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Autore: AliceMiao    12/11/2015    3 recensioni
[...]"Perchè pensava fosse morta?".
"Anni fa la loro famiglia venne attaccata dai nostri nemici e lei sparì. Sospettavano che l'avessero catturata, ma credevano che dopo un anno sarebbe già morta, aveva solo 6 anni quando accadde. Invece eccola qui".[...]
Una ragazza misteriosa viene trovata davanti al portone. Nessuno vuole farla entrare, perchè temono sia un nemico. Chi è in realtà? Come cambierà la vita di tutti?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Izzy Lightwood, Simon Lewis, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~~Il giorno seguente mi sentivo decisamente meglio. Avevo constatato definitivamente che non si trattava di un sogno e che era tutto reale.
Come la mattina precedente Simon mi portò un vassoio pieno di cibo, ma sembrava teso e nervoso.
"C'è qualcosa che non va? Sei teso come una corda di violino", dissi addentando un pezzo di torta al cioccolato.
"È che ho paura di dire la cosa sbagliata e farti tornare in mente quello che è successo".
Sorrisi. "Mi fa piacere che tu sia così premuroso, ma non serve. Mi passerà". Bevvi un sorso di tè e guardai fuori dalla finestra. Il tempo era sereno e il sole splendeva.
"Sei mai stata a New York?".
"No, non sono mai stata da nessuna parte. Perchè me lo chiedi?".
"Visto che è una bella giornata che ne dici se andiamo a visitare la città?".
Ma... Non era mica un vampiro? "Ma tu sei un vampiro. Credevo che i vampiri non potessero uscire di giorno".
"Sono un caso particolare".
"Oh. Beh in questo caso volentieri". Sorrisi.
"Perfetto. Dimmi quando sei pronta!", disse e andò a prepararsi.
Mi alzai e andai verso l'armadio. Mio fratello lo aveva riempito di vestiti della mia taglia. Scelsi un paio di jeans, stivali con tacco, canottiera nera e giubbetto di pelle.
Uscii dalla camera e (dopo essermi persa) arrivai all'ingresso, dove c'era lui ad aspettarmi.
"Scusa mi sono persa un attimo!".
"Tranquilla lo capisco. Anch'io mi sono perso un po' di volte all'inizio!". Ridemmo e lui aprì la porta, ma quando stavamo per uscire una voce ci fermò.
"Dove state andando?". Jace.
"Le faccio fare un giro della città. Perchè c'è qualche problema?".
Avanzò verso di noi. "Sì. È pericoloso per lei".
Sospirai. "Sto bene, non devi preoccuparti".
"Non è a quello che mi riferisco. Là fuori ci sono persone che ti stanno cercando".
"So difendermi. E poi non mi attaccherebbero mai davanti a migliaia di persone".
"Tu stai qui, non esci". Questa volta era stato Alec a parlare.
Mi voltai verso di lui. Aveva uno sguardo che fin da piccola conoscevo bene: uno sguardo che non ammetteva repliche.
Gli camminai di fianco e mi diressi in camera mia. Una volta lì chiusi la porta e mi sedetti sul letto. Mi sentivo come una malata che non poteva uscire perchè altrimenti avrebbe infettato la città.
Qualcuno bussò. "Posso entrare?". Alec. Ovvio.
"No". La mia risposta era stata secca e decisa.
"E dai, non essere arrabbiata!".
"Non dovrei?".
"Aspetterò qui finchè non apri".
"Aspetta pure, tanto non ti faccio entrare". Mi misi comoda sul letto, finendo la colazione (visto che non sarei uscita non mi sembrava il caso di lasciare lì tutto quel ben di Dio).
Dopo un'ora mi chiesi se era ancora davanti alla porta. "Sei ancora lì?".
"Sì. Hai deciso di farmi entrare?".
Sospirai. "Entra".
Entrò e chiuse la porta. Si sedette accanto a me, sul letto.
"Capisci perchè non voglio che tu esca?".
"Sì, ma non puoi neanche tenermi prigioniera qui dentro".
Sospirò. "Questo lo so, ma...".
"E allora non comportarti come un carceriere che impedisce al carcerato di uscire".
Mi guardò negli occhi. "Lo so, sono molto protettivo, ma non voglio perderti una seconda volta".
"Lo so. Nemmeno io lo voglio. Ma prova a metterti nei miei panni".
Sospirò e passò una mano tra i capelli, nervoso. "Tornerai prima che faccia buio?".
"Certo. So bene che una volta che cala il sole ci sono molti demoni in giro".
"Starai sempre appiccicata a Simon?".
Annuii. "Sempre".
Sospirò per l'ennesima volta. "E va bene. Ma solo fino a che non fa buio e a patto che tu stia sempre, e ripeto sempre, appiccicata a Simon. Intesi?".
"Sì. Intesi". Lo abbracciai. "Grazie".
Lo sentii sorridere. E lo feci anch'io. Capivo il motivo per cui era così protettivo, ma doveva imparare anche a fidarsi degli altri. E di me.
"Forza raggiungilo all'ingresso". Sorrisi e uscii di corsa dalla stanza.

(???)
Stavo riflettendo sulla prossima mossa da fare, quando un soldato venne da me.
"Buongiorno. Mi duole informarla che la ragazza è fuggita".
Sorrisi e andai verso di lui. "Lo so bene, lo so bene. Ed è giusto così".
"Non vi capisco. Che intendete dire?".
"Quel demone aveva predetto che sarebbe successo".
"E allora perchè non avete rafforzato le difese? Perchè avete fatto comunque in modo che fuggisse?".
"Perchè, mio caro, aveva predetto anche ciò che sarebbe successo se lei fosse fuggita. Ed è molto bello quello che succederà, quindi ho lasciato che fuggisse".
"Oh. Siete molto astuto e intelligente, mio signore".
"Grazie. Ora va".
Si inchinò e se ne andò. Lo feci anch'io. Scesi in profondità.
Mi avvicinai alla porta della sua cella. Sul pavimento c'era ancora del sangue. Suo sangue.
"Ti troverò ovunque tu andrai; non potrai mai scappare o nasconderti ".
Sorrisi chiudendo la porta alla mie spalle e dirigendomi nella mia stanza.

Note: chi è il personaggio misterioso? Cosa vuole dai protagonisti?
Spero vi piaccia!
Baci AliceMiao

   
 
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