Anime & Manga > Baldios
Segui la storia  |       
Autore: fandani03    12/11/2015    2 recensioni
Andò nella stanza di Oliver e gli chiese, senza giri di parole: - “Sei innamorato di Jamie??” -
- “Cosa? Marin ma che dici?” -
- “Rispondi, devo saperlo!!” -
Oliver abbassò lo sguardo, si scansò per farlo entrare e richiuse la porta.
- “Ascolta Marin, il punto non è se io sia o meno innamorato di Jamie.. il punto fondamentale è che lei.. Lei è per certo innamorata di te! Non di me, Marin. E questo, scusami, ma rende la tua domanda del tutto inutile!” –
Mi sono trovata per sbaglio a scrivere su questa storia, su un anime a mio avviso davvero bello, struggente e complesso. Per niente banale e tutt'altro che facile da comprendere ad una prima visione e in giovane età, come successe a me all'epoca.
Non mi è mai del tutto andata giù l'idea che l'eroe della storia debba per forza innamorarsi della "cattiva". Pur avendo ben chiaro il conflitto negli animi dei protagonnisti e la ragioni indiscutibili dell'attrazione tra Marin e Aphrodia, non volevo mollare la povera Jamie, bella, leale, innamorata e tifare, stavolta, per che rispecchia i canoni classici.
Ecco quindi lo svolgimento di una storia che, nell'anime forse, non è mai neppure iniziata!
Genere: Guerra, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

4 – Le emozioni della guerra

I Blue Fixer si trovarono schierati di fronte alla Professoressa Quinstein. Quasi un estremo saluto, quasi un congedo finale. Non ci furono ordini, non ci furono disposizioni precise, forse solo raccomandazioni. La Quinstein si fidava ciecamente di tutti loro. Il piano era stato messo a punto parecchie volte nelle ultime ore, le mosse decisive erano state ipotizzate ma non era possibile prevederle. La sola certezza era che Marin sarebbe balzato nella dimensione dove alloggiavano le truppe Aldebaran e si sarebbe diretto, senza esitare, verso la loro gigantesca ammiraglia. Gli altri Blue Fixer si sarebbero sparpagliati nel subspazio, per non essere rintracciati meno facilmente e per rimanere pronti ad intervenire.

Era Quinstein, dopo aver pronunciato l’ultima frase da comandante… Attendo un segnale come concordato, non appena sarete nella terza dimensione…cambiò radicalmente registro di voce, fece un passo verso Marin, allungò una mano e la posò sul suo viso. Adorava quel ragazzo, dal primo giorno che l’aveva conosciuto e accolto, affascinata dalla sua indiscussa bellezza, ma affascinata essenzialmente dall’anima di un giovane “straniero”, sperduto in questo mondo a lui sconosciuto, tormentato e a tratti infelice, quanto profondo e sensibile. Aveva sentito da subito di doverlo guidare in un momento così particolare della sua vita.
Era felice per il legame che l’aveva unito a Jamie, sapeva che questo l’avrebbe reso forte ma che, al tempo stesso, poteva diventare il suo punto debole. E poi c’era Aphrodia, sì..sapeva anche questo la Quinstein. Sapeva che Marin avrebbe esitato ad ucciderla, e sperava che questa sua indecisione non gli costasse la vita.
Confidava in lui, confidava nei Blue Fixer.
Gli accarezzò il volto, come una madre avrebbe fatto con un figlio, e non aggiunse altro se non, dopo aver rivolto lo sguardo a tutti gli altri ragazzi:
- “Andate Blue Fixer, ci rivedremo presto!” -
Schierati sull’attenti Marin, Oliver, Raita e Jamie rivolsero il saluto militare al loro comandante. La rispettavano e avevano scelto di obbedire ad ogni suo ordine. Si voltarono e si diressero correndo verso il loro velivoli, verso il Baldios.

Osservando le navicelle decollare e andare incontro ad un cielo increspato da nuvole arancioni per i colori della sera che stava pian piano calando, la Professoressa Quinstein si chiese come sarebbe stato avere dei figli, come sarebbe stato se la sua vita fosse stata altrove. Si disse che quei giovani erano per lei tutto ciò che non aveva potuto avere dedicando la sua vita alla scienza. E in cuor suo pregò affinché potessero tornare tutti a casa sani e salvi.
Sapeva che il destino della Terra era segnato, ma le piangeva il cuore al pensiero di dover sacrificare delle tanto giovani vite.
Una piccola lacrima scese involontaria sulla sua guancia. Era bella la Professoressa, il volto maturo di una donna non più giovanissima, ma affascinante e delicata. E l’istante in cui quella lacrima le solcò il viso fu per lei il ricordo di una gioventù che non ricordava, di una debolezza e sensibilità che aveva, negli anni, sapientemente arginato. Ed ora ritornava prepotente.
Ma non poteva, non aveva tempo. Si asciugò la lacrima e si voltò dirigendosi nuovamente a grandi passi verso la sala il posto che le competeva. La razionalità tornò a prendere il sopravvento, troppe cose a cui pensare per perdersi in questo.

Non appena giunti in prossimità degli hangar delle loro navicelle, i Blue Fixer erano sul punto di separarsi. Jamie aveva nuovamente un suo apparecchio, nonostante il precedente fosse stato abbattuto in un recente scontro con il nemico. Avrebbe potuto salire a bordo del Pulsern Burn insieme a Marin, ma lo scopo della missione impediva che ciò accadesse. Per questa ragione Marin la diresse verso Oliver.
- “Tu andrai con Oliver…hai capito, Jamie?” -
Non aveva obiettato, non come forse tutti si sarebbero aspettati. Aveva solamente annuito. Sapeva che le cose non potevano andare diversamente. Guardò il suo Marin come fosse la cosa più bella che potesse osservare al mondo. Il suo cuore traboccava di amore ma sapeva che non era il momento per effusioni di alcun genere.
C’era stato un momento tra loro, poco dopo il discorso che la Quinstein aveva fatto al gruppo intero relativamente alla missione speciale di Marin, in cui erano riusciti a riavvicinarsi seppure per pochissimo tempo.
Marin aveva passato molte ore riflettendo su quanto lo aspettava. Non aveva cercato la compagnia di Jamie. Tuttavia, quando la ragazza l’aveva raggiunto, aveva accolto la sua presenza con un abbraccio, avvicinandosi a lei con pochi lunghi passi, colmando la distanza in breve e stringendola a sé senza proferire parola. Erano rimasti così per parecchio tempo. Quello, in fondo, era stato il loro saluto. Senza il coraggio di dirsi esplicitamente che forse non ci sarebbe stato più alcun bacio o carezza o abbraccio.
Quel bacio a fior di labbra che si erano scambiati, poco prima dell’ennesimo allarme che li richiamava nella sala comando, era stato sugellato da uno sguardo complice che era valso più di ogni promessa, di ogni addio, di ogni dichiarazione di intenti.

Ora, invece, era il momento di agire. Doveva separarsi da Marin. Jamie si rivolse con lo sguardo a Oliver, indefesso nella sua missione di supporto e nella sottesa missione di proteggere la ragazza da ogni pericolo.
- “Andiamo..” - disse semplicemente il biondo soldato.

Il Baldios volò rapido e, non appena possibile, effettuò il balzo interdimensionale.
Una volta nella terza dimensione Marin si rivolse ai compagni.
- “Tra pochi istanti ci separeremo e io andrò avanti da solo a bordo del Pulser Burn..” - scorsero istanti di silenzio - “..porterò a termine la missione, lo prometto. Non dovete preoccuparvi, andrà tutto bene. E se per qualche ragione non dovessi tornare…..” -
- “Marin, non dirlo neanche per scherzo!” - intervenne con foga Raita.
- “Raita, lo so…ma dobbiamo essere realistici. Sto per entrare nell'ammiraglia di Gattler per ucciderli, ma molto probabilmente loro uccideranno prima me..” - un improvviso singhiozzo si inserì tra i suoni della loro conversazione. Jamie stava piangendo.
Marin cercò di rimanere concentrato e proseguì..
- “….Oliver, Raita, sappiate che vi ho voluto bene, nonostante le incomprensioni inziali ho grande stima per tutti voi e sono orgoglioso di aver potuto far parte dei Blue Fixer! Se dovesse accadere il peggio…" -
- “Marin!! Anche noi siamo fieri che tu sia stato dei nostri, ma lo sarai ancora Marin… noi abbiamo fiducia in te!” -
- “Grazie Oliver!....Jamie...." - soppesò le parole, soppesò quel prolungato silenzio della ragazza. Gli stavano scorrendo davanti agli occhi le immagini di tutti i giorni appena trascorsi insieme a lei, di momenti felici e imprevisti.
E d’un tratto vide davanti a sé l'immagine di Aphrodia, bella nel suo abito leggero, come aveva avuto modo di vederla una volta, lontana dalla divisa che la rendeva il perfido braccio destro di Gattler.
Si accorse che il pensiero di quella donna portava confusione nella sua testa e nel suo cuore. Era consapevole di dover far chiarezza perché non voleva in alcun modo far soffrire Jamie. Anche se ormai era forse troppo tardi per pensare di non ferire i suoi sentimenti.
Sapeva che una parte di lui sarebbe sempre rimasta legata ad Aphrodia e a quello che lei rappresentava per lui. La sua Terra, il suo S1, un'attrazione che non riusciva a controllare e neppure più a negare.
Ma Jamie lo aveva riportato alla vita, gli aveva dato la serenità che tanto gli mancava, gli aveva permesso di pensare al futuro con ottimismo. Gli aveva dato un amore che neppure credeva di meritare, ma lei glielo ha dato. Sincero e senza chiedere niente in cambio, fin da quando lui la trattava con totale indifferenza. Forse lei merita di più. Forse merita un amore più totale. Sarò in grado di darglielo?  Si trovò a formulare questo pensiero suo malgrado.
Non si era mai soffermato su tutto questo, ma era turbato all'idea di non essere in grado di darle l'amore che lei chiedeva, o nella peggiore delle ipotesi, di essere ucciso e non tornare più. Forse Oliver sarebbe stato l'uomo giusto per lei. Oliver che non aveva dubbi, Oliver che non aveva negli occhi il volto di un’altra donna. Lui avrebbe potuto amarla davvero, lui forse……..
A quel pensiero una fitta allo stomaco, un pensiero fugace gli si palesò. Jamie non poteva essere di qualcun altro. Jamie doveva essere solo sua. Ecco, questo pensiero improvviso gli donò un sorriso leggero e gli fece scendere una piccola consapevolezza nel cuore. Cosa stava cercando di negare a se stesso? Forse amare era talmente difficile che rifugiarsi nell' "attrazione" fatale verso il suo peggior nemico lo rendeva più semplice? Un amore impossibile e irrealizzabile, per tenere lui lontano da ogni responsabilità. Ma se invece lui ora fosse stato pronto per prendersi la responsabilità di amare Jamie? Il giorno in cui la ragazza aveva ritrovato suo padre ed era stata in procinto di lasciare la squadra dei Blu-Fixer, era stato un giorno molto triste. Aveva provato un grande vuoto, un senso di solitudine. L'idea di non averla più vicino, sebbene ancora nulla fosse chiaro, gli era piombata addosso come un macigno. Ma quando l’aveva vista correre verso di loro il suo cuore aveva fatto un salto e aveva provato una sensazione simile alla vera gioia.
Sì, questo gli dava Jamie, e allora perché continuava ad avere tanti dubbi? Tanti turbamenti?

In quell'attimo, mentre la sua mente partoriva tutte queste riflessioni, il silenzio era sceso tra un ricevitorie e l'altro, tra i velivoli del Baldios, e tacitamente tutti attendevano che Marin finisse di esprimere ciò che ava cominciato.
 - " Jamie.. ascoltami…qualunque cosa accada ricordati che i miei sentimenti sono sinceri…. Hai capito Jamie?? Non dubitarne mai!” -
- “Sì Marin, lo so.. anche per me è lo stesso! Ma tu devi  tornare, ci sono tante cose da fare ancora insieme!” - sorrise con il sapore amaro e salato delle lacrime che le riempivano gli occhi e le solcavano il viso.
- “Molto bene allora… Io vado.” - era giunto il momento, non poteva più esitare.

Marin, a bordo del Pulsern Burn, con un balzo spaziale si catapultò direttamente all’interno dell’ammiraglia di Gattler.
Atterrò rovinosamente su una superficie apparentemente ampia e libera.
Buio, silenzio, la testa gli doleva per il brusco atterraggio e per il salto dimensionale. Alzò lo sguardo e si accorse di essere all’interno di un grande hangar. Intorno a lui sembrava non ci fosse anima viva.
Sembrava una nave fantasma. Ma sapeva che il nemico era in agguato, sapeva che l’avevano certamente avvistato ancor prima del balzo spaziale, e sperava che i suoi compagni fossero riusciti a rendersi invisibili ai radar nemici.
Scese dal suo apparecchio..
Si avviò verso la sola fessura di luce che riusciva a percepire e capì che, per certo, stava andando dritto nella braccia del nemico. Non ebbe il tempo di formulare questo pensiero che un violento colpo alla nuca lo fece crollare a terra, privo di sensi.
Apparve Aphrodia, nella penombra, nascosta dietro al suo cappello e ai suoi occhiarli, austera e ferma nell’osservare il corpo privo di sensi del suo giurato nemico. Sentì una vibrazione percorrerla.. un brivido da capo e piedi che la destabilizzò per qualche istante. Per quella frazione di secondo si sentì debole, in balia ad una sensazione che non riuscì immediatamente a decifrare.
Marin era lì, finalmente. L’aveva messo fuori combattimento, ma era stato facile, troppo facile.


Nota Autrice: Ed eccomi con un altro aggiornamento, mi rivolgo alla fedelissima Curleyswife3 che commenta ogni capitolo con santa pazienza.... Mi sta uscendo una versione più introspettiva di quanto avessi voluto! Ma mi viene così... i combattimenti non fanno per me, ma vediamo cosa ne uscirà fuori, anche se dubito potrò mai descrivere la trasformazione in Baldios!
Ma a parte ciò, sto cercando di vedere e scoprire come crescono questi personaggi e i loro sentimenti.. vediamo dove arriviamo!
E vediamo questo pseudo triangolo (quartetto?? c'è pur sempre Oliver!) dove ci porterà...
Grazie mille a chi legge e a chi vorrà lasciare un commento, Ciao!!

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Baldios / Vai alla pagina dell'autore: fandani03