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Autore: MarcelineRoger    09/11/2015    1 recensioni
"Mancavano pochi nomi ormai e dopo «Spinnet».. «Spitha»..«Tarril»..«Terenz»…«Wilson» fu il turno dei gemelli.
«Weasley Fred!» il ragazzino si sedette sullo sgabello e pochi istanti dopo venne smistato:
«GRIFONDORO!» il cappello gli fu tolto dagli occhi e corse al suo tavolo senza voltarsi indietro, subito seguito dal fratello gemello smistato nella stessa casa. Polaris sospirò ed alzò le spalle. Aveva già perso due amici."
Ho adorato dalla prima all'ultima pagina del capolavoro della Rowling. L'unico problema è che ogni personaggio che ho adorato ha fatto una brutta fine. Ho quindi deciso di creare questa storia. Aggiungendo un solo personaggio, Polaris, per far prendere una piega diversa alle vite dei personaggi sullo sfondo. Come tutto può cambiare con una sola vita in più.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Fred Weasley, George Weasley, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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ATTENZIONE: Questo è il secondo capitolo pubblicato oggi, quindi se non avete letto “31 Ottobre 1989” dovete tornare al capitolo precedente.
MarcelineRoger
 
 
15 Novembre 1989
 
Sembrava che se ne fosse dimenticato. Il professor Snape vagava per i corridoi silenziosamente ma non accennava a volerli punire. George e Lee erano stati obbligati a pulire la stanza dei trofei alla babbana, ma Polaris e Fred non avevano ancora ricevuto la loro punizione. Era a questo che stava pensando Polaris quella mattina a colazione, inforchettando più e più volte il suo bacon.  Vega le sorrise e le toccò una spalla.
«Agitata?» la ragazzina sbuffò e accoltellò per l’ultima volta il bacon.
«Sono passate due settimane, non può essersene dimenticato.» Vega alzò un sopracciglio
«Non sarebbe un bene scusa? Dai prendi esempio dai gemelli! Hanno già ricominciato con i loro scherzi.» Polaris sbuffò e scosse la testa.
«Non è tipico di mio padre. Le punizioni arrivano e sono pure terribili a volte.» Vega rise di gusto e la piccola Snape la fulminò con lo sguardo.
«Salazar, Polaris, che cosa può farti fare?»
«Beh, a casa mi lasciava fuori dal laboratorio per settimane.» l’amica sorrise.
«E questa sarebbe una terribile punizione? Dai Laris, sii realistica. Vi farà pulire dei calderoni incrostati senza magia o cose del genere, mica vi manderà nella Foresta Proibita.» in quell’istante due gufi entrarono dalla finestra e tutte le teste della Sala Grande li guardarono sorpresi, la posta era già arrivata. I due gufi si divisero e volarono verso i due tavoli ai due capi della Sala. Uno dei due si posò davanti a Polaris e poggiò la lettera nel piatto vuoto i fronte a lei. La ragazzina prese la lettera e l’aprì.
 
“Alla gentile attenzione di Polaris Snape
Questa sera alle ore 20.00 dovrà recarsi all’ingresso del castello,
dove il custode Argus Gazza la accompagnerà nella Foresta Proibita
dove svolgerà la sua punizione.
Severus Snape”
Polaris si lasciò cadere sullo schienale e tese la lettera all’amica.
«Dicevi?» alzò gli occhi ed incontrò quelli incuriositi di Fred. Ne era certa, quel ragazzo l’avrebbe fatta ammazzare.
 
Quella sera alle 20.00 precise Polaris era in attesa davanti all’ingresso. Con Argus Gazza al fianco attendeva Fred in silenzio. Grifondoro, sempre in ritardo. Dovettero aspettare una decina di minuti prima che il rosso apparisse in cima alle scale. Gazza lo guardò quasi con odio.
«Muoviti teppista, la vostra punizione vi attende.» Polaris affiancò l’uomo e lo osservò accendere una lanterna per poi aprire le porte.
«Lei sa quale sarà la nostra punizione?» Gazza la guardò schifato e voltò il capo verso la foresta.
«Sarà Hagrid a guidarvi nella vostra punizione, e non sarà abbastanza a parer mio. Tengo ancore le mie catene per voi sudici ragazzini, irrispettosi per il lavoro altrui. Fango, sporco, acqua, caccabombe! Non ci sarà mai punizione abbastanza grande» Polaris lo guardò stralunata e si voltò verso Fred che ruotò il dito all’altezza della tempia sorridendo.
«Quello è pazzo» sussurrò. Gazza sospirò, i piccoli occhi sognanti.
«Quanto mi mancano le urla strazianti dei ragazzi appesi per i polsi! A quei tempi si che c’era disciplina in questa scuola.» Calò il silenzio tra loro fino a quando raggiunsero la capanna del guardiacaccia che li aspettava seduto sui gradini.
«Grazie per averli accompagnati Argus, ora ci penso io a loro.» il custode borbottò qualcosa e si voltò camminando lentamente verso il castello.
«Ben arrivati ragazzi, anche se non credo sarà una cosa piacevole. » Polaris alzò la testa per guardare negli occhi il mezzo gigante.
«Che cosa dobbiamo fare? Prima che ne andiamo meglio è» Hagrid alzò le spalle e si alzò.
«Sapete che cos’è l’Agrimonia?»
«Si»
«No»
Fred e Polaris si guardarono e la bambina alzò gli occhi al cielo.
«è una pianta che si usa per delle pozioni anestetiche molto forti. Si deve cogliere il luna calante altrimenti perde tutti i suoi effetti.» Fred le fece una linguaccia.
«Secchiona.»Hagrid prese Fred per il mantello e lo spostò.
«Esatto. Il professor Snape l’ha finita nella sua scorta. A noi il compito di trovarla.» Fred rabbrividì e Polaris scosse il capo.
«Ma è pericoloso potrebbe capitare di tutto.» il guardiacaccia la guardò, sembrava sorridere.
«Tuo padre ha detto che te la saresti cavata, e di preoccuparsi per lui.» disse indicando Fred. Polaris scosse la testa e chiuse gli occhi. Aveva paura ma non poteva perdere il controllo. Fred rise.
«Paura, Snape?» la bambina sorrise. La Magia l’aveva calmata, era al sicuro.
«Tu dovresti averne, Weasley.» Fred sorrise, aveva un poco paura ma non poteva essere più debole di una Serpeverde.
«Bene ragazzi state vicino a me, si va.» i due bambini strinsero le bacchette nelle tasche e seguirono il mezzo gigante tra le ombre.
 
Avevano camminato per diversi minuti nel buio della foresta, seguendo il sentiero. Vi era silenzio ed i ragazzi si strinsero nei mantelli. Un gufo gridò appena sopra di loro e Polaris sobbalzò, si voltò verso il compagno ma Fred ebbe la decenze di sorriderle soltanto. Hagrid li guidò verso il centro della foresta per poi fermarsi.
«Bene, qui ci dividiamo.» i due ragazzi spalancarono gli occhi.
«Cosa? Ma è pericoloso!» Polaris rise.
«Cuor di Leone, eh Weasley?» Fred sbuffò.
«Ma vuole farci dividere!» Polaris sorrise e si passò una mano tra i capelli sciolti.
« Si, ma se mio padre ha deciso questa punizione per noi non è sicuramente mortale.»  Fred spalancò gli occhi.
«Tuo padre è pazzo!» Hagrid grugnì.
«Ragazzi, ascoltatemi. Voi andrete da questa parte, porterete con voi Thor. Non uscite dal sentiero,  se vi trovate in pericolo sprizzate delle scintille rosse. Mi avete capito?» i due ragazzi annuirono e tirarono fuori le bacchette per esercitarsi. Hagrid annuì
«Bene, buona fortuna ragazzi.» i due deglutirono e si voltarono, seguendo il sentiero.
 
Stavano camminando da tempo quando Fred sbuffò.
«Non troveremo mai quelle piante rimanendo sul sentiero.» Polaris alzò gli occhi al cielo.
«i Sentieri sono i percorsi battuti, non è detto che non troveremo nulla.» uno schioccò li fece voltare, la bacchetta in mano. Thor si era seduto su un ramoscello. Polaris sbuffò alzando gli occhi al cielo.
«Stupido cane.» il cane la guardò sbavando e Polaris scosse la testa, e quel coso avrebbe dovuto proteggerli? Fred sfiorò il braccio della Serpeverde indicando un punto nel folto, fuori dal sentiero.
A pochi centimetri da terra fluttuava un fuoco bluastro, bisbigliando.
«Un fuoco fatuo!» la ragazzina si avvicinò lentamente e tentò di prenderlo, ma quello sparì per comparire qualche metro più in là.
«Snape, non mi sembra una cosa saggia.» Polaris rise.
«Non sono pericolosi. Le leggende dicono che i fuochi fatui ti guidano verso il tuo destino.» si avvicinò ancora al fuoco fatuo che sparì ancora e riapparve più avanti.
«Io sapevo fossero le anime dei morti.» borbottò il ragazzo. Polaris lo sentì e si voltò a guardarlo.
«Che c’è Weasley, hai paura?» il rosso scosse la testa e spiccò una corsa per raggiungere una ragazzina. Si accorse con sorpresa che sotto i loro piedi si snodava uno stretto sentiero. Appena ebbe raggiunto la ragazzina una fila di fuochi fatui si snodò davanti a loro, sempre più verso l’ombra. Polaris sorrise e cominciò a seguirli correndo. Il Grifondoro la seguiva scuotendo la testa.
«Tu sei pazza. Seguire dei fuochi fatui.»la bambina si voltò continuando a camminare all’indietro.
«Potevi restare sul sentiero principale, non ti ho obbligato a seguirmi.» fece per girarsi ma mise un piede in fallo e sparì dalla vista di Fred. Il ragazzo corse dove aveva visto sparire la ragazzina. Era in cima ad una specie di buca che si chiudeva contro delle radici, Polaris era sul fondo, immobile. Il ragazzo sbiancò.
«Snape!» la ragazzina non gli rispose. Fred  si guardò intorno e scese nella buca incespicando. Appena arrivato accanto a Polaris si rese conto di trovarsi in quella che sembrava l’anticamera di una tana. Davanti a lui una buca sotto le radici di un albero, nera come la pece. Si avvicinò a Polaris e la scosse.
«Snape!Snape, per Godric, svegliati.» non ebbe risposta. Un basso ringhio fece gelare il sangue nelle vene al ragazzo. Si voltò verso la buca sotto le radici e vide due spilli rossi fissarlo.
«Snape, ti prego svegliati.» il ringhio aumentò di intensità e Fred impugnò la bacchetta. Scintille rosse corsero verso l’alto ed il ringhiò divenne furioso. Il rosso strinse il polso della ragazza.
«Polaris, ti prego.» gli occhi si stavano avvicinando lentamente, il ragazzino deglutì e si alzò tenendo la bacchetta tesa davanti a se, pronto a proteggere Polaris.  Con un balzo un enorme lupo nero , più grande di un cavallo fu davanti a lui. Il ragazzo tese la bacchetta ma si rese conto di non conoscere incantesimi che potessero aiutarlo. Si piegò a terra e preso un sasso lo lanciò con tutta la forza che aveva contro la bestia. Con suo grande orrore il sasso passò attraverso il lupo che, furioso, saltò verso il ragazzo atterrandolo accanto a Polaris. Ne era certo, stava per morire. In pochi istanti registrò il puzzo delle fauci aperte del mostro, i suoi occhi scarlatti, perfidi , puntati su di lui. Polaris gemette ed il lupo voltò la testa verso di lei. Sembrò esitare un attimo, poi morse Fred ad una spalla e balzò verso la Serpeverde. L’urlo di Fred fece riprendere del tutto la ragazzina che si alzò a sedere di scatto e strisciò verso il limitare della buca. Il lupo saltò verso di lei e la bambina chiuse gli occhi. Un’onda magica bianca come la neve colpì il lupo inondandolo di luce. Le bestia a contatto con la magia si dissolse con un ululato di dolore. Quando la magia si placò Polaris vide gli occhi cerchiati di Fred e si avvicinò a lui. Il ragazzino era sfinito, il respiro affannoso e la spalla sanguinante. Guardava la compagna stupito, la curiosità dipinta in faccia che quasi nascondeva il dolore.
«Come hai fatto?» chiese ansimando.
«Zitto stupido! Sei ferito.» Fred sogghignò e scosse la testa. Si sentiva sempre più debole.
«Credo morirò qui.» la ragazzina si morse il labbro.
«Non se io posso  fare qualcosa.» Polaris si avvicinò a lui e poggiò  le mani sulla spalla del compagno  e chiuse gli occhi. Una luce azzurrina coprì la spalla lesa del ragazzo ricostruendo ossa, muscoli e tendini. Il ragazzo piangeva per il dolore ma strinse i denti e non emise alcun suono. Quando la ferita fu chiusa la magia continuò a fluire verso il ragazzo che lentamente si sentì meglio. Polaris spostò le mani e le strinse in grembo.
«Ti prego, non dirlo a nessuno.» Fred fece per parlare ma la voce di Hagrid lo interruppe.
«Ragazzi! State bene?»  Polaris abbassò lo sguardo e Fred si grattò al testa.
«Si, siamo solo scivolati.» il mezzo gigante grugnì e li aiutò ad uscire.
«Ci avete fatto preoccupare, a me e Thor. forza, torniamo al castello.»
 
Superate le porte la bambina si voltò verso il Grifondoro.
«Devi farti vedere da qualcuno.» Fred alzò le spalle.
«Per cosa? La ferita è rimarginata. Per di più dovremmo spiegare tutto.» Polaris annuì e lo prese per un braccio trascinandolo verso i sotterranei.
«Snape, dove stiamo andando?» si fermarono davanti al quadro di un vecchio barbuto dove Polaris bussò.
«Snape, che cosa?» Il quadro si spostò rivelando un Severus Snape furioso.  Fred deglutì, non lo aveva mai visto così arrabbiato.
«Che cosa ci fate voi due in giro a quest’ora? Perché non siete nei vostri dormitori dopo la punizione?» poi il sui sguardo si posò sulle loro divise stracciate e sobbalzò.
«Che cosa è successo?» Polaris sospirò.
«Un casino, papà.»
 
 
N.d.A
 
Ecco qui il secondo capitolo di oggi. Polaris e Fred hanno avuto una bella avventura, ed ora che cosa dirà loro il terribile professor Snape?
 
Al prossimo capitolo per saperlo.
 
MarcelineRoger
 
   
 
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