Serie TV > Il mondo di Patty
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Autore: Cry_94    25/02/2009    5 recensioni
Antonella e Matias hanno lasciato i rispettivi fidanzati (Patty e Bruno) per mettersi insieme. E se nascesse un amore tra i due cuori infranti? Patty/Bruno DAL CAPITOLO 16: "- Avevo previsto tutto. Tutto. Eccetto una cosa: mi sono innamorato di Patricia Castro -."
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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7_   UNA GIORNATA INSIEME

-          Ora mi spieghi tutto: perché avete litigato? – cominciò Patty subito dopo essere usciti.

Il cielo si faceva sempre più nuvoloso, c’era aria di temporale in arrivo.

-          Perché ci tieni tanto a saperlo? – chiese Bruno, cercando di evitare l’argomento, mentre la conduceva verso casa sua.

-          Allora stavate litigando per me? – suppose Patty un po’ arrabbiata, un po’ speranzosa.

-          Sì – si rassegnò il ragazzo – Sol mi ha fatto i complimenti per il nostro presunto fidanzamento, lui subito dopo mi ha minacciato dicendomi che se ti farò soffrire, prenderà provvedimenti … - sospirò e aggiunse - … io ho risposto a tono e lui mi si è avventato contro -.

-          Precisamente, come gli hai risposto? –

-          Dicendogli la verità, ovvero che è lui il primo che ti ha fatto soffrire – concluse Bruno.

-          Non avresti dovuto – osservò la ragazza.

-          Perché no? –

-          Perché ora hai un taglio che, se non ci sbrighiamo ad arrivare a casa tua, si infetterà di brutto – gli rispose con tono da rimprovero.

Cominciarono a cadere le prime gocce d’acqua e in poco tempo i due ragazzi si ritrovarono fradici.

-          Grandioso! – sbuffò la ragazza – ora ci prenderemo anche un raffreddore! – e detto questo si misero a correre per arrivare più in fretta.

Bruno aprì la porta e fece entrare l’amica. Subito vennero accolti dal calore della casa: un sollievo, dopo quella doccia inaspettata.

-          Vieni in camera mia: meglio che ci cambiamo con dei vestiti asciutti, prima di ammalarci veramente- considerò Bruno.

Entrati nella camera, Patty rimase affascinata da quanti fogli di carta ci fossero sulla scrivania. Su alcuni fogli c’erano dei disegni spastici, su altri i compiti di scuola, ma per la maggior parte erano testi e accordi di canzoni. Uno in particolare la incuriosì. La canzone era stata intitolata “A Beautiful Lie” e non era ancora stata completata.

-          Scrivi canzoni -. Non era una domanda.

-          Sì – disse Bruno – è un mio modo per rilassarmi, solo io e la mia chitarra -.

-          Me ne suoni una? – chiese lei.

-          Forse un giorno, oggi non mi va molto-.

La ragazza ci rimase un po’ male, ma non ci rimuginò per molto. Una foto sul comodino del ragazzo la interessò parecchio e, mentre Bruno non guardava, intento a trovare dei vestiti da offrire a Patty, la prese per guardarla meglio.

C’era Bruno, avrà avuto sì e no 10 anni, vicino ad una donna a cui assomigliava molto. Era bellissima e aveva gli occhi e il sorriso da pubblicità della Mentadent identici a quelli di Bruno.

-          Chi è? – domandò, anche se aveva già un’idea di chi fosse.

Bruno si girò, con in braccio una maglietta e dei pantaloncini puliti, e rispose:  -Mia madre -.

La persona che aveva davanti ora era totalmente diversa dallo scherzoso e allegro Bruno che la ragazza conosceva.

-          È morta circa tre anni fa, di cancro – aggiunse il ragazzo.

-          Bruno … - iniziò Patty, ma non finì la frase, e invece lo abbracciò.

Il ragazzo ricambiò la stretta.  – È dura accettare che una delle persone a cui tenevi di più al mondo non è più vicino a te – sussurrò Bruno.

-          Mi dispiace tantissimo. Io non ho mai conosciuto mio padre. Non so il suo nome, il suo lavoro, non so neanche se è vivo o meno – disse tristemente la ragazza, dopo che si erano liberati dall’abbraccio.

-          Tu vivi una situazione simile alla mia: in casa mia siamo solo uomini, mentre da te solo donne … a volte mi manca una figura femminile in casa … una madre che si preoccupa che abbia finito i compiti, che mangi o che vuole darmi ancora un bacio della buonanotte nonostante le ripeta che non sono più un bambino – disse l’ultima frase sorridendo, ricordando un bel momento di qualche anno prima.

-          Vedi, ora che te la ricordi, già sorridi! Secondo me tua madre vorrebbe vederti forte e sorridente mentre pensi a lei, rammentando i suoi sorrisi e le sue premure … - gli disse per tirarlo su di morale – Ora fammi un bel sorriso – aggiunse.

Il ragazzo alzò gli occhi al cielo. Sempre la solita Patty pensò Già, la solita Patty che ti fa andare in tilt ogni volta che la vedi parlò la sua seconda metà Oh, stai zitto!! si disse. Poi, per far contenta la ragazza, sfoderò il suo più bel sorriso.

-          Molto meglio. Ora mi vado a cambiare – annunciò Patty e prese i vestiti che Bruno aveva in mano.

Quando la ragazza uscì dal bagno, Patty indossava la una T-shirt e dei pantaloncini che, essendo Bruno molto più alto e robusto, le stavano come un pigiama extra-large.

-          Stanno meglio a te che a me i miei vestiti – constatò Bruno, osservandola.

Patty arrossì e, cambiando argomento, disse: - E ora, disinfettiamo quella guancia -.

-          Sissignora  – rispose scherzosamente l’amico.

Patty  imbevette un  cotton-fioc  con del mercurio-cromo e lo passò sul taglio. Intanto che il ragazzo sussultava dal bruciore, le chiese: - Come mai eri a casa di Santiago prima? -.

-          Mi ero dimenticata di ridarti la giacca che mi hai prestato ieri sera, così sono venuta qui, ma non cera nessuno. Allora mi sono ricordata di quello che mi aveva detto Giusy su un incontro di voi ragazzi da Santiago, e sono arrivata lì, nel momento in cui Gonzalo e Fabio separavano te e Matias – spiegò l’amica.

-          Ah, mi ero completamente scordato della giacca. Grazie, Patty  -.

-          Di nulla. L’ho messa sul tuo letto, prima -.

Ci fu un attimo di silenzio, poi Bruno lesse l’ora ed esclamò: - Non so te, ma muoio di fame. Tu? –.

-          Sì, anch’io, in effetti – riconobbe la ragazza.

-          Ti va di mangiare qui? –

-          Sì, accetto volentieri! Vado a chiamare mia madre per dirle dove sono -.

Dopo che Patty finì di parlare con Carmen, il ragazzo saltò in piedi e arrivò in cucina. Patty lo seguì. – Allora – esaminò Bruno rovistando nel frigorifero – abbiamo prosciutto crudo e cotto, wurstel, un po’ di arance e mele, dovrebbe esserci del pane sul tavolo, e questo è quanto – concluse.

-          Vada per i wurstel – decise la ragazza.

-          Perfetto – sorrise l’amico  – Sono l’unica cosa che so cucinare -.

Patty rise. – Ahah! Ho trovato il punto debole dell’incredibile Bruno: la cucina! – scherzò.

-          Eh, lo confesso, una volta ho quasi bruciato tutta la casa – ammise lui.

-          Cosa è successo? –

-          Tutto è cominciato dal fatto che volevo farmi un panino. Sai, di quelli con il formaggio fuso. Ho preso le sottilette, naturalmente senza togliere la plastica, e le ho messe in padella per “fonderle”. I miei erano andati un momento dai vicini e Gonza era in camera sua – disse – Poi è saltato l’anti-incendio e sono arrivati i pompieri. Per fortuna l’incendio non si era diffuso molto, o sarebbero stati guai  -.

La ragazza scoppiò a ridere.

-          Beh, tutti hanno degli incidenti! Avevo solo 8 anni! – esclamò Bruno fingendosi offeso.

-          Sei un pericolo pubblico – affermò Patty, ancora presa dai risolini.

-          Basta, ho deciso: Giusy ti spodesterà dal titolo di mia migliore amica -.

-          Nonononono! Scusa! Ti chiedo perdono, ma non farmi questo! -.

-          Eh, va bene. Sei ancora la mia migliore amica, per adesso – disse quasi seriamente il ragazzo.

Risero da quanto fossero pazzi in quel momento. Dopo un consistente pranzo fatto di wurstel, panini e ketchup, i due ragazzi furono sazi. Intanto fuori continuava a piovere, i lampi e i tuoni davano un’aria spaventosa alla casa, intimorendo la povera Patty.

-          Ah! – gridò la ragazza, dopo un tuono particolarmente rumoroso.

-          Cosa c’è, Patty? – chiese Bruno preoccupato.

-          Nulla, solo che … ah! – urlò ancora, sentendo un altro tuono.

-           Hai paura dei temporali – finì il ragazzo per lei, abbracciandola. – Shh, non c’è niente da temere. Ci sono io qui – le sussurrò. –Sai, quando ero piccolo avevo paura anch’io, e mia mamma per tranquillizzarmi mi diceva che erano solo gli angeli che giocavano a bocce – le confidò, e rise.

Patty sorrise, si sentiva meglio dopo l’abbraccio.

-          Ehi, potremmo farle qui le prove di ballo! – propose Bruno –Ho qui la musica e qui in salotto c’è abbastanza spazio -.

-          Sì, è una buona idea! – rispose lei, contenta di passare del tempo con l’amico.

Subito dopo la canzone Amigos del Corazòn risuonò nel salotto.

-          Pronto? – rispose Patty.

-          Buongiorno, dove sei? – chiese Giusy - Ho provato a chiamare a casa tua, ma non c’è nessuno -.

-          Infatti non sono in casa, da quanto senti -.

-          Sei ancora con Bruno? –

-          Sì, perché? –

-          Ah beh, capisco perché non sei ancora a casa, allora! – rispose Giusy.

-          Ahah, molto divertente. Stasera verrò da te, così mi racconti come è andata da Santiago -.

-          Piuttosto preparati tu, ho in serbo molte domande da farti, a proposito di te e Bruno -.

Patty sbuffò. – E va bene. Ci vediamo da te. Ciao! -.

-          Ciao! – ripeté Giusy e riattaccò.

-          OK, possiamo iniziare -.

Bruno accese lo stereo: la musica partì e i due ragazzi iniziarono a provare la coreografia.

Ora che sapevano bene i passi avevano bisogno di perfezionarli e di rivedere i più difficili.

Provarono per circa due ore, tra risate e scherzi. Poi Patty disse: - Direi che per oggi può bastare! –

-          Aiuto! Due ore di fila di ballo! Sono sfinito! – esclamò il ragazzo, accasciandosi sul divano.

Patty rise. – Dai, non è stato poi così stancante -.

-          Questo lo dici tu – replicò Bruno – ma dopo un po’ c’è il momento in cui si deve dire BASTA! -.

-          Va bene, come vuoi tu, Bruno – lo assecondò lei.

Sentirono aprire la porta. – Ciao ragazzi! – salutò Gonzalo.

-          Ehi, Gonza – rispose il fratello.

-          Hola Gonzalo – fece Patty.

-          Sapete, oggi non eravate molto convincenti. Io direi che dovreste essere più affettuosi. Baciatevi quando vi salutate, anche se siete da soli, perché potrebbe esserci qualcuno che vi spia, e si insospettirebbe – disse Gonzalo.

-          Ma di che cosa stai parlando? – chiese incerta la ragazza, che naturalmente non sapeva che Gonzalo era a conoscenza del piano.

-          Non c’è bisogno di fingere, sa tutto – la informò Bruno.

-          CHE COSA? Bruno ma sei impazzito? –

-          No, non preoccuparti. Sarà muto come una tomba, giusto fratellone? –

-          Giusto, Teddy – rispose Gonzalo.

-          Teddy? – ripetè Patty.

-          Ti avevo detto di non chiamarmi più in quel modo! – disse Bruno infuriato.

-          Teddy è il soprannome che da piccolo gli davamo io e i nostri genitori – spiegò alla ragazza Gonzalo.

-          È tenerissimo! – esclamò Patty sorridendo.

-          Beh … comunque … guarda, ha finito di piovere! Ti devo accompagnare a casa, o tua mamma ti darà per dispersa – cambiò argomento Bruno.

-          Va bene, andiamo. Ciao, Gonzalo! –

-          Ciao, Patty. Ci vediamo domani -.

Quando uscirono, il ragazzo prese la mano a Patty. Lei arrossì, e disse: - Non c’è nessuno, puoi anche lasciare la mia mano -.

-          No, meglio dare retta a quello che ha detto Gonzalo. Qualcuno potrebbe insospettirsi  veramente – constatò l’amico.

Già! Ottima scusa! pensò ironicamente.

Rimasero in silenzio per tutto il resto della camminata, fino alla porta della camera di Patty.

-          Allora … - iniziò lei.

-          Sì … - continuò Bruno.

-          Beh, ci vediamo domani –

-          Già – finì lui. La guardò per dei secondi interminabili, poi poggiò le labbra contro quelle di Patty.

Ma perché tremo ogni volta che mi bacia? si chiese la ragazza.

Erano ancora attaccati, quando udirono una persona schiarirsi la voce. – Ehm -.

I ragazzi si separarono immediatamente, per avere davanti agli occhi Leandro, con un’ espressione un po’ irritata.

 

 

 

Il 7° capitolo! Eccolo qui … come avrete notato è centrato sulla coppia. Volevo fare una parte solo per loro.

Qualche spiegazione:

-          Mi sono inventata la storia della madre di Bruno, non ho la più pallida idea se i genitori di Bruno e Gonzalo sono separati, oppure la madre è morta davvero.

-          Tenete presente il titolo della canzone non finita di Bruno, sarà molto importante più avanti …

-          La battutta del sorriso da pubblicità della Mentadent è proprietà di mia sorella Marta, che quando aveva visto le foto di Gonzalo e Bruno ha pronunciato quella frase.

-          Ho parlato un po’ di Bruno da bambino, mi piacerebbe renderlo adorabile agli occhi di Patty, come anche quando parlo del soprannome Teddy

-          Quando c’era il temporale mia nonna era solita dirmi la frase che Bruno dice a Patty, quindi anch’essa  è proprietà di mia nonna … mi è sempre piaciuta e l’ho voluta mettere.

E ora, rigraziamenti!

-          A tutti che hanno letto:  recensite! Anche solo per dire ritirati, è bella, mi fa schifo, ecc.

-          A Okimar, mia fedele lettrice: dirmi che sto facendo appassionare alla mia storia una fedele Patty/Matias mi gonfia il cuore, veramente! Grazie per recensire sempre!

-          A shami chan: ecco il seguito che aspettavi con ansia, spero che continui a piacerti la mia storia!

-          A pimkigirl: grazie mille per i complimenti! Continua a scrivermi le tue impressioni sui capitoli, mi raccomando!

Ecco qua! Ci vediamo, alla prossima!

  

 

  
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