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Autore: Aishia    09/11/2015    0 recensioni
Che cosa succederebbe ad una ragazza se a causa di qualcosa di superiore o di un destino ignoto fosse catapultata in un'altra epoca? riuscirà ad essere artefice del suo destino ed ad avere ciò che brama?
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jack Sparrow, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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'' L'inizio della fine ''

 

 

« Che significa che te ne vai? »

Mi voltai lentamente e senza una minima espressione sul viso, come se niente potesse più scalfire quella corazza che avevo indosso e che copriva invece, il mio animo ferito.

Jack stringeva il mio braccio con veemenza, guardandomi con uno sguardo imponente e talmente serio che sembrava quasi volesse leggermi dentro, come se potessi ancora credere a quegli occhi che non mi avevano raccontato altro che un mucchio di bugie.

Come avrei potuto fidarmi ancora? Come avrei potuto ancora credere a quell’uomo dall’anima nera?

Avrei voluto ferirlo nello stesso modo in cui lui aveva ferita me ma purtroppo, io non ero come lui.

Lo guardai dall’alto in basso, con la sola voglia di sputargli addosso tutto il veleno che avevo in corpo e che a poco a poco si insediava nelle mie vene, arrivando sino al cuore che ora come ora non sembrava altro che un abominevole macigno.

« Ho preso la mia decisione Capitano! Sai la rotta per ritrovare il tuo dannatissimo tesoro e in tutto questo, io non sono stata altro che una pedina nelle mani di un calcolatore ».

Aggrottò la fronte, cercando di capire il senso delle mie parole per poi sgranare gli occhi di soppiatto e aprire la bocca per poi richiuderla un attimo dopo. Il Capitano della Perla Nera era rimasto per la prima volta senza parole.

Allentò la presa su di me, lasciando che le braccia gli ricadessero sul suo corpo inerme e approfittai di quel momento per tirare via le cuoie e girai i tacchi, ritornando sotto coperta alla ricerca di mio fratello che era fuggito via e lasciandolo lì , sul ponte e con la Perla Nera a fare da sfondo al suo bel capitano.

Non sentivo nulla.

Il dolore fisico non poteva compararsi al dolore del cuore.

Sembrava che quella lama mi avesse reciso dentro una seconda volta, senza pietà e senza provare alcuna compassione per il mio animo ferito.

Che cosa avevo fatto di male? Il mio unico sbaglio era stato quello di donare il mio cuore ad un essere che non sapeva amar all’infuori di sé stesso e adesso mi ritrovavo a piangerne le conseguenze, con un dolore al centro del petto che faceva così male da non riuscir più a respirare.

Non volevo provare nulla.

Andavo alla deriva e l’unica soluzione sarebbe stata quella di chiudere il mio cuore in un forziere e gettarlo nelle profondità degli arcani abissi.

L’unica soluzione sarebbe stata quella di non averlo più un cuore.

Arrivai in cabina con il fiato corto e cercando dentro di me le parole più giuste. Quelle quattro mura erano l’unico luogo in cui potevamo essere noi stessi, in cui poteva estraniarci dal resto del mondo, sicuri che nessuno avrebbe potuto scalfire quella corazza da noi creata.

Era il nostro rifugio e sembrava pazzesco di come proprio lì, avessimo eretto la nostra fortezza.

Sfiorai la maniglia della porta, ispirando rumorosamente ed entrai quatta quatta e senza far rumore, tentando di non oltrepassare la barriera del silenzio, sicura che mio fratello si fosse rintanato nel suo dolore.

Non si sentiva nulla.

Dall’oblò si udiva solamente il fragore delle onde che si infrangevano sulla chiglia della Perla e l’ululare del vento che pareva interpretare la più cruenta delle battaglie.

I singhiozzi di mio fratello facevano da sottofondo a quello della natura stessa, rischiarato dal chiarore della luna che illuminava il suo volto bagnato dalle lacrime , così fragile come quello di un bambino.

Mi si strinse il cuore nel vederlo così indifeso e ancor di più al pensiero che ne fossi io la causa.

Solo in quel momento mi ricordai che quella piccola pesta non aveva più di dieci anni ma potevo ben dire che in questo viaggio fosse cresciuto più di me.

Aveva presto la sua decisione: Aveva deciso di restare e di dir addio a quel mondo che ci aveva voltato le spalle da sin troppo tempo.

Ed io, io avrei voluto la metà del suo coraggio, quella forza che pareva poter abbattere ogni barriera dell’universo.

Sembrava così piccolo ma aveva già trovavo il suo posto nel mondo, la sua strada, la direzione che doveva intraprendere la sua vita mentre io, mi ero persa nei meandri della vita e non sapevo nemmeno in quale bivio stessi andando incontro.

Mi sedetti al bordo del suo letto, accarezzando i suoi voluminosi capelli biondo cenere e cercando dentro di me quelle parole che avrebbero dovuto dargli la forza di accettare quella realtà che c’era stata imposta.

Come si poteva curare il suo cuore spezzato se non sapevo curare nemmeno il mio?

«Vattene!», tuonò rude, spingendomi via e allontanandomi da lui con veemenza, non riuscendo nemmeno a guardarmi negli occhi e illuminato a malapena dal chiarore della luna.

Come potevo dargli torto?

Gli stavo imponendo una mia scelta, una mia decisione e adesso cosa pretendevo? Che si voltasse con un sorriso a trentadue denti e mi saltellasse intorno?

« Sai anche tu che questa è la scelta più giusta da fare, Alan. Questo mondo non fa per noi ».

« Ti sbagli! », sussurrò a denti stretti, mettendosi a sedere e guardandomi con gli occhi arrossati, con la voglia di sbattermi addosso tutto ciò che sentiva dentro, quello che il suo cuore urlava in silenzio.

« Chi sei tu per stabilire che cos’è giusto o sbagliato? Sai quanto fossimo fuori posto, quanto ci sentissimo terribilmente sbagliati e tu, tu vuoi che ritorniamo in un mondo che non ci appartiene? »

Sapevo perfettamente a cosa si stesse riferendo.

Ricordavo quanto ci sentissimo terribilmente sbagliati, quanto non trovassimo mai un senso a quello che per gli altri era così maledettamente normale. A noi quella normalità faceva paura.

Di questo mondo ne avevamo fatto la nostra casa, il nostro scrigno e ora che il nostro viaggio si era concluso sapevamo entrambi in quale lato della moneta volevamo stare, per una volta però non avrei dovuto pensare solo a me stessa.

Per una volta avrei fatto la cosa giusta.

« Resta »

« Cosa? »

Gli sorrisi lievemente, sfiorando il suo volto liscio e da bambino. Alan meritava di scegliere, anche se quella decisione ci avrebbe costretto ad un addio.

« Resta qui. Alan non sei più un bambino e anche tu hai diritto di scegliere! Da quando siamo arrivati ti vedo diverso, con una strana luce negli occhi che mi fa rimanere senza fiato. Hai diritto di fare le tue scelte, come io le mie. »

Lo guardai con gli occhi colmi di lacrime e lo strinsi al mio petto come faceva da piccoli la mamma, iniziando a piangere come se fossimo ancora quei bambini che non facevano altro che litigare.

« Quindi questo è un addio? »

« No. Due persone che si amano non potranno mai lasciarsi davvero. Tu resterai sempre qui dentro, nel mio cuore »

Presto anche noi ci saremmo separati, senza sapere se le nostre strade si sarebbero mai più rincontrate.

 

*

 

«Terra!!»

Delle urla assordanti mi svegliarono di soprassalto nel cuor della notte, facendomi arrivare il cuore in gola.

Sembrava giunta la fine del mondo e mi sembrò come se un uragano stesse spazzando via la nave a giudicare dai rumori assordanti che provenivano da sopra le nostre teste e che parevano dividermi i timpani a metà.

Sembrava che fossimo inseguiti dal diavolo in persona.

Aprii gli occhi di scatto, cercando di capire che cosa stesse succedendo e non impiegai due volte a ricollegare la parola ‘’terra’’ alla nostra destinazione, sporgendomi di soppiatto al piccolo oblò, dove fui travolta da un intensa folata di vento che solleticò le mie gote accaldate e scompigliò i miei capelli biondo cenere, ammirando estasiata la Perla che si avvicinava velocemente all’orizzonte, dove si proiettava l’immagine di un piccolo sputo di terra.

Quelle erano le famose Isole Vergini, meta del tanto bramato Tesoro di Francisco che permetteva di acquisire l’assoluto controllo dei venti e del flusso del mare.

Quella sarebbe stata l’ultima tappa del mio viaggio, prima che la luna mi risucchiasse via da questo mondo e mi riportasse alla mia realtà, non lasciando di me solo che un vago ricordo.

Non sarebbe rimasta la minima traccia del mio passaggio, sarei scomparsa allo stesso modo in cui ero arrivata ma una parte di me sarebbe rimasta legata a quest’universo, per sempre.

« Che cosa succede, Chanel? », chiese mio fratello sollevandosi di scatto, con gli occhi ancora chiusi e la bocca ancora impastata dal sonno.

« Siamo arrivati », tagliai corto e uscii dalla porta per recarmi sul ponte, seguita a ruota da mio fratello che prese vita una volta collegato il senso delle mie parole.

Il ponte era in baldoria.

I pirati vagavano avanti ed indietro, preparando le scialuppe che ci avrebbero portati sulla terra ferma mentre il resto della ciurma era attaccata al parapetto, con lo sguardo puntato su quell’isola che sembrava ormai sulla punta delle nostre dita, talmente tanta era la voglia di aver tra le mani i gingilli di quel ricco bottino.

Spostai lo sguardo e fu lì che lo vidi.

Jack era al timone, con lo sguardo perso all’orizzonte e una strana luce negli occhi che illuminava quel viso interamente bruciato dalla luce del sole.

Un sorriso soddisfatto faceva capolino sul suo volto, nascosto tra la folte barba scura che si spense quando i suoi occhi incrociarono i miei, devastati da chissà quali pensieri che attraversarono la sua mente.

Mi pietrificai all’istante e giurai di che il mio cuore avesse cessato di battere per un tempo che mi sembrò interminabile.

Come poteva farmi gelare il sangue solo con uno sguardo?

«Chanel!», io e mio fratello ci voltammo verso quella voce e un Elizabeth tutta trafelata ci si piombò addosso « stiamo attraccando! ».

Quando posai i piedi per terra fu come rinascere.

Dopo tanto tempo in mare, la terra non sembrava che un oasi incantevole e quell’isola che dall’orizzonte sembrava così piccola da vicino pareva immensa.

La spiaggia bianca si prolungava di qualche metro sino ad una folte coltre di alberi altissimi da dove provenivano strani rumori di animali e striduli inquietanti che facevano eco da lontano.

Alan si strinse al mio braccio fino a ridurlo in cancrena e indietreggiai leggermente, sentendo un freddo glaciale addosso e la paura mi invase interamente, inchiodandomi i piedi al suolo e bloccandomi il fiato a metà. In che cosa ci stavamo imbattendo?

« Ho paura », bisbigliò mio fratello dando luce ai miei pensieri e di tutta la ciurma che teneva la nostra stessa espressione stralunata e che come noi era rimasta con il fiato sospeso.

Dietro di me sentii una strana presenza, qualcosa alle mie spalle che si stava avvicinando rumorosamente e velocemente e all’improvviso qualcosa di freddo mi sfiorò la spalla, facendo sussultare di botto e indietreggiare di qualche metro, mentre Alan urlò così forte da far voltare verso di noi l’intero equipaggio della Perla Nera.

« Scusatemi Chanel, non avevo intenzione di spaventarvi », proferì mastro Gibbs arrossendo lievemente e soffocando un risolino divertito « volevamo solamente sapere la direzione da intraprendere adesso, miss».

Lo guardai in cagnesco, maledicendolo in tre lingue diverse per poi fare un bel respiro, cercando di rimembrare la mappa nella mia mente e ricordare le sue vie. Dopo mesi non è che la ricordassi così bene, soprattutto dopo che il mio stomaco l’aveva digerita.

« beh io …»

« il tesoro si trova vicino una roccia a forma di teschio! Proprio al centro dell’isola », tagliò corto Alan, proferendo un ‘’che c’è’’ quando lo guardai stralunata. Come poteva ancora ricordarsi?

« un teschio? », chiese ingenuamente il mastro dalla barba bianca, storcendo le labbra e riflettendoci su ancora qualche minuto « allora dovrebbe essere facile trovarlo», assentì dopo che iniziò a guardarsi intorno alla ricerca di qualcosa, o meglio , qualcuno.

« Capitano, dovreste usare la vostra bussola per precauzione», urlò richiamando l’attenzione del capitano della Perla Nera che aveva appena messo i piedi per terra e ci stava venendo incontro con la sua camminata ciondolante.

Abbassai lo sguardo e quando lo rialzai lo vidi prendere goffamente l’aggeggio di pelle scura e aprirlo di scatto, facendo una smorfia subito dopo e ghignando a denti stretti per l’esasperazione « Un’altra volta no!».

« Non credo servirà a molto quella bussola », sentenziò Will andandogli vicino e sbirciando sulla bussola che Jack ritirò con prontezza, guardandolo in cagnesco, mentre l’uomo mi rifilò uno sguardo di chi la sapeva lunga.

Capii immediatamente a cosa stesse alludendo: Era ancora convinto che fossi la cosa che più Jack bramava a questo mondo?

Jack si grattò la testa, aprendo la bocca per poi richiuderla poco dopo e alzando l’indice in alto come a volersi giustificare ma lo anticipai, prendendo la palla al balzo e tacendolo all’istante.

« No Will. Quello che brama Jack è solo se stesso», tagliai corto iniziando ad incamminarmi verso quella fitta foresta che adesso non mi faceva più così tanta paura.

 

 

**

 

 

Camminavamo da ore e ore, senza sosta e con la flebile luce del sole che dava spazio all’oscurità della notte che sembrava incombere su di noi, non lasciandoci alcuno scampo alle insidie della foresta che ci attorniava.

Ogni minima possibilità di ritrovare quel dannatissimo tesoro sembrava scemarsi del tutto e ci sentivamo fin troppo stanchi per continuare a camminare e ad avventurarci ulteriormente tra quei fitti arbusti, con solo delle torce ad illuminare il nostro triste cammino.

Quei macabri rumori sembravano più vividi che mai e avevo anche la bruttissima sensazione che qualcuno ci stesse seguendo e a quanto pare non ero la sola, dato che William si guardava attorno con la mia medesima espressione sul viso.

« Ma quanto ancora dovremo camminare? Non ce la faccio più », si lagnò Alan buttandosi per terra sfinito « sono ore che marciamo! E’ possibile che non riusciamo a trovare quel dannatissimo teschio? ».

Buttai gli occhi al cielo esasperata ma in fin dei conti mio fratello non aveva poi tutti i torti e continuare a camminare alla cieca si sarebbe mostrata solo un inutile follia.

Solo allora mi accorsi che qualcosa stava cambiando.

Il cielo si stava incupendo e la luna rossa stava calando sopra le nostre teste, orientandosi dall’altra parte dell’isola, sulla vetta più alta della montagna di cui eravamo ai piedi.

Che cosa stava succedendo?

« Guardate! », proferii allarmata, richiamando l’attenzione dell’intera ciurma che si voltò verso di me, spostando lo sguardo nella direzione indicata dal mio dito, per poi ansimare in un anime, striduli di puro terrore.

« Oh Ca.vo.lo! », scandì Alan, sillabando quelle parole come un singhiozzo « che cosa sta succedendo alla luna? ».

La sua domanda diede voce ai miei pensieri e capii che era giunta la fine dell’inizio.

Come se non bastasse, improvvisamente, s’innalzò un forte vento che iniziò a scuotere le cime dei grandi arbusti e a sradicane qualcuno che cominciò a volare come se avesse messo le ali e il cielo s’incupì di nuvoloni neri e scuri che provocarono una fitta pioggia, seguita da fulmini e saette che parevano dividere il cielo a metà, illuminando i nostri volti con il loro folgore.

In quel momento il medaglione che avevo al collo iniziò a brillare di luce propria e fui abbagliata da un’intensa luce che mi costrinse a chiudere gli occhi e a coprirmi il viso con entrambe le mani.

… Improvvisamente tutto cambiò …

La pioggia smise di battere violentemente sul mio viso e anche il vento sembrava cessato. Attorno a me non sentii più nulla, nemmeno le voci dei miei compagni in sottofondo. Che cosa stava succedendo?

« Chanel », una voce che conoscevo fin troppo bene invocò il mio nome e mi voltai immediatamente, ritrovandomi davanti agli occhi la figura di Eva Bens, coperta solamente da una misera mantellina nera che metteva in risalto la carnagione troppo pallida e cerea.

« Eva? », sussurrai strofinandomi gli occhi incredula, non credendo a ciò che avevo davanti a me.

Com’era possibile?

Fino ad un attimo prima mi trovavo insieme alla ciurma della Perla Nera mentre adesso ero sola con Eva Bens, o meglio, mia nonna.

« Dove sono finita? Che ci fai tu qui? »

Si aggrappò al bastone che teneva saldamente con la mano e si avvicinò a me, sfiorandomi il viso quando mi si parò davanti, accarezzandomi delicatamente le gote accaldate, ricalcando i lineamenti del mio viso così simile al suo.

Le sue mani erano fredde come il ghiaccio e il suo volto non sembrava trasparire alcuna emozione. Come poteva questa donna essere la mia adorata nonna?

« Chanel, è giunta l’ora! La luna rossa sta svanendo e con lei il portale tra i mondi. Devi far presto! Dirigiti velocemente sulla vetta della montagna e senza guardarti indietro compi il sacrificio. Il tuo ultimo compito è quello di ripristinare l’equilibrio dell’universo ».

Mi sentii morire quando udii il suono di quelle parole che mi uccisero una seconda volta.

Non potevo credere che stesse succedendo davvero, non adesso.

Non ero pronta a dir addio a tutto quello che avevo costruito con la sola forza della mia schiena, non ero preparata a dover addio alla mia vita,a Jack!

«Io … non posso! Ho promesso a Jack che lo avrei aiutato a ritrovare il tesoro di Francisco e poi … »

« E un abominio!! », strillò a gran voce dandomi un sonoro schiaffo in pieno volto.

La guardai sconvolta, portandomi entrambi le mani sul viso, avvicinandosi a me a denti stretti « non c’è più tempo! Se non ti sbrighi a richiudere il portale non ci sarà più alcun mondo da salvare. Fra poco tutto questo verrà risucchiato dalla luna e tutto ciò che abbiamo fatto sarà vano!Devi usare il medaglione per richiudere il portale e fai presto Chanel, potrebbe già essere troppo tardi».

Il mondo risucchiato dalla luna?

In quel momento capii che la luna non era solo un portale tra i mondi ma una bomba ad orologeria pronta ad esplodere da un momento all’altro.

« Ora va! E salva te stessa, salva il mondo ».

La vista mi si annebbiò e capii che mi toccava esser forte di nuovo.

Sulle mie spalle gravava nuovamente qualcosa di molto più grande di me. Il mondo si trovava di nuovo sul palmo della mia mano.

In un attimo fui travolta dalla stessa luce di prima e non avvertii più la terra sotto i piedi.

Chiusi gli occhi, coprendomi la faccia con le mani e in un attimo fui travolta dal frastuono della fine del mondo.

Fulmini e saette dividevano il cielo a metà e nel cielo si formò un vortice che presto ci avrebbe risucchiati tutti. Non avevamo più scampo.

« … Chanel … », aprii gli occhi, ritrovandomi davanti la figura scomposta di William che mi teneva saldamente per le spalle, strattonandomi violentemente e cercando di riportarmi con i piedi per terra. Ripresi coscienza di me, guardandolo perplessa senza capire bene che cosa fosse successo.

« ti sei ripresa. Sembravi entrata in una specie di trance e … »

Guardai in cielo, in direzione della luna che si stava dirigendo lentamente verso la vetta più alta della montagna. Non c’era più tempo!

« Dobbiamo sbrigarci! Lasciate perdere quel dannato tesoro. Fra poco la luna finirà per risucchiarci se non chiuderò il portale ».

Will aggrottò la fronte e sbiancò improvvisamente per poi sbarrare gli occhi di botto quando ricollegò il senso delle mie parole.

« Chanel, che cosa stai dicendo? », chiese Liz avanzando di botto e guardandomi allarmata, con i suoi enormi occhi scuri che sembrarono velarsi di lacrime.

Contraccambiai lo sguardo e la guardai esasperata, annuendo con la testa. Non c’era più tempo, diamine!

« Bens! Eva Bens mi è apparsa in sogno, ordinandomi di chiudere il portale, altrimenti la luna risucchierà questo mondo e noi verremo spazzati via. Dobbiamo sbrigarci, forza!».

Avanzai di botto con la consapevolezza che quegli attimi sarebbero stati gli ultimi. Il mondo doveva essere salvato e io mi sarei sacrificata per salvare coloro che amavo più di me stessa. Questo sarebbe stato il mio ultimo atto d’amore.

« Ferma dolcezza!», sussurrò Jack piazzandosi davanti a noi e sbarrandoci la strada, puntandomi il dito contro.

Diamine Jack!

« Avevamo un accordo io e te se ben ricordo di ricordare ». Come poteva pensare a quel dannato accordo in un momento come questo?

« S’impicchi l’accordo, Jack! », sbuffai esasperata, spintonandolo e continuando a camminare finché non mi bloccò per un braccio, costringendomi a guardarlo fisso negli occhi

« Avevi promesso!»

« Jack se non mi lasci non ci sarà più alcun mondo da salvare, ergo , non esisterà più nemmeno il tuo dannatissimo tesoro », ringhiai a denti stretti sul suo viso, così vicino al mio da poter perfettamente sentire il suo respiro sul mio volto.

Storse il muso e s’irrigidì di botto « allora va!Non ho bisogno del tuo aiuto. Ritroverò io stesso il tesoro e tu ritornerai da me supplicando perdono per il tuo alto tradimento!»

In quel momento lo guardai con uno sguardo colmo d’odio. Non aveva ancora capito che non avrei fatto ritorno?

« Sei solo un …»

« … pirata … », proferì lui ghignando a denti stretti e lasciando la presa sul mio braccio.

Continuai a camminare ma non prima di voltarmi l’ultima volta verso l’uomo che avevo creduto di amare più della mia stessa vita.

« Addio, Capitan Jack Sparrow », sussurrai prima di scomparire tra la fitta vegetazione, seguita da tutto l’equipaggio della Perla Nera e lasciandolo lì, con la consapevolezza che quello sarebbe stato il nostro ultimo addio.

 

Pov Jack

Rimasi solo in quello sputo di terra, in compagnia di qualche bestiolina che avrebbe voluto tanto avermi tra le sue piccole, Grosse, ENORMI fauci.

Chanel era fuggita via, correndo a perdifiato verso la vetta di quella montagna, seguita a ruota da quegli insulsi mozzi che avevano preferito lei al loro capitano.

Avrebbero lavato il ponte della Perla finché non mi ci sarei potuto specchiare e poi li avrei dato in pasto ai pescecani per il loro alto tradimento.

Lei non aveva rispettato l’accordo e ora non mi restava che ritrovare il tesoro solo soletto, disperso in chissà quale punto dell’isola.

Increspai le labbra, guardandomi intorno confuso e non sapendo cosa fare presi la bussola dalla tasca dei miei pantaloni, l’aprii di scatto e …

« Codardo!», la stessa parola ripetuta due volte in un giorno. Che premio avevo vinto?

Mi voltai di scatto, ringhiando verso colei che aveva osato darmi del codardo, di nuovo.

Era diventata una moda, ma chi poteva dare del codardo al grande e stupendevole Capitano della meravigliosa Perla Nera?

Davanti a me Elizabeth mi guardava con il suo sguardo di rimprovero, con l’indice aizzatomi contro e una strana luce negli occhi, la stessa che aveva assunto prima di … lasciarmi in pasto al Kraken … oh mannaggia!

Indietreggiai di botto, alzando le mani in segno di resa. Un altro mollusco no, ti prego!!

« Codardo!», ripeté quando fu ad un passo da me e ghignai a denti stretti.

« Ebbene cara, io non vedo alcun codardo tra noi. Ci siamo solo tu, io e forse qualche animaletto batuffoloso che vorrebbe tanto mangiarci … ma no! Non vedo codardi qui in giro, proprio no! ».

« Jack, smettila con i tuoi stupidi giochetti! Come puoi lasciarla andare così? Come puoi solo pensare a quello stupido tesoro dopo che la donna che ami sta per lasciarci, forse per sempre e tu … tu non provi nemmeno a fermarla! Il mondo è in pericolo e per una volta, una volta sola, fa la cosa giusta. Sappi che te ne pentirai per il resto della vita se non corri da lei, adesso! ».

 

Pov Chanel

 

Stavamo giungendo al luogo in cui la mia vita sarebbe cambiata per sempre, stravolta dalle circostanze, in cui una piccola decisione avrebbe mutato il mio destino, catapultandomi in una realtà senza ritorno.

La luna era così vicina alla vetta di quella grande montagna ,dandomi la sensazione di poterla toccare con un dito, così grande e maestosa da non lasciarmi nemmeno più il fiato per respirare.

Come potevo averne?

Attendevo questo momento dall’inizio di questa avventura mentre adesso ero terrorizzata all’idea di compiere la scelta sbagliata, quella sbagliata per me.

Non ero mai stata brava a dire addio.

Non riuscivo a trovare dentro di me quella forza di tagliare i ponti e buttarmi a capofitto in quella decisione che il destino mi aveva imposto.

Chi volevo essere?

La principessa da salvare o la piratessa in grado di salvarsi da sola?

Avevo un compito da portare a termine. Dovevo chiudere il portale e ad ogni minuto che ci avvicinavamo alla luna, la tempesta diveniva più intensa e sembrava catapultarci sempre più al centro del grande vortice che si stava formando sopra le nostre teste.

Mi fermai quando giunsi al pedice del dirupo e volsi lo sguardo verso il vuoto che non mi faceva così tanta paura, non quanto lei …

La luna rossa si beffava di me dall’alto del cielo terso e cupo, svanendo a poco a poco come ogni mia più piccola speranza.

Tenevo saldamente le mani ancorate al medaglione e ricercai dentro di me quella forza per stabile un contatto con la realtà.

Non avevo più tempo per decidere da quale parte stare.

Il mio animo si stava dilaniando a metà.

Avevo dato a Jack l’opportunità di gestire le mie emozioni e ogni singolo battito del mio cuore e adesso che la fine del mondo era vicina il mio unico pensiero era rivolto al bel capitano della Perla Nera.

Come aveva potuto farmi questo? Mi aveva usata per arrivare al suo scopo e io come una stupida lo avevo lasciato fare, senza nemmeno rendermene conto.

Se gli fosse importato di me non mi avrebbe lasciata andare …

« Chanel! »

Mi voltai verso mio fratello che cercava con tutte le sue forze di combattere contro la tempesta e gli eventi che lo stavano trascinando via da me.

Mi allungai verso di lui, cercando di afferrare la sua mano e la strinsi forte, con tutte le forze che avevo in corpo.

« Non andare », sussurrò con la voce rotta, non riuscendo più a trattenere quelle lacrime che spuntarono dai suoi occhi chiari e che spuntarono anche dei miei come una reazione a catena.

Mi sentii male ma non demorsi, avvicinandomi a lui e stringendolo al mio petto, cercando di imprimere nella mia mente il suo dolcissimo profumo, quella dolcissima fragranza che probabilmente i miei polmoni non avrebbero mai più respirato.

« Lo sai che non posso restare , Alan. I pezzi devono ritornare al proprio posto e finché io rimarrò qui non tutti i tasselli si incastreranno perfettamente. Sappi solo che sarai per sempre una parte di me », sussurrai accarezzando il suo viso e lasciandogli un flebile bacio sulla fronte.

Con il cuore a pezzi mi voltai, lasciando il nostro abbraccio ma purtroppo il tempo stava per scadere e non mi rimaneva che qualche minuto da spendere prima che lasciassi definitivamente questi luoghi che avevo considerato per qualche tempo come la mia casa.

Era davvero questo ciò che volevo?

Era davvero questo che il mio cuore urlava a gran voce? Me ne stavo andando senza aver chiuso i conti con il destino, senza aver detto addio a tutte le persone che mi avevano accompagnata in questo folle viaggio, senza dir addio alla persona che avevo amato e odiato più di me stessa.

Ormai era tardi per aver rimpianti e nonostante mi tremassero le ginocchia avanzai verso il dirupo, sperando di sparire prima di cadere e sfracellarmi al suolo.

La tempesta era diventata ormai una tormenta, il vento non ci permetteva di tenere i piedi ancorati al suolo e la pioggia batteva sulle nostre teste in maniera inesorabile.

Presi il medaglione e lo innalzai al cielo, chiudendo gli occhi e sospirando rumorosamente, sentendomi più leggera anche se il macigno che avevo sul cuore sarebbe rimasto per sempre, aggrappandomi inesorabilmente ad una realtà diventata indelebile.

« Luna rossa, chiudi il portale che mi lega a questo mon … »

« NO!! »

Mi voltai verso quella voce, quel suono soave che mi parse quasi celestiale, vedendo il Capitano della Perla Nera correre a perdifiato su un maestoso cavallo bianco, seguito da Elizabeth, aggrappata fermamente a lui.

« Ferma! Non bene, non bene », sbiascicò, scendendo da quel valoroso destriero e venendomi incontro, muovendo le mani come un folle.

Lo guardai interdetta, con il cuore in fibrillazione e una marea di sentimenti contrastanti ad invadermi interamente.

Non potevo credere di aver davanti agli occhi proprio lui, non potevo credere che fosse arrivato, lasciandosi alle spalle tutto l’orgoglio che aveva in corpo e soprattutto che avesse scelto me a quel dannatissimo tesoro.

Si avvicinò a me, cauto , come se volesse accertarsi dei miei sentimenti e mi posò le mani sulle spalle, guardandosi attentamente con quegli occhi scuri che mi fecero fermare il cuore.

La tormenta, la luna e la fine del mondo passarono in secondo piano.

« Resta », sbiascicò tutto d’un fiato, sospirando rumorosamente e fulminandomi con il suo sguardo che mi inchiodò i piedi al suolo.

Lo guardai, con degli occhi carichi di emozione ma con il cuore pesante per tutto ciò che era successo.

Avrei voluto buttargli le braccia al collo ma qualcosa mi fermava.

« Perché? Dammi solo un valido motivo … »

« Perché ti amo », impallidii di botto, indietreggiando lievemente e con un espressione disorientata sul volto.

Come potevo ancora credere alle parole che fuoriuscivano dalla sua bocca.

Come potevo ancora credere alle sue bugie?

Non ero solo che una pedina nelle mani di un calcolatore e lui sapeva muovermi a suo piacimento.

Smossi la testa e iniziai a piangere, piangere come una bambina. Non potevo, non riuscivo a credere a quelle parole.

« E pensi che dopo tutto quel che è successo ti possa ancora credere? »

« certo che lo penso! », scattò con un sorriso sornione a dipingergli il volto. « perché mi ami anche tu », sgranai gli occhi e scoppiai a ridere di gusto.

Amarlo?

L’amore era ben altro e io non avrei voluto altro che urlargli tutto il male che mi aveva fatto, tutte le volte che il cuore si era spezzato a causa sua.

Mi aveva usata ed io che gli avevo donato me stessa nella speranza di essere ricambiata, nell’ illusione che provasse la metà di ciò che provavo io.

Per una volta, una sola, anch’io volevo essere felice.

Lui era Jack Sparrow, Capitano della Perla Nera, nera come la sua anima e nessuno avrebbe potuto cambiarlo, nemmeno l’amore.

Aprii la bocca per ribattere ma mi fermò con un flebile gesto, posando l’indice sulle mie labbra, zittendomi.

« Stammi a sentire! Credo e dico credo di aver un po’ esagerato. Quella volta sul ponte non hai lasciato che mi spiegassi, tesoro. E’ vero, all’inizio era tutto un gioco e quel folle piano sarebbe andato in porto se non fossi caduto nella mia stessa trappola, finendo poi , per innamorarmi di te. Mi spiace non averlo detto prima ma sì! Mi sono innamorato, piratessa ».

Rimasi spiazzata da quelle parole e tutto per la prima sembrò avere un senso. Lo guardai senza fiato, senza riuscire a proferire minima parola.

Il capitano della Perla Nera aveva professato d’amarmi e io come un’allocca non riuscivo nemmeno a muovere un muscolo.

Come avevo potuto fraintendere tutto?

Dovevo credere a quelle parole?

Spostai lo sguardo verso Liz che sorrise lievemente, annuendo con la testa e incitandomi con la mano a darmi una smossa.

Jack si avvicinò più a me, scostandomi i capelli dal viso e guardandomi con i suoi occhioni profondi. Respirai profondamente, ricambiando quello sguardo innamorato

« Jack, amare significa non dover mai dire ‘’ mi dispiace ‘’ e a me dispiace il fatto di essere così totalmente, completamente innamorata di te. ».

Lui sorrise,scoprendo uno dei suoi denti d’oro e accarezzò le mie labbra con il pollice, finchè non si chinò sul mio viso, unendo le nostre labbra in un eterno bacio.

Noi due eravamo la fonte del nostro universo. Lui amava me e io lui.

Il resto del mondo ci faceva da sfondo.

‘’ Guardate!’’, urlò un uomo alle nostre spalle, richiamando l’attenzione di tutti e di noi, che di malavoglia, ci costrinse a voltarci immediatamente verso il cielo.

La luna ormai stava svanendo inesorabilmente e fra poco non ne sarebbe rimasta alcuna traccia.

Era giunta l’ora.

Mi iniziarono a tremare le gambe.

Dovevo andare ma sapevo che un giorno, prima o poi , ci saremmo rincontrati.

Le lacrime mi bagnarono il viso e mi voltai verso l’uomo più importante della mia vita. Per la prima volta in vita mia sapevo di fare la cosa giusta.

« Non dimenticarmi, Jack Sparrow ».

« Hai dimenticato un Capitano, mi pare », sussurrò mentre mi allontanavo da lui, ponendomi all’estremità del dirupo, sotto la luna, sotto quel portale che mi avrebbe portato via da loro, forse per sempre.

«Chanel, prendi!», mi voltai nuovamente, prendendo al volo un aggeggino di pelle scura: la bussola.

Lo guardai interdetta, stringendola forte al mio petto come se mi avvicinasse a lui. Non potevo credere che…

« Me lo renderai quando farai ritorno da me »

L’aprii di scatto, notando l’ago compiere un breve giro su sé stesso per poi ritornare indietro, puntando a nord, puntando a Jack!

Sorrisi e mimai delle parole che mi sarebbero rimaste impresse sul cuore, per sempre.

« I love you »

Quelle furono le ultime parole prima che un vortice di vento mi avvolgesse, prima che venissi risucchiata da un vortice di luce che mi portò via da quell’universo, forse per sempre.

Il vuoto non mi faceva più paura, il mondo diventava lontano e io stavo per far ritorno a casa.

Questo viaggio mi aveva dato tanto.

Mi aveva insegnato a vivere la vita come meritava di esser vissuta.

Tutto questo sarebbe rimasto impresso nel mio cuore sino alla fine dei miei giorni e lo avrei portato con me, lungo il bagaglio della vita.

Avevo ripristinato l’equilibrio fra i mondi e adesso stavo facendo ritorno alla mia casa, dalla mia famiglia, nel mio mondo.

 

 

 

Dicevo addio a quest’universo, al mio amore verso la pirateria

All’amore verso Jack.

Sapevo però, che questo non sarebbe stato un addio

Ma un arrivederci.

 

FINE

 

 

Epilogo

 

In una grotta, poco lontano dal mondo , due persone erano in lutto per la morte dell’amato figlio.

Un colpo sordo fece rimbalzare l’uomo vestito interamente di nero, mentre guardava la donna dinnanzi a lui infierire con foga, colta dal dolore e dalla disperazione.

«vendicherò coloro che l’hanno ucciso! Ti vendicherò James, caro figlio mio», proferì con tono solenne, innalzando le mani verso il cielo e guardando in alto con i suoi occhi infuocati.

«si madre. Vendicheremo la sua fine e proseguiremo il suo scopo»

La donna si avvicinò al suo secondogenito, accarezzandogli il viso pallido e putrefatto, per poi tirargli i capelli con foga e sbattendo il suo viso sul tavolo di legno

«certo figlio! Coloro che ci hanno fatto questo non avranno pace. Noi diventeremo i padroni assoluti dell’universo. Abbi pazienza e tuo fratello sarà vendicato»

 

 

 

 

Ebbene Salve!!

Al dir la verità avrei così tante cose da dire che non so nemmeno io da dove iniziare!

Questa è stata la mia prima storia e dopo tre anni finalmente l’ho portata a termine. Mi sento, come dire, strana!

E’ iniziato tutto per gioco per poi diventare la mia vita, la mia quotidianità e un modo per mettermi in gioco con me stessa. Devo dire che scrivere è diventata la mia vita e sono felice di avervi regalato qualche sorriso ogni tanto, oppure un po’ di nervosismo per via della mia lentezza nel pubblicare! ^-^

Ringrazio tutti coloro che mi hanno accompagnato in questo viaggio e prima o poi la luna rossa ritornerà con un nuovo capitolo. Per i nostri eroi non è ancora finita e Chanel avrà nuovi gatti da pelare, tra cui un nuovo personaggio che le darà del filo da torcere, o meglio, ne darà al nostro buon vecchio Capitano! ;)

Qualche idea già c’è ma credo che dovremo aspettare un po’ prima di leggere qualcosa … prima ho altre storie in sospeso, tante idee da sviluppare e nuovi mondi da creare!

Quindi grazie ragazzi, senza di voi non sarei stata niente! Con questo vi saluto e spero di ritrovarci presto!

Yo oh beviamoci su!Dritti alla metà e conquista la preda.

Aishia

  
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