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Autore: _ Arya _    22/11/2015    6 recensioni
Killian Jones è un famoso scrittore di gialli in crisi, e dopo l'insuccesso dei suoi ultimi romanzi decide di trasferirsi a New York, in un appartamento dell'Upper East Side di Manatthan, per trarre nuova ispirazione.
La sua vicina di casa è Emma Swan, giovane investigatrice privata molto in gamba, e potrebbe proprio fare a caso suo.
Riuscirà a convincere la ragazza ad essere la sua nuova fonte d'ispirazione?
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[Dal Prologo]
-Oh non ti preoccupare, tesoro. E poi, questo piccolo incidente è davvero valso la pena... la visuale non è affatto male- continuò a sorridere, stavolta malizioso, accennando al mio fondoschiena.
Sentii le guance andarmi a fuoco, ed ebbi l'irrefrenabile impulso di lanciargli in testa tutto il contenuto del secchio! Come si permetteva di fare un'affermazione del genere come se niente fosse?!
-Sei un maniaco! Ritiro le scuse, la pennellata è stata pure troppo poco!
-Oh scusa, non pensavo fossi una persona timida...- fece poggiandosi contro la porta della sua nuova casa, e incrociò le braccia per continuare a guardarmi con fare provocatorio.
-Non sono timida! Tu però sei un pervertito! Sei appena arrivato e già mi stai antipatico! Complimenti, hai segnato un record!
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Premessa: sono depressa, domani niente OUAT e io voglio sapere cosa cavolo succede :( Perché sono così crudeli? Chissene degli America Music Awards o quello che è >.<
Mi consolerò recuperando capitoli di ff che mi sono persa...



Choices













EMMA POV

Avevo ormai chiuso gli occhi preparata al turbine di emozioni e sensazioni che mi avrebbe travolta di lì a poco, quando successe l'inimmaginabile: le labbra dell'uomo invece che sulle labbra mi si poggiarono sulla guancia, e contemporaneamente mi cinse con un braccio, mentre con la mano destra iniziò a solleticarmii fianchi.
Non riuscii a dire nulla perché mi fu inevitabile fare un salto e scoppiare a ridere all'istante, dimenandomi come una pazza per liberarmi.
Per la foga che impiegai mi si aprì l'accappatoio, e ringraziai il cielo di avere indossato almeno la biancheria: cosa che tuttavia non mi salvò, perché a pelle nuda il solletico divenne ancora più intenso, e risi a crepapelle senza riuscirmi a controllare.
Killian Jones mi aveva fregata alla grande e gliene davo atto, ma non per questo evitai di spingerlo via per potermi calmare prima che mi venisse in singhiozzo: solo che mi accorsi di aver usato troppa forza solo nel momento in cui lo vidi crollare a terra, direttamente sul fondoschiena.
Dopo un istante di incertezza risi ancora più forte e gli porsi una mano per aiutarlo ad alzarsi tra i lamenti e gli insulti che mi lanciò.
-Sei una stronza, Swan!
-Io?! Chi è che voleva uccidermi di solletico?!- esclamai sulla difensiva, e lo colpii in testa con uno dei cuscini che agguantai dal divano.
Dopo un paio di botte mi fermai a guardarlo, e lo trovai divertito e raggiante come me: alla fine, quella scelta, per quanto difficile, aveva reso felici entrambi.
La passione si sarebbe spenta, prima o poi, e il nostro rapporto si sarebbe raffreddato considerato che sarebbe stato impossibile rimanere amici come prima dopo una notte di sesso: così, invece, ci eravamo assicurati di passare insieme molti momenti, dai più tranquilli o seri ai più divertenti e movimentati. Fu proprio per questo che non mi vergognai affatto di essere praticamente nuda davanti a lui, e dopo aver ricambiato il bacio sulla guancia gli cinsi le spalle trascinandolo in cucina.
-Te l'ho detto che era una scelta di cui avrei potuto pentirmi. Infatti hai cercato di uccidermi!- commentò, con una linguaccia.
-Basta così poco? Che pappamolle che sei, Jones! Prepara questo caffè ora, io tiro fuori i biscotti e vado ad accendere la tv. Cosa vediamo, “Daredavil” può andar bene?
-Wow... credevo di essere io quello che si guarda i supereroi. Vada per Daredavil. Oh, e Swan...- mi fermò, prima che potessi andarmene col pacco di biscotti al cioccolato -carine le mutandine coi fiorellini! Devi fidarti proprio tanto se non ti fai problemi a mostrarmele!
Dopo essermi assicurata che non tenesse nulla in mano ripresi il cuscino e glielo lanciai contro, per poi scappare via ridendo.
Avevamo fatto una scelta migliore di quanto entrambi avremmo potuto immaginare in quel momento.


 

***

 

KILLIAN POV

Così, avevo dormito con Emma Swan: di nuovo.
Anche Ruby era venuta a cena da noi, ma dopo era uscita con delle amiche amiche di entrambe; Emma invece non aveva avuto voglia, e aveva preferito rimanere a testare i miei videogames e mangiare popcorn.
Quel pomeriggio era stata dura resistere, perché la ragazza era bellissima, sexy, e pronta a cedere proprio come me, ma alla fine avevamo fatto la scelta giusta: ci avevo riflettuto, ma qualche ora di sesso non valeva abbastanza da perdere ciò che sembravamo aver costruito in qualche modo. La sua amicizia era troppo importante per buttarla via così, e sarebbe stato assurdo pensare che potesse rimanere intatta se avessimo fatto quel passo.
Era andata via da mezz'ora, dopo aver fatto colazione, perché mi aveva spiegato di avere invitato a pranzo Regina Mills, la madre del ragazzino che lavorava i week-end al bar sotto casa, nonché la donna a cui avevamo fatto arrestare il fidanzato.
Mi aveva invitato ad unirmi ma avevo pensato che non fosse il caso, quindi mi ero autoinvitato a cena, promettendo di portare il secondo se lei avesse preparato gli spaghetti con le vongole.
Inoltre, volendo stupire le ragazze con le mie doti culinarie, avevo anche deciso di preparare anche il dolce: tiramisù con mirtilli e fragole. Quello era solo uno dei dessert che avevo imparato a preparare durante i miei anni di vita relativamente solitaria, ed essendo uno dei preferiti di mio fratello e mia zia, pensai fosse l'ideale.
Aprii quindi il frigo ed iniziai a tirare fuori gli ingredienti, che avevo incluso nella mia spesa dato che avevo avuto comunque intenzione di deliziarmi il palato prima o poi; feci per aprire il mascarpone, quando il cellulare squillò. Imprecai ma afferrai l'oggetto e risposi, senza neanche guardare il display.
-Pronto?
-Fratellino, ehi!
-Oh Liam, ciao...
-Come te la passi, novità con la biondina? Sai... a parte quella foto in giro di voi che vi mangiate la faccia! Sono un po' di giorni che non ti fai sentire!
-Scusa ero preso da... senti quel bacio non era niente, era per il caso. Eravamo sotto copertura. Sì, mi sono scordato di dirti che l'ho seguita di nuovo e stavolta è stato fantastico! Con tanto di inseguimenti e spari...
-E baci. Non sembra proprio stiate recitando, sai?
-Forse ci siamo lasciati un po' trasportare... bacia bene. Molto bene.- ammisi, ripensando allo strano momento in cui mi aveva preso per il colletto e aveva incollato le labbra alle mie. Era sicuramente stato uno dei baci migliori della mia vita, pur senza essere reale.
-Ohh bene bene... ma inseguimenti? Spari?! Poteva finire male, potevi farti ammazzare e non mi dici niente?! Non ti ho mandato a New York per rischiare l'osso del collo.
-Non mi ci hai mandato tu, ci sono venuto io. Non so se te lo ricordi ma ho 33 anni, non 13!
-33 o 13 sei sempre il mio fratellino. Comunque sei vivo e vegeto, quindi suppongo sia andata bene...
-Sì, abbiamo fatto arrestare degli spacciatori di droga! E le ho anche salvato la vita, più o meno.- gli raccontai entusiasta: una persona sana di mente sarebbe morta di paura, io invece ero stato completamente carico... soprattutto, per fortuna, nel momento in cui Price aveva cercato di sparare a Emma.
-E poi spero ti abbia ringraziato gettandosi tra le tue braccia... o vi siete fermati al bacio?
-Ma va! È fidanzata... beh, almeno lo era, l'ha mollato. Ma non per me, anche se tecnicamente stavamo per finire a letto ieri... o sul tavolino in salotto, chissà.
-Aspetta... cosa?!
-Sì sai, le cose si erano fatte un po'... calde? Ma poi ci siamo fermati, e abbiamo deciso di rimanere amici.- gli spiegai, chiedendomi ancora come avessi fatto a resistere dal saltarle addosso: in qualche modo la ragione era riuscita a vincere sull'istinto, cosa che non era assolutamente da me.
-Wow, fratellino... deve valere proprio la pena questa Emma, se non ci hai fatto niente per poter rimanere amici...
-Sì, è così.- confermai, ed era proprio vero. Di donne con cui fare sesso occasionale ce n'erano a bizzeffe se ne avessi volute, ma di donne come lei, amiche come lei, probabilmente non ne esistevano altre. Con lei mi trovavo a mio agio, mi divertivo e sentivo di potermi confidare... e da quanto era sembrato, per lei doveva valere lo stesso. Il progresso che avevamo fatto in una settimana era incredibile, soprattutto da parte sua: era passata dall'insultarmi ogni 5 minuti, per un commentino innocente, al rivelarmi dettagli molto intimi del suo passato.
-Vabbé senti, io dovrei andare... sto facendo il tiramisù, per cena sono invitato dalle ragazze.
-Oh, d'accordo! Salutale, soprattutto la mia futura cognata!
-Ma sta' zitto. Ciao, a presto.
-Esatto a presto... non sparire, mi raccomando!
Non gli risposi e terminai la chiamata, lanciando il telefono sul divano per non rischiare di farlo finire nel dolce.
Liam era identico a Ruby, che di persona non ne parlava sicuramente per non farsi uccidere da Emma, ma per sms dopo aver visto la foto mi aveva scritto di volersi prenotare come madrina dei nostri figli. Si sarebbero trovati bene quei due insieme! Avrei organizzato un incontro quando Liam fosse venuto, in caso entrambi fossero stati ancora single, cosa molto probabile almeno per lui.
Anche mio fratello aveva avuto la sua dose di sofferenza: per 12 anni era stato fidanzato, e da 8 avrebbe dovuto essere sposato, se Rachel non fosse morta di cancro. Si era scoperto solo quando si era trovata ormai in uno stadio avanzato, e non c'era stato niente da fare per lei.
Da allora, Liam aveva respinto qualsiasi nuova possibilità di amare, e aveva detto di non volerne più sentir parlare. Avevo creduto che quando si fosse sentito meglio e avesse superato il trauma avrebbe cambiato idea, ma non era stato così: Rachel era stata l'unica donna della sua vita, non aveva più guardato nessun'altra, nonostante molte ragazze anche molto serie e carine avessero mostrato interesse per lui.
Io ero l'esatto opposto di lui: ne avevo avute di donne, ma non avevo mai voluto impegnarmi. Probabilmente non faceva per me, o semplicemente non avevo ancora incontrato la persona giusta con la quale poter anche solo prendere in considerazione di costruire un futuro.
Per questo non avevo voluto andare a letto con Emma, alla fine: per una volta, non avevo voluto sprecare un bel rapporto solo per del sesso che avrebbe spento tutto il resto. E in più, dopo ciò che mi aveva raccontato non mi era sembrato il caso di farlo. Quell'uomo, per quanto avesse perso il fascino nel tempo, le aveva dato stabilità, una stabilità che aveva perso con lui: e invece di contribuire a disintegrarla, in un certo senso avevo voluto cercare di ripararla. In modo diverso, certo, ma ero convinto che per lei andasse bene ugualmente.
Per quanto Emma Swan si mostrasse forte e determinata, dietro a quelle spine e al profumo deciso di una rosa rossa, si celava un fiore fragile e delicato, che poteva essere ferito come tutti gli altri.
Non sarei stato io a strapparle un altro petalo.


 

***


 

EMMA POV

-E ora direi che possiamo tirare fuori la birra. Ne volete?- esordì Ruby rientrando in cucina, dopo che avevamo accompagnato Henry alla porta, essendo la sua pausa finita.
Il pranzo era stato piacevole, così come Regina Mills: era stato subito chiaro il perché Henry le volesse tanto bene, era molto cara con lui. Era una vera mamma, così come l'avrei voluta io se mai qualche famiglia mi avesse desiderata come figlia.
Solo, a quanto pare, non gli aveva ancora parlato di Daniel visto che non aveva neanche accennato all'argomento.
-Va bene, anche se di solito bevo solo la sera...- acconsentì la donna, io invece non dissi niente dato che la mia coinquilina sapeva bene che non avrei rinunciato a una lattina di birra.
-E quindi non hai ancora parlato con Henry, mi sembra...
-Già. Lo farò, non è piccolo e non mi inventerò scuse. Solo non è facile, devo trovare il modo e il momento giusto per farlo...- fece sconsolata, tuffandosi nuovamente sul divano.
La guardai ma non dissi niente: sapevamo entrambe che non esisteva un momento giusto per le cose difficili, e non c'era bisogno di discuterne. Era suo figlio, la decisione spettava soltanto a lei e io non mi sarei permessa di interferire.
-Comunque... sai, lui ha parlato, e il capo del distretto mi ha riferito sono stati arrestati diversi trafficanti di droga.
-Già. Non è una cattiva persona, ma i soldi lo ossessionano. Non gli ho mai fatto pesare che fossi io quella col denaro, in casa, ma a lui non è mai andata giù. Complesso di inferiorità immagino... sono stata davvero stupida ad aver aspettato tanto per lasciarlo.
-Non sei l'unica, anche Emma ha rotto ieri col suo fidanzato.- intervenne Ruby, che era tornata con le birre e delle noccioline, poi si sedette di fronte a noi.
-Oh... mi dispiace, non sapevo! Per via del giornale?
-Cos...oh!- esclamai, sorpresa del sorriso tra il dispiaciuto e il divertito di Regina. Certo che l'avevano visto proprio tutti quel giornale allora: neanche fossimo stati in prima pagina!
-Non è per quello... era diventato noioso. Da mesi. E quel bacio è alla Oze Tavern, eravamo sotto copertura per il tuo caso.- le spiegai, sperando di non essere arrossita. Un conto era parlarne con Ruby, un altro con la donna appena conosciuta. Non volevo sembrarle una sgualdrina o qualcosa del genere, una ragazzina dai facili costumi.
Riguardo al giornale, comunque, avevo fatto capire a Killian che a me non importava, se non importava neanche a lui. Avrebbe smentito le voci solamente se avessero insistito con questa storia, ma al momento non mi creava alcun problema. Non mi conoscevano, e potevo benissimo passare per una bionda occasionale che l'uomo aveva rimorchiato in un locale.
-Va bene, va bene! Non scaldarti ragazzina. Era solo per dire che beh, sai, non sembravate molto dispiaciuti di doverlo fare... considerando che tu gli piaci, poi...
-Siamo solo amici- storsi il naso, evitando di raccontare tutta la storia -E' solo che bacia bene, quindi può darsi che mi sia lasciata un attimo trasportare...- ammisi. In fondo non c'era nulla di male, era stato soltanto un bacio.
-Certo, capisco Swan... il fascino dell'artista. Anche Daniel lo è... o almeno lo era. Gli piaceva dipingere, mi aveva fatto dei ritratti spettacolari... mi rendeva decisamente più bella che nella realtà.
-Ma tu sei una bella donna, Regina.
-Sei molto gentile Swan, ma non sono sicura la pensino tutti così. Ho 30 anni ormai, e dopo Daniel...
-Ti stai già buttando via? Andiamo, sei ancora giovane! Credi davvero di non avere più chance di incontrare qualcuno?
-Non lo so. Ma per il momento non sono interessata, e credo non lo sarò per un bel po'... sono più interessata alla birra-. Così dicendo aprì la sua lattina e se ne scolò quasi metà in una volta sola.
Decisi quindi di fare lo stesso, perché in fondo la capivo e la pensavo allo stesso modo: basta uomini per almeno un bel po' di tempo. Mesi, o magari anche un paio d'anni: forse in fondo Walsh aveva ragione, forse ero ancora troppo giovane per aspirare ad una relazione seria e duratura.
-Comunque, Emma, mi piaci. Sei molto brava nel tuo lavoro, e apprezzo particolarmente le donne col fegato. Ultimamente non ho fatto che frequentare – per dovere – donne da abiti eleganti e tacchi a spillo...
-Grazie...- feci sorpresa di quel complimento improvviso -ma se quella gente non ti piace non sei costretta a frequentarla.
-Sono serate organizzate dall'azienda... in un certo senso anche bere champagne costoso fa parte del mio lavoro.
-Beh... se avrai ancora voglia di una lattina di birra da un dollaro, sai dove trovarci!- fece allegramente Ruby, e la donna rise. Se di solito ero brava a capire le persone, ultimamente non avevo fatto che ricredermi... prima con Killian, poi con lei. Mi era sembrata subito una brava persona, certo, ma meno alla mano di noi, più... di classe. Invece quella raffinatezza estrema era una maschera, una maschera di una donna che aveva semplicemente bisogno di uscire dalla sua routine e vivere come una ragazza normale. Aveva solo due anni più di Ruby dopotutto, avremmo dovuto fare il modo di aiutarla a smettere di sentirsi troppo adulta per ripartire da capo.
-Venerdì sera usciamo tutte e tre, che dite?- proposi quindi, sperando che accettasse -Io e Ruby conosciamo molti bei locali! Diversi dai tuoi ristoranti d'alta moda dove ti buttano fuori se non hai un abito da almeno cinquemila dollari.
-Molto divertente Swan. Comunque ci sto... grazie- sorrise infine, grata.
Forse quel caso era la cosa migliore che mi fosse capitata nell'ultimo anno: non era stato particolarmente complicato nonostante tutto, ma mi aveva dato non uno, ma ben due nuove belle amicizie. Il mio passato non era stato dei migliori, ma non potevo lamentarmi del presente, pur avendo perso Walsh: non era il tipo d'uomo che faceva per me, il tipo d'uomo con cui avrei potuto trascorrere felicemente tutta la vita. In fondo al mio cuore avevo sempre – o quasi – saputo che prima o poi tra noi sarebbe finita.
-Immagino non sarà male un'uscita tra ragazze single...- aggiunse dopo un po' -a meno che qualcuno abbia intenzione di non esserlo ancora a lungo...
Quando mi guardarono entrambe con espressione curiosa e divertita capii che non sarebbe finita lì: mi avrebbero tormentata a lungo con quella storia probabilmente, come tutte le normali amiche.


 

***


 

KILLIAN POV

Non sapevo per quale motivo lo stessi facendo, e probabilmente sarei stato cacciato via malamente... ma mi ritrovai a bussare alla porta dell'ufficio di Emma. Sembrava che non riuscissi a starle lontano, ma come avevo detto a Liam, lei era una persona speciale. Ovviamente avevo legato anche con Ruby, ma con l'altra avevo passato momenti molto forti, soprattutto a livello psicologico: era ovvio che ormai mi ci sentissi legato.
-Avanti!- la sentii esclamare, e dopo un attimo di esitazione afferrai la maniglia ed entrai: sembrò sorpresa di vedermi, e incrociò le braccia al petto senza proferire parola.
Il fatto che non si mise a urlarmi contro mi sembrò positivo, quindi mi sedetti davanti alla sua scrivania, e su questa posai la cesta che avevo portato con me.
-Ma ciao, Mr. NonAscoltoQuandoMiParlano. Che ci fai qui?
-Passavo da queste parti...- scossi le spalle con indifferenza, pur sapendo che non mi avrebbe creduto.
-Che c'è qua dentro? Se mi hai portato il pranzo potrei anche perdonarti...
-Allora mi sa che non mi perdonerai. Apri...
Mi scoccò un'occhiata sospettosa, poi lentamente sollevò il coperchio, e proprio come avevo immaginato rimase a bocca aperta: per tre volte spostò lo sguardo da me al contenuto della cesta, poi tornò a concentrarsi su quello, allibita.
-E'... è un gattino! Un gattino vero! Cosa ci fai con un gatto, Jones?- domandò mentre già lo tirava fuori per prenderlo in braccio.
Il piccolo batuffolo bianco con una macchiolina nera sulla schiena, come la punta della coda e quelle delle orecchie, sembrò apprezzare le coccole della ragazza, e si sistemò con il musetto sulla sua spalla per farsi grattare la schiena.
Lei sorrise, e non appena iniziò ad accontentarlo, quello iniziò a fare le fusa molto rumorosamente: probabilmente era un maschietto, ci avrei quasi scommesso l'altra mano.
-E' così carino... ma sul serio, perché ce l'hai tu?
-Stavo passeggiando a Central Park, e ho trovato questa cesta abbandonata sotto un albero... e beh, ovviamente non ho saputo resistere. Sai, siccome abito da solo... un po' di compagnia non mi farebbe male, non credi?
-Certo...- sussurrò, continuando a grattarlo, e soffermandosi con le dita sull'unica macchietta nera, quasi a forma di cuore. Avevo già conosciuto la versione dolce di Emma Swan, ma con l'animaletto lo era in qualche modo ancora di più: i vantaggi di essere piccoli, belli e morbidi!
-Quindi lo tieni, vero?
-Ovvio! Abbiamo fatto amicizia, e sembra anche voi due...
-Adoro gli animali, ma il mio lavoro è un po' imprevedibile quindi non ho mai potuto prendermi questa responsabilità... verrò a trovarti molto spesso adesso! Vero piccolino che vuoi che la mamma ti faccia tante coccoline?
A quella scena non potei che scoppiare a ridere: un conto era che fosse tenera, un altro era vederla così sdolcinata! La scena era davvero buffa, e se non ce l'avessi avuta davanti agli occhi non avrei mai creduto che potesse comportarsi in quel modo!
-Dobbiamo andargli a comprare da mangiare. E poi la lettiera, una ciotola, il trasportino, poi magari uno di quei tiragraffi carini con cuccette a più piani...- disse senza neanche respirare tra una frase e l'altra. Era davvero stata una fortuna decidere di prendere quel gattino, mi aveva tolto la lavata di testa che altrimenti mi sarei beccato per aver fatto lo stalker. Poi, d'un tratto, realizzai ciò che aveva detto: aveva parlato al plurale.
-Dobbiamo? Io e te?
-No, io e il barbone della metro qua sotto. Certo che io e te, scemo! Dammi 5 minuti e andiamo. Il tipo mi ha chiamata poco fa per spostare l'appuntamento a domani mattina...
Annuii, e presi il gattino per posarlo di nuovo nel cestino in modo che lei potesse prepararsi: lo avrei coccolato io, ma avevo l'impressione che se l'avessi fatto non saremmo mai usciti da quell'ufficio, perché caldo e morbido com'era avrei potuto addormentarmi facilmente.
Lo accarezzai ancora una volta, poi mentre la ragazza si chiudeva in bagno mi alzai per dare un'occhiata alla sala, perché la prima volta non avevo avuto il tempo per farlo.
Tutta la parete sul lato opposto alla scrivania era occupata da una grande libreria, e tutta piena. Scorrendo velocemente tra i titoli trovai di tutto e di più: aveva sia libri di diritto, investigazione, investigazione privata e quant'altro per il lavoro, che vari romanzi. Prediligevano i gialli, ma ce n'erano anche vari di avventura, fantascienza... e tutta la collezione dei libri di Nicholas Sparks! Quindi, in fondo in fondo, era una tipa sentimentale e romantica anche lei!
-Ti piace curiosare, eh?
Sussultai, e mi voltai subito verso di, facendo cadere un paio di volumi che avevo tirato leggermente fuori per leggere i titoli.
-Scusa- borbottai imbarazzato, chinandomi a raccogliergli e metterli a posto: dovevo sembrarle un vero disastro! Oltre che una cattiva spia, essendomi fatto beccare subito.
-Dai, non importa... almeno so cosa regalarti per il tuo compleanno- sorrise, poggiandomi una mano sulla spalla mentre mi tiravo su -Ora chiudi gli occhi, ho qualcosa per te.
-Un bacio?
In risposta mi diede un pugno sul petto, e con lo sguardo mi intimò di fare come aveva detto: decisi di obbedire, e chiusi gli occhi in attesa di questa fantomatica sorpresa.
Eliminato il fattore vista, si rafforzarono subito tutti gli altri sensi, a partire dall'olfatto; percepii immediatamente il leggero profumo alla violetta e l'ancora più leggero shampoo alla lavanda che emanavano i suoi capelli. Non ricordavo una sola volta, a dirla tutta, in cui non avesse avuto un odore buono e invitante.
Poi mi concentrai inevitabilmente sul tatto, dato che aveva posato una mano sul mio petto, e con l'altra sembrava stare appuntando qualcosa sulla mia maglietta. Sussultai quando mi punse leggermente con qualcosa che doveva essere un ago o roba simile. Forse voleva uccidermi.
-Scusami...- borbottò, e poco dopo, a lavoro probabilmente compiuto, mi diede un pacca sul petto per farmi capire che potevo riaprire gli occhi.
Lo feci e mi lasciai trascinare per mano davanti allo specchio del bagno – piccolo ma pulito e profumato – e lì rimasi senza parole.
Lessi più volte ciò che era scritto sul cartellino appuntato alla maglia, ma l'incredulità non accennava a diminuire.
Sul lato sinistro c'era il mio nome ed una mia fototessera, proveniente da una foto presa su internet; sul lato opposto invece, in grassetto era scritto “Consulente SC Private Investigation”, sotto c'era l'indirizzo del suo ufficio col numero di telefono, ed infine, nell'angolo, il logo della sua agenzia e la sua firma.
-Non farmene pentire Jones, intesi?
Non riuscii a risponderle subito, e sfiorai l'oggetto che aveva anche plastificato a dovere: era perfetto, fatto troppo bene perché avesse potuto preparato segretamente in bagno in quei cinque minuti.
-Non ci posso credere...
-Davo per scontato che ti saresti presentato, uno di questi giorni- mi spiegò, e la seguii di nuovo in studio dove recuperò le sue cose ed io pensai alla cesta col gattino.
-E in fondo un po' ci speravo, lo ammetto. Soprattutto nell'ultimo caso mi sono resa conto che lavorare sotto copertura con un partner ha i suoi vantaggi. In più ti sei dimostrato sveglio e capace di difenderti, e hai bisogno di idee per quel libro... quindi voglio darti questa possibilità. E sì, anche perché mi fa piacere.
-Io non so come ringraziarti, Emma...- sussurrai ancora attonito, prendendole le mani.
-Mi basta che tu non ti faccia ammazzare.
-Hai paura di non trovare un sostituto altrettanto affascinante?
-Ho paura di non trovare un amico altrettanto speciale. Sono seria, mi prometti che starai attento e farai ciò che ti dirò?
-Te lo prometto.- sorrisi, e abbracciai quella ragazza che in pochissimo tempo aveva occupato un posto speciale nel mio cuore. Ora che per la prima volta avevo un'amica vera, ero felice che anche lei considerasse speciale me. A quanto pare, trasferirmi a New York era stata la scelta migliore che avessi potuto fare.
-Adesso andiamo, abbiamo tante spese da fare per il nostro nuovo amico!- esclamò allegra una volta sciolto l'abbraccio e mi tolse il tesserino riponendomelo in tasca senza farsi problemi.
-Che fai, mi palpi?
-Zitto, non parlare di queste cose davanti a Hook, è ancora piccolino!
-Hook? Ti riferisci al gatto? E lo vuoi chiamare Hook?
-Esatto! È tuo, quindi penso che Hook sia perfetto... ti prego!- mi spiegò per poi scoppiare a ridere a crepapelle, e io la seguii a ruota dovendo ammettere che il nome fosse molto carino. E poi mi piaceva il suo continuo scherzare sul fatto che avessi una mano sola, senza farsi riguardi per il timore di offendermi, quindi decisi che in fin dei conti l'avrei chiamato Hook.
Hook. Come il soprannome del nuovo protagonista del romanzo che ora ero certo sarei riuscito a portare a termine: e che le piacesse o no, la detective più giovane e bella di New York sarebbe stata la mia musa.

 

The Lost Swan Trilogy – Two unusual Manhattan's Partners in Crime” fu il nome che diedi quella sera al nuovo documento di Word: sarebbe stato il titolo del primo volume della mia nuova trilogia, che grazie ad Emma Swan sarebbe stato un successo.



















 

Angolo dell'autrice;
Non odiatemi. Lo so che avreste preferito la prima scelta, e alla fine non sarebbe dispiaciuto neanche a loro... però credo non fosse il momento adatto u.u Lei è appena uscita da una storia importante, quindi non se la sente di provarci subito con un altro... anche se è un sexy e affascinante scrittore xD Quindi sarebbe stata una cosa di una notte, e poi il tutto si sarebbe fatto imbarazzante e non avrebbero potuto continuare a giocare ai videogames e dormire insieme u.u
E poi il pranzo con Regina, che sembra si unirà alla gang :)
Killian ha continuato a fare lo stalker... presentandosi da Emma con un bel gattino, che è un po' il loro primo figlio (LOL) e hanno chiamato Hook xD
E alla fine, Emma ha deciso di volerlo come partner sul lavoro... e lui è riuscito ad iniziare a scrivere.
Nel prossimo capitolo potrebbe esserci un piccolo salto temporale... sto decidendo gli ultimi dettagli.
Ora torno a deprimermi perché domani non uscirà OUAT e questa cosa non mi da' pace. Per ingannare l'attesa finirò di vedere la nuova serie di Netflix, Jessica Jones, che è stupenda! *-* Beh, speriamo arrivi qualche sneak peek, qualche foto promozionale...QUALCOSA.
Buonanotte, e grazie come sempre! :)
   
 
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