-Una lettera da tanto lontano-



Caro Luca,

so che questa lettera non ti arriverà mai, ma sento il bisogno di parlarti, anche se indirettamente, e questo mi sembra il modo migliore per farlo. Sono passati mesi da quando sono partito e sento la tua mancanza come non avrei mai creduto di poterla sentire per qualcuno. Ho attraversato metà del tuo mondo per trovare Giulia e ancora non ne ho rilevato neanche l’ombra, ma non demorderò, farò di tutto per riportarla nel luogo al quale è destinata.
Ti prego di non volermene, sai bene che se solo avessi potuto non avrei fatto ciò che ho fatto, ma è il mio lavoro ed è il destino, non è mio potere impedire a vita e morte di fare il loro corso tanto quanto non lo è il tuo. È un lavoro sporco che nessuno sceglierebbe mai.
Adesso si avvicina il Natale e mi trovo in Russia, a San Pietroburgo. Lo so, col freddo che fa non è un buon posto dove passare l’inverno, ma devo dire che non mi dispiace. Certo, se non fossi solo e ad accompagnarmi ci fossi tu sarebbe molto diverso. Mi manchi, irrimediabilmente, solo pensare alla distanza che ci divide mi da la sensazione di morire, ma questo non è possibile, almeno in circostanze normali, e il dolore aumenta. Ieri, mentre cercavo, mi sono imbattuto in un mercatino e ti ho comprato un regalo: è una palla con la neve e dentro c’è un piccolo scorcio di San Pietroburgo. All’inizio ho pensato di spedirtela, ma non l’ho fatto perché voglio dartela di persona e vedere la tua espressione, anche se Natale sarà passato, anche se sarai ancora arrabbiato con me, non importa.
In cambio desidero solo una cosa, resta vivo.

Con amore, il tuo Daiki.