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Autore: ineedofthem    14/11/2015    6 recensioni
Anita, un metro e sessanta di dolcezza e allegria, è una specializzanda in pediatria. Adora il suo lavoro, sa che è quello che deve fare perché ci crede da sempre e, spinta dalla passione per questo lavoro, comincia a passare le sue giornate in ospedale.
Qui conosce Lucia: una bambina rimasta orfana, con una grave disfunzione cardiaca, ricoverata nel reparto di pediatria.
Anita sente di provare per lei un affetto profondo e il loro diventa un rapporto viscerale.
Tutto procede bene, finché non arriva lui: Luca Franzese, il nuovo cardiochirurgo dell'ospedale, e Anita capisce che la sua vita non sarà più la stessa. Riconoscerebbe quella zazzera di capelli castani e quei lucenti occhi verdi tra mille. Sa che il ritorno in città del ragazzo porterà solo guai per lei. Il rapporto con Lucia li accomuna entrambi e la piccola sembra l'unica in grado di sciogliere il suo sguardo da duro e quel carattere burbero che lui si porta dietro.
Anita crede di averci messo una parola fine su quel capitolo, ci ha avuto a che fare in passato e non intende ripetere lo stesso errore. Ma se Lucia ci mettesse il suo zampino, cosa potrebbe succedere?
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ricominciare'
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Capitolo 15
RICOMINCIAMO DA QUI

Capitolo 15



Quando mi sveglio quella mattina Carlotta è già andata via, al suo posto un bigliettino dove mi avvisa di essere tornata a casa per prepararsi. In compenso mi ha lasciato la colazione composta da un cornetto al cioccolato sul tavolo della cucina.
Mangio e mi appresto a prepararmi costatando che sia tardi per la mia tabella di marcia. Fortunatamente che la sveglia è suonata altrimenti avrei avuto ancora meno tempo. Una ventina di minuti sono pronta e lascio il mio appartamento.
Ho ancora dei minuti buoni quindi il traffico non si rivela tragico per me e riesco ad arrivare in tempo al lavoro.
E' come se attraversata la soglia del reparto mi sentissi invadere dall'ansia consapevole di dover affrontare la situazione e un possibile reazione negativa da parte di Lucia. Forse è proprio questa la cosa che mi spaventa ma armandomi di tutto il coraggio possibile riesco a raggiungere la stanza.
E' ancora mattino presto quindi qualcuno dorme ancora però lei è già sveglia. Saluto Greta, una graziosa bimba dai capelli rossi, un paio di vivaci occhietti verdi e un visino tondo e pieno puntellato di lentiggini. E' ancora in dormiveglia però mi risponde con un allegro sorriso.
Francesco invece sta dormendo. Mi avvicino al suo letto senza emettere il minimo rumore e lo osservo intenerita. I capelli biondo scuro gli ricadono scompigliati sul viso e mi appresto a spostarli dagli occhi. Ha le mani giunte sotto la guancia sinistra ed è rannicchiato su se stesso. Riposa tranquillo qualche sbuffo d'aria fuoriesce dalle labbra semichiuse. Gli accarezzo la fronte e mi allontano notando che Lucia stesse seguendo tutti i miei movimenti. Si è accorta della mia presenza ma non ha fatto niente per farmelo notare. Mi ha osseravato attenta, la schiena dritta e gli occhietti leggermenti assottigliati.
"Ciao"le sorrido lievemente arrivando al suo capezzale.
Lei distoglie lo sguardo puntandolo fuori dalla finestra e fermandosi ad osservare lo spiraglio di luce che giunge fino al davanzale.
"Non sei venuta..."
Sento l'aria mancarmi per un secondo e prendendo un lungo respiro mi siedo accanto a lei accostando le mie dita alle sue ma senza toccarle e cerco di intercettare il suo sguardo.
I suoi occhi sono vagui, sembra sia lontana anni luce da me.
"Scusami davvero Lucia. So che avrei dovuto ma sono stata troppo male e non ce l'ho fatta a venire da te"glielo dico con una semplicità che quasi sconvolge me stessa. Alla fine penso che la verità sia sempre la cosa migliore da dire e non penso sarei riuscita a mentirle. Lucia è solo una bambina ma è più matura di quanto si possa immaginare e a volte arrivo a pensare che non abbia otto anni ma d'altronde è dovuta crescere troppo presto.
Lei annuisce lievemente. "Avete litigato..."lo dice in un sussurro ma mi fa sobbalzare lo stesso.
Glielo ha detto lui? O ci avrà sentiti lei? Non posso fare a meno di pensare a lei e Luca che scherzano insieme e il solo pensiero mi infastidisce.
"Te l'ha detto lui?"mi appresto a domandarle.
Per la prima volta da quando sono qui mi guarda negli occhi. Vi leggo malinconia nei suoi azzurri che si riflettono nei miei trasmettendomi un pò delle sue emozioni.
"Perchè voi adulti siete così..."lascia la frase in sospeso non riuscendo a trovare un termine per definirci e si porta un dito alle labbra pensierosa, mordicchiandone una pellicina.
"Così come?" la incito e nella foga del momento le stringo una mano tra le mie. Lei sussulta impercettibilmente ma non allontana le sue dita dalle mie.
"Così...c-complicati, sì".
Sono troppo presa dalla bella sensazione che sto provando per accorgermi di quello che ha detto. Lucia riesce sempre a trasmettermi tanta forza e sono sicura che se ieri mi fossi fermata da lei sarei stata meglio e non avrei lasciato che il senso di colpa incombesse su di me. Ma a volte scappare dai problemi sembra la soluzione migliore.
Noi siamo così, non riusciamo a stare lontana l'una dall'altra un giorno di più. Abbiamo bisogno costantemente di conferme e molto spesso le troviamo nei piccoli gesti, stringersi la mano può valere più di mille parole.
Luca entra poco nella stanza, me ne accorgo subito da quel profumo tutto suo. E' un odore forte all'inizio a cui però ti abitui facilmente e poi non ti sembra così male.
Non mi degna di uno sguardo mentre si avvicina a Lucia. So che non dovrei ma io a differenza sua lo osservo un pò troppo dettagliatamente soffermandomi sul suo profilo, gli occhiali calati leggermente sul naso, la linea dritta di esso, la mascella indurita, la barba fresca di rasatura.
Mi sento avvampare colta in flagrante da lui che si volta a rivolgermi uno sguardo indecifrabile. Ma non mi sconvolge più di tanto anzi lo sostengo senza scompormi, non posso mostrarmi debole ai suoi occhi.
"Hai visto chi è arrivato Lucia?"sorrido ironica alla bambina.
Lui non è minimanente toccato dal tono che ho utilizzato. "Qualche problema a riguardo?"domanda con assoluta calma.
Mi porto una mano alla bocca trattenendo uno sbadiglio. "No"rispondo annoiata. "Ho saputo che sei stato qui ieri..."
Lui corruccia la fronte aggiustandosi gli occhiali sul naso. "Proprio così. E tu non sei passata"mi accusa sorridendo falsamente.
Lucia socchiude gli occhi di poco facendo saettare lo sguardo da me a lui ripetutamente.
"Oh, ho avuto molto da fare" replico calma.
Lui sorride ironico. "Certo chiuderti nel tuo studio per tutto il giorno"prende una pausa per osservare la mia reazione ma io non lascio trapelare niente dal mio sguardo. Mi tengo tutto dentro torcendomi lo stomaco.
"Dici tanto di tenerci a lei e poi non passi nemmeno a salutarla"prima che me ne possa rendere conto sgancia la bomba facendomi pentire di essere stata così calma e riflessiva fino ad adesso. Non so se mi sconvolga quello che ha detto o come l'ha fatto.
Gli lancio un'occhiataccia che non sembra scalfirlo minimamente. "Non hai il diritto di accusarmi in questo modo"replico infastidita.
Lui scrolla le spalle alzando le mani in segno di resa. "Sto solo dicendo la verità"sorride soddisfatto e prima che io possa reagire la voce di Lucia ci porta a voltarci verso di lei.
"Adesso basta!"incrocia le braccia al petto mettendo il broncio. Non lo urla per paura di svegliare gli altri ma il suo tono è così autoritario che stona detto da lei così piccola e angelica.
"Sono...stanca! Smettetela!"si copre la faccia con le mani sbuffando. Poi ci osserva per constatare le nostre reazioni ma siamo entrambi ammutoliti.
"Fate pace...avanti!"ci ingita gesticolando e noi due ci guardiamo entrambi completamente a disagio.
"Vedi Lucia..."comincio io.
"Le cose sono complicate"finisce per me Luca ma la piccola non è affetto d'accordo dall'espressione che le si dipinge in volto e lo ripete questa volta con voce più ferma.
Tiriamo entrambi un lungo sospiro e ci muoviamo quasi in sincrono. Le nostre mani che a scatto si avvicinano per stringersi e i nostri sguardi che non si incrociano nemmeno per sbaglio mentre sussurriamo un "pace". Ci stacchiamo velocemente scottati da quel contatto.
Quando però ci voltiamo in direzione di Lucia lei non sembra soddisfatta e osservando prima me e poi lui apre le braccia e stringendole poi al petto simulando un abbraccio. "Dovete fare così". Ci sta davvero chiedendo di abbracciarci?.
"Lucia..."tenta Luca di dissuaderla.
"Noi bambini facciamo così pace"replica lei con un sorriso.
"Ma noi siamo..."intervengo io ma lei non dà nemmeno il tempo di finire che mi interrompe.
"Complicati?"domanda ridendo.
Mi porto le mani ai fianchi guardandola severa ma lei mi sorride ingenuamente.
"No siamo adulti"replica Luca.
Lei dondola sul posto facendo gli occhi dolci. "Anche mamma e papà si abbracciavano quando facevano pace" ci informa facendoci successivamente una linguaccia.
Quindi è chiaro che lei proprio non ammetta un rifiuto e non ci resta che acconsentire a cioè che ha detto. Che sarà mai un abbraccio?.
Dal modo in cui ci avviciniamo a piccoli passi capisco che questo gesto stia causando uno sforzo enorme ad entrambi. Ci stringiamo appena ma questo contatto provoca dei brividi lungo la mia schiena e sento che anche  lui non è rimasto indifferente a ciò perchè avverto i suoi muscoli tendersi sotto il mio tocco.
Lucia ci osserva vittoriosa. "Sì!"esulta portando le braccia al cielo coprendosi successivamente la bocca con le mani.
Il mio cuore batte così forte che a momenti penso possa uscire dal mio petto. Sono davvero così agitata per un abbraccio? Mi stacco velocemente da lui ricompondemi.
"Ok adesso devo proprio scappare"mi passo frettolosa le mani sul camice e poi mi avvicino a Lucia baciandole una guancia. Poi scappo letteralmente dalla stanza senza rivolgergli uno sguardo.

I giorni passano freneticamente. Io e Luca secondo un tacito accordo
stiamo facendo in modo di incontrarci il meno possibile. Quelle poche volte che ci becchiamo parliamo il minimo indispesabile e siamo entrambi molto a disagio però per il resto sembra vada tutto bene.
La situazione di Lucia è stabile ma c'è sempre la probabilità che possa cambiare da un momento all'altro e se non dovesse arrivare per lei un nuovo cuore non ci sarebbero molte speranze.
So che se fosse per me io farei di tutto affinchè lei resti in viti, ma siamo impotenti davanti al destino.
Quel giorno avverto una strana sensazione, come se sentissi che stesse per succedere qualcosa di brutto. E' una cosa che mi assale per tutto il tempo del mio turno, passo anche più tempo con Lucia perchè ho paura che possa accaderle qualcosa di brutto e vorrei essere al suo fianco. Quando arrivo a casa la sera, però c'è una brutta sorpresa ad attendermi e lo capisco aprendo la porta di casa e scovando una lettera infilata sotto la soglia. Penso sia la posta che mi viene recapitata dal portiere quando non ci sono ma mi accorgo di sbagliarmi notando una busta completamente bianca e firmata da Nicola.
Sento il mio cuore cominciare a battere sempre di più e penso a cosa ci possa essere scritto. Non ho più sue notizie da giorni ma in questa settimana mi ha chiamata due o tre volte.
Sono certa che fosse lui perchè qualche sera fa è comparso il suo numero sullo schermo ma lui ha staccato subito sicuramente resosi conto di aver sbagliato e successivamente ha cominciato a telefonarmi con il privato pensando che io non sapessi fossi lui. Non ci siamo detti nulla, siamo rimasti in silenzio per minuti interminabili ad ascoltare uno respiro dell'altro fin quando lui non ha staccato la chiamata.
La apro con mani tremanti e prima di cominciare a leggere mi siedo sul divano appoggiandomi allo schienale. La tiro fuori con flemma come se volessi rinviare questo momento ma alla fine sono costretta ad affrontare la situazione.
La sua calligrafia risulta un pò più lineare e ordinata rispetto alle altre volte come se si fosse impegnato a renderla tale ma risultano comunque alcune cancellature. Prendo lunghi respiri e poi finalmente leggo:

Ciao Anita,
quando...leggerai questa lettera io sarò già molto lontano e sono un codardo sì, so che lo stai pensando. Non ho avuto nemmeno il coraggio di dirtelo di persona.
Sai che c'è? Non posso che darti ragione e aggiungiamoci che sono anche un grande stup stronzo perchè sinceramente queste parole me le merito tutte.
Ci ho pensato tanto in questi giorni sai? Ho soppesato bene cosa fosse giusto o sbagliato e sono arrivato ad una sola conclusione:andar via.
Questo ti farà star male più di quanto tu già stia, lo so...ma vedi è l'unica cosa che vedo bene per me. Non posso rimanere in questa città un giorno di più.
Mi sembra che qui mi parli tutto di te. Ogni cosa che io vedo mi porta a te, ad un momento nostro e mi fa capire che mi manca quella complicità che c'era tra noi. In questa settimana ti ho chiamata, so che hai capito fossi io. Risentire la tua voce dopo tanti giorni mi ha provocato una strana sensazione che non ti so spiegare. Lo sai io con le parole non sono mai stato bravo, già il fatto che io ti sia scrivendo è un immenso sforzo. Quello che so è che mi ha dato la spinta per prendere questa decisione.
Ti ricordi di Giovanni? Quante ne abbiamo combinate insieme, eravamo davvero delle teste calde e tu stavi lì a rimproverarci come se fossi la nostra mammina. Mi hai tirato tante volte dai guai...Anita. Beh chi lo avrebbe mai detto, è diventato un biologo marino e si trova a Genova adesso. Lui che era quanto di più simile a me ci potesse essere ce l'ha fatta! Si è realizzato nella vita! Tutti hanno trovato il proprio posto, sembra che io sia l'unico ad aver sprecato occasioni...
Ci siamo sentiti spesso soprattutto in questi giorni e mi ha offerto di stare da lui. Penso che un pò di aria nuova mi farà bene, ho bisogno di un cambiamento nella mia vita, di staccare per un pò da tutto quello che mi lega qui e chi lo sa un giorno potrei tornare completamente diverso! Sono sicuro che tu ne saresti contenta. Qualche volta mi hai fatto notare che tu volessi fossi meno impulsivo, immaturo...insomma meno Nicola. A volte io pensavo che non fosse giusto che tu mi dicessi cosa dovessi farne di me però forse se ti avessi ascoltata adesso non sarei a questo punto.
Lo vedi Anita? Lo vedi che mi fai?! Inevitabilmente io sono legato a te, ogni cosa mi riporta a quello che ne è stato di noi. Oddio basta devo concludere questa lettera!.
Mi dispiace, mi dispiace! Avrai tutte le ragioni per odiarmi, te lo lascio fare liberamente ma sappi che io non mi pento di niente Anita. Questi anni passati insieme a te sono stati i migliori della mia vita. Tu non lo sai ma mi hai fatto diventare migliore. Mi hai insegnato il valore dell'amicizia, esserci sempre l'uno per l'altro, condividere insieme gioie e dolori, spero di avertelo dimostrato abbastanza. E grazie a te ho capito anche un'altra cosa...cosa significa amare una persona incondizionatamente e profondamente così come io ho amato e amo te come se fossi stata l'unica cosa bella al mondo. Tu sei la mia luce nel buio.Non ti faccio una colpa di niente anche perchè non sarebbe giusto.
Non è affatto un addio questo ma per il momento deve andare così. Spero di rivederti un giorno.
Ti
amo.
-Nicola

Senza che io me renda conto le lacrime cominciano a scendere sulle mie guance, il mio corpo è scosso da fremiti.
No, no, no ripeto continuamente nella mia testa, non deve andare così! Mi alzo a fatica dal divano mentre sento il cuore battere così forte da farmi mancare il respiro.
Annaspo aria frugando nella borsa alla ricerca del cellulare, le mani mi tremano talmente forte che mi risulta difficile prenderlo.
Mentre con il dorso di una mano mi asciugo le lacrime che continuano a scendere impeterrite, le dita dell'altra scovano il suo numero che è ancora lì tra i preferiti.
Uno, due, tre... rispondi, rispondi! Scatta la segreteria per interminabili volte ma io continuo ancora a chiamarlo nella speranza che risponda ma lui non lo fa. E' davvera finita così?.
Lancio un urlo disperato buttando il cellulare sul divano.
"Ti odio, ti odio..."lo sussurro tra le lacrime come se fosse un mantra ma la realtà è che non lo penso davvero. Forse è proprio questo che mi fa star più male, sapere che nonostante tutto io continuerò a volergli bene, sempre.
Mi copro il viso con le mani mentre sento delle voci lontane chiamarmi. Quando sento scuotermi le spalle mi costringo ad aprire gli occhi.
Giulia è accovacciata davanti  a me, Carlotta e Cristina invece sono in piedi dietro di lei.
"Hai lasciato la porta aperta, non è da te essere così sbadata..."scherza la mia amica ma c'è qualcosa di diverso nella sua voce.
"Ci dispiace Anita" ammette Lottie abbassando lo sguardo colpevole.
Ed è lì che capisco tutto. Loro sapevano.
"Eravate a conoscenza di tutto, voi lo sapevate..."lo sussurro ma le guardo negli occhi mentre lo dico, e i loro sguardi addolorati mi dicono tutto.
"Non lo condividevamo Anita, ma abbiamo dovuto accettarlo. Non potevamo decidere della sua vita"si giustifica Cristina facendo un passo avanti per avvicinarsi.
Mi scanso dalla presa di Giulia e scuoto il capo sorridendo ironica.
"Come pensate che io mi senta, eh?!Se voi me lo aveste detto io..."il mio tono di voce si incrina notevolmente riducendosi ad un sussurro. Non riesco a vedere le loro espressioni avendo lo sguardo basso ma avverto tutta la tensione che aleggia nella stanza.
"Le cose non sarebbero cambiate. Aveva già deciso..."sento Carlotta singhiozzare e mi si stringe il cuore.
Ma sono troppo chiusa nel mio dolore per fare qualcosa. "Ho bisogno di rimanere sola"aggiungo flebilmente.
Ma loro compatte non dermono. "Non ce ne andiamo Anita"dicono insieme.
Mi passo una mano sul viso chiudendo gli occhi. Se non se ne vanno loro, sarò io a farlo. Evitando ogni loro sguardo e tutti i loro tentativi di dissuadermi, esco di casa.

Angolo autrice:
Buongiorno e scusate per il mio ritardo. In questo periodo il tempo per scrivere sta via via scemendo e lo ammetto ho anche un pò la testa altrove. Il capitolo l'ho cominciato un bel pò di giorni fa ma una volta una cosa poi un'altra l'ho terminato solo adesso. Purtroppo qualche giorno fa è arrivata una notizia che mi ha sconvolta non poco. Penso abbiate sentito parlare tutti della riforma "Buona Scuola", no? Ecco a causa di ciò dovrò trasferirmi con la mia famiglia in un'altra regione e lasciare tutto. Lo so che non potrebbe interessarvi ma il mio stato d'animo è tormentato ahah perchè per quanto io sia felicissima per mia madre che ha realizzato un traguardo importante c'è anche da dire che noi tutti dovremmo lasciare quello che ci lega qui, non per sempre ma la nostra vita sarà comunque rivoluzionata e non l'abbiamo deciso di nostra spontanea volontà. Ecco mi sento molto Nicola in questo momento, pronta per affrontare un cambiamento nella mia vita.
Questo solo per dirvi che ciò ha giocato molto sul mio stato d'animo e per questo motivo mi sono dedicata poco alla scrittura. Ma state tranquille che non vi abbandono anzi ho già in mente tante cosine e a proposito sto lavorando ad una one-shot! Faremo un salto nel passato, curiosi di sapere come sarà stata l'adolescenza di Anita e tutti gli altri? Vi aggiornerò presto a riguardo ;)
Intanto vi svelo che nel prossimo capitolo potrebbe esserci una sorpresina eheh...
Ma passiamo al presente: se dovessi dare un titolo a questo capitolo sapete quale sarebbe? Le trionfali uscite di scena di Anita ahahah!
Allora che ne pensate? Fatemi sapere tutto tutto! Aspetto con ansia tutti i vostri commenti :)
Prima di lasciarvi volevo fare un ringraziamento a tutte le ragazze che continuano a seguire la storia con assiduità. E' sempre un piacere ricevere un vostro parere. Un grazie ai nuovi lettori, a chi ha aggiunto la storia tra le preferite/seguite/ricordate e a chi legge in silenzio :)
Alla prossima! Bacioni <3

  
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