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Autore: Merthur Pendragon    13/11/2015    2 recensioni
Arthur e Merlin si amano molto e vogliono stare insieme ma per qualche motivo e per qualche scherzo del destino si allontaneranno e qualcosa nella loro relazione cambierà drasticamente.
Quali ostacoli possono superare due persone destinati a stare insieme? Può l’amore bastare?
Tra dolori e difficoltà, amicizia e soprattutto Amore.
Due metà di una stessa medaglia troveranno mai la loro felicità?
Dal Capitolo 1:
-"Merlin, dobbiamo parlare."
-"Finalmente ti sei deciso a dirmi cosa ti sta succedendo?"
[...]
-"Merlin, dobbiamo rompere.”
[...]
-"Perché non ti opponi a lui e gli dici che non andrai? Non vale la pena combattere per me?"
-"Okay, hai ragione: non ne vali la pena!"
[...]
Merlin lasciò l'appartamento di Arthur in uno stato di shock, senza nemmeno far caso a dove stesse andando, al punto che, mentre stava camminando in mezzo alla strada, non si accorse che una macchina stava venendo verso di lui [...]
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù, Un po' tutti | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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Note del non autore forse traduttore!

Eccomi di nuovoooo!! Ok, lo so, lo so, sono assolutamente imperdonabile per questo ritardo secolare e mi dispiace da morire. Ho avuto problemi di vario genere durante questi mesi, sia con la ricerca di ben due beta reader che per motivi vari mi hanno abbandonato, sia con la mia famiglia quindi vi prego comprendetemi se riuscite. 
Spero che io capitolo riuscirà a farmi perdonare visto che è veramente ricco e lunghissimo (-.- che fatica!!) quindi spero che lo apprezzerete!

Adesso vi lascio e vi auguro buona lettura!!

Link dell'autrice: http://m.fanfiction.net/u/3594035

E grande ringraziamento alla mia nuovissima Beta Audrey Nightray!! :*


~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•


Ventotto mesi dopo la rottura

XXX

Merlin, Gwaine e Percy si laurearono e iniziarono a lavorare. Merlin venne assunto come insegnante alla Scuola per Bambini Non Udenti e ne era assolutamente entusiasta. I bambini e il personale scolastico lo avevano accolto a braccia aperte e, in men che non si dica, si erano innamorati tutti della sua personalità, del suo buon cuore e della sua disponibilità a fare di tutto per essere d'aiuto ai suoi studenti. Anche i genitori lo adoravano.

XXX

Durante il giorno Arthur lavorava alla Pendragon Inc., ma ogni sera, alle sei, si trovava seduto ad imparare la lingua dei segni. Dopo sette mesi, era diventato piuttosto bravo. Sperava che quando finalmente avrebbe avuto il coraggio di affrontare Merlin, quest'ultimo avrebbe visto gli sforzi fatti nell'imparare il linguaggio dei segni e forse ciò avrebbe aumentato la possibilità che Merlin lo perdonasse, almeno ci sperava. Doveva ringraziare Morgana per avergli dato il numero dell’insegnante che aveva assunto.

Spiava Merlin da lontano ogniqualvolta ne aveva la possibilità e provava a tenersi aggiornato sulla sua vita attraverso Morgana. La ragazza era stata riluttante all'inizio, ma una volta visto quanto tempo e sforzo stesse mettendo Arthur nell'imparare il linguaggio dei segni, quanto fosse pentito e quanto sembrasse serio a riavere Merlin indietro, aveva acconsentito.

XXX

Arthur decise finalmente che era pronto ad affrontare Merlin quindi chiese a Morgana di portarlo fuori in un ristorante a caso cosicché potesse accidentalmente, di proposito, imbattersi in loro. Morgana era abbastanza titubante. Non pensava che fosse la maniera più adeguata per Arthur di andare a parlare con Merlin per la prima volta, ma quando Arthur la supplicò in ginocchio, la ragazza finalmente acconsentì.

XXX

Morgana e Merlin erano seduti al tavolo di una pizzeria, stavano gustando il cibo e conversando con il linguaggio dei segni, quando Arthur si avvicinò. Merlin si gelò non appena lo vide. Arthur gli sorrise e accennò un saluto con la mano. Morgana provò a fare finta di essere sorpresa, ma Merlin non se la bevve. Guardò Morgana assottigliando lo sguardo e scosse la testa prima di andarsene velocemente dal ristorante con Arthur che lo inseguiva. Quando Arthur lo raggiunse, lo afferrò per un braccio facendolo girare sorpreso:  non sapeva che lo avesse seguito. Merlin si limitò a guardarlo, poi scosse la testa, liberò il braccio dalla presa e se ne andò via. Beh, pensò Arthur, sarebbe potuta andare meglio.

Quando Merlin tornò nel suo appartamento, si sedette sul divano e provò a non piangere. Dopo che Morgana, mesi prima, lo aveva informato del suo ritorno a Londra, aveva pensato che forse Arthur avrebbe provato a contattarlo. Quando non lo aveva fatto, se ne era sentito ferito, ma lo aveva comunque superato. Adesso Merlin era confuso. Vedere Arthur dopo tutto quel tempo aveva riportato a galla i sentimenti che pensava di aver già rimosso.

XXX

Merlin non parlò con Morgana per una settimana dopo l'accaduto e quando finalmente decise di perdonarla, lei gli promise che non avrebbe più provato a incastrarlo in quel modo.

Morgana disse ad Arthur che non lo avrebbe più aiutato perché l'amicizia e la felicità di Merlin significavano per lei più di qualunque altra cosa. Se gli farai ancora del male, giuro che non ti perdonerò mai lo avvertì per l’ennesima volta e Arthur le promise che non avrebbe più fatto del male a Merlin.

XXX

Arthur spiava segretamente Merlin per provare ad imparare i suoi orari e la sua routine. Sapeva che si stava comportando come uno stalker, ma non aveva altre opzioni. Pianificava di imbattersi in Merlin di nuovo, ma questa volta al supermercato di sabato.

Il sabato mattina Arthur era seduto di fronte al supermercato, al lato opposto della strada. Sapeva che Merlin ci andava tra le dieci e mezzogiorno. Non dovette aspettare a lungo prima di vedere Merlin entrare. Attraversò velocemente la strada ed entrò anche lui. Stava fingendo di fare la spesa quando si imbatté in Merlin. Dopo aver visto l'espressione scioccata sul volto di Merlin trasformarsi in rabbia, lo supplicò, nel linguaggio dei segni, di concedergli solo qualche minuto del suo tempo. Merlin non rispose, si girò e camminò fuori senza comprare niente.

Arthur accusò male il colpo, ma non aveva intenzione di arrendersi.

Era quasi arrivato a casa, la rabbia ormai dissipatasi, quando si accorse che Arthur gli aveva parlato usando il linguaggio dei segni. 'Perché Arthur dovrebbe sapere il linguaggio dei segni? Lo ha imparato per me?' Si chiese, prima di fermare in fretta quel treno di pensieri. Si rifiutava di continuare per quella strada. 'Ricorda, ti ha lasciato, non pensava che valessi la pena.'

XXX

Arthur si assicurò di tenere il mercoledì seguente libero da impegni di lavoro così da poter andare via presto. Sapeva dove insegnava Merlin grazie a Morgana, quindi andò fino alla scuola, si sedette su una panchina e aspettò che uscisse alla fine della sua giornata. Merlin stava camminando verso l'uscita, quando si fermò improvvisamente dopo aver puntato lo sguardo verso Arthur.

Arthur si alzò, guardò Merlin e, per un istante, i loro occhi si incontrarono. Purtroppo Merlin distolse lo sguardo troppo presto e cominciò a camminare. Quando si accorse che Arthur era al suo fianco, si fermò, si voltò verso di lui e disse, "Cosa? Cos'è che vuoi Arthur?"

Arthur chiese a Merlin di andare a prendere un caffè perché gli sarebbe piaciuto parlare con lui. Merlin non voleva andarci perché aveva paura di quello che gli avrebbe suscitato. Guardare Arthur era già abbastanza difficile, ma sedersi in sua compagnia e parlarci era qualcosa di completamente differente. Non sapeva se ci sarebbe riuscito, ma poi si decise: se quello era l'unico modo per far sì che Arthur lo lasciasse in pace, lo avrebbe fatto. Si misero d'accordo di incontrarsi la sera successiva alle 6.00 per un caffè.

Arthur tornò a casa con un sorriso stampato in faccia, mentre Merlin si incamminò verso casa con aria abbattuta e sentendosi confuso. Quando tornò nel suo appartamento mandò un messaggio a Gwen per sentire cosa ne pensasse. Lei gli rispose "Forse dovresti andare a parlare con lui per avere qualche chiarimento". Sfortunatamente, quando Merlin si coricò a letto quella notte, ancora non sapeva se si sarebbe presentato il giorno seguente per vedere Arthur.

XXX

Il giorno seguente Arthur era un miscuglio di eccitazione e nervosismo. Si era assicurato di conoscere i segni per tutte le cose che voleva dire a Merlin.

Merlin sentiva lo stomaco in subbuglio. Una parte di lui era terrorizzata all’idea di avere effettivamente una conversazione con Arthur dopo tutto quel tempo, l'altra era curiosa di vedere cosa avesse da dire.

XXX

Quando l'ora del loro incontro arrivò, Arthur era seduto in attesa nella caffetteria. A dire la verità era arrivato dieci minuti prima nel caso in cui Merlin si fosse presentato qualche minuto in anticipo. Si sedette e aspettò 6.00...6.10...6.15...6.20...6.30...7.00. Arthur voleva solo tornare a casa, buttarsi a letto e compatire se stesso, ma non poteva perdere le speranze che Merlin si sarebbe fatto vivo. Decise allora di aspettare lì, nella caffetteria, fino all’orario di chiusura prima di arrendersi.

XXX

Merlin era seduto nel suo appartamento indeciso se andare o meno ad incontrare Arthur. Il suo stomaco era sotto sopra. Alla fine decise di presentarsi tardi all’incontro per vedere se Arthur lo stesse ancora aspettando. Sapeva che si stava comportando in modo infantile ma non poteva costringere se stesso ad importarsene. Era ridicolo pensare che Arthur lo stesse ancora aspettando quando era in ritardo di quasi un'ora e mezza quindi, quando arrivò nella caffetteria, rimase scioccato di vederlo ancora lì con aria abbattuta, ma ancora in attesa, dopotutto.

Quando finalmente Arthur lo individuò, i suoi occhi si illuminarono, balzò in piedi con in volto il suo sorriso più grande e salutò Merlin. Quest'ultimo rilasciò un piccolo sbuffo d’aria e scosse la testa incredulo prima di raggiungere Arthur con le sopracciglia leggermente aggrottate. Prima che avesse la possibilità di sedersi, Arthur gli chiese cosa volesse da bere. Merlin glielo disse e Arthur si sbrigò ad ordinare per far sì che potesse tornare da Merlin il più presto possibile.

Quando tornò, notò che Merlin teneva lo sguardo basso, puntato sulle sue mani con un'espressione triste sul volto. Rialzò lo sguardo quando Arthur gli mise il caffè di fronte. Arthur sorrise e lo salutò con la mano. Merlin ricambiò il saluto e lo ringraziò per il caffè.

Prima che Arthur avesse la possibilità di dire qualcosa, Merlin lo prese in contropiede chiedendogli, "Che cosa vuoi Arthur?"

Arthur vide la tristezza negli occhi di Merlin e la sentì nella sua voce. Prese un respiro profondo prima di dire, "Merlin, ho fatto l'errore più grande della mia vita quando ti ho lasciato e non c'è stato un giorno in cui non me ne sia pentito. Ero stupido, egoista e codardo e voglio che tu sappia quanto io sia dispiaciuto."

Merlin lo guardò ma non disse nulla quindi continuò. "Ho pensato a te ogni singolo giorno. Tu eri, beh sei ancora, la prima cosa a cui penso la mattina e l'ultima cosa a cui penso la notte. Merlin, non perdonerò mai me stesso per quello che ti ho fatto. Farei di tutto per poter tornare indietro nel tempo ma, visto che non posso, vorrei provare a farmi perdonare." Voleva aggiungere, "Ogni giorno per il resto della mia vita" ma pensò che fosse troppo.

Merlin scosse la testa. "Non c'è niente da perdonare. È acqua passata. È tutto apposto. Hai reso abbastanza chiaro che non valeva la pena combattere per me. L'ho superato."

Il cuore di Arthur si spezzò. "Per favore, per favore dammi solo la possibilità di conoscerti di nuovo. Ti voglio nella mia vita anche solo come amico. Possiamo ricominciare?" Teneva le mani ferme mentre aspettava la risposta di Merlin.

Fu come se un interruttore venisse azionato nella mente di Merlin perché tutto d'un tratto si sentì arrabbiato. "Come posso sapere che non ti stai ripulendo la coscienza. Non ho bisogno della tua pietà, Arthur." Si alzò per andarsene, ma Arthur gli afferrò la mano e la strinse gentilmente. Quando Merlin lo guardò, poté vedere che i suoi occhi erano arrossati e sembrava che le lacrime fossero pronte a scendere. Merlin prese un respiro profondo e si risedette con riluttanza.

Arthur mosse di nuovo le mani. "Merlin non è pietà. Mi sono sentito uno schifo senza di te. Voglio solo far parte della tua vita di nuovo. Non m'importa quanto importante. Beh, m'importa, ma prenderò ciò che riuscirò ad avere. Ti prego."

Merlin guardò giù per un momento. Arthur stava sudando e muoveva nervoso la sua gamba. Finalmente, Merlin sollevò lo sguardo e disse, "Forse possiamo provare a diventare amici."

Il cuore di Arthur salì alle stelle, mentre un sorriso si disegnava sul suo volto. Alla fine avrebbe riavuto Merlin nella sua vita dopo tutto quel tempo. Le labbra di Merlin si distesero in un leggero sorriso, ma Arthur se ne accorse e sentì la speranza crescere.

Stettero lì seduti in silenzio per alcuni minuti prima che Merlin sollevasse il discorso dell'abilità di Arthur di parlare nel linguaggio dei segni. Arthur gli mostrò ancora le sue abilità quando rispose, "Quando ho saputo che non potevi sentire, ho ingaggiato un'insegnante, beh, è la stessa insegnante che ha avuto Morgana, comunque, l'ho ingaggiata per insegnarmi e ci ho lavorato su ogni giorno da allora."

Arthur colse un piccolo sogghigno attraversare il suo volto prima che scomparisse.

Chiese a Merlin se volesse andare a prendere qualcosa da mangiare. Merlin scosse la testa e disse che aveva delle verifiche da correggere. Arthur disse, "Ok, posso incontrarti a pranzo domani o la prossima settimana, beh, sempre che tu possa pranzare lontano dai tuoi studenti."

Questo fece ridere Merlin che rispose, "Non è una prigione, sai? Ho quarantacinque minuti di pausa pranzo mentre i miei studenti sono nell'aula di arte." Le guance di Arthur arrossirono d’imbarazzo. "Non ho tempo per pranzare domani o lunedì, ho delle riunioni del personale, ma, penso che per il prossimo martedì vada bene. Mangio alle 11.45 quindi se è troppo presto..."

Arthur scosse velocemente la sua testa. "No, no, 11.45 va benissimo. Ci vediamo alla panchina fuori dalla scuola, ti va bene?" Chiese lui.

Merlin annuì e si alzò per andarsene. Arthur si alzò insieme a lui e uscirono fuori dal locale insieme. Non appena uscirono, Merlin lo ringraziò di nuovo per il caffè prima che si girasse e andasse via. Arthur stette lì a guardarlo come un cucciolo innamorato finché non scomparve dalla sua vista. Si sentì più leggero, come non gli capitava da anni.

XXX

Quando Merlin arrivò a casa, si tolse le scarpe, prese dal tavolo la pila di fogli che doveva correggere e si sedette sul divano con le gambe appoggiate contro il tavolino pronto a lavorare. Sfortunatamente fu tutto inutile. Guardò il primo foglio davanti a lui, ma non riuscì a concentrarsi. La sua mente continuava a tornare ad Arthur e realizzò che forse non era mai riuscito a dimenticarlo. Merlin sapeva che sarebbe stata una lunga notte.

Nel frattempo, quando Arthur arrivò a casa sua, saltellò per l’appartamento con in volto il suo sorriso più grande. Chiamò Morgana e le disse della sua serata. Lei lo avvertì di andare piano con Merlin e, ancora una volta, lo informò che se avesse fatto del male a Merlin, non glielo avrebbe mai perdonato. Arthur non aveva assolutamente intenzione di fargli di nuovo del male.

XXX

Il giorno successivo fu per Arthur il più lento della sua vita. Quando arrivò venerdì sera, si sentiva perso. Come avrebbe fatto a superare il week-end e poi il lunedì? Pregò che i tre giorni successivi passassero in fretta.

XXX

Finalmente, arrivarono le 11 di martedì. Arthur uscì dal suo ufficio con un sorriso che arrivava alle orecchie e disse al suo assistente che non sarebbe tornato fino alle 13.00. Prima di dirigersi verso la scuola per incontrare Merlin, guidò per dieci minuti e fece una deviazione per passare a prendere il curry al ristorante preferito di Merlin. Si accigliò improvvisamente considerando la possibilità che Merlin potesse avere un nuovo posto preferito dove prendere il curry. Scacciò via quel pensiero dalla testa, non aveva intenzione di farsi abbattere perché presto avrebbe rivisto Merlin, il che lo fece tornare a sorridere.

Alle 11.49, Merlin uscì dall'edificio e, ancor prima di cominciare a scendere le scale, vide Arthur che lo stava aspettando.

Dopo che Merlin lo salutò con una certa timidezza, lo guidò verso un tavolo da picnic nel prato della scuola. Fecero appena in tempo a sedersi, prima che diversi bambini arrivassero per parlare con Merlin. Arthur guardò l'interazione e poté vedere dalle loro facce quanto gli studenti adorassero Merlin e quanto lui adorasse loro.

Quando se ne andarono, Merlin guardò Arthur e vide il sorriso sul suo viso, "Che c'è?"

"Niente, è solo che… sembravi così felice quando stavi parlando con loro" disse Arthur.

"Cosa posso dire, amo il mio lavoro." Guardò giù e si accorse finalmente del nome del ristorante stampato sulla busta del curry. "Te lo ricordi ancora?" Chiese, rivolgendo ad Arthur uno sguardo perplesso.

"Certo, adesso mangiamo prima che si raffreddi" e il sorriso sul volto di Merlin rese il viaggio per il ristorante più soddisfacente. Trascorsero il tempo rimanente della pausa pranzo, che ormai erano solo venti minuti, parlando del lavoro di Merlin e dei suoi studenti. Troppo presto arrivò l’ora per Merlin di tornare nella sua classe.

Quando si alzarono, Arthur esitò per un secondo prima di chiedere a Merlin se potessero rivedersi di nuovo. Aveva paura di dare l'idea di essere disperato ma, a dire la verità, lo era. Sembrava che potesse respirare davvero solo quando era con Merlin. Quando non era con lui, gli sembrava di soffocare.

Merlin disse che sarebbe andato al pub venerdì verso le 7.00 e che Arthur era il benvenuto. Arthur disse, "È un appuntamento" prima che potesse fermare se stesso. "Oh merda, mi dispiace, non intendevo… non volevo dire..."

Merlin lo interruppe. "Lo so Arthur. Devo tornare. Ci vediamo venerdì."

Arthur annuì, gli rivolse un sorriso e guardò Merlin risalire i gradini. Quando raggiunse il gradino più alto, guardò indietro, trovando Arthur che lo fissava con il sorriso in volto. Scosse la testa è ricambiò il sorriso prima di sparire dentro la scuola. Il cuore di Arthur si gonfio quando vide quel sorriso e, per il resto della giornata, si sentì come se stesse camminando a mezz’aria. Venerdì, avrebbe rincontrato Merlin venerdì.

XXX

I giorni seguenti trascorsero senza particolari avvenimenti. Arthur e Uther erano giunti a un compromesso: non avrebbero parlato della vita personale di Arthur. Quest'ultimo aveva supposto che facendo così Uther avrebbe potuto pretendere di non avere un figlio gay.

Arthur provò a distrarsi lavorando e sperava che venerdì arrivasse più velocemente. Ciò non avvenne e temette che non sarebbe sopravvissuto fino ad allora, ma in qualche modo ce la fece.

Venerdì pomeriggio Arthur era di nuovo un ammasso di nervosismo. Quel giorno era la prima volta che avrebbe rivisto tutti gli altri insieme. Aveva incontrato Gwen e Lance mentre era fuori a fare spesa, Percy per strada e Gwaine, che lo aveva ignorato completamente, ma dopo sei mesi solo Leon aveva provato a ricostruire la loro amicizia. Capiva quanto tutti fossero protettivi nei confronti di Merlin, ma provò a non farsi turbare da ciò.

XXX

Giunse finalmente venerdì sera. Non appena Arthur entrò nel pub, vide Leon che stava richiamando la sua attenzione. Camminò verso di lui e Leon si accostò maggiormente a Morgana per fargli spazio. Una volta seduto, tutti tranne Leon, Morgana e Merlin lo guardarono scetticamente. Erano rimasti al fianco di Merlin durante tutto quello che era successo e gran parte di loro, specialmente Gwaine, ma in misura minore anche Gwen, non erano inclini a perdonarlo e a farlo rientrare nel loro gruppo.

Dopo qualche chiacchiera, fatta nel linguaggio dei segni cosicché Merlin non venisse lasciato fuori dalla conversazione, Arthur guardò verso di lui, che era seduto dalla parte opposta, e gli rivolse un sorriso imbarazzato che Merlin ricambiò. Gwen, che era seduta di fianco a Merlin, notò quello scambio di sguardi e sorrisi e provò a guardarli il più discretamente possibile.

Quando sembrò che l'atmosfera si fosse finalmente alleggerita attorno a lui, si rilassò e chiese a Merlin come fosse andato il resto della settimana. Continuarono a chiacchierare fino a che Gwaine non richiamò l'attenzione di Merlin, chiedendogli se volesse andare a ballare con loro. Lui annuì e si alzarono tutti dirigendosi verso la pista da ballo, tutti eccetto Arthur e Gwen, che rimasero indietro.

Tutti e due rimasero lì seduti a guardare la pista, senza neppure dirsi una parola fino a che non diventò quasi insopportabilmente scomodo e strano. Finalmente, quando Gwen non poté più sopportarlo, sbottò, "Che cosa vuoi da lui?"

"Non so che vuoi dire."

"Per favore, non sono stupida. Sai esattamente cosa voglio dire. Quindi dimmelo e basta, che cosa vuoi da Merlin? Perché sei qui, Arthur?"

"Gwen, so che probabilmente non ti fidi di me."

"Puoi già fermarti. Nessuna probabilità. Non mi fido di te e basta. Ho visto cosa hai fatto a Merlin. Convivevo con lui, ricordi, quindi ho potuto vedere in prima persona, ogni singolo giorno per mesi, la sofferenza alla quale è andato incontro a causa tua, quindi perdonami se non mi fido di te."

"Mi dispiace, Gwen, se solo potessi tornare indietro e cambiare le cose, lo farei."

"Sai una cosa, Arthur? Questo è il problema. Non puoi. Lo hai mollato e ti sei trasferito a New York. Prova solo ad immaginare come ti saresti sentito tu al suo posto. Lo hai distrutto e sei corso via e siamo rimasti noi a guardarlo lottare, provando a raccogliere i pezzi e in qualche modo a far tornare la sua vita alla normalità.

Sfortunatamente per Arthur, aveva appena iniziato.

"Noi, intendo tutti noi che siamo qui con Merlin stasera, eccetto te, tutti noi amiamo Merlin e non lo faremmo mai soffrire intenzionalmente. Abbiamo visto quanto fosse distrutto dopo che lo hai lasciato, siamo stati testimoni della devastazione alla quale è andato incontro quando Hunith è morta, lo abbiamo visto aggrapparsi a stento alla vita, lo abbiamo visto accettare il fatto che non avrebbe mai più potuto sentire un singolo suono, siamo stati seduti nell'aula giudiziaria mentre testimoniava contro Mordred, lo abbiamo visto sforzarsi con le sue lezioni, lo abbiamo visto combattere ogni giorno con cose che per noi sono scontate, lo abbiamo visto accettare il destino al quale è stato sottoposto e lo abbiamo visto abbracciare di nuovo la vita. Non ha mai chiesto perché, non si è sentito dispiaciuto per se stesso, non è mai stato amareggiato. È la persona migliore che abbia mai sperato di conoscere. È finalmente felice e che mi venga un colpo, se ti lascerò di nuovo portare via la sua felicità."

Quando finì di inveirgli contro, vide l’orrore nel suo volto ora pallido. Sembrava che stesse per sentirsi male.

Gwen prese un respiro profondo. "Mi dispiace, Arthur." Questa volta la sua voce era delicata, non brusca come prima. "Ascolta, non avevo il diritto di parlarti in quel modo. Mi dispiace, ma devi capire, non posso sopportare di vederlo di nuovo triste, quindi se lo stai solo illudendo..."

"No, Gwen, lo giuro" disse con voce tremante. "Lo so che tu non ti fidi di me e che non mi crederai, ma lo amo. Non ho mai smesso di amarlo e morirei piuttosto che vederlo soffrire di nuovo. Sai cosa voglio da lui? Voglio la possibilità di far parte di nuovo della sua vita. Voglio che mi perdoni, Gwen, voglio che veda quanto lo amo e quanto io tenga a lui. Voglio che si fidi di me, voglio che mi accetti di nuovo, voglio che mi ami di nuovo e voglio trascorrere il resto della mia vita dimostrandogli quanto lo amo." Abbassò la testa per nascondere le lacrime che stavano per cadere.

Gwen allungò la mano e gli accarezzò il braccio. "Arthur, guardami per favore."

Quando lo fece, lei disse, "Ok, ti credo. Ho visto come ti guardava prima e mi ha fatto paura. Per favore, per favore, ti scongiuro, prenditi cura di lui e se lo ami veramente e se anche lui ti ama veramente, allora non lasciarlo andare via questa volta." Finì lei con le lacrime agli occhi.

Lui si protese ad abbracciarla, "Lo prometto. Se me lo permetterà, lo terrò con me per sempre."

Si ricomposero prima che tornassero tutti al tavolo e il resto della serata trascorse senza drammi e senza eventi particolari. Arthur, sfortunatamente, non ebbe molte occasioni per parlare a tu per tu con Merlin, cosa che desiderava disperatamente.

Quando furono tutti pronti ad andarsene, ebbe finalmente la possibilità di avere Merlin per sé e di dargli il suo numero. Aveva chiesto a Merlin se gli potesse dare il suo, di numero. Merlin sorrise mentre prendeva il suo cellulare e vi salvava il suo numero. Arthur non era sicuro che Merlin glielo avrebbe dato così volentieri, se non avesse bevuto qualche bicchiere di birra, ma non aveva intenzione di chiederglielo.

Dal momento che Percy e Gwaine abitavano nella stessa direzione di Merlin, lo afferrarono e se ne andarono senza dire un'altra parola. Arthur rimase a guardarli per qualche minuto mentre Leon e Morgana, insieme con Gwen e Lance, lo guardavano solamente. Leon andò verso di lui, gli diede una pacca sulla spalla e gli disse di aspettare ed essere paziente. Si girò a guardare Leon e gli altri e disse loro che avrebbe aspettato tutto il tempo necessario perché per Merlin ne valeva la pena, poi si diresse verso il suo appartamento. Gli altri si guardarono e sorrisero.

XXX

Arthur aspettò fino a sabato pomeriggio prima di mandare un messaggio a Merlin. Si erano messi d'accordo di incontrarsi per un caffè domenica. Non era abbastanza presto per Arthur, perché se fosse stato per lui sarebbe già stato con Merlin in quel momento, ma aveva capito che non era una sua decisione. Era di Merlin.

XXX

Domenica incontrò Merlin alla caffetteria. Questa volta era in ritardo solo di cinque minuti. Trascorsero il tempo ad aggiornarsi sugli ultimi eventi delle loro vite, ma alla fine dovettero salutarsi. Una volta fuori Arthur non era pronto a lasciare andare via Merlin quindi gli chiese se potesse camminare con lui verso casa cosicché potessero continuare a parlare.

“Ho la fama di essere piuttosto impacciato anche nei miei momenti migliori, quindi se conti che riesca a guardarti le mani mentre cammino, beh, lasciami dire che, con ogni probabilità, finiremo col passare la serata in ospedale.”

Arthur rise alla battuta che fece ridere a sua volta anche Merlin, e dio, quanto era mancato quel suono ad Arthur. "Allora che ne dici di pranzare domani, sei libero?"

"Scusami, ho una riunione coi professori."

"Martedì ti va bene?"

"Certo" Merlin sogghignò prima di aggiungere, "se tutto va bene la preside mi farà uscire per quaranta cinque minuti."

Arthur scosse la testa prima di ridere e dare a Merlin uno spintone giocoso. Merlin sorrise, "È stato bello oggi. Grazie. Ci vediamo martedì" e quando Arthur annuì, Merlin si girò e se ne andò senza vedere il sorriso inebetito che si estese ancora una volta sul volto di Arthur.

Sulla strada verso casa, Merlin pensò che era fregato. Sulla strada verso casa, Arthur seppe che era fregato e che lo sarebbe stato per il resto della sua vita.

XXX

Il martedì fu una ripetizione del pranzo che avevano avuto la settimana prima, ad eccezione del fatto che Arthur aveva portato quello che sperava fosse ancora il cibo cinese preferito da Merlin, e lo era. Stavano iniziando a stare bene l'uno con l'altro e Arthur ne era estasiato. Più si riavvicinava a Merlin, più si innamorava di lui, se possibile. Salutarsi stava diventando sempre più difficile per lui.

Arthur continuò a fare programmi per passare con Merlin tutto il tempo che il ragazzo era disposto a concedergli. Finalmente, un giorno mentre stavano dividendo il pranzo, Merlin guardò verso Arthur, "Perché continui a fare tutto questo?" Chiese.

"Fare cosa?"

"Questo. Venire sempre a pranzare con me o uscire a prendere un caffè insieme. Siamo di nuovo amici, Arthur, quindi non c'è bisogno che continui a farlo."

Arthur lo guardò scioccato. Veramente Merlin non lo sapeva? Era sempre stato in qualche modo lento a cogliere le cose ma wow, non poteva credere che Merlin non lo avesse notato. Arthur lo guardò negli occhi per qualche secondo prima di dire, "Merlin, sto facendo tutto questo per mostrarti che sono cambiato e che non voglio essere solo un amico. Voglio essere molto più di un amico, ma se tu non vuoi la stessa cosa, allora mi godrò ogni minuto che abbiamo insieme come amici. Ma se c'è una minima possibilità che possiamo diventare qualcosa di più, allora la prenderò."

Merlin lo guardò per qualche secondo, poi sorrise e annuì con la testa.

Arthur nutriva buone speranze, "Questo significa che possiamo diventare qualcosa di più."

Merlin sogghignò soltanto, "Vedremo come andrà."

XXX

Qualche settimana dopo tutti i loro amici erano insieme a cena in un bel ristorante. Alla fine se ne andarono tutti e Arthur rimase da solo con Merlin. Arthur si spostò, cosicché stesse seduto direttamente di fronte a Merlin, "Sono innamorato di te. Non ho mai smesso di amarti e ti farò innamorare di nuovo di me." 

Merlin lo guardò sogghignando e disse, "Buona fortuna, allora."

Arthur si fece scappare una piccola risata e rispose, "Pensi che ne abbia bisogno?"

Merlin sorrise un po' di più e fece spallucce aggiungendo, "Non si sa mai."

Arthur lo prese come qualcosa di positivo e guardò Merlin direttamente negli occhi con tutta la sincerità che poteva trasmettere. "Ti amo veramente, lo sai."

Merlin sorrise annuendo, poi disse, "Penso che potrei iniziare a farlo anch'io."

Arthur fermò ogni impulso che aveva di avvicinarsi a Merlin, tirarlo tra le sue braccia e dargli un bacio appassionato. Sapeva di avere ancora tanto lavoro da fare per riavere indietro la fiducia di Merlin. Sarebbe andato con calma per il bene di Merlin.
  
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