Capitolo cinque
 
 
 We’re supposed to… Love… And hate… And hurt… And grieve and break and… Be destroyed and… Rebuild ourselves to be destroyed again. That is human. That is humanity. That’s being alive. That’s the point. That’s the entire point. Don’t… don’t avoid it.
 
 Salii sull’Impala con Dean, visto che non avevo molta voglia di parlare con Chris. La notte trascorreva tranquilla, come se al mondo non importasse di me.
-Che c’è?- chiese Dean mentre giocherellavo con il braccialetto-rosario.
-Nulla.- dissi alzando la testa verso di lui.
-Sicura?- chiese lui.
-Sì, perché?- domandai io.
-Perché è da quando ti ho conosciuta che quando c’è qualcosa che non va inizi a giocare con quel braccialetto, forza sputa il rospo.- disse lui.
Sospirai, incerta se dovevo confidargli quello che pensavo.
-Non è nulla, è solo che ho paura di tornare a Beacon Hills.
-Come mai?- chiese guardandomi un attimo e poi tornado a guardare la strada.
-Bhe, a quanto pare mia madre è Kate Argent, una pazza psicopatica che ha bruciato una casa con persone innocenti dentro, non solo licantropi. Poi, uno dei pochi sopravvissuti all’incendio, Peter Hale, le ha squarciato la gola con gli artigli. Dopo che gli Argent mi hanno dato in adozione alla mia famiglia, ho vissuto lì, a Beacon Hills, fino a che mia madre adottiva è morta un paio di anni fa. In questi anni che ho vissuto lì, ho conosciuto Allison, la figlia di Chris, quella che dovrebbe essere mia cugina. Allison era così coraggiosa, intrepida, sempre disposta a fare del bene e a proteggere i suoi amici, ma poi è morta per salvarli.
-Li incolpi per la sua morte?- chiese.
-No, anzi, forse quando è morta hanno sofferto più di me, è solo che penso che sarà strano rivederli tutti.
Sospirai.
-Grazie che mi hai ascoltato.- dissi guardandolo dritto negli occhi.
Sorrise, uno di quei sorrisi che non si scordano facilmente.
 
Mi svegliai alla voce di Dean che mi chiamava.
-Ehi, siamo arrivati.- disse Dean.
Per un attimo ebbi davanti l’immagine di mio zio adottivo, morto anche lui, l’unico che mi aveva voluto veramente bene.
Strabuzzai gli occhi.
-Ti senti bene?- chiese Dean.
-Sì, tutto ok, solo un po’ intontita.
Scesi dalla macchina e entrai nella vecchia casa di mio zio Chris.
Per un attimo mi mancò Allison, mi illusi per un momento di essere tornata a casa, da una famiglia che mi voleva bene, ebbi come la sensazione che Allison fosse lì con noi, vicino a me.
Ma quella sensazione di protezione svanì subito.
Passai il resto della giornata a svuotare le valigie, nella mia nuova stanza.
Quella sera pensai a tutti i momenti belli che avevo passato in quella casa con quella che sarebbe stata mia cugina, a tutti i momenti in cui mi ero sentita in una vera famiglia.
Una lacrima mi scorse lungo il viso, poi mi addormentai.
 
Il girono dopo mi svegliai per andare a scuola.
Non ero molto felice della cosa, anche perché non sapevo come comportarmi, cosa aspettarmi da tutti quanti quando mi avrebbero rivista.
Era felice però di essere tornata indietro, dalla sua vera famiglia.
Mi infilai un paio di jeans blu, una maglione rosso e i miei stivaletti. Presi la mia giacca di pelle e lo zaino e scesi le scale.
-Buongiorno.- disse mio zio Chris.
-Buongiorno.- dissi afferrando un cornetto appena uscito dal forno.
-Pronta per tornare a scuola?- chiese.
-Sì,- dissi mentendo. Sorrisi smagliante.
Dean e Sam entrarono nella cucina.
-Buongiorno.- dissero i due.
Dean mi sorrise dolcemente. Imbarazzata abbassai lo sguardo.
Chris si schiarì la voce.
Dean cambiò espressione.
-Andiamo allora?- disse.
-Sì, andiamo.- dissi io.
Il piano era che Sam e Dean si sarebbero infiltrati non so come nella scuola e avrebbero raccolto informazioni riguardo a quello che stava succedendo in città.
Il tragitto fu troppo corto per preparami psicologicamente.
Uscii dalla macchina. Respirai a lungo profondamente.
Feci un passo per avanzare, visto che Sam e Dean si stavano dirigendo verso la Beacon Hills High School, ma subito cambiai idea.
Mi voltai e feci per ritornarmene in macchina.
Mi sentii afferrare per un braccio.
-Ehi, che ti prende?- chiese dolcemente.
-Io, Io non penso di poter farlo, non penso neanche di volerlo.- dissi.
-Ehi, Melissa, guardami. Tu sei forte e ce la puoi fare, fidati di me. Quando rivedrai i tuoi amici, sarai felice, e ti dimenticherai di ogni cosa, ok?
Annuii ripetutamente, convincendo anche me stessa.
Respirai a fondo di nuovo, poi iniziai a camminare a fianco a Dean.
Entrammo nella scuola, io mi diressi al mio armadietto, mentre Dean e Sam si diressero in due altre direzioni.
Stavo inserendo la combinazione per aprirlo, quando mi sentii chiamare da una voce familiare.
-Melissa?- disse la voce.
Mi girai e mi ritrovai davanti a Scott e Stiles.
-Melissa! Che ci fai qui?- chiesero sorridendomi e abbracciandomi.
-Bhe, diciamo che ho scoperto un po’ di più sulla mia famiglia e ora sono tornata.- dissi sorridente. –E voi come state?
-Bhe, noi stiamo bene, anche Lydia, Kira, Sara, Liam e Malia. Derek è tornato in città da un mesetto ormai e anche Theo, siamo riusciti a fargli capire qual è la parte dei buoni.- disse Stiles.
-Poi, potrei parlarvi in privato?- dissi.
-Va bene.- disse Scott.
La campanella suonò.
-Ci vediamo dopo allora.- dissero Stiles e Scott.
Mi diressi verso la palestra, dove avevo due ore di educazioni fisica.
Mi cambiai nello spogliatoio, mettendomi un paio di leggins, e una maglietta nera.
-Bene ragazzi e ragazze, questa è Melissa, la vostra nuova compagna, fatela sentire bene mi raccomando. Mentre io sono il vostro nuovo insegnate di educazione fisica.
Dean era vestito con una maglietta bianca, pantaloncini fino al ginocchio rossi, scarpe da ginnastica e calze bianche fino al ginocchio e una fascetta rossa nei capelli.
-Bene prendi la palla.- disse a un ragazzo vicino a me.
Questo non ebbe il tempo di prenderla che Dean gliela lanciò sulla pancia. Il povero ragazzo si piegò in avanti per attutire il colpo.
Mi portai una mano sulla bocca, per evitare di ridere, sia per quello che aveva fatto, ma più che altro, per il modo in cui era vestito. Però dovevo ammettere che il rosso gli donava.
I ragazzi si dispersero per la palestra.
-Il rosso ti dona.- dissi mimando con la bocca.
Dean mi guardò male, poi mi passò un'altra palla e iniziammo a giocare.