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Autore: Stand by Me    16/11/2015    4 recensioni
L'uscita dell'episodio 224 è alle porte. Dopo cinque stagioni di giochi di carte, Horakti ha finalmente deciso di mettere fine alle sofferenze del cast di Yu Gi Oh: la serie è finalmente conclusa.
Adesso bisogna solo trovare un modo per festeggiare degnamente un tale evento e Malik ha avuto un'idea particolarmente geniale...
GI Project Series
Riferimenti a YGO Abridged
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Marik/Malik Ishtar, Tea Gardner/Anzu Mazaki, Un po' tutti, Yami no Bakura
Note: Nonsense, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Seasons of love: Stagioni D'Amore 

Aὐλός [-οῦ, ὁ]: Flauto

Aὔριον: Domani


Non so cosa sia andato storto, ma mentre io mi spremevo le meningi sulla parola “domani” e Malik ridacchiava sui significati *apparentemente ambigui* della parola “flauto” (ossia i prompt che erano usciti per questa shot), qualcuno ha cominciato a canticchiare “Five hundred twenty five thousand six hundred minutes”.

Sì, stonando tutto il tempo. Sì, probabilmente sbagliando il numero dei minutes. Ah, ma poi abbiamo controllato i lyrics! Comunque alla fine le altre due parole sono state cestinate e abbiamo optato direttamente per Seasons of Love.

Per chi non conoscesse questa emblematica canzone, il mio caloroso invito è di andarvela immediatamente a sentire. Adesso. Ora. Now! Because ore sama says so.

Non escludo la possibilità di un sequel: a Zork piacendo questo musical potrebbe perfino diventare una realtà.

Bakura


«Un du tre qua “Seasons ooof” no, no no!» la voce stridula di Malik squarciò l’imbarazzante coro di voci proprio sul nascere. Nessuno— per fortuna— era riuscito a pronunciare una parola della canzone, né tantomeno a ballare. Per la ventiquattresima volta consecutiva. Come responsabile delle prove, Malik faceva acqua da tutte le parti.

«Yugi, quante volte te lo devo dire, tu sei basso! Devi stare davanti!».

«Ma Kaiba-kun vuole essere nella mia stessa fila!» si difese il poverino: Seto non lo aveva lasciato in pace un secondo da quando erano cominciate le prove.

«Yugi, duelliamo!».

Ecco, appunto…

«Silenzio!» tuonò Malik agitando per aria la barra del millennio «Anzu! Dov’è Anzu Mazaki? Bakura! Bakura, portami Mazaki immediatamente!». Esausto da cotanto urlare e dirigere, si lasciò cadere su una delle poltroncine rosse della platea, portandosi una mano alla tempia.

«Ah, tutta questa tensione mi distrugge il collagene».

Bakura si affrettò a raggiungerlo con un bicchiere di acqua in mano che Malik osservò a occhi socchiusi, sorridendo, grato nella premura del suo fluffy, sempre pronto a occuparsi di un povero Malik disidratato. Non appena lo raggiunse però, districandosi nel labirinto di poltrone e attrezzi di scena, Bakura si portò il bicchiere alle labbra e ingoiò il suo contenuto in un sorso solo sotto lo sguardo scioccato di Malik.

«Che c’è?» domandò l’albino. L’altro inghiottì la sua ira per il momento e sbraitò teatralmente— è il caso di dirlo.

«Sono circondato da incompetenti!».

«Benvenuto nel club!» fece l’altro rassegnato. Finalmente Malik stava avendo un assaggio di cosa voleva dire avere a che fare con l’intera combriccola di idioti per cinque stagioni di fila. Ah, se solo avesse avuto una macchina fotografica per immortalare questo momento…

«Non so perché ho accettato di dirigere questo musical, dev’essere stato il mio immenso spirito di abnegazione e sacrificio ad avermi posto nel giusto stato mentale perché voi poteste convincermi a-».

«Quando hanno annunciato l’uscita dell’episodio 224 hai cominciato a saltellare come un lunatico dicendo che bisognava commemorare la fine di questa stupida serie con un musical e che solo tu avresti potuto dirigere un simile capolavoro, dopodiché hai supplicato in ginocchio i produttori e hai rotto le scatole a Takahashi per un mese intero perché approvassero il progetto, e alla fine Kaiba ha firmato la delibera solo quando hai accettato di lavorare gratis» riepilogò freddamente Bakura.

«Kaiba ha finanziato il musical?».

«Jonouchi, credo che Kaiba abbia finanziato l’intero show. Ricordi il latte KC sul dirigibile e la parentesi del Kaibacottero?» rispose sottovoce Yugi, cercando di non farsi notare troppo da un Kaiba che, nelle vicinanze, si rimescolava il deck in attesa del momento propizio per una rivincita. La 51 milioni 768 mila 432 esima volta sarebbe stata quella buona, lo sentiva.

Mazaki intanto si palesò finalmente in scena, uscendo dal bagno delle ragazze.

«Anzu!» gridò Malik balzando in piedi non appena la scorse. Bakura dovette scansarsi per non essere investito. «Anzu, solo la tua esperienza— e il mio genio— possono salvare questo disastro di produzione dallo sfacelo! Guardali, gli incompetenti dei tuoi amici» fece indicando verso Yugi, Kaiba, Jono, Honda, Otogi e Ryou insieme a innumerevoli altre comparse prese un po’ qua e un po’ là da filler e episodi dimenticati, tutti rigorosamente vestiti di paillettes luccicanti. «Neanche una canzone sono riusciti ad imparare. Una!».

«Ma non dovevamo fare una parata?» balbettò Anzu. Bakura l’aveva convocata lì a teatro perché aveva detto che bisognava fare le prove generali della parata di fine serie. Nessuno le aveva mai detto che avrebbero dovuto fare altro. E a giudicare dai costumi anni ’90 e dalla quantità di glitter sparsa sul parquet del palco…

«È un musical, Anzu!» squittì Malik.

Ecco, appunto.

«Anzi, IL musical. L’idea del millennio, il mio genialissimo progetto degno di Broadway». A quel punto Bakura decise che era arrivato il momento di salvare Anzu e lasciar cuocere Malik nel suo brodo di fanfaronate. Si avvicinò dunque alla ragazza, la afferrò per un braccio e la trascinò via per spiegarle l’accaduto.

«In realtà l’idea di dire a tutti che era una parata era il suo piano per preservare il segreto della sua idea geniale» esordì. Nonché un’ottima copertura per la parola “musical” che, è risaputo, è in grado di far fuggire a gambe levate le anime di poveri mortali e immortali a una velocità direttamente proporzionale all’investimento che è loro richiesto nel musical stesso. «Si è messo in testa di mettere in scena Rent, e ci sono volute settimane di raffinate tecniche persuasive» alias una sapiente alternanza di botte in testa e scopate «per convincerlo a fare solo la scena finale, quella lì, quella con Seasons of Love. I tuoi amichetti ovviamente sono completamente incapaci di danzare o cantare qualcosa di meno patetico del Caffè della Peppina e passano il tempo a giocare a carte da verginelli liceali che sono, e allora Malik sta dando fuori di testa». Bakura si girò verso il Malik in questione: stava ancora blaterando fanfaronate su Broadway e Rent e agitava quella benedetta barra come un forsennato. «Beh, più del solito forse…» concluse.

«Quindi» mormorò Anzu, sul punto di scappare ora che aveva intuito lo scopo della sua presenza «Vuole il mio aiuto perché-».

«Perché sei una ballerina, ovvio!» Malik spuntò dal nulla come un rametto di prezzemolo glitterato, facendo venire ad Anzu un principio di infarto. Bakura roteò gli occhi. La ragazza fece per allontanarsi ma Malik la afferrò per il colletto «Sono dei casi disperati!» piagnucolò indicando i ragazzi «Non mi credi? Ti faccio vedere quanto fanno pena».

Anzu in realtà non faceva fatica a credergli, ma la presa di Malik era peggio di quella di un boa constrictor.

«Jonouchi!» strillò il ragazzo «Canta la prima strofa!».

Jonouchi roteò gli occhi e poggiò il mazzo che aveva in mano facendo segno agli amici che avrebbe continuato a dare le carte fra un secondo. Si tirò in piedi e si lisciò la maglietta di paillettes verdi che Malik gli aveva dato come costume di scena. Si sistemò i capelli, lanciò quattro o cinque occhiate torve a Kaiba, si-

«Allora?» lo incalzò Malik.

«Ehi, un attimo» protestò. Si schiarì la voce con un paio di colpi di tosse e finalmente cominciò a cantare.

«Nine thousand forty-five seconds six minutes miiiiiles

«Eight millions five thousands people killing some beeeer

«Four thou1-».

«Basta, basta!» lo fermò Malik prima che potesse terminare la strofa «È un insulto all’arte del musical! Neanche una sequenza di numeri è in grado di imparare!»

«Beh, Jono non è mai stato il primo della classe in matematica» commentò Anzu sperando di potersela svignare ora che la performance era finita. Insomma, Malik non avrebbe mica preteso che si mettesse a cantare anche lei: aveva una reputazione da difendere. Fortunatamente l’egiziano sembrava più interessato a disperarsi che a farle indossare una di quelle t-shirt paillettate che avevano addosso i suoi amici.

«È una catastrofe vi dico» piagnucolò Malik accasciandosi al suolo. Anzu approfittò del fatto che aveva lasciato la presa sul suo colletto per correre via più veloce di una gazzella, meditando sulle doti melodrammatiche di Malik, che forse avrebbe dovuto mettere in scena L’Edipo Re invece di Rent.

«Stasera c’è la prima!» continuò lui.

«Non ché ultima e unica» commentò Bakura lucidandosi le unghie.

«E loro ancora non sanno la canzone…» constatò amaramente Malik.

«Già. A quanto pare le loro zucche sono veramente più vuote del dirigibile dei duelli. E la tua non fa eccezione: come potevi pensare di organizzare tutto in una mattina?».

«Ma le mie doti superiori di regista-».

«Balle! L’unica cosa che riusciresti a dirigere è un teatrino di burattini. Sono degli idioti! Non impareranno mai niente! E tu sei un idiota peggio di loro! A questo punto perché non tiri fuori un boa di struzzo e ti metti a ballare il can-can?».

Malik si pietrificò.

Can-can…

Si girò verso il palco, dove i cretinetti stavano ancora giocando a carte: Kaiba, appiccicato a Yugi, stava mettendo un po’ troppa energia in quella che era una semplice partita di rubamazzetto, Jonouchi tentava di spiegare le regole del gioco a Otogi, troppo preso da tutto quel pailletame per concentrarsi, e Anzu— cavolo, ma era vicino a Malik un secondo fa! — se ne stava rintanata dietro la schiena di Ryou lanciando occhiate terrorizzate verso la platea.

Malik si girò di nuovo verso Bakura. Che blaterava ancora. Quanto amava insultare la gente.

Però aveva ragione, quella manica di hippie decerebrati non sarebbe mai riuscita a combinare nulla di buono: un simile progetto geniale necessitava di altrettanto geniali interpreti. Una coppia di affiatati antieroi, un malefico duo dalle intelligenze superiori in grado di mettere in scena il capolavoro dei capolavori.

Can-can…

E poi lui adorava i boa di struzzo.

Malik fissò Bakura.

Bakura si accorse di essere fissato.

Malik cominciò a sorridere. Bakura smise di parlare.

Nel preciso momento in cui Malik fece per tirarsi in piedi, Bakura cominciò a indietreggiare lentamente, ma era troppo tardi. Stupido, stupido, stupido!

«Bakura!» fece Malik buttandoglisi praticamente addosso.

Il terrore avvolse gelido le sue membra. Perché, oh Zork, perché?

«Ho avuto una geniale intuizione!»

No! Tutto ma non quello!

«Il musical lo faremo io e te!» esclamò mentre Bakura collassava finalmente al suolo.
 


Note:

1- L’inizio della canzone è: 

“Five hundred twenty five thousand six hundred minutes; Five hundred twenty five thousand moments so dear; Five hundred twenty five thousand six hundred minutes; How do you measure, measure a year?”.


Note introduttive della ( e unica) vera star di questo musical:
 
Greetings mortals! 

Il flauto cela significati ambigui! Connotazioni che chiaramente non puoi cogliere. E se proprio vogliamo mettere i puntini sulle i, su tutte le i, ma su tutte tutte, shut up Baruka, I’m Lady Gaga! E la mia soave voce non ha stonato, per nulla! Così come io sono arrivata alla quinta elementare e so leggere i numeri fino al milione. E non date retta a Fluffy gente: andate a vedere Rent perché io ve lo dico! E le parole del presidente del consiglio del male sono infinitamente più autorevole di quelle di Fluffy. 
E Bakura, cherie: eventuali sequel verranno fatti solo se la mia magnifica e impeccabile presenza lo consentiranno. O almeno fino a quando Jonouchi non imparerà a contare. O verrà dotato di abaco.
Forse farei meglio ad rivolgermi ad una scimmia cappuccino.

Comunque nel caso foste interessati ad altri fandom, uno in particolare in cui dei baldi e gai giovani giocano a pallacanestro, oppure vi siate così affezionati alle mirabolanti gesta della magnifica me – sì, lo so, sono adorabile, lo so, lo so – da volere leggere i miei fantastici elaborati, passate pure da me qui
E comunque cara Fluffy: non ti sei riscattata! Metteremo insieme un grandioso musical tra Season of Love e Leather Pants!

Comunque cari lettori vi consiglio di usare il grande ed enorme spazio bianco qui sotto per lasciare delle recensioni alla mia adorabile Fluffy, che minaccia sempre con lame e coltelli, ma è tanto tanto tenera *pizzica la guancia*. Indi per cui recensite. Primo, perché la magnifica medesima e luminosa me compare in questa storia. E non vi sembra già un fondamentale motivo per farlo? Secondo, perché Bakura se lo merita: è tanto brava su! Lasciate dei commenti! Terzo… non c’è veramente un terzo, solo che mi piacciono i numeri simbolici e un elenco puntato con soli due elementi è un po’ debole. Se recensite vi aggiungo in omaggio la tessera onoraria di “affiliati al concilio del male” e rilancio con una delle nostre comodissime cappe foderate con un fantastico tessuto animaliè. Maculato ovviamente. 

Come fare a resistere?! Accorrete numerosi! 
Malik Ishtar
   
 
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