Crossover
Segui la storia  |       
Autore: Odinforce    11/11/2015    5 recensioni
In un luogo devastato e dominato dal silenzio, Nul, un essere dagli enormi poteri si diverte a giocare con i mondi esterni per suo diletto. Da mondi lontani sono giunti gli eroi più valorosi, pronti a sfidare le loro nemesi che hanno già sconfitto in passato. I vincitori torneranno al loro mondo, siano i buoni o i malvagi. Saranno disposti ad obbedire alla volontà di Nul?
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 23. Un guscio vuoto.

 

Nel frattempo, Nul ingannava il tempo vagando attraverso il Cimitero dei Mondi, in attesa di ulteriori sviluppi. In quel momento in particolare, il signore di quel mondo spezzato era intento ad ammirare il panorama dalla prua di una nave pirata semidistrutta. Se ne stava comodamente seduto sulla polena, dalla forma simile alla testa di una capra, e nel frattempo canticchiava tutto allegro; in una mano reggeva una bottiglia di rum, nell’altra un cappello di paglia bruciacchiato... tutto ciò che restava dell’eroe che lo indossava su quella stessa nave.

« ... noi siamo pirati e ci piace perché,

la vita è fatta per noi.

Yo ho! Yo ho! la spada e il corpo e il mare... »

Scoppiò a ridere di gusto e bevve un sorso di rum, ma lo sputò quasi subito.

« Bleah! » brontolò schifato. « Niente da fare... Uncino e Sparrow erano migliori di te anche nel buon gusto, mister Cappello di Paglia. »

Un gran rumore attirò in quel momento la sua attenzione, davanti a sé. Nul abbassò lo sguardo, indirizzandolo verso una duna poco lontana: un gigantesco autocarro, simile a quelli usati per la nettezza urbana, stava scaricando nel Cimitero una gran quantità di materiale, gettandoli con noncuranza in mezzo alle rovine.

« Oho! Nuovo carico » esclamò Nul, emozionato. Gettò via il cappello e la bottiglia e spiccò il volo, planando in direzione dell’autocarro. Quando atterrò nelle vicinanze, il veicolo aveva terminato il suo compito: ora il Cimitero accoglieva un nuovo cumulo di macerie, rovine e rottami di varia natura. Nul si avvicinò, impaziente di trovare tra quei resti ciò che aspettava.

I resti degli ultimi eroi rimasti... l’ultimo atto di quel lungo ciclo di guerre durato ormai fin troppo a lungo.

« Bzz... mister Powerszzz... »

L’incappucciato abbassò lo sguardo: davanti a lui giaceva un’automobile, una Jaguar decorata con i colori della bandiera inglese. Il suo proprietario giaceva ancora al suo interno, un uomo occhialuto vestito di azzurro; era circondato inoltre da un gruppo di robot, con sembianze femminili e in abbigliamento intimo, ridotti a pezzi o danneggiati. Alcuni emettevano ancora deboli suoni, nonostante la battaglia fosse finita da un pezzo.

« Krr... non puoi... resisterrre... bzz... mister Powers... »

« E così è stato, infatti » dichiarò Nul, soddisfatto. Ai suoi occhi di spietato distruttore, quel poveretto che ora giaceva morto ai suoi piedi era solo un altro eroe caduto... uno dei tanti, strappato dal suo mondo come tutti gli altri. E stava per condividere la stessa sorte di tutti i suoi predecessori: l’oblio eterno, nel cuore del Cimitero dei Mondi.

Nul passò oltre, continuando a controllare il nuovo carico. Un’altra auto giaceva poco più avanti, distrutta come tutto il resto ma ancora riconoscibile: una Dodge Charger nera del 1970, ad occhio e croce; al suo interno giacevano due corpi, in avanzato stato di decomposizione. Nul aprì la portiera del guidatore, chinandosi in avanti per osservarlo bene: una piccola croce argentata, rimasta intatta, scintillava appesa al suo collo. Rimase fermo per qualche secondo, poi alzò lentamente una mano e prese il ciondolo, strappandolo al suo defunto proprietario.

Nul sospirò mentre osservava quel crocifisso sulla sua mano, e ne rimase sorpreso. Da quando aveva assunto un simile atteggiamento? In una guerra del genere non c’era spazio per i sentimentalismi, lo sapeva bene... curioso che avessero deciso di emergere proprio adesso, ora che tutto stava per finire.

Infine scosse la testa, cercando di ricomporsi. Lasciò scivolare il crocifisso in una tasca e riprese a controllare il carico. Oltrepassò un’elaborata armatura d’oro, la cui forma ricordava uno scorpione, ma dopo un’attenta occhiata fu costretto a rassegnarsi: tanti erano i resti di armi e mondi, e anche i cadaveri... ma nessuno di loro apparteneva al gruppo che aveva convocato recentemente. Coloro che più di tutti sperava di vedere tra quei ruderi, erano ancora vivi da qualche parte: persino Sauron sembrava avesse fallito nella loro eliminazione.

Avrebbe dovuto pazientare ancora un po’, dopotutto...

Un rumore attirò la sua attenzione, costringendolo a voltarsi. Qualcuno era apparso alle sue spalle, attraverso una sorta di portale oscuro: un uomo vestito con un soprabito nero, il cui volto era celato da un cappuccio proprio come il suo. Nul lo osservò senza alcun timore, dopo aver riconosciuto il suo aspetto.

« Oh, sei tu » commentò con voce piatta. « Credevo che Sora ti avesse distrutto... ma sembra che il vecchio Ansem sia un vero duro a morire, eh? »

L’uomo in nero scosse la testa.

« Ansem? » mormorò. « Credo che tu mi abbia scambiato per qualcun altro. »

Nul tacque per un secondo prima di rispondere. La sua sorpresa fu più lunga del previsto.

« Uhm... be’, mi capita di fare confusione tra gli estranei, specie se condividono lo stesso guardaroba. Dunque chi sei? »

« Sono quel che rimane. O forse... tutto quello che c'è mai stato. »

« Hah, ti prego... risparmiami queste minchiate metafisiche. Nel corso della mia esistenza sono stato costretto a sentirti ripeterle non meno di sette volte! Intendevo dire il tuo nome. »

L’uomo, prima di rispondere, si sfilò il cappuccio, mostrando il suo volto. In effetti somigliava ad Ansem: aveva anche lui la pelle scura, occhi dorati e orecchie a punta; i suoi capelli grigi erano lunghi, con diverse ciocche che ricadevano sulla sua fronte. Se lo sguardo di Ansem era maligno, quello di costui era freddo e distaccato, come se non provasse nulla.

« Xemnas. »

Nul rimase immobile per un po’, poi iniziò a ridere, sempre più forte. Anche se non c’era spazio per i sentimentalismi, ne aveva in abbondanza per il divertimento. Sì, l’intera situazione lo faceva divertire un mondo.

« Bene, Xemnas » dichiarò, riprendendosi. « Benvenuto a bordo. Temo che per un po’ non avrai occasione di sfidare il tuo piccolo amico... ma posso offrirti un buon passatempo fino a quel momento. »

« Ti ascolto » disse il Nessuno.

Nul annuì compiaciuto.

« Ti conosco bene, Xemnas... ricordo che l’organizzazione che guidavi non aveva alcuna pietà verso i traditori e gli infedeli. Dimmi, allora... ti piacerebbe dare una lezione a un disertore? »

 

 

 

 

 

Spazio autore: ciao a tutti, rieccomi qua! Mi rendo conto che questo capitolo è un po’ breve, ma serve da preludio alla grande sequenza di eventi che stanno per accadere in questo mondo contorto e ricco di caos. Intanto voglio riaccendere una speranza: i Valorosi sono sopravvissuti, e presto si rimetteranno in cammino per vincere questa guerra una volta per tutte. Nel frattempo, l’enigmatico Nul attende con crescente impazienza l’esito del conflitto... l’ultimo atto di un piano molto più grande, che per il momento solo lui è in grado di comprendere. E intanto ecco che salta fuori un nuovo avversario, Xemnas, che prenderà il posto di Ansem come nemesi di Sora... sorpresi? Eh, quando si parla di Xehanort, quello sì che è proprio duro a morire! :D

Infine approfitto dello spazio per mostrarvi un’immagine personale di Nul, fatta con le mie mani. E’ così che l’ho immaginato, nella sua forma definitiva.

Un sincero ringraziamento a tutti coloro che mi stanno seguendo... al prossimo capitolo! :)  

ref=2ljmfqa" target="_blank">Image and video hosting by TinyPic
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Crossover / Vai alla pagina dell'autore: Odinforce