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Autore: Atra    13/11/2015    3 recensioni
Vi siete mai chiesti come sarebbe andata la storia di Final Fantasy VIII se Seifer avesse avuto una sorella?
Beh, io sì e questo è il risultato:
Il sangue è un vincolo.
E dai vincoli non ci si può liberare.
E non si può nemmeno scegliere senza farsi male.
O senza subire perdite.
Cosa scelsi io? Perché scelsi?
Quando avrei potuto cambiare qualcosa, feci tutto ciò che era in mio potere?
Il sangue è un vincolo.
Lo rimane anche quando è versato.
Potrai perdonarmi adesso, Seifer?

Buona lettura e spero che vi piaccia!
Genere: Azione, Comico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Seifer Almasy, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Legami'
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Una volta scesi dal treno, andiamo subito al tabellone per controllare gli orari del treno con destinazione Dollet; per nostra sfortuna è appena passato.
-Il prossimo è fra un'ora- informo gli altri, picchiettando con il dito l'orario delle dodici.
-Maledizione, non possiamo perdere altro tempo!- impreca Seifer, sbuffando.
-Sì, anche perché se prendiamo il treno a mezzogiorno...insomma, quando mangiamo?!-.
Io, Seifer, Fujin e Raijin ci voltiamo scocciati in direzione di Zell, che diventa rosso come un peperone (a proposito di cibo) e solleva le mani per scusarsi:
-Come...come non detto, va bene. Oggi digiuniamo!- balbetta, incrociando il mio sguardo assassino e quello omicida di Seifer, che poi sbuffa e mi dà una gomitata:
-E tu non lamentarti, dato che coinvolgerlo è stata una tua idea! Perciò sarai tu a occuparti di lui!- mi rimbrotta scherzosamente, il dito indice sollevato a mo' di avvertimento. Gli afferro il polso e glielo scrollo per farglielo abbassare:
-Ma che diavolo dici?! Io questo idiota non me lo sorbisco proprio per niente, hai capito?- mi arrabbio, accennando con il pollice a uno Zell molto offeso a giudicare dall'espressione imbronciata che ha sul viso.
-Devo andarmene e permettervi di insultarmi in pace?-.
-Bravo, gallinaccio. Togliti dai piedi fintanto che decidiamo a quale allevamento di pollame venderti- replica Seifer con un gesto della mano.
-COOOOOOSA?!-.
-Scherzava - lancio un'occhiataccia sia a mio fratello sia a Zell - Ma io no- puntualizzo, prima di voltarmi e incamminarmi verso l'uscita della stazione.
-ADESSO DOVE...-.
-E piantala di starnazzare, sottospecie di gallinaccio biondo ossigenato!- scoppio, voltandomi di scatto e in tempo per vedere mio fratello scoppiare a ridere e indicarmi.
Eh no, non ho ancora digerito lo scherzetto che Zell mi ha giocato sul treno e non sopporto che qualcuno mi prenda in giro: lui l'ha già fatto due volte oggi e già gli basterebbero per un paio di schiaffi.
-Non è divertente, Seifer- borbottiamo in sincronia io e Zell. Quando me ne accorgo, il mio sbuffo potrebbe buttare giù il Garden intero. Un po' come la potenza in decibel della risata di mio fratello.
-Gallinaccio, dovresti sentire certi insulti che le vengono in mente. In questo è geniale...Raijin ne sa qualcosa, non è vero?- ridacchia Seifer, non appena si è ripreso. Lo fulmino con lo sguardo, mentre Raijin incrocia le braccia e mastica qualche imprecazione.
-Tu cos'hai da borbottare, razza di gorilla grufolante?!- scatto, trucidando anche lui con lo sguardo. Mio fratello scoppia di nuovo a ridere:
-Visto?-.
-Non sono un fenomeno da baraccone, Seifer- mugugno, guardandolo di traverso. Dietro di lui Zell osserva stranito Fujin riempire di pedate gli stinchi di Raijin, prima di sollevare uno sguardo più consapevole su di me:
-Ehm, in tutto questo...meglio che Atra non si occupi di me: preferisco cavarmela da...da solo, ecco!-. Seifer gli sferra una violenta pacca sulla schiena:
-Sai una cosa, gallinaccio? Hai ragione! Rimedieremo il pranzo da un'altra parte: il pollo arrosto ce lo teniamo per questa domenica- ridacchia. Zell impallidisce e sgrana gli occhi.
-Scherzava - intervengo nuovamente - ma cerca di non farlo arrabbiare- dico poi prudentemente a voce più bassa, seguendo la leggera sfumatura dorata attraversare i suoi occhi non appena si accorge nuovamente dell'orario.
Seifer per tutta risposta scuote la testa, prima di cominciare a camminare velocemente verso di me, superandomi.
-Ohi, e adesso cos'ha?- domanda stranito Zell, osservandolo allontanarsi.
Mi affretto a fare agli altri cenno di seguirlo, mentre mormoro:
-Non lo so. Non lo so davvero. Ma tieni gli occhi aperti anche tu, per favore-.
Lo vedo annuire con la coda nell'occhio, mentre sull'altro lato veniamo superati da Fujin e Raijin:
-Ehi capo, aspetta!-.
-DESTINAZIONE?-.
Seifer si blocca di colpo e dice non senza una certa irritazione:
-Andremo a Dollet a piedi. Abbiamo ancora tempo, ma meglio affrettarci. Il treno del presidente dovrebbe passare alle quattro-.
-...le quattro meno un quarto! Te l'avrò detto mille volte!- precisa una voce femminile che sicuramente non è la mia. Ci voltiamo tutti e cinque per vedere arrivare Rinoa seguita da Squall e Selphie, che non nascondono certo la loro sorpresa nel vederci a Timber.
-Già finito di vagliare i dettagli del piano?- chiede Seifer, che non si può dire piacevolmente sorpreso. Un'altra ombra dorata gli attraversa gli occhi e io comincio a sentire la preoccupazione martellarmi nella testa.
Rinoa posa le mani sui fianchi e annuisce:
-Squall e Selphie sono arrivati presto...a differenza vostra!- ci rimprovera con il dito alzato. Argh, questa è in compagnia della mia ex portaordini solo da ieri e ha già acquisito il suo modo di fare?
Come per confermare i miei pensieri, Selphie mi fa l'occhiolino e io deglutisco di colpo, pregando che questi tre se ne vadano in fretta per la loro strada, anche perché mio fratello si sta spazientendo:
-Scusa tanto se abbiamo avuto qualche problema- sbotta, il tono che comincia a farsi tagliente. Zell mi lancia uno sguardo allarmato e io gli restituisco un'occhiata altrettanto inquieta. Rinoa invece non si accorge di un emerito fico secco:
-Che problemi ci sono a prendere un treno?- ride, scuotendo i capelli sciolti sulle spalle. Vedo la mascella di Seifer contrarsi di colpo e decido di intervenire:
-Cosa ti importa? Adesso siamo qui, non vedo dove sia il problema- mi intrometto seccamente, fulminandola con lo sguardo. Rinoa finalmente tace, ma in questo momento comincia Selphie:
-Ma voi non eravate in punizione?- ci domanda innocentemente, facendo scorrere lo sguardo da un Seifer al limite del nervosismo a una me piuttosto inquieta, fino a posarsi con una certa sorpresa su uno Zell imbarazzatissimo. Mi gratto la nuca:
-Tecnicamente sì...- rispondo semplicemente, incontrando il pungente sguardo ammonitore di mio fratello. Selphie mi squadra a lungo con occhi inquisitori, prima di aprire il viso in un sorriso complice:
-Allora come siete sfuggiti ai controlli del Garden? Facendo i ninja?- chiede, scrollando il capo sorridente e battendo le mani.
Oh, Selphie. Non hai davvero il minimo sospetto di ciò che siamo capaci di fare?
Nel silenzio calato improvvisamente, le mie freccie tintinnano l'una contro l'altra quando scrollo le spalle. Mi mordo con amarezza il labbro inferiore, prima di scoppiare in una risatina contenuta e nervosa:
-Vuoi davvero saperlo?- ribatto, sollevando uno sguardo eloquente sulla sua figura, irrigidita dalla sorpresa e forse anche un po' ferita.
Squall invece ha uno scatto del mento e stringe i suoi occhi d'acciaio per trafiggermi con uno sguardo carico di disprezzo.
Ah, lui sì che ha capito. Forse perché se l'aspettava. Da me e mio fratello, perlomeno. Infatti la sua occhiata punge solo me e Seifer, che in questo momento mi si è avvicinato e mi ha messo una mano tremante sulla schiena, il viso teso e contratto in una smorfia ostile.
-Cos'hai da guardare, Leonhart?- lo accusa, nel tono lo stesso avvertimento che gli leggo negli occhi ormai quasi del tutto dorati.
Oh no. No, no, no...
Per tutta risposta, Squall stringe di colpo i pugni e il silenzio carico di tensione è spezzato solo dal cigolio della pelle dei suoi guanti.
Ma a parte questo non reagisce.
La mano di mio fratello sulla mia schiena ha un fremito e le dita si distendono fino a scavarmi la carne.
-Leonhart, che cos'hai da guardare?- ripete mio fratello, la voce che si fa più vicina a un ringhio, il ghiaccio degli occhi che annega in un mare d'oro.
Leonhart, fa' qualcosa! Dagli anche un cazzotto sul muso, ma reagisci!
Squall invece si limita a spostare lo sguardo da me a mio fratello, sfidandolo silenziosamente. La mano di Seifer scivola di scatto dalla mia schiena:
-Leonhart, che cazzo hai da guardare, eh?- ringhia mio fratello, cominciando ad avanzare velocemente.
Maledizione, no!
Mi appendo al suo braccio e punto i piedi, mentre Zell gli corre subito davanti per costringerlo a fermarsi:
-No non qui, vi prego- borbotta poi, sbuffando per la tensione.
-Seifer, sta' calmo- intimo a mio fratello, intrecciando le mie dita con le sue, mentre Zell lo fronteggia senza batter ciglio, nemmeno quando Seifer cerca di respingerlo con uno spintone. Per evitare il peggio gli afferro anche l'altra mano e lo blocco disperatamente; Zell mi ringrazia con uno sguardo, la gola che si tende quando lui deglutisce faticosamente e la fronte imperlata di sudore.
-Vai capo, distruggilo!-.
-FORZA!-.
Mi volto a incenerire con lo sguardo Fujin e Raijin, che stanno facendo il tifo perché Seifer riempia di botte questo irriverente di un Leonhart.
L'ho detto che sono imbecilli, no?
-Razza di scimmie urlatrici, giuro che se non tacete vi...- comincio fra i denti, prima di essere interrotta da Seifer:
-Zitti, tutti quanti - dice seccamente, liberandosi di me con uno strattone e spingendo da parte Zell - Ti ho fatto una domanda, Squall-.
Mi tormento preoccupata le unghie, socchiudendo gli occhi al suono lugubre delle parole di mio fratello. Se l'irruenza di Seifer è temibile, lo è cento volte di più la sua calma fredda e lucida. Soprattutto lucida.
Squall solleva le sopracciglia, un battito di palpebre a nascondergli solo istantaneamente l'indolenza dello sguardo:
-Mi chiedevo solo quanti ne aveste fatti fuori al Garden, tu e tua sorella- risponde finalmente con tono piatto.
Seifer si irrigidisce, inspirando di colpo e tremando tutto.
-Che cosa...-.
Lo agguanto nuovamente per il braccio prima che finisca la frase e scateni una guerra di proporzioni mondiali:
-Questi non sono affari tuoi- lo rimbecco cupamente, riuscendo fortunatamente a tirare mio fratello vicino a me e ad afferrarlo saldamente.
Squall assottiglia le palpebre e per la prima volta il suo volto si contrae in una smorfia irritata:
-Non direi, Atra. Sono un SeeD anche io-.
-Ma non mi dire...- mormoro con una smorfia molto interessata, spostando poi lo sguardo su mio fratello, che inaspettatamente non reagisce. Zell, che si trova alla destra di Seifer, mi scocca uno sguardo allarmato, ma io mi affretto a scuotere piano la testa: le sfumature dorate negli occhi di mio fratello stanno lentamente scemando, affondando nel loro solito color ghiaccio.
La tensione che corre sotto la pelle di Seifer si rilassa e il fremito dei muscoli si arresta gradatamente, fino a lasciarlo del tutto con il sospiro che gli sfugge dalle labbra. Anche io mi permetto di emettere un breve respiro di sollievo, rinsaldando poi la presa sul suo braccio per infondergli più sicurezza.
Mio fratello non si muove, mentre sulla fronte e lungo la linea che percorre l'attaccatura dei capelli gli scorrono alcune gocce di sudore che lui non si premura nemmeno di asciugare.
Maledizione, cosa gli sta succedendo? Non mi riferisco affatto alla sua personalità di attaccabrighe, sia chiaro.
Sembra piuttosto che stia lottando con se stesso.
-Atra, puoi lasciarmi andare adesso-.
La voce di Seifer risuona roca e stanca: ha posato l'altra mano sulla mia e la sta delicatamente spostando. Lascio la presa senza smettere di scrutargli gli occhi: piccole schegge dorate e tremanti sono incastonate nel duro ghiaccio delle sue iridi, ma lo sguardo è stranamente assente ed estraneo persino per una persona fredda come lui.
È perfino più indolente di Squall, che in questo momento ci sta guardando con un interesse più vivo negli occhi, una ruga di incomprensione che gli riga la fronte e attraversa la cicatrice.
Seifer socchiude improvvisamente gli occhi e si volta di scatto, abbassando il viso e passandosi una mano sulla fonte per nascondersi al mio sguardo indagatore.
-Sto bene- sputa fra i denti in risposta alla domanda martellante che aleggia in ogni mio gesto. Mi mordo un labbro per non replicare. È chiaro come il sole che non sta bene, ma non riesco ancora a identificare cosa lo riduca in questo stato. Sarà la tensione per il lavoro sporco che siamo costretti a fare? Ma non è stato lui ad accettarlo? Non l'ha fatto per...
-Bene, ora che i nostri due uomini si sono calmati, possiamo procedere con la missione-.
Rinoa: le mani sui fianchi, i piedi ben piantati a terra, un'espressione risoluta ad arricciarle il bel nasino e il cipiglio agguerrito. Se non fosse così dannatamente patetica in tutto ciò che fa potrei anche provare a prenderla sul serio. Mi chiedo davvero cosa ci abbia trovato Seifer in lei. È sorprendente persino il fatto che faccia parte della più attiva organizzazione di resistenza qui a Timber.
La mano di mio fratello si posa sulla mia spalla e mi dà un leggero strattone:
-Andiamo, allora. Buona fortuna e robe varie- borbotta, incamminandosi davanti a me, seguito dagli sguardi straniti di tutti i presenti.
Questo qui è il tipo che mi ha cresciuta, sì. Quindi sono giustificata se dico che lo sto seguendo tranquillamente, le mani in tasca e la testa già proiettata a Dollet.
-Seifer!-.
-Dannazione e adesso cosa vuole?- ringhia mio fratello, quando la voce di Rinoa lo richiama. Ci voltiamo e la vediamo con la mano alzata, il volto stranamente preoccupato:
-Uhm... - comincia, disegnando il profilo delle mattonelle sulla pavimentazione con la punta dello stivale, prima di risollevare lo sguardo al suono dei passi di mio fratello, che ha nel frattempo ripreso a camminare - Vorrei solo dirvi... - continua, alzando la voce per ottenere la nostra attenzione - Vorrei solo dirvi...che noi partiremo per la missione alle tre e mezzo. Se per quell'ora non avremo ricevuto vostre notizie, procederemo con il piano che ci siamo prefissati, d'accordo?-.
Davanti a me, Zell abbassa le spalle in un moto di delusione:
-Nemmeno un "buona fortuna"...- borbotta accigliato.
Non che io e Seifer ce lo saremmo aspettati. Il che è strano (ancora una volta), perché mio fratello non fa mai niente per niente.
Il trio ci rivolge un veloce cenno di saluto, prima di sparire tra la folla che riempie la stazione.
-Bella gente - commenta Raijin, guadagnandosi una mia occhiataccia - E che diavolo! Devo stare proprio zitto?!- si lamenta.
-Come una tomba. Altrimenti ti ci sotterro vivo- lo minaccio, mentre Seifer lancia una veloce occhiata all'orologio:
-Le undici e venti. Abbiamo perso anche fin troppo tempo: usciamo velocemente da qui e andiamo dritti a Dollet- dice, incamminandosi con le mani nelle tasche del cappotto e lo sguardo pensoso.
Mentre i suoi due cagnolini lo seguono con rinnovato entusiasmo, Zell mi si affianca:
-Tu che dici?- mi chiede, accennando con il pollice a mio fratello.
Mi lascio sfuggire un sospiro:
-Occhi aperti. Dico solo questo-.

***

Arriviamo a Dollet in una trentina di minuti. Camminiamo a ritmo serrato, incuranti delle proteste di Zell e Raijin, che mi tocca mettere in riga con un bel po' di insulti e minacce. Quando la città si profila ai nostri occhi, traiamo tutti quanti un sospiro di sollievo.
-Finalmente la tortura è finita- borbotta Zell, sbuffando per non dare a vedere che ansima vistosamente. Gli lancio un'occhiata irritata:
-Va bene che con le zampe da pollo che ti ritrovi camminare a lungo non ti fa bene...ma non ho mai sentito un gallo più lamentoso di te- lo rimbecco. Raijin qualche passo più avanti di noi si volta e scoppia in una risatina:
-Dovevamo proprio portarcelo dietro, il gallinaccio? Se io sarei stato in voi...-.
-Se io...cosa?- strillo, fermandomi di botto. Raijin si volta a guardarmi con un'espressione ebete sul viso, mentre Zell stringe gli occhi e si prepara alla mia sfuriata.
-Ho detto: se io sarei...-.
-Se io fossi, razza di orango dal cervello in putrefazione! Sei così rimbecillito che persino i Moguri ti riempirebbero di mazzate su quella crapa di demente che ti ritrovi!- esplodo facendo voltare anche Seifer, che non ha voluto parlare con nessuno per tutto il viaggio.
Raijin impallidisce per la sorpresa, prima di recuperare la sua solita faccia tosta da idiota totale:
-Ma sì, Atra - minimizza con un gesto della mano - Sempre indicativo è-.
congiuntivo, razza di ignorante! Dov'eri quando distribuivano un minimo di cervello? Al Trucca bimbi a farti dipingere il faccino da Behemoth quale sei? Oppure eri un Behemoth che voleva farsi dipingere il faccino da umano? Se io fossi stata in te mi sarei fatta fare anche dipingere un cervello in fronte, giusto per togliermi lo sfizio di sapere com'è fatto!- lo attacco, mentre sia Zell sia Seifer riescono a fatica a trattenere le risate.
Raijin rimane di sasso, subito svegliato da un paio di pedate di Fujin che gli urla "BEHEMOTH" a un palmo dal naso.
-Se io sarei... - borbotto calciando un sasso e riprendendo a camminare, lasciando tutti impalati a guardarmi - Hyne, ti aprirei la testa a suon di badilate solo per vedere che cosa c'è dentro, guarda. Credo che l'unico neurone che abbia avuto il coraggio di abitarci si sia sparato perché soffriva di solitudine- continuo a mugugnare superando persino mio fratello, che prima era un bel po' avanti a noi. Gli scocco uno sguardo risentito:
-Sai ancora ridere? Ah, che bella notizia- lo rimbecco seccamente. La sua mano si chiude sul mio braccio e mi trattiene:
-Sono solo un po' nervoso- mi fa presente con il tono che usa quando non vuole che mi impicci nei suoi affari. Soffio una risatina ironica:
-Accidenti, un po'? Sei peggio di una donna quando è nel suo periodo, il che è tutto dire- commento, proprio nel momento in cui arriviamo alle porte di Dollet.
-Che belloooooooo finalmente si mangia!- starnazza Zell saltellando dappertutto. Seifer lo afferra per il colletto della maglia e lo trattiene:
-Dopo la visitina dalla Strega, gallinaccio. Avresti potuto beccare qualche seme nel tragitto, ma il tuo becco era troppo occupato a lamentarsi. Adesso dobbiamo fare attenzione - e qui mio fratello molla un imbronciato Zell e si rivolge a tutti noi - Io, mia sorella e il gallinaccio saremo ricercati perché abbiamo rubato una macchina, quindi dobbiamo dare nell'occhio il meno possibile-.
-L'auto non era dove l'abbiamo lasciata ieri, quindi la polizia potrebbe averla ritrovata- intervengo subito. Non ho per niente voglia di dovermela dare a gambe non appena entrata in città: non mi sono ancora ripresa, tra ieri e oggi.
Seifer schiocca la lingua:
-Abbiamo comunque commesso il furto, Atra. Dobbiamo essere veloci e...fortunati-.
-La fortuna aiuta gli audaci. E gli affamati, spero- si intromette Zell, nel momento stesso in cui il suo stomaco emette un brontolio simile al ruggito dell'uomo delle caverne. Sollevo un sopracciglio:
-Allora tieni gli occhi puntati al cielo: potrebbe pioverti una coscia di pollo in bocca, prima o poi- lo prendo in giro, facendo nascere un ghigno divertito sul volto di mio fratello. Zell sbuffa sconsolato:
-Potrei mangiarmi anche quella, da tanta fame ho-.
-Basta che il tuo stomaco non ci tradisca- interviene Seifer, facendoci segno di riprendere a camminare.


Salve, gente! Sono resuscitata (si fa per dire, ho trovato cinque minuti per pubblicare e ne ho approfittato! Però in compenso Internet è a posto!) e sono tornata con questo capitolo variegato. Un po' di tensione ci sta sempre dai, ma l'ho subito mitigata con il solito momento comico della nostra banda di pazzi. Tra l'altro, mi sono mancate un sacco queste scene! Adesso capite perché li ho messi tutti allegramente insieme?
Da notare l'umore "roseo" di Atra e l'ignoranza degli altri che la stuzzicano in continuazione, tanto per peggiorare la situazione. 
Inoltre a Timber i nostri hanno incontrato vecchie conoscenze e i due rivali si sono subito scaldati a dovere...ammetto che volevo anche mettere qualche mazzata, ma oggettivamente Atra non l'avrebbe mai permesso. Ci siamo andati molto vicino, comunque.

Quanto a Seifer...beh, vedrete cosa succederà tra pochi capitoli, ma Atra sta veramente cominciando a preoccuparsi e ne ha tutti i motivi. Infatti ribadisce più volte che lo terrà d'occhio, come si è ripromessa qualche capitolo fa. Questa volta però è certa di non sbagliarsi.


Insomma, ci siamo quasi. Stiamo per entrare a Dollet e fare il fatidico incontro con la Strega. Ormai sapete che con me non potete mai stare tranquilli, quindi aspettatevi veramente di tutto!
Vi avviso che purtroppo non riuscirò più a rispettare la scadenza settimanale, almeno per ora. Non sto attraversando un periodo propriamente rilassante e quindi le mie energie sono un po' ridotte. Vedrò di fare quello che posso, comunque.
Nel frattempo vi saluto e vi do appuntamento al prossimo! Ciaaaaaao!
   
 
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