Fumetti/Cartoni americani > My Little Pony
Ricorda la storia  |       
Autore: Everian Every    17/11/2015    7 recensioni
(Forte presenza di autori)
Diavolo, non ho idee per il titolo... bah, pazienza.
Primo: la storia è a scazzottate. Cioè, non è un torneo, ma si basa sulle scazzottate lo stesso.
Secondo: la storia è DAVVERO piena di scazzottate.
Terzo: la storia tratta di un gruppo di ragazzi, rapiti da diversi universi paralleli dallo strano individuo di nome Omino di Mai, il quale li obbliga a combattere contro il Supremo Nero per impedirgli di conquistare il mondo. Riusciranno i nostri eroi a sconfiggere il terribile nemico? O saranno sconfitti? E poi... Le cose saranno davvero come l'Omino vuol far credere?
Dal testo:
""è una battaglia senza speranza allora." fece notare Xurst, corrugando la fronte.
"Non ho detto questo." ribadì Gioyglory con pazienza.
"In effetti lo hai detto." la apostrofò di nuovo il rosso, fissandola con sguardo carico d'odio.
Gioyglory sospirò.
"Diciamo che l'esito è totalmente sotto il controllo di Nero." concluse infine, facendo calare un silenzio inquietante sul gruppo."
Enjoy This :D
Genere: Avventura, Azione, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'Over Worlds'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Buio.
Lelq si svegliò nella stanza buia e fredda con un forte mal di testa.
Era legato. Sentiva i polsi stretti da qualcosa di freddo e viscido. Non poteva muovere la testa, si sentiva come imprigionato da una gabbia che seguisse i lineamenti del suo corpo.
Strizzò gli occhi. Con la coda dell'occhio intravide una figura in parte a sé. Sembrava un ragazzo, anch'egli immobile, seduto su una sedia come vi fosse incollato sopra. Immaginò fosse così che doveva apparire anche lui dall'esterno.
Storse il labbro superiore, cercando di piegare almeno un po' il capo per vedere meglio la prigione. Sentì male quando infine riuscì, a scatti, a muovere la testa verso sinistra. Aprì gli occhi. Sarebbe sobbalzato se solo non fosse stato in quello stato di strana paralisi.
Davanti ai suoi occhi era seduto, con il capo sul petto e le braccia penzoloni lungo i fianchi, Lelc. I capelli mori del giovane gli coprivano gli occhi e il volto, ma Lelq era certo si trattasse della sua controparte.
Girò la testa a sinistra, ma una fitta lo costrinse a rimettersi dritto. Era come se qualcosa non volesse dargli la panoramica della stanza.
Provò ad aprire la bocca. Meno male, fin lì ci arrivava. Il problema era la voce. Non riusciva a parlare.
Sentì un tintinnio, come quando la porta di un ascensore in un hotel di lusso si apre. Sentì qualcosa di metallico scorrere. Forse era davvero una porta. Un forte odore di cannella inondò la cella. Non sentiva la presenza di nessuno, eppure avrebbe giurato di sentire dei passi lievi entrare nella stanza.
Sentì le porte richiudersi.
"E? Vogliamo restare lì fermi in eterno?" chiese una voce strana, stonata e cantilenante, un po' infantile e divertita al tempo stesso.
Allora c'era davvero qualcuno lì.
"Mmm, capo, mi sa che state ancora bloccando la loro completa trasmigrazione nella nostra realtà." replicò un'altra voce, più matura, forse di una donna sulla trentina, titubante, come se la sua proprietaria non fosse sicura delle sue parole o di avere l'autorizzazione ad usarle.
"Giusto! Cavoli... Scus-scusate, ragazzi, ma vedete, per portarvi qui ho dovuto prima assicurarmi di un paio di cose e... ecco... si, giusto, ora concludo la trasmigrazione." disse la prima voce. Un sonoro schiocco di dita rimbombò nelle orecchie di Lelq. Lelc sobbalzò, svegliandosi intontito.
"Ma che...?" fece per chiedere, prima di cadere dalla sedia in avanti.
Lelq si alzò rapidamente, voltando il busto per vedere i suoi rapitori.
"Chi siete voi?" chiese ancora prima di vederli in faccia. Quando li vide restò basito per un attimo.
Uno dei due era un ragazzino alto sul metro e ottanta, con occhiali da vista rettangolari, piuttosto piccoli. Indossava una maglietta a mezze maniche nera, dei jeans e un paio di scarpe di tela blu scuro. Sorrideva gentilmente, ma sembrava un po' nervoso. I suoi capelli castani erano quantomeno buffi, con un ciuffetto che s'alzava dal mucchio e svettava fiero contro ogni legge di gravità.
L'altra era una donna, forse di venticinque anni, forse di trenta, non si poteva stabilire con certezza. Era vestita con una corta tunica celeste, legata in vita da una cintura d'avorio. Un'armatura leggere in madre-perla, dai riflessi blu cobalto, le rivestiva le spalle e il petto. Una seconda tunica, stavolta bianca, bordata d'oro, le copriva le gambe. Ai piedi portava due gambali d'argento con intarsi in zaffiro. Un diadema, infine, color rugiada, piccolo ed elegante, con una specie di piccola fenice rampante sulla punta che sembrava volesse volare verso i cieli ignoti, le ornava i bei capelli lunghi e lisci, di un color crema molto chiaro. Dietro la schiena levitavano, staccate dal resto del corpo, quattro paia di ali in avorio e perla, anch'esse bordate d'oro e di zaffiri blu intenso. Le quattro ali volteggiavano dolcemente intorno ad un cerchio attaccato all'armatura della guerriera sulla schiena.
Era davvero bella.
Gli occhi del giovane caddero sulla sua cintura. Un laccio di cuoio teneva legata un'elsa di spada a croce, completamente di bronzo, senza intarsi o incisioni di qualsiasi sorta. Non aveva lama. Era molto bizzarra. Anche il cerchio che portava sulla schiena era interessante. Sebbene all'aspetto fosse molto pesante, ella sembrava reggerlo senza alcuna fatica. Inoltre, in tre punti del circolo, come fossero punti cardinali, erano situate delle piccole sfere, ciascuna con un simbolo viola scuro. Tre cerchi concentrici in quello al centro, due quadrati intersecati in quello a sinistra e le quattro punte di una croce con al centro quattro ellissi perfettamente intersecate in quello a destra.
Lelq non sapeva spiegarsi perché, ma quelle figure gli davano l'impressione di trovarsi di fronte a qualcosa di davvero potente.
"Quanta foga! Quanta foga davvero!" esclamò il ragazzo, alzando le mani in segno di resa, sempre sorridendo. I suoi occhi verde scuro guizzarono verso Lelc, svenuto di nuovo. "Mph... Forse che i due dovrebbero restare uniti?" chiese poi dubbioso alla ragazza, che sospirò.
"Certo che si, che ti dice la testa? Sono due facce di una stessa medaglia non puoi essere così stupido da... Ou. Mi-mi scusi, io... n-non volevo, io... ecco, io..." rispose lei, tirandosi subito in disparte con aria colpevole e chinando il capo.
Il giovane non la stava tuttavia ascoltando. Si batté una mano sulla fronte come se si fosse ricordato solo in quel momento di un dettaglio fondamentale.
"Ovvio. No. Non può restare fuori insieme a te. Che razza di idiota che sono! Vero che sono un idiota, Lelq? Vero, Gioyglory? Vero Lelc? Vero me? OVVIO!" sbottò, sorridendo come un perfetto imbecille.
Schioccò le dita e Lelc scomparve, riassorbito dal corpo di Lelq.
"Non mi hai risposto." gli fece notare con freddezza il ragazzo, i pugni stretti e gli occhi serrati.
"Claro come il sole, invero!" esclamò l'altro, incrociando le braccia sul petto. "Lei è Gioyglory, la tua guida, barra compagna, barra chiave della tua missione. Ed io... io sono l'omino di mai. Ed ho una missione per te."
Detto ciò, senza dare il tempo al giovane di ribattere, schioccò le dita e la stanza si dissolse.
"Ora ti faccio conoscere gli altri... euw... come dire... compagni? Concorrenti? Sfigati? Quello che è." concluse il suo innaturale anfitrione, mentre il paesaggio cominciava a delinearsi sotto forma di una città in rovina.
 
Il gruppetto di sette si guardò. Un momento di attesa per macinare ben bene le parole di quello che si era loro presentato con il nome di omino di mai.
Lelq si guardò intorno, studiando i suoi "compagni di sventura", come aveva deciso di chiamarli. Non era forse una sventura quella che gli si profilava davanti?
Il primo che catturò la sua attenzione fu il più potente di loro. Era un giovane di vent'anni circa, dal volto morbido e ben proporzionato.  Era molto bello, alto, slanciato, atletico, l'unica pecca in quella sua aria signorile era lo yo-yo con cui giocherellava con fare annoiato, il quale gli dava un'aria un po' infantile.
Secondo l'omino di mai, quello era una specie di divinità, un "reggente delle basi del cosmo", o roba simile. Gente pericolosa. Eon, lo aveva chiamato. A lui era stata riservata la carta della Rovina.
In parte a lui stava, ritto in piedi, Victus Mors. Lo conosceva già, aveva già avuto modo di incontrarlo grazie ad un accordo tra i loro due mastri creatori. Il ragazzo moro fissava inespressivo la sua carta. Dolore era scritto a lettere maiuscole sopra, come un monito.
Subito alla sua destra si ergeva, in un pilare di fiamme alte fino al cielo, un demone dal sorriso folle. Lars era il suo nome. Proveniente dal mondo di un altro mastro creatore a lui noto per un differente personaggio, il maniacale Francis, o Ciccio, per gli amici. Sempre che qualcuno potesse definirsi tale davanti a quel mostro assetato di sangue. Il fuoco viola dell'Ira segnava il retro della sua carta.
Il quarto componente dell'eterogeneo gruppetto era invece Xurst. Umano dai capelli di un arancione vivo come il tramonto, dall'espressione dura e al tempo stesso svogliata. Con poca convinzione studiava la carta che l'omino di mai gli aveva donato. La sua carta era l'Odio.
Quinto e ultimo dei "partecipanti", come invece li aveva definiti l'omino di mai, era un ragazzo dall'aspetto un po' malaticcio. La trasmigrazione aveva avuto effetti negativi sul suo fisico, indebolendolo. Se ne stava in disparte, accovacciato a leggere l'iscrizione sulla sua carta: Follia. A detta dell'omino di mai la peggiore.
Poi c'era l'enigmatico angelo di nome Gioyglory. Splendente, nella sua tunica immacolata, ricordava al giovane Lelq un po' Miss Seek, solo al contrario. Sia nell'aspetto, tanto dolce quanto forte, sia nei modi, gentili e rasserenanti, sia nell'aura, di purezza infinita. Lei non aveva nessuna carta, ma l'omino di mai aveva garantito che non le sarebbe stata di alcun aiuto, sostenendo che "il logo di una felpa non si può rendere migliore quando è già stato ricamato". Sembrava troppo serio nel dire "il logo di una felpa", come se la donna fosse davvero un logo di un qualche indumento.
E infine c'era lui. Lelq.
L'omino di mai gli aveva sussurrato all'orecchio cose... cose che non aveva compreso. Aveva perfino esitato a dargli la carta che ora stringeva nella mano serrata a pugno, stritolandola senza alcuna pietà.
La carta della Paura.
Quelle erano i loro "assi nella manica", aveva detto l'omino. Se le cose stavano come effettivamente aveva raccontato loro, ne avrebbero avuto molto bisogno. Ma non era quello a preoccuparlo.
"Bene. Ed ora?" chiese Darksaurus, alzando gli occhi sugli altri.
"Avete sentito l'omino di mai, no? Dobbiamo cercare..." fece per rispondergli Gioyglory, ma Xurst la interruppe.
"Avete sentito l'omino di mai? Avete sentito l'omino di mai?" disse, storpiando le parole per schernirla "Ma fammi il piacere. Ci strappa dalle nostre dimensioni, ci porta qui e ci dice che per andarcene dobbiamo fare il suo lavoro sporco? Che chiami qualcun'altro, dannazione! Io non faccio il facchino per nessuno. Sia chiaro." sbottò, infilando la sua carta in tasca. "Io dico che dobbiamo aspettare che quello si renda conto che non siamo suoi servi e che risolva da solo le sue faccende. Mi rifiuto categoricamente di dargli una mano."
"Si, e intanto che fai, resti qui? Se quello ti trova, ti fa a pezzi." ribatté acido Lars, incrociando le braccia sul petto.
"No, perché lo ucciderò prima io." ribatté Xurst, fissando inviperito il demone di fuoco. Questi restò in silenzio, desideroso di uccidere l'impertinente esseruncolo. Ma l'omino era stato chiaro, se si ammazzavano a vicenda non avevano speranza di farcela. E diffidare dell'unica persona che potesse riportarli a casa, nelle loro realtà d'origine era davvero stupido, per lui.
"Fa come ti pare. Io cerco quella stupida cripta per conto mio. Voi fate un po' come vi pare. Ma non seguitemi. Odio lavorare in squadra."
"Aspetta." lo bloccò Xoen, afferrando lo yo-yo al volo. Le sue parole fecero voltare tutti i presenti. La voce di un Dio raramente si ignora. "Se ci dividiamo perderemo. Dobbiamo sconfiggere l'uomo che il nostro caro amico ci ha chiesto di intrappolare. Solo così torneremo a casa nostra."
"Posso farcela benissimo da solo. E poi scusa, da quand'è che un Eon si fa intimidire da un avversario? Non sei una divinità? Non sei così potente come ha detto quel povero idiota dell'omino o come cavolo si chiama?" si mise ad inveire Lars.
Darksaurus si alzò, mettendosi tra i due. Fissò prima l'uno, poi l'altro.
Xoen, rimasto seduto, attese qualche istante.
"Fate come volete. In ogni caso, abbiamo sette giorni per trovare la cripta, no? E in questo momento il nostro nemico non è abbastanza forte da sconfiggerci, giusto? Allora è meglio dividerci. Magari in coppie, per essere sicuri, no? Così almeno copriremo un'area maggiore."
Xurst si mise a ridere.
"Quante stronzate!"
"Vuoi metterti contro di me, pivello?" gridò Lars.
"Tu? Non faresti paura ad una mosca!"
"Io ti..."
"BASTA!" gridò Lelq.
Lo fissarono tutti, immobili, con espressioni indecifrabili. Perfino Victus, che non aveva realmente badato ai discorsi degli altri fino a quel punto, sembrò prestargli vera attenzione.
"Io... io credo che Xurst abbia ragione. Che diritto ha quello di strapparci dalle nostre vite e di usarci come marionette per fare ciò che da solo potrebbe risolvere in meno di un secondo, ma che non fa solo per pigrizia? Nessuno. Io sono convinto che Xurst abbia ragione." il ragazzo dai capelli arancioni sorrise, gonfiando il petto con orgoglio. "Ma... al contempo... credo sia saggio fare ciò che ci ha chiesto l'omino. Cos'altro dovremmo fare? Aspettare qui? Tra sette giorni, con ogni probabilità, qui non esisterà più se non agiamo. Darksaurus ha ragione, dobbiamo muoverci con giudizio. Io voglio tornare indietro. Devo farlo. E non credo che voi vogliate trascorrere il resto della vostra vita in un mondo che è morto, ormai. Dobbiamo fidarci. Non abbiamo scelta."
Il suo piccolo pubblico ammutolì.
Xurst storse la bocca davanti all'amara verità.
"Fanculo..." borbottò.
"Che proponi, ragazzo del suono dell'anima?" gli chiese Xeon.
"Dividiamoci. Xeon e Victus, voi vi conoscete, o comunque siete parte della stessa realtà. Andate con Gioyglory. Lei è la chiave. Dobbiamo proteggerla al meglio. Darksaurus e Lars, voi andrete a nord, io e Xurst a sud-est. Voi tre andate a su-ovest della città. Solo così potremo farcela."
Concluso il discorso, tirò un sospiro profondo.
Sentiva l'adrenalina scorrergli in circolo.
"Tornerò presto, Giuly. Te lo prometto..." pensò, sperando di aver avuto effetto sugli animi dei compagni.
"Bene. Allora è deciso. Obbiezioni?" concluse serafico l'Eon, sgranchiendosi la schiena. In particolare rivolse un'occhiataccia a Xurst.
Il gruppo si divise. nei tre gruppi.
"Allora andiamo. Dobbiamo trovare il Signor Nero e sconfiggerlo." disse Lelq agli altri, prima che tutti si incamminassero tra le rovine dell'Impero di Cristallo.
 
"Uuuuuuhhhh! Ruins, Ruins, vieni a vedere! Che figata, che è! Si sono messi in moto! Li adoro già! AHAHAAH!" gridò l'omino di mai, guardando nella finestra magica. "Non si fidano gli uni degli altri, ma collaborano comunque! Cavoli, ho messo loro proprio tanta paura, eh?"
Il ciclope, in piedi come una statua, non rispose.
L'omino lo guardò stizzito. Poi tornò a fissare la finestra.
"Spero inizino i combattimenti così posso buttarti nella mischia legato e inerme. Ecco." borbottò, prima di puntare la trasmissione su un signore ben vestito, con un cilindro in testa, intento a sbraitare improperi contro una cella avvolta nell'oscurità.
 
 
 
Angolo di ME!
(tanto che volevo dirlo seriamente e non nei miei sogni... Sigh, che emozione)
COMUNQUE! Giongiorgio, forse vedrete quest'angolo una volta sola nella vita, forse no, dipende... Tuttavia ci sono un paio di cosuccie che vorrei dire:
Primo, spero vivamente che la storia vi intrighi un minimo.
Secondo, vorrei ringraziare in anticipo i partecipanti, vale a dire Ciccio96, con Lars, Lelq Fazwriter con Lelq (ma no?), Darksaurus97 con, indovinate un po?esatto, con Gioyglory! No, dai, con darksaurus... Poi abbiamo Lord Gyber con Xurst e, ultimo, ma non certo per importanza, il signor Tnecniv Victus Mors e i due personaggi Xoen e l'omonimo Victus Mors.
Grazie assai assai a questa bella gente per avermi concesso dopo ricat...COFFCOFFO dopo supplica accorata a concedermi l'usufrutto di questi OC.
Altro? Naa, solo... preparatevi. Stanno per arrivare le botte da orbi.
Enjoy this :D 
   
 
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > My Little Pony / Vai alla pagina dell'autore: Everian Every