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Autore: shonen_girls    14/11/2015    6 recensioni
Medioevo: un'epoca di conflitti e dolori
Medioevo: un'epoca di tradimenti e spargimenti di sangue
Medioevo: un'epoca oscura che nasconde nella sua ombra le più tragiche storie d'amore
Medioevo: un'eterna lotta tra ricchi e poveri
Medioevo: un'età monotona in cui tutto può cambiare
******
Jerza-Gruvia-Gale-Nalu e molte altre
[Scritto a quattro mani da Pink sweet & Kirishima Ayato]
Genere: Avventura, Sentimentale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Erza/Gerard, Gajil/Levy, Gerard, Gray/Lluvia, Lluvia, Natsu, Natsu/Lucy, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Gender Bender, Incest, Triangolo
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Capitolo secondo

Vorremmo ringraziare tutte le persone che hanno letto il primo capitolo specialmente Shylt, Dana_1095, Momo hitsugaya, honeyzen123, kounchan, yukihime_chan che hanno recensito ** ^ **




Pov Natsu

Il canto del nostro gallo mi sveglia e svogliatamente mi alzo per affrontare una nuova durissima giornata.

Che palle

Oggi devo finire di riparare il muro a casa di Laxus e quindi non posso nemmeno stare con mio padre...
Mi incammino verso il palazzo salutando i miei amici che sono già a lavoro.

Quando arrivo Freed, uno dei cavalieri e aiutanti di Laxus, mi intima con lo sguardo di andare a lavorare.

Attraverso le mura e vado alla tanto agognata recinzione.
Sto ad ossevarla un po', onestamente non so come ripararla, ieri ho cercato di inserire dei sassi nei buchi, ma il risultato non è stato molto buono...
Non ho nulla che possa aiutarmi quindi faccio ciò che ho fatto ieri, cerco dei sassi della misura giusta e li infilo nei buchi insieme a un po' di paglia.
Certo che quel tirchio di Laxus avrebbe potuto chiamare un muratore, o almeno darmi il materiale giusto, in questo modo non è che posso fare tanto...
Il tempo trascorre piuttosto velocemente e quando il sole è alto nel cielo mangio una mezza pagnotta un po' ammuffita.

Ho così fame...

Dopo mi rimetto subito al lavoro, le ore trascorrono piuttosto velocemente e devo dire che il muro non sta migliorando affatto.


< Bastardo >

Cazzo

< Hai completato quel maledetto muro? >

Mi giro con un brivido di terrore verso la figura imponente che si sta dirigendo verso di me

< Laxus-sama...in realtà... >
< Che cazzo é questo eh? Ti sembra un muro aggiustato piccolo maledetto? >
< Laxus-sama non disponevo dei materiali giusti! >
< Ehhh, stai per caso dicendo che io, Dreyar Laxus, non avrei nemmeno la materia prima per riparare un semplice muro?! >
< Beh ecco... >


Non faccio nemmeno in tempo a rispondere che mi prende per la nuca e mi sbatte violentemente contro la recensione, rompendola ulteriormente. 
Mi accascio al suolo, con un dolore lacerante che proviene dalla testa, poi mi alzo lentamente, sporcando quel maledetto muro con il mio sangue.

< Guarda, non sei buono a far nulla! Invece di ripararlo l'hai spaccato e sporcato col tuo misero sangue, lo sai questo cosa vuol dire vero? >
< Laxus-sa... >

Mi assesta un pugno allo stomaco che non riesco e non posso schivare.
Sputo del sangue per terra mentre mi tengo lo stomaco per il dolore.

< Andiamo a divertirci un po' bastardino >

Mi afferra per il gilet trascinandomi malamente a terra, so bene dove siamo diretti e per questo cerco di liberarmi, ma con scarsi risultati visto che le sue grossa braccia mi tengono ancorato a lui.
Entriamo nel castello e sotto gli sguardi di pietà della servitù prendiamo le scale che conducono ai sotterranei.

< È da un po' che non veniamo qui bastardino, sai ho proprio voglia di vedere la tua carne a brandelli >

Arriviamo in una stanza purtroppo a me dolorosamente familiare.
È buia, visto che è illuminata debolmente solo da una piccola candela.
L'odore che si respira fa ritorcere le budella: odore di sangue.
Assottiglio la vista per vedere dei ratti girare qua e là alla ricerca di non so bene cosa.
Vicino alla candela c'é  un tavolo di legno provvisto di alcune catene.
Mi ci sbatte sopra in malo modo mentre la mia schiena implora pietà.
Se non scappo adesso sarà la fine.
Con un doloroso colpo di reni mi tiro su e con un abile scatto cerco di scappare verso la porta.
Purtroppo vengo afferrato subito e rilanciato sul tavolo.
Laxus si siede con tutto il suo peso sopra di me mentre un mio urlo squarcia il silenzio.

< Dove credi di andare bastardino?! >

Mi fa girare mettendomi con la schiena verso l'alto, mentre prende le braccia e mi imprigiona alle catena, dopo fa la stessa cosa con le gambe. Mi strappa ciò che resta del gilet esponendo la mia schiena a quell'aria putrida.

< Vediamo...cosa potremmo fare oggi? >

Giro faticosamente la testa vedendo Laxus che con un sorriso sadico si avvicina ad un tavolino lì vicino provvisto di ogni tipo di strumento utile alla...

tortura, non credi sia un nome meraviglioso? >

Vedo i suoi occhi infiammati guardare attentamente ogni strumento.
Delle gocce di sudore scendono copiose dalla mia fronte.

Paura

Paura per me, per la mia salute e per la mia vita.
Non faccio che provare paura.

< Umh...deciso! >

Spalanco gli occhi mentre vedo lo strumento che Laxus ha deciso di usare questa volta.

Una palla chiodata.

< Hahahah, ti ricordi l'ultima volta bastardino? Sarà molto meglio >

Inizio ad urlare cercando di divincolarmi, quello è pazzo e io potrei rimetterci la pelle.

< AIUTO, AIUTATEMI!! >

Ovviamente le mie suppliche si perdono nel silenzio dei sotterranei senza essere sentite da nessuno.

< Taci pezzo di merda >

Dolore

Dolore fisico

Dolore mentale


Dolore

Dolore

Dolore


Non riesco a pensare a nient'altro mentre mi assesta la prima frustata.
Sento il sangue scorrere copioso.
Anche se non lo vedo so che pezzi di carne mi sono stati spezzati brutalmente.

< No, basta, basta smettila bastardo! >

Laxus ovviamente non mi dà ascolto.

Due
Tre
Quattro

I numeri dei miei urli, il numero delle mie frustate.
< Smettila di starnazzare come una cagna in calore! Mi dai sui nervi! >

Dai miei occhi escono calde lacrime che rigano il mio volto

Che qualcuno mi aiuti

Laxus afferra brutalmente il mio volto girandolo verso di sé. 

< Bastardino hai degli occhi intensi, sarebbe un peccato rovinarli non credi? >

Continuo a piangere, spaventato a morte per quello che Laxus potrebbe farmi.

Con un abile balzo prende la candela e la porta vicino al mio occhio destro. 

< Andiamo, un po' di cera bollente non farà così male vero? >

Laxus continua a sghignazzare sadico mentre porta la cera sempre più vicina al mio occhio.

< No...fermati...NON FARLO AAAAAAAAARGH! >
< Hahahah dovresti ringraziarmi bimbo, alla fine te l'ho buttata sulle spalle >

E nel silenzio tombale del sotterraneo i miei urli si confondono con le sue risate malate.
La pelle è a brandelli, la mia schiena ormai non è altro che una chiazza rossa mischiata a pezzi di carne staccata.
L'odore di sangue è così forte che potrei vomitare da un momento all'altro.
Ciò che ai miei occhi è uno spettacolo orrendo a quelli di Laxus appare come un gioco come altri.
Ciò che fa più paura non sono le frustate che mi dà.
Sono i suoi occhi e il suo sorriso.
Occhi di fuoco pronti ad uccidere e un sorriso sadico che li incornicia il viso.
Il sorriso di un folle.

< Hahahahah ma quanto sei divertente figlio di puttana? >
< Crepa all'inferno stronzo! >

Senza pensarci troppo sputo sulla preziosa camicia del mio signore lasciandolo senza parole. 

< Tu... COME HAI OSATO? >

Mi tira una gomitata fortissima sulla schiena facendomi sputare del sangue.
Digrigno i denti mentre la vista si fa sempre più confusa. Tra poco perderò i sensi...
Con un fatica immane mi giro e vedo Laxus che prende in mano una frusta.
Alza il braccio pronto a fustigarmi e io chiudo gli occhi per non vedere quello spettacolo cruento.
Almeno gliel'ho fatta pagare per aver insultato mia madre...

< NOOO! FERMATI LAXUS!! >

Apro gli occhi di scatto non riconoscendo questa voce.
Giro leggermente la testa vedendo un Laxus stupito quanto me fissare una giovane donna col fiatone sulla porta d'ingresso.

< Che ci fai qui agnellino? >

La ragazza ignora Laxus e si precipita da me guardandomi con uno sguardo che sa di passione e ira.

< Chi è lui Laxus?! >
< Umh, solo uno piccolo stronzetto che sta ricevendo ciò che merita >
< Stai esagerando >
< Eh? Non ti immischiare donna! >

Laxus sposta la ragazza e si prepara a darmi un colpo che però non arriva e non arriverà mai.
La donna albina si è parata davanti a me ricevendo al mio posto la frustata.
La sua pelle chiara è segnata da una striscia scarlatta, ma il suo sguardo è determinato, fa quasi paura.
Sembra lo sguardo di un demone.

< Ucciderlo non ti servirà a nulla, anzi ti ritroverai con due braccia in meno e questo di certo non gioverà alle tue ricchezze, basta così Laxus >
< Tsk... >

Laxus ci guarda in modo sprezzante e si allontana verso la porta.

< Agnellino, questa è l'ultima volta che perdi tempo dietro ad uno come lui >

E riesco a sospirare solo quando la grande schiena del biondo sparisce nel buio del castello. Mira si avvicina a me, cominciando a sciogliere le catene. 

< Tutto bene? >
< Perché l'ha fatto? >
< Eh? >
< È la moglie di cui tutti parlano vero? Perché mi ha salvato prendendosi anche una frustata al posto mio? >
< Beh ho sentito delle urla disumane, non potevo non intervenire! Sai, non tutti sono come lui... >
< Beh, in questo caso la ringrazio signora Dreyar >
< Mirajane, ma puoi chiamarmi solo Mira, l'importante è che non pronunci quello sporco cognome >
< Oh va bene Mira-sama >
< Tu invece come ti chiami? >
< Natsu Dragneel >
< Va bene Natsu, è meglio se andiamo a disinfettare quelle ferite >

Faccio un sorriso tirato mentre ogni muscolo grida pietà, poi c'è solo il buio.


***


É tutto nero.
Non vedo nulla.
Mi fa male dappertutto.
I muscoli tirano e bruciano come il fuoco dell'Inferno.
Forse sono morto.
Vedo una luce.
È bianca e luminosa, da quasi fastidio.
Deve essere il Paradiso.
Quindi sono davvero morto.
Cerco di prendere la luce, ma si allontana sempre di più.
La mia mano è così vicina, eppure così lontana.
All'improvviso vedo una figura.
Deve essere un angelo che è venuto a salvarmi.

Natsu
Natsu

Mi chiama
Sto arrivando

< Angelo, sto arrivando >
< Natsu, ehi Natsu svegliati! >

Apro di colpo gli occhi ritrovandomi davanti due pozze celesti incastonate in un viso dolce.
Non pensavo che gli angeli fossero così.

< Natsu svegliati, mi senti? >

Sbatto varie volte le palpebre cercando di mettere a fuoco quello che mi circonda.
Con estrema confusione noto che quello che ho davanti non è un angelo, anche se potrebbe benissimo esserlo, poiché si tratta di Mira.

< Come ti senti? Sei svenuto così ne ho approfittato per medicarti, anche se non so se ho fatto proprio un bel lavoro >
< Dove sono? >
< In una delle tante stanze del castello >
< EH? >

Con un doloroso colpo di reni mi tiro su notando solo in quel momento che sono adagiato in un morbido letto rivestito da coperte di lana.

< Se Laxus-sama mi trova qui è la fine >
< Tranquillo, sono stata attenta, non ci ha visto nessuno >
< Eh, è stata lei a portarmi fin qui Mira-sama? >
< Certo! Anche se non si direbbe sono parecchio forte >
< Fantastico... >
< Eheh grazie, comunque dimmi: come ti senti? >

Una merda

< Potrebbe andare meglio, ma vedrà che nel giro di qualche giorno sarò come nuovo! >

O almeno spero

< Meno male, sono così sollevata >

Le sorrido davvero grato, è la prima nobile che incontro che mi tratta come un suo pari, è strabiliante, ma è triste pensare che di certo è l'unica ad avere questo carattere in tutto il mondo.
Sono immerso nei miei pensieri quando all'improvviso mi ricordo che mio padre mi aveva detto di tornare immediatamente ai campi dopo aver terminato il lavoro. 

< Mira-sama quanto tempo è passato? >
< Beh tra poco il sole tramonterà >
< Cavolo, devo proprio andare >

Con uno sforzo di volontà enorme mi alzo.
Purtroppo le ginocchia mi cedono e cado rovinosamente a terra.

< Natsu, ti sei fatto male?  >
< Tranquilla è tutto a posto >

Ignoro il dolore che si propaga in tutto il corpo e stringendo i denti mi rimetto in piedi, faccio qualche passo per riprendere il pieno controllo del mio corpo.

< Mira-sama la ringrazio di cuore, ora devo proprio andare >
< Si certo, ma lascia che due servitori ti accompagnino, in queste condizioni non andrai molto lontano! >
< Beh ecco, non c'è bisogn... >

Non faccio in tempo a finire la frase che Mira corre via e torna dopo pochi secondi con due ragazzi che ho visto qualche volta di sfuggita.

< Ragazzi, per favore aiutate Natsu a tormare a casa, e non fatevi vedere da Laxus >
< Certo Mira-sama >

Mi aggrappo ai due servitori e ci apprestiamo ad uscire quando Mira mi ferma.

< Natsu, ci rincontreremo? >
< Ne sono sicuro! >

Le regalo uno dei miei sorrisi più sinceri mentre lei ricambia a sua volta.

Sgattaloiamo fuori dal palazzo senza farci vedere da nessuno.
Con passi piuttosto lenti e zoppicanti proseguiamo verso il luogo dove si trova casa mia.
Per un attimo dimentico le cure di Mira concentrandomi invece sul dolore che le frustate mi hanno procurato.

Quel bastardo...giuro che me la pagherà
Me la pagheranno tutti
É tempo di mettere in atto la rivoluzione



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Pov Igneel


< Ti ringrazio infinitamente Grandine >
< Non devi farlo, Igneel. È il mio dovere curare le persone e non potevo certo lasciare che Natsu marcisse >
< Ti ringrazio lo stesso. Se non ci fossi stata tu, Natsu ora sarebbe... >
< Se è per questo, ringrazia la nobile che l'ha aiutato. Le erbe con cui gli ha medicato le ferite hanno impedito alla carne l'immediata putrefazione. Io ho solo aggiunto una miscela che permetterà la cicatrizzazione in breve tempo.
Prendi questo, e spalmaglielo addosso quando cambiate le bende. Ne ho portate un po', gli basteranno per una settimana >

Afferro la ciotola in cui ha appena pestato varie erbe medicinali con il pestello. Emana un odore acre e pungente, e non oso immaginare le varie sostanze che ci ha aggiunto per ottenere questo composto.
Una volta ha fatto ingerire a me e a Met fegato di maiale passandolo per spezzatino. Ma, dal momento che dopo averlo mandato giù a forza siamo guariti dalla polmonite che ci eravamo beccati lavorando per Laxus sotto la pioggia, ormai ci fidiamo ciecamente delle sue cure.
Non per niente è la medica più rinomata del regno, nonché nostra amica di vecchia data, e nonostante in molti la credono una strega e la obblighino a vivere sul limitare del bosco, nessuno riesce a far meno delle sue medicine.
Ripongo la ciotola sul ripiano dove teniamo il poco cibo che abbiamo quando sento dei passi ciondolanti venire dalla porta.

< P...papà... >
< Natsu!! Che ci fai in piedi? Mica ti avevo detto di startene sdraiato? Fila subito a letto!! >
< Ma pap... >
< Che succederà se ti si riaprono le ferite? >
< Pa... >
< NATSU-FILA-SUBITO-A-LETTO!! >
< Va bene... >

Fa per andare nell'altra stanza, quando all'improvviso si gira

< ...brutto vecchiaccio >
< COSA HAI APPENA DETTO NATSU?! >

Inseguo mio figlio che scoppia a ridere e si mette a correre, ma non fa due passi che all'improvviso crolla a terra, contorcendosi e piegandosi in due per il dolore.
Lo raggiungo in una frazione di secondo e gli guardo le ferite coperte dalle bende, che si stanno lentamente tingendo di rosso.

< Natsu!! Come stai? Dannato incosciente, così muori dissanguato!! >
< Scusa papà... >
< Dannazione... >

Lo sollevo delicatamente prendendolo a mo' di principessa e lo porto nella stanza accanto, dove lo faccio sdraiare sul suo giaciglio di paglia. 
Prima ci ho aggiunto sopra tutta la mia e ne ho fregata un po' anche dai pagliericci di Met e Gajeel, ma sono sicuro che capiranno.

< La prossima volta ti lascerò crepare, cretino >
< Ti voglio bene anch'io vecchio >

Natsu sorride, solare, e senza rendermene conto sorrido anch'io. 
Assomiglia tanto a sua madre...ha la sua stessa capacità di scaldare i cuori delle persone piegando semplicemente in su le labbra.
Grandine entra sospirando su quanto siano stupidi gli uomini, poi comincia a rifargli la fasciatura.

< Sei proprio come tuo padre...un idiota irrecuperabile...non guardarmi così Ig lo sai che è vero...e sta' fermo dannato bamboccio, chi ti ha detto di metterti a correre come un cane impazzito?! Ora stattene tranquillo che finisco di medicarti >
< Sai papà, mi sono sempre chiesto come mai due uomini come te e Met possano essere i migliori amici di questa vecchia scorbutica. Non è che vi ha fatto ingerire qualcosa quando eravate piccoli? >
< Si dà il caso che la vecchia scorbutica di cui stai parlando in questo momento ti sta salvando dalla fossa, quindi al tuo posto sarei più gentile >

Cala un profondo silenzio, interrotto solo dal suono delle forbici di Grandine che recidono le fasce.
Natsu ogni tanto geme per il dolore, e il suo volto si contorce in orribili smorfie.
Stringo i pugni, sentendo il sangue salirmi al cervello.
Quello stronzo...come ha osato conciare così mio figlio?!
Quando l'ho visto entrare nella nostra catapecchia reggendosi a fatica sulle proprie gambe ho creduto veramente di poter andare ad ammazzare quello schifoso bastardo.
La porta della casa di Grandine riporta ancora i segni dei pugni che ho dato per svegliarla e farla venire da noi o, più precisamente, dei pugni che ho dato per sfogare la rabbia. 

< Spero tanto che domani Laxus non ti faccia lavorare. Ma da come l'hai raccontata tu, probabilmente cercherà di vendicarsi per essere stato comandato da una donna davanti a un suo servo. Temo il peggio per tuo figlio, Ig... >
< Quel lurido verme...se osa toccare di nuovo Natsu giuro che lo scortico con le mie stesse mani >

< Papà >
< Che c'è Natsu? >

Non appena abbiamo parlato di Laxus il suo volto si è completamente rabbuiato. Ha negli occhi una strana luce, quasi folle.
La luce della determinazione.
 O, forse, la luce dell'odio.
La stessa che, in questo momento, brilla scintillante anche nei miei.

< Papà...dobbiamo fare una rivolta >

***


La taverna di Cana e Gildarts è un piccolo locale che si trova nei pressi della spiaggia, un po' distante dal centro della città. È un edificio abbastanza vecchio e malandato, ma è diventato molto più accogliente e caldo da quando Cana ha cominciato a lavorare spodestando il padre dal suo ruolo di locandiere.
I squallidi muri sono stati ricoperti da un'infinità di ripiani di liquori di ogni genere, che non mancano mai ai grandi tavoli in legno massiccio ora sempre pieni di svariate pietanze, alcune create dalla Cana stessa.
 Anche la cucina di Gildarts è molto migliorata negli ultimi tempi e nelle poche volte in cui siamo riusciti a sgattaiolare via dai campi venivamo così riempiti di cibo che sembravamo le botti di vino accatastate nel fondo della sala, tanto era l'entusiasmo di Gildarts di mostrarci il suo progresso in cucina.
Solo che, in questo esatto momento, sui tavoli ci sono solo Natsu e Gajeel che saltano come gazzelle da una parte all'altra del locale, inseguendosi e urlando come matti, incitati dalla piccola folla di persone che si è radunata nel salone.
Anche se è passata solo una settimana le ferite di Natsu si sono già rimarginate. Forse è per questo che considerano Grandine una strega. Le sue medicine sono davvero miracolose.

< Natsu!! Cerca di non muoverti troppo!! Ti ricordo che le tue ferite non sono ancora guarite del tutto!! > gli grido, tra il preoccupato e l'irritato.
< Muahahahahaah!! Questi graffi non sono niente!! È da una settimana che non mi muovo!! Devo sgranchirmi un po' vecchio!! >
< Incosciente!! Ringrazia il cielo che questa settimana Laxus è dovuto andare via e non è venuto ai campi!! E stà un po' fermo!! >

Natsu in tutta risposta si mette a correre per la sala, sempre tallonato da Gajeel. 

< Vediamo chi di noi è il più veloce, Salamander!! E non pensare di usare quei tagli come scusa per la tua sconfitta!! >
< Ti farò mangiare la polvere, ferraglia!! >

Alzo gli occhi al cielo, esasperato.

Mio figlio non cambierà mai.

Mi abbandono su una lunga panca di legno nel retro sala, massaggiandomi le tempie, quando sento qualcosa di freddo toccarmi la fronte.

< Su col morale, Ig!! Sono giovani, hanno la pelle molto più dura di noi vecchi! Sei troppo apprensivo, cerca di rilassarti >

Inarco un sopracciglio, afferrando il boccale di birra che mi sta porgendo Gildarts e tracannandone un sorso.

< Non sembravi pensarla così quando hai quasi scorticato Bacchus perché si era messo a flirtare spudoratamente davanti a tutti con Cana... > ribatto, pulendomi la bocca con il dorso della mano.

La mascella di Gildarts si serra, poi però, come un sacco di farina bucato, si affloscia sul tavolo, venendo quasi pestato da Natsu.

< Nee...Ig...Cana-chan...Cana-chan ha detto che vuole sposare Bacchus... >
< È una notizia fantastica >
p< No che non lo è!! La mia Cana-chan...Cana-chan non vuole più il suo papino... >
< E poi sono io il padre apprensivo... >
Certo, chi si aspettava che Gildarts, il donnaiolo più famoso dell'intero regno e noto come l'uomo più libertino e godereccio di tutta la contea, si innamorasse perdutamente di Cordelia Alberona e fosse uno dei papà più gelosi e protettivi verso le proprie figlie? 
Gli do delle pacche solidali sulla schiena, cercando di consolarlo.

< Chi manca ancora? >
< Vediamo...Happy e Juvia, che vivono dall'altra parte della spiaggia, e Grandine e Kinana, che forse sono occupate con dei clienti...ma dovrebbero essere qui a momenti. I lavori terminano tutti al tramonto...Comunque, Natsu mi sembra piuttosto in forma, a giudicare da quello che gli è successo >
< Quel ragazzo è fatto di pietra...ma questa volta se l'è vista proprio brutta. Davvero, se Laxus non avesse dovuto andare in giro a presentare la moglie ai vari parenti, adesso Natsu sarebbe ancora carne maciullata...a proposito della moglie, Gildarts...lei mi sembra, non so...strana >
< Strana? >
< Ha salvato Natsu >
< Salvato? In che senso? >
< Ha impedito a Laxus di torturarlo fino alla morte, lo ha medicato e ha perfino ordinato a due servi di accompagnarlo alla nostra casa. È strano, per un nobile, comportarsi così, non trovi? >
< In effetti, è abbastanza strano >

Dei tonfi provenienti dalla porta sul retro della locanda interrompono il nostro discorso. Guardo Gildarts, che annuisce.

< Sono arrivati >
< Vado io papà!! >
Cana spunta dalla cucina e corre ad aprire la porta, facendo entrare un uomo con una folta chioma azzurra e due lunghi baffi e una bella ragazza dai lunghi capelli ondulati, azzurri come quello del padre, solo un po' più chiari. Indossano entrambi delle maglie blu molto larghe, con il colletto alto e ampio, e dei pantaloni di feltro stretti alle caviglie con delle cinghie di lana intrecciata. Ai piedi calzano dei sandali e la ragazza porta anche un grosso cappello con una farfalla ricamata sopra.

< Happy! Juvia! Sono contento che siete potuti venire! >
< Da quanto tempo Igneel! >

Stringo Happy in un abbraccio affettuoso, poi mi stacco e afferro delicatamente la mano di Juvia, sfiorandone il dorso con le labbra.

< E tu sei diventata una ragazza bellissima, Juvia! L'ultima volta che ci siamo incontrati eri alta la metà di adesso. Guarda come sei cresciuta! >
< Lei fa arrossire Juvia, Igneel-san! È troppo gentile >
< Dico solo la verità >
< Sei il solito galantuomo, Igneel...volete qualcosa da mettere sotto i denti? Sarete stanchi, avete appena finito di lavorare e siete dovuti venir qui...Cana, abbiamo del pane? >
< Si...vado a prenderlo >

Cana sparisce di nuovo in cucina. Happy la segue con lo sguardo, famelico, beccandosi un'occhiataccia da Gildarts. Juvia invece scuote la testa, in cenno di diniego.

< Juvia la ringrazia molto, Gildarts-san, ma non ha molta fame. A proposito, Igneel-san, cosa stanno facendo Natsu e Gajeel? >
< Ehm...come dovrei dirtelo...NATSU! GAJEEL! VENITE QUI! >

Natsu si gira, a quattro zampe su un tavolo, e grida, scocciato

< Che c'è vecchio?! Non vedi che sono...oh! Ma quella mica è Juvia? >
< Juvia? Dov'è fiammifero? >

Natsu e Gajeel ci raggiungono con due poderosi salti e salutano Juvia, sorridenti.

< Yo! Come te la passi, Juvia? >
< Vai ancora a pescare illegalmente? Ghihihi >
< Sei sempre il solito Gajeel! Juvia è così contenta di rivedervi! >

Juvia li abbraccia con calore, poi si volta verso Natsu, preoccupata.

< Juvia e papà hanno sentito da Grandine-san di quello che ti ha fatto Laxus-sama, Natsu...come stai? >
< Sto alla grande! Ci vuole ben altro per uccidermi! >
< Si, però... >

Poggio una mano sulla testa di Natsu, scompigliandogli con vigore i capelli.

< Stai tranquilla Juvia! Questa testa calda ha la pelle più dura di quella di un drago! Non lo hai visto prima che saltava come un leprotto? >
< Hai sentito mio padre. Piuttosto, avete visto qualcuno venire oltre a voi? >
< No...non c'era nessuno nei paraggi >
< Chi manca ancora vecchio? >
< Grandine e Kinana >
< Allora andiamo ad aspettarle fuori! Gajeel! >
< Ho capito fiammifero! >

Natsu e Gajeel afferrano Juvia uno per le braccia e l'altro per la vita e se la caricano sulle spalle, camminando a passo di marcia verso il portone.
Juvia inizialmente si divincola protestando, poi si lascia andare e scoppia a ridere, seguita a ruota dagli altri due. 

< Ah, i giovani di oggi...andiamo a sederci Happy? Happy? >

Happy ha lo sguardo fisso sul punto in cui Juvia è appena sparita dietro alla porta, con gli occhi vitrei e un leggero sorriso.

< Happy...? >
< Oh, scusa Igneel. Ero perso nei miei pensieri. Sai, è da tanto che non sento Juvia ridere così apertamente >

Lo guardo, a disagio, non trovando le parole giuste da dirgli. Anche Gildarts sembra in difficoltà.
Tutti sanno che Wendy, la figlia più piccola di Happy e Charla, ha una salute particolarmente cagionevole, e la carestia non può aver fatto altro che peggiorare la sua situazione. Deve essere un periodo terribile per loro, e anche Juvia, che è particolarmente legata alla sorellina ed è sempre stata una ragazza molto emotiva, di sicuro non se la sarà passata bene, e probabilmente non avrà riso da tantissimo tempo.

I minuti passano lentamente, senza che riusciamo a spiccicare una sola parola. 
Happy si perde di nuovo nei suoi pensieri, staccando ogni tanto dei bocconi dalla pagnotta che gli ha portato Cana.

Grandine, Kinana, muovetevi ad arrivare...

Solo che, a quanto pare, oggi hanno proprio deciso di farsi desiderare e venire in ritardo. 

Saranno almeno passati quindici minuti quando la porta si spalanca sbattendo contro il muro, rompendo il silenzio imbarazzante che si è creato fra di noi. Natsu, Gajeel e Juvia irrompono nella sala, trascinandosi dietro Grandine e una ragazza dai corti capelli viola e un lungo vestito verde, la prima sul punto di scoppiare in insulti e la seconda ridendo allegra come una bambina. 

Sospiro di sollievo.

< Papà!! Sono arrivate!! >
< Natsu! Guarda che so camminare! Lasciami andare brutto moccioso! >
< Grandine! Kinana! Che piacer... >
< Ah eccovi! Mancavate solo voi! Grandine, Kinana, è un piacere rivedervi! Natsu, Gajeel, andiamo! >

Non ho fatto nemmeno in tempo a salutare le nuove arrivate che Metallikana è spuntato alle mie spalle, ha afferrato per le braccia Natsu e Gajeel e li ora li sta portando in mezzo alla folla, scansando Lisanna ed Elfman che stanno chiacchierando con Evergreen. Natsu passando tocca per sbaglio la spalla di Lisanna, che arrossisce come un gamberetto cotto, ma Natsu non sembra averlo notato.

Met salta sul tavolo al centro della sala (sempre trascinandosi Natsu e Gajeel, peraltro) e si alza in piedi, portando le mani a coppa davanti alla bocca.

< SILENZIO PER FAVORE!! >

La folla si azzittisce, voltandosi nella sua direzione. 
Con un sorriso soddisfatto, Met scende dal tavolo, lasciando il posto a Natsu, che si guarda intorno lievemente teso. Mi avvicino insieme agli altri. Natsu si volta nella mia direzione, con uno sguardo leggermente spaventato, e gli mimo con la bocca due parole silenziose.

Vai Natsu

Natsu sorride, incoraggiato, e fa un passo in avanti, inspirando profondamente. Quando riapre gli occhi ha un'espressione fiera, decisa.
Lo guardo con un sorriso pieno d'orgoglio.

È davvero cresciuto, il mio ragazzo

< SPACCHIAMO I CULI A QUEGLI STRONZI DEI NOBILI!! >
< NATSU MALEDETTO COGLIONE!! >

Mi fiondo verso il tavolo e salto su, assestando un pugno sulla testa di Natsu, che barcolla in avanti rischiando di cadere. Si afferra la testa con le mani e mi guarda, sconvolto.

< Ahia! Ma che ti prende vecchio?!? >
< Razza di figlio degenere, ma ti sembra il genere di discorso da fare?! >
< Beh, io ero sicuro che avrebbe funzionato... >

Alzo agli occhi al cielo, voltandomi verso la folla e lanciando un'occhiataccia a Natsu.
Sono tutti solo leggermente scioccati.
Afferro Natsu per una spalla, ignorando Met e Gajeel che stanno per scoppiare a ridere, e lo guardo dritto negli occhi.

< Natsu, ti prego. In questo momento sei tu il nostro punto di riferimento. Lo abbiamo deciso insieme, quindi comportati di conseguenza. Questa è una cosa seria, dove mettiamo a rischio la nostra stessa vita. Belno ce lo diceva sempre, non ti ricordi? >

Natsu lascia andare le mani dalla testa, con un'espressione improvvisamente più seria e cupa. Anche Gajeel e Met cadono in un profondo silenzio. Provo anch'io una fitta al cuore, ma gli stringo la spalla, dandogli due pacche veloci.

< Forza, Natsu >
< Ho capito vecchio >

Torno da Happy e gli altri, lasciandogli di nuovo la parola. Questa volta quando parla ha una luce diversa negli occhi. Sorrido soddisfatto, e Natsu comincia il suo discorso.

< Allora gente! Questo è il nostro primo incontro, il primo incontro di Fairy Tail! Quello che voglio dirvi in realtà non è molto. In due parole, noi siamo stufi della nostra situazione. Vogliamo cambiarla. Ma non riusciremo mai a farlo, se ci affidiamo a quei bastardi dei ceti ricchi. Ci abbiamo pensato su a lungo, e abbiamo trovato una sola soluzione: ci prenderemo da soli la nostra libertà. Noi scateneremo una rivolta! >

Un silenzio attonito cala nel salone.

Caspita.

Gli ho detto di essere serio, ma questo discorso è fin troppo articolato...quasi non sembra mio figlio.

< Ma per fare una rivolta non bastiamo solo io, il vecchio, Met e Ferraglia. Quattro persone non potranno mai affrontare una forza tanto superiore come quella dei ricchi. Abbiamo bisogno dell'aiuto di tutti voi. Per questo vi abbiamo fatto radunare qui questa sera, grazie alla collaborazione di Grandine >

Ok. Questo è troppo. 
Da quando mio figlio è diventato così intellettivo? 

< ...Non male, per un discorso fatto imparare a memoria qualche minuto fa >

Mi volto verso colei che ha appena parlato. Grandine tiene le braccia conserte, annuendo. 

< Anche se si è dimenticato del -sama dietro a Grandine. E ha pure iniziato con il discorso che voleva fare lui...che testa dura >

Un momento. Che cosa ha appena detto?

< Vuoi dirmi che sei stata tu a preparare questo discorso?! >
< Ma certo! E cosa pensavi? Che Natsu facesse un discorso degno di essere chiamato tale? Con il cervello da bambino che ha? E ti reputi suo padre? >

Rimango spiazzato. Ha perfettamente ragione...come ho fatto a non pensarci? Natsu che fa un discorso...il solo pensiero farebbe scoppiare a ridere un apatico. Ed ecco perché sono arrivate così in ritardo...tutto combacia. E io non ci avevo colto un accidente.

< Non la prenda male, Igneel-san. Da quello che ho visto, nemmeno Gajeel-san e Metallikana-San ci erano arrivati. Certe cose riescono ad essere intuite solo da un occhio femminile >
< Ti ringrazio, Kinana, ma questo non toglie il fatto che sia stato un completo idiota >
< L'importante è che tu lo capisca, Ig. Kinana, non essere troppo indulgente con certe persone. A volte un insulto diretto è molto meglio di mille parole di miele. Non hai visto che fatica ho fatto prima per ficcare nella testa di Natsu questo discorso? E lui che non voleva darmi ascolto...Tsk.* *Uomini *>*

Natsu intanto ha continuato il suo discorso. Beh, se non altro, ha imparato un dialogo da dittatore in una decina di minuti. Almeno di questo posso essere fiero.

< So che quello che vi stiamo chiedendo è molto, e per questo non obblighiamo nessuno. Ma, se è possibile, spero che tutti ci sosterrete con questo nostro progetto. La nostra situazione non è la unica critica. Molte delle persone qui presenti e nostre carissime amiche sono conciate male quanto noi. Unendo le forze, riusciremo a far scendere quegli stronzi dai loro troni dorati. Quindi, amici, vi chiediamo di darci tutto il sostegno possibile!! Insieme possiamo farcela, perché anche se siamo i poveri, anche se siamo gli oppressi, noi siamo quelli disposti a perdere tutto pur di prendere una vita migliore, noi combatteremo, e gliela faremo pagare a tutti quelli che hanno osato umiliarci! Noi siamo i rivoltosi, noi siamo Fairy Tail!! >

Un boato si leva dalla folla. Partono fischi, applausi. Tutte le persone guardano Natsu, gridando con trasporto.

< Conta su di noi Natsu! >
< Anche noi non ne possiamo più di questa vita di merda! >
< Distruggiamo i nobili!! >
< Facciamo la rivolta!! >
< Rivolta!! >
< Capiranno cosa vuol dire essere poveri!! >

Natsu si apre in un enorme sorriso, e scoppia a ridere.

< AMMAZZIAMO DI BOTTE I NOBILI!! >
< VAI COSÌ FIAMMIFERO!! >

Guardo la folla, commosso. Che cosa abbiamo fatto per meritarci degli amici così? 

< Allora è deciso! Noi faremo la rivolta, e se qualcun'altro vorrà unirsi a Fairy Tail, sarà il benvenuto!! >
< La facciamo adesso la rivolta, Natsu? >
< Già! Perché non andiamo subito ad assaltare qualche palazzo feudale? È buio, e i soldati non saranno attivi come di giorno! >
< Avete ragione! Forza, andiamo tutti a... >

Il mio pugno arriva alla testa di Natsu prima che possa finire la frase.
Avevo previsto uno sviluppo del genere, e mi sono precipitato al tavolo subito dopo che aver sentito la prima domanda.
Una testa calda come Natsu si separerebbe di sicuro lasciata trasportare. 

< Ancora?! Ma che hai stasera vecchio?! >
< Non sono io, sei tu che sei e sarai per sempre un incosciente! Cosa ti avevo detto l'altro giorno? >

Natsu si porta una mano sotto il mento, con aria pensosa. Si spreme le meningi, ma non ne esce con niente.

< Ehm...ecco... >

Sospiro.

< In passato ci sono già state rivolte contro i signori. I contadini, o i poveri in generale, presi dall'impeto, attaccavano il signore con i mezzi che avevano, senza pensare alle conseguenze in caso di sconfitta. E ogni volta, i signori mandavano i loro soldati che massacravano i rivoltosi. E se il signore non aveva soldati, o veniva ucciso durante gli scontri, era il re stesso che mandava le truppe dell'esercito per riportare l'ordine. Alla fine non si faceva altro che creare caos per niente, e la situazione dei poveri superstiti peggiorava >

Mi volto verso la folla e dico, ad alta voce

< Per questo abbiamo deciso di fare questo incontro. Per fare una rivolta non basta l'entusiasmo. Servono armi e una buona organizzazione. Non possiamo andare a farci ammazzare. Inoltre, noi non puntiamo solo ai signori. I signori saranno ricchi, ma non possono cambiare la legge di questo paese. Ucciderli sarà di sicuro soddisfacente, ma non utile per il nostro scopo. No. Noi puntiamo al castello regale >

Se con frase ad effetto si intende 'frase che suscita incredibile scalpore', devo dire che l'ultima è stata proprio una di quelle. I rivoltosi si guardano sconcertati, e nel vociare caotico si distinguono poche parole.

< Il castello?! >
< Ma siete matti? >
< È un suicidio! >

Cerco di riportare l'ordine, ma la mia voce è sovrastata da quelle di tutti gli altri. Natsu e Gajeel si sono messi a gridare cose come < Infilziamo tutti i soldati con i forconi! > o < Diamo fuoco al castello! > ed evidentemente non hanno intenzione di smettere.
Mi volto verso Met, che capisce al volo quello che gli voglio dire, e tuona, con la voce più possente che riesce a metter su.

< SILENZIO!! >

Tutti i presenti trasaliscono, come fulminati.
Gajeel si tappa le orecchie, come se Met gliele avesse trapassate con uno spiedo, e comincia a sfociare in offese e insulti.
Metallikana ha sempre avuto una voce incredibilmente trapanante, e Gajeel, ovviamente, essendo suo figlio ha ottenuto l'abilità opposta, ovvero quello avere di un udito acutissimo. 
Fermo Met che sta per metter le mani addosso a Gajeel e tossicchio sonoramente, cercando di attirare l'attenzione di tutti.

< Ahem. Come vi stavo spiegando prima, la rivolta avverrà in tempo a definirsi, non subito. Per attaccare il castello non bastano poche persone munite di vanghe. Dovremo procurarci delle armi, e dovremo anche reclutare molte più persone nel nostro gruppo. Quando saremo abbastanza numerosi e armati da poter sbaragliare l'esercito, agiremo. Per ora, cercate di trovare più persone possibili disposte a unirsi al nostro gruppo, fate circolare la voce, e teneteci informati. Grandine e Kinana faranno da mediatori, come hanno sempre fatto: se avete delle notizie o informazioni importanti, riferitele a loro. Nessuno ti ammazza se chiedi di fare un salto alla farmacia. Non appena potranno ci aggiorneranno della situazione >

Grandine e Kinana annuiscono, e un mormorio concitato si diffonde nella sala. Chi entusiasta, chi carico, chi determinato. Natsu e Gajeel battono i pugni, ghignando.

Sorrido. La nostra sarà una pazzia, ma se servirà a cambiare qualcosa in questa società, di sicuro ne varrà la pena.

< Natsu!! Quindi sei tu il capo giusto? >
< Ehm... >

I suoi occhi cercano i miei, incerti.
Annuisco.

< Si, sono io > risponde sorridendo.
< Avevo un dubbio. Perché ci chiamiamo Fairy Tail? >

Il sorriso di Natsu svanisce lentamente dal suo volto. Abbassa lo sguardo, mentre il brusio della folla si fa sempre più lieve, fino a lasciare il posto al silenzio. 
Tutti gli sguardi sono puntati su di lui, qualcuno curioso, qualcuno preoccupato. 
Natsu deglutisce, in difficoltà.

Cazzo

Sto per correre in suo aiuto, quando Gajeel gli afferra un braccio.

< Lascia fare a me, Natsu >
< Ma, Gajeel... >
< Ti ho detto di lasciar fare a me fiammifero. Sei sordo? >

Natsu fissa Gajeel, un po' incerto, poi si sposta di lato, lasciandogli il posto. 

No! Maledizione!

Se Natsu non è pronto per parlare di lei, Gajeel di sicuro lo è ancora di meno.
Faccio per aprire bocca, ma Metallikana mi ferma prendendomi per una spalla. Mi fissa dritto negli occhi, poi chiude i suoi e annuisce.
Rimango lì, un po' incerto, e guardo con apprensione Gajeel, che nel frattempo ha catturato l'attenzione di tutti i rivoltosi.

< Conoscevamo una ragazza, io, Natsu, papà e Ig. Era esplosiva, violenta, burbera e scontrosa, non sapete i lividi che ci provocava quando facevamo qualcosa che non le andava. Ma era fantastica. Ha accudito me e Natsu da quando eravamo dei poppanti, poiché entrambe le nostre madri erano morte per parto difficile. Era divertente, solare, e in un certo senso materna. Ha donato a me e Natsu l'infanzia più bella che un bambino possa mai desiderare >

Si ferma un attimo, guardando attentamente tutti i presenti. Poi riprende.

< Lei era come una dea per noi. Era la ragazza più bella che avevamo mai conosciuto. Ricordo ancora le risse che facevamo io e Natsu quando discutevamo sul chi l'avrebbe sposata, una volta adulti. Purtroppo, non eravamo gli unici a pensare che era bellissima >

Gajeel stringe con forza i pugni, mentre Natsu digrigna i denti. Sento una vampata di rabbia esplodermi nel corpo e un'improvviso impulso di spaccare il pilastro che sorregge il muro. 

Quel lurido...

< Il nostro signore, Laxus, l'ha adocchiata. Un giorno è venuto ai campi e l'ha trascinata con la forza al suo palazzo. Noi non eravamo lì al momento...quando la sera siamo tornati a casa l'abbiamo trovata distrutta. Il giorno dopo è andata in città a denunciare lo stupro, ma ovviamente quei figli di puttana non hanno preso le sue parti. Dopo qualche giorno l'abbiamo trovata morta nel suo letto, circondata da una pozza di sangue, con un pugnale ficcato nel petto. Io e Natsu avevamo dieci anni >

Juvia si porta le mani alla bocca, orripilata. Il ragazzo che aveva fatto la domanda a Natsu si copre il volto, probabilmente assalito dai sensi di colpa.

< Questa ragazza si chiamava Belno. Era la mia sorella biologica, ma era come una madre per me e Natsu. Il signore di banno ha dichiarato la sua morte un suicidio. Tutte cazzate. Mia sorella non si sarebbe mai suicidata. Lei era una tipa tosta, mica avrebbe rinunciato a vivere senza nemmeno fargliela pagare. 
È stato un omicidio. 
Prima di morire, Belno parlava spesso di cambiare questo mondo ingiusto. Voleva radunare un gruppo di persone che la pensassero come lei e che passassero all'azione. Voleva chiamare questo gruppo Fairy Tail, perché sarebbe rimasto un mistero come le code delle fate. Nessuno sa se le fate hanno le code, nessuno avrebbe saputo dei membri di questo gruppo. Avrebbero agito nell'ombra, senza ricevere nè medaglie nè premi. Così è nato Fairy Tail. E, anche se un po' in ritardo, noi stiamo continuando il suo lavoro. Non permetteremo mai che la morte di Belno sia stata vana. Questo è uno dei motivi principali della nostra rivolta >

Il silenzio regna sovrano dopo le parole di Gajeel.
Metallikana abbraccia il figlio, che si lascia andare stancamente sulla spalla del padre.

La voce squillante di Juvia prorompe nel silenzio, fracassandomi i timpani.

< Noi non permetteremo più che accadano cose del genere! >
< Giusto! Gajeel! Natsu! Siamo con voi! >
< Si! La vendicheremo, statene certi! >
< I nobili si pentiranno amaramente di averci offeso! >

Dopo le prime voci si aggiungono quelle di tutti gli altri. 
Sui volti di Natsu e Gajeel è dipinta la più sincera gratitudine.

Fairy Tail è come un'enorme famiglia. Ci sosteniamo, ci proteggiamo e ci aiutiamo a vicenda. È questa la nostra vera forza.
Quello che inizialmente è stato il lamento di un lupo ferito ora si è trasformato nell'ululato dell'intero branco.

< Grazie a tutti! Non appena riusciremo a raccogliere qualcosa faremo un altro raduno. Allora, per oggi finiamo qui! >

Ma nonostante quello che ha appena detto Natsu, le persone continuano a discutere, senza dar segno di volersene andare. 

< Di questo passo, finiremo a mezzanotte > brontola Grandine, che nel frattempo si è avvicinata a noi insieme a Kinana, Happy e Juvia < e devo ancora cambiare le bende a Natsu... Kinana, tu... >
< Non preoccupatevi Grandine-sama, vi accompagnerò > risponde Kinana, con voce gentile < oggi ho già finito i miei compiti, e così potrei anche imparare qualcosa in più sulla medicazione delle lesioni esterne >
< Come vuoi tu > ribatte Grandine, scrollando le spalle.
< Brontolona come sempre, eh, Grandine? > dico con un tono scherzoso, poi mi rivolgo a Happy < Happy, se non hai da fare, che ne dici di venire anche tu alla nostra baracca? Volevo giusto discutere con te su alcune faccende private, e credo che sia meglio non parlarne qui, con così tante orecchie indiscrete in giro >
< Per me va bene, Igneel...Ma devo portarmi dietro anche Juvia. Non me la sento di lasciarla tornare a casa da sola la sera, soprattutto dopo quello che avete detto su Belno >
< Juvia non è più una bambina! Però va bene, anche Juvia voleva tanto vedere la casa di Natsu e Gajeel! Chissà com'è... >
< Non aspettarti chissà che cosa, Juvia. Rimarresti solo delusa. Questo fiammifero si è preso metà della paglia del mio giaciglio, quindi sarà uno spettacolo ancora più pietoso del solito...già che dormiamo in quattro in una stanza minuscola, questo pappamolle si pretende pure il trattamento di favore e whooops > evita il calcio di Natsu < ci sarà pure un fetore assurdo...ma se dopo questa delicata descrizione di casa nostra vorrai ancora venire, sarai la benvenuta ghihihi >
< Ahahaha non preoccuparti Gajeel, Juvia sopravviverà >

Natsu circonda con le braccia le spalle di Gajeel e Juvia ed esulta per il successo ottenuto, sorridendo a trentadue denti e facendo il segno della vittoria con le dita. 
Nonostante si comporti come al suo solito, so che in realtà è cambiato.
Ora ha delle responsabilità sulle spalle, responsabilità che lo hanno fatto maturare, seppur lievemente.  

Se solo tu ora fossi qui...

Sorrido, ascoltando le risate dei ragazzi, e mi affaccio alla finestra, guardando la luna che illumina il velo oscuro della notte. 

Vorrei che tu potessi vedere nostro figlio in questo momento.
Saresti fiera di lui.







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Pov Gajeel


Drizzo le orecchie percependo un gran baccano.

Mi guardo intorno, ma quegli idioti dei miei compagni continuano a discutere, a quanto pare non si sono resi conto che là fuori sta succedendo qualcosa, ma io ho fiducia nel mio udito, modestamente è uno dei migliori.

< Ohi Ig, vado a prendere una boccata d'aria >
< Eh? Oh vai pure Gajeel >

Ho una brutta sensazione, se qualcuno dei piani alti dovesse ascoltare queste conversazioni saremo belli che morti.
Esco dalla porta sul retro e con passo felpato mi avvicino verso la fonte del rumore.
Purtroppo i miei dubbi sono fondati e ciò che vedo è una figura accovacciata che cerca di ascoltare ciò che Igneel e gli altri stanno dicendo.
È girata di spalle quindi non riesco a vederla bene, ma sembra piccola e non sarà difficile intimorirla per farla stare zitta.
Con qualche passo mi porto dietro di lei e lo afferro per la maglia arancione

Kyaaa!!! >

La spaventosa figura che sto sollevando a più di un metro d'altezza non è altro che...

< Una ragazza?! >
< Signore, le sarei grata se mi mettesse a terra >

Una ragazza stranamente familiare

Stupito l'appoggio con ben poca delicatezza osservandola ripulirsi i vestiti.
Non so come ho fatto a non accorgermene prima, ma quella è proprio una ragazza!
Dai vestiti che indossa si può capire che è una benestante, figlia di un mercante forse.
< Sei proprio uno scricciolo ghihihi >
< ... Eh? >
< Cosa ci fa una bimba tutta sola soletta a quest'ora della notte, la mamma sarà preoccupata ghihihi >

Non so perché l'attacco in questo modo, so solo che mi dà sui nervi.
Diamine, guardatela con il suo vestitino di seta e i capelli puliti, ora probabilmente andrà a raccontare ai suoi genitori cosa ha sentito e ci farà arrestare tutti.
È colpa di gente come lei se il mondo sta andando a rotoli.

< Come si permette signore?! Probabilmente siamo coetanei >
< Tsk, beh che hai sentito? >
< Nulla che potrebbe interessarmi, quindi ora me ne vado, arrivederci >

Simula un piccolo inchino di cortesia e fa per andarsene quando la blocco nuovamente.

< Dove credi di andare? >
< Signore mi lasci immediatamente altrimenti mi metterò ad urlare! >
< Smettila di chiamarmi “signore” mi fa incazzare >
< Beh allora come dovrei chiamarla? Buzzurro forse è più indicato >
< Ghihihi, hai del fegato piccoletta, comunque sono Gajeel, Gajeel Redfox >
< Levy Mcgarden >

Detto questo mette in avanti la mano e aspetta con stizza.

Se crede che le farò un baciamano o come cavolo si chiama si sbaglia di grosso.

Le afferro in modo più o meno delicato la piccola mano bianca e avvicino le mia labbra al suo dorso, ma propio quando sono a qualche centimetro di distanza sporgo la lingua e le lecco la mano.
Lei si ritrae come scottata e mi guarda con un fare scandalizzato.

< Ghihihi, allora è questo il sapore dei ricchi, è alquanto buono... >
< Lei è un incivile Gajeel! >
< Forse, ghihihi, comunque mia cara Levy temo che noi due abbiamo un problema >
< Io non vedo nessun problema invece, se si riferisce al chiacchiericcio che viene da quella sala - e detto questo indica la stanza dove i miei amici sono riuniti - può star tranquillo perché voi branco di babbuini che non siete altro parlate in modo così scomposto che non fareste capire nulla nemmeno a volerlo >
< Ohhh, e io dovrei crederci, giusto? >
< Non mi interessa se ci vuole credere o no, so solo che sto iniziando a spazientirmi e ciò che voglio è tornare a casa e se non mi farà passare chiamerò le guardie >

Questo scricchiolo mi guarda con un'espressione così intensa che quasi mi intimorisce, cosa dovrei fare con lei?
È ovvio che ha sentito della rivoluzione e farla gironzolare liberamente per la città non è di certo la cosa più saggia.

< Senti... >
< Umh? >
< Non è che non mi fido di te...>
< ... >
< È solo che non mi fido di te! >

Sospira esasperata e si porta le mani sui fianchi mettendo su un broncio...adorabile?

No

Un broncio insopportabile, come insopportabile è la sua ricchezza.

< Sei davvero esasperante Gajeel! >
< Sei passata al tu scricciolo? Cos'è tutta questa formalità, non è che vorresti approfondire la nostra relazione ? >

Per quanto la situazione sia seria proprio non riesco a non fare battutine idiote, e poi vederla arrossire è davvero divertente.

< Ghihihi sei tutta rossa dovresti vederti >
< Idiota >
< No dico davvero >

Le afferro il braccio per farla girare verso di me in modo da guardarla meglio

< Sembri un gamberetto, proprio un gamberetto ghihihi >
< G-gamberetto ?! >
< È deciso! > dico battendo un pugno sulla mano < È così che ti chiamerò, sei piccola e rossa come un gamberetto, ti calza a pennello ghihihi >
< Sei solo un cafone! Non ci conosciamo nemmeno, io non mi prenderei certe confidenze! >
< Si sì gamberetto >
< Ehy guard- >

Le tappo la bocca stendendo le orecchie, se non sbaglio qualcuno mi hai chiamato

< Ohi ferraglia dove sei? È da secoli che sei uscito >
< Fiammifero fatti i cazzi tuoi, sono stanco >

Senza aspettare risposta afferro il braccio di Levy e la trascino via correndo.
Non so bene cosa mi è preso, ma questa cosa non deve saperla nessun altro..

Sarà il mio segreto.
Il mio nuovo passatempo ghihihi.

Corro ancora per una manciata di minuti non badando alle continue proteste e strattonate della piccoletta.
Quando mi fermo ci ritroviamo all'ombra di un albero, lei si piega sulle ginocchia per riprendere fiato e io mi appoggio alla corteccia per ammirare un po' il cielo.
Mi ha sempre affascinato, anche se capisco ben poco di stelle.

< Cosa...anf...diamine...anf... Ti è preso? >
< Eddai gamberetto, ti ho solo protetto, sai non tutti gli uomini sono così gentili, qualcuno avrebbe potuto approfittare della situazione >
< E chi mi dice che tu stesso non voglia approfittarti della "situazione"? >
< Umh... Nessuno immagino, ma sai a me non interessano le bambine >
< Ancora con questa storia?! Solo perché sono bassa non vuol dire che sono una bambina >
< Ohhh davvero? Allora non ti dispiacerà se... >

Senza lasciarle il tempo di opporsi le afferro la vita e la traggo a me, avvicino lentamente il suo volto al suo, la vedo chiudere gli occhi spaventata mentre trema sotto il mio tocco.

Mancano pochi millimetri alle sue labbra.

Un altro po' e potrò assaporare quelle labbra carnose.

Touch

< Eh? Che diamine! >
< Hahahahah >

Levy si massaggia la fronte che le ho appena colpito con due dita

< Come ti ho già detto non mi interessano le bambine e non ci tengo a baciarle ghihihi >

Il gamberetto non mi risponde segno che l'ho zittita per bene.

< L'avresti fatto? >
< Eh? >
< Se fossi stata più formosa mi avresti baciato? >
< Ghihihi so che è uno dei tuoi pensieri più proibiti gamberetto, ma non sono quel tipo di uomo che va in giro a baciare ragazze sconosciute >
< ... >
< Comunque, visto che ti sei macchiata della grave colpa di aver ascoltato una discussione importante vorrà dire che sarò costretto ad accompagnarti a casa per assicurarmi che non lo dirai a nessuno >
< È un discorso senza senso! E poi io potrei dirlo a qualcuno che abita con me >
< Allora vorrà dire che mi trasferirò da te gamberetto ghihihi >
< Lo ripeto: sei un cafone >
< La ringrazio signorina >

Faccio un piccolo inchino giusto per prenderla un po' in giro e rivedere quel broncio.

< Comunque Gajeel a me non importa tanto, anzi sarebbe anche comodo... >
< Eh, cosa intendi?
< Usa un po' quella testa! Mio padre è un mercante e nonostante siamo piuttosto benestanti non veniamo considerati nobili, capisci che una rivoluzione ci farebbe comodo... >
< Ah, può essere... >
< Comunque non mi importa del potere o robe del genere >
< NON SI TRATTA DI POTERE >

La vedo indietreggiare leggermente spaventata

< Tu hai un pasto caldo ogni giorno, le tue mani non conoscono fatica, non sai cosa sia la morte e la fatica, non sai cosa siano i soprusi dei potenti, non lo sai e non puoi capirlo.
Non è questione di potere, è questione di vita o di morte!
Questo mondo necessita di un cambiamento >

La vedo abbassare lo sguardo, forse colpita dalle mie parole, forse perché non sa bene cosa dire, mi dispiace un po' vederla così, ma odio le persone che parlano a vanvera senza sapere.

< Hai ragione, non posso capirlo bene, ma non sono cieca, vedo ciò che mi circonda, so la situazione in cui vivono la maggior parte delle persone >
< Ma non fai nulla, non sei migliore di molti altri >
< Questo...questo non è vero! >
< Ah sì? >

Inaspettatamente mi afferra la mano, e incredibile come la mia grande mano callosa riesca ad avvolgere perfettamente la sua.

Vieni >

Camminiamo per un bel po' finché non arriviamo ad una grande villa.
Di fronte ad essa c'è un giardino e silenziosamente entriamo dentro.
Arriviamo fino a un grande albero di ciliegio, ai suoi piedi c'è una croce di legno.
Levy si inginocchia davanti ad essa e congiunge le mani.

< Si chiamava Yume, era una bambina che abitava qui vicino... Era orfana quindi cercava di procurarsi da vivere come poteva, spesso rubando.
Io cercavo di portargli ogni giorno un po' di cibo, era diventata un po' come una sorellina, eravamo grandi amiche.
Un giorno però si ammalò e nonostante la feci curare non superò il malanno >

Ha gli occhi lucidi e sembra davvero dispiaciuta.
In questo momento le classi sociali spariscono, lei non è ricca e io non sono povero.
Siamo solo due ragazzi con un cuore sofferente.

< Lei non è stata l'unica morte con cui ho avuto a che fare, beh di certo è stata la più recente, Gajeel... >

Si alza e mi guarda con sguardo deciso
< Ciò che hai detto è giusto, non ho mai sofferto la fame o il freddo, ma anch'io sono umana, anch'io posso provare sentimenti, posso soffrire, posso disperarmi di fronte alla morte.
Non siete gli unici.
Il mondo non è cattivo solo per voi >

Rimango stupito davanti a quelle parole.
Sono allibito e non so bene cosa rispondere.
Levy sospira

< Ora devo andare, dovrei essere già a letto da tempo >
< Umh >
< Aiutami >
< Eh? >
< Devo entrare dal balcone, aiutami, è colpa tua se ho fatto così tardi >
< Che coooosa? Adesso sarebbe colpa mia?! >
< E di chi altrimenti >
< Tsk, che tipa che sei >
< Dai muoviti >

Silenziosamente facciamo il giro della villa, dopo aver dato un'ultima occhiata alla tomba della piccola Yume.
Entriamo da una piccola porta secondaria.

< Ecco, quello è il balcone della mia camera >
< E io cosa dovrei fare di grazia? >
< Aiutami ad arrampicarmi sull'albero >
< Tsk...che mi tocca fare >

Nonostante tutto mi arrampico sul grande albero posizionato proprio vicino al balcone.
Di tanto in tanto aiuto lo scricchiolo che rischia di cadere.
Alla fine con un abile balzo scendo sul balcone posizionato poco sotto un grosso ramo.

< Ora cosa devo fare? > mi bisbiglia Levy
< Salta >
< Ma sei impazzito?! Così mi spezzo l'osso del collo! >
< Dai muoviti che non è così distante >
< Non voglio >
< Uff...dai ti prendo >
< M-ma ho paura! >
< Ti fidi di me? >
< No! >
< Tsk, allora per questa volta farai uno sforzo >
< ... Sappi che se non mi prendi il mio fantasma ti perseguiterà per tutta la vita >
< Sisi dai muoviti >

La vedo fare un respiro profondo per poi chiudere gli occhi e buttarsi nel vuoto.
La prendo al volo stringendola tra le mie braccia.

< Hai visto? Te lo dicevo che ti prendevo >

Lentamente apre un occhio e poi l'altro.

< Sono viva? >
< Certo gamberetto >
< Ah, ehm...grazie >
< Ghihihi >

Rimaniamo così per un po' non so ben dire se passarono secondi o giorni, so solo che non riuscivo a non guardare quei profondi occhi marroni.

< Beh, adesso è meglio se scenda >
< Ehm si si >

L'adagio piano sul balcone

< Vado >
< Si è meglio >
< Buonanotte allora >
< Buonanotte >
< Gamberetto >
< Si? >
< Domani verrò a controllare che non hai detto niente a nessuno >
< Uff... E va bene, fa come più ti aggrada! >
< Ghihihi allora a domani >

Detto questo le rivolgo l'ennesimo ghigno e scendo velocemente dall'albero.

Prima di andare mi soffermo su quella figura arancione che mi fissa dall'alto.

Se qualcuno mi avesse detto che oggi avrei incontrato un gamberetto non ci avrei mai creduto.

Potrebbe essere interessante!

Anche se continuo a pensare di averla già incontrata....


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Pov Gerard

Rosso

Rosso è il colore del fuoco

Rosso è il colore del tramonto

Rosso è il colore del sangue

Rosso è il colore della passione

Rosso è il colore di lei

Dei suoi capelli

I suoi capelli scarlatti

Rosso è il colore delle sue labbra

Rosso è il colore di tutti i peccati di cui mi sono macchiato




La punta della mia spada sfiora la gola del mio avversario, mentre con un piede lo tengo ancorato al terreno. La muovo lentamente, facendola scorrere lungo il suo collo.
Lui si irrigidisce, atterrito, e un ghigno divertito mi increspa il volto.

< S-smettila ti prego... >
Smetterla? >

Premo con un po' più di forza la lama, facendogli spuntare una sottile linea rossa sul collo.

< Ma se ho appena cominciato >

< Bashta così Gerard. >

A parlare è stato l'uomo seduto sulla tribuna più alta della platea, un ometto piccolo e fragile ma purtroppo giudice dei duelli cavallereschi.
Un certo Yajima Shito.
Si sistema il berretto marrone sulla testa bitorzoluta, guardandomi severamente.
Gli lancio un'occhiata scocciatissima.

< Mi hai capito, Gerard. Sei tu il vinshitore. Il duello è finito. >

È incredibile come quell'uomo riesca a capire la tua espressione quando il tuo volto è nascosto dall'elmo.
Sbuffo, rinfoderando la spada e spostando il piede dal petto del cavaliere a terra, che scappa via incespicando.
La folla, che fino a qualche istante fa non ha fiatato, si lascia andare ad un sospiro collettivo; alcune dame corrono verso il cavaliere sconfitto, controllandogli il taglio sul collo e lanciandomi sguardi carichi di disprezzo.

Non l'avrei mica ucciso, razza di cretine.

Anche se, a quanto pare, la maggior parte del pubblico qui presente non la pensa come me.
Mentre esco dall'arena spolverandomi l'armatura sotto i loro sguardi scontrosi sento il commentatore che proclama la mia...che numero era...

< E con questo Gerard raggiunge la quinta vittoria, guadagnandosi il titolo di campione del girone blu!! Complimenti, Gerard, ti sei classificato per le finali! >

Ah ecco.
Era la quinta vittoria.

Estremamente soddisfatto, raggiungo il gruppetto di cavalieri vicino alla recinzione dell'arena, togliendomi l'elmo e facendo un cenno con la mano.

< Ma guarda chi si vede! L'imbattibile cavaliere nella sua gloriosa scalata al potere! Come ci si sente campione? >
< Ma chiudi il becco, Racer > sbotto scontroso, ma continuo a sorridere compiaciuto.
< Ma sentitelo > ribatte lui, scherzoso < ora non ti resta che affrontare il campione del girone rosso e vincerai il torneo dei cavalieri! La cosa non ti entusiasma? Io correrei ingiro come un pazzo per la felicità! >
< Tu corri sempre, Racer. È diversa la cosa >

Mi appoggio sullo steccato, osservando i due cavalieri del girone rosso che stanno per combattere.

Il torneo dei cavalieri, eh...?
Trentadue cavalieri che si affrontano a duello in un'arena limitata da uno steccato di legno, divisi in due gironi da sedici, uno rosso e uno blu.
Qualsiasi arma è lecita, solo che non si possono usare i cavalli.
I giudici sono da anni Yajima Shito e Makarov Dreyar, e insieme al commentatore vantano diuno spalto in legno su cui stare comodi e godersi i duelli nei minimi dettagli.
Un evento popolarissimo, nel regno di Fiore, che ricorre ogni due mesi, insieme alle fieremercantili.
Bancarelle, carretti, strade intasate dalle folle, clima di confusione e allegria...

Tutte sciocchezze.

Quello che importa a me è la vittoria.
Perché il vincitore del torneo ha la possibilità di...
< Entrare a far parte esercito regale! E se combatti valorosamente e sei riconosciuto ufficialmente dal comandante puoi diventare una delle guardie personali dei sovrani! Ma ve lo immaginate? Essere i pochi prescelti al servizio diretto di re Zeref e regina Mavis! Qualeonore! E questo dannato bastardo se la gode! Guardate come sorride! >

Mi stacco dalla recinzione, ora veramente seccato, e sto per ribattere quando la folla scoppia in un boato.

Mi volto verso l'arena, e rimango stupefatto.

Un cavaliere è a terra, immobile, mentre l'altro alza la spada, in segno di vittoria, sotto lo scroscio incessante degli applausi degli spettatori.

Strabuzzo gli occhi.

Com'è possibile?

Sono uscito dall'arena da nemmeno cinque minuti.
In questo manciata di tempo è riuscito a stendere un avversario?

< Complimenti! Complimenti! È stato incredibile! E anche il Cavaliere Scarlatto si classifica nelle semifinali! Un momento di pausa e avremo il nostro vincitore! >

Cavaliere scarlatto?

Il soggetto dei miei pensieri esce dall'arena.
Lo seguo con la coda dell'occhio, ma non si toglie l'elmo nemmeno quando viene accerchiato da un gruppo di dame sognanti, che continuano sbattere le ciglia e a lanciargli sguardi ardenti.

< Ehi Racer >
< Che c'è? >
< Chi è il Cavaliere Scarlatto? >
< Ma tu dov'eri, quando hanno presentato gli sfidanti? >
Reprimo l'impulso di prenderlo a pugni.
< Il Cavaliere Scarlatto è uno dei cavalieri allenati da Genma Orlando. Hai mai sentito parlare del Cavaliere Nero? >
< Il leggendario cavaliere che ha vinto il torneo di due anni fa senza usare le armi? Mi sembra che è quello che accettato il posto nell'esercito imperiale >
< Esatto. Genma era un soldato fortissimo che aveva vinto tre tornei di seguito, ma che a causa di una disputa non ha mai accettato il posto nell'esercito, lasciandolo sempre al secondo vincitore.
Si dice che Genma abbia da sempre voluto avere un figlio che potesse continuare a portare avanti il buon nome di famiglia, ma che abbia avuto solo figlie femmine. Tre di seguito, ma ti rendi conto di che sfortuna ha avuto? >
Annuisco.
Il Cavaliere Scarlatto intanto si è avvicinato a un uomo dalla corporatura massiccia, che porta una grossa collana di sfere al collo, una larga tunica che lascia scoperto il petto e uno strano copricapo sulla testa.
Genma Orlando.
Sembrerebbe un monaco ascetico cinese, se non fosse per lo sguardo truce che lancia alle persone circostanti.

< Dal momento che non ha mai avuto figli maschi, si dice che abbia allenato dei cavalieri fortissimi da far partecipare ai tornei, ma poiché non sono figli suoi non vuole che qualche altra famiglia si prenda il merito e li fa partecipare con il nome del colore del pennacchio degli elmi! Pazzo, eh? >
< Davvero lo fa per un motivo del genere? > chiedo, scettico.

Però l'elmo del Cavaliere Scarlatto è in effetti sormontato da un vistoso pennacchio rosso, che con le sue dimensioni risalta fra tutti gli altri elmi.

< Sono solo delle voci, nessuno sa la verità. Se provi a chiederlo a Genma in persona rischi la pelle, per questo ci si accontenta >

Sospiro.
Che assurdità.

< Ad ogni modo, è stato lui ad addestrare il Cavaliere Nero, quindi preparati ad una bella batosta >
< Cosa intendi dire? Che io perderò contro quel damerino rosso? > dico con un tono fra il brusco e il minaccioso.
< Ehi ehi ehi metti via la spada! Se lo avessi visto combattere invece di avere la testa fra le nuvole lo sapresti! Quel cavaliere è incredibile! Ha uno scatto velocissimo e una forza sovrumana! Ha steso il suo avversario colpendolo con l'elsa della spada! >
< Non sarà certo quello a battermi > ghigno.

No di certo.
Io ho un obiettivo da raggiungere.
E per quanto questo cavaliere sia straordinario, non riuscirà a sconfiggermi tanto facilmente.
Nessuno ne è stato in grado.
Nessuno.
Questa è la mia battaglia decisiva.

Non devo lasciarmi distrarre.

< E ora è giunto il grande momento! Finalisti, entrate in campo! >

Mi sistemo l'elmo, accingendomi ad andare.

< Cerca di non farti uccidere, campione! >

Gli lancio un'occhiataccia, e lui si azzittisce.
Faccio il giro della recinzione, senza mai staccare gli occhi dal mio avversario, che si già posizionato al centro dell'arena.
Mi avvicino a lui con passo deciso.

Sbaglio o è davvero basso?

Ora che ci sono solo due spanne di terreno a separarci, noto con scetticismo che è più basso di me di almeno una testa.
Lo squadro interamente, e mi soffermo sulla sua cintura.
Due foderi.
Combatte con due spade.

< Cavalieri, preparatevi! >

Il mio guanto di ferro circonda l'elsa della spada, mentre mi metto in posizione di attacco, pronto a scattare.

< Che il duello... >

Il Cavaliere Scarlatto afferra l'elsa di una sola spada. Aspetto che prenda anche l'altra, ma non fa altro che piegarsi lievemente.

< ...abbia inizio! >

Un boato si leva dalla folla.
Il Cavaliere Scarlatto si lancia in avanti non appena la voce del commentatore lascia la sua gola, sfoderando la spada in un scintillio argenteo.

Faccio appena in tempo a estrarre la mia, parando il colpo diretto al mio braccio, che è già indietreggiato con un salto e parte per un nuovo attacco.

Caspita, se è forte.

Il braccio mi trema ancora per l'impatto del colpo ricevuto.

Scatto in avanti, menando un fendente in direzione della sua gola, e il suono metallico delle nostre spade che si scontrano risuona in tutta l'arena.
Afferro l'elsa con entrambe le mani, cercando di avere la meglio su di lui, ma con un balzo si allontana, per poi correre di nuovo verso di me con la spada puntata.

Usa sempre la stessa tecnica, noto, e con uno slancio lo raggiungo, deviando il suo affondo. La spada vola dall'altra parte dell'arena, per poi atterrare con un clangore metallico sulla terra arida.
Il mio volto si apre in un ghigno.
Mi preparo a dargli il colpo di grazia, quando con uno scatto fulmineo estrae l'altra spada.
È decisamente più sottile della prima, ma molto più lunga.


Una katana.


Non faccio in tempo a sollevare la spada che la katana mi sfiora l'elmo, producendo un graffio marcato.
La sua velocità è notevolmente aumentata, e sembra anche muoversi più agilmente.
Con un balzo raggiunge la spada caduta.

Rimango basito. Non ho mai visto nessuno reagire così prontamente in una situazione tanto critica.

Non appena raccoglie la spada torna alla carica.
Continuo ad attaccare e ad incassare colpi, cercando di trovare un'apertura nella sua difesa ferrea, ma sembra quasi che ci sia un muro invisibile a proteggerlo.
Indietreggia di qualche passo, per poi scattare di nuovo.
Corro anch'io verso di lui, abbassando leggermente il torace per acquistare maggior velocità.
La distanza fra di noi viene ridotta ad ogni passo che facciamo.
Quando ormai siamo a poco più di cento piedi l'uno dall'altro sollevo la spada, preparandomi allo scontro ma all'improvviso lancia in alto la sua, che rotea vorticosamente in aria creando dei riflessi accecanti.
La seguo con lo sguardo, scioccato, ma in quella breve frazione di secondo in cui mi sono distratto lui mi ha raggiunto, fendendo l'aria con la katana.
Devio il colpo pochi istanti prima che la mia testa rotoli a terra.
Lui con un balzo salta in alto, fa una capriola in aria e si riprende la spada.

Il pennacchio danza nell'aria, come una chioma rossa infuocata.

Mi ritrovo a fissarla, fra lo stupito e lo sconcertato.

Sento una strana sensazione invadermi il petto, una sensazione...come dire...nostalgica?

Piomba a terra puntando la spada sulla mia testa, ma con un gesto fulmineo lo blocco; lui poggia i piedi sulle mie spalle e atterra indietro con una rovesciata.

Il mio corpo si è mosso da solo. È stata una cosa automatica, come se avesse saputo cosa fare sin dall'inizio. Come se avesse già affrontato quella mossa.

Dannazione...mi sto lasciando distrarre.
Devo riprendere in mano la situazione.

Mi getto su di lui, attaccando. L'aria viene riempita dai fragori delle nostre spade che si incrociano, in un continuo susseguirsi di fendenti e affondi che sembra durare ore.

Comincio ad ansimare, e indietreggio di qualche passo con un salto. Anche lui sembra allo stremo delle forze.
Cercando di riprendere fiato, mi metto in posizione di attacco, venendo subito imitato da lui.

Questo sarà l'ultimo attacco.

Non devo sbagliare.

Il mio piede affonda nel terreno secco, sollevando un polverone che crea una scia dietro di me ad ogni passo che faccio.
Il Cavaliere Scarlatto parte con i suo solito scatto, e affonda la katana verso il mio braccio destro.
Sposto con un gesto fulmineo la spada alla mia mano sinistra, e blocco la katana con la mano libera.
Lui alza il volto, colto di sorpresa, e reagisce subito puntando l'altra spada sul mio collo, in un gesto identico a quello che faccio io nello stesso istante.

Rimaniamo entrambi immobili, la spada dell'uno a meno di un dito dal collo dell'altro. Fisso a lungo il mio avversario, che ricambia il mio sguardo.

Un silenzio opprimente cala nell'arena, mentre tutti tengono il fiato sospeso.

< È FINITA!!! >

La voce del commentatore esplode assordante nel campo. Sia io che il Cavaliere Scarlatto sobbalziamo, spaventati.

Ma che...?

< SIGNORE E SIGNORI, IL DUELLO È FINITO!! >

Sto ancora stringendo con forza la lama della katana.
Ma che diavolo stanno dicendo?

< COME SAREBBE A DIRE, IL DUELLO È FINITO?!? >

La voce tonante di Genma attraversa l'arena, mentre si dirige a grandi falcate verso il palco.
Batte le mani sul tavolo, facendo tremare sia il commentatore che i due giudici, che però sostengono il suo sguardo, con un'espressione di sfida.
Il commentatore si alza e, salendo in piedi sul tavolo per sovrastare Genma, proclama ad alta voce

< Entrambi i cavalieri hanno combattuto valorosamente, ed è chiaro che nessuno riesce ad avere il sopravvento sull'altro. Hanno dimostrato di essere onesti e coraggiosi, non hanno ricorso a trucchi sporchi pur di ottenere la vittoria e ci hanno regalato uno spettacolo a dir poco stupefacente!! Pertanto, abbiamo deciso che entrambi i cavalieri avranno l'onore di entrare nell'esercito imperiale!! Complimenti, Gerard e Cavaliere Scarlatto, domani riceverete il trattato di arruolamento!!
Signore e signori, con questo tanto inaspettato quanto gradito esito si conclude il settantacinquesimo Torneo dei Cavalieri!! Per chi volesse partecipare al prossimo evento, vi preghiamo di... >

Genma inizia a sbraitare insulti e bestemmie, ma la sua voce viene presto coperta dal brusio della folla che si accalca attorno a noi.

Non riesco a distinguere i loro volti. Ho una gran confusione in testa, e non ho ancora assimilato bene gli eventi degli ultimi due minuti.

< Grande Gerard!! Hai vinto! Beh in realtà hai pareggiato, non è che vale molto come vittoria, ma sei entrato nell'esercito!! Non sei contento? Gerard? Ehi mi senti Gerard? >

Ah... ho pareggiato.
È finita.
Sono nell'esercito.

Un largo sorriso mi screzia il volto, quando sento qualcosa muoversi nella mia mano destra: il Cavaliere Scarlatto sta cercando di liberare la katana dalla mia stretta, ma lo fa con delicatezza, come se non volesse danneggiare la mia mano sfilando la spada con forza.
Che gesto strano, se si conta che fino a poco fa ci stavamo menando.
Apro la mano e lui ritira la katana, rinfoderando entrambe le spade.
Si piega in un profondo inchino, poi si volta e se ne va, inseguito dalle dame che sono spuntate come funghi ai suoi lati.
Il pennacchio dondola ritmicamente ad ogni suo passo, come una lunga coda.

Una lunga coda rossa.

Rosso

Lo guardo allontanarsi, con una strana sensazione che mi pervade il petto, la stessa che ho avuto quando, durante la lotta, si è slanciato in aria, quasi stesse danzando nel vento.

Rosso è il colore del fuoco

Era come se quel suo gesto avesse avuto un qualcosa di familiare, era come se quella scena l'avessi già vissuta, tempo prima.

Rosso è il colore del sangue

E adesso, osservando il suo profilo da dietro, vengo di nuovo sopraffatto da quella inspiegabile nostalgia.

Rosso è il colore dei suoi capelli

Ormai ne sono certo.

Dei suoi capelli scarlatti che, mossi dal vento, si confondevano con le fiamme che divampavano prepotentemente alle sue spalle, mentre lei volteggiava nell'aria, leggiadra, incurante del sangue che le macchiava i vestiti, lanciandosi contro i nemici che le stavano strappando la sua vita

L'ho già incontrato.

Rosso è il colore di lei

In passato, ho già incontrato il Cavaliere Scarlatto.

Rosso è il colore di Erza




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Angolo autrici

Ebbene si è giunto il momento xD
Buon salve popolo di efp, finalmente dopo quasi un mese ci siamo fatte vive xD perdonateci, ma abbiamo un sacco di impegni, sport, scuola*... >.> *e quindi nulla.
Speriamo che questo capitolo vi sia piaciuto, e per le fanatiche delle storie sentimentali che vogliono ammazzarci per la scarsità di moe moe in questa parte della storia, tranquille, presto diventerà una storia romanticissima!
Fateci sapere cosa ne pensate ;)
Pink-chan & Ayato-sama


Pink sweet:
Ragazzi, scusate T.T
So già che volete lanciarmi i pomodori addosso per Laxus, ma ehi calma, calma u.u
Diciamo che quando ho scritto la scena della tortura ero particolarmente sadica xD quindi non odiate il povero Laxus ( o forse sì muahaha)
Comunque in questo capitolo entrano in gioco due coppie mica da poco eh, la gale e la jerza che sono rispettivamente al primo e al secondo posto tra le mie OTP  ** ^ **
Per le fan della nalu che la volta scorsa ci hanno quasi ucciso xD tranquille tra poco vedrete la vostra amata coppia u.u
Comunque come al solito mi farebbe un sacco piacere un commentino, giusto per capire se stiamo andando bene xD
Spero di non aver deluso le vostre aspettative ^^
Alla prossima 
Baci 
Pink-chan :)

Kirishima Ayato:
*striscia a terra morente, cercando di afferrare il tablet* 
Ahem! Sono desolatissima, erano secoli che volevamo pubblicare il secondo capitolo ma scrivere le mie parti di storia mi ha letteralmente ucciso, e peraltro ci ho messo il doppio del tempo di Pink-chan! Non uccidetemi! È stato un periodo infernale a causa della scuola, fra tavole, chine e verifiche e proprio non sono riuscita a scrivere! 
Comunque, per quanto riguarda la storia, ora tutti vorrete sapere chi è la benedetta donna che ha partorito Natsu, ma non preoccupatevi, lo scoprirete! 
Spero di non essere stata noiosa e ripetitiva nei miei pov, ma se trovate delle critiche scrivetecelo! 
*detto questo spirò*

Saluti dall'oltretomba
Ayato-sama
   
 
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