ti droghi, non sei una gangster e nemmeno un uomo, allora è Alan che è un deficiente! Non può essere nulla di così ingestibile, siamo tutti diversi l'uno dall'altro, non può lasciarti per una cavolata. È proprio questo che significa stare in coppia, imparare ad accettarsi, ognuno con le proprie diversità."
Zaira smise di ridere. Iris aveva ragione, erano diversi, lei era una ninfa e lui un umano, anzi, nemmeno del tutto umano; era davvero sbagliato cercare di trovare il modo di stare insieme lo stesso?
" Iris..."
" Ci sono! Sei una vampira!"
" Piantala!" disse lei, scoppiando a ridere di nuovo.
" Un'aliena?" disse "ET telefono casa" aggiunse, con una vocina ridicola.
Zaira non sapeva che volessero dire le sue ultime parole, ma era così ridicola mentre lo diceva, le cominciava a far male lo stomaco dalle risate.
" Iris..." cominciò, improvvisamente seria.
" Dimmi."
" Grazie. Sei riuscita a farmi ridere nonostante tutto..."
" Sta tranquilla, tornerete insieme. Alan è un idiota, ma vedrai che si accorgerà di aver sbagliato, e tornerà da te. Abbi pazienza. Ora ti lascio che devo ancora finire di mangiare e tra dieci minuti suona la campanella. Domani torni?"
Zaira sorrise, Iris aveva ragione, non doveva arrendersi. Alan sarebbe tornato da lei, doveva solo riuscire a spiegarsi, a fargli capire che dopotutto non erano poi così diversi.
" Si, ci vediamo domani. Buon appetito."
Zaira riattaccò.
" Chi era?" le chiese Melia.
" Una mia amica."
" Un' umana?"
Zaira annuì.
" Si. Non credevo che sarebbe stato possibile, ma mi sono fatta degli amici tra gli umani."
" Sta attenta Zaira, so che gli umani sono creature affascinanti. Ma ricordati che dovrai tornare tra le ninfe appena avrai convinto il tuo Sogno a seguirti."
Zaira abbassò lo sguardo. Prima di conoscere Alan le avrebbe dato ragione, ora però non ne era più così convinta. Era tra gli umani da poco più di una settimana, e già era piena di dubbi. Se anche fosse riuscita a convincere Alan a seguirla, era davvero pronta a lasciare gli umani? A non rivedere più Iris ed Ethan?
Si strinse le ginocchia al petto, mentre osservava il suo lago, aveva delle responsabilità nei confronti delle sue sorelle, come poteva pensare di abbandonarle? Ma non voleva abbandonare nemmeno Iris. Cosa avrebbe dovuto fare? I due mondi erano davvero così inconciliabili?
Persa in questi pensieri non si rese conto che qualcuno le si stava avvicinando finchè non si sedette accanto a lei. Si voltò.
" Alan!" disse, stupita.
" Ciao. Scusa per le cose che ti ho detto ieri, sono stato un vero stronzo. Non penso che tu sia un mostro, però... non è una cosa facile da mandar giù. La mia ragazza è una ninfa."
Lei lo guardò stupita.
" Sono ancora la tua ragazza?"
Alan esitò.
" Beh... penso di sì. Ma dovrai spiegarmi tutto, anche se forse non sarò in grado di comprendere del tutto voglio sapere con chi sto, e chi è quella stronza che vuole uccidermi."
Zaira era felice di sentire quelle parole, ma si rendeva conto che raccontargli la verità rischiava di allontanarlo ancora di più da lei. Eppure non poteva rifiutare, Alan aveva diritto di sapere, solo così avrebbe potuto prendere una decisione.
" Certo, ti racconterò tutto. Ma tu devi fidarti di me, io ci tengo davvero a te Alan. Ok?"
Alan non sapeva a cosa stava dando il suo consenso ma annuì lo stesso, si fidava di Zaira, non sarebbe tornato da lei altrimenti.
" Bene, per favore ascoltami fino alla fine. Poi, se vorrai, potrai andartene. Allora... per tutti i mari, non so nemmeno da che parte cominciare... Io sono una ninfa, la principessa delle ninfe che vivono in questo lago. Mia madre, la regina, è stata avvelenata da Xeni, la 'stronza' che ti vuole uccidere. Come hai visto, noi ninfe siamo dotate di poteri curativi, ma purtroppo non possiamo fare nulla per guarire mia madre. Quindi no, non ha un tumore, ma mia madre sta per morire davvero, e quando succederà dovrò essere pronta a succederle al trono. E qui entri in scena tu. Ogni principessa erede al trono, nel corso dei suoi sedici anni fa un sogno. Sogna l'incontro con l'uomo che diventerà suo marito, permettendole di diventare regina. La principessa quindi cerca il suo Sogno tra gli umani, e appena lo trova, recita un incantesimo che soggioga l'umano e lo convince a seguirla accecato dall'amore. Tu sei il mio Sogno."
" Ma tu non mi hai soggiogato." Realizzò Alan.
" Già, quando ti ho conosciuto ci ho provato, ma non ha funzionato. Ricordi quando mi hai detto che ero strana? Ero sicura che l'incantesimo avesse funzionato, invece il braccialetto che hai al polso ti ha protetto."
" Il bracciale di Lucas." disse Alan, osservandosi il polso.
" L'hai conosciuto?"
" Si, lui e Soraya sono venuti da me prima. Comunque, scusa l'interruzione, continua."
" Ho deciso di iscrivermi alla tua scuola per farti innamorare di me..."
Zaira vide l'espressione di Alan mutare di colpo, probabilmente pensava che lei l'avesse solo preso in giro.
" Aspetta. Non giungere a conclusioni affrettate. Lo ammetto, il mio obiettivo all'inizio era quello, ma non avevo messo in conto il fatto che poi sono stata io ad innamorarmi di te. Infatti, quando ti ho fatto togliere il bracciale al cimitero, domenica..."
" Aspetta un attimo, tu non mi hai mai fatto togliere il braccialetto."
" Lasciami finire. Ho di nuovo lanciato l'incantesimo per soggiogarti, così, per controllare se a quel punto funzionava. E ha funzionato, tu mi hai giurato amore eterno ed eri pronto a seguirmi. Avrei potuto portarti al castello e finirla li. Ma non potevo, non volevo privarti di tutto ciò che avevi qui, della tua umanità. Così ti ho fatto rimettere il bracciale e dimenticare di averlo mai tolto."
" Perchè me l'hai fatto dimenticare?"
" Perchè tu ancora non sapevi nulla della mia natura. Saresti scappato, come in fin dei conti hai fatto quando l'hai scoperto. - disse lei con un sorriso. - Beh... credo sia tutto. Ora, se vuoi, puoi andartene." concluse lei, triste.
Alan non si mosse.
" Sei ancora qui?" chiese Zaira, incredula.
Lui le sorrise e le prese la mano.
" Si."
" Pensavo che non ne avresti più voluto sapere di me." ammise Zaira.
" Pensavi male. Ora però dobbiamo trovare una soluzione. Tu devi diventare regina, e io sono pronto a diventare re al tuo fianco, se questo può salvare le ninfe. Ma non voglio dover lasciare Ethan, Iris, la mia famiglia adottiva, e tutto ciò che ho qui. Come facciamo? Magari potrei tornare qui ogni tanto, anche se sono re, no?"
" Non lo so, non è mai successo prima che il re volesse tornare tra gli umani. Temo che le mie sorelle possano pensare che non ti interessi di loro, oppure che tu sia una minaccia per le ninfe. Non posso regnare senza il consenso delle mie sorelle, sarebbe troppo pericoloso. Capisco le tue ragioni, credimi, ma..."
" Ma devi pensare al benessere delle tue sorelle, sarai la loro regina. È giusto così, lo so, però... la mia vita è qui. Ho Ethan, gli amici, la scuola... io non appartengo al tuo mondo, Zaira." disse lui.
Zaira abbassò lo sguardo, triste. Alan aveva ragione, lui non apparteneva al suo mondo. Lui era un umano, lei una ninfa, vivevano in due mondi completamente diversi. Capiva benissimo Alan, anche lei, se avesse dovuto lasciare per sempre le sue sorelle per vivere tra gli umani... non ce l'avrebbe fatta. Certo, le piacevano gli umani, si era fatta degli amici in quella scuola, ma le mancavano da morire le sue sorelle. Non passava giorno che non sognasse di rientrare a castello, dopotutto le ninfe erano la sua famiglia, mentre tra gli umani lei sarebbe sempre stata un'estranea. Voleva tornare a casa, e capiva perchè Alan non volesse lasciare la sua.
" Non c'è proprio un altra soluzione?" le chiese Alan.
Zaira scosse il capo, sconsolata. A questo punto cosa poteva fare? Rassegnarsi a perdere Alan e cercare un altro umano da soggiogare? No, non voleva lasciare Alan, doveva esserci un'altra soluzione, a costo di lasciare il trono ad un'altra ninfa, magari a Soraya. Decise che sarebbe tornata al castello per parlarne a sua madre. Non intendeva diventare regina se questo significava perdere Alan.
" No. Ma andrò a parlare con mia madre. Magari posso cedere il trono a tua madre."
Alan aggrottò la fronte, che c'entrava Clarissa con tutta quella storia? Poi si rese conto che Zaira si riferiva a Soraya.
" Ne sei sicura?"
Zaira alzò le spalle.
" È l'unico modo per stare insieme." ammise.
Lo salutò, poi entrò in acqua, diretta al castello. Alan rimase fermo ad aspettarla, mentre osservava il lago in cui il giorno precedente stava annegando.

 
CANTUCCIO AUTRICE:
Rieccomi dopo secoli! Scusatemi per il ritardo ma sono stata superimpegnata e non ho avuto il tempo di scrivere :( Comunque ora eccomi qui con un nuovo capitolo! Che ne pensate? Cosa dirà la regina? Permetterà a Zaira di cedere il trono a Soraya? Appuntamento al prossimo capitolo! E per farmi perdonare per l’attesa vi prometto un grosso colpo di scena, a presto!
Baciotti,
wingedangel.
   
 
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