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Autore: Blackshadow90    11/11/2015    4 recensioni
Ginevra:una cicatrice e un tatuaggio che le ricordano sempre il passato.
Riccardo:arrogante e sexy, vuole a tutti i costi scoprire i suoi segreti.
Cosa lega questi due ragazzi?Le gare di moto,la scuola,ma soprattutto la casa che condividono con due amici.
Dal cap. 6:
-E se facessimo una gara?-disse Riccardo,amavo le sfide,non dicevo mai no.
-Una gara?-chiesi interessata
-Si:se vinci tu ,ti lascerò in pace,promesso,ma se vinco io...-lasciò la frase in sospeso.
-Se vinci tu,invece?-
-Quando vincerò allora ti dirò cosa voglio-era fin troppo presuntuoso.
-Affare fatto-amavo giocare con il fuoco.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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“NESSUN GIORNO E’ UGUALE ALL’ALTRO, OGNI MATTINA PORTA CON SE’ UN PARTICOLARE MIRACOLO, IL PROPRIO MOMENTO MAGICO, NEL QUALE I VECCHI UNIVERSI VENGONO DISTRUTTI E SI CREANO NUOVE STELLE.”

                                                                  -Paulo Coelho

10 anni dopo…

 

POV ALICE:

 

-Mamma ma sta nasciendo la mia solellina? Mamma? Ora gioca con me?- ero così concentrata a fissare la porta della stanza che mi accorsi della presenza del mio piccolo solo quando mi tirò la giacca.

-Lucas, amore! Ma papà dov’è?-

-Lì-  indicò il corridoio dietro di me e mi voltai sorridente

-Tesoro ha gia partorito?- Andrea arrivò con un mazzo di girasoli e prese Lucas in braccio, feci segno di no e continuai a fissare la porta; Riccardo mi aveva chiamato un’ora prima mentre Andrea aveva portato al parco Lucas visto che era una domenica mattina soleggiata di fine aprile e io pulivo casa. Avevo buttato tutto all’aria ed ora corsa all’ospedale perché non potevo perdermi la nascita della prima figlia di Ginevra ed ero emozionantissima.

-Dove sta la mia solellina?Voglio giocare mamma- sorrisi allegra a quell’angioletto biondo e gli scoccai un bacio sul naso.

-Piccolo non è la tua sorellina ma è come se lo fosse-

-E’ la mia finta solella?-

-Si amore ma non puoi giocare con lei, è molto piccola- mi fissò con quegli occhioni azzurro cielo e mise le braccia incrociate per farmi capire che era arrabbiato.

-Ehi campione potrai giocare ma devi promettere che starai sempre attento a lei e non fai il bambino cattivo-

-Promesso-

Sarebbe stata una lunga attesa e così mentre Andrea portava Lucas a fare una passeggiata, lo osservai trotterellare al fianco del padre; erano stupendi insieme. Lucas era la miniatura del padre ma solo dal punto di vista fisico perché caratterialmente era diverso sia da lui che da me, in effetti ci chiedevamo continuamente da chi avesse preso: era intelligente come pochi bambini di due anni erano, esageratamente espansivo, iperattivo, permaloso, cocciuto e indipendente. Quando mai si è visto un bambino di due anni che vuole lavarsi, vestirsi e dormire da solo? Era decisamente fuori dal comune e se ne accorgevano tutti, parenti e sconosciuti, ma in maniera positiva. Ero decisamente orgogliosa di mio figlio come lo era anche Andrea che lo idolatrava e viziava come un piccolo Buddha.

Ero davvero felice degli obbiettivi raggiunti: io e Andrea ci eravamo sposati tre anni fa con una cerimonia abbastanza semplice e insieme a noi si erano sposati anche Ginevra e Riccardo. Avevo sempre avuto il terrore che finito il liceo ognuno avrebbe preso strade diverse e ci saremmo inevitabilmente divisi invece Ginevra e Riccardo erano rimasti qui a Milano e tutto era andato per il meglio ad eccezione di alcune irruzioni alle tre o alle quattro di notte in cui quei due pazzi si presentavano alla nostra porta con le valigie in mano, ci lasciavano il cane e partivano in piena notte per mete lontane. Con l’arrivo a sorpresa poi di Lucas due anni prima eravamo diventati un’unica grande famiglia: nonostante il lavoro e i mille impegni riuscivamo sempre a trascorrere la serata insieme, e la domenica facevamo sempre qualcosa di speciale e divertente. Erano più i giorni che Lucas passava a casa di Riccardo e Ginevra che quelli che trascorreva con noi e purtroppo quando si metteva in testa qualcosa non c’era verso di fargli cambiare idea: adorava giocare con Riccardo e Ginevra gli preparava sempre la torta al cioccolato che adorava. Basta un po’ di cioccolato per corrompere un bambino e convincerlo a rimettere la cucina in ordine: Ginevra riusciva sempre a farsi ascoltare, cosa che a me non riusciva quasi mai e se  non fosse stato per lei Lucas non si sarebbe fatto il vaccino la settimana prima.

Era ormai mezzogiorno passato quando Andrea ritornò con Lucas per avere notizie.

-Nessuna notizia?-

-Non è ancora uscito..- e fu proprio in quel momento che Riccardo spalancò la porta sorridente e vedendoci ci corse incontro raggiante.

-E’ nata ed è semplicemente…bellissima, dovete vederla è meravigliosa e piena di capelli- rise di una risata pura e cristallina e lo abbracciai contenta.

-Auguri neopapà- disse felice Andrea dandogli una pacca sulla spalla

-Auguri- ripeté Lucas

-Posso vederla?- continuò poi curioso

-Certo campione vieni- Riccardo lo prese in braccio e ci fece strada verso il vetro del nido, una volta arrivati ci indicò una neonata  che stavano appena mettendo nell’incubatrice  e spalancai la bocca estasiata;era minuscola ma muoveva gambe e braccia come una combattente nata, aveva una folta massa di capelli nerissima e degli occhi altrettanto neri: sperai che gli occhi non cambiassero perché sembravano il colore del cielo la notte. Era davvero splendida.

-Mamma hai visto quanti capelli?- rise Lucas

-Si tesoro, è bellissima-

Avendo da poco partorito, decidemmo di lasciar riposare Ginevra e passammo tutto il tempo ad osservare la bambina finchè non fu il momento di spostarla nel lettino del nido insieme a tutti gli altri bambini:lì ci fu una tragedia. Quando l’infermiera andò a prendere la piccola di cui Riccardo non aveva voluto dire il nome ( voleva che ce lo dicesse Ginevra) lei iniziò a piangere e Lucas che era accanto a me con uno scatto fulmineo aprì la porta del nido e corse dritto verso l’infermiera che la stava poggiando nel lettino: fece giusto in tempo a poggiarla  che Lucas  tirò un calcio allo stinco dell’infermiera. Io come Riccardo e Andrea eravamo subito corsi ma non eravamo riusciti ad impedire a Lucas quel calcio e feci una serie di scuse mortificata e arrabbiata. Tornati nel corridoio scoppiai come una pentola a pressione:

 

-Adesso tu signorino ti scordi la scuola di calcio questa settimana, niente passeggiate al parco e merenda; queste cose non si fanno, i bambini educati non alzano le mani, soprattutto alle persone adulte, sei stato molto maleducato e dopo andrai a scusarti con l’infermiera- Riccardo e Andrea non misero parola e fissarono il bambino mortificato

-Sei diventato muto? Perché l’hai fatto?- alzò il suo solito sguardo di sfida e parlò

-Quella brutta infermera ha fatto piangere la mia finta solellina e nessuno deve farla piangere- era serio e arrabbiato con me per la sgridata

-Hai ragione piccolo, grazie per quello che hai fatto, allora ti chiedo un favore- Riccardo si inginocchiò accanto a lui e lo fissò intenerito.

-Dovrai sempre proteggerla la tua “solellina”- rise guardandolo

-Si signore- fece il saluto militare e senza aspettarci tornò alla sala del nido a fissare la culla della piccola come un falco senza mai staccare gli occhi dal vetro. Il mio piccolo cavaliere.

 

POV GINEVRA:

 

Ritrovarmi ancora una volta in questo ospedale mi ricordò la notte dell’incidente di oltre dieci anni fa stavolta però tutto era diverso, io ero diversa, e l’essere qui in questa circostanza era bellissimo perché dopo aver trovato Riccardo non pensavo che ci potesse essere qualcos’altro che mi avrebbe resa altrettanto felice e invece scoprire di essere incinta ) mesi fa aveva rivoluzionato la mia vita, le aveva dato un senso nuovo e ancora una volta mi sentivo grata verso mio fratello e verso quegli sbagli madornali che avevo fatto perché forse senza quelli non avrei trovato Riccardo, non avrei intorno a me tutte queste persone meravigliose e so per certo che senza dolore non avrei mai potuto comprendere l’enorme felicità che provavo in quel momento. Sapere di essere madre era una cosa indescrivibile, non c’erano parole e non avevamo avuto problemi nello scegliere il nome: era stato lui lassù ad ispirarmi. Ed ora che mi ritrovavo quella minuscola creaturina tra le braccia, colei che aveva ascoltato le ninne nanne originali di Riccardo, che si era dovuta adattare ai quintali di marshmallow e cioccolata, che aveva fatto yoga con me nel parco, e che si era sorbita ore e ore di discorsi sul perché delle cose da parte di Lucas, le sorridevo cercando di trasmetterle tutto l’amore che provavo solo con lo sguardo.

-Zia, zia, zia- Lucas spalancò la porta e corse verso il mio letto contento, Riccardo rideva con Andrea mentre Alice sospirò: sapeva che Lucas non poteva fermarlo nessuno. Riccardo mi baciò la guancia e prese in braccio la bambina.

-E’ da stamattina che cerchiamo di indovinare il suo nome, Riccardo non voleva dircelo- sbuffò lei mentre scattava una foto alla piccola. Lui mi guardò come a chiedermi il permesso e io annuii sorridente.

-Come si chiama? Come si chiama? Come si chiama?-

-Lucas!-

-Date il benvenuto a Nicole- esclamò Riccardo e subito Lucas rise contento

-Posso darle un bacino?-

-Certo campione, sulla fronte però- si chinò e le diede un bacio leggero e mi scappò una lacrima, stupidi ormoni.

-E’ un nome bellissimo, lui è fiero di te, lo so- quelle parole bellissime appartenevano ad una voce di donna anziana, stanca eppure felice; l’avrei riconosciuta tra mille ma quando il viso di mia madre seguito da quello di mio padre fecero capolino nella stanza spalancai la bocca per la sorpresa: sapevo chi dovevo ringraziare. Lanciai uno sguardo di gratitudine a Riccardo che mi osservava contento e sorrisi ai miei genitori.

Felice, si ero felice, soddisfatta, si ero soddisfatta, amata, si ero amata, viva, si ero decisamente e magnificamente viva.

 

 

 

 

ANGOLO AUTRICE:

Avevo deciso di fare questa piccola uscita di scena che come vedete è molto breve semplicemente per darvi un assaggio del loro futuro e ci ho messo così tanto tempo per la mia mente che era piena di idee: farlo o non farlo, farlo in un modo oppure in un altro? Per alcune cose sono un’eterna indecisa, quello che so per certo però è che sono assolutamente felice di voi che per tutto questo tempo avete seguito pazientemente la mia storia, chi scrivendo recensioni, chi leggendo silenziosamente ed io sono ugualmente grata per questo perché so che questi personaggi scaturiti dalla mia mente non sono importanti solo per me ma anche per altre persone e allora mi viene da pensare di avere tanti amici gentili e pazienti che senza avere nulla in cambio si sono fermati a leggere e hanno speso del tempo per me: dare del tempo a qualcuno è la cosa più bella che una persona possa fare. Grazie davvero di cuore. Per finire perché voglio evitare le lacrime, voglio solo informarvi che sto lavorando per fare una continuazione che penso abbiate capito riguarderà Lucas e Nicole. Spero davvero di non avervi delusi e di avervi tenuto compagnia con la mia storia. Un bacione a tutti e mi raccomando non vi scordate che per ogni fine c’è sempre un nuovo inizio e ognuno di noi è capace di rialzarsi e combattere, sempre!

Forza, piccoli combattenti!

 

Blackshadow90

 

 

 

   
 
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