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Autore: notevenhere    15/11/2015    3 recensioni
Harry è stato abbandonato sull’uscio di una porta, Sirius è stato spedito ad Azkaban e Remus ha perso le uniche persone che abbia mai amato. Quando il vero traditore viene catturato tre anni dopo, Sirius si prepara a rimettere a posto le cose per le due persone che ama di più. SB/RL
Genere: Angst, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Potter, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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La Spiaggia, Aprile 1986

"Hai mancato un pezzo" disse Remus, gli occhi che perlustravano Harry mentre Sirius spalmava la Pozione Anti-Sole sulle braccia e le spalle del bambino. Sirius lo guardò di traverso, un cipiglio giocoso sul viso.

"Vorresti farlo tu?" domandò, scuotendo il tozzo tubo della pozione. Le labbra di Remus si curvarono, ma non si mosse per prendere il barattolino; Sirius soffocò una risata.

"Voglio andare in acqua," disse Harry, svincolandosi dalla presa del suo padrino.

"Non appena l’ho messa dappertutto" ribatté Sirius, posando una mano ferma sulla spalla di Harry. "Sta’ fermo o si farà notte prima che finisca."

Harry guardò in su impazientemente quando Sirius finalmente richiuse il barattolo. "Possiamo andare ora?"

"Se Remus è pronto" disse Sirius, voltandosi verso l’altro uomo con un sopracciglio alzato.

"Lo è!" insisté Harry, strattonando la mano di Sirius. Sirius si lasciò trascinare, lanciando un enorme e brillante sorriso a Remus, che li seguiva con un’espressione divertita. "Fa freddo" disse Harry con un tremito mentre si immergeva in acqua.

"Guada lentamente" lo consigliò Sirius; prese la mano di Remus quando li raggiunse. "Non sembrerà freddo tra poco."

"Ho dimenticato il mio secchio!" disse Harry, la sua vocina vivace attraverso la spiaggia tranquilla. C’erano altre famiglie—tutte streghe e maghi del resort sulla spiaggia che si estendeva sulla costa, ma c’erano pochi bambini. La coppia dai capelli bianchi lì accanto sorrise al grido impaziente di Harry.

Sirius e Remus lo osservarono correre sulla sabbia verso i loro asciugamani.

"La sua energia è illimitata," disse Remus "Un po’ come te, in realtà" rifletté con un sorriso.

"Fingerò che tu non stia insinuando che sono immaturo" brontolò Sirius, dandogli un colpetto con il fianco. "e lo accetterò come un complimento."

"Esattamente come lo intendevo."

"Troverò centinaia di conchiglie," li informò Harry quando tornò, interrompendo la risposta a tono di Sirius ed afferrandogli il braccio, così che Sirius lasciasse la mano di Remus.

"Centinaia?" echeggiò Sirius con un finto sguardo di stupore. "Credo ti servirà un secchiello più grande."

La faccia di Harry si rabbuiò. "Oh."

Sirius si accovacciò accanto al suo figlioccio. "Credo potremmo rendere questo qui più grosso" disse con un occhiolino. Estrasse la bacchetta dalla fondina che aveva sul polpaccio. "Engorgio."

"Grazie," disse Harry, i suoi occhi luccicanti mentre fissava Sirius con meraviglia.

"Ma di nulla" rispose Sirius, scompigliandogli la zazzera selvaggia. "Vedi se riesci a riempirlo fino all’orlo."

"Conterrà almeno cento conchiglie ora.” Remus aggiunse. Harry lo osservò, facendogli un sorriso accennato prima di iniziare a cercare le conchiglie al bordo dell’acqua.

"È silenzioso oggi" osservò Remus.

Sirius gli lanciò un occhiata; non credeva Remus lo avesse notato. Sirius osservò Harry rastrellare le dita nella sabbia. "È solo eccitato."

Lo sguardo di Remus si spostò su Sirius, senza dire nulla. Sirius sfiorò ancora le sue dita, dando loro una lieve stretta.

"Sirius!"

Sirius distolse lo sguardo da Remus ed alzò un sopracciglio in domanda. Harry fece un gesto con la mano al suo sguardo di attesa, tentando di farlo avvicinare. Sirius sentì Remus sospirare dietro di lui mentre raggiungeva Harry.

"Mi aiuti?" domandò Harry non appena Sirius fu vicino abbastanza.

Sirius si inginocchiò accanto al suo figlioccio; il suo sorriso affievolì la ruga d’ansia tra le sopracciglia di Harry. "Trovato qualcosa?" domandò Sirius mentre si piegava per sbirciare nel secchiello vuoto. Harry si sedette sulle cosce e scosse il capo.

"Forse si stanno nascondendo," suggerì Sirius. Affascinato da quel suggerimento malizioso, Harry osservò mentre Sirius fece finta di scuotere le dita in profondità tra i granelli pallidi. "Oho!" si gloriò. Tirò fuori una conchiglia perlata dalla sua umida protezione e la tenne in mano. Fece un gran sorriso all’urlo deliziato di Harry e porse la conchiglia al suo figlioccio, il quale la fece cadere nel secchiello e subito si mosse in fretta per imitarlo. "Guarda Sirius!"

"È perfino più grande della mia" disse Sirius mentre Harry gli mostrava un mollusco bivalve rosa pallido. Harry sorrise luminosamente e continuò la ricerca.

Gli occhi di Sirius vagarono verso Remus, il quale era tornato nel posto in cui si erano stanziati prima. Stava spazzolando via la sabbia con un palmo e si stava sedendo su una delle sedie basse. Sirius colse il suo sguardo e gli angoli della bocca di Remus si alzarono in un mezzo sorriso.

Tornando a guardare Harry, Sirius disse "Remus trova sempre le conchiglie migliori. Forse dovremmo chiedergli di aiutarci."

Gli occhi di Harry guizzarono in su, trovando Remus che sfogliava le pagine del suo nuovo manoscritto. Abbassò la testa quando Remus alzò lo sguardo; scosse il capo. "Possiamo farcela." disse, la sua voce infantile determinata.

Non aspettandosi il deciso rifiuto, Sirius non aveva una risposta pronta.

"Ne abbiamo dieci" disse Harry poco dopo mentre si era fermato a contare l’ammasso di conchiglie. Le sue sopracciglia scure si corrucciarono mentre lanciava un’occhiata a Sirius. "Quante per arrivare a cento?"

"Novanta" rispose Sirius, sorridendo all’espressone di concentrazione sul volto del suo figlioccio. Le mani di Harry affondarono di nuovo nella sabbia bagnata mentre si muoveva in fretta lungo la spiaggia.

"Spero di poter restare qui tutta la notte" mormorò mentre la quattordicesima conchiglia tagliava il lato del secchiello. E poi balzò indietro con un forte urlo, i suoi occhi verdi spalancati.

"Che succede?" domandò Sirius mentre correva verso di lui, rilassandosi un po’ quando non trovò né sangue né lacrime nelle vicinanze.

"Qualcosa mi ha afferrato!"

E poi precipitando fuori dalla terra e spargendo sabbia qui e lì, uscì un elfo domestico, con occhi grandi quanto palle da tennis. "Dobby si scusa!" strillò il piccolo elfo.

Harry saltò all’indietro e andò a sbattere contro le braccia stabilizzanti di Sirius. "Va tutto bene" Sirius disse velocemente. "Non ti farà del male."

"Dobby è tanto cattivo! Dobby non voleva fare del male al piccolo mago!"

Sirius diede una leggera pacca sullo stomaco di Harry mentre quest’ultimo cercava di accartocciarsi contro il petto di Sirius. "Va tutto bene…"

"Va tutto b-"

Remus si fermò di botto, il resto della frase preoccupata rimase sospesa mentre fissava la creatura ad altezza ginocchio.

"Dobby!" uno voce seccata chiamò. "Dovevi restare seppellito!"

Sirius e Remus si voltarono; Sirius si accigliò subito quando un bambino familiare dai capelli biondo pallido camminò in modo altero verso di loro. Draco si fermò quando li vide, la sua bocca perse un po’ del suo rimprovero. "Oh," disse con voce più piccola e quasi immediatamente

Harry si dimenò per liberarsi dalla stretta protettiva di Sirius.

"Il figlio di Malfoy," spiegò Sirius di traverso a Remus, le cui sopracciglia si alzarono sorprese. "Draco."

"Mi ricordo di te," disse Draco. "Non sei venuto a volare sulla mia scopa."

Dobby attirò tutta la loro attenzione lontano da quella dichiarazione; si stava colpendo gli occhi con dei pugni. Hary lo fissò, inorridito.

"Draco," disse Remus, la parola stirata; ci volle un momento perché il biondo distogliesse la sua attenzione dall’elfo. "Forse dovresti chiedere a Dobby di non farlo…"

Gli occhi di Draco si spostarono sull’elfo. "Dobby, fermati." disse in tono annoiato. Dobby si fermò all’istante, le sue piccole spalle si curvarono dalla vergogna mentre sbatteva le palpebre verso il suo padrone.

"Va tutto bene" Sirius confortò Harry per la terza volta.

Harry stava esitando proprio di fronte a Sirius. Sirius gli diede una stretta rassicurante sulle spalle. Ci volle un minuto, ma Harry distolse gli occhi dall’elfo pentito e alzò il suo secchiello affinché Draco lo ispezionasse. "Troverò cento conchiglie."

"Non ne hai così tante."

Harry alzò le spalle, senza prendersela per la critica dell’altro bambino. "Sirius mi aiuterà a trovarle tutte. Quante me ne servono ancora, Sirius?"

"Ottantacinque."

Harry annuì fermo verso Draco. "Ottantacinque."

Draco lo studiò per un attimo. "Dobby è un asso a trovare le conchiglie. Ne ho un mucchio."

Harry allungò il collo, cercando di vedere dove fosse la riserva di Draco. Strisciò un po’ in avanti e Sirius ritrovò le sue mani che stringevano le spalle del suo figlioccio. Harry sbirciò indietro, una ruga di incertezza gli increspava la fronte. E mentre guardava in giù verso il suo innocente figlioccio, Sirius dovette sforzarsi ad ignorare il suo quasi radicato odio verso tutto ciò che è Malfoy—ed il fatto che il padre di quel bambino era probabilmente stato un Mangiamorte.

Sirius diede al suo figlioccio un piccolo sorriso e lasciò cadere le mani lungo i fianchi. Ma non si allontanò quando Harry e Draco si inginocchiarono davanti a un regale castello di sabbia, né lo fece Remus, notò. Dopo un momento, entrambi si sedettero sulla sabbia, tenendo d’occhio Harry con diffidenza.

~*~

"È grande" disse Harry mentre osservava il castello gigante di Draco.

"Dobby fa fantastici castelli di sabbia."

"Credo sia pazzo" dichiarò Harry silenziosamente, mentre si piegava in avanti, le mani sulle cosce. Draco guardò indietro verso l’elfo saltellante.

"È sempre così" disse con una scrollata di spalle. "A mio padre non piace molto." Harry studiò l’irrequieto piccolo elfo e si accigliò. "Sembra che tu gli piaccia."

"Abbiamo un mucchio di elfi. Madre dice loro di tenermi al sicuro e di prepararmi da mangiare. Devono giocare con me."

"Lo fanno?"

"Oppure Padre li punisce."

"Beh, a me piace" Harry disse con fermezza. Diede all’elfo nervoso un sorriso, il ché rese l’elfo ancora più agitato. "Non ho mai incontrato un elfo domestico" spiegò mentre osservava Draco che dava dei colpetti alla sommità del castello. "Neanche Ron ne ha uno."

"Chi è Ron?"

"È il mio amico. La signora Weasley è sua mamma; lei ci fa da insegnante." fece scivolare il suo secchiello lungo la sabbia così che stesse davanti a Draco. "Puoi usare le mie conchiglie."

Draco prese la conchiglia arricciata e argentata dalla cima del cumulo e la tese verso Harry. "È una finestra" disse. Harry la spinse in una delle pareti del castello, scuotendola un po’ in modo che stesse ferma. "A Padre non piacciono i Weasley" disse Draco, prendendo un’altra conchiglia.

"Perché no?" domandò Harry indignato. "Sono gentili!"

"Padre dice che non hanno soldi. E che il signor Weasley è un traditore."

"Cos’è un traditore?"

"Non lo so," rispose Draco, mentre svuotava il fossato dalla sabbia; Harry si allungò ad aiutarlo. "Ma a Madre non piacciono i traditori. Dice che hanno il sangue."

"I Weasleys sono gentili," ripeté Harry difensivo, pronto a litigare se avesse dovuto, ma Draco non gli diede torto. "Non c’è sangue in casa loro. E la signora Weasley mi insegna i numeri."

"Dobby mi fa da insegnante. So leggere" disse Draco con orgoglio, gonfiando un po’ il petto.

"Anche io," disse Harry in fretta. "Forse i traditori sono persone che non hanno elfi domestici," dichiarò pensosamente un minuto dopo. "La signora Weasley gioca con Ron e Ginny. E con me."

Draco si accigliò. "Madre è troppo occupata per giocare con me."

"Oh." Harry si sedette sui talloni, prendendolo in considerazione. "Neanche Zia Petunia ha mai giocato con me."

"Chi è Zia Petunia?"

"Vivevo nella sua casa; con Zio Vernon e Dudley prima che io e Sirius fossimo una famiglia. A loro non piacevo."

"Perché no?" chiese Draco.

"Non lo so" disse Harry con una piccola scrollata di salle mentre spingeva un’altra conchiglia al suo posto.

"Piaci alla tua nuova famiglia?"

"A Sirius piaccio. Mi vuole anche bene"

Draco sbirciò indietro verso Sirius, lo sguardò vagò tra i due uomini. "Chi è l’altro? Quello con i capelli marroni."

"È Remus," disse Harry, senza distogliere lo sguardo dalla conchiglia che stava premendo contro il castello.

"Anche lui è tuo padre?"

Le labbra di Harry divennero una lineetta rosa. Scosse il capo, con abbastanza enfasi da rendere i suoi capelli neri ancora più incolti.

"Chi è allora?"

Harry guardò in su, voltando un po’ le spalle così che potesse guardare Remus e Sirus. Il suo sguardo vagò tra i due e poi si voltò di nuovo verso il castello di Draco. "È l’amico di Sirius."

Draco scosse il capo; infilò una piccola stecca in cima al castello. "Ma si tengono per mano," disse ad Harry con un cenno importante del capo. "Madre tiene per mano Padre." fece una pausa. "A volte."

"Beh, Remus non è il mio papà," disse Harry, diede un colpetto ad una delle torri con un po’ troppa forza e quella crollò.

"Dobby, aggiustala" disse Draco automaticamente e il piccolo e teso elfo si apprestò a farlo.

~*~

"È tempo per Padron Draco di andare" disse Dobby per la quarta volta un’ora dopo; cominciava a sembrare agitato. "Il padre del Padroncino ha prenotato il ristorante."

"Forse dovresti andare" dichiarò Harry, preoccupato che l’elfo avrebbe potuto cominciare a colpirsi di nuovo se Draco non lo avesse ascoltato.

Draco emise un sospiro. "Sei davvero una piaga, Dobby," disse mentre si rialzava. Dobby annuì con fervore; le sue orecchie sbatacchiarono intorno alla sua testa, anche se sembrava piuttosto strano ad Harry che l’elfo non sembrava infastidito dall’essere stato chiamato una piaga.

"Padre si arrabbierà se faccio molto tardi" chiarì Draco ad Harry mentre Dobby scattò a raccogliere i giocattoli sparsi di Draco.

Harry annuì; Zio Vernon aveva spesso urlato riguardo l’essere in ritardo.

"Sarai qui domani?" chiese Draco; le sue spalle si curvarono quando Harry scosse il capo.

"Devo andare a casa di Ron domani per le lezioni."

"Oh."

"Forse puoi venire a giocare con me e Ron." offrì Harry.

"A Padre non piace il signor Weasley" gli ricordò Draco crucciato.

"Forse se gli dici che i Weasley non hanno alcun sangue" suggerì Harry speranzoso. "Sono stato dappertutto in casa loro." Draco trascinò una delle dita del piede nudo tra la sabbia bagnata mentre alzava le spalle.

"Il Padroncino deve venire!" Dobby aveva cominciato a saltellare da un piede all’altro.

"Va bene" sbuffò Draco. Con le spalle ancora incurvate, Draco osservò Harry e nessuno dei due parlò per un minuto.

"Ciao" disse Harry, sentendosi molto dispiaciuto del fatto che al padre di Draco non piacessero i traditori.

"Ciao," rispose silenziosamente Draco. E poi, mentre Dobby cominciava a ballare dall’agitazione, Draco finalmente si voltò e lo seguì verso uno dei cottage più grandi lungo la spiaggia; sembrava essere perfino più grande di Grimmauld Place.

Harry li osservò finché non scomparvero all’interno della villetta. Sentendosi un po’ annoiato, Harry si girò. Sirius lo stava guardando, la sua bocca curvata all’insù in un lieve sorriso. Anche Remus stava sorridendo ed erano seduti molto vicini, le loro spalle e le loro gambe si toccavano.

Con un’espressione accigliata, Harry si mosse verso il suo padrino e si girò così che si potesse manovrare tra loro e muovere avanti e indietro sulle ginocchia di Sirius, le sue gambe prendevano gran parte dello spazio che Remus aveva occupando fino a poco prima; Remus si spostò indietro per fargli spazio.

"Ti sei divertito?" domandò Sirius.

"Il castello che tu e Draco avete costruito era davvero adorabile" aggiunse Remus.

Harry alzò la testa così che potesse vedere gli occhi di Sirius. "Al padre di Draco non piacciono i Weasley" disse: l’idea lo faceva sentire ancora un po’ strano. Non c’era nulla che non potesse piacere nella famiglia di Ron!

"Sì, ho sentito" mormorò Sirius. Harry si aggiustò, così da essere più comodo nella curva del braccio del suo padrino.

"Cos’è un traditore?"

"Beh," Sirius disse lentamente, dopo aver scambiato uno sguardo con Remus; Harry si mosse impaziente. "È difficile da capire, ma ad alcuni maghi e streghe non piacciono le famiglie che non sono magiche."

"Come i Dursley?"

Sirius esitò. "Sì" disse alla fine. "A della gente con la magia piacciono solo quelli che hanno la magia."

"Ma i Weasley sono maghi…"

"Beh, sì" rispose Sirius con un cenno del capo.

"Sai cos’è un albero genealogico?" domandò Remus. Harry annuì contro la clavicola di Sirius, fissando l’oceano invece di Remus. La signora Weasley aveva mostrato loro il loro albero genealogico; era un grosso pezzo di pergamena che non aveva lasciato che toccassero.

"Ad alcune famiglie," continuò Remus, "piace essere capaci di dimostrare che tutti quelli del loro albero genealogico sono maghi o streghe, specialmente se risalgono ai loro bis-bis nonni. E alcune volte, quando una famiglia non può dimostrarlo, le altre si arrabbiano. Ha senso?"

Harry annuì ancora e fu sorpreso quando Sirius si piegò e parlò vicino al suo orecchio. "Harry" disse dolcemente, "è educato rispondere a Remus quando ti chiede qualcosa."

La voce di Sirius non era arrabbiata, ma lo stomaco di Harry si contorse lo stesso. Neanche Remus pareva irritato, ma non stava neanche sorridendo. "Scusa” sussurrò Harry, girando la testa ancora di più contro il davanti della maglietta di Sirius.

"Va tutto bene" lo rassicurò Sirius mentre gli lisciava i capelli. "E non preoccuparti del padre di Draco, va bene? I Weasley sono una famiglia adorabile."

Harry non rispose subito. Però Sirius lasciò che stesse solo seduto, e finalmente Harry domandò "Perché non piacevo a mia zia e mio zio?"

Le braccia di Sirius sembrarono irrigidite per un attimo, ma, in seguito, lo abbracciò a sé. "Credo, Harry" disse in una voce soffice, “che avessero paura della tua magia… Petunia aveva paura anche della magia di tua madre; non la capiva. E, a volte, quando le persone non capiscono qualcosa, li impaurisce."

Harry non disse nulla. Ma si sentiva al sicuro tra le braccia del suo padrino, quindi credeva fosse ok.

~*~

Harry sedeva al centro del salotto il giorno dopo, i lacci delle scarpe da ginnastica tra le dita, mentre li guardava accigliato. "Non voglio andare."

"Tu e Ron oggi dipingete, ricordi? Ti divertirai-"

"No!"

"Ti diverti sempre" disse Sirius, la sua calma stava cominciando ad evaporare, ma si trattenne dal sembrare tanto esasperato quanto si sentisse.

"Voglio restare qui con te."

"Ho un appuntamento questa mattina" gli rispose Sirius, sorpreso dalla richiesta. "E la signora Weasley ti sta aspettando." Si accovacciò e raccolse le scarpe buttate. "Il piede, per favore" disse, dando una scossa alle scarpette. Harry continuò a guardarle in cagnesco.

"Dove vai?" pretese.

Ignorando il tono di Harry, Sirius spiegò. "Io e Remus incontreremo l’editore di Remus a colazione. Ricordi che ti ho parlato del signor Blacknoose?" Era riuscito ad infilare uno dei piedi di Harry in una scarpa, ma ora le sopracciglia del bambino erano crucciate e Harry scosse violentemente il capo quando fece per mettere anche l’altro.

"Harry, faremo tardi," disse, lasciando spazio al tono severo a cui aveva avuto raramente occasione di fare ricorso. "Dammi l’altro piede."

"Non voglio andare" borbottò Harry, ma allungò comunque il piede coperto dal calzino verso Sirius. Sirius lo manovrò nella scarpa e la allacciò rapidamente.

"Tornerò in tempo per il pranzo" lo rassicurò. "Come sempre." Sorrise mentre aiutava Harry ad alzarsi. "E Remus sarà qui quando torneremo a casa. Va bene?" lo punzecchiò, cercando di attirare la sua attenzione, ma Harry stava fissando verso la cucina, il sopracciglio aggrottato e un cipiglio ancora sulle labbra. "Remus potrebbe farci qualcosa di speciale" disse, provando a far scomparire il broncio dalla faccia del suo figlioccio, ma l’espressione di Harry non cambiò.

Mantenendo la voce leggera, Sirius posò una mano dietro la testa di Harry e disse "Non vogliamo fare aspettare Ron."

Harry era ancora corrucciato quando entrarono nel salotto dei Weasley..

"Finalmente!" gemette Ron. "Mamma ha detto che avrei dovuto aspettare finché non fossi arrivato! Siamo stati qui ad aspettare per anni e anni."

Sirius sorrise al melodrammatico movimento del braccio; si accovacciò, aspettandosi di vedere divertimento anche sul viso di Harry, ma quest’ultimo stava semplicemente osservando l’amico. Prima che Sirius potesse parlare, Molly entrò.

"Vieni, Harry caro" disse, agitanto le braccia verso la cucina.

"Un attimo, Harry!"

Harry si era già voltato all’esortazione di Molly e Sirius si alzò. "Harry?" chiamò; Harry si fermò, la mano sul lato della porta d’ingresso. Sirius sorrise e allungò le braccia, chiamando silenziosamente indietro Harry per un abbraccio. Ma Harry abbassò il capo e si girò velocemente, quasi scontrandosi con la schiena di Molly.

"Eccoti, caro" disse Molly. Accompagnò Harry al tavolo, dandogli direzioni, incoraggiamenti e ammonimenti in egual misura mentre cominciava a spartire le pitture e l’attrezzatura, ignara del fatto che Sirius era ancora ancora in piedi nel suo salotto, sentendosi come se avesse appena ricevuto un calcio nello stomaco.

~*~

"Non credevo che Nathan avrebbe chiesto così tanti cambiamenti" Remus sospirò mentre versava il té. "Avrei dovuto saperlo, visto che ha insistito sulla colazione. Ti ricordi; introduce sempre le cattive notizie con il cibo… Sirius?"

Una mano strinse la spalla di Sirius e lui sobbalzò. "Scusa?" disse scrollando velocemente la testa quando realizzò che Remus stava parlando—e lui non aveva ascoltato.

Remus spostò la teiera di lato e si sedette vicino a Sirius al tavolo della cucina. "Sei stato da tutt’altra parte per tutta la mattinata" disse silenziosamente. "Va tutto bene?"

"Mi dispiace," rispose Sirius facendo una smorfia.

Le dita di Remus sventolarono, ignorando le scuse. "Cosa succede?"

Sirius sospirò avvolgendo la tazza da tè bollente con una mano. "Harry ha avuto una mattinata difficile, questo è tutto."

"Davvero?"

"Non voleva andare dai Weasley. Era molto insistente al riguardo…"

"Ti ha detto il perché?"

"No, solo che non voleva che andassi all’incontro con Nathan."

Remus increspò le labbra; fissò il suo té scuro. "Non voleva tu uscissi con me" disse alla fine, la voce tesa.

Sirius sentì le proprie sopracciglia crucciarsi mentre le parole di Harry echeggiavano nella sua testa. Come il suo figlioccio era diventato silenzioso quand Sirius gli aveva detto che Remus sarebbe stato a Grimmauld Place per pranzo. "Non ha dormito bene" La scusa, anche se vera, fece stringere il suo stomaco come se avesse appena detto una bugia. Ma odiava il contenuto dolore negli occhi di Remus. "Remus, è solo un bambino. Ed è molto più insicuro della maggior parte dei bambini..." Sirius farfugliò, cercando le giuste parole. "Gli piaci" aggiunse, quasi facendo ancora una smorfia a quell’offerta patetica.

Remus non alzò gli occhi.

"È così, Lunastorta. Ama disegnare con te; lo sai-"

"Va tutto bene, Felpato" lo interruppe Remus dolcemente, alzando gli occhi dal té. "Sapevo ci sarebbe voluto del tempo perché Harry mi accettasse. Non volevi crederci, ma lo sapevi anche tu."

Sirius si allungò in avanti, le sue dita si chiusero a pugno contro il legno per l’agitazione e provò a non dar peso alla sofferenza nella voce di Remus. "Lo farà, Remus." disse, sentendosi insistente e ansioso per ragioni che probabilmente non sarebbe stato in grado di esprimere. "Ha solo paura di perdermi. Ha avuto così poche occasioni per fidarsi-"

"Lo so" disse Remus con un cenno veloce del capo. "Ed io ho sono stato fin troppo invadente-"

"Tu non-"

Remus posò la mano su quella di Sirius e finalmente quest’ultimo chiuse la bocca. "Sirius, non devi preoccuparti che io non capisca che Harry è la tua prima priorità. Non voglio causargli alcun dolore." Scosse il capo. "Non dopo che ha perso così tanto-" La parola si fermò nella sua gola e si zittì..

"Remus," disse Sirius, le parole tese. "non gli stai causando dolore. Certo che no. Ha solo bisogno di rassicurazione. E io non gliene ho ovviamente date abbastanza."

Non avrebbe spiegato a Remus come Harry si era voltato senza un abbraccio quella mattina—o che quell’affronto lo avesse quasi portato alle lacrime. Maledettamente ridicolo. Harry avrebbe avuto sei anni tra pochi mesi.

"Non ha avuto molto spesso la tua totale attenzione da Natale" disse Remus. "E credo che forse ne ha bisogno."

Sirius avrebbe voluto contestare le sue parole, ma sarebbe stata anche quella una bugia.

"Forse se tu ed Harry aveste delle uscite speciali..." suggerì Remus, la sua voce e la postura noncuranti; così coinvolto nella finzione come Sirius avrebbe voluto essere. "Dovrei prestare attenzione al mio manoscritto in ogni caso."

Il commesso al Ghirigoro la scorsa primavera, da quel che è risultato, si era sbagliato quando aveva detto a Sirius che Remus avrebbe presto debuttato con un nuovo racconto. E con sua grande costernazione, Sirius aveva scoperto a Natale che Remus aveva scritto davvero poco negli scorsi anni.

"Harry ha bisogno della mia attenzione," concesse Sirius alla fine. "Ma ho bisogno anche di te. E anche Harry."

Un sorriso beffardo fu l’unica risposta di Remus.

"È così" disse Sirius, allungandosi in avanti così che potesse prendere entrambe le mani dell’altro. "È confuso ora, ma quel bambino ha il cuore più grande di chiunque io abbia mai incontrato. Perfino più di Lily. Dagli solo del tempo e ti prometto che andrà tutto bene." Sirius sperò di non stare mentendo.

"È quasi mezzogiorno" disse Remus dopo un momento di silenzio, lanciando un’occhiata all’orologio. Si alzò, le mani si stavano già apprestando a prendere il mantello che aveva appeso sul retro della sedia.

Sirius gli afferrà il polso prima che potesse voltarsi. "Torni stanotte, dopo che Harry è andato a dormire?"

I tratti del viso di Remus si addolcirono e Sirius lo tirò a sé.

"Ho aspettato quattro anni" gli ricordò Sirius silenziosamente. Sentì Remus sorridere contro le sue labbra. "Ed è stato fin troppo tempo."

~*~

A Sirius non piacque la sensazione d’ansia che lo assalì quando entrò nel salotto dei Weasley per la seconda volta quel giorno. Il silenzio della casa sembrava di cattivo augurio. Camminò in cucina, trovando Molly che organizzava una gigantesca pila di sandwich con polpa di pesce.

Lei lo salutò con un sorriso e un assaggio dalla pila, ma lui scosse il capo.

"I bambini sono fuori con Arthur; è tornato a casa per pranzo" gli disse, osservando fuori la grande finestra con un sorriso pieno d’affetto per suo marito, che era stato spinto a terra e tenuto fermo da quattro turbolenti bambini. Percy e Harry era in piedi di lato, nessuno dei due sembrava particolarmente divertito.

"Harry era silenzioso questa mattina" gli disse Molly, il suo sguardo cadde sul bambino dai capelli neri, che, stranamente, non sembrava fuori luogo in quel mare di pel di carota.

Sirius deglutì mentre annuiva, ricordandosi che non importava che Harry avesse iniziato la sua giornata senza un abbraccio di congedo. "Era riluttante a lasciarmi questa mattina." spiegò.

Molly non sembrò sorpresa. "Ha detto che voleva tornare a casa" disse. "Ma ha detto che tu non ci saresti stato, visto che eri con Remus."

Il nodo nello stomaco di Sirius si strinse di più. "Lo terrò con me domani." le disse. "Usciamo insieme."

E questa volta Molly parve sorpresa. Lo studiò, i suoi occhi astuti. E poi annuì. "Credo che si divertirà tanto" disse con un sorriso. Con un sorriso accennato, Sirius lasciò Molly ai suoi sandwich. Aprì la porta sul retro e sentì il suono di risate felici, ma notò appena che qualcuno dei Weasley fosse lì.

I suoi occhi incontrarono quelli di Harry mentre calpestava l’erba e, poi, Harry si stava muovendo verso di lui, i suoi piedi scattarono in una corsa nel secondo successivo. Con il sollievo che traboccava in una risata, Sirius prese in braccio il suo figlioccio prima che potesse fiondarsi su di lui. Non riusciva a respirare, le braccia di Harry erano avvolte strettissime intorno al suo collo, ma non gli importava.

~*~

Sirius passò i successivi cinque giorni dando ad Harry la sua totale attenzione. Andarono ancora a Diagon Alley e passarono più tempo sulla stessa spiaggia che avevano visitato con Remus. Passarono perfino un pomeriggio a Hogwarts, dove Harry decise che Hagrid fosse ‘il più divertente’.

"Credi che le papere abbiano fame?" domandò Harry mentre Sirius gli rimboccava le coperte.

"Non pensi che le abbiamo sfamate abbastanza?" Sirius chiese con un sorriso. Erano andati al laghetto nella piazza di fronte alla strada dopo cena.

"Forse vorranno qualcos’altro da mangiare… forse del pollo"

Sirius rise. "Anche i polli sono uccelli. Sarebbe come se stessero mangiando i loro cugini."

Harry fece una smorfia. "È disgustoso, Sirius."

"Sì, lo è." Sirius spostò via i capelli umidi di Harry dalla fronte. "E ora, mio signorino, hai bisogno di dormire. Ron ti aspetterà di prima mattina."

Harry sbadigliò mentre scuoteva la testa per trovare un punto più confortevole sul cuscino. "La signora Weasley ci porterà a fare una passeggiata tra i boschi. Dobbiamo trovare tutte le diverse specie di animali. E raccogliere ingredienti per le pozioni."

"Farete una pozione?" Sirius domandò, anche se sapeva già la risposta.

"Aiuteremo la signora Weasley a farne una! Una pozione per guarire i graffi, visto che i gemelli e Ron se ne procurano sempre. Anche Ginny, anche se la signora Weasley dice che le ragazze non dovrebbero avere tante sbucciature sulle ginocchia."

"Perché no?"

"Non lo so. La signora Weasley dice tutte le volte a Ginny che lei non è un ragazzo."

Le labbra di Sirius si contorsero. "Capisco."

Harry sbadigliò ancora e si voltò un po’ così che fosse disteso su un fianco. "Remus ci farà il pranzo quando verrai a prendermi?"

Nascondendo la propria sorpresa, Sirius disse, "Non lo so."

Le sopracciglia scure di Harry si crucciarono. "Perché no? Dov’è?"

"Sta scrivendo le sue storie" Sirius rispose, trattenendosi dal cedere all’ondata di sollievo alle domande di Harry.

"Non ci vuole più bene?"

"Ma certo che Remus ci vuole bene… ci ama, in realtà. Soprattutto te." disse, dando un colpetto al mento di Harry con una nocca. Harry sorrise.

"Forse puoi aiutarlo con le sue storie così ci può venire a trovare," disse. Sbadigliò ancora, sbattendo gli occhi diverse volte mentre il sonno minacciava di prendere il sopravvento. Sirius si piegò e gli diede un bacio sulla guancia.

"Forse," sussurrò.

~*~

A mezzogiorno e mezza preciso il giorno dopo, Remus bussò alla porta del numero dodici di Grimmauld Place, il cuore gli batteva forte nel petto. Si stava comportando da stupido, ovviamente. Sirius aveva detto che mancava ad Harry: aveva perfino chiesto di lui.

Non si rilassò, comunque, anche quando la porta si aprì e Sirius gli stava facendo un gran sorriso. "Non un secondo prima," disse con una risata, facendogli segno di entrare.

"Remus!"

Il viso di Remus si gelò, sorpreso di sentire quello strillo entusiasta. Fu ancora più sorpreso quasi da perdere l’equilibrio mentre un braccio si avvolse intorno alla sua gamba e un corpicino sbandò contro il suo fianco. Harry gli stava sorridendo apertamente, i suoi occhi verdi danzavano.

"Guarda!" comandò mentre sventolava una pergamena in aria. "Draco mi ha mandato una lettera!"

"Davvero?" domandò Remus, la sua risata non aveva nulla a che fare con la pergamena stretta nel pugno di Harry.

"Dobby lo ha aiutato a scriverla!" esclamò Harry. "E guarda, Remus! Mi ha mandato una conchiglia! Ha detto che voleva che l’avessi perché mi è piaciuta tanto! Era la più grande! E Draco l’ha data a me!"

"È adorabile," disse Remus mentre fingeva di ammirare il regalo.

"Un gufo l’ha consegnata qui mentre ero a scuola," spiegò Harry, saltellando un po’ su e giù anche se era ancora attaccato alla gamba di Remus. "Avrei tanto voluto vederlo! Draco dice che hanno un mucchio di gufi."

Prima che Remus potesse trovare una risposta adeguata, Harry si vantò, "E Sirius dice che posso scrivere anche io una lettera! Credi a Draco piacerebbe uno dei miei draghi? Sirius ha detto che potrebbero piacergli! Ma non l’arancione, perché è il mio preferito. Quale credi sia il colore preferito di Draco?"

Remus incrociò gli occhi di Sirius mentre Harry elencava tutti i colori che conosceva. Sirius stava sorridendo e Remus quasi rise alla sua espressione compiaciuta.

"Sirius dice che potresti farci il pranzo se te lo chiedo molto gentilmente," disse Harry, liberando la gamba di Remus, ma continuando a saltellare sulle punte. "Lo farai Remus? Per favore?"

Remus gli sorrise: il peso che gli premeva il petto da settimane ormai, finalmente cominciò ad alleviarsi. "Certo," rispose ed Harry sorrise a trentadue denti. Afferrò la mano di Sirius e cominciò a trascinare il suo padrino verso la cucina.

"Come si scrive ‘drago’, Sirius? So come scrivere 'Harry'. E perfino 'Draco'. La signora Weasley me l’ha mostrato. Ron non voleva scrivessi il nome di Draco, ma la signora Weasley gli ha detto di fare silenzio. Lo dice spesso."

Remus sorrise mentre seguiva Sirius e Harry in cucina, Harry continuò a chiacchierare.

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Note del traduttore: Dato che sono entrata nel periodo pre-esami universitari, d’ora in poi aggiornerò ogni Sabato e/o Domenica :)
   
 
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