Anime & Manga > I cinque samurai
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Autore: SoltantoUnaFenice    17/11/2015    3 recensioni
Touma era immobile in quella posizione da chissà quanto. Le mani premute contro il lavandino, le braccia tese, le spalle contratte. Lo sguardo fisso sul proprio riflesso allo specchio.
Occhi negli occhi, stava fissando sé stesso così intensamente e così a lungo che ad un certo punto gli sembrò di non riuscire a riconoscersi più.
Tutto quello che voleva era capire cosa ci fosse di diverso, e perché non riuscisse a togliersi di dosso quella sensazione di strano e sbagliato che si portava dietro da tre settimane, da quando si erano scontrati con quel demone. Ma il riflesso nello specchio continuava a guardarlo in una maniera che lo faceva sentire come se tutti i piani verticali e orizzontali della sua esistenza slittassero e si inclinassero, fino a comprimerlo come dentro ad una scatola schiacciata.
Genere: Angst, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cye Mouri, Kento Rei Faun, Rowen Hashiba, Ryo Sanada, Sage Date
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Shu fece scorrere una sull'altra le due grandi ante di vetro della finestra del salotto.
L'aria fredda dell'alba lo risvegliò un po': era stanchissimo. Erano tutti molto stanchi.
Dopo l'iniziale stordimento, dopo aver verificato le condizioni di Ryo e Touma, erano risaliti in auto ed avevano rapidamente deciso di dirigersi nuovamente ad Hirakata. Se non altro lì avevano un posto in cui riordinare le idee, senza dover render conto a nessun altro.
Mentre l'auto ripartiva, cercando di aggirare il grande cratere che aveva distrutto buona parte della strada e diversi metri della campagna adiacente, avevano visto comparire una familiare figura candida.
Byakuen li aveva raggiunti con pochi balzi: si era affiancato all'auto in movimento, senza dar segno di volerli fermare.
Aveva corso accanto a loro per quasi tutto il tempo. A volte lungo la strada, altre volte tagliando attraverso i campi e le colline, per poi incrociare di nuovo la loro traiettoria qualche chilometro più avanti. L'avevano persa di vista poco prima di entrare in città, ma non si erano preoccupati: come sempre, sembrava aver capito fin dall'inizio dove si stessero dirigendo.
Shu raggiunse il parapetto e si sporse verso il cortile, cercando di capire se fosse arrivata.
Sentì il familiare brivido di vertigine che lo accompagnava ormai da molti anni.
In realtà, oramai, era sempre più leggero: da quando ne aveva parlato con Touma* – e da quando si era trovato ad un passo dal precipitare nel nulla** – si era finalmente deciso ad affrontare la cosa, e un po' alla volta stava migliorando.
Fece un respiro profondo, guardandosi attorno. La luce che risaliva alle spalle dei palazzi stava lentamente schiarendo il cielo; il silenzio che ancora avvolgeva la città lasciò che il canto di qualche uccello arrivasse fino a lassù.
Nel giro di poco la maggior parte degli abitanti di Hirakata avrebbe iniziato la propria giornata, ma loro avevano altro da affrontare. Ancora una volta, la loro vita scorreva lungo binari diversi da quelli di coloro che li circondavano.
Shu si voltò verso la finestra, nella penombra che avvolgeva il salotto dell'appartamento di Touma.
Shin era nella camera degli ospiti. L'aveva lasciato che si preparava per riposare un po', anche se con un occhio aperto per controllare le condizioni di Ryo, che ancora non si era svegliato dal sonno in cui era caduto dopo aver cercato di controllare la nuova Kikoutei.
Touma era nella sua camera: Seiji aveva insistito perché non rimanessero tutti assieme, e li aveva praticamente cacciati fuori dalla stanza. Si era impuntato a rimanere da solo con lui, e Shu si chiese nuovamente di cosa avessero parlato poco prima di lasciare quel bosco.
Sospirò, lasciando il parapetto e decidendosi a tornare in casa. Avrebbe provato anche lui a stendersi un paio d'ore, sperando che quella tregua che era stata concessa loro durasse abbastanza da provare a capire cosa potevano fare per liberare Touma.

 

Ryo sorrise debolmente a Shu, prendendo tra entrambe le mani la tazza di tè bollente che gli aveva preparato.
Aveva aperto gli occhi da una mezz'ora, e l'aveva trascorsa sul divano, avvolto in una coperta, con le guance rosse e il corpo percorso da brividi. Era preda di una sorta di febbre che, per quanto lo scaldasse, gli dava la sensazione altrettanto forte di avere comunque freddo.
La Kikoutei aveva alterato la sua temperatura, ma al contrario di Rekka, era come se avesse strappato molto del suo fuoco interno. Strinse le dita sulla tazza, cercando di assorbirne il calore.
“Abbiamo alzato il riscaldamento un altro po'. - La mano di Shin si posò gentile sulla sua spalla. - Vedrai che tra poco starai meglio.”
Ryo annuì, tentando un sorriso stanco.
Byakuen era arrivata poco prima, ed ora era accucciato ai piedi del divano. Ryo passò una mano sulla grande testa bianca, cercando di assorbire il senso di calma che gli trasmetteva.
Shin si mosse verso la camera.
“Vado a vedere se anche Seiji vuole un po' di tè.”
“Aspetta. - Shu spuntò dalla cucina, dove aveva continuato ad armeggiare. - Portagli anche qualcosa da mangiare.”
“Proviamo. Conoscendo Seiji, non credo proprio sia in vena di toccare cibo.”
 

La stanza era avvolta dalla penombra. Ormai era mattina inoltrata, ma Seiji aveva preferito lasciare la finestra quasi completamente oscurata. Touma era steso nel letto, ancora profondamente addormentato sotto la coltre di incubi con cui il demone lo teneva nascosto ai propri nakama.
Seiji non si era mai allontanato da lui: sostanzialmente non aveva interrotto il contatto da quando lo aveva raccolto al termine della battaglia.
Anche ora teneva la sua mano tra le proprie.
Nonostante la stanchezza, ancora non poteva cedere. Cercando di mantenere la concentrazione necessaria, teneva in vita il flebile filo che era riuscito ad afferrare quando Touma era tornato in sé, e che ancora lo collegava a lui. Poteva sentire il demone mentre tentava di separarli, cercando di soffocare ciò che restava del suo nakama.
Cercò di visualizzare nuovamente l'immagine di un cielo stellato che pian piano schiariva, attraversato da una luce bianca. Era così che molte volte aveva percepito il proprio legame con Touma, e così cercava di riformarlo.
Seiji combatteva contro il demone cercando di far filtrare la luce di Kourin oltre la barriera eretta dallo Youia, lottando palmo a palmo per conquistare terreno. Ma ormai era così stanco che non riusciva più a distinguere cosa davvero riusciva a percepire, e cosa la sua mente cercava di creare.
Cominciava a perdere il contatto dalla realtà, ma aveva ancora una direzione da seguire: doveva arrestare l'avanzata dello Youia al di fuori dei confini del cuore di Touma.
La porta si socchiuse, mentre Shin bussava piano. Seiji gli sorrise debolmente, ma sembrava non lo vedesse nitidamente.
“Ciao. Ti ho portato qualcosa di caldo.”
“Grazie. Posalo sul tavolo, per favore.”
“Come stai?” Shin si sedette sul bordo del letto, in modo da poterlo guardare negli occhi. Anche se Seiji si era sforzato di essere gentile, la voce tradiva il suo malessere.
“Sono stanco. E preoccupato. - Sollevò una mano per scostare i capelli dal viso, ma il capo era chinato e molte ciocche ricaddero in avanti a coprire gli occhi. - Sto bene.”
“Perchè non mangi qualcosa? Dovresti anche riposare un po': rimarrò io qui con Touma.”
“No. Non posso lasciarlo adesso.”
“Bevi almeno il tè, prima che si raffreddi. Seiji, sei l'unico di noi che non si è ancora concesso un attimo di riposo. Non gli sarai utile, se ti sfinisci fino a crollare.”
“Shin, ti prego. Sono sicuro che Kourin possa fare qualcosa, lasciami fare a modo mio, per favore.”
Seiji aveva scelto parole gentili, ma il suo tono trasmetteva tutt'altro. Shin si stava chiedendo se insistere o lasciar perdere, quando Touma si mosse. Prima fu solo un leggero fremito, poi cominciò a contorcersi e lamentarsi.
“Touma!”
Entrambi furono su di lui, cercando di capire come stesse.
Seiji represse un moto di stizza. Si era lasciato distrarre da Shin, ed aveva interrotto il contatto.
Posò una mano sulla fronte di Touma, cercando di raggiungerlo: non lo sentiva.
Non riusciva a sentire nulla.
“Shin, lasciaci soli, per favore.”
“Ma cosa...”
“Vai di là. Lasciami fare qualcosa. - Touma si tirò a sedere con uno spasmo più violento, poi ricadde steso. - Shin, vattene!”
Il samurai dell'acqua rimase per un attimo immobile, più per lo sconcerto che per una vera volontà di restare. Poi si sollevò, lentamente. Si voltò solamente quando fu sulla soglia.
“D'accordo. - Le spalle erano piegate in avanti. - Ma chiamaci, se hai bisogno di noi.”
Si chiuse la porta alle spalle senza aspettare una risposta, e tornò in sala.
“Ma... stavate litigando? Mi è sembrato di sentire...”
“Non lo so. Seiji è... Forse è solo sconvolto, ma... - Shin si lasciò cadere sul divano, accanto a Ryo. - Sono preoccupato. Quasi non sembrava sé stesso.”
“Non intendi che...”
Il tonfo della sedia rovesciata ed un debole lamento interruppero Shu.
Ryo provò ad alzarsi, ma dovette rassegnarsi al fatto di non averne ancora le forze.
Ma Shin e Shu furono lì in un istante. Spalancarono la porta, e la luce che proveniva dalla grande vetrata della sala iluminò le due figure a terra.
Touma era su Seiji. Pervaso da una forza che non aveva mai posseduto, lo teneva a terra con un ginocchio e gli stringeva al collo entrambe le mani.
 

Sulla terra erano trascorse alcune ore, probabilmente, ma non era semplice averne una misura esatta, da lassù.
Kayura non si era mossa dalla terrazza. Forse la luce era cambiata, o forse era stato il suo animo a farlo. In ogni caso, la seta del kimono appariva più scura. Alcuni fiori si erano tinti di un rosa più acceso, quasi sanguigno. L'azzurro del secondo strato cercava di assomigliare al blu della sera.
Sollevò lo sguardo sulla cima dello Shakujo e vide che gli anelli erano ancora immobili. Il vento soffiava come prima, ma il bastone non vi era soggetto: solo la volontà che vi risiedeva poteva muoverlo.
“Kaosu.”
Sospirò, non ottenendo risposta.
“Kaosu, dobbiamo fare qualcosa. Se non mi darai una direzione, io... la troverò da sola.”
Lo shakujo tacque ancora. Kayura lo abbassò con un gesto di stizza. Rimase immobile, cercando di riacquistare la calma. Impugnato in quel modo, quasi parallelo a terra, il bastone appariva simile ad una spada.
Quando ormai si era convinta che non avrebbe ricevuto risposta, gli anelli cominciarono a vibrare. Lo riportò diritto, trattenendo appena il fiato. La vibrazione divenne più forte, finché gli anelli non presero ad oscillare e saltare in una danza frenetica, riempiendo l'aria del loro rintocco sempre più forte. Una luce dorata la costrinse a socchiudere gli occhi, e quando riuscì a riaprirli, lo Shakujo non c'era più.
Per un attimo pensò che l'avesse lasciata sola per via del suo comportamento poco rispettoso, ma poi capì dove fosse diretto.
Sospirò, un po' rasserenata ma ugualmente impaziente. A quanto pare poteva ancora soltanto aspettare, ma almeno ora sapeva che avrebbe potuto fare qualcosa.
 

Seiji entrò in cucina. La stanchezza aveva trasformato la sua camminata silenziosa in un passo incerto e leggermente strascicato.
Ryo corse con lo sguardo ai segni che aveva cercato di nascondere chiudendo l'ultimo bottone della camicia, e sentì un nodo di sconforto che gli serrava la gola: Shin gli aveva spiegato cosa avevano trovato entrando nella camera di Touma, ma vedere con i propri occhi era un'altra cosa.
Seiji si accorse di come tutti i suoi tre nakama lo stessero fissando, ma evitò di parlare.
Dopo l'aggressione del demone per mano di Touma, non era più riuscito a stabilire nessun contatto. Aveva provato a lungo, ma poi si era dovuto rendere conto che non avrebbe ottenuto nulla. Non in quel momento, e non in quelle condizioni. Se non altro, dopo che Shin e Shu erano riusciti a separarli, Touma era di nuovo caduto nell'inconscienza e sembrava che per il momento il demone non intendesse manifestarsi di nuovo.
Posò in cucina il vassoio che Shin gli aveva portato un'ora prima. Aveva mangiato qualcosa, ma il tè si era completamente raffreddato ed era imbevibile.
Lo rovesciò nel lavandino e controllò se c'era un po' di acqua calda nel bollitore.
“Aspetta. Te lo preparo io.”
Shin cominciò ad armeggiare, ma Seiji ebbe la netta sensazione che cercasse solo una scusa per parlargli.
“Ecco. Tra poco sarà pronto. Bevilo con calma, andrò io di là.”
“No, non ce n'è bisogno.”
“Perchè?” Anche Shu si era avvicinato.
“Lascia che ti aiutiamo.” Ryo era finalmente riuscito a reggersi in piedi e con passo un po' barcollante li aveva raggiunti accanto a fornelli.
“Non dovete preoccuparvi. Prima mi ha preso alla sprovvista, ma non succederà di nuovo.”
“Non è solo quello. Noi crediamo che... non dovresti rimanere così tanto da solo con lui.”
Per un attimo Seiji li fissò tutti, incredulo. Cosa gli stavano dicendo?
“Voi pensate che... credete che il demone stia cambiando anche me? - Gli occhi chiari si tinsero di rabbia. - E' questo che state pensando?!”
“Non stiamo dicendo questo. Ma non sarebbe nemmeno impossibile, non credi? Guarda cosa ha fatto a Touma!”
“Touma non sapeva cosa stesse succedendo. Ed era qua, da solo. Non ha avuto modo di rendersene conto. - Seiji respirò un po' più profondamente, cercando di abbassare il tono della voce. - Ma ora abbiamo capito, e siamo tutti assieme.”
“No, Seiji. Noi tre siamo assieme. Tu sei di là, da solo. E vuoi che le cose rimangano così.”
“Non è questo! Sto solo cercando di...” Si fermò, abbassando i pugni che aveva sollevato con rabbia. Spostò lo sguardo verso la finestra.
“Cercando di fare cosa? Non vuoi nemmeno dircelo? - Shu sentiva che la rabbia accumulata contro questo demone stava per prendere la direzione sbagliata, ma non riusciva a fermarsi. - Come al solito pensi che non saremmo in grado di aiutarti, no? Magari non capiremmo nemmeno di cosa parli!”
“Piantala! Devi smetterla di rinfacciarmi comportamenti che non ho mai avuto! Non è colpa mia se ti ostini a vedermi in questo modo!”
“Ma che cazzo stai dicendo!”
“Possiamo smetterla, per favore? Possibilmente adesso.”
Ryo li guardò entrambi con rimprovero, ma i toni si erano accesi troppo perché riuscissero a fare un passo indietro.
Shu aprì la bocca per rispondere per le rime anche a lui, quando un rumore metallico lo fermò. Si voltarono tutti verso la camera del loro nakama, che improvvisamente aveva ripreso a lamentarsi. Furono lì in un istante, appena in tempo per vedere una luce calda che filtrava da sotto la soglia, per poi espandersi fino ad inglobarli tutti.



*Capitolo 14 della mia fic "Ancora una volta"
**Capitolo 10 della mia fic "Ancora una volta"
  
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