" Allora, dove andiamo stavolta? " chiese Olimpia curiosa." Mm qualcuno mi ha suggerito di andare in un posto caldo, un posto dove di giorno il sole scalda la sabbia e di notte la luna la raffredda... Andiamo in Egitto" rispose Zoe osservando l'orizzonte. La poetessa, dapprima dietro la Guerriera, le si affiancò appoggiandosi al parapetto della nave e guardando anch'essa verso il mare disse:" Penso di sapere chi ti ha suggerito questa scelta e credo che sia il posto giusto da cui ricominciare". Zoe, sorridendo, posò la sua mano sinistra sulla spalla dell'amica e prima di congedarsi disse :" Vado a vedere se in stiva è rimasto un posto per dormire,torno tra poco". Le baciò delicatamente la testa avvicinandola con la mano e scese nel ventre della nave. La poetessa sorrise a quel gesto e tornò ad osservare l'orizzonte. Il mare era molto calmo, quasi immobile. L'odore della salsedine mescolato all'odore del legno della galea penetrava nella mente di Olimpia e la faceva viaggiare. Viaggiava così lontano che nemmeno lei sapeva dove stava andando, eppure quei profumi la riportavano alle traversate sulla Galea di Ulisse, di Cecrope... Aveva visto così tanti luoghi, aveva percorso distanze inimmaginabili sia a piedi che in barca, il tutto sempre affiancata da colei che dalla solitudine l'aveva salvata. Mentre ripercorreva i suoi ricordi, Zoe risalí sul ponte. " Ei biondina, qui comincia a far freddo. Vieni, ho trovato un posto caldo dove dormire" disse la Guerriera. " Arrivo subito" rispose Olimpia. Entrambe scesero sotto coperta e si sdraiarono nel giacilio che Zoe aveva precedentemente preparato. La poetessa soffriva il mal di mare, ne aveva sempre sofferto sin da fanciulla e solo il rimedio indicatole da Xena riusciva ad alleviare quella terribile nausea. " Sei un po' pallida, sicura di star bene?" chiese Zoe all'amica. " Si sto bene, è questo mal di mare che non mi da tregua. Ho fatto pressione qui, sul polso, tra un po' passerà. Il sonno mi aiuterà a non pensarci" rispose il bardo. " Coraggio allora, riposati un po" disse Zoe. Con quelle parole tirò a se la ragazza il modo che il suo petto diventasse il suo cuscino e le braccia la sua coperta. Olimpia si rannicchiò in quel caldo abbraccio e poco dopo si addormentò.
La notte trascorse tranquilla e l'alba arrivò ad annunciare il nuovo giorno. La ragazza dagl'occhi color smeraldo accarezzava dolcemente la testa della poetessa cercando di svegliarla con delicatezza. " Olimpia, è ora di svegliarsi" disse a bassa voce. Il bardo si mosse leggermente, appoggiò le sue mani sull'avambraccio della Guerriera come a stringerla a se è disse :" Buongiorno.. Dove siamo? "." Abbiamo appena sorpassato la Grecia. Se il tempo rimane così, in cinque giorni arriveremo sulle coste egiziane... Come va il mal di mare? " chiese Zoe preoccupata." Molto meglio tranquilla. Ho dormito benissimo tra le tue braccia, ti ringrazio" rispose Olimpia. Zoe contenta di quella dichiarazione baciò la poetessa sulla fronte te e guardandola negli occhi disse :" Quando ne hai bisogno, le mie braccia sono qui per donarti amore " rispose Zoe sorridendo dolcemente.
I giorni successivi passarono velocemente, fino a quando la galea, partita dall'India, raggiunse finalmente le coste egizie. Il clima era torrido, rimanere sotto il sole senza nessuna protezione era davvero rischioso a causa del caldo soffocante. " Zoe guarda là! C'è sabbia ovunque e guarda quei cammelli!" esclamò Olimpia stupefatta. " Belli vero? Cambierai idea quando dovrai salirci sopra ahah" disse Zoe ridendo. Mentre le ragazze stavano scendendo dalla galea, un gruppo di uomini con un turbante in testa stava scaricando, da un altra barca, una decina di ragazze, probabilmente bottino di qualche razzia. " Zoe dove le portano?" chiese Olimpia. La Guerriera con sguardo sospettoso rispose:" Non lo so, ma dobbiamo scoprirlo, andiamo".