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Autore: ChibiRoby    10/11/2015    5 recensioni
E se dopo la morte di Maria, German non fosse scappato dal passato?
Violetta vive in una gabbia dorata finché non le si presenta l'occasione di fuggire, grazie al suo amore per la musica e a un paio di occhi verdi troverà il suo posto nel mondo.
Pablo e Angie sono una coppia sposata alle prese con un arrivo speciale che rivoluzionerà la loro vita.
Diego e Camilla da sempre migliori amici si ritroveranno alle prese con un nuovo sentimento mai provato prima.
E German dopo anni di paure scoprirà che si può sempre tornare ad amare.
Tratto del capitolo 11
[...] -Non credevo che provassi quello che provo io. – ammise abbassando lo sguardo imbarazzata.
-Invece è così, mi piaci da impazzire Violetta, fin dalla prima volta che ti ho vista, mi sei entrata dentro e non riesco a smettere di pensare a te. – le rivelò alzandole il mento con due dita per guardarla negli occhi.
-Tu non mi piaci Leon, io ti amo! – rivelò con un’audacia che neanche lei sapeva di avere, annullò nuovamente la distanza tra i loro volti e lo baciò. [...]
Leonetta, Pangie, Fedemilla, Camiego accenni Naxi, Marcesca, Andresx?, Larax?, Brodwayx?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Camilla, Diego, Leon, Un po' tutti, Violetta
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 17 – Emozioni
 
 
 
 
-Allora ti piace davvero?
-Per la centesima volta: si, è stupenda! – esclamò la Castillo trattenendosi dal alzare gli occhi al cielo. Quella mattina Federico le aveva fatto ascoltare in anteprima la nuova canzone che aveva intenzione di presentare a Youmix e da quel momento non aveva fatto altro che chiederle se le piacesse, portandola quasi al esasperazione. 
-Sono certa che Marotti l’adorerà, proprio come tutte le tue fan. – lo rassicurò posandogli una mano sulla spalla.
-Grazie. – sorrise l’italiano, passandole un braccio intorno alle spalle –Possiamo arrivare allo Studio così o rischiò che Leon me lo tagli? – domandò divertito, conosceva bene la proverbiale gelosia del ragazzo. Escluso il loro gruppo di amici nessun essere maschile osava avvicinarsi alla piccola Castillo per paura di scatenare la gelosia di Vargas.  
­-Deve prima passare sul mio cadavere! – dichiarò con fare solenne chiudendo gli occhi e posando la mano destra sul petto.
-Certo, certo. – la prese in giro col tono di chi non credeva neanche a una parola.
-Che vorresti insinuare? – domandò lievemente offesa, voltandosi di scatto nella sua direzione.
-Che appena lo vedrai ti getterai tra le sue braccia a tanti saluti a tutti.
-Ed è per questo che non ti guarderà neanche. – iniziò con un ghigno malizioso – Sarà occupato a fare qualcosa di molto più importante… - fece una pausa e qualche passo in avanti, ignorando l’occhiata confusa che Federico le stava dedicando – Ovvero: coccolare la sottoscritta! – concluse con fare teatrale tornando a guardare l’italiano con uno sguardo tipico di chi sa di aver avuto l’ultima parola.
-Andiamo, che se arriviamo in ritardo i tuoi zii ci ammazzano. – scherzò decidendo di dargliela vinta. 
 
 
 
***
 
 
-Continuare a fissare la strada come se non ci fosse un domani non la farà arrivare come per magia. – ironizzò Camilla, lanciando un’occhiata divertita a Leon che continuava ad alzare gli occhi sulla strada ogni due minuti di orologio.
-Spiritosa! – borbottò colto in fragrante, sapeva di sembrare patetico ma era più forte di lui, non erano trascorse neanche dodici ore da quando l’aveva vista l’ultima volta eppure già ne sentiva la mancanza come se non la vedesse da anni.
-Basta Cami! Dagli un po’ di tregua! – esclamò Diego attirando su di se gli sguardi confusi degli amici, era la prima volta che prendeva le difese del messicano, in genere era il primo a stuzzicarlo, specie se si parlava della Castillo
-È già tanto se è rimasto qui con noi invece di correre a cercarla. – ghignò.
-Ecco il Diego che conosco. – rise la Torres.
Leon scosse il capo divertito, quei due non sarebbero mai cambiati, alzò lo sguardo alla ricerca di Violetta e improvvisamente: il buio.
-Indovina chi sono? – sussurrò una voce solleticandogli l’orecchio, era un tono graffiante, anche troppo per essere naturale ma l’avrebbe riconosciuta tra mille e non solo perché nel udirla il battito del suo cuore era accelerato.
-La ragazza più bella di tutto il Sud America. – proclamò con voce sicura afferrandola delicatamente per il polso per costringerla a sedersi sulle sue gambe –La mia Vilù. – concluse calcando sul aggettivo possessivo.
-Quanto sei dolce. – sussurrò buttandogli le braccia al collo mentre alle loro spalle Federico e Diego fingevano di essere in mezzo a un attacco di vomito.
Camilla invece li guardava sognante, doveva ammettere che un po’ li invidiava, erano così carini che le facevano venire voglia di innamorarsi. Sorridendo chiuse gli occhi iniziando a fantasticare su come sarebbe stato il suo principe azzurro: biondo o moro? Occhi chiari o scuri? C’erano milioni di caratteristiche possibili sia dal punto di vista fisico che caratteriale e in quel momento scorrevano veloci nella sua mente: corti capelli neri e occhi verdi, labbra aperte in un sorriso beffardo, fin troppo simile a ghigno malizioso, in una parola: Diego Casal.
Aprì gli occhi di scatto, così tanto da sembrare che le uscissero fuori dalle orbite, il battito cardiaco accelerò talmente tanto da far concorrenza al battito di un tamburo, posò una mano sul petto temendo che potesse saltar fuori da un momento al altro, mentre avvertiva le mani sudate e la mente ripeteva che era impossibile, era solo una coincidenza che mentre fantasticava sul grande amore della sua vita le fosse apparso il volto del suo migliore amico. Una stupida coincidenza, ma allora perché sentiva che il suo volto stava diventando della stessa tonalità dei suoi capelli?
-Perché davanti allo ci sono così tante ragazze? – la domanda di Violetta la risvegliò dai suoi pensieri.
-Che domande, sono qui per me! – si vantò il figlio di Gregorio gonfiando il petto.
-Nei tuoi sogni. – ribatte Camilla stizzita, la sola idea che così tante ragazze fossero lì solo per vedere Diego, per quanto assurda fosse, la metteva di pessimo umore.
-Abbassa la cresta Casal. – intervenne Leon divertito dal gigantesco ego del amico
 –Non sono qui per te.
-E per chi? Per te forse? – lo ribecco Diego, nel sentire quelle parole Violetta, che sino a quel momento era rimasta tranquillamente accoccolata tra le forti braccia del fidanzato, lanciò uno sguardo mortale allo spagnolo mentre cingeva il collo di Leon con le braccia come a rivendicarne il proprio possesso.
-Assolutamente no! - rise – Sono fuori dal mercato e ho occhi solo per la mia principessa. – le baciò la punta del naso ricevendo in cambio un sorriso talmente luminoso da far invidia al sole.
-Sono qui per i Rock Bones. – rivelò Federico posando il cellulare in tasca
-I ROCK BONES! – urlò Camilla saltando in piedi come se fosse stata seduta su una molla.
– Si, me l’ha appena detto Marotti. – spiegò lievemente intimorito dalla reazione della rossa.
-Datti una calmata, per poco non mi hai fatto diventare sordo. – borbottò Diego, massaggiandosi l’orecchio destro vittima innocente dei toni soavi di Camilla Torres.
-Scusa, ma come faccio a stare calma? Sono i Rock Bones, la mia band preferita! – obbiettò guardandosi intorno nella speranza di vederli apparire.
-Anche la mia! Ho tutti i loro cd! – aggiunse Violetta alzandosi per unirsi alla ricerca dell’amica.
-Come? Pensavo che gli “All for you” fossero la tua band preferita. – commentò Leon fingendosi offeso.
-Ovvio, sono la loro fan numero uno e ammetto di avere un debole per il cantate. – ammise osservando divertita il fidanzato che non provava neanche a nascondere il suo gongolare – Però non dirglielo, non vorrei che si montasse la testa. – ammiccò.
-Allora andiamo? – domandò Federico attirando su di sé l’attenzione –Vi porto dai Rock Bones, non volete conoscerli?
-Davvero? Che stiamo aspettando? Andiamo! – urlò Camilla euforica, prese per mano l’amica, ignorando lo sguardo risentito di Leon, e quasi saltellando si diressero verso lo Studio.   
 
 
 
***
 
 
Angelica chiuse il telefono e si diresse verso la sua camera da letto, il volo per Buenos Aires era prenotato e l’indomani a quell’ora sarebbe stata in viaggio. Non riusciva a crede di stare per diventare nonna per la seconda volta, e per la prima volta dopo molti anni l’idea di tornare a vivere definitivamente in Argentina non le sembrava più pura utopia.
Aveva lasciato il suo paese d’origine subito dopo la morte del suo secondo marito, anche se Buenos Aires era diventata una città grigia sin dalla scomparsa dalla sua amata primogenita ma non poteva portar via Angie dalla sua città natale ne separarsi da Violetta. E quando quattro anni prima era diventata vedova aveva finalmente potuto abbandonare quel luogo pieno di ricordi, certo ci tornava almeno due o tre volte l’anno per riabbracciare la sua famiglia ma non era la stessa cosa e adesso, anche per colpa dell’età, sentiva il bisogno di rimanere vicina alle persone che più amava.
Non poteva perdersi la nascita del nuovo nipotino o nipotina e Angie aveva bisogno di lei durante la gravidanza, era certa che Pablo si stesse prendendo cura della figlia alla perfezione ma in questo mondo ci sono cose che solo una mamma può fare, ad esempio stare vicino alla propria figlia e consigliarla durante la sua prima gravidanza.
 
 Ecco il capitolo, stavolta è di transizione diciamo che sono le basi per il prossimo. Scusate ma vado di fretta, alla 
prossima, un bacio
   
 
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