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Autore: LorasWeasley    12/11/2015    6 recensioni
AU [solangelo]
"Finirai per odiarmi, lo so. Alla fine di tutto mi odierai come non hai mai odiato nessuno in vita tua"
...
"-Will … Non dovresti fidarti di me. Non farlo.
La risposta non arrivò subito, ci mise diversi secondi, anche questa non era più che un sussurro.
-Troppo tardi piccoletto."
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nico di Angelo, Nico/Will, Quasi tutti, Will Solace
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Nico sfrecciava sul suo skate in mezzo ai passanti.
Aveva le mani in tasca e il cappuccio nero della felpa abbassato sul volto.
Non sentiva assolutamente nulla.
Avrebbe voluto piangere, urlare, o fare qualsiasi altra cosa che gli avesse dato la certezza di essere umano.
Ma non una singola emozione trasparì dal suo corpo.
 
Quando arrivarono in ospedale tutti si trovavano nella camera di Percy.
Il ragazzo era seduto nel suo letto, quasi gongolava nel ricevere tutte quelle attenzioni.
Per la prima volta, in 7 anni, Nico lo abbracciò davvero felice.
Lo abbracciò consapevole di aver finalmente capito che quello che provava per lui fosse solo una cotta passeggera.
Lo abbracciò anche perché da li a 4 giorni non l’avrebbe più rivisto.
Però non si preoccupava molto per lui, aveva Annabeth.
Tutti loro sarebbero sopravvissuti alla scomparsa sua e di sua sorella.
Forse quasi tutti.
Si girò a fissare proprio quest’ultima, era abbracciata a Frank.
Lui la fissava, senza farsi vedere, con uno sguardo così pieno d’amore che Nico si chiese davvero come l’avrebbe presa.
Involontariamente cercò lo sguardo di Will.
Il biondo lo stava già fissando, aveva lo stesso sguardo di Frank, solo che a lui non interessava nasconderlo.
Il dolore che Nico sentì al petto per poco non lo uccise.
 
Si abbassò ancora di più il cappuccio e spinse il piede andando più velocemente.
I pochi spiccioli che aveva in tasca tintinnarono.
 
Erano al parco.
Faceva ancora freddo, ma era una giornata abbastanza soleggiata.
Will era seduto sull’erba, con la schiena appoggiata al tronco di un albero sempreverde.
Nico era steso a terra, la testa sul suo grembo e gli occhi chiusi, completamente rilassato.
Non parlavano, Will stava leggendo un libro, lo teneva con una mano mentre con l’altra alternava lo sfogliare delle pagine a delle leggere carezze ai capelli scuri del ragazzo.
A un certo punto sbuffò e lasciò andare il libro sull’erba, perdendo la pagina che stava leggendo.
Nico aprì un occhio e corrugò la fronte, cercando di capire cosa gli fosse successo.
-Platone era un idiota.
Nico capì al volo, infondo anche a lui non piaceva molto quella storia –Stiamo parlando della cosa che l’uomo era ermafrodite e poi venne diviso dagli Dei e bla bla bla?
-Si- borbottò Will in risposta.
-Concordo, era un grande idiota. Anche perché è risaputo che poi se la faceva con il suo maestro.
Will cercò di trattenere un sorriso divertito –E questo chi l’ha detto?
-Io.
-Oh bè, allora scusa, non metterò mai più in discussione una tua affermazione.
Il suo sorriso divertito si aprì ancora di più.
-Impari in fretta- gongolò Nico alzandosi leggermente e lasciandogli un veloce bacio sulle labbra.
Poi, però, fissò i suoi luminosi occhi blu, resi ancora più brillanti dal sorriso, e ricordò che mancavano solo 3 giorni.
Ritorno velocemente sulle sue labbra in un bacio quasi disperato.
 
Si fermò davanti la cabina telefonica, con un piede fece alzare lo skate e se lo mise sottobraccio.
Fece un sospiro e poi aprì la porta chiudendosi all’interno.
 
Stavano guardando un film, era uno di quei film horror così fatti male che Nico si addormentò dalla noia.
Erano a casa di Will, sul suo enorme letto a guardarlo dal suo enorme televisore.
Si addormentò con il volto incastrato tra la sua spalla e il suo collo, si svegliò nella stessa identica posizione.
-Mhm…- biascicò lanciando un’occhiata allo schermo –Non ricordo che stavamo vedendo questo film.
In effetti adesso la tv stava trasmettendo un cartone animato con dei pesci.
-Sicuramente ti ricordi male.
Le labbra di Nico si tesero in un sorriso, per poi schiuderle e iniziare a giocare, sia con la lingua che con i denti, in un lembo di pelle, del collo di Will, particolarmente sensibile.
-Sei un fifone.
Il biondo strinse le mani sui suoi fianchi, poi capovolse le posizioni e lo imprigionò sotto di lui.
-Rimangiati tutto quello che hai detto.
Nico rise divertito, poi lo fissò malizioso.
-Altrimenti?
E, infine, Nico si ritrovò a pensare che non era poi così male fare infuriare Will qualche volta. Anzi, era terribilmente appagante.
Poi arrivò alla conclusione che non avrebbe avuto nessun’altra occasione.
-Facciamolo … come … se fosse … la nostra ultima volta …
Si ritrovò a biascicare tra un gemito e un altro.
Will era troppo preso dal piacere per rendersi conto, seriamente, di quello che potevano davvero significare quelle parole spezzate.
2 Giorni.
 
Mise i soldi dentro la macchinetta arrugginita, sporca e mezza distrutta, poi compose il numero.
Attese che la chiamata gli venisse inoltrata.
 
-Comunque, domani parto con la mia famiglia. Starò via circa due giorni, è una stupida festa importante di un qualche amico di mio padre importante.
-Si, lo so- si ritrovò a rispondere Nico.
Will si fermò un solo secondo, con la fronte corrugata, poi provò a chiedere – Come…
Ma Nico lo anticipò –Me l’avevi già detto, non ricordi?
Il biondo cercò di ricordare, poi scrollò le spalle e lasciò correre.
In realtà non gli aveva proprio detto nulla, ma come faceva Nico a non saperlo se era lo stesso motivo per cui non l’avrebbe visto più?
Quel pomeriggio avevano giocato al campo insieme a tutti gli altri, Percy e Jason quasi del tutto ripresi.
Poi erano stati a mangiare al MC Donald e avevano passeggiato per un po’, senza una meta. Infine, solo loro due, si erano ridotti a bere una birra seduti in un muretto.
Verso l’1 e mezza Will disse – Forse è meglio se andiamo, o domani non mi sveglio più.
Nico non fece altro che annuire.
Fecero un pezzo di strada insieme, fino a quando non dovettero prendere due vie differenti.
Non c’era praticamente nessuno in giro.
-Mi mancherai- soffiò il moro sulle sue labbra.
E, se fosse stato un qualsiasi dei loro tanti momenti, non avrebbe mai detto una cosa del genere.
Will si limitò a sorridere mentre gli lasciava un ultimo, dolce e bagnato bacio.
Nico assaporò ogni singolo momento, ogni tocco, ogni parola.
-Ti amo- gli disse Will e, per la terza volta, non si aspettò una risposta.
Nico lo fissò mentre si allontanava.
Era appena finito il suo ultimo giorno.
Quando divenne una sagoma nera e indistinta, Nico si strinse nel suo giubbotto e si avviò a casa.
Si sentiva vuoto, un sacco di pelle pieno di sangue inutile.
Era più o meno la stessa sensazione di quando erano morte Bianca e sua madre.
 
-Pronto?
E Nico si portò velocemente una mano al viso per coprirsi la bocca, non poteva permettere che il biondo sentisse il singhiozzo che gli era appena salito.
Non sentiva nulla da più di 12 ore, ma la sua sola voce era bastata per stravolgere tutto quanto.
Si appoggiò a una delle pareti trasparenti e scivolò, finendo seduto a terra.
Fu dopo il secondo richiamo che Nico si decise, finalmente, a rispondere.
  
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