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Autore: _ Arya _    16/11/2015    8 recensioni
Killian Jones è un famoso scrittore di gialli in crisi, e dopo l'insuccesso dei suoi ultimi romanzi decide di trasferirsi a New York, in un appartamento dell'Upper East Side di Manatthan, per trarre nuova ispirazione.
La sua vicina di casa è Emma Swan, giovane investigatrice privata molto in gamba, e potrebbe proprio fare a caso suo.
Riuscirà a convincere la ragazza ad essere la sua nuova fonte d'ispirazione?
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[Dal Prologo]
-Oh non ti preoccupare, tesoro. E poi, questo piccolo incidente è davvero valso la pena... la visuale non è affatto male- continuò a sorridere, stavolta malizioso, accennando al mio fondoschiena.
Sentii le guance andarmi a fuoco, ed ebbi l'irrefrenabile impulso di lanciargli in testa tutto il contenuto del secchio! Come si permetteva di fare un'affermazione del genere come se niente fosse?!
-Sei un maniaco! Ritiro le scuse, la pennellata è stata pure troppo poco!
-Oh scusa, non pensavo fossi una persona timida...- fece poggiandosi contro la porta della sua nuova casa, e incrociò le braccia per continuare a guardarmi con fare provocatorio.
-Non sono timida! Tu però sei un pervertito! Sei appena arrivato e già mi stai antipatico! Complimenti, hai segnato un record!
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Edit: gli ultimi due giorni non ho avuto un attimo di tregua, e solo poco fa ho controllato che il capitolo fosse a posto... quasi per caso, per evitare di aprire facebook e spoilerarmi le nuove puntate :') Ovviamente non era a posto - tanto per cambiare - spero a nessuno sia toccato leggerlo tutto sballato ^^" inizio a credere che sia solo il mio pc a visualizzare male, farò una prova se ricapita.
PS: non vedo l'ora di vedere le puntate domani... ma muoio anche di paura! D:








 

Intimacy, Trust and Passion
 












 

KILLIAN POV

Avrei preso alla lettera le ultime parole di Emma e mi sarei gettato sulle sue labbra, se la rivelazione precedente non mi avesse fatto venire i brividi per l'orrore, quindi lasciai la presa sulle sue braccia per non rischiare di spaventarla ulteriormente.
Avevo capito che il suo ex fosse uno stronzo – e in più probabilmente troppo grande per lei – ma non avrei immaginato avrebbe potuto spingersi a tal punto.
La squadrai meglio in cerca qualche livido o un qualsiasi segno che non avevo notato, ma l'accappatoio la copriva quasi interamente.
-Emma...
-Oh, avanti! Pensi davvero che solo un uomo possa usare il sesso come un'arma?- sussurrò, mentre tentava di asciugarsi le lacrime -Non intendevo ciò che pensi, ti sembro una che si lascerebbe obbligare a fare cose che non vuole? Ora andiamo, per favore...
Con un sospiro di sollievo annuii, anche se un po' confuso, ma le cinsi le spalle lasciando che si poggiasse a me con tutto il suo peso: l'avrei presa in braccio, ma non volevo si creassero situazioni imbarazzanti, non era il momento.
Nel corridoio cercai quindi di essere il più veloce perché nessun vicino passasse di lì, quindi aprii lasciandola entrare e la guardai prendere posto sul divano.
Aveva quasi smesso di piangere, solo qualche piccola lacrima continuava a solcarle ancora il bel viso. Le offrii un bicchiere d'acqua che accettò volentieri e lasciai una scatola di biscotti sul tavolino, poi mi accomodai accanto a lei e la mia spalla tornò a farle da cuscino.
-Come va il naso?
-Sta bene, tranquilla. Tu? Un po' meglio?
-Mhm- annuì, e si tirò su per guardarmi negli occhi -Grazie.
-Figurati...- sorrisi, e le accarezzai i capelli per poi portarle una ciocca dietro l'orecchio. Avrei voluto chiederle se avesse voglia di parlarne, ma non era il caso di spingere troppo, sembrava così fragile che temevo di ferirla involontariamente.
-Avevi ragione, prima. Amavo Walsh... la prima volta che ci siamo conosciuti avevo appena 18 anni, lui ne aveva 28...
-Cosa?! Dieci anni più di te?- esclamai, non riuscendo a tenere la bocca chiusa. Che fosse più grande di lei era chiaro, ma non così tanto: avevo solo creduto avesse sui 30 anni portati male.
-Senti chi parla! Quello che ne ha giusto uno meno di lui!- notò con una risata -Comunque sì, ero una ragazzina... non ero ancora detective, studiavo per diventarlo... e lavoravo, sia per pagarmi gli studi che per iniziare a mettere soldi da parte per aprire in proprio, insieme a Neal, un mio caro amico.
-Non sei costretta a raccontarmi tutto se non te la senti.
-Lo so.- mi rassicurò, dandomi un leggero buffetto sul naso con un dito. Fu molto delicata, ero certo fosse stata attenta apposta per non farmi male, anche se non l'avrebbe sicuramente ammesso.
-Lavoravo in un locale serale e notturno, ed è lì che ho conosciuto Walsh...- iniziò a raccontare -non era uno dei soliti clienti perversi che approfittano delle cameriere e le palpeggiano ogni volta che qualcuna gli passa vicino. A proposito, una volta stavo per essere cacciata perché ho storto la mano a uno...
Scoppiai a ridere, immaginandomi una ragazzina bionda con un caratterino già bello tosto: non era un'immagine difficile da figurarsi. Conoscevo bene quel tipo di locali, ed erano tutto fuorché adatti alle giovani, di cui però purtroppo però erano colmi.
-Beh, comunque Walsh venne a bere diverse sere. Si comportava da gentiluomo, era educato e affascinante, mi faceva i complimenti e lasciava anche delle mance molto generose. La settima sera abbiamo chiacchierato un po' e mi ha chiesto il numero, e di lì a un mese mi sono ritrovata a lavorare come segretaria per l'agenzia di moda di sua sorella. Abbiamo iniziato ad uscire, era piacevole... lui era diverso: sempre attento nei miei confronti, sempre molto dolce. Non ero, come dire, ingenua e inesperta, ma non mi ha mai fatto nessun tipo di pressioni. È durata una decina di mesi, poi ho finito il corso ed ho avuto sempre meno tempo per lui... ho rovinato tutto io la prima volta, lo ammetto. Ci siamo lasciati in amicizia, ma quando qualche mese dopo ho lasciato il lavoro per avviare la nuova attività, ci siamo persi di vista... fino a due anni e mezzo fa. Si è presentato di punto in bianco nel mio ufficio perché aveva bisogno che scoprissi delle cose per lui... e a caso risolto mi ha offerto da bere. E beh, abbiamo ricominciato. Io ero più matura, lui anche, e come puoi vedere è durata un bel po'... però da qualche mese le cose sono diverse. Da quando è diventato responsabile marketing della banca ha iniziato ad avere sempre meno tempo, ma oltre a quello... è cambiato. È diventato... non so, noioso. Solita routine: cena al ristorante il sabato sera, e poi sesso. E cena a casa a mia o casa sua un altro paio di volte a settimana, e poi di nuovo sesso. Ora che ci penso, è diventata una relazione di sesso. E a dirla tutta, neanche molto soddisfacente ultimamente...- alzò le spalle con un sorriso colpevole e malinconico allo stesso tempo. Non mi aspettavo mi avrebbe raccontat dettagli così intimi della loro relazione, ma quella storia mi servì a capire quanto effettivamente fosse stato importante per lei quell'uomo: stentavo quasi a crederci, ma a quanto sembrava, una volta aveva avuto un cuore.
-Non sono una persona da relazioni stabili. La prima volta che sono stata con uno avevo 15 anni e lui di 20... era un ragazzo tenero, volontario all'orfanotrofio.- mi rivelò, poi si fermò quasi sorpresa delle sue stesse parole, probabilmente per lo stesso motivo per cui lo ero io: perché mi stava continuando a raccontare tutti questi dettagli molto intimi sul suo passato?
-Sì, beh, comunque- riprese -poi Ryan... e insomma altri, occasionali. Non sono una poco di buono eh, ma 5 o 6 ragazzi li ho avuti oltre lui. E poi è tornato, con la stabilità con cui mi aveva coccolata per mesi, in un periodo piuttosto brutto: è stato lui ad aiutarmi a tornare su. Quindi... ora è dura. Non lo amo più, questo è vero, ma... l'ho amato molto, e gli voglio bene nonostante si sia comportato da pezzo di merda. Mi ha dato tanto, e gliene sarò per sempre grata. Cazzo, ho stroncato l'unica relazione diversa dall'amicizia che sono, o meglio, ero riuscita a costruire. In questo sono dannatamente brava. È per questo che ho avuto un attimo di esitazione dopo avergli detto del bambino... sembrava avermi capita alla fine, e invece di lasciarlo... io... ci ho fatto sesso. Sono una stupida, ti farò anche schifo. Poi però è arrivato il ragazzo del giornale e... beh, da lì sai.
Annuii, cercando di capire il suo stato interiore: oltre che stupida era stata piuttosto irresponsabile a fare sesso due giorni dopo l'aborto, ma in fondo come biasimarla? Aveva avuto paura, e di conseguenza aveva cercato di fare un ultimo disperato sforzo per mantenere viva la sua relazione: quale modo migliore di questo? In fondo ero un uomo anch'io, e quindi ero in grado di capire le debolezze ed esigenze di noi uomini.
-Non dici niente? Tipo che sono una sgualdrina idiota?- mi domandò sarcastica, sbuffando.
-Nah... sei solo umana, Swan. E non mi fai schifo, tra parentesi. Ma asciuga quelle lacrime, perché hai un nuovo amico adesso. Magari non all'altezza di ciò che avevi con lui ma...- mi morsi il labbro, pentendomene subito dato che avevo un taglio anche lì.
Alla mia espressione dolorante, Emma scoppiò a ridere e mi abbracciò forte, per la seconda volta nell'arco di mezz'ora: era proprio diversa rispetto a come l'avevo inizialmente inquadrata, sembrava molto più affettuosa adesso. O forse era così con tutti i suoi amici? Forse il suo approccio distaccato nasceva inconsciamente dalla paura di rimanere ferita, e si lasciava andare soltanto nel momento in cui arrivava la fiducia.
-Non sottovalutarti, hai ragione. Sei sorprendentemente paziente con me... nonostante sia stata molto antipatica. Non che tu non te la sia cercata, certo, ma...
-Scusa dolcezza, era proprio inevitabile notare il tuo bel culetto lì sulla scala...- commentai, meritandomi il sonoro schiaffo che mi diede sul braccio, ridendo.
-Però per il mio fascino per poco non sei caduta, me li ricordo i tuoi occhi adoranti...- insistetti, poggiando la mano sul ginocchio che l'accappatoio le aveva lasciato scoperto.
Abbassò prima lo sguardo sulla mia mano, poi lo alzò per guardarmi negli occhi scocciata, anche se probabilmente stava solo fingendo.
-Non cambierai mai, vero? Non puoi proprio fare a meno di toccarmi.
-Forse.
-Ma trovarti una ragazza?
-Non ne ho voglia... ora come ora mi basta questa stronza che ho davanti, in fondo è simpatica. E ammettilo, ora stai molto meglio.
-Sì- annuì -e di questo ti ringrazio.



EMMA POV

Me ne resi effettivamente conto solo ora che me lo fece notare, e fu sorprendente. Erano bastate una chiacchierata e qualche battuta con lui per tirarmi su di morale: fino a mezz'ora prima mi ero sentita uno straccio, fisicamente e psicologicamente, ed ora stavo davvero, davvero bene. Era riuscito a farmi divertire e ridere, alleggerendo quel peso che mi aveva quasi schiacciata.
Avevo perso Walsh che per un lungo periodo era stato fondamentale, ma allo stesso tempo avevo guadagnato quello che sarebbe potuto essere un ottimo amico, uno dei migliori.
E proprio per questo, ora che lui mi aveva lasciata sfogare, ero io a voler conoscere qualcosa del suo passato che mi aveva colpita e non riuscivo a togliermi dalla testa: il giorno precedente avevo letto fino a notte fonda, avevo finito il suo libro, che si era rivelato essere brillante e appassionante, con un finale inaspettato... ma alcuni punti della psicologia del protagonista mi erano rimasti impressi.
-Ho finito il tuo libro...- dissi quindi, incrociando le braccia e inclinando la testa.
-Oh... sei stata veloce. E?
-Sei bravo. Saltiamo la parte in cui te ne vanti tutto soddisfatto?- lo presi in giro, e quello rise divertito, alzando le braccia in segno di resa.
-Mi è piaciuto molto, uno dei migliori gialli che abbia mai letto! Quindi signor scrittore, mi comprerò anche gli altri... però c'è una cosa. Ruby mi ha detto che è autobiografico.
-E' vero- confermò, e ci guardammo entrambi con attenzione, come a volerci leggere dentro a vicenda. Non sapevo se parlare e porgli le fatidiche domande, o stare zitta dato che non iniziava lui stesso a spiegarmi? Magari non voleva parlarne ed io avevo voglia di ferirlo, soprattutto dopo quanto era stato tenero e di supporto con me.
-Dai Emma, so cosa vuoi chiedere...
-Ok...- decisi dato che in fin dei conti sembrava predisposto -La parte del flashback del protagonista da bambino. Il... fatto della madre, e del padre. Sì ecco, mi sembra strano che un 15enne possa descrivere dettagliatamente una scena del genere dal nulla... e quindi, immagino che...
-...che non sia dal nulla- finì lui per me -Hai immaginato bene.
-Quindi tu...
-Già...- annuì -Avevo davvero 12 anni quando è successo. Mio fratello ne aveva 16 all'epoca, quindi essendo un sabato sera, a casa c'eravamo solo io e mia madre. Poi, poco prima di mezzanotte è arrivato mio padre, ubriaco e violento come sempre, e... quando ha visto che a casa non c'era la birra – come se non avesse già bevuto abbastanza – si è messo a urlare contro mia madre... utilizzando tutte quelle parole che hai letto. Ha iniziato a colpirla, io volevo intervenire ma lei mi ha urlato di non avvicinarmi perché non prendesse di mira anche me, non sarebbe stata la prima volta, e... non ho avuto neanche la forza per chiudere gli occhi. Le ha strappato i vestiti di dosso incurante del fatto che suo figlio fosse lì, l'ha violentata... senza pietà. Ricordo che ero così sconvolto che non sono riuscito nemmeno a piangere. Anche lei era impassibile,sicuramente per proteggermi... non voleva farlo arrabbiare. Quando ha creduto che fosse distratto ha cercato di colpirlo con una bottiglia. Solo che non era così distratto, allora ha perso il senno e... l'ha accoltellata. Più e più volte, infine le ha piantato il coltello nel petto ed è corso via senza guardarsi indietro, e io non sono neanche riuscito a dirle addio. La polizia e mio fratello sono arrivati pochi minuti dopo, ma a me sono sembrate ore... ero aggrappato al suo corpo e piangevo, ho pianto finché Liam non mi ha tirato via... anche se non ero costretto, ho raccontato ciò che avevo visto, e dal giorno dopo ho smesso di parlare. Per quasi un anno non ho mai parlato.
Mi accorsi di aver trattenuto il fiato solamente nel momento in cui Killian alzò lo sguardo su di me, e lasciai andare l'aria dai polmoni, insieme alle lacrime che non riuscii a tenere a bada. Io che avevo sempre considerato la mia vita difficile e traumatica, mi sentii una sciocca in quel momento, perché niente di ciò che avevo passato era paragonabile allo scempio a cui aveva assistito quel bambino. Un'esperienza del genere poteva traumatizzare a vita, tanto che non riuscivo a spiegarmi come facessi in quel momento ad averlo davanti così tranquillo: avevo conosciuto persone che avevano subito traumi infantili, ed erano diventate o criminali, o avevano subito problemi psicologici irreparabili.
-E' orribile...- trovai la forza di sussurrare con un filo di voce, stringendo la sua mano -Non so davvero cosa dire, un “mi dispiace” non può bastare... Dio, come hai fatto a convivere con tutto ciò?
-Avevo delle persone che mi sono state accanto. Da mio fratello, a mia zia a cui siamo stati affidati... i nonni... non ero solo. Poi certo, sono andato dallo strizzacervelli fino all'età di 16 anni...
-E hai passato un anno senza parlare mai...
Annuì con un sorriso triste, e mi prese la mano che avevo posato sulla sua gamba, accarezzandola lentamente... fu piuttosto piacevole, a dire la verità: solo per quel motivo non mi gettai al suo collo ad abbracciarlo, nonostante la voglia fosse molta.
-Però ho iniziato a scrivere. Me l'ha consigliato lo psicologo... e beh, i primi mesi erano soltanto frasi buttate lì, poi però ho iniziato a fare sul serio, mi faceva star meglio. E in due anni ho scritto questo libro, che ha colpito il mio attuale editore... e me l'ha pubblicato, non avrei mai immaginato di avere tanto successo. Da lì in poi è stato più facile, un anno dopo ho smesso di andare dallo strizzacervelli e ho cercato di vivere la vita di un normale teenager... un po' nerd, un po' ribelle. Ed eccomi qui, un affascinante scrittore di successo in cerca di nuove ispirazioni!- concluse alzando il sopracciglio, e questa volta fui io a ridere. Era molto bravo a sdrammatizzare, l'avevo notato anche leggendo il suo libro.
-Ultima cosa... è vero anche quel che è successo dopo, in parte? È stato arrestato dopo dieci anni?
-Nah... quella è fantasia. Lui non è mai stato trovato... però così è più avvincente.
-Sì...
-Cazzo!- esclamò, facendomi quasi fare un salto sul divano -Il pranzo! Ero uscito per chiederti il sale e... cazzo!
Senza aggiungere alto scattò in piedi e corse in cucina, non senza prima inciampare sul tappeto e rischiare di rompersi l'osso del collo. Seppi che il nostro momento di confidenze era finito, ma per qualche motivo mi sentivo molto più leggera adesso, e sperai che per lui valesse lo stesso.

 

Alla fine il risotto coi funghi di Killian era finito per metà incollato alla padella, e la metà rimasta non era stata migliore, e ora stavamo finendo di mangiare le pizze che avevamo ordinato a domicilio: io wurstel e patatine, lui speck e mozzarella, e ce le eravamo divise.
Nel frattempo ero rimasta in accappatoio, dato che avevo deciso che fosse abbastanza comodo da poter evitare di andarmi a vestire. Avevamo mangiato, bevuto birra e chiacchierato del più e del meno, ed io mi ero resa conto di non essere stata così bene con una nuova persona da tantissimo tempo: a pensarci bene, fin da dopo Neal.
-Quindi...- ruppe il silenzio dopo aver mandato giù l'ultimo boccone -Anche grazie a me sei viva e ti sei presa 10.000 bigliettoni... questo vuol dire che mi farai continuare a farti da assistente, vero?
-Falso.- dissi, alzando lo sguardo seria.
L'avevo rivalutato completamente, era stato sorprendente durante il caso, stavo bene con lui e forse gli volevo anche bene: proprio per questo non avevo cambiato idea, non potevo portarlo con me. Non si rendeva conto di quanto avesse rischiato di essere ferito o ucciso?!
-Ma come Swan, pensavo avessi visto che formiamo una bella squadra...
-Ed è così! Ma è il mio lavoro, non il tuo. Hai la minima idea di quanto facilmente saresti potuto finire con una pallottola nel cranio?
-Anche tu, eppure continui a farlo.
-Esatto, perché è il mio lavoro. Quello per cui ho studiato duramente, e in più ho passato ore al poligono ad allenarmi a sparare. Ho fatto difesa personale, e vari altri allenamenti che non ti sto a spiegare!- gli elencai esasperata, sperando che comprendesse. Non potevamo essere amici senza dovere a tutti i costi lavorare insieme? Ovviamente mi dispiaceva non poterlo aiutare con l'ispirazione, ma potevo sopportarlo dato che in tal modo lo avrei tenuto lontano dai pericoli.
-Non sono un incapace Swan. So sparare anch'io, anche se pensi di no, e posso dimostrartelo. Poi oltre a difesa personale ho fatto karate ed ero piuttosto bravo... non sono un ragazzino che non sa quel che fa, d'accordo?
-Ti credo!- esclamai -Neanche Neal era un ragazzino che non sapeva quel che faceva, eppure è finito con una pallottola nel petto! L'essere bravo non gli ha impedito di morire, e io non ho intenzione di perdere un'altra persona! Non potrei sopportarlo, non di nuovo!
Finalmente smise di ribattere e rimase in silenzio, guardandomi con espressione indecifrabile: avevo fatto la figura della patetica, me ne rendevo conto, ma non potevo cedere. Non volevo perderlo, non lui.
-Emma, io...
-Dato che siamo in vena di storie, Killian, lasci che te ne racconti un'altra. E magari mi capirai meglio...- dissi, cercando di far tornare normale il tono di voce. Rimase ancora una volta in silenzio, e decisi di prenderlo per un tacito consenso.
-Neal era un mio compagno del corso di investigazione. Quando ci siamo conosciuti io avevo da poco compiuto 18 anni, lui ne aveva 21... ed era un ragazzo brillante. Sono bastati pochi mesi di conoscenza per decidere di avviare un nostro progetto, finiti gli studi... e così, come me ha lavorato sodo per riuscire a mettere da parte un capitale per la nostra attività. Due anni dopo, avevamo il nostro studio, la nostra attività regolarmente registrata ed essendo stati i migliori del corso, ci sono stati forniti clienti per i primi sei mesi, in modo da poterci fare un nome. Siamo partiti da casi piccoli, e pian piano ne abbiamo anche avuti di medi, per i quali abbiamo dovuto fare il porto d'armi. Abbiamo lavorato per un anno, eravamo ottimi partner e amici... e forse qualcosa di più, ma non abbiamo mai avuto il tempo di scoprirlo. Poi c'è stato questo caso, che sembrava semplice tutto sommato... una donna ci aveva chiesto di scoprire chi fosse stato a rubare il suo quadro di valore, e ci ha indirizzati verso suo fratello... e aveva ragione, ma le cose si sono complicate. Abbiamo scoperto che dietro a quel furto non c'era solo il bisogno di soldi di un uomo solo, ma un'intera attività di trafficanti d'arte! Eravamo in un parcheggio dove stavano per avvenire delle vendite, e da sciocchi abbiamo pensato di potercela cavare. Dopo aver chiamato la polizia, invece di restare buoni e nascosti siamo usciti dal nostro nascondiglio e gli abbiamo puntato le pistole addosso... credevamo di avercela fatta, perché entrambi si sono mostrati sorpresi della nostra presenza, e abbiamo disarmato l'unico che aveva la pistola. Si sentivano già le sirene in lontananza quando un terzo, da non si sa dove, ha sparato a me e poi a Neal. È stata una frazione di secondo... ancora prima di iniziare ad avvertire il dolore alla spalla ho sparato anch'io, disarmandolo: stavo gioendo, ma quando mi sono voltata ho trovato Neal a terra, in una pozza di sangue. L'aveva colpito al petto, e continuava a sanguinare... ho provato a tamponare la ferita, però è stato tutto inutile. Mi ha guardata negli occhi, e stava per dire qualcosa... poi è morto. Tra le mie braccia, con quelle parole non dette su cui mi sono ossessionata a lungo... credo mi amasse. Probabilmente la cosa era reciproca, ma l'ho perso ancor prima di capirlo.
Finito di parlare mi asciugai una lacrima solitaria che stava tentando di farsi strada oltre le ciglia, e presi un profondo respiro profondo per tornare a guardare il mio nuovo amico.
Anche i suoi occhi erano lucidi, e stringeva le labbra come facevo io quando cercavo di trattenermi, controllarmi. Walsh, Ruby, Mary Margaret ed Elsa erano le uniche persone a conoscere questa storia, ed ora avevo incluso il nuovo vicino.
-Oh Emma... ora mi sento tanto idiota.
-So che Ruby te l'ha accennato, non devi coprirla. Me l'ha detto, scusandosi duecento volte...
A questo arrossì, e si grattò imbarazzato dietro la testa; fu in qualche modo un gesto tenero, mi fece sorridere: era la prima volta che lo vedevo intimidito.
-Però...- borbottò -Mi ha solo detto che hai perso questo ragazzo. Non sapevo i dettagli, è... è così triste. Tu eri piccolina... più di adesso.
-Quindi io sarei piccola?
-Scusa, scusa. Sei giovane. Ed eri giovane. Avevi già sofferto, e ti è stata rincarata la dose... come fai a essere così forte? Così decisa? Sei una vera donna, Swan, una delle più forti che io abbia mai conosciuto.
-Ti svelo un segreto- sorrisi lusingata, prendendogli la mano -Dopo quel giorno anch'io sono andata in crisi. La polizia mi aveva offerto un contratto di collaborazione, perché dopotutto avevamo fermato un enorme traffico d'arte... e Neal ricevette una medaglia al valore, la conservo ancora in ufficio... ma ho detto di no. Non mi sentivo pronta... e beh, non sarò stata muta, ma quando la spalla è guarita ho passato tre mesi dalla mattina alla sera al poligono, a sparare. Mi fermavo solo per un'ora a pranzo. Ero ossessionata, volevo sfogarmi e mi incolpavo per non essere stata abbastanza veloce... ho finito per essere ricoverata per esaurimento. Ho passato un paio di mesi a casa, a prendere farmaci, fare una vita salutare, e prendere altri farmaci per la depressione... inoltre il medico mi aveva messo in chiaro che in quello stato non potevo continuare a svolgere il mio lavoro, dovevo cambiare vita. Mi sono iscritta al college, alla facoltà di economia... che ho mollato dopo il primo trimestre perché non faceva per me. E allora è tornato Walsh, non sapeva avessi chiuso l'attività... quando ha saputo, in un primo momento ha cercato di dissuadermi, ma ho comunque portato a termine il suo caso e... ho iniziato a rinascere. Mi ha aiutata lui, e ho passato un mese intenso a tornare in forma, poi ho riaperto i battenti, accettando di collaborare con la polizia. Temevano avrei potuto soffrire di stress post traumatico, ma non è stato così! Ero più forte e determinata di prima, e la mia vita è tornata a posto. Come vedi non sei l'unico ad aver vissuto il proprio periodo di follia...- sorrisi infine, e mi alzai dal divano tirandolo su con me.
-Andiamo a farci il caffè?
-Oh, si, ok...- fece confuso, non aspettandosi quell'uscita da parte mia, ma avevo deciso di evitargli l'imbarazzo di non sapere che dire, sapendo cosa si provava. Tuttavia lui mi bloccò, e si portò davanti a me, serio.
-Scusami. Non volevo farti ricordare tutte queste cose, mi sento davvero uno schifo adesso. Volevo farti star meglio dopo la rottura, invece mi sa che ho peggiorato le cose...- disse mortificato, e incrociò le dita della mano con le mie: le guardai, e sorprendentemente sembravano incastrarsi alla perfezione.
-Non hai peggiorato le cose- lo rassicurai ricambiando la presa -E non ti escluderò dalla mia vita, solo dal lavoro. Perché in fondo in fondo mi sei simpatico, e non ho alcuna voglia di farti ammazzare.
-In fondo in fondo?- alzò un sopracciglio fingendosi offeso, ed io non potei fare a meno di ridere. Sapeva perfino come farmi ridere, ormai.
-Già...
-Mh, dici che sei stata antipatica con me, ma intanto continui a esserlo- scherzò, per poi continuare -Comunque, se non me, prendi qualcun altro. Qualcuno qualificato. Ruby si preoccupa per te, e mi preoccuperò anch'io nel saperti sola contro dei pericolosi criminali.
-Non dovete. Questi ultimi due anni e passa ho lavorato da sola, e come vedi sono viva e vegeta! Me la cavo meglio se devo pensare solo a me stessa... lo capisci, vero?
-No...- scosse la testa, facendosi nuovamente serio -Però lo rispetto, la decisione è tua. Promettimi solo di stare attenta..
Le ultime parole le sussurrò così vicino al mio viso che potei sentire il suo respiro.
Le mani erano ancora intrecciate, così come i nostri occhi: mi persi in quell'infinito oceano che fin dalla prima volta mi aveva abbagliata. Quegli occhi erano così belli da farmi venire voglia di lasciarmi andare e tuffarmici.
Cercai di abbassare lo sguardo ma me ne pentii all'istante: anche le sue sembravano così morbide e invitanti...
Mi sarei lasciata andare, con le conseguenze che ne sarebbero derivate, e quando abbassò lo sguardo sulle mie, di labbra, seppi che stava pensando esattamente la stessa cosa. In quel momento sembravamo due calamite in lotta per rimanere separate, una battaglia che entrambi stavamo perdendo.
-Questa cosa può finire in due modi...- sussurrai, col poco autocontrollo che mi rimaneva -Ed entrambi prevedono dei pro e dei contro.
Deglutì, ma rimase in silenzio a guardarmi, in attesa.
-Nel primo caso- continuai quindi -la facciamo finita e ora ci baciamo, poi mi porti in camera da letto. Il pro è che faremo sesso, sicuramente dell'ottimo sesso, e non esagero se dico che potrebbe durare ore. In questo momento ho così tanta voglia di te che non ti darei neanche un attimo di tregua.
-Così mi rendi molto difficile vedere dei contro...- disse anche lui con voce bassa e roca, sfiorandomi il labbro inferiore con sensualità, il che mi rese ancora più difficile resistergli.
-Il contro, è che non sono pronta a buttarmi in una nuova relazione. Quindi il dopo sarà imbarazzante, e temo che da domani mattina saremo dei normali vicini.
-Oh.
Una nota di delusione. La notai subito.
Non avrei voluto che andasse così, ovviamente, ma non ero davvero pronta, e dopo una notte di sesso sarebbe stato pressoché impossibile far finta di nulla e continuare a essere amici.
-Già... Nel secondo caso, e anche questo comprende il tuo letto, andiamo a preparare questo caffè... e poi ci buttiamo davanti alla tv a fare una maratona su Netflix. Il pro è che ci divertiremo, e credo prenderò appuntamento fisso perché preferisco la tua TV alla mia. Il contro è che non faremo quell'ottimo sesso violento e passionale di cui ti parlavo... Ora, non ci resta che fare una scelta.
Ci guardammo negli occhi, e seppi che proprio come me si stava chiedendo se quell'attrazione travolgente fosse dovuta al momento che si era creato o ci fosse qualcosa di più profondo.
Ci vollero interminabili istanti perché parlasse, istanti in cui restammo vicini e le nostre anime probabilmente si fusero al posto nostro. Non avevo mai avuto tanta voglia di un uomo in tutta la mia vita, per quanto assurdo potesse sembrare: volevo strappargli di dosso ogni singolo indumento e farmi possedere e possederlo fino a prosciugare le energie su quel divano stesso. E poi sul tavolo. Sotto la doccia. Per terra. Sul letto.
Ma dopo?
-Beh... è dura.- disse infine -Entrambe le possibilità hanno degli ottimi pro e dei contro poco piacevoli, ma... insomma. Non so se è la scelta giusta, e so che potrei pentirmene domani, però... in questo momento, resisterti è umanamente impossibile.  












 

Angolo dell'autrice;
Ciao! Stavolta ho aggiornato con un giorno d'anticipo... dai che in fondo sono stata veloce lol
Alla fine, Emma non è stata costretta a fare nulla contro la sua volontà... o almeno, non per colpa di Walsh. E per fortuna Killian invece di schifarla l'ha capita e consolata... così sono finiti a raccontarsi le vicende più intime del loro passato. Un po' si somigliano, entrambi hanno avuto dei momenti piuttosto difficili ma entrambi ne sono usciti vittoriosi e più forti di prima.
Alla fine però è entrata in gioco la passione... e nel prossimo capitolo, si vedrà cosa succederà.
Nel frattempo ho sempre più paura per il midseason finale e per la 5B, ma non è una novità :P Gli spoiler mettono sempre più ansia, per non parlare degli sneak peek! Sono curiosissima per la doppia puntata, e allo stesso tempo ho molta paura... vedremo cosa ci riserveranno quei demoni degli autori.
Comunque immagino tutti ormai avrete saputo di ciò che è successo a Parigi... i 7 attentati hanno contato finora 158 morti accertate :\ e nel bel mezzo del centro di Parigi... i controlli dove sono?? In più mi chiedo che razza di persone sono, quelle che con tanta leggerezza uccidono gente innocente... mi sono venuti i brividi ad ascoltare il TG, e leggere degli ostaggi che twittavano da dentro il locale per chiedere aiuto, con la paura di essere i prossimi a morire... non ho davvero parole. Questo mondo fa sempre più schifo! Mi chiedo davvero come possa esistere feccia del genere tra la razza umana!
In più c'è stato il terremoto di magnitudo 7 in Giappone, con migliaia di morti... non è proprio serata :\
Un abbraccio, come sempre grazie a tutti e buonanotte :*
   
 
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