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Autore: NadShepCr85    13/11/2015    2 recensioni
La storia della mia Shepard. A partire dalle origini fino all'assalto alla Base di Cerberus.
Missioni e interazioni tra l'equipaggio e il Comandante, con una particolare attenzione sulla romance tra Shepard e il Turian più amato della saga, Garrus Vakarian.
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Comandante Shepard Donna, Garrus Vakarian, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
Capitoli:
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Premessa: Vi chiedo scusa. Il Capitolo doveva essere già stato pubblicato da un po', ma mentre lo riscrivevo mi sono imbattuta in alcuni punti difficili, dovuti principalmente alla mia poca concentrazione sulla fanfiction, concentrazione che ho dovuto dirottare altrove, per problemi personali ben più gravi, e mi ci è voluto un po', prima di rimettermi a scrivere.
Ringrazio skadex, Johnee, il mio amico e beta a tempo perso Davide, Nimhlot(spero di averlo scritto giusto, nel caso ti chiedo scusa), per le loro recensioni, suggerimenti e correzioni in corso d'opera.

Non vi trattengo oltre, augurandovi una buona lettura, e come sempre, vi invito a lasciare due righe per farmi sapere la vostra opinione sul capitolo. Sono ancora molto indecisa su alcuni punti, ma al momento non ho altre idee in proposito.

Capitolo 26: Fighting for the lost- The Hades's mastiffs part 1

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"Grandine grossa, acqua tinta e neve
per l'aere tenebroso si riversa;
pute la terra che questo riceve.
Cerbero, fiera crudele e diversa,
con tre gole caninamente latra
sovra la gente che quivi è sommersa.
Li occhi ha vermigli, la barba unta e atra,
e'l ventre largo, e unghiate le mani;
graffia li spirti ed iscoia ed isquarta."

Divina Commedia, Inferno, Canto VI.
 

Agglomerato Zakera, 2183
Ore 02.00, Ora di Vancouver

Stazione Spaziale Cittadella
 

.

Kahoku sapeva che qualcuno lo stava seguendo. Da settimane, da mesi probabilmente.

Aveva iniziato a sentirsi sotto osservazione sin dal momento in cui aveva iniziato a fare domande in giro al riguardo dei suoi uomini, ma la situazione era peggiorata da quando il Comandante Shepard, visibilmente provata da quel favore personale che gli aveva fatto, gli aveva portato la notizia di quanto era accaduto su Edolus.

L'Ammiraglio aveva iniziato a portare con sé più di un'arma individuale, ma sapeva che se lo avessero preso di sorpresa, o attirato con successo in una trappola, non avrebbe avuto molte chance, sperò solo che ci mettessero abbastanza tempo da permettergli di lanciare l'allarme, e la prima persona a cui pensò fu quella che si era fatta in quattro per aiutarlo, nonostante avesse poi dovuto rivivere orrori che stava cercando di dimenticare.

Come Contrammiraglio dell'Alleanza, aveva canali privilegiati, e le sue peculiarità di Ufficiale delle Forze Speciali, gli permettevano di raggiungere anche chi era in tutto e per tutto un fantasma, o meglio, uno Spettro.

E la sua ultima ancora di salvezza.

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Nadira si asciugò i capelli, non aveva dormito una sola ora, durante il turno notturno. Era stata in silenzio, per non destare sospetti, ed ora osservava la sua uniforme di rappresentanza stirata, con i bottoni ben lucidati e allineati, a sinistra le sue decorazioni, compresa quel Cuore Viola di cui era stato insignito suo padre, la Medaglia d'Oro al Valore Militare alla Memoria appartenente alla sua antenata, il nastrino azzurro e la stella dorata al centro di esso, anch'esse ben composte come le avevano insegnato al campo d'addestramento. Sopra di esse l'Aquila con l'ancora affiancata dai distintivi di specialità e la spilla che la identificava come N7, appoggiata sul letto insieme ai pantaloni.

Le scarpe le aveva tirate a lucido a tal punto che persino Wrex avrebbe potuto vedere la sua intera figura, se solo vi si fosse specchiato, e per quella occasione, Hackett le aveva richiesto

Shepard guardò tutto quello spettacolo rassegnata, fosse dipeso da lei, avrebbe indossato solo l'uniforme di rappresentanza, ma l'Ammiraglio aveva insistito che si presentasse nella sua forma migliore, e questo comprendeva anche l'abbigliamento.

Dopo essersi asciugata e pettinata, procedette alla vestizione, lasciando berretto e sciabola per ultimi, continuando a guardare l'ingresso della sua cabina nella speranza che ci fosse un'emergenza, qualsiasi cosa che le potesse permettere di schivare quella cerimonia a cui, volente o nolente, avrebbe dovuto partecipare.

Si stava abbottonando la giacca dell'uniforme, quando Garrus entrò, senza bussare, visto che la porta della cabina era rimasta aperta, aperta volutamente dal Comandante, con in mano la sua corazza Colossus.

- Comandante, chiedo scusa del disturbo, ma.....-esordì Vakarian bloccandosi e mettendosi istintivamente sull'attenti, più per abitudine che per iniziativa vera e propria, quando vide le onorificenze che pendevano dal petto di Shepard.- Come non detto, torno più tardi.- affermò il Turian, iniziando ad uscire, subito fermato da Nadira.

- Rimani, altrimenti potrei anche cambiare idea, e ordinare a Joker di andarsene.- ribatté Shepard, sospirando pesantemente, che stava pensando sempre ad una scusa per disubbidire ad un ordine di Hackett. Oh, se avesse potuto farlo.....in teoria sì, visto che era uno Spettro impegnato in una missione prioritaria per la salvaguardia della Galassia, ma era stanca di scappare.- ….dimmi che una IA impazzita ha deciso di svuotare i conti correnti dei tre Consiglieri.- implorò Nadira.

- Penso che in quel caso, saprebbero già di chi sospettare,Comandante.- si intromise Joker, cogliendo al volo l'occasione per cercare di ravvivare la giornata a Shepard.- E non sarebbe una IA impazzita.- Aggiunse, alludendo

- Soprattutto perché vedrebbero un'impennata nell'acquisto di film pornografici, o di copie della Deluxe Edition di “Vaenia”.- lo gelò il Comandante, e Garrus comprese che quella non era giornata.

-.....disconnessione in corso.- si affrettò a dire Jeff, comprendendo che non era aria.

Dopo qualche minuto di silenzio, durante i quali Nadira, sospirò profondamente e scosse la testa, Garrus trovò il coraggio per chiederle il perché fosse così tirata a lucido, e con l'uniforme di rappresentanza.- Non tutti i giorni ti si vede così, Comandante. Qualche cerimonia a cui non puoi fare a meno di partecipare?- chiese Vakarian. Anche lui detestava quel genere di ostentamento di potere, ne aveva avuta la sua razione di parate e cerimonie militari di commemorazioni, in cui doveva tirare a lucido il fucile, indossare l'alta uniforme, e restare impettito sull'attenti per almeno due ore.

Con l'SSC la maggior parte di quelle cerimonie se le sorbivano i Capi, gli Agenti vi partecipavano soltanto nel caso gli fosse stata assegnata qualche onorificenza, e lui vi aveva partecipato di rado.

- Qualcuno è riuscito a convincermi a partecipare alla commemorazione della strage di Akuze.- spiegò Shepard.- Sai, c'è uno Spettro impazzito che sta cercando di far tornare una razza tecnologicamente più avanzata di noi, e l'Alleanza non ha niente di meglio da fare che invitarmi a queste cavolate.- si sfogò il Comandante, mentre cercava di sistemarsi un paio di bottoni che aveva abbottonato male.- E, stavolta, non posso dire di no.- confessò Nadira, sedendosi sul letto e mettendosi a giocare con il berretto, dopo aver spostato la sciabola.

- L'anniversario è oggi?- chiese Garrus, sorpreso di apprendere quella notizia.- Strano, di solito lo organizzano sul pianeta, ma è normale che, con quanto sta accadendo, vogliano organizzarlo in un posto sicuro.- fece notare Vakarian, restando in piedi.- Un momento....è la prima volta in sei anni che ti presenti?!- chiese, stupito, il Turian. Il Comandante non rispose, le bastò guardare in malo modo il Detective, per fargli capire che aveva centrato il punto.- Ho capito....penso che me ne scenderò in stiva a sistemare il MAKO.- iniziò a dire Garrus, frettolosamente, comprendendo che aveva toccato un nervo scoperto.- Ho notato qualche piccolo problema alle sospensioni.-

- Rilassati, Garrus. Non voglio ucciderti, è solo che mi sento a disagio a presentarmi in questo modo. Avrei preferito un po' più di discrezione, da parte di Hackett, ma l'Ammiraglio mi vuole splendente da capo a piedi, come se dovessi sfilare in parata.- spiegò Shepard.- Perché mi ricordo di essere uno Spettro solo quando c'è da far saltare in aria qualcosa in modo spettacolare?- chiese, rassegnata, raccogliendo i guanti bianchi da terra insieme al berretto, il Comandante.

-Perché sono le cose più divertenti da fare.- rispose Garrus, con sicurezza.- Guarda il lato positivo, Shepard, ci saranno bicchieri di cristallo, caviale, vino d'annata e avrai l'occasione di fargli vedere che ti importa di loro al punto da abbandonare una missione importante come quella che dobbiamo portare a termine.- le fece notare Vakarian.

-.....forse dovrei chiedere ad Alenko di andare al mio posto.- propose Shepard, iniziando ad andare in panico.- Lui adora questo genere di cose.- insistette Nadira.

- Alenko non era su Akuze, Comandante.- le disse Garrus.- Ascolta, Shepard, io e Williams, oppure io e Tali, possiamo venire con te, se ti può far sentire più sicura.- offrì Vakarian.

-....Wrex sarebbe meglio.- ribatté il Comandante, controllando l'orario, sperando di arrivare a cerimonia già iniziata e assistervi da lontano.

- Temo che dopo dieci minuti senza nemmeno una piccolissima goccia di sangue versato, si annoierebbe a morte.- affermò, ridacchiando, Vakarian.- Esci viva da uno scontro con una delle più potenti Matriarche Asari, e hai paura di una commemorazione? Non sarà poi così terribile, andrà tutto bene, ne sono sicuro.- la rassicurò il Turian, uscendo un attimo e allungandole poi una tazza di caffè.- Con questo credo che affronterai meglio la cosa.- esclamò, sicuro il Turian.

- No, lascia perdere.- disse Shepard, alzandosi e iniziando ad avviarsi fuori dalla cabina, lasciando Vakarian immobile con la tazza di caffè in mano, non sapendo bene che cosa farsene.- Hai ragione, sto facendo tanto rumore per nulla. Meglio andare, prima che ordini davvero al mio Timoniere di fare rotta verso i Sistemi Terminus con una scusa qualsiasi.- esclamò Nadira, voltatasi verso il Turian, un'ultima volta.- Se vuoi venire, mi farebbe piacere avere qualcuno della squadra da sbarco. Nel caso le cose prendessero una brutta piega.- aggiunse, sperando che Garrus accettasse e portasse con sé anche gli altri. Non era vigliaccheria quella, ma si sarebbe sentita più tranquilla ad averli là con lei, a coprirle le spalle come al solito. Sapeva , però, che non poteva lasciare la Fregata sguarnita, e che era un qualcosa quello che doveva affrontare da sola.

- Ti ringrazio per il pensiero, Shepard, ma non voglio creare scompiglio. Le femmine guarderebbero e ascolterebbero soltanto me, se dovessi venire. Non voglio togliere attenzione agli interessantissimi discorsi delle autorità presenti.- Sarà per un'altra volta.- affermò spavaldo Garrus.

- Oppure scapperebbero dal terrore.- gorgogliò, ridacchiando, Wrex, che era salito dalla stiva per chiedere qualche ora di permesso a Shepard, per incontrarsi con alcuni Krogan presenti sulla Cittadella. - Non ho mai visto un Turian più brutto di te, in settecento anni di vita. I tuoi genitori hanno anche figli normali?- chiese il Krogan, per provocare Vakarian, il quale non si scompose di un millimetro.

-....ha parlato l'Adone.- mormorò, divertita, Shepard.- Cercate di non far saltare in aria la Normandy, mentre sono via, d'accordo? Ci sono altri modi più costruttivi, per risolvere le questioni in sospeso.- raccomandò, sollevata, la tensione per quella commemorazione scioltasi grazie al battibecco tra Garrus e Wrex.

- Non preoccuparti, Shepard. Non ho ancora fame, ma finirei col soffocarmi a causa di tutte queste ossa, quindi credo che ripiegherò sui Salarian.- scherzò Wrex, dopo aver dato una sonora pacca sul carapace di Garrus, il quale lo guardò di traverso.

- Ti amo, Wrex.- affermò, sarcastica, Nadira, mentre sghignazzava.

- Sei la benvenuta, Shepard.- ribatté il Guerriero Krogan, lasciando libera di andarsene il Comandante.- Visto, Turian? Persino gli Umani preferiscono noi Krogan.

- Alla prossima, Wrex.- rispose il Comandante, salutando con un cenno della testa anche Garrus, il quale contraccambiò allo stesso modo.

- Shepard.- si limitò a ribattere Wrex, voltandosi.

Quando Shepard, dopo aver risposto al saluto militare di Pressly ed un paio di membri dell'equipaggio, fu abbastanza lontana da non poterli più sentire, Wrex diventò serio tutto ad un tratto, rivolgendosi al Turian.- Hai fatto la cosa giusta, Garrus. È qualcosa che deve affrontare da sola. Saremmo stati di troppo.- disse il Krogan, consapevole che certe faccende, e le loro relative conseguenze, andavano affrontate da soli.- Fossi in te, non mi preoccuperei più di tanto, se la caverà.- lo rassicurò il vecchio mercenario.

- Spero solo che abbia capito. Un supporto morale più consistente le avrebbe fatto molto piacere, suppongo.- ammise Vakarian, appoggiando la Colossus modificata sul letto del Comandante, lasciandovi accanto le nuove specifiche che aveva studiato e portato all'attenzione della ditta produttrice personalmente, che aveva provveduto a dargli delle linee guide per apportarle lui direttamente e risparmiare tempo, con la clausola che Vakarian, in ritorno, avrebbe spedito loro gli schemi di tali modifiche.

- Shepard non è una stupida, un po' pazza forse, ma non è una stupida. E le hai fatto un favore a non andare.- ribadì Wrex spulciando quel datapad con le specifiche della Colossus IX modificata, rimettendolo poi al suo posto, una volta finito di leggere.- Ora, se mi scusi, ho delle cose da fare sulla Cittadella. Tornerò in tempo per la partenza.- assicurò il Krogan, uscendo dalla cabina, seguito poi da Garrus.

Vakarian sospirò rassegnato, sapendo che il Guerriero Krogan aveva ragione, nonostante avesse voluto essere al fianco del suo Comandante: il MAKO lo aspettava.

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Cittadella, Presidium.

Monumento ai Portali.

Ore 10.15 a.m, Ora di Vancouver
 

Khalisa Bin Sinan Al-Jilani, era in attesa, come un lupo che aspettava la sua preda, acquattato in mezzo ai cespugli, pronto a saltargli addosso, pronto a procacciarsi il cibo per l'inverno imminente.

Si avvicinò all'Ambasciatore Udina, chiedendogli un'intervista, permettendo ad Hackett di sgusciare via e toglierle la preda che tanto aveva atteso da sotto le fauci, portandola lontana dagli sguardi contrariati dei famigliari del Cougar Platoon e dalla giornalista, che voleva la rivalsa dopo la figura da idiota che le aveva fatto fare davanti alle televisioni di tutta la Galassia.

Nadira non smise, nemmeno per un attimo, nel sentirsi a disagio in quella situazione: sapeva di non essere gradita, sapeva che prima o poi qualcuno avrebbe detto ad alta voce ciò che pensava veramente sulla sua presenza a quella commemorazione, sapeva che quella giornalista, fastidiosa come una zanzara che continuava a pungerti, l'avrebbe in qualche modo irritata e provocata, e non era dell'umore adatto per non cadere in una provocazione. Ora era troppo tardi per tirarsi indietro.

- Pensavo che avesse trovato una scusa per non venire neanche quest'anno, Comandante.- disse Hackett, distogliendola a quel modo dalle sue paure.- Anche se, a dir la verità, non è stata una mia idea, quella di trascinarla fin qui.- continuò l'Ammiraglio.

- Anderson.- si limitò a dire lei, scocciata di quell'intrusione a gamba tesa del Capitano, se davvero si era trattato di lui. La presenza di Udina, che di solito delegava ad altri quelle incombenze, era alquanto sospetta. Probabilmente quell'approfittatore non voleva perdere l'occasione di fare campagna elettorale, o di accumulare altra influenza all'interno dell'Alleanza dei Sistemi. Patetico. Era un altro dei tanti motivi per cui avrebbe voluto ritrovarsi a migliaia di anni luce di distanza, a combattere Geth e Krogan mercenari, piuttosto che a discutere da quale vigneto provenisse e di quale annata fosse lo champagne che sarebbe stato servito al rinfresco. E, contemporaneamente, si mise a ridacchiare, pensando a come Wrex avrebbe monopolizzato la scena o a come Tali avrebbe fatto venire il mal di testa a tutti i presenti mettendosi a parlare delle ultime tecnologie presenti sul mercato.

Sospirò, entrambi sarebbero stati degli ottimi diversivi per permetterle di darsela a gambe, e tornare sulla Normandy, avrebbe persino ascoltato i mille problemi di Alenko pur di non essere lì, ma purtroppo non erano di grado abbastanza elevato per venire invitati a quella cerimonia, dove l'èlite dell'Umanità si preparava ad esaltare i suoi “eroi”. Una Quarian? Un Krogan mercenario che aveva più cervello di tutte le alte cariche messe insieme? Blasfemia! Chi mai avrebbe voluto un selvaggio e una zingara a un banchetto così tanto chic? Non andava ancora di moda farlo.

- Non lo biasimo. Se non avesse preso l'iniziativa lui, l'avrei presa io, Comandante.- ribatté Hackett.- Sapendo che cosa c'è a rischio, lo prenda come un modo per voltare pagina definitivamente.- proseguì l'Ammiraglio, incrociando le mani dietro la schiena ed ergendosi in tutta la sua statura.- Sono contento che lei sia riuscita a catturare vivo il Dottor Wayne. Ora potremo processarlo, e anche avere maggiori informazioni su Cerberus.- le disse Steven, per cercare di calmarla, vedeva benissimo che era nervosa, ma non glielo fece notare. Era l'unica cosa di cui aveva bisogno.

- Il Caporale Toombs?- chiese Nadira, cogliendo di sorpresa l'Ammiraglio, che si aspettava tutt'altra domanda.

- Dopo, non ne possiamo parlare ora, Comandante.- la interruppe l'Ammiraglio, conscio che c'erano troppe persone lì attorno a cui era meglio tenere nascoste alcune informazioni.-Vogliamo accomodarci? Le ho riservato un posto in prima fila, accanto all'Ambasciatore Udina.- Davanti allo sguardo contrariato del Comandante, Hackett mantenne un atteggiamento professionale.- Mi auguro che manterrà un atteggiamento professionale, nei confronti del rappresentante politico dell'Alleanza dei Sistemi sulla Cittadella, Comandante.-

Shepard rispose che si sarebbe comportata a modo, nei confronti di Udina, delusa dal fatto che Anderson non fosse lì, ma comprese il motivo per cui il Capitano lo aveva fatto, lo stesso motivo per cui nessuno della sua squadra se l'era sentita di accompagnarla, accampando le più colorite e fantasiose scuse. E gliene fu grata.

Quella era la sua battaglia da combattere, da sola, era il suo peso e la sua dannazione, ma sapeva di non essere comunque sola del tutto: ora più che mai, mentre si sedeva accanto ad Udina, dopo avergli stretto malvolentieri la mano, sentiva che erano lì, con lei.

Negli ultimi mesi passati a bordo della Normandy, prima come Primo Ufficiale, e poi come Ufficiale Comandante della nave, aveva ritrovato motivi a sufficienza per andare avanti, per tornare a respirare.

Dopo Akuze si era come ritrovata in apnea, in un mondo sospeso tra la vita e la voglia di farla finita una volta per tutte, aveva toccato il fondo in così tante occasioni che nemmeno lei sapeva come era riuscita a superarlo e a rialzarsi ogni volta. Si era chiesta a più riprese come facesse ad avere ancora le energie necessarie a combattere.

Più e più volte, si era lanciata nella mischia sperando che quel proiettile arrivasse anche per lei e mettesse la parola fine alla sua esistenza, come era stato per i suoi sottoposti, lasciati indietro su quel pianeta dimenticato da Dio e dagli uomini.

Ora, non voleva più che quel proiettile la raggiungesse, e nei momenti peggiori, quelli che nascondeva dietro l'imperturbabilità delle sue mille maschere, che indossava davanti all'equipaggio per mantenere il morale alto, le bastava ricordarsi di Solcrum e di Edolus per ritrovare immediatamente lucidità e combattività. La forza la traeva da quell'equipaggio di disgraziati che si tirava dietro per la Galassia, alla ricerca di Saren Arterius. Un altro merito che doveva riconoscere al Turian.

Aveva trovato una nuova famiglia, una famiglia che non voleva perdere a nessun costo. Strana, certo, ma senza di loro, si sarebbe ritrovata di nuovo in un vicolo sudicio e maleodorante, con una Glock accanto e a pensare a quali sarebbero state le sue ultime parole per spiegare ad Anderson il motivo per il quale si era tolta la vita.

Era pronta a lasciare andare il Cougar Platoon, sollevata di essere riuscita a riportarne a casa almeno uno di loro, mentre Udina si era avvicendato all'ultimo dei famigliari dei suoi uomini, dopo che questi avevano letto uno per uno i nomi dei quarantotto caduti sul suolo arido e inospitale di Akuze.

Si era accorta del mormorio di disapprovazione, al non sentire pronunciare il nome del Caporale Toombs, insieme agli altri, ma probabilmente l'Alleanza aveva nella manica un asso da giocare, lo poteva leggere negli occhi avidi di notorietà di Udina, e nei gesti di Hackett, che si stava rileggendo, non visto, il datapad con su gli appunti per il suo discorso.

Tutto ad un tratto, Shepard si ricordò di non averne preparato uno, e sperò che non la costringessero a farlo, non sapeva da dove iniziare, nel caso quella possibilità si fosse rivelata una necessità.

Non che odiasse i discorsi, ma che cosa avrebbe potuto dire? Mi dispiace? Le mie più sentite condoglianze? Scusate se ho disertato tutte le altre commemorazioni, ma ero impegnata ad autocommiserarmi e a maltrattare il mio fegato perché sono una codarda? No, non sapeva che cosa avrebbe potuto dire, senza far incavolare di più ancora i famigliari dei suoi commilitoni. Di quelli che non erano tornati.

Il discorso di Udina fu come al solito, sapientemente costruito dietro la visione che aveva la politica del mondo militare, per una volta limato in modo da non creare ulteriore malcontento e accontentare entrambe le parti. Shepard riconobbe la mano di Anderson in quel discorso, che Udina non avrebbe mai saputo costruire da solo.

Applausi annoiati e di circostanza, accolsero il termine del discorso dell'Ambasciatore, che lasciò il podio all'Ammiraglio Hackett, il quale si attardò qualche minuto ad osservarla, prima di iniziare la propria elegia.

Il pubblico tornò a ricomporsi, segno che la presenza dell'Ammiraglio Hackett era stata una costante in quegli anni, presenza che era stata più gradita di quella di Udina, Steven appoggiò il datapad davanti a lui, mentre un giovane militare della Marina dell'Alleanza gli sistemava il microfono.

L'Ammiraglio si schiarì la voce, dopo aver bevuto un sorso d'acqua, ordinando ai militari del picchetto d'onore di mettersi sul riposo.

Ci siamo...., pensò Nadira, incrociando lo sguardo dell'Agente Scelto di Polizia Anita Salazar, la sorella di Xavier, che era stata anche collega di Garrus. Al contrario dell'ultima volta che si erano incrociate, stavolta non abbassò lei, lo sguardo.

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Agglomerato Zakera, 2183
Ore 10.20, Ora di Vancouver

Stazione Spaziale Cittadella.
 

 

Kahoku sapeva di non avere più molto tempo a disposizione.

Era riuscito a seminare i suoi inseguitori, ma non avrebbe avuto molto vantaggio, questo era un dato di fatto: ne poteva sentire il fetore a un chilometro di distanza, il loro respiro era pesante sul suo collo, come quello di un mastino in una giornata estiva, ansimante a causa della calura, che non poteva fare a meno se non quello di respirare affannosamente accanto al proprio padrone, in cerca di un po' di refrigerio.

Solo che questi mastini, non cercavano refrigerio, né se ne sarebbero rimasti in panciolle ad aspettare la ciotola di acqua fresca, loro volevano la sua testa e non voleva perlomeno lasciare nulla d'intentato. Come la porta della clinica della Dottoressa Chloe Michel si chiuse dietro di lui, si avvicinò alla donna, sorpresa di trovarlo lì, dopo la faccenda di Armistan Banes, non si erano più rivisti.

- Contrammiraglio Kahoku?!- esclamò, stupita, Chloe, che aveva sperato di non venire più coinvolta in faccende troppo complesse e grosse per lei. Lo aveva promesso sia a Garrus che al Comandante Shepard.

L'Ammiraglio le fece segno di stare zitta e la portò dentro il piccolo magazzino della Clinica, chiudendo la porta dietro di sé. - Ho bisogno di utilizzare il suo comunicatore personale, Dottoressa Michel. È un'emergenza.- si limitò a dire Kahoku, fermando le domande che sorsero spontanee a Chloe, preoccupata per l'uomo. - Non c'è tempo, e non voglio coinvolgerla più di quanto non abbia già fatto. Mi serve il comunicatore.- insistette l'uomo.

Chloe sbiancò. Il suo comunicatore era fuori uso, da un paio di giorni, a causa di un paziente molto irruente che aveva provocato altri danni, minori, alla clinica, così si ritrovò nella spiacevole soluzione di dover negare all'Ammiraglio quella via di fuga.- Mi dispiace, Ammiraglio. Il mio comunicatore è fuori uso. Un paziente è andato fuori di testa, e ha distrutto il mio comunicatore, insieme ad altre attrezzature della clinica. Non lo riavrò prima dei prossimi tre giorni.- esclamò la donna, seriamente dispiaciuta per non poter aiutare l'Ammiraglio dell'Alleanza.

Dopo un primo momento di sconforto, Kahoku cercò immediatamente un'altra soluzione.- Non fa niente, Dottoressa. Troverò un altro modo di contattare il Com.....- l'Ammiraglio si bloccò appena in tempo, non voleva davvero che i suoi inseguitori se la prendessero anche con lei, la questione riguardava lui e Cerberus. Ora era da solo: aveva giocato il suo ultimo asso nella manica, non poteva certo correre alle Ambasciate e chiedere aiuto da Anderson, anche se lui non glielo avrebbe certo negato. Chiederglielo avrebbe attirato attenzione non volute dall'Ambasciatore Udina.

Kahoku non si fidava di quell'uomo, sapeva d'istinto che pur di far carriera in qualche modo non avrebbe esitato a consegnarlo a chi lo voleva morto.- Dimentichi quello che le ho appena detto, Dottoressa. E, si ricordi, io qui non ci sono mai stato.- si affrettò ad ordinare a Chloe l'Ammiraglio.- Sono stato chiaro?-

Michel annuì, in silenzio, sapeva bene che non doveva dire altro. Lasciò che l'Ammiraglio uscisse dalla clinica, prima di sedersi pesantemente su uno dei lettini vuoti, sollevata dal non essersi immischiata in un altro affare losco, pur essendo dispiaciuta per non aver potuto essere d'aiuto a Kahoku.

Andò al terminale della videosorveglianza, e cancellò i filmati degli ultimi dieci minuti, quello era il massimo che poteva fare per lui in quel momento. Sperò che non gli accadesse nulla di male, ma il suo istinto le diceva tutto il contrario. In cuor suo, sapeva che non l'avrebbe più rivisto.

Kahoku decise di fare una mossa azzardata, ma non aveva altra scelta, se non utilizzare il suo Factotum, criptandolo e sperando che fosse a sufficienza per far giungere il suo S.O.S. a destinazione. Shepard avrebbe trovato il modo di aiutarlo. Ne era sicuro.

Quello di cui non era sicuro, se sarebbe riuscita anche a salvarlo, ma confidava in lei. Confidava che se lui non ce l'avesse fatta, lo avrebbe vendicato mettendo fine a quella pazzia che stava percorrendo la Galassia, pazzia sparsa dagli Umani.

Non era della minaccia su cui era posta l'attenzione generale, di cui ci si doveva preoccupare. Ce ne era un'altra, più nascosta, più strisciante e malvagia in agguato, una minaccia che non proveniva dall'esterno, ma dall'interno dell'Umanità stessa, e soltanto in pochi ne erano a conoscenza. Troppo pochi.

Quella minaccia era un cane a tre teste, e proveniva dall'Inferno stesso. 

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Agglomerato Zachera

Clinica della Dottoressa Chloe Michel

Ore 12.15 p.m, Ora di Vancouver.
 

Garrus squadrò attentamente Chloe. La Dottoressa era nervosa, e stava esitando nel dirgli il motivo per cui lo aveva fatto venire fin lì, quando avrebbe potuto avvisare benissimo i suoi colleghi dell'SSC.

Williams, alle sue spalle, stava ispezionando l'area in cerca di eventuali postazioni difensive, da utilizzare nel caso di un attacco improvviso: sia lei che Vakarian avevano la sensazione che le cose stavano andando a scatafascio, da un minuto all'altro, e quel medico era una continua fonte di guai per loro, sin dal primo momento in cui avevano messo piede per la prima volta sulla Cittadella.

Ed ora, chissà in quale altro guaio si era cacciata.

Garrus fece sedere Chloe, facendo altrettanto e rispolverando il suo addestramento da poliziotto, cercando di farla calmare e farsi dire tutto quello che aveva da dirgli.

- Ora calmati, e dimmi che cosa è successo. No aver paura, Shepard ti ha promesso che ti darà protezione, e lo farò. Non le ho ancora visto non mantenere una promessa.- disse Garrus, passandole il bicchiere portogli da Ashley, con malagrazia.- Hai menzionato, nel messaggio che mi hai inviato, che ci sono guai in vista. Quel Krogan ha ripreso a tormentarti?- chiese il Detective, andando subito al sodo, mentre Chloe beveva l'acqua, le mani che le tremavano.

Il Turian la lasciò finire di bere, prendendole il bicchierino di carta, appallotolandolo e buttandolo in un cestino accanto all'angolo da cui aveva sparato ai mercenari ingaggiati da Fist all'inizio di tutta quella storia.

- No,no. Non mi ha dato più noia. È.....successo dell'altro.- iniziò la Dottoressa Michel.- L'Ammiraglio Kahoku è venuto qui, era piuttosto agitato, mi ha chiesto di poter utilizzare il mio comunicatore personale, ma essendo in riparazione ho dovuto dirgli di no. Poco dopo di lui, sono entrati altri Umani, e hanno cominciato a rovistare dappertutto, minacciandomi di uccidermi se non gli dicevo dove Kahoku era andato.- raccontò, sempre più agitata il medico.

Ashleyy si intromise, stupita che un Ammiraglio dell'Alleanza fosse andato da un medico civile a chiedere aiuto, invece che all'SSC oppure in Ambasciata.- L'Ammiraglio Kahoku? Lo stesso Ammiraglio che ha chiesto aiuto al Comandante, alla Torre della Cittadella, tempo fa?- esclamò Williams, sospettando che Chloe non stesse dicendo tutta la verità. Solo che Garrus la ignorò, continuando a concentrarsi sulle parole della Dottoressa Michel.

- Continua, Doc.- la invitò Garrus, incoraggiandola a proseguire.- Poi che cosa è successo?-

La Dottoressa Michel sospirò profondamente, riuscendo a stento a calmarsi.- Prima di andarsene, parlavano tra di loro di qualcosa, sono solo riuscita a sentire di un certo uomo misterioso di cui non hanno fatto il nome, dopodiché mi hanno minacciata di nuovo, dicendo che se avessi contattato l'SSC o l'Ambasciata Umana, oppure la Marina dell'Alleanza.....- Chloe non continuò, ma Garrus e Ashley intuirono il motivo per cui la donna non si era rivolta alle autorità, e nemmeno Kahoku.

- Ha notato qualche dettaglio che potrebbe esserci utile a identificare questi uomini, Dottoressa Michel?- chiese Williams, controllando il fucile d'assalto, pronta già a pregustarsi il piacere di mettere fine all'insulsa vita di quei terroristi.- Non lo so, le corazze che indossavano, un identikit sommario di come erano fisicamente.....- chiese Ashley, estrapolando una serie di simboli di noti gruppi terroristici e non, da mostrare alla Dottoressa, dal suo Factotum. Garrus la lasciò fare, anche lui avrebbe fatto la stessa cosa, al posto dell'Artigliere Capo.

La Dottoressa Michel osservò quei simboli uno per uno, ma non trovò nessuna corrispondenza, né riuscì a fornire un identikit sommario. Le venne soltanto in mente il tipo di corazza che indossavano.- Indossavano delle Explorer, quello me lo ricordo bene. Non avevano nessun simbolo addosso e nessun dettaglio che vi possa essere utile, mi dispiace. In quanto ai volti, li avevano coperti dai caschi delle corazze.- concluse Chloe.

Garrus mosse le mandibole nervosamente: se c'era qualcosa che aveva sempre odiato del mestiere di poliziotto, era quello, il fatto che i testimoni, quando c'erano, erano nella maggior parte dei casi scarsamente collaborativi, o sotto shock per dare veramente aiuto a chi dovevano proteggerli. Burocrazia soffocante a parte.

Comunque, dovevano indagare su questa cosa, e poi riferirla a Shepard, che sarebbe stata contenta di poter abbandonare quella cerimonia a cui l'avevano costretta a partecipare contro la propria volontà, per gettarsi all'inseguimento di chiunque stesse minacciando un Contrammiraglio della Marina dell'Alleanza, sicuramente qualcosa di più interessante di discorsi di circostanza, tartine e champagne gratis.

Vakarian iniziò a mettere insieme ciò che avevano a disposizione, salutando la Dottoressa Michel e rassicurandola che avrebbero fatto il possibile per trovare chi l'avesse aggredita, lui ed Ashley uscirono dalla clinica, imbattendosi in Wrex. Il Krogan era di cattivo umore, ma non era una novità, lui sorrideva soltanto quando uccideva qualcuno o rompeva qualcosa, o assisteva a delle esplosioni.

Probabilmente, ciò che il Krogan aveva programmato di fare durante le sue ore di permesso, era andato male, oppure aveva preso una piega sbagliata, facendo sì che la gente si scansasse velocemente al suo passaggio.

All'invito di Garrus di unirsi a loro due, Wrex accettò senza pensarci due volte, aggiungendo che aveva voglia di spaccare qualche cranio, restando deluso quando Vakarian gli disse che stavano soltanto indagando per il momento e che, nel caso, i crani li avrebbero spaccati insieme al Comandante.

Fecero alcune domande in giro, ma non ottennero un granchè, nemmeno l'informatrice di Chellick, tornata a lavorare al Flux, insieme a sua sorella Rita, seppe dirgli qualcosa di concreto, così girarono i tacchi e tornarono alla Normandy passando per il vicolo dove avevano salvato Tali.

La scena che si presentò davanti a loro, fece comprendere a Garrus che erano arrivati troppo tardi, e che avrebbero dovuto cercare lì fin da subito: c'erano segni di collutazione, e del sangue ancora fresco, lui e Wrex dovetero storcere il naso e trattenersi dal cominciare a distruggere la scena del crimine. Garrus si inginocchiò e fece una scansione immediata alla ricerca del DNA del proprietario di quel sangue, voltandosi verso Williams quando ebbe il risultato del test.

- Williams, contatta l'SSC e il Comando della Quinta Flotta dell'Alleanza. Nel frattempo, tu e Wrex isolate la zona, mentre io seguo fin dove porta questa traccia.- ordinò Vakarian, stando attento a non inquinare la scena del crimine, camminando a filo del muro, come gli avevano insegnato a fare durante l'addestramento prima di diventare a tutti gli effetti un Agente dell'SSC.

Non che sperasse di trovare i responsabili, ormai avevano già un enorme vantaggio su di loro, voleva solo mettere insieme abbastanza pezzi per capire chi e cosa fosse riuscito a superare i controlli della Stazione così facilmente, e probabilmente uccidere un alto Ufficiale dell'Alleanza.

La cosa migliore da fare, era quella di non farsi prendere dall'isteria, e mettere in mano al Comandante più prove possibili e utilizzarle per trovare Kahoku, possibilmente vivo. E soltanto lui poteva farlo. Con l'aiuto di Williams e Wrex.

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Cittadella, Presidium.

Monumento ai Portali.

Ore 11.20 a.m, Ora di Vancouver
 

Il Contrammiraglio Steven Hackett, era nato a Buenos Aires, nel 2134.

Un uomo dell'Alleanza, alcuni direbbero, in tutto e per tutto, visto che, morta la madre, venne inserito nel programma di Addestramento avanzato per giovani, dove si fece notare per l'affinità con la scienza e ottime qualità di leadership, continuando a servire nell'Esercito prima come soldato semplice, offrendosi volontario per qualsiasi missione comprendesse la colonizzazioni di nuovi pianeti, possibilmente ad alto rischio, e poi combattendo nella Guerra del Primo Contatto, arrivando a ricoprire il grado di Contrammiraglio scalando i ranghi molto velocemente, rendendolo una vera e propria leggenda tra i ranghi dell'Esercito e della Marina.

Steven non aveva ancora cinquant'anni compiuti, eppure era uno degli uomini più importanti all'interno dell'Alleanza, un esempio per chiunque si avvicinasse alla carriera militare: diversamente da Anderson, era avvezzo ai giochi di palazzo, e sapeva come difendersi dai colpi bassi inferti dai politici di professione con cui avevano a che fare tutti i giorni.

Se Anderson era un soldato, poco disponibile ai compromessi, Hackett era l'esatto contrario. Sapeva quando doveva essere un soldato e quando invece doveva trasformarsi in politico, per il bene della Marina dell'Alleanza, ottenendone in cambio i relativi benefici.

Sapeva benissimo, a che cosa avrebbe portato la presenza del Comandante a quella cerimonia, soprattutto dopo quanto scoperto su Ontarom, era vitale che la frattura che si era andata a creare tra lei e i famigliari dei suoi commilitoni persi su Akuze, si ricomponesse, in qualche modo.

Non potevano avere qualcuno con una missione della portata di quella affidata a Shepard, distratto da vecchie ferite non ancora rimarginate del tutto, ferite che le impedivano di mostrare tutto il suo vero potenziale.

All'interno dello Stato Maggiore, c'erano malumori più o meni fatti sapere ad alta voce, riguardo alla scelta della Sopravvissuta di Akuze, alcuni non le concedevano nemmeno l'onore di chiamarla per nome, come candidata umana per lo status di Spettro. Ed oltre ad Akuze, c'era anche quel rapporto della sua squadra di un'Operazione in Colombia, che pendeva a suo sfavore.

Steven non si sbilanciava così apertamente come il Capitano Anderson a favore del Comandante, ma da quando aveva assunto il comando della Normandy, non c'era stato nessun rapporto in cui i membri non alieni della sua squadra avessero lamentato carenze o comportamenti, e questo Hackett lo aveva contato come una vittoria. Seppur la guerra contro i suoi detrattori in seno all'Alleanza dei Sistemi, non fosse stata ancora vinta, e la presenza a quell'evento avrebbe forse scatenato un dibattito alquanto rumoroso, l'Ammiraglio si vedeva già gli articoli di giornale scorrergli davanti, ma ribadì a sé stesso che aveva fatto la mossa giusta.

Con la morte del braccio destro di Saren, la Matriarca Benezia, il Turian ribelle si trovava per la prima volta in una condizione di svantaggio, anche se disponeva di una nave, a detta dei rapporti filtrati dalla Normandy, alquanto potente e dell'alleanza con i Geth, i quali, però avevano subito una sonora sconfitta nell'Ammasso Armstrong da parte dell'Alleanza dei Sistemi. Ne aveva molti al suo servizio, ma di certo aveva accusato il colpo. E potevano fermarsi un attimo a lecarsi le ferite, e a fare il punto della situazione.

L'Ammasso era un nodo strategico molto importante, la sua conquista avrebbe significato, con molta probabilità, l'apertura della strada a Saren e ai suoi Geth al Sistema Sol, con tutte le conseguenze del caso.

Non sapeva che cosa avesse in mente il Comandante per porre fine alla minaccia rappresentata dallo Spettro Turian, ma sia lui che Anderson sapevano che non avrebbe potuto farcela con la mente occupata da rimorsi e rimpianti.

- Oggi, siamo qui per onorare la memoria di questi uomini e di queste donne, che hanno sacrificato la loro vita per l'Alleanza dei Sistemi.- esordì l'Ammiraglio, rivolgendosi ai famigliari e alle autorità intervenute.- Come l'Ambasciatore Udina ha ricordato su Akuze abbiamo perso quarantanove vite, giovani provenienti da ogni angolo dello Spazio dell'Alleanza, dalle sue colonie e dal nostro pianeta madre, la Terra. Ma quel giorno, erano tutti soldati dell'Alleanza, inviati per investigare sulla sorte di una nostra colonia, dove l'Umanità avrebbe dato ancora una volta il suo contributo al progresso della Comunità Galattica.- proseguì Hackett, facendo una pausa, guardando prima i volti davanti a lui, e poi Shepard, la quale scosse la testa quasi ad implorare che quel discorso non finisse con l'attirare l'attenzione su di lei.- Abbiamo cercato per anni, risposte che non sono mai arrivate, ma ora, grazie all'impegno e alla dedizione di chi comandava quell'unità, sappiamo che cosa è accaduto quel giorno.- Il suo attendente controllò il discorso che aveva preparato per lui, nei giorni precedenti alla commemorazione, restando esterrefatto e deluso nel notare che quel passaggio non era stato contemplato. Difficilmente l'Ammiraglio andava a braccio in quelle occasioni, ma con molta probabilità, la situazione richiedeva un cambiamento di rotta immediato.- Queste vite, che sono andate perdute e che non potranno mai essere riportate indietro, possiamo solo ricordarle e farle nostre per andare avanti, cercando di onorarle con le vostre azioni, facendo sì che questi uomini e queste donne non siano morti invano.-

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Presidium, Cittadella.

Bar delle Ambasciate

01.00 p.m., Ora di Vancouver.
 

Nadira si era aspettata che le due ore paventate da Hackett, sarebbero diventate tre, dato che l'Ammiraglio era riuscito ad incastrarla anche per partecipare al piccolo rinfresco organizzato per i parenti delle vittime e per le autorità intervenute alla commemorazione.

Si maledì, per non riuscire mai a rifiutare qualsiasi cosa che le veniva offerto gratis, con tutti i problemi che doveva ritrovarsi ad affrontare, compreso quello di uno Spettro ribelle che voleva annientare l'intera civiltà galattica, un ricevimento era l'ultimo posto in cui si sarebbe dovuta trovare.

Shepard sospirò, se la compagnia fosse stata migliore, non le sarebbe pesato così tanto restare, aveva bisogno di staccare la spina ogni tanto, ma non era esattamente in compagnia di persone con cui amava stare. L'Ambasciatore Udina in testa. Anderson si era fatto vedere per una decina di minuti, per un saluto rapido e uno scambio di convenevoli con Hackett e con lei, prima di dover tornare nell'ufficio dell'Ambasciata Umana.

Dalla balconata, il Comandante aveva visto un paio di volanti dell'SSC partire a sirene spiegate, e Pallin sembrava preoccupato, nonostante rimanesse lì in mezzo agli altri burocrati, a rimpinzarsi di tartine, preparate appositamente per lui e un altro paio di dignitari della Gerarchia, designati a sostituire il Consigliere Sparatus. Si chiese per un breve istante che cosa preoccupasse così tanto l'Esecutore, prima di tornare a recriminare sull'utilità della sua presenza a quella commemorazione.

Nadira si arrese, e dopo varie insistenze da parte di un diplomatico terrestre ancora più viscido di Udina, afferrò di mala voglia un bicchiere di champagne, scusandosi con il diplomatico e tornandosene per i fatti suoi, ma era Destino che non venisse lasciata in pace, nemmeno per qualche minuto.

Era stata una pessima idea, e lei lo sapeva benissimo, le occhiate che le venivano lanciate dai famigliari dei suoi commilitoni, erano abbastanza eloquenti, David l'aveva incoraggiata a parlare con loro, ma c'era un limite che non poteva essere superato. E poi, che cosa gli avrebbe detto? “Mi dispiace per la vostra perdita.” “Il vostro congiunto è morto da eroe.” “Non li dimenticherò mai.”? Al momento si ritrovava un po' a corto di argomenti, a meno di un intervento divino o di un suggeritore.

Depositò il bicchiere sulla balconata, mai come allora quello champagne sentiva di tappo, anche se proveniva da una delle migliori aziende vinicole della Terra, mai come in quel momento in mezzo a persone che conosceva a malapena, si sentiva sola, con le vecchie ferite su cui era stato sfregato sopra il sale, e faceva male.

Il pensiero che qualcun altro dei suoi, oltre a John ce l'avesse fatta e fosse finito in mano a Cerberus, che riaffiorò mentre osservava il Presidium, non l'aiutò a godersi quelle ore lontane dalla Normandy, dalla missione e dalla minaccia incombente che gravava sulle loro teste. Come poteva, Hackett, considerarlo un modo per voltare pagina, come poteva essere un po' più serena, se Cerberus era là fuori, a continuare imperturbato i suoi esperimenti orribili e non etici? A colpire indisturbato altre unità della Marina, come quella del Contrammiraglio Kahoku, senza che nessuno alzasse un dito per fermarli? Avrebbe voluto dire questo, ad Hackett e agli altri che erano lì presenti. Cerberus era una grave minaccia quanto lo era Saren, giocavano con cose di cui non conoscevano nulla, finendo con lo scatenare forze che non potevano essere fermate con armi convenzionali, o chiacchiere.

Nadira restituì il bicchiere vuoto al cameriere, era l'unica bevanda che aveva toccato fino a quel momento, poi tornò per i fatti suoi, rimase da sola finché qualcuno decise di avvicinarsi a lei: pensava si trattasse di un altro diplomatico o Ufficiale di Marina, e stava per dire, per l'ennesima volta, che voleva essere lasciata da sola, quando invece si ritrovò davanti Anita Salazar, la gemella del suo secondo in comando del Cougar Platoon.

Non le chiese il motivo per cui l'aveva cercata, lo sapeva. Quel momento che più temeva, e che aveva sperato arrivasse per chiudere quella faccenda una volta per tutte, era arrivato, e si sentì, contrariamente a quello che aveva previsto, sollevata.

- Dunque, il famigerato Comandante Shepard, Primo Spettro Umano e Ufficiale Comandante dell'SSV Normandy, si è finalmente degnata di scendere tra noi, poveri comuni mortali, e onorare la memoria dei commilitoni che ha lasciato morire su Akuze.- esordì, cinica, l'Agente, avoce alta, per farsi sentire da tutti i presenti, ottenendo l'effetto voluto, perché chiunque fosse lì nel bar si voltò nella loro direzione.- Mi chiedo perché tu sia venuta, visto che ti hanno incaricata di una missione importante, non è così? Oppure era troppo ghiotta l'occasione di mostrarsi contrita per quanto successo sei anni anni fa?- rincarò Salazar, mentre Nadira, calma, provava a controllarsi.

- Dubito che ogni risposta che ti possa dare, sia quella giusta, Anita, quindi credo che le terrò per me, queste risposte. E non posso parlare di quella che non è o potrebbe essere la mia missione attuale.- ribattè, in modo molto diplomatico, Shepard, tenendo testa alla donna davanti a lei. Per quanto tempo ancora avrebbe dovuto sopportare quella situazione?

- Esatto. Avresti fatto una cosa giusta a non presentarti, la tua sola presenza offende la loro memoria.- sputò Salazar, chiudendo ulteriormente la distanza tra lei e il Comandante, con lo scopo di impaurirla. Quel gesto, al contrario, fece soltanto fare un mezzo sorriso di disprezzo a Nadira, che si era ritrovata a dover combattere con nemici ben più terrificanti. Ora lo vedeva chiaramente, mentre l'Agente Scelto Salazar la minacciava più o meno velatamente, che il suo passato non doveva più temerlo.

- Curioso, fino a qualche mese fa, vi lamentavate che non ero mai venuta una sola volta, e ora non mi volete.- fece notare Shepard, incrociando le braccia. Poi, sospirò a fondo, per cercare una soluzione che stava bene ad entrambe, e affinché quella situazione, logorante, venisse risolta al più presto.- Ascoltami bene, perché lo ripeterò una sola volta. Tu pensi che io me ne sia fregata di loro per tutto questo, che ho mancato loro di rispetto. Credo di avergli mancato di rispetto soltanto trincerandomi dietro a quel massacro per tutto questo tempo, dandomi la colpa di quanto successo ogni volta che riprendevo in mano le carte del processo, o i rapporti delle squadre che sono sbarcate per investigare sull'accaduto e recuperarne i corpi.- continuò Nadira, soppesando bene le parole e bloccando una risposta piccata da parte di Salazar.- Riguardo a questo, avrei preferito farlo in un modo più discreto, ma non mi è stato concesso. Per quanto possa essere ancora in servizio, non sono mai stata il tipo da parate, e tu lo sai bene. Dubito che la morte di tuo fratello abbia cancellato anche la nostra amicizia, Anita. Se così è stato, so che chiederti scusa per non averlo riportato a casa, non rimetterà le cose a posto.- concluse Shepard, non abbassando la testa nemmeno in quel frangente, seria.

- Vedo che hai afferrato il concetto.- si limitò a dire, fredda, la poliziotta.

- E, dimmi, la famiglia del tuo collega, ti ha mai perdonato per non essere arrivata in tempo per coprirgli le spalle, evitando che quel trafficante di Sabbia Rossa lo uccidesse, a Little Italy?- chiese a bruciapelo, il Comandante, scatenando la reazione incontrollata di Salazar.

- Non azzardarti ad usare il mio passato contro di me, Shepard, per giustificare i tuoi errori!- gridò la ragazza, spintonando Nadira, con l'intento di buttarla a terra.- Non è la stessa situazione, brutta manipolatrice che non sei altro!- inveii la sorella di Xavier, aggiungendo poi qualche insulto in spagnolo che nessuno dei presenti comprese.

- Oh, eccome se mi azzardo, perché è la stessa situazione, e lo sai benissimo Anita.- sibilò Shepard, dopo aver schivato un diretto lanciatole contro da Salazar e averle bloccato la mano ed il polso.- Sai che cosa vuol dire guardarsi nello specchio e provare vergogna per un qualcosa che non siamo stati in grado di controllare, sappiamo bene entrambe che loro ti hanno perdonato, ma tu....tu non lo sai fare, non è così?- proseguì il Comandante, bloccandole entrambe le braccia, in una morsa d'acciaio, e poi obbligandola a terra, lontana dallo sguardo avido di scoop di Khalisa Bint Sinan Al-Jilani e della sua camera bot.- I Batarian hanno ucciso i miei genitori, i miei amici, gente che conoscevo, quando ero soltanto un adolescente, solo perché ai loro occhi eravamo inferiori. E anche se una parte di me ancora vorrebbe vendicarsi di loro, sono passata avanti. Li ho perdonati.- continuò Nadira, togliendo la presa e lasciando che Anita si rialzasse.- Tu hai perso un fratello, e se posso comprendere il tuo dolore, non posso giustificare l'odio che hai nei miei confronti. Avevo ordinato a tuo fratello di andarsene, di mettersi in salvo, di lasciarmi lì, insieme agli altri,perchè quello era il mio dovere. Ma lui era testardo come un mulo, e ha salvato me, invece.- spiegò il Comandante, tenendo a freno la lingua a stento.- Sarei morta per loro, come morirei ora per ogni singolo membro del mio equipaggio. Per la mia squadra. E se avessi potuto salvarlo, lo avrei fatto, ma non potevo. L'ho visto morire, tra le mie braccia, e ricordo ancora oggi le sue ultime parole.-Nadira scosse la testa, come se stesse cacciando quei ricordi, troppo dolorosi per essere scacciati con quei pochi gesti.

- Non sei venuta al suo funerale, non ti ho mai vista venire ad El Paso, sulla sua tomba, o passare da casa nostra a dirci come erano andate le cose. Io e i miei genitori, gli altri nostri fratelli, avevamo diritto a conoscere in che modo era morto Xavier. Ci hanno persino negato la possibilità di vederlo un'ultima volta, prima di seppellirlo.- ribattè Anita, le lacrime agli occhi, lacrime di rabbia per un qualcosa che si era tenuta dentro per troppo tempo.- Non sai nemmeno dov'è sepolto.-

- Fort Bliss National Cemetery, El Paso. Comparto 201/b, lato ovest.- recitò Nadira, conoscendo il posto a memoria, e sorprendendo l'Agente Scelto Anita Salazar.- Non sono venuta alle esequie perché ero in ospedale, in coma, al Centro Medico Navale di Arcturus, ci ho messo tre anni prima di trovare il coraggio di recarmi sulla sua tomba e su quelle degli altri che hanno riportato sulla Terra. Fino all'anno scorso, mi ci sono recata ad ogni anniversario, mentre voi eravate laggiù.- confessò Shepard, porgendo un paio di fazzoletti di carta ad Anita.- Non posso riportarlo in vita, e non posso riportare indietro il tempo e cambiare le cose, perché nemmeno Dio può cambiarle. Quando sarà il momento opportuno, avrete le risposte che cercate, ma per il momento, ti posso solo promettere che non accadrà di nuovo. Nessuno resterà indietro, stavolta. Anche a costo di essere io, l'unica a non farlo. Non perderò la mia famiglia per la terza volta.- promise il Comandante, guardando Salazar negli occhi, determinata.- Faresti meglio a trovare un bagno e rifarti il trucco, prima che dicano che ti ho fatto entrambi gli occhi neri. C'è una certa giornalista che non vede l'ora di vendicarsi per averla fatta sembrare un'idiota davanti alla Galassia intera.- concluse Shepard, passando direttamente l'intero pacchetto di fazzoletti di carta all'Agente, la quale li prese senza esitazione.

- E tu faresti meglio a mantenerla questa promessa.- ringhiò Salazar, non ancora del tutto convinta di quanto le aveva appena detto e promesso il Comandante, asciugandosi le linee nere che solcavano il suo viso, per evitare che finissero per sporcare l'uniforme di rappresentanza dell'SSC.- Garrus non merita di morire su un pianeta deserto, lontano da casa. Non voglio perdere uno dei pochi amici che ho avuto su questa Stazione, dopo mio fratello.- proseguì Anita, mentre si rimetteva a posto i capelli.- Riportalo a casa, Shepard, e probabilmente.....probabilmente riuscirò anche ad accettare il fatto che Xavi non è tornato a casa non a causa tua.- sibilò la poliziotta, allontanandosi in direzione del bagno.

Mentre l'Agente Salazar si allontanava, Shepard sospirò, dicendo sottovoce, ciò che non aveva avuto il coraggio di dire direttamente alla collega di Vakarian.- Lo farò.- sussurrò Nadira, tornando alla sua solitudine e ad ignorare quanto accadeva attorno a lei.

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El Paso, TX

25 agosto 2180

Fort Bliss National Cemetery

Tomba del Sottotenente Xavier Salazar.

Ore 10.00 a.m., ora di Vancouver.
 

Erano le dieci del mattino, e già faceva un caldo soffocante.

Nadira camminò lentamente, attenta a non disturbare il silenzio che sembrava caratterizzare ogni singolo cimitero, il riposo di quei soldati che avevano dato la vita per chissà quale motivo.

La propaganda parlava di Patria, ma chiunque serviva il proprio Paese sapeva che, per quanto la Patria, ormai rappresentata da un'unica “Alleanza”, era soltanto uno dei tanti motivi per cui combattevano e morivano. Non c'era gloria nella morte di un soldato, c'era solo il sollievo di aver salvato la vita del proprio fratello che gli combatteva al fianco, oppure di non averlo lasciato morire da solo.

 

To the beloved memory of

2nd Lt. Eng. Xavier Victor Salazar
SA Marines Corps

Brother and beloved son, loyal friend.

El Paso, 2152- Akuze, 2177
Dulce et Decorum pro Patria mori”

 

In lontananza, il deserto veniva deformato dalla calura che iniziava ad opprimere quel posto, quasi a voler avvertire l'uomo di non passare oltre: il contrasto tra il verde artificiale posto in mezzo a quelle lapidi, davanti alle quali sventolavano bandierine degli Stati Uniti d'America e, quelle più recenti, dell'Alleanza dei Sistemi, e il piatto, mortale, grigio della sabbia del deserto che minacciava di reclamare anche quelle tombe, era lampante, quasi a significare che per quanto la vita potesse essere rassicurante quanto quel verde deposto lì attorno, la desolazione della Morte era lì, pronta a ghermirla e risvegliare l'Uomo dalla sua illusione.

Shepard distolse lo sguardo dal paesaggio davanti a lei, e lo depose sulla foto di Xavi, il volto gioviale come sempre, fasciato nella sua uniforme e orgoglioso di far parte dell'Alleanza, nonostante tutto. Era quella l'immagine che avrebbe voluto ricordare, ma purtroppo, l'immagine che ricordava era quella dei suoi ultimi momenti, il volto deformato dal dolore e dalla paura di morire.

E' stato un'onore, Shepard....”, le aveva detto Xavier, prima che lei perdesse i sensi, le grida dei suoi sottoposti nelle orecchie, e Nadira non aveva nemmeno potuto rispondergli che l'onore invece era stato tutto suo. Non aveva potuto raccogliere le sue ultime parole, non era nemmeno riuscita a dargli un minimo di conforto. O rassicurarlo che ce l'avrebbe potuta anche fare, se lei non si fosse lasciata intrappolare sotto quel MAKO.

Anderson l'aveva convinta a partecipare ad un'esercitazione sulla Cittadella, e prima di partire, aveva richiesto qualche giorno di permesso, per recarsi lì, da Xavier. Aveva trovato il coraggio di andare a trovarlo, finalmente.

Altre persone erano presenti, famigliari degli altri caduti lì sepolti, alcuni militari in servizio, riconoscendo i gradi cuciti sulle mostrine, la salutarono militarmente, con rispetto, e a bassa voce, saluti che lei ricambiò, aspettando di essere finalmente sola per parlare.

- Scusa se vengo a salutarti solo ora. Non sono mai stata una persona puntuale, mi dispiace.- esordì, parlando a bassa voce, in segno di rispetto per quel luogo.- Lascerò la Terra per qualche tempo, hanno deciso che forse sono tagliata per essere un graduato N7, e mi hanno pure promossa a Comandante. Offrirei un giro di birra a tutti, del Mojito per Sharon, ovviamente, ma....sono un po' impossibilitata a farlo.- proseguì, Shepard, indecisa su che cosa dire ad una lapide.- Spero che tutti voi siate in un posto migliore, e spero che Hoffmann non sia con voi. Herr “Strunztruppen” renderebbe persino il Paradiso un Inferno, e voi....voi non ve lo meritate.- Nadira si tolse un omerale in stoffa dalla tasca, guardandolo.- Ti ho portato un regalo, Vic, qualcosa che vi avrei consegnato una volta graduata al Programma. So che magari avresti apprezzato di più un mazzo di fiori, ma costavano troppo, e sai quanto sono tirchia.- concluse, inginocchiandosi e posando l'omerale sulla lapide. Dopodiché fece qualche passo indietro, si mise sull'attenti e lo salutò militarmente.- L'onore è stato tutto mio, Tenente.- mormorò trattenendo a stento le lacrime. Avrebbe voluto lasciarle scorrere, lasciarle sfogare, ma non lo fece, le ricacciò in gola con prepotenza. Uno Shepard non piangeva mai.

Era il mantra che suo padre le aveva ripetuto per anni, e per anni aveva cercato di sfuggire a quella logica, alla fine vi si era piegata, e nemmeno dopo Mindoir aveva ceduto, nemmeno davanti alla devastazione che aveva lasciato Akuze, si era lasciata andare a piagnistei, e non avrebbe iniziato a farlo ora.

Dopo aver sistemato meglio l'omerale di stoffa, caduto ingloriosamente sulla lapide, la parte decorata appoggiata sul freddo marmo, in mezzo a un misero vaso di fiori ormai secchi, a causa del caldo del deserto attorno a quel cimitero, Nadira decise che era meglio andarsene, perché sapeva che se si fosse trattenuta più del dovuto, avrebbe sicuramente incontrato i famigliari di Xavier, e non aveva spiegazioni valide da dargli.

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Presidium, Cittadella.

Bar delle Ambasciate

01.20 p.m., Ora di Vancouver.
 

Dopo quello scontro con la sorella di Xavier, Nadira aveva sperato di essere lasciata finalmente in pace, ma evidentemente, della sua pace interiore non interessava a nessuno, in quel rinfresco dove si stavano sprecando i soldi dei contribuenti con caviale e champagne.

Il suo bicchiere era vuoto, ed era in bilico sulla balaustra del bar, dopo che aveva messo da parte i suoi buoni propositi di continuare a restare astemia dalle bevande alcooliche, per sopperire alla voglia di andarsene con una scusa, una qualsiasi.

- Comandante Shepard?- fece una voce alle sue spalle, e lei si voltò di scatto, pronta a reagire, trattenendosi quando vide davanti a sé una donna dai tratti orientali, vestita alla moda, ma con in testa il classico Hijiab delle donne musulmane.

- No, non concedo interviste, e nemmeno firmo autografi.- rispose, seccata, Nadira, sperando che la donna la lasciasse da parte. Fu Udina ad intervenire, svelto ad apparire al fianco della donna davanti a lei.

- Le consiglio di mantenere un tono adeguato alla situazione, Comandante.- sibilò l'Ambasciatore, indispettito da quell'atteggiamento che il suo trofeo da esibire in quelle occasioni, aveva tenuto sin dall'inizio del rinfresco. Shepard respirò a lungo e contò fino a dieci, ma rientrò nei ranghi. Quando fu sicuro che la Dottoressa Ylmaz non correva più alcun pericolo, la presentò al Primo Spettro Umano.- Dottoressa Ylmaz, le presento il Comandante Shepard, Primo Spettro, e fiore all'occhiello della Marina dell'Alleanza.- disse Udina, ostentando un finto orgoglio che fece quasi star male Nadira. Fiore all'occhiello? Tsk, non sono ancora ubriaca a sufficienza per questo, pensò Shepard con ribrezzo. Parole dette dalla stessa persona che giorni prima l'aveva accusata di continuare a creargli problemi a non finire, sciorinandole in faccia la fattura dei danni inviata dalle Corporazioni di Noveria all'Ambasciatore.- Comandante, la Dottoressa Rahna Ylmaz, diplomatica inviata dal Consolato Turco, in veste di negoziatrice per l'Alleanza dei Sistemi.-

E, ancora una volta, Shepard dovette ingoiare il rospo e stringere la mano dell'ennesimo politico che smaniava per conoscerla, gli stessi politici che sei anni prima avevano smaniato per vederla impiccata al pennone più alto o ridotta sul lastrico per via della strage che veniva commemorata quel giorno. Le stesse persone che l'avevano paragonata al Generale Williams che aveva preferito arrendersi ai Turian su Shanxi, piuttosto che continuare a sacrificare i suoi uomini in una lotta, allora, impari, definendola senza troppi giri di parole una vergogna per l'Umanità. Ed ora era il loro “fiore all'occhiello”?

Quella stretta di mano, però, ottenne il gradito risultato di far togliere dai piedi Udina, il quale lasciò le due donne da sole a parlare: Rahna notò, divertita, il lungo sospiro di sollievo che trasse l'Ufficiale davanti a lei quando l'Ambasciatore tornò a far annoiare Hackett e gli altri alti graduati della Marina lì presenti, soddisfatta anche lei di non avere più quello sciacallo tra i piedi.

- Le chiedo scusa per prima, Dottoressa Ylmaz. Non è uno dei miei giorni migliori.- si giustificò Nadira, stanca di quella mascherata. - Credevo fosse qualcun altro.- specificò, acida, voltandosi verso Al Jilani, la quale stava intervistando un altro diplomatico, uno dei tanti intervenuti, invitato lì chissà per quale motivo.

- Scuse accettate, Comandante Shepard. Tutti noi possiamo perdere il controllo, ogni tanto.- rispose la Dottoressa Ylmaz, sorridendo incoraggiante. Aveva compreso il motivo dello scatto d'ira dell'Ufficiale. Un cameriere passò, offrendole un vassoio pieno di bicchieri riempiti fino all'orlo di costosissimo Spumante italiano, e mentre Nadira lo prese, lei rifiutò educatamente. Quando notò che Shepard era riluttante a bere in sua presenza, la rassicurò.- La prego, Comandante, non si trattenga, non reca nessuna offesa né a me né alla mia religione. L'esagerazione, quella sì che mi offende.- affermò la donna, tornando seria.- Stanno arrivando le bevande analcoliche.- fece notare Rahna, indicando il suo portaborse che stava arrivando con un paio di bicchieri d'acqua.- Grazie, Rashid.- sussurrò all'uomo, il quale si allontanò di qualche passo, giusto il necessario per permettere alla Dottoressa privacy, ma al tempo stesso era nella distanza giusta per intervenire in caso di pericolo. Rahna bevve qualche sorso d'acqua, poi lo appoggiò accanto al flute vuoto di Shepard.

Nadira, dal canto suo, si era messa ad osservarla, con attenzione, come a capire dove l'avesse vista. Dopo che la diplomatica turca ebbe finito di bere, il Comandante si sentì in dovere di continuare la conversazione, seppur malvolentieri.- Come voi diplomatici e politici riuscite a sopportare giornalisti di quel tipo, non riesco proprio a capirlo. E voi lo dovete fare tutti i giorni.- affermò, riferendosi ovviamente ad una giornalista in particolare.

- Perchè come noi abbiamo bisogno di loro, anche loro hanno bisogno di noi per lavorare e fare carriera, Comandante. È un rapporto di scambio reciproco alla pari. Presumo che lei non senta la necessità di farla carriera, per questo sente avversione per gente come Khalisa.- ribatté Rahna, con tranquillità.- A volte bisogna anche saper sopportare e sorridere anche davanti ai nostri peggiori nemici, per sopravvivere. Giornalisti inclusi. Soprattutto nel mio ambiente di lavoro.- concluse la donna, prendendo di nuovo in mano il bicchiere e sorseggiando elegantemente alcuni brevi sorsi d'acqua.

- Non mi fraintenda, sono ben lieta di rilasciare interviste a giornalisti che mostrano un minimo di etica professionale. Sono avversa agli sciacalli, alla gente che fa del dolore altrui il motivo del successo nella sua vita. Così come discutere con politici o diplomatici che non abusano delle posizioni in cui si trovano. E sono molto rari.- spiegò Nadira, riuscendo a mantenersi calma per un periodo più lungo di cinque minuti e ad intavolare un discorso più articolato delle risposte da manuale che aveva dato agli altri diplomatici che l'avevano avvicinata per tutto quel rinfresco che sembrava non finire mai.

- Mi duole smontare le sue illusioni, Comandante. Purtroppo, di politici che non abusano del proprio potere per interessi personali, probabilmente non ne incontrerà mai. A meno che non si trasferisca su Palaven, lì si troverebbe a proprio agio. Tra di loro sono rari i politici corrotti, e non il contrario.- ammise, una nota di amarezza nelle sue parole, Ma forse è dovuto ad un fatto culturale, vengono educati a mettere davanti agli interessi personali, gli interessi della comunità, e detto tra noi, di Turian divertenti non ne ho conosciuto neanche uno.- disse Rahna, provocando un piccolo sorriso in Shepard.- Forse lei ne ha conosciuto uno, Comandante? Se sì, allora vorrei conoscerlo.- chiese la diplomatica, incuriosita.

- Dubito che passerebbe una serata piacevole con lui. Finirebbe per auto celebrarsi, a parlare di fucili di precisione e a commettere gaffes su gaffes per tutto il tempo. Inoltre, non ama particolarmente gli Umani.- Se Garrus l'avesse sentita, probabilmente avrebbe protestato e detto tutto il contrario, ma alcune cose che aveva detto su di lui erano vere. O, meglio, era tutto vero quello che aveva esposto alla Dottoressa Ylmaz. Vide la delusione dipingersi sul volto della donna, che magari era stata anche desiderosa di sfatare qualche stereotipo sugli abitanti della Cresta di Apien, ma Shepard non voleva condividere i membri del suo equipaggio per il divertimento di una politicante. Soprattutto gli alieni.- Mi spiace averla delusa, Dottoressa. Posso sempre presentarle Urdnot Wrex, è un Guerriero Krogan che sarebbe sicuramente molto contento di scambiare qualche parola con lei e....- stava per dirle farle conoscere l'innato senso dell'umorismo del popolo di Tuchanka, quando Rahna la fermò.

- No, la ringrazio. Preferirei partecipare ad una conferenza di Matriarche Asari, piuttosto che discutere con quei selvaggi.- si affrettò a dire la donna, storcendo il naso, al solo pensiero di incontrare un Krogan.

La cosa però offese Nadira. Aveva conosciuto più selvaggi tra gli esseri Umani che tra i Krogan. Wrex non era il primo Krogan ragionevole con cui aveva avuto a che fare in quegli anni, e di mercenari ne aveva incontrati diversi sulla sua strada, ed era per quello che rispettava il vecchio Guerriero. Non erano selvaggi senza cervello, non tutti almeno, e presto avrebbero dimostrato che sapevano comportarsi civilmente. Lo sperava, e quel giorno avrebbe cacciato in gola quelle parole astiose in gola a chiunque gli avesse apostrofati a quel modo. Invece di intavolare una discussione lunga e infruttuosa sull'argomento, decise di cambiare discorso.

Discussero di alcuni temi d'attualità, come ad esempio il rapimento del Presidente Burns da parte di biotici che Shepard aveva sventato senza spargimenti di sangue, ricevendo il plauso della diplomatica turca, che sembrava avere molto a cuore la causa del risarcimento danni a chi utilizzava ancora impianti L2, e la cosa incuriosì il Comandante a tal punto dal farle azzardare una domanda.

- Perdoni la mia curiosità, signora, ma sembra avere molto a cuore questa causa. Quasi fosse una questione personale.- azzardò Nadira, notando una certa ritrosia in Ylmaz a rispondere.

- Ha ragione. Ho a cuore la loro causa per motivi di natura personale, di cui preferirei non discutere in questa sede, se a lei non dispiace, Comandante.- rispose, restando sulla difensiva, Rahna, allungando la mano verso il proprio bicchiere. In quel preciso istante, però, passò Pallin, che salutò anche troppo cordialmente Shepard, chiedendole notizie di uno dei suoi migliori Detective. Istintivamente, la Dottoressa Ylmaz ritrasse la mano, bruscamente, e attivò inconsciamente i suoi impianti, rivelandosi una biotica, cosa che non destò alcun particolare timore in Nadira, ma che le fece mettere insieme i pezzi e intuire con chi stava parlando. Quella reazione istintiva della diplomatica turca, così apparentemente senza senso agli occhi dei più, fu per Shepard una rivelazione importante. I poteri biotici della donna, subito controllati e disattivati, destarono preoccupazione nel suo portaborse, che si avvicinò e le chiese come si sentisse, mentre Pallin si congedava, dopo aver chiesto di riferire a Garrus un paio di cose da parte sua e del Detective Capo Chellick.

- Va tutto bene, Dottoressa?- le chiese il Comandante, una volta che Rashid si fu allontanato alla ricerca di altra acqua e di un qualcosa per far sedere Rahna.- Se vuole la posso far visitare dal mio Ufficiale medico di bordo. Ha molta esperienza nel trattare con i biotici, umani e non. Ed è molto discreta.- offrì Shepard abbassando la voce in modo da non farsi sentire dagli altri presenti.

- La ringrazio dell'offerta, Comandante, ma....no, non ce ne sarà bisogno. Soltanto brutti ricordi, nient'altro.- si affrettò a dire la Dottoressa Ylmaz.- Inoltre, non voglio creare scompiglio a bordo della sua nave. Mi basta bere un po' di acqua zuccherata o un succo di frutta, e sono a posto.- la rassicurò Rahna, ricomponendosi in fretta.

- Una barretta proteica o del miele, le farebbero meglio di un po' di acqua zuccherata, Dottoressa.- propose Nadira, ben sapendo quanto fabbisogno di energia necessitava al giorno un biotico non combattente, sorprendendo la diplomatica.

- Non sapevo fosse al corrente di queste cose, ma presumo che abbia sotto il suo comando dei biotici, per sapere queste cose.- replicò la donna, una volta che era tornata padrona di sé stessa.

- Sì, un Umano ed un'Asari. Non sono i primi biotici che ho avuto come commilitoni e sottoposti comunque. Questi trucchi me li ha insegnati una dei miei sottoposti di prima che venissi destinata alla Normandy. Era una persona davvero in gamba.- affermò il Comandante, ricordando Shannon e le loro chiacchierate alla Base, nelle due ore che precedevano il contrappello a Parris Island, una volta che le loro divergenze erano state messe da parte, dando il la ad un'amicizia che era durata fino ad Akuze.

Dopo quello scambio, tra le due donne calò il silenzio. I fantasmi del loro passato si erano frapposti tra il loro tentativo di avere una conversazione tranquilla e il desiderio di dimenticare errori, paure e parlare di qualcosa che non coinvolgesse il motivo per cui entrambe si trovavano lì, diversamente dagli altri pezzi grossi che sembravano trovarsi su un altro pianeta.

Ripresero a conversare, ma rimase sempre quella patina di dolore che rischiava di soffocarle. Inesorabilmente.

§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§

Presidium, Cittadella.

Bar delle Ambasciate

01.40 p.m., Ora di Vancouver.
 

Ashley si guardò attorno, nel mucchio di divise di rappresentanza e costosissimi abiti civili, venendo quasi travolta da Udina che per poco non la faceva cadere per terra, mentre cercava il Comandante. Wrex borbottò qualcosa che il Capo non riuscì a capire, fendendo poi la marea umana che gli si parava davanti.

Williams non poté fare altro che seguirlo, ma entrambi vennero fermati da Hackett, che chiese loro il motivo della loro presenza sulla Cittadella: dopo un primo rifiuto da parte di Wrex di riferire all'Ammiraglio le loro intenzioni, Ashley spiegò il motivo per il quale avevano deciso di passare da lì, e Steven, compreso che si trattava di un motivo grave, permise loro di restare, dopo aver rassicurato gli Agenti preposti al servizio di sicurezza.

Nemmeno Hackett sapeva dove fosse sparita il Comandante, dopo essersi scusato con i diplomatici con cui stava discorrendo, l'Ammiraglio fece scorrere lo sguardo sulla folla, e trovò Nadira impegnata in una conversazione con la Dottoressa Ylmaz, Diplomatica arrivata sulla Cittadella per le contrattazioni commerciali con i Volus, e indicò all'Artigliere Capo Williams dove si trovava Shepard, evidentemente annoiata, mentre più ritirata rispetto agli altri una soddisfatta Khalisa Al Jilani, stava trasmettendo in diretta per i suoi spettatori le battute finali del ricevimento seguito alla commemorazione di Akuze.

Wrex non si fermò a salutare e ringraziare l'Ammiraglio come fece Williams, scaraventò un cameriere per terra e si fece largo tra la folla fino al Comandante, che stava ascoltando malvolentieri l'Umana di fronte a lei.

Quando si avvide del Krogan, Shepard non disse nulla e lasciò che il vecchio Guerriero facesse sentire ulteriormente la sua presenza di fronte ai commenti scandalizzati di alcuni famigliari delle vittime, liberandola anche di questa Rahna Ylmaz, che non sopportava già più, mentre la obbligava a discutere di geopolitica, quando avrebbe voluto darsela a gambe, dopo aver fatto la sua parte e aver detto ad Anita che cosa pensava di lei.

Quando il Krogan si intromise nella conversazione, gliene fu grata.- Wrex, che cosa ci fai qui?- disse, entusiasta (e sollevata), Nadira, ignorando completamente la Dottoressa Ylmaz, e concentrandosi sull'enorme Guerriero davanti a lei.- Qualche problema?- continuò poi, abbassando la voce, intuendo che qualcosa non andava.

- Sì, Shepard, e anche grossi. Williams sta aggiornando il tuo Ammiraglio, mentre Stuzzicadenti ci sta aspettando sulla scena del crimine.- spiegò, conciso, il Krogan.

- Datemi il tempo di salutare la Dottoressa Ylmaz e l'Ammiraglio, e arrivo. Troviamoci all'Accademia SSC, e dite a Garrus di raggiungerci subito.- affermò Shepard, sospettosa. Qualcosa di veramente grosso doveva essere capitato, se Wrex e Wlliams erano venuti fino a lì, per riferirglielo.

- Dici che se ne avranno al male se prenderò un paio di bottiglie, Shepard?- chiese il krogan, divertito, vedendo le bottiglie di champagne ben riposte su un tavolo coperto da una tovaglia bianca, con accanto flute ben allineati e puliti.

- Ne dubito. Io non ho visto niente, fa in fretta. Cerca di essere un po' discreto almeno.- rispose Nadira, rivolgendosi poi a Rahna.- Dottoressa Ylmaz, voglia scusarmi, ma è sorto un problema e devo tornare alla mia nave. È stato un piacere conoscerla, spero di incontrarla di nuovo, la prossima volta che passerò dalla Cittadella.- affermò, porgendo la mano alla diplomatica turca, il Comandante, sforzandosi di sorridere.

- Il piacere è stato tutto mio, non capita tutti i giorni di incontrare un Eroe della sua caratura, Comandante.- aggiunse Rahna, stringendo la mano che le venne porta, non una stretta completa, la diplomatica si limitò ad afferrare parte della mano di Shepard, non approfondendola.

Cosa che fece sorridere Nadira, forse la donna si illudeva che lei non avesse compreso il gesto che aveva appena fatto, il gesto di una donna abituata a fare il doppio gioco, tutto denotava uno studio delle azioni altrui, che soltanto diplomatici, militari, dirigenti d'industria, poliziotti con anni di servizio alle spalle, potevano avere. Forse aveva sperato che tutte quelle moine avessero distratto il Comandante da quanto aveva visto poco prima che Wrex facesse la sua apparizione nel bar, ma Shepard aveva capito anche fin troppo bene, di chi si trattava.

Aveva lasciato correre perché quello non era il luogo più adatto per rinvangare il passato altrui, quell'accozzaglia di vipere, non i famigliari delle vittime di Akuze, ma bensì le autorità, avevano già avuto il loro divertimento quotidiano, e non ritenne necessario aggiungerne dell'altro.

Nadira salutò brevemente Hackett, il quale la ringraziò per essere intervenuta alla cerimonia, e seguì Williams e Wrex fino al loro trasporto, sedendosi al lato del guidatore, dopo aver buttato con noncuranza berretto e guanti sul sedile posteriore, mancando di poco il Krogan, impegnato a tenere in equilibrio la bottiglia che aveva preso e che nessuno si era preso la briga di togliergli di mano.

Durante il tragitto nessuno parlò, Ashley aveva rapidamente aggiornato il Comandante su quanto stava accadendo, e lei si era limitata a scuotere la testa: la Dottoressa Michel non sapeva come restare lontana dai guai, a quanto pare.

Al loro arrivo, vennero accolti da Garrus, che aveva appena fatto rapporto ad un suo collega riguardo a ciò che avevano appena scoperto, e gli aveva dato alcune dritte su dove continuare le ricerche: il Turian attese che l'astroauto atterrasse, prima di avvicinarsi e salutare Shepard, la quale prese il berretto, indossandolo, calcandoselo per bene in fronte, per evitare attenzioni non gradite.Ogni volta che andava negli agglomerati aveva il terrore di incontrare quel Conrad Verner, un'ulteriore motivo per cui cercava di evitare di andare da quelle parti.

- Rapporto.- ordinò a Garrus, mentre Ashley e Wrex seguivano i due a ruota.

- La Dottoressa Michel mi ha contattato, poco prima di pranzo chiedendomi aiuto. Pensavo che quel Krogan fosse tornato, invece quando io e Williams siamo arrivati ci ha raccontato tutt'altro.- iniziò a spiegare Vakarian, mentre passavano attraverso il cordone elettronico che delimitava la scena del crimine. Shepard si qualificò come Spettro del Consiglio, mostrando il suo tesserino e le sue credenziali, quando un Agente Asari le fece notare che il personale non autorizzato doveva restare oltre il perimetro segnalato dal cordone elettronico.

- Ha detto che l'Ammiraglio Kahoku era stato qui, alla clinica e le era sembrato piuttosto agitato. Io e Vakarian abbiamo cercato di ottenere dettagli in più, ma la Dottoressa non è stata molto collaborativa.- proseguì Ashley, seria, dopo aver garantito per Wrex ad un Agente dell'SSC Salarian.- Secondo la Dottoressa, l'Ammiraglio aveva bisogno di un comunicatore per parlare con qualcuno.- continuò il Capo.- Kahoku non ha completato la frase, io e Vakarian abbiamo visionato alcuni filmati, e siamo arrivati alla conclusione che voleva contattare lei, Comandante.- concluse Ash, mantenendo le distanze, visto il luogo in cui si trovavano e il fatto che Shepard fosse in uniforme di rappresentanza, dandole il rispetto che quella forma richiedeva.

Chloe era circondata da un paio di agenti, che stavano prendendo la sua deposizione e i suoi dati, mentre beveva da un bicchiere di carta, portole da una Detective Asari. Shepard si avvicinò all'Asari e le ordinò di lasciare il posto: quello, era una questione del Reparto Specialisti Tattiche e Ricognizione, ora. E una personale per lei.

Come gli Agenti SSC lasciarono la zona, Nadira si tolse il berretto, consegnandolo in custodia ad Ashley, la quale lo appoggiò sul lettino di fianco alla Dottoressa Michel, dopodiché lei, Wrex e Garrus si misero a pattugliare il perimetro, pronti ad intervenire nel caso le cose fossero andate in malora.

Non riuscì a farsi dire altro, così non insistette ulteriormente, le chiese di contattarla se Kahoku si fosse fatto di nuovo vivo, dopodiché decise di far mettere un paio di agenti fuori dalla porta della clinica, a protezione della Dottoressa, e diede ascolto a Garrus.

- Shepard, temo che l'Ammiraglio non si trovi più sulla Stazione e.....- Vakarian fece per concludere la sua spiegazione, quando Joker contattò il Comandante, con urgenza.

- Comandante, c'è un piccolo cambio di programma. Uno dei nostri avamposti è sotto attacco nell'Ammasso Styx Theta. Hanno diramato una segnalazione di soccorso a tutta la Flotta, Normandy compresa.- spiegò il pilota, mentre in sottofondo si sentiva Pressly diramare ordini a destra e a sinistra per preparare la nave al decollo.- Spero tu ti sia divertita al rinfresco, Comandante. Joker, chiudo.-

Nadira sbuffò, e si rivolse agli altri tre che la seguivano.- Dobbiamo tornare alla Normandy. Sembra che non possano mai fare a meno di me e del mio valoroso equipaggio.- esclamò, sarcastica, Shepard, scusandosi poi con Garrus.- Scusa, mi dirai tutto una volta a bordo. Ora abbiamo altro da fare. Kahoku dovrà aspettare, qualcuno ha deciso che attaccare avamposti dell'Alleanza sia la moda del momento.- concluse il Comandante, mentre saliva a bordo dell'astroauto.

- Pensi che potrebbe esserci dietro Saren, a tutto questo?- chiese Garrus, sedendosi davanti, nel lato passeggero, costringendo Williams nel sedile posteriore con Wrex, ignorando le proteste del Capo.

-......dietro a cosa?- chiese il Comandante, sovrappensiero, mentre faceva le manovre necessarie per il decollo dell'astroauto.- Scusa, ma quella cerimonia è andata peggio di quanto avevo preventivato. Non sono dell'umore adatto per parlare. Magari più tardi, d'accordo?- lo bloccò Nadira, e il Turian cercò di adattarsi, mentre si infilavano nel traffico della Stazione, scorrevole nonostante fosse l'ora di punta.

Mentre le astroauto sfrecciavano di fianco alla sua, presa a noleggio per quell'occasione, ripensò a quello che aveva detto a Salazar, eco di una persona che aveva creduto di aver seppellito in quegli ultimi anni, ma probabilmente, non si cambiava mai davvero.

Dietro di lei, Williams e Wrex discutevano su quale fucile a pompa fosse il migliore, poi il Krogan zittì il Capo dopo una sua opinione non gradita sulla Genofagia e i Krogan, Garrus invece ascoltava e basta. O, almeno, così sperava lei.

Vakarian, dal canto suo, stava cercando di capire che cosa fosse accaduto alla cerimonia per far rinchiudere così in se stessa Shepard, per cercare di aiutarla in qualche modo a condividere il peso che portava con loro.
Sapevano entrambi fin dall'inizio che non era stata un'ottima idea partecipare a quella cerimonia, per quello che aveva implicato, lui l'aveva spronata ad andarci per dare un taglio netto e definitivo ad ogni legame con Akuze e la zavorra che la costringeva a non esprimere tutto il suo potenziale, ma vedendola a quel modo si convinse di aver sbagliato a farlo.

- Shepard.....- esordì, deciso quantomeno ad evitare che guidasse in quello stato, memore delle sue evoluzioni col MAKO, e quel suo guidare senza aver commesso neanche un'infrazione, lo innervosiva. Avrebbe preferito che si mettesse a fare le stesse evoluzioni a cui li sottoponeva durante le missioni, a quella calma e competenza di guida apparente che stava dimostrando.- Shepard, accosta.- le ordinò, perentorio, il Turian.

- ….perchè dovrei farlo? Non ho ancora distrutto nessuna macchina o pezzo di segnaletica.- protestò Nadira, riscuotendosi, offesa da quell'ordine.

- Chiamala prudenza. Voglio arrivare alla Normandy sano e salvo, grazie.- la rimbeccò Garrus, provocandola, più che implorandola.

- Per una volta che sta guidando decentemente, vuoi sostituirla, Vakarian?!- si lamentò Williams, correndo in difesa del proprio Comandante.

- Della calma non ci si deve mai fidare. Per una volta, sono d'accordo con il Turian.- sbuffò Wrex, annoiato, intuendo il motivo per cui il Detective aveva ordinato a Shepard di accostare.

- Sentito, Comandante? Mi stanno dando tutti ragione. Inoltre,- proseguì Garrus, ben conoscendo il traffico presente sulla Stazione, e sapendo che presto si sarebbero trovati nei guai.- se rimaniamo ancora incolonnati raggiungeremo la Normandy stanotte. E non voglio restare bloccato in auto con Williams per tutto questo tempo.- si lamentò Vakarian, lanciando una frecciatina al Capo, la quale ribattè immediatamente.

- Lo stesso vale per me, gallina.- affermò, sottolineando il tutto con una manata al di sotto del collo di Garrus, il quale le lanciò una delle sue temibili occhiate da predatore, infastidito da quel gesto.

Shepard si voltò verso i suoi sottoposti, seccata che non la si lasciasse libera di fare quello che voleva, e si impose.

- Garrus, apprezzo l'interessamento, ma vi assicuro che arriveremo alla Normandy sani e salvi.- rispose il Comandante, guardando poi il Turian.- Sto bene, davvero.- affermò, Nadira, distogliendo lo sguardo da quello di Vakarian.- Garrus, se ti può far stare tranquillo, posso sempre guidare come sul MAKO.- minacciò Shepard, vedendo che il Detective non mollava la presa.

- Comandante, io.....- esordì Garrus, cercando di giustificarsi in qualche modo.

- Non c'è bisogno che tu chieda scusa, Garrus. Al tuo posto, avrei fatto lo stesso. Ora rilassati, ok?- lo rassicurò Shepard, tornando a concentrarsi sulla guida.

Garrus non insistette, decise di fidarsi di lei, come aveva fatto altre volte.

Quando l'astroauto atterrò, vicino agli uffici delle Ambasciate, Hackett era ancora lì, sulla Cittadella, e avvicinò il Comandante, chiedendola di seguirlo in un punto più appartato.

Garrus li vide parlottare riguardo a qualcosa, e l'unica cosa che riuscì a captare fu un “Spero che lei sia un po' più serena” che lasciò il Turian sconcertato: per quanto sapesse leggere gli altri, una dote che aveva affinato nel suo periodo all'SSC, necessaria nel suo mestiere, Shepard era riuscito a ingannarlo. Dopo Solcrum l'aveva tenuta d'occhio e sembrava aver superato tutto, ma doveva essere successo qualcosa durante la cerimonia per farle fare passi indietro.

Garrus, dentro di sé, si infuriò per non aver colto quei piccoli segnali, e si stupì di prendersela tanto per un' Umana. Per il suo Comandante.

Mentre Williams e Wrex iniziarono ad avviarsi alla Normandy, lui rimase ad aspettare Shepard, che gli parve più sollevata, dopo il breve colloquio con l'Ammiraglio, ma non le chiese di che cosa avessero parlato. Non erano cose che lo riguardavano, anche se lo preoccupava, lo stato d'animo che aveva Nadira in quel momento. Non l'avrebbe forzata a parlarne, e dubitava che l'avrebbe mai fatto di sua spontanea volontà.

Saliti ai moli, c'era qualcuno accanto alla passerella della Normandy, e Vakarian vide il Comandante bloccarsi, e ne potè percepire la paura, e decise che quella volta non l'avrebbe lasciata da sola.

I due Umani, avanti con l'età, si avvicinarono a Shepard, dopo aver interrotto la conversazione che stavano avendo con il Capitano Anderson ed essersi voltati, lui si allontanò di qualche passo, ma quel tanto che bastava per farle sapere che era lì, pronto ad intervenire, pur rispettando la sua privacy.

- Tenente Shepard, quanto tempo.- esordì Jethro Toombs, il padre del Caporale, l'uomo che sarebbe dovuto diventare suo suocero.- La trovo bene, stanca, ma la trovo meglio dell'ultima volta che ci siamo incontrati.- continuò l'uomo, guardando torvo Garrus evidentemente era un altro “amante dei Turian”, concluse Vakarian, sulla difensiva.

- E'...è Comandante, signor Toombs, ora.- lo rettificò, sentendosi a disagio e in colpa, Nadira. Preparandosi nel contempo a ricevere un'altra ondata di insulti, anche se il padre di John non era l'uomo, se ricordava bene, nell'abbassarsi ad atteggiamenti simili.

- Chiedo scusa, il Capitano Anderson non mi ha ricordato l'etichetta per bene. Sono soltanto un povero agente di commercio.- si schernì Jethro, spostandosi quel tanto per dare spazio anche alla moglie.

- Lieta di rivederti, Nadira.- disse, meno formale, la madre del Caporale. Quindi, questi erano i genitori di quel Caporale che avevano soccorso su Ontarom? Shepard stava per avere un gran brutto momento, e il Turian si convinse sempre di più della validità della sua decisione.

- Vale lo stesso per me Helen.- rispose Shepard, insicura sul vero significato di quelle parole. Odio, dolore? Non riusciva a decifrarle al meglio, e cercò la risposta, prima in Anderson e poi, quando quest'ultimo si mantenne impassibile, in Garrus, il quale sollevò leggermente le spalle. In segno di resa.- A che cosa devo questo colloquio? La mia nave deve mollare gli ormeggi entro un'ora, non ho tempo da dedicarvi quanto vorrei.- si affrettò a dire, non sapendo cosa dire. Con Anita era stato facile ribattere, Xavier riposava in una tomba ad El Paso, mentre John era sotto la tutela del Programma Testimoni. Anche se avesse voluto, non avrebbe potuto dargli quel sollievo.

- Abbiamo pensato che questo fosse il momento migliore per parlare, Comandante.- proseguì Jethro, diventando tutto ad un tratto serio.- All'inizio, eravamo arrabbiati con lei, per via di John e per il fatto che non si era nemmeno degnata di raccontarci in faccia com'era morto. Era nostro figlio, era nostro diritto sapere com'era andata, ma poi.....- raccontò il signor Toombs.- Un anno dopo, uno dei miei nipoti ha perso il suo compagno di pattuglia, nonostante lui avesse fatto il possibile per salvarlo. Ci ha messo due mesi e mezzo prima di suonare alla porta della famiglia del suo compagno di pattuglia, per raccontare cos'era successo. Ho visto, nel frattempo, a cosa possono portare i sensi di colpa. E abbiamo compreso il perché lei esitava a fronteggiarci.- continuò, Jethro, stringendo la mano della moglie.- Non eravamo stati gli unici a perdere qualcuno che amavamo, e lei ha perso più di tutti noi messi insieme. Vogliamo chiederle scusa per ciò che abbiamo detto a quella giornalista. Perdere John è stata una prova durissima per noi due, per tutta la nostra famiglia, e se mai le capiterà di tornare sulla Terra, la porta di casa nostra sarà aperta per lei.- concluse, prendendole la mano, il padre del suo fidanzato.

- Avrei voluto riportarvelo indietro, vivo. Non c'è nulla in questa Galassia che mi avrebbe fermato se solo.....se solo ne avessi avuto la possibilità. Siamo stati separati, quei dannati Divoratori erano ovunque. Non ci hanno dato tregua, non ci hanno concesso alcuna pietà, e se c'era un posto che avrei potuto identificare con l'Inferno, Akuze era la personificazione di esso.- affermò Nadira, sorprendendo sia Garrus che Anderson. Era come se un argine era stato rotto, sotto la pressione degli eventi di quella giornata.- Vorrei proprio potervi dire come John è morto, ma non gli ero accanto quando è successo. La cosa che più ho rimpianto, in questi anni, è stata quella di non essere stata lì con lui, nei suoi ultimi momenti.- ammise, guardando entrambi i genitori del Caporale negli occhi. Non stava mentendo, stava dicendo la verità, e si sentì come se un altro grosso peso le si fosse tolto dallo stomaco, lasciandola libera da uno dei numerosi lacci che ancora la legavano al suo passato e le impedivano di esprimere tutto il suo potenziale. Saren era una minaccia troppo grande per lasciare che i suoi rimpianti, i suoi fallimenti, continuassero a condizionarla, e si ritrovò a dare ragione alla Dottoressa Chakwas. Parlare, era la cura migliore per il male che l'affliggeva da sei anni e mezzo a quella parte. Il suo passato era un qualcosa di cui non si sarebbe mai liberata, lo sapeva benissimo, ma combatterlo e chiudere conti in sospeso con esso, quello lo poteva fare.- C'è una cosa che posso fare, però. Ed è quella di combattere anche per lui e per gli altri che sono rimasti laggiù e farò in modo che non siano morti inutilmente. Non importa quanto ci vorrà, ma avranno giustizia.- promise Nadira, con una determinazione che soltanto il Capitano le aveva visto prima d'ora, e della quale Garrus rimase sorpreso, e ammirato. Il Turian sapeva che genere di Giustizia Shepard avesse in serbo per coloro che erano stati responsabili di quella strage. E, qualcuno stava per soffrire terribilmente.

Il padre di Toombs, annuì serio. Aveva compreso.- Allora non ci resta che augurarle buona caccia- iniziò Jethro, mentre si allontanava con la moglie, soddisfatto di quelle parole rivoltogli dall'Ufficiale Comandante di suo figlio. Si voltò un'ultima volta verso Nadira, la quale, dopo aver salutato rapidamente Anderson si stava apprestando a salire a bordo della sua nave.-.....Comandante.-

Shepard si fermò e rimase ad osservare i signori Toombs allontanarsi, non sapendo bene come reagire a quel “Comandante”, e soprattutto, al modo rispettoso con cui era stato detto, da qualcuno che fino a quel momento l'aveva sempre chiamata “Tenente”, quasi a voler sottolineare che quel grado che occupava non se lo meritava.

Non era una questione di cercare conferme negli altri, dei suoi meriti, era la questione di ricevere un riconoscimento da persone che fino a quel momento l'avevano disprezzata e avevano poi capito di aver sbagliato e di aver compreso il motivo per cui non si era fatta viva con loro per tutto quel tempo.

E valeva più di qualsiasi parola di perdono le avessero potuto rivolgerle.

 

 

   
 
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