Capitolo 1
 

" Bella, tesoro alzati. È arrivata Alice."
Apro di scatto gli occhi e li porto subito alla sveglia.
Le 9.30.
Accidenti! Sono leggermente in ritardo. 
Oggi è l'ultimo giorno delle vacanze estive, e con Alice avevamo deciso il giorno prima, di andare a fare un giro.
Alle 9.00, dovevo farmi trovare linda e pulita... ovviamente non c'è l'ho fatta.
" Tu, sei proprio una grande dormigliona! "
La mia amica è arrivata di corsa in camera mia,  puntandomi minacciosamente un dito contro.
" Scusami Alice. Non ho sentito la sveglia. Mi perdoni? "
Le faccio i miei occhioni stile gatto di Shrek, e lei sembra addolcirsi. 
Sbuffa, alzando gli occhi al cielo, e un piccolo sorrisino compare sul suo viso.
" E va bene,  ma solo perché sai che non riesco a stare arrabbiata con te. Soprattutto quando fai quella cosa con gli occhi. "
Io faccio un sorrisone enorme, i miei occhi cioccolato, la mia arma migliore.
" Su vestiti. Ti aspetto di sotto.  "
Annuisco, e mentre mi sto alzando dal letto, un piccolo cuscino mi arriva dritto in faccia. 
L' unica cosa che sento prima di chiudersi la porta della mia stanza,  è la risata cristallina di Alice.
Che amica che mi ritrovo. 


Finito di prepararmi,  scendo le scale di corsa, e quando arrivo vicino alla cucina sento una voce familiare. E non è di Alice. 
" Ma possibile che sia sempre in ritardo? Ormai è un caso perso, quella piccola scimmietta. "
Scimmietta. 
Sorrido a quel nomignolo che mi ha affibbiato alla tenera età di 5 anni.
Edward. 
Solo lui ha il diritto di chiamarmi così. 
" Se io sono una scimmietta,  tu sei un orango tango, mio caro. "
Lui si volta a guardarmi, insieme a Alice e mia mamma che erano appoggiate al tavolo intente a chiacchierare. 
Edward viene verso di me, con il suo sorriso beffardo, e i suoi occhi di un verde smeraldo fissano divertiti i miei.
" Orango tango. Hai mai visto un orango tango sexy come me? Non penso proprio. Io sono unico. "
Gli lancio un' occhiata divertita, pronta a rispondergli, ma non faccio in tempo ad aprire la bocca,  che Alice mi prende per braccetto e mi strattona verso la porta. 
" Su, muoviamoci. Le scarpe nuove non attendono di certo noi. "
Io e Edward contemporaneamente scuotiamo la testa e scoppiamo a ridere. 
Salutiamo mia mamma, e insieme ci dirigiamo fuori di casa.
Edward è il mio migliore amico, la mia ancora, il mio punto di riferimento. 
So di poter contare su di lui, per qualsiasi cosa.
Credevo che sarebbe stato così per sempre. 
Ma mi dovevo ricredere. 
Qualcosa stava per succedere, qualcosa avrebbe cambiato tutto. 
Ma io questo, non potevo ancora saperlo.