Quest’ultimo si rivelò essere… Lord Voldemort.
Già, Tana era la figlia di Voldemort e di Johanna. Anche se non era sempre andata bene e i rapporti si erano allacciati pochi anni prima.
Da quando era nata, Tana non aveva mai avuto una figura paterna al proprio fianco che la seguisse e la amasse. Sua madre aveva dovuto portare avanti tutta la famiglia e lei si era molto affezionata alla figura materna.Avevano un rapporto speciale e unico e per questo quando morì in circostanze misteriose, fu come se una parta di lei se ne andasse.
Ricordava ancora bene il giorno in cui trovò a terra il corpo senza vita della madre.
Era una giornata fredda e nuvolosa e Tana era appena ritornata a casa dal college che frequentava. Erano mesi che non vedeva la madre e ne sentiva la mancanza. Era solo una visita di piacere e non si aspettava di trovare la porta spalancata e rotta in più punti come se una mandria di bufali inferociti ci avesse sbattuto contro.
Preoccupata e spaventata, corse a vedere cos’era successo e trovò la madre stesa sul pavimento del salotto. All’inizio, pensò che fosse svenuta e provò a scuoterla e a chiamarla per svegliarla. Ma, vedendo che non rispondeva, la peggiore delle ipotesi colpì la sua mente veloce come un proiettile e i suoi occhi si riempirono di lacrime.
Continuò a scuoterla, mentre scie salate le rigavano le guance e mormorava con voce tremante:-No, non può essere. Non può essere…-
Sembrava non volersi arrendere a quella prospettiva ma, alla fine, crollò sul petto della madre e pianse. Pianse tutto il suo dolore, ignara che qualcuno la stesse osservando.
-E’ morta. Non puoi fare più niente- la riscosse una voce maschile alle sue spalle.
Rabbiosa, si girò verso la direzione da cui proveniva la voce e vide un uomo dalla pelle pallida e gli occhi rossi.
– E’ stato lei a uccidere mia madre. Adesso, la pagherà per tutto quello che ha fatto. Non doveva farlo! Non doveva!- urlò la ragazza, lanciandosi contro l’uomo per attaccarlo.
Nella sua furia, non si era accorta che gli occhi le erano diventati e rossi e l’uomo, sorridendo, disse:-Hai coraggio, ragazzina. Ma stai sbagliando persona-
-Davvero? Io non credo proprio. Altrimenti, perché saresti qui?-
Prima che Tana potesse colpirlo, lui la bloccò con un gesto della mano e la spinse lontano. .
– Non sono stato io. Il vero responsabile della morte di tua madre è un altro-
-E tu chi saresti per dire una cosa del genere?-
-Io mi chiamo Voldemort e sono tuo padre-
Ok, ora certamente stupita: cosa quell’uomo era suo padre? No, non poteva essere. E se era possibile una cosa del genere, come mai si presentava cosi tranquillamente vent’anni dopo la sua nascita?
-No, non puoi essere mio padre. E se lo fossi per davvero, come mai ti presenti adesso?-
-Bè, diciamo che sono stato impegnato in altro-
-Bene, ritorna pure dov’eri. Non voglio avere niente a che fare con te- ribattè Tana, rialzandosi da terra e dirigendosi verso la cucina. Doveva dare degna sepoltura alla madre
-Neanche se ti dicessi che so chi ha ucciso tua madre?- fu fermata dalla voce di Voldemort.
Lentamente, si girò e domandò:-E tu come fai a saperlo?-.
– Io sono un mago, Tana. Posso insegnarti a controllare i tuoi poteri se solo mi permetti di aiutarti-
La ragazza rifletté sulle sue parole e guardò il corpo della madre. Doveva vendicarla.
– D’accordo. Dimmi chi è il responsabile- accettò la proposta, stringendo tra le mani l’amuleto che gli aveva regalato la madre quando aveva dieci anni.
-Chris McLean-