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Autore: darkcloud    18/08/2003    0 recensioni
Due maghi italiani vincono una borsa di studio e vengono trasferiti ad Hogwarts ... Cosa succederà?
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aperte le porte del treno un marea di ragazzi si riverso sul marciapiedi lì vicino. C’era chi urlava per la gioia, altri si rincorrevano, altri ancora chiaccheravano in gruppo. Videro lì vicino una figura che spiccava sopra le altre: Hagrid. Agitò la grossa mano nella loro direzione e si avvicinò a loro, facendosi spazio tra la folla.
“Ciao ragazzi” li salutò cordialmente mostrando un enorme sorriso. “Ifrid, Shiva dovete venire con me. Ci vediamo dopo, ragazzi.” Disse incamminandosi con dietro i due ragazzi che lo seguivano da vicino per non perderlo, come se fosse così facile che sfuggisse alla loro vista. 
“Tutti i ragazzi di prima e Torn Ridel, mi seguano.”
Una marea di ragazzini iniziò a seguire Hagrid verso la riva di un lago, mentre gli altri, come vide Ifrid, iniziavano a salire sopra delle enormi carrozze nera, che, con suo stupore, sembravano sprovviste di cavalli.
Più in alto, sopra una scogliera, scorsero l’enorme castello ricco di torri e di torrette.
Hagrid invitò i ragazzi a salire su alcune barchette che li aspettavano in riva al lago. Ifrid e Shiva si accomodarono in una insieme a Hagrid, che da solo ne occupava una buona metà.
Appena tutti si furono imbarcati, le barche iniziarono a muoversi, ad avanzare sulle acque scure e calme del lago. Ifrid si perse, guardando il cielo stellato che lo sormontava. Il cielo era completamente “sereno”, l’unica pecca era il fatto che la luna non era ancora visibile sopra di loro. Videro avvicinarsi la scogliera sopra la quale si ergeva il castello. Era enorme e tetra, metteva soggezione al solo vederla, come un gigante fatto di pietra. 
“Giù la testa!” urlò improvvisamente Hagrid e tutti eseguirono il suo ordine. I battelli li condussero attraverso una grande apertura coperta da una cortina d’edera. Continuarono il loro tragitto lungo un tunnel buio e infine raggiunsero una specie di porto scavato nella scogliera, probabilmente alla base del castello. Davanti a loro si stagliava un scalinata e in cima si riusciva a malapena a scorgere un immenso portone. I ragazzi scesero dalle barche e seguirono Hagrid in alto, fino a raggiungere il portale. Bussò tre volte e la porta si spalancò. Apparve alla loro vista una strega alta, dai capelli corvini e aveva un viso molto autoritario e severo. Era vestita con un abito verde smeraldo.
“Ecco gli allievi del primo anno.” Disse Hagrid.
“Grazie. Adesso mi occupo io di loro.”
L’ uomo li lasciò, salutando Ifrid e Shiva con un gesto della mano. 
La donna spalancò un’ altra porta e si ritrovarono in quella che doveva essere la sala d’ingresso. Le pareti di pietra erano illuminate da torcie, il soffito era talmente alto che si scorgeva a malapena e davanti a loro si trovava un ulteriore scalinata che conduceva verso i piani superiori.
Attraversarono la sala d’ingresso e la professoressa McGranitt li fece entrare in una piccola sala, mentre da lì vicino proveniva già un certo brusio. Probabilmente gli altri sono già arrivati, pensò Ifrid. Quando tutti si furono accomodati, per così dire visto che in quella sala vi entravano tutti a malapena e dovevano stringersi il più possibile, la donna iniziò a parlare loro:
“Benvenuti a Hogwarts. Il banchetto per l’inizio del nuovo anno scolastico si terrà fra breve, ma prima di prendervi parte, verrete smistati nei vostri dormitori. Lo smistamento è una cerimonia molto importante, in quanto per tutto il tempo che resterete in questa scuola, il vostro dormitorio corrisponderà alla vostra famiglia. Frequentere le lezioni insieme ai vostri compagni di dormitorio, dormirete nei locali destinati al vostro dormitorio e passarete il vostro tempo libero nella sala comune del dormitorio.”
“ I quattro dormitori sono Grifondoro, Tassorosso, Pecoranera e Serpeverde. Ciascuno ha la sua nobile storia e ciascuno ha addestrato maghi e streghe di prima classe. Per il tempo che restere in questa scuola, i trionfi che otterrete faranno vincere punti al vostro dormitorio, mentre ogni violazione gliene farà perdere. Alla fine dell’anno, il dormitorio che avrà collezionato maggior numero di punti verrà premiato con una coppa. Sperò che ognuno di voi si impegnerà ad onorare il proprio dormitorio.
“ La cerimonia di smistamento avrà luogo fra qualche attimo, davanti a tutta la Sala Grande. Tornerò non appena saremo pronti per la cerimonia. Vi prego di attendere in silenzio”
La professoressa uscì dalla stanza.
Un ragazzo moro, probabilmente della loro età si avvicinò a loro.
“Ciao” Disse, porgendo la mano a Shiva e snobbando del tutto Ifrid “ Io sono Torn, invece qual è il nome di una ragazza così bella?”
Le guance della ragazza si arrossarono leggermente e gli porse la mano che Torn si affrettò a baciare.
Ifrid iniziò ad innervosirsi. Non gli piaceva affatto quello che stava vedendo. Era un sentimento che aveva provato poche volte, in fondo non era mai stato un tipo geloso, ma in quel momento non riusciva a farne a meno. In più quel ragazzo non gli ispirava niente di buono. Lo guardò male, cercando di intimidirlo, ma il ragazzo fece finta di nulla, come se non lo avesse visto.
“Shiva, piacere”
“Piacere mio. Spero soltanto di poter avere la tua compagnia uno di questi giorni...” 
Fu la goccia che fece traboccare il vaso. Il sangue salì alla testa del ragazzo. Chi diavolo si credeva di essere per poterci provare con la sua ragazza? E inoltre Shiva stava lì a conversarci amabilmente, infischiandosi di lui. Si avvicinò a quel cascamorto lo afferrò per il bavero della tunica.
“La vuoi finire di provarci con la mia ragazza?” Disse veementemente, mentre lo guardava malamente a pochi centimetri dal suo viso.
“Sennò?” Rispose l’altro in tono di sfida.
La mente di Ifrid si annebbiò completamente e il suo istinto prese il sopravvento. Sbattè con forza il ragazzo contro il muro.
“Ti basta come dimostrazione?”
“Sei impazzito? Come faceva a saperlo!”
La ragazza si intromise dai due e liberò Torn dalla presa di Ifrid. E fissò, con il viso contratto dalla rabbia e dallo stupore per quell’azione, Ifrid.
“Lui magari non lo sapeva, ma tu sì! A quanto pare ti piace farti corteggiare dai cascamorti, continua pure a farlo!”
Ifrid li lasciò lì e si diresse verso l’altro lato della stanza, da dove non poteva vederli e aspettò silenziosamente il ritorno della professoressa, mentre la rabbia non accennava a diminuire.
La portà si aprì e la donna riapparve alla loro vista.
“Mettetevi in fila e seguitemi”
Tornarono nella sala d’ingresso e vennero condotti finalmente nella Sala Grande. 
L’ immensa sala era illuminata da migliaia di candele che galleggiavano a mezz’aria sopra a quattro tavolate, dove erano seduti gli altri studenti. In fondo alla sala era posto un altro tavolo, intorno al quale erano seduti quelli che dovevano essere gli insegnanti, fra i quali si trovava anche Hagrid, che gli sorrise quando raggiunsero il tavolo. Diedero le spalle ai professori e si rivolsero verso le quattro tavolate. Poi lo sguardo di Ifrid puntò sul soffito: completamente nero e punteggiato da quelle che dovevano essere stelle. Sembrava quasi che la Sala Grande si spalancasse completamente all’aria aperta.
Poi abbassò lo sguardo e vide la professore McGranitt che posizionava uno sgabello a quattro gambe davanti a loro. Sopra lo sgabello mise un cappello a punta. Era un vecchio cappello rattoppato, consumanto e pieno di macchie.
Il silenzio coprì interamente tutta la Sala Grande per alcuni secondi. Poi il cappello si contrasse. Uno squarcio si aprì vicino all’orlo come una bocca e cominciò a cantare:

Voi forse credete di conoscervi bene
ma se sulla testa mi vorrete poggiare
io vi carpisco tutte le pene
e nella casa vi posso smistare.
Ormai mille anni
qui dentro ho passato
i vostri sogni
dalla testa ho esaminato:
se è buon cuor coraggioso
a grifondoro vi mando,
se intelletto grandioso
a corvonero fra il mondo,
se impegno e lavoro è una convinzione
tassorosso di certo è la vostra sezione,
infin serpeverde, fra tutti il successo
loda con stile e ammette l'accesso.
Questi fra i nomi del mondo dei maghi,
eran fra tutti i più rinomati,
avanti correte, correte qui avanti
e io vi smisto in pochissimi istanti.

Quando ebbe ultimato il suo spettacolo scoppiò un applauso fragoroso. Il cappello fece un inchino e si afflosciò sulla sedia, restando immobile.
La professoressa McGranitt si avvicinò a loro con in mano una lunga pergamena.
“Quando vi chiamerò vi siederete sullo sgabello, indossando il cappello, e verrete smistati.” Disse.
Ifrid sperava fortemente di essere destinato al dormitorio di Grifondoro, dove conosceva già Ron, Harry, Hermione e molti altri. E sicuramente, a quanto gli avevano detto, era il migliore di tutta la scuola, a differenza di Serpeverde che gli avevano sconsigliato ripetutamente. Buttò uno sguardo verso il tavolino di Grifondoro e vide i suoi amici che gli sorridevano. Ron alzò il pollice della mano e gli strizzò un occhio. 
La professoressa McGranitt iniziò a chiamare gli studenti del primo anno, che vennero tutti attribuiti ad un dormitorio e applauditi dal loro tavolo.
Poi venne il suo momento.
“Ifrid Ignis”
Il ragazzo non si guardò intorno, ma puntò gli occhi a terra e mise il cappello mentre si sedeva sullo sgabello. Grifondoro, Grifondoro, Grifondoro, pensò fra sè. Il cappello si animò e iniziò a parlare:
“Uh-uh! Assomigli molto a qualcuno che ho smistato un pò di tempo fa, qualcuno di molto famoso” Si fermò per qualche attimo e poi proseguì: “Quindi: GRIFONDORO”
Che si riferisse a Harry? Ma non ebbe tempo di pensare a ciò che gli aveva detto il cappello. Se lo tolse di testa e raggiunse il suo tavolo in mezzo ad uno scroscio di applausi. Prese posto accanto Ron.
“Benvenuto nei Grifondoro” Un fantasma con una giorgiera che gli si era avvicinato per complimentarsi. “Io sono Sir Nicholas de Mimsy-Porpington.”
“Grazie”
Intanto vide arrivare anche Shiva, che si unì a loro. Anche lei era stata assegnata ai Grifondoro, ma non si complimentò con lei, nemmeno la degnò di uno sguardo, se non con la coda dell’occhio. Era ancora troppo furioso per quello che era successo.
Sentì chiamare il nome di quel ragazzo odioso che ci stava provando con Shiva e lo vide dirigersi verso il tavolo dei Serpeverde. Il posto adatto a lui, pensò Ifrid.
Il fantasma tossì due volte per richiamare tutti al silenzio.
“Allora... Nuovi Grifondoro! Spero che ci aiutere a vincere la coppa delle case che ormai vinciamo da tre anni consecutivi.”
“Ma certo che lo faranno” Si intromise Fred.
“Proprio così” Puntualizzò George.
In quel momento si alzò in piedi, dal tavolo degli insegnati, un uomo alto e snello, ricoperto da una barba bianca e lunghissima e portava un paio di occhiali con le lenti dalla forma di una mezzaluna. Allargò le braccia e sorrise radiosamente a tutti i presenti.
“Benvenuti!” disse “Benvenuti ad un nuovo anno scolastico di Hogwarts! Prima di dare inizio al banchetto vorrei parlarvi della situazione in cui ci troviamo...” Il suo viso si rabbuiò, il suo sorriso scomparve, in quel momento sembrava molto più vecchio e consumato dall’età.
“Come tutti sapete, Voi-Sapete-Chi è risorto, anche se non ha ancora riacquistato pieni poteri. Alcuni mangiamorte si sono ricongiuti a lui.”
Ifrid guardò verso il tavolo dei Serpeverde e vide Malfoy, i suoi gorilla e Ridel che confabulavano fra loro. Harry gli aveva detto che il padre di Malfoy era un mangiamorte e probabilmente anche Ridel c’entrava in qualche modo con Voldemort.
“Ma il nostro ministro della magia non ha voluto credere a questa notizia e quindi non prenderà provvedimenti in proposito, almeno per ora. Ma io personalmente ho provveduto ad informare tutte le vostre famiglie del pericolo e molte di esse si schiereranno al nostro fianco al momento del bisogno. Ma non abbiate paura, finchè restere qui, non vi potrà succedere nulla. Vi chiedo solo di fare la massima attenzione e di non cacciarvi nei guai!” E dicendo ciò, Ifrid vide che Silente lanciava un’occhiata verso Harry e compagni.
“Ma non ci sono solo cattive notizie. Quest’anno oltre al torneo scolastico di Quidditch a fine anno scolastico verrà organizzato un torneo fra le scuole europee, quindi vi invito a dare il massimo per portare la gloria della nostra scuola in tutta Europa. Inoltre ho deciso di richiamare il professor Lupin, come insegnante di Difesa contro le Arti Oscure.”
Un mormorio si alzò nella sala. Poi videro il professor Lupin entrare nella Sala Grande e raggiungere il tavolo degli insegnanti e fu seguito da un sonoro applauso da parte di tutta la scuola, tranne del tavolo dei Serpeverde.
“E avrete – Proseguì Silente richiamando al silenzio – dei nuovi compagni di quinta: I signori Ifrid Ignis e Shiva Nivis, entrambi venuti qui dall’Italia grazie ad una borsa di studio; e Torn D. Ridel, entrato a far parte di questa scuola al quinto anno grazie alle sue conoscenze già avanzate nel campo magico. Vorrei che faceste un applauso a questi ragazzi. Dal mio canto gli auguro buona fortuna e buona permanenza qui ad Hogwarts.”
Vi furono altri scrosci di applausi e quando finirono il preside riprese di nuovo la parola:
“Ora, si dia inizio al banchetto!”
Tornò a sedersi e tutti lo applaudirono.
I piatti d’oro davanti a loro, di colpo, si riempirono di pietanze: roast beef, pollo arrosto, braciole di maiale, salsicce, bacon e bistecche, patate lesse e fritte, Yorkshire pudding e addirittura dolci alla menta.
Ifrid guardò il contenuto dei piatti davanti a lui e gli occhi iniziarono a brillargli, le mani fremevano e la bava aveva cominciato a scendere dalla bocca.
“Pancia mia fatti capanna!!! Buon appetito ragazz...”
Non aveva fatto in tempo a finire la frase che si era già riempito la bocca di cibo. Gli altri lo guardarono all’inizio un pò perplessi e poi scoppiarono in una sonora risata.
“Che f ‘ è?” Aveva chiesto, sempre con la bocca stracolma di cibo, agli altri stupito, non riuscendo a capire il motivo di quella risata.
“Nulla, nulla” Lo tranquillizzò Fred.
“Già, proprio nulla” Puntualizzò George, prima di scoppiare a ridere un ulteriore volta.
Ifrid non vi fece caso questa volta e continuò a ingurgitare roba da mangiare.
“Secondo me con un imbuto faresti prima!” Lo derise Harry, che fu seguito subito da una risata dei suoi compagni.
“Già... Forse hai ragione! Ne avete uno, per caso?” Chiese Ifrid convinto di ciò che diceva. Gli altri scoppiarono nell’ennesima risata, ma questa volta a Fred andò il cibo di traverso e iniziò a tossire energicamente per riprendere fiato, questo portò ad ulteriore prolungamento della risata degli altri.
Qualche minuto dopo, Ifrid era ormai pieno. Si distese sulla sedia e si colpì dolcemente la pancia.
“Ahh!! Non ho mai mangiato così bene!”
Aspettando che gli altri finissero di mangiare, il ragazzo iniziò a guardarsi intorno. Al tavolo delle autorità vide Hagrid che stava bevendo dal suo calice, mentre discuteva con il professor Lupin. Silente aveva ormai finito di cenare e era immerso in una discussione con un uomo dal viso molto severo e una pelle color latte, che risaltava ancor di più sotto ai capelli lunghi e nerissimi, era il professor Piton a quanto gli avevano detto i suoi nuovi amici; e la professoressa McGrannit.
Il suo sguardo si perse in giro attraverso tutte le altre tavolate alla ricerca di qualche ragazza carina, ormai quello era un vizio per lui. Ovunque andasse il suo sguardo si perdeva nella ricerca di qualche “preda” adatta a lui. Poi il suo sguardo cadde involontariamente su Shiva, ma lo distolse subito, cercando di non farsi notare da nessuno. Era ancora furioso con lei, non sopportava il suo comportamento e oltretutto gli aveva dato del pazzo, quando dovrebbe essersi scusata con lui. Cancellò la mente da questo pensiero, non era il momento adatto, adesso voleva solo divertirsi e niente più, il resto poteva aspettare.
Poi scomparvero tutte le pietanze dal piatto e il professor Silente si rialzò di nuovo in piedi. La sala fu coperta da un silenzio di tomba.
“Adesso che siamo tutti sazi di cibo e bevande, ho da darvi alcuni annunci.”
“Gli studenti del primo anno devono ricordare che l’accesso alla foresta qui intorno è proibito. E anche alcuni degli studenti più anziani farebbero bene a ricordarselo”
I suoi occhi balzarono da Harry a Ron, poi a Hermione e infine ai due gemelli Weasley, che sicuramente ne combinavano di tutte i colori all’interno del castello e a quanto pare anche della foresta.
“Inoltre devo ricordarvi che sono vietati i duelli magici fra classi nei corridoi. Infine, devo dirvi che le prove di Quidditch si terranno a partire dalla seconda settimana dell’anno scolastico. Chiunque sia interessato a parteciparvi è pregato di rivolgersi a Madama Bumb.”
“Prima di andare a letto, intoniamo l’inno della scuola!” Gridò Silente, sembrava molto elettrizzato da questa cosa e un enorme sorriso apparve sul suo viso. Diede un colpetto con la sua bacchetta, da cui ne uscì un nastro dorato, che aleggiando sopra le loro teste, si contorse più volte fino a formare delle parole.
“Oguno scelga il motivo che preferisce” Disse il preside “Via!”
Tutti gli alunni e alcuni professori, seppur riluttanti, intonarono:

Hogwarts, Hogwarts del nostro cuore,
te ne preghiamo, insegnaci bene,
giovani, vecchi, o del Pleistocene,
la nostra testa tu sola riempi
con tante cose interessanti.
Perchè ora è vuota e piena di venti,
di mosche morte e idee deliranti.
Insegnaci dunque quel che è richiesto,
dalla memoria cancella l’oblio
fai del tuo meglio, a noi spetta il resto
finchè al cervello daremo l’addio.

I gemelli furono i primi a finire, intonando la canzone con un ritmo velocissimo e cantando la loro personale versione che fece ridere tutti i Grifondoro impedendo di finire di cantare. Silente diresse le ultime battute con la bacchetta e, alla fine, fu uno di quelli che applaudì più di tutti all’interno della Sala Grande.
“Adesso è ora di andare a letto. Di corsa!”
I Grifondoro uniti si diressero verso la loro sala comune. Il loro viaggio fu allietato dalle battute dei due gemelli Weasley. Ifrid seguì gli altri attraverso corridoi, sopra scale, attraverso porte. Tentò invanamente di ricordarsi la via, ma dopo qualche minuto dermorse da portare tal impresa a compimento. Dopo qualche minuto attraversarono un lungo corridoio e in fondo ad esso vi era un ritratto di una signora grassa con un abito di seta rosa.
“Parola d’ordine?” Chiese la donna.
Il prefetto dei Grifondoro si fece largo tra la folla e disse:
“Copa cabana”
Il ritratto si spostò di lato e lascio intravedere un cunicolo rotondeggiante. Il prefetto lo imboccò e tutti gli altri studenti fecere altrettanto. Raggiunsero quella che doveva essere la sala comune, una sala a pianta rotonda tempestata di numerose soffici poltrone e di ampi tavolini.
Il prefetto indicò alle raggazze una porta che conduceva ai loro dormitori e fece altrettanto con i ragazzi. Ifrid vide Shiva e Hermione che entravano nella porta e iniziavano a salire. Ron e Harry fecero altrettanto e il ragazzo li seguì. In cima ad una scala a chiocciola, si trovavano sicuramente in una delle torri del castello, trovarono cinque letti a baldacchino circondati da una tenda di un rosso scuro. I lor bauli erano già lì ad aspettarli. Ifrid si buttò con un salto sul letto. Era troppo stanco per il viaggio e non aveva voglia di cambiarsi. Troppa fatica, pensò e i suoi occhi si chiusero.

  
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