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Autore: Sky and July    26/02/2009    1 recensioni
Due anime abbandonate, due anime tenute assieme da uno strano fato, due anime diverse eppure troppo simili, il cui collante è la solitudine. L'uno si aggrappa all'altro come sua unica salvezza, e l'altro, confuso, non sa cosa cerca dalla nuova vita che entrambi dovranno ora incominciare. Long-fic AU KimiJuu, pubblicata da SkyEventide e Cira. Buona lettura!
Genere: Malinconico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Juugo, Kimimaro Kaguya
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Le chiavi di un mondo - parte I


Kimimaro Kaguya


Ringraziò che Juugo avesse un occhio migliore del suo, o forse semplicemente un po' di pazienza per cercare un ascensore. Salì all'interno della cabina rincuorato dal non dover risalire faticosamente i due piani di gradini, fino alla loro camera.
Finché le porte di metallo non si aprirono su una saletta con divani rossi, libri e arredamento degno della sala comune di un'università, sentì la stessa sensazione vaga e ovattata che aveva percepito nel taxi, prima di scendere nel cortile. Era così strano stare vicino a lui, ora che avevano in mano le chiavi di un futuro e di una vita diversi da come, prima del loro incontro, probabilmente si prospettavano.
Confidava tanto nel pezzo di metallo che teneva in mano.
Uscì dall'ascensore portando fuori tutti i bagagli, mettendo fine a quella pausa in cui aveva posato tutto sul pavimento lucido e aveva rilassato la schiena contro la parete a specchio della cabina. Tirò la valigia con le rotelle e gli altri bagagli per il corridoio che si allungava alla loro destra, leggendo con gli occhi arrossati le targhette coi numeri sopra le porte.
C'erano porte pulitissime, porte con degli adesivi attaccati in giro, porte con scritte indelebili, inchiostro nero sul legno. Tracce di vita che, per un attimo, incrinarono la sua espressione atona con tracce di gelosia per quello che quei ragazzi avevano ancora o avevano avuto e che a lui non era stata data la possibilità di provare.
Si fermò all'improvviso davanti ad una delle porte, una di quelle pulite, senza segni di passaggio.
151
Quella era la loro porta.
Prima di sollevare la mano, lasciando cadere il borsone per terra e abbandonando la valigia, per infilare la chiave nella toppa, si voltò per un attimo verso Juugo, guardandolo in volto con un'espressione più profonda delle precedenti.
Poi girò con uno scatto ed aprì su una normalissima stanza con un mobilio semplice, legno scuro e pareti bianche con un zoccolo di legno in basso.
Era molto più modesta rispetto a quello che aveva lui a casa. Ma gli bastava. Tutto era meglio di casa sua.


Juugo Tendou



Quando vide la stanza ancora spoglia dai loro oggetti e ricordi sorrise.
Sorrise veramente, certo non a trentadue denti, ma pur sempre pieno di emozione.
Seguì con un dito la linea semplice dei mobili lignei privi di polvere, adocchiò una finestra posta proprio prima di una porta che doveva far accedere al bagno, lì posò la gabbietta di Jiro tanto per fargli godere un po' di panorama.
Era una stanza luminosa, grande abbastanza per entrambi, ma soprattutto era loro.

«Casa nostra, eh?»

Aspettò la risposta dell'amico ancora indaffarato con i bagagli, pensò di dargli una mano, ma lo scatto della porta gli fece capire che aveva finito.
Cercò i letti e li trovo tutti e due nell'angolo attaccati.
Dovevano dormire insieme? pensò un poco imbarazzato.
«Kimimaro» tossicchiò piano, portandosi una mano davanti alla bocca, per ricevere la sua attenzione «I letti... è un problema per te?»


Kimimaro Kaguya



Trascinò dentro la stanza tutti i bagagli, lasciandoli nel corridoietto prima che si arrivasse nella camera vera e propria, sotto dei gancini per attaccare i cappotti.
La stanza dava sul cortile interno, si vedeva l'entrata della scuola e tutto lo spazio aperto che avevano traversato col cuore in gola perchè ormai erano arivati a quel punto tanto agognato per mesi, per cui la sua famiglia aveva firmato fogli e fogli, e lui ugualmente aveva letto e approvato fatture, discusso con dottori, parenti, psicologi.
Adesso erano arrivati, e gli sembrava quasi surreale stare lì dentro.
Le sopracciglia si aggrottarono appena, nello sforzo di delineare uno stato d'animo, nel capire se davvero quella era la meta per cui avevano lottato e cercato durante sedici anni di vita.
Ma quand Juugo parlò, Kimimaro si voltò verso di lui con una velocità superiore rispetto a tutta la mattinata, scosso e svegliato dalle sue parole, appena stupito dal sorriso che per un attimo aveva visto sul suo viso.
Socchiuse la bocca per rispondere a quella domanda che domanda non era, ma poi dalle sue labbra non uscì nessun suono. Sembrava così contento e così sicuro, Juugo. Si sentiva più spaesato del suo compagno, forse perchè quello che lui cercava in quel "casa nostra" era più complicato di quanto credeva.
Desiderava uno scopo per vivere, e ora l'aveva nella sua capacità di placare gli sdoppiamenti di personalità dell'altro, cercava un senso di utilità in se stesso, e aveva anche quello. Cos'altro cercava, ancora?
Lasciò catturare la propria attenzione dal richiamo di Juugo e spostò gli occhi verdi sui letti. Rimase appena sorpreso dal vederli uniti, poi, lanciando un'occhiata veloce verso l'altro ragazzo, si avvicinò ai materassi e sollevò il piumino.
Nel mezzo c'era un'incavatura.
«Sono due letti accostati» spiegò, per poi sollevarsi e torcere la braccia piegate all'indietro per aiutare le articolazioni a mandar via l'indolenzimento, dopo aver portato i suoi anche troppo pesanti bagagli.
«Se per te non lo è, va bene così» gli rispose poi, pensando che, dopotutto, sarebbe stata la medesima cosa che dormire da soli; lui, d'altro canto, non aveva mai manifestato la malizia propria di qualcuno della sua età, forse complice la consapevolezza della sua malattia, forse quella dell'essere ignorato da tante, troppe persone.
Magari così Juugo si sarebbe sentito più... al sicuro. Più vicino alla sua unica garanzia di non cedere alla parte selvaggia e letale della sua mente.
Si accostò di nuovo alle proprie valigie, attraversando la camera, così somigliante a quella di un albergo, preparandosi al lungo lavoro di disfarle e sistemare ogni cosa al posto che avrebbe occupato per l'anno a venire.


Juugo Tendou



Juugo imitò il compagno afferrando un paio di cassetti dal mobile di fianco alla scrivania. Non ritenne necessario altro spazio visto i due piccoli zaini che aveva con se ed i pochi vestiti; in casi estremi si sarebbe fatto accompagnare da Kimimaro in qualche negozio. Ripose anche gli amati libri di biologia nella libreria, scegliendo il ripiano più alto e più ottimale per la sua altezza.
In pochi minuti aveva sistemato diciotto anni di vita, un poco infelice come cosa - constatò.
Diede uno sguardo al ragazzo che era ancora immerso nei lavori, sembrava che danzasse tra la borsa e i vari mobili.
Sorrise, era strano come la sua vicinanza lo portasse a sorridere così spesso, come lo migliorasse.
Puntò il bagno indeciso se darsi una rinfrescata per inaugurarlo o no... a conti fatti non aveva di meglio da fare e il sole che l'aveva riscaldato fino a pochi minuti prima era tremendamente caldo.
«Inauguro la doccia»
Aveva sempre amato le docce gelide, ristoratrici, preferendole a quelle cascate d'acqua bollente che gli cuocevano lentamente il cervello.
Anche in ospedale l'acqua calda era un lusso per pochi, soprattutto per uno che doveva essere controllato a vista e allontanato in fretta per non creare stati d'emergenza.
Sbuffò, incontrando le piastrelle fredde con la fronte, per quanto ringraziasse ogni giorno Kimimaro per averlo salvato da quel letamaio si chiedeva se il compagno avrebbe vissuto meglio senza di lui, se sarebbe stato più libero.
Di sicuro non avrebbe avuto un peso come lui a cui pensare.
Chiuse gli occhi per un attimo prima di serrare la manopola dell'acqua.
Scivolò via dall'abitacolo, afferrando l'accappatoio grigio che aveva agganciato prima vicino alla porta.
Lo indossò e asciugandosi i capelli arancioni ribelli con un asciugamano tornò nella stanza lasciandosi alle spalle una scia di vapore acqueo.









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Siamo a secco di commenti ç_ç Male. Spero che l'immagine di Juugo nudo sotto la doccia v'ispiri qualche considerazione sulla storia OççO
Ammettetelo che è un gran bel ragazzo, su é_é
Comunque, come ha detto anche Sky nello scorso capitolo, muovere questi personaggi è faticoso e io ho sempre timore di andare OOC, o di farlo troppo pazzo, o troppo normale oppure persino troppo riluttante e sottomesso XD
Le solite paranoie di una fanwriter insomma.
Se sarete pazienti vedrete che già nel prossimo capitolo qualcosa inizia a muoversi, ma non posso fare spoiler se no so già che Sky mi trucida ò_ò
Fateci sapere!
Un bacio, July.
  
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