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Autore: PaperHero    12/11/2015    1 recensioni
-Chef! Chef! Dov’è finito quell’incompetente?- chiamava un adirato Chris McLean, vagando per la sua gigantesca villa.
Era appena uscito dalla sua Jacuzzi e cercava il collega perché quest’ultimo aveva avuto la brillante idea di nascondergli il suo prezioso gel per capelli, nonostante sapesse che era una cosa che lo faceva impazzire. .
Arrivato in cucina, trovò la tanto agognata boccetta, nascosta dietro alla tazza con sopra disegnato il suo volto. Ma la sua attenzione fu catturata da uno strano biglietto bianco che era proprio sotto la boccetta. Incuriosito, lo prese e lesse:
Questo biglietto può essere attivato solo da chi si rivelerà, essere il Prescelto dalle tenebre e successore del grande dio Erebo.
-Erebo? Chi è... – Chris McLean non poté terminare la sua frase che il biglietto diventò nero e compari un tunnel magico color rosa che lo teletrasportò da un’altra parte.
-Chris, ti ho sentito chiamarmi. Che cosa…?- entrò in quel momento Chef, guardandosi intorno e non vedendo nessuno – Oh, cavolo- aggiunse, quando notò il biglietto a terra e completamente bianco.
Genere: Generale, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blaineley, Chef Hatchet, Chris McLean, Nuovo Personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Tana – Già. Porteremmo a termine quello che lei aveva incominciato- rispose Tana, non alzando gli occhi dalla tomba e stringendo in una mano l’amuleto che aveva al collo – Non è vero, papà?- aggiunse, sollevando lo sguardo e incontrando gli occhi decisi e fieri del proprio padre.
Quest’ultimo si rivelò essere… Lord Voldemort.

Già, Tana era la figlia di Voldemort e di Johanna.  Anche se non era sempre andata bene e i rapporti si erano allacciati pochi anni prima. 

Da quando era nata, Tana non aveva mai avuto una figura paterna al proprio fianco che la seguisse e la amasse. Sua madre aveva dovuto portare avanti tutta la famiglia e lei si era molto affezionata alla figura materna.Avevano un rapporto speciale e unico e per questo quando morì in circostanze misteriose, fu come se una parta di lei se ne andasse.

Ricordava ancora bene il giorno in cui trovò a terra il corpo senza vita della madre.                                     

Era una giornata fredda e nuvolosa e Tana era appena ritornata a casa dal college che frequentava. Erano mesi che non vedeva la madre e ne sentiva la mancanza. Era solo una visita di piacere e non si aspettava di trovare la porta spalancata e rotta in più punti come se una mandria di bufali inferociti ci avesse sbattuto contro.                                                                                                
Preoccupata e spaventata, corse a vedere cos’era successo e trovò la madre stesa sul pavimento del salotto. All’inizio, pensò che fosse svenuta e provò a scuoterla e a chiamarla per svegliarla. Ma, vedendo che non rispondeva, la peggiore delle ipotesi colpì la sua mente veloce come un proiettile e i suoi occhi si riempirono di lacrime.
Continuò a scuoterla, mentre scie salate le rigavano le guance e mormorava con voce tremante:-No, non può essere. Non può essere…-
Sembrava non volersi arrendere a quella prospettiva ma, alla fine, crollò sul petto della madre e pianse. Pianse tutto il suo dolore, ignara che qualcuno la stesse osservando.
-E’ morta. Non puoi fare più niente- la riscosse una voce maschile alle sue spalle.
Rabbiosa, si girò verso la direzione da cui proveniva la voce e vide un uomo dalla pelle pallida e gli occhi rossi.
– E’ stato lei a uccidere mia madre. Adesso, la pagherà per tutto quello che ha fatto. Non doveva farlo! Non doveva!- urlò la ragazza, lanciandosi contro l’uomo per attaccarlo.
Nella sua furia, non si era accorta che gli occhi le erano diventati e rossi e l’uomo, sorridendo, disse:-Hai coraggio, ragazzina. Ma stai sbagliando persona-
-Davvero? Io non credo proprio. Altrimenti, perché saresti qui?-                                                                  
Prima che Tana potesse colpirlo, lui la bloccò con un gesto della mano e la spinse lontano. .                         
– Non sono stato io. Il vero responsabile della morte di tua madre è un altro-                                                    
-E tu chi saresti per dire una cosa del genere?-                                                                                               
-Io mi chiamo Voldemort e sono tuo padre-                                                                                                              
Ok, ora certamente stupita: cosa quell’uomo era suo padre? No, non poteva essere. E se era possibile una cosa del genere, come mai si presentava cosi tranquillamente vent’anni dopo la sua nascita?
-No, non puoi essere mio padre. E se lo fossi per davvero, come mai ti presenti adesso?-                                
-Bè, diciamo che sono stato impegnato in altro-
-Bene, ritorna pure dov’eri. Non voglio avere niente a che fare con te- ribattè Tana, rialzandosi da terra e dirigendosi verso la cucina. Doveva dare degna sepoltura alla madre                                                       
-Neanche se ti dicessi che so chi ha ucciso tua madre?- fu fermata dalla voce di Voldemort.                      
Lentamente, si girò e domandò:-E tu come fai a saperlo?-.                                                                                       
– Io sono un mago, Tana. Posso insegnarti a controllare i tuoi poteri se solo mi permetti di aiutarti-                  
La ragazza rifletté sulle sue parole e guardò il corpo della madre. Doveva vendicarla.                                     
– D’accordo. Dimmi chi è il responsabile- accettò la proposta, stringendo tra le mani l’amuleto che gli aveva regalato la madre quando aveva dieci anni.
-Chris McLean-         
   
 
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