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Autore: Chainblack    15/11/2015    3 recensioni
Una raccolta di Fanfiction scritte in collaborazione con Whitemushroom, dove raccontiamo storie alternative sui vari personaggi dell'universo di Dissidia - Final Fantasy e sui loro punti di vista secondo la nostra visione delle loro avventure.
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Personaggio: Cecil Harvey
Genere:Introspettivo
Rating:Verde

L'avversario dall'interno

"Il nemico più temibile è quello che ci rifiutiamo di affrontare".
Uno dei tanti detti che mi hanno accompagnato nel corso della mia vita, e a cui tuttora tento di attenermi.
Nella mia carriera di cavaliere e soldato, mi è stato insegnato tutto sul come affrontare ogni tipo di avversario, in modo da non trovarmi mai alla sprovvista contro nessuno.
Ho imparato a gestire nemici molto più grossi di me, grandi quanto intere areonavi. Ho imparato a reggere il confronto contro avversari piccoli e decisamente più rapidi.
Ho imparato a prevedere le mosse dei più astuti, a dominare i più forzuti, a difendermi dai più potenti.
Credo che la mia esperienza mi abbia portato a conoscere nel dettaglio ogni categoria di nemico, di ogni genere.
Compresi quelli che non si possono sconfiggere.
Per un soldato, questo pensiero è inammissibile. Siamo cresciuti in modo tale da pensare che non esista un avversario impossibile da sottomettere, e che la determinazione non conosce la disfatta.
Recentemente ho cambiato idea al riguardo.
Il mio nemico è proprio davanti a me, in fondo a questa ampia stanza buia in cui non filtra che un misero raggio di luce riflessa, senza il quale sarebbe quasi impossibile vedere ciò che mi è davanti.
Incontro questo temibile avversario quasi ogni notte, durante il sonno. Che sia parte del mio inconscio, o semplicemente un incubo ricorrente, ancora non lo so.
Tutto ciò che comprendo è che non importa quanti fendenti io possa lanciargli contro; la sua armatura, nera come la notte, non subisce neppure un graffio.
Non vedo ammaccature né tagli su di lui. Non è un qualcuno che posso battere con una spada.
E lui non sembra nemmeno degnare i miei attacchi della meritata attenzione; passa il tempo a fissarmi con il suo sguardo vuoto, nascosto da uno scuro elmo opaco.
Il sogno è sempre lo stesso, ogni notte. Inizia a diventare quasi un'abitudine rivivere queste sensazioni.
Vorrà qualcosa da me? Avrà fine questo tormento?
- Perché affaticarsi tanto per una risposta che in cuor tuo hai già, Cecil? -
Ha parlato. L'uomo nell'armatura nera ha parlato. Conosce il mio nome, ma non me ne meraviglio. Dopotutto in lui c'è qualcosa di ben più di familiare.
- Chi sei? - gli chiedo - Dove mi trovo? -
- Tutte domande retoriche - mi ripete - Tu sai chi sono io, e sai che ci troviamo nei meandri della tua mente confusa -
Nonostante il buio, riesco comunque a distinguere la sua sagoma. L'armatura nera che indossa è impossibile da non riconoscere.
E' la mia stessa armatura. Quella che utilizzo quando richiamo a me i poteri delle ombre. Quella di cui mi servo quando le tenebre sono troppo profonde.
- Cosa vuoi da me? - gli dico, facendomi avanti.
- Io? Da te? - dice, quasi ridendo - Sei tu che, ogni sera, mi raggiungi in questo luogo. Forse dovrei essere io a richiedere le tue intenzioni -
- Non ho motivo di ricercare ciò che disturba il mio animo - rispondo - Questa guerra affligge me e i miei compagni ogni giorno, e hanno bisogno della mia forza. Non ho tempo da perdere con la mia coscienza -
Lui inizia a muovere lenti passi attorno a me.
- Ma certo, i tuoi amici - dice - Cosa non farebbe un paladino senza macchia per aiutare chi è in difficoltà? -
- E' così; io vivo per servire la mia causa - affermo con fermezza - La causa di Cosmos -
- Piantala di fare l'ipocrita con te stesso, Cecil! -
Con uno scatto repentino, il mio oscuro alter ego si porta a pochi passi da me. Nonostante fosse inutile, di riflesso mi metto in guardia. Non sembra intenzionato ad attaccare, ma le sue intenzioni mi sono ignote.
- La verità è che sei roso dal dubbio e dal rimorso! - ruggisce lui - Il tuo cuore cela un'oscurità di cui non riesci a liberarti, e la luce dei tuoi compagni ti acceca! -
- Queste sono MENZOGNE! - reagisco d'istinto, stringendo i pugni.
- E invece è così, perché io stesso sono l'incarnazione di quelle tenebre che tanto temi! - continua imperterrito il cavaliere nero - Io rappresento quella tua paura; e conosco perfettamente quali sono i timori velati nei recessi più profondi del tuo essere -
Le sue parole forzano il limite della mia pazienza. Sguainando la spada, tento un affondo verso di lui, così vicino alla lama della mia arma.
Ma l'acciaio sembra passargli attraverso. Non riesco a sentire nulla di tangibile. In un attimo, il suo corpo si dissolve come in una nube, per poi riapparire alle mie spalle ad una velocità che il mio occhio non può percepire.
- Tu hai paura che le tue tenebre siano troppo forti... - mi sussurra all'orecchio - Sei sicuro che la fazione di Cosmos sia quella che fa per te? Molto presto questo incubo che vivi ogni notte potrebbe divenire realtà -
- E INVECE TI SBAGLI! -
Un altro rapido gesto con la spada, e il mio assalitore si dilegua nuovamente nel buio. Uno scintillio soffuso rivela la sua presenza a pochi metri davanti a me.
Non ho intenzione di dargliela vinta. Le sue parole sono veleno per il mio animo; ciò che vuole farmi credere è mirato ad allontanarmi dalla retta via.
Non devo cedere a queste futili tentazioni. Ho fiducia nella mia luce. Cosmos ne ha avuta, e non vedo motivo di tradire le sue aspettative.
- Vedo che ancora non ti sei deciso a mollare... - sibila lui - Hai un animo che nasconde macchie scure, ma vivi nella luce. Esattamente come il cuore tenebroso di Golbez presenta sprazzi di chiarore. Forse è per quello che siete fratelli -
- Sono pronto a superare le difficoltà che mi troverò davanti... - replico io - ...esattamente come mio fratello farà con le sue. Ho fiducia nei miei alleati, e in lui -
Parlo affidandomi alle mie più profonde convinzioni, ma dentro lo sento. In me è presente il seme del dubbio, e germogliando ha creato un'atmosfera di confusione nel mio animo. Sono certo che anche la mia controparte lo sa. Il suo silenzio risponde per lui.
- Continua a impegnarti, allora... - mi dice, voltandosi e incamminandosi verso il buio di quell'incubo - Ricorda solo una cosa: non puoi liberarti definitivamente di me. Continuerò a tornare fintanto che il tuo cuore avrà dubbi -
Non c'era nemmeno bisogno di ricordarmelo. So perfettamente che questa battaglia contro me stesso durerà in eterno.
Ma so anche che non devo necessariamente combatterla da solo. Ho i miei amici, ho Cosmos, ho mio fratello.
Ho una lunga sfilza di persone che voglio proteggere e che mi aiuteranno a fare luce sul mio cammino.
Arriverà il momento della resa dei conti con me stesso. Fino ad allora, questo cuore dubbioso continuerà a combattere.
   
 
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