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Autore: TheSims1991    09/11/2015    2 recensioni
«Cosa sei venuto a fare qui?» Chiese.
«È così che si salutano i vecchi amici?»

Una persona dal passato di Killian arriva a Storybrooke. Le sue intenzioni sono nascoste, imprevedibili. Nascosta è anche la storia di quel ragazzo, ferma nella mente del Capitano, mai rivelata ad anima viva, mai rivelata ad Emma. Un'ombra nella mente del giovane pirata torna a farsi spazio dal passato, ora che, finalmente, aveva trovato ciò che aveva rincorso per una vita intera. La paura di riscoprire dissapori vecchi ormai di secoli, il timore di perdere chi gli è vicino...
Genere: Azione, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta, Spoiler!
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I personaggi citati in questa fanfiction non sono di mia proprietà ma appartengono ai rispettivi proprietari.
Questa storia è scritta e pubblicata senza scopo di lucro.

Easy, Tiger.

I pensieri di Killian erano tutti rivolti a quel ragazzo. Aveva in mente il viso di Damien e continuava a rivedere la scena della sera precedente.

È così che si salutano i vecchi amici?

La voce di Damien rimbombava nella sua mente. Tutto il passato era stato catapultato, di colpo, davanti ai suoi occhi. Tutto ciò che aveva cercato di dimenticare, le cose a cui, ormai, non pensava più, erano tornare, tutte insieme.

Era notte fonda. Aveva lasciato Emma a casa sua, dopo averla rassicurata e averle promesso che si sarebbe occupato di quel ragazzo. Non aveva voluto darle spiegazioni, non più di quanto fosse necessario, e lei aveva capito.

«Sappi che quando sarai pronto, io sarò qui» Gli aveva detto la ragazza. L’aveva salutata con un bacio e si era incamminato. La Jolly Roger era davanti a lui. Si fermò a guardarla. Damien gli aveva chiaramente detto dove sarebbe andato. Il vento increspava leggermente le onde della baia e al tempo stesso sembrava increspare i suoi pensieri. Killian assaporò l’odore di sale, quell’odore che aveva sentito tante volte in mare aperto. Quel profumo tanto familiare lo spinse indietro, con la memoria, a quando solcare i mari con la sua nave era tutto per lui, prima di incontrare il suo coccodrillo. Si soffermò a pensare alla sua vita, quella attuale, quella con Emma. Come stava, ora?

«Killian. Stai bene?» La voce del suo amico era calma. Il capitano annuì. Damien si avvicinò a lui e gli pose una mano sulla spalla.

«Mi dispiace tanto per Liam.» Killian annuì ancora. Restarono per un po’ in silenzio. Il suo sguardo era cupo e quasi assente. Aveva parlato con rabbia e dolore ai suoi, aveva deciso di cambiare la sua vita, di colpo, e di cambiare quella di chi era con lui. Damien non aveva avuto dubbi. Sarebbe rimasto a fianco del suo amico fino alla fine. D’un tratto il capitano non batté un pugno sul tavolo lì accanto, facendo sussultare mappe e calamai.

«È morto per una stupida missione, è morto a causa di gente a cui di noi non importa. Quel ragazzino sull’isola ci aveva avvisato. Non dovevamo…» La voce, piena di rabbia e risentimento, si spezzò. Il dolore era immenso e sembrava insormontabile. Il senso di colpa per non aver ascoltato le parole di quel ragazzo, sull’Isola, si faceva strada nei meandri della sua mente.

«Ehi.» Rispose Damien, poggiando le mani sulle spalle dell’amico. «Liam è morto perché qualcuno voleva servirsi della magia per vincere questa dannata guerra, non perché l’hai portato qui. Tu non hai colpe, è chiaro?» Killian sollevò la testa, scrollandosi dalla presa dell’amico.

«Damien, io avrei…»

«No, Killian. Tu non avresti potuto fare niente. Sai quanto era testardo Liam, non avresti potuto neanche lasciarlo su quell’isola, sarebbe tornato a nuoto.» Killian sorrise all’idea. Suo fratello l’avrebbe fatto per davvero. Restarono un po’ lì, in silenzio. Damien sapeva sempre stargli accanto, capire ciò che gli passava per la testa.
«Dovresti prendere un po’ d’aria. Saliamo.» Killian annuì. Damien andò su per le scale che conducevano di sopra. Con un sorriso si rivolse al comandante.


«C’è davvero un’arietta piacevole stasera, non credi?» Damien era appoggiato sul bordo della Jolly Roger e guardava Killian dall’alto. «Non starai esitando a salire sulla tua stessa nave, capitano

«Vieni giù, Damien, e dimmi perché diavolo sei a Storybrooke.» Hook era alquanto nervoso per la situazione e anche perché qualcuno era salito sulla nave senza il suo esplicito permesso. L’altro, dalla nave, sorrise.

«Agli ordini, capitano… o quasi.» Rispose, prendendosi gioco di lui. Si incamminò verso il pontile e raggiunse il pirata. I due si scrutarono a lungo prima di prendere la parola. Gli occhi scuri di Damien erano fissi su quelli del pirata. Sapevano, un tempo, comprendersi così. L’intesa della loro amicizia era sempre stata sufficiente a entrambi per capire l’altro. Killian avvertì che non era più quella, la loro situazione.

«Cosa vuoi?» Domandò, sempre più irritato dalla presenza di Damien.

«Abbiamo proprio dimenticato le buone maniere, amico mio.» Rispose.

«Io e te abbiamo smesso di essere amici da lungo tempo ormai.» La voce di Hook era ferma e bassa, lui immobile.

«Non è per colpa mia, Jones. Non sono io quello che ha voltato le spalle all’altro.» Killian sembrò colpito da quell’affermazione. «Considerando il perché mi hai fatto camminare lungo l’asse, vederti con Miss Swan mi ha fatto pensare molto.»

«Tienila fuori da questa storia! È una questione che riguarda solo noi» Urlò il capitano. L’altro si lasciò andare ad una fragorosa risata.

«Non ha mai riguardato solo noi e lo sai. Devo ricordarti quando hai deciso che non potevo più stare al tuo fianco? Quando il tuo cieco dolore ha fatto sì che te la prendessi con me?» Damien si stava scaldando. Fece qualche passo verso il capitano: le parole di Killian avevano toccato un nervo scoperto. Il capitano sorrise a sua volta.

«È per questo che sei qui? Ti sei sentito rifiutato e abbandonato? Povero, povero Damien!»

«Piano, tigre. Ti consiglio di non esagerare.» Hook tacque. Solo una persona, prima di allora, lo aveva chiamato così. Tra i due tornò il silenzio. Killian sapeva di cosa era capace Damien e provocarlo non gli avrebbe dato nessun vantaggio.

«Dimmi perché sei qui, Damien» Il tono era tornato basso e secco. Il capitano scrutava l’altro, non sapendo bene cosa aspettarsi da lui. Il volto di Damien era quello di prima, disteso e impassibile. Non riuscivano a comprendersi. L’uno osservava l’altro ma ogni piccola reazione del viso, ogni piccolo movimento di quei corpi era imperscrutabile.

«Qualcuno ha richiesto i miei servigi qui, capitano. Conosci le mie potenzialità.» Damien fece qualche passo in tondo. «Prima di eseguire, avevo pensato di passare a salutarti. Sai com’è, ne abbiamo passate tante insieme.» Hook non riusciva a capire se il suo vecchio amico fosse serio o ironico. Era a conoscenza delle potenzialità di Damien, e ciò non presagiva nulla di buono.

«Parla chiaro.» Rispose, secco.

«Ho smesso di prendere ordini da te nel momento esatto in cui mi hai fatto saltare l’asse e finire nell’oceano.» Damien proferì quelle parole con estrema durezza. «Ho saputo che Barbanera ha cambiato sistema, di recente. Chiude i condannati in bauli di legno… Altrimenti si salvano.»

«Lavori per lui?» Domandò il capitano. Damien non riuscì a trattenersi dal ridere sonoramente.

«Barbanera non è altro che un pirata da quattro soldi e lo sappiamo entrambi. I miei talenti sono ben più raffinati.» Rispose il giovane, sfregandosi due dita con il pollice destro. «Comunque… Non sono affari che ti riguardano, mio capitano

«Fa del male a qualcuno e te la vedrai con me» sussurrò Killian. Damien sorrise.

«Con te? Jones, non mi fai alcuna paura. Vedo che tu sei cambiato, ma fidati. Sono cambiato molto anche io dall’ultima volta in cui ci siamo visti.» Lo sguardo del ragazzo era semicoperto dai capelli scuri. Erano corti rispetto a come li ricordava Killian. Quando erano nelle truppe di sua maestà portavano entrambi i capelli lunghi. «Non intralciare i miei piani, Jones.»

«Se i tuoi piani prevedono far del male alle persone di Storybrooke, sarà imprevedibile, James.» Anche Killian l’aveva chiamato come facevano un tempo, per cognome. La sfida era iniziata. Damien sorrise, ancora.
«Non cambi mai, Jones. Anche da... pirata ti fai prendere dai sentimentalismi, dagli affetti. Non hai ancora capito che sei destinato a perderli? Miss Swan» Killian scattò in avanti.

«Non. Permetterti. Di. Nominarla.» Erano a pochi metri l’uno dall’altro.

«Non le farò niente, almeno per ora. Mi chiedevo solo come avessi fatto tu a passare sul piccolissimo dettaglio dei suoi…»

«Sono passato al di sopra di quel dettaglio molto tempo fa, Damien, quando ho capito che poteva essermi utile.» Lo interruppe il capitano. Lo sguardo dell’inglese divenne cupo e rabbioso.

«Immagino poco dopo esserti liberato di me.» Killian sostenne quello sguardo senza battere ciglio.

«È meglio che tu te ne vada, James.» Disse il capitano, dirigendosi verso la nave. «Non c’è posto per te qui a Storybrooke.» Damien rimase fermo, in silenzio, mentre Killian scompariva nella cabina.

«Lo vedremo, capitano. Lo vedremo.»

  
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