Crossover
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Autore: Odinforce    10/11/2015    4 recensioni
In un luogo devastato e dominato dal silenzio, Nul, un essere dagli enormi poteri si diverte a giocare con i mondi esterni per suo diletto. Da mondi lontani sono giunti gli eroi più valorosi, pronti a sfidare le loro nemesi che hanno già sconfitto in passato. I vincitori torneranno al loro mondo, siano i buoni o i malvagi. Saranno disposti ad obbedire alla volontà di Nul?
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 22. Dove l’ombra nera scende

 

All’improvviso si era alzato il vento in modo allarmante, frustando senza pietà i volti dei Valorosi. Le nubi si agitarono sopra le loro teste, diventando, se possibile, ancora più cupe e tenebrose. Passarono alcuni secondi che parvero un’eternità, prima che il mare rivelasse il nuovo nemico. I Valorosi rimasero in guardia, mentre oltre la prua del Titanic si levava una grande colonna d’acqua: la nave sussultò, così forte che fu difficile restare in piedi sul ponte malconcio. Poi l’acqua si abbassò di colpo, e agli occhi dei presenti apparve una figura: una creatura gigantesca che rimase sospesa nell’aria per qualche istante, prima di atterrare con forza sul ponte.

Immenso e minaccioso, aveva un aspetto umanoide, ma la sua altezza raggiungeva quella di Jake: era ricoperto dalla testa ai piedi con un’armatura nera, inquietante; l’elmo era dotato di lunghe punte acuminate, come una corona, e celava completamente il volto, lasciando solo due buchi per gli occhi. Brandiva un’enorme mazza nera, anche se in quel momento la lasciava penzolare lungo il braccio; un anello dorato scintillava sull’indice del suo guanto destro, unico accessorio visibile su quell’armatura nera.

I Valorosi udivano chiaramente il suo respiro, un suono glaciale e cavernoso. Il legno sotto i suoi piedi scricchiolava minaccioso, come se bastasse la sola presenza di quell’essere a farlo tremare. Non c’era nulla di rassicurante nel suo aspetto, nemmeno con un’occhiata attenta: ecco perché gli otto compagni mantenevano salda la presa sulle loro armi, pronti a difendersi da quell’ignoto essere.

« E quello chi è? » domandò Jake, cercando di mantenere la calma. « Qualcuno lo conosce? »

I Valorosi negarono uno dopo l’altro. Quel tipo non era familiare a nessuno di loro, ma questo era naturale: non potevano conoscere il flagello di un altro mondo. Sauron, l’Oscuro Signore di Mordor, era stato una delle maggiori calamità del lontano mondo di Arda, terrorizzandolo per più di un’era. Riportato in vita da Nul, egli era giunto di fronte a quel gruppo di eroi con un unico scopo: distruggere.

Sauron restò immobile davanti ai Valorosi, come in attesa: aspettava che la sua presenza provocasse la giusta dose di paura tra le sue future vittime. Luke era quello che ne risentiva di più, dato che percepiva il suo tremendo potere.

« Spaventoso » mormorò il Jedi. « Quanto potere, quanto male... superiori persino all’Imperatore. Non avevo mai percepito nulla del genere... sembra schiacciare il mio stesso cuore! »

« Cerca di calmarti, Luke » lo rassicurò Lara, afferrandolo per la spalla. « Non avere paura... lo affronteremo, come abbiamo sempre fatto. Ce la caveremo! »

Luke annuì. Lo stesso fecero gli altri, mantenendo la posizione. Era chiaro per tutti, stavano per affrontare una nuova minaccia, ma sulla quale non avevano alcuna informazione: non potevano attaccarlo alla cieca e vedere come andava... la cosa migliore, in quel momento, era lasciar fare al nemico la prima mossa, con le dovute precauzioni.

« Massima difesa, ragazzi » ordinò Jake a voce bassa. « Harry, incantesimi di protezione... Luke ed Edward, state pronti con i vostri poteri... Po e Sora, restate indietro... Red, Lara, fuoco al mio segnale. »

I compagni annuirono all’unisono, confidando ciecamente nella strategia del loro leader.

« Tu! » gridò Jake all’avversario. « Dicci chi sei e cosa vuoi da noi! Oggi abbiamo già avuto abbastanza guai, ma se proverai ad attaccarci saremo ben lieti di rispedirti a calci in culo da dove sei venuto. »

Sauron rispose dopo un lungo respiro, con la voce più agghiacciante che i Valorosi avessero mai udito in vita loro.

« IO SONO... IL POTERE » dichiarò. « SONO IL BUIO. IO SONO... MORTE! E VOI BRUCERETE... E SPROFONDERETE... NELLE TENEBRE! »

Sollevò la mano libera, e un istante dopo esplose il caos. I Valorosi furono investiti da una sorta di onda d’urto, così forte da spaccare il ponte in vari punti; sarebbero stati spazzati via come foglie se Harry e Luke non avessero eretto una barriera intorno a loro, combinando i loro poteri. Essa riuscì a proteggerli, ma percepirono ugualmente tutta la forza di quell’attacco: alle loro spalle, inoltre, la canna fumaria danneggiata andava in frantumi, come se fosse fatta di vetro.

Spaventoso, pensò Harry, agghiacciato. Di certo non aveva mai visto nulla di simile... dubitava infatti che persino Voldemort sarebbe stato capace di fare altrettanto!

L’onda d’urto si attenuò pochi istanti dopo. Era il momento buono per contrattaccare.

« Fuoco! »

All’ordine di Jake, Hellboy e Lara scattarono in avanti, sparando con le loro pistole. Il corpo massiccio di Sauron fu raggiunto da una gran quantità di proiettili, ma essi furono efficaci quanto i pallini di una pistola giocattolo: cadevano tutti a terra, infatti, dopo aver colpito invano l’armatura del Nemico.

Sauron chinò l’elmo cornuto, fissando incuriosito i proiettili caduti ai suoi piedi. I Valorosi rimasero senza parole, anche mentre il loro avversario cominciò ad avanzare: camminava piano, con estrema sicurezza, e nel frattempo sollevava la mazza.

« Stupeficium! »

Un raggio di luce saettò dalla bacchetta di Harry, dritta contro Sauron, ma questi lo deviò con un rapido colpo di mazza, verso il mare. Il ragazzo ne fu sorpreso: aveva respinto un incantesimo scagliato dalla Bacchetta di Sambuco! Sauron si fermò per un attimo e guardò Harry: sembrava avere intenzione di attaccarlo, e sollevò la mazza contro di lui. Jake approfittò della sua distrazione e gli saltò addosso, afferrandolo per le braccia.

I due rimasero a stretto contatto: il Na’vi cercava soprattutto di attirare l’attenzione di Sauron su di lui, per consentire ai suoi alleati di attaccare. Il Nemico dimostrò subito un’incredibile forza fisica, ma Jake resistette.

« Ora, ragazzi! » urlò agli altri. « Non pensate a me... urgh... attaccatelo con tutto quello che avete! »

L’esitazione da parte dei suoi compagni durò appena pochi secondi, poi decisero di obbedire. Luke si fece avanti per primo, spiccò un balzo enorme e atterrò alle spalle di Sauron, colpendolo ripetutamente con la spada laser. Lara lo seguì a ruota, aggirò il Nemico e nel frattempo sfoderò Excalibur, lanciando potenti colpi energetici da lunga distanza. Hellboy scattò in avanti, raggiunse Jake e fece una scivolata sotto le sue gambe: quando fu abbastanza vicino a Sauron, sparò alle sue parti basse. Sora si avvicinò e lo colpì alle gambe con il Keyblade, usando una tecnica speciale con cui si muoveva a gran velocità. Ed e Po cercarono di colpire il Nemico in vari punti, con l’alchimia e le arti marziali. Harry, infine, scagliò un gran numero di incantesimi che lo presero in pieno.

Jake manteneva ancora la presa su Sauron. All’improvviso, però, vide un bagliore tra i buchi del suo elmo: si abbassò di scatto, appena un attimo prima che un raggio infuocato gli staccasse la testa. Sauron, tuttavia, riuscì a staccarselo di dosso e lo spinse all’indietro, buttandolo a terra.

I Valorosi si fermarono, cessando l’attacco. Con enorme stupore di tutti, il Nemico appariva ancora illeso: né il Keyblade né la spada laser, né l’alchimia né il kung fu, né le pistole erano riusciti a fargli un graffio, nonostante lo avessero colpito senza sosta. L’armatura di quell’essere sembrava impenetrabile... anche nelle sue parti basse, dove Hellboy gli aveva sparato.

« Merda » brontolò il diavolo. « Non ha subito alcun danno! »

Nessuno dei suoi compagni trovò altro da dire, poiché la realtà era inequivocabile. Ma non c’era tempo per perdersi in chiacchiere: Sauron si era voltato a guardare Luke, e con passi lenti e pesanti si stava avvicinando a lui. Il Jedi alzò una mano: un’onda di Forza si abbatté sul Nemico, che lo rallentò appena; lui contrattaccò, e dalla sua mazza partirono una scarica di fulmini. Luke cercò di proteggersi con la spada laser, ma l’attacco era così potente che ben presto cadde in ginocchio.

« Nooo! »

Lara intervenne, seguita a ruota dai suoi compagni. Questi tentarono un nuovo assalto, mentre l’archeologa scagliava un colpo energetico che annullò la magia di Sauron. Egli, distratto, si voltò a guardare Lara; la sua mazza fendette l’aria e colpì Excalibur, spezzandola di netto. Il contraccolpo fu tale che Lara fece un volo all’indietro, andando a sbattere contro la ringhiera: poi si accasciò al suolo, priva di conoscenza.

« Lara! » gridò Luke, sconvolto, ma Sora fu il primo a raggiungerla: l’afferrò e puntò il Keyblade su di lei, curandola con la sua magia.

« È pazzesco » sussurrò incredula, dopo aver ripreso i sensi. « Ha un potere immenso... persino Excalibur non ha potuto niente contro di lui! »

« Eppure deve avere un punto debole » dichiarò Luke. « Ce l’hanno tutti... e lui non può essere da meno. »

« Ehi, guardate! »

Sora indicò verso Sauron, in quel momento alle prese con Harry. Il giovane mago era ancora in piedi e lo sfidava con i suoi incantesimi. Questi si abbattevano sul nemico in rapida successione, e lui arretrava, come se fosse colpito da una serie di cannonate; tuttavia era ancora in piedi, e si preparava a sferrare un nuovo colpo di mazza.

« Expelliarmus! »

La mazza di Sauron balzò via dalla sua mano, cadendo a terra con un gran tonfo.

Tutti rimasero stupiti dall’accaduto, persino Sauron e lo stesso Harry. La sua magia era efficace contro quel nemico, dopotutto... specie se rafforzata da un potente artefatto come la Bacchetta di Sambuco.

« Eccolo, il punto debole » disse Sora. « Continua così, Harry! Lo hai disarmato, dagli il colpo di grazia! »

Il ragazzo annuì, e tornò a guardare il Nemico: il suo respiro si era fatto ancora più profondo e inquietante... non poteva presagire nulla di buono.

Ora l’attenzione di Sauron era rivolta tutta su Harry. Il ragazzo mosse ancora la Bacchetta, da cui partì una lunga striscia di fuoco, dritta contro l’avversario: questi alzò la mano destra, sulla quale esplose l’incantesimo ostile. Il Nemico non aveva bisogno della mazza per proteggersi. Sauron avanzò lentamente, mentre Harry insisteva con il fuoco; lo rallentava, ma non era sufficiente... e lui era così vicino.

« Ho un’idea... Po, lanciami! » esclamò Hellboy.

« Cosa? » fece il panda.

« Non c’è tempo per i “cosa”, fallo e basta! Lanciami contro quel bestione! »

Po obbedì, pur restando incredulo. Afferrò Hellboy e con una tecnica di proiezione lo lanciò contro Sauron: il suo pugno di pietra lo colpì alla testa con una forza enorme; il Nemico perse l’equilibrio e rovinò a terra, spaccando il ponte. Un’ondata di trionfale sollievo si diffuse tra i Valorosi, ma c’era poco da stare allegri: Sauron non era ancora stato sconfitto, e lentamente si stava rimettendo in piedi.

« Niente da fare » dichiarò Jake, osservandolo. « Quel tipo è come una fortezza ambulante... non si riesce ad abbatterlo! »

« Ma la magia di Harry è efficace su di lui » suggerì Sora. « Non potremmo sfruttare questo vantaggio? »

« Non è abbastanza » ammise Harry. « È vero, la mia bacchetta è stata in grado di fermarlo... a spaventarlo, persino... ma non conosco incantesimi che riescano a distruggerlo definitivamente. No, la cosa migliore è concentrare tutti i nostri poteri in un solo colpo... forse riuscirà a fargli più male dei nostri attacchi disordinati. »

« Mi sembra una buona idea » convenne Luke, « ma come faremo a concentrare i poteri? Io posso assorbire le vostre energie con la Forza, ma poi dovrei convogliarle in uno strumento che possa in seguito colpire il nemico. »

« Ehi, che ne dite di questo? »

Sora aveva sollevato il Keyblade, mostrandolo bene a tutti.

Non avendo idee migliori, i Valorosi si radunarono intorno al ragazzo, per un ultimo, disperato attacco. Sauron si era nel frattempo rialzato, più furioso che mai: il suo elmo era stato ammaccato, là dove Hellboy lo aveva colpito con il suo pugno.

Harry, Edward, Jake, Lara, Po ed Hellboy posero le mani sulle spalle di Luke, pronto a ricevere la loro forza. Bastarono pochi secondi, e il Jedi raccolse energie sufficienti per attuare il loro piano: unì le mani come in preghiera, che iniziarono a brillare di luce, poi le pose sulle spalle di Sora. Il suo corpo fu avvolto dalla stessa luce, poi si trasferì sul Keyblade, puntato contro il Nemico.

Ma Sauron non era rimasto a guardare. Mentre i suoi nemici preparavano il prossimo colpo, lui faceva altrettanto: levò la mano destra al cielo, sulla quale apparve un globo di pura tenebra. Le nuvole iniziarono a vorticare intorno alla nave, e il rombo di tuoni echeggiò per tutto il mare circostante, mentre il Nemico si preparava a porre fine allo scontro una volta per tutte.

« SANCTA!!! »

Gli eroi e la nemesi furono pronti nello stesso istante. Mentre il Keyblade sparava un enorme fascio di luce, Sauron abbassava la mano, scagliando il globo nero in avanti: i due colpi si scontrarono a mezz’aria, luce contro oscurità, causando un bagliore accecante. Ne seguì un’esplosione immensa, tale da far vibrare l’aria stessa; i Valorosi persero il contatto con il suolo, perché l’onda d’urto ridusse in frantumi il ponte sotto i loro piedi.

L’esplosione spazzò via ogni cosa che si trovava nel suo raggio d’azione. Il Titanic, già compromesso dai danni di una lotta di proporzioni titaniche, fu spezzato in due: nulla resistette a una tale onda d’urto; ovunque fu un turbinio di frammenti di legno e metallo, e i Valorosi insieme ad essi... spazzati via come da un uragano.

Lara tornò a vedere mentre era ancora sospesa nell’aria, pochi istanti prima di cadere in mare. L’impatto con l’acqua fu doloroso, ma non letale: rimase cosciente ancora per un pò... il tempo necessario per vedere il Titanic cadere a pezzi davanti ai suoi occhi, sprofondando lentamente nell’oceano.

« R... ragazzi » sussurrò con la poca voce rimasta. « Harry... Sora... Luke... » 

Non ebbe risposta. Ovunque fossero finiti i suoi compagni, in quel momento non erano lì accanto a lei. Nemmeno Sauron, ma questo era un bene. Il buio stava calando, lo sentiva, insieme al gelido abbraccio di quelle acque ignote...

Ma non sarebbe stata la fine. Era già successo in passato, dopotutto: Lara sembrò immergersi tra i ricordi, i più terribili che conservava... il rumore assordante di una sirena e la luce rossa lampeggiante... la forza di un fiume d’acqua marina che la travolse... scintille e fiamme tra i corridoi della nave che stava affondando al largo di quell’isola maledetta... il buio e il gelo, mentre l’ossigeno si esauriva.

E poi la luce, e di nuovo l’aria, quando credeva che fosse tutto perduto.
La storia si stava solo ripetendo. Ce l'avrebbe fatta.

Sì, pensò Lara Croft nei suoi ultimi istanti di lucidità. Me la caverò... di nuovo. Io... sopravvivrò. Te lo prometto... Luke.   

   
 
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