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Autore: Mlix_97    17/11/2015    1 recensioni
Questa vuole essere una storia dedicata a come Callie ed Arizona potrebbero riavvicinarsi (oppure no) dopo la loro rottura. Insomma, racconterò di come potrebbero proseguire le loro vite!
Non sarà una vera e propria storia a capitoli ma una specie di raccolta di storie unite da un unico filo conduttore. E, nulla fatemi sapere cosa ne pensate (tenendo conto che è la prima volta che scrivo qualcosa di serio :P )- Mlix
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Arizona Robbins, Callie Torres
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Più stagioni
Capitoli:
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« Dannazione, sono in ritardissimo per la riunione del consiglio! » Do un ultimo morso al mio panino, congedandomi da April. Cammino alla svelta fino all’ascensore, dove incontro Callie.
« Ehi, hai saputo? »
« Mmh? » voltandomi verso di lei.
« A quanto pare la riunione è stata rimandata. »
« Cosa?! Perché?! »
« Guarda, la Bailey ha mandato a tutti un messaggio: “La riunione è stata posticipata a causa di un imprevisto – Miranda Bailey”»
« Oh, grandioso! Il mio dannato cellulare non puo’ funzionare una volta tanto? Ho abbandonato il mio pranz- » un rumore assordante, uno stridulo rumore di ingranaggi risuona nella cabina dell’ascensore che all’improvviso si blocca. Pochi secondi e anche i cercapersone si mettono a squillare.
« Arizona, cosa dice il tuo? » osservo la faccia sconcertata di Callie, estraendo il mio cercapersone dalla tasca.
« ..Isolamento. Spero che sia uno scherzo! »
« No, anche il mio. »
« Ok: questo significa che siamo bloccate qui dentro grazie a quel nuovo dannato sistema di sicurezza, da sole e senza cibo?! »
« Vedrai che è solo questione di minuti.. A meno che non ci sia un altro pazzo omicida in giro per l’ospedale! » sdrammatizza.
Sospiro rassegnata all'idea di dover stare lì dentro almeno per qualche minuto. « ..Speriamo! »

[Venticinque minuti dopo]

« Dio, quanto è già passato? Un giorno? Due? »
« Solo mezz’ora, Arizona! E Owen dice che è scomparso un bambino dalla Nursery, lo stanno cercando. A lui è andata anche meglio con l’isolamento: è rinchiuso con Amelia nello stanzino del medico di guardia! »
« Sì, scusa se non sono Perfect-Penny-Ammazza-Mariti. » Sussurro più a me stessa che a lei.
« Cosa? » Punta lo sguardo su di me.
« Nulla.. » Cerco di far finta di nulla, guardando le porte che, ahimè, non vogliono aprirsi.
« E’ così che la chiamate? “Perfect-Penny-Ammazza-Mariti? Ti informo che non è stata colpa sua! Non del tutto.. Siete al quanto infantili, comunque! »
« ..Disse quella che andava in giro per l’ospedale a fare Wonder Woman per difendere la sua ragazza che neanche se la fila! »

[Quarantacinque minuti dopo]

« Potrebbe essere già in Texas quel bambino a quest’ora! »
« Ti dà così fastidio dover stare qui dentro con me?!»
« Effettivamente sì, Callie. E anche tanto! »
« Perché?! Dovremmo cercare di andare d’accordo, per il bene di nostra figlia, soprattutto. »
« Questo non implica che dobbiamo parlare di determinati argomenti. »
« Tipo il motivo del tuo fastidio?! »
« Esatto. »

[Un’ora dopo]

« ..Odio il fatto che tu mi abbia lasciato. Dopo che io ho insistito per la terapia e tu non hai voluto il divorzio per mesi.»
« Tu mi hai tradito con una donna che conoscevi da due giorni! »
« E tu con il tuo migliore amico, per giunta uomo.. » le faccio notare, come sempre.
« Non stavamo insieme in quel periodo, perché tu te n’eri andata in Africa lasciandomi da sola in mezzo ad un aeroporto, scrivevi a Teddy e non a me che non sapevo come stavi, se ti mancavo.. Pensavo che fosse finita e non ti avrei rivista per minimo due anni, tempo sufficiente per rifarsi una vita! »
« Sempre a rinfacciarmi le solite cose.. Non capisci nemmeno che alcune le ho fatte per te! » sospiro, distogliendo lo sguardo. « E lo dici tu che bastano due anni..! » per me senza dubbio non bastano.
« Non sapevo che scoparsi una donna a caso fosse per me.. »
« Non intendevo quello.. E non è stata una persona a caso. E’ stata la prima persona che dopo l’incidente aereo mi ha vista per quella che ero e non per “La povera dottoressa senza gamba incazzata con la moglie perché glie l’ha tagliata dopo una promessa”. Lei mi ha fatta sentire bene.. »
« Sì, ma IO ti sono stata vicina in tutto il tuo percorso di riabilitazione e guarigione.. IO ho sopportato le tue urla, IO ho sopportato le tue sfuriate, i tuoi insulti, il tuo continuo farmene una colpa.. Sì, ho dato il consenso per farti tagliare quella maledetta gamba e lo rifarei! Perché sei ancora qui, viva! Stavi per morire, Arizona, lo vuoi capire? Pensi che sia stato facile scegliere? Non lo è stato.. Per niente. E nemmeno dopo è stato semplice. » posso notare i suoi occhi lucidi.
« Mi dispiace Calliope, ma.. Ho dovuto ritrovare me stessa a tutti i costi. E’ stato essenziale per poter andare avanti.. E so che questo non giustifica le mie azioni.. So che non sono stata la persona migliore del mondo in un periodo che non era sereno per nessuno.. »
« ..E io ti ho perdonato. »
« Ma qualcos’altro si è rotto.. Dopo che.. » fa male parlare della nostra storia, fa male parlare di certe cose, ma finalmente è arrivato il momento giusto dal quale nessuna delle due può scappare. « .. Ho perso il nostro bambino. » qualche secondo di silenzio « Continuo a pensare che sarebbe stato un maschietto.. » ammetto sorridendo appena mentre entrambe sussuriamo “Joey Mark Robbins Torres”, il nome che avevamo scelto.
« Lo so. E forse perché non ero così presente quanto avrei dovuto.. E poi tu hai iniziato una nuova specializzazione con la Herman.. E la terapia.. E io ho capito delle cose, ho capito che avevo bisogno del mio spazio, di tempo, di ritrovare me stessa.. E ti ho lasciata nello studio della terapista. »
« Mi hai lasciata dopo aver tentato per mesi di “Aggiustarci”.. » piego la testa di lato distendendo le labbra quasi in un sorriso amaro.
« Tu non volevi essere aggiustata.. » i nostri sguardi si incrociano.
« Io non potevo essere aggiustata: so che torna sempre tutto alla gamba, ma è colpa sua. Perché mi ha cambiata profondamente e non solo a livello fisico.. E’ stato davvero difficile imparare ad amare il mio corpo nuovamente e tu in un certo senso sembravi non avvertire questo mio disagio. Pensavi al sesso e io non riuscivo nemmeno ad immaginare come avresti reagito alla vista.. Alla non-vista della mia gamba. Non ero più la donna bella e sexy  che avevi sposato.. »
« Oh, Arizona.. Tu eri e sei bellissima con o senza gamba! E ricordati che tu mi hai sposato dopo l’incidente in macchina.. Avevo le gambe, sì, ma non ero messa così bene all’inizio! »
« Me lo ricordo bene: un attimo prima ti ho chiesto di sposarmi e un attimo dopo eri stesa sul cofano della nostra macchina. Ho vegliato su di te per giorni interi in attesa che ti svegliassi, ho pregato e sai che non lo faccio mai.. E poi- »
« Mi sono svegliata e ti ho detto di sì! E tutto grazie ad un sogno.. »
« Cosa?! »
« Sì.. Mentre ero in coma ho sognato voi tutti medici dell’ospedale che cantavate.. E anche io cantavo! E tu! E Mark! La Bailey! Prima eravamo in macchina insieme, io e te, a cantare Running on Sunshine mentre tu mi ripetevi di mettermi la cintura e io ti dicevo delle cose e un attimo dopo stavamo cantando Universe and U. E ho capito, forse.. Forse come adesso, ch-.. » le porte finalmente si aprono, due vigili del fuoco irrompono nell’ascensore chiedendoci se stiamo bene; annuisco abbozzando un sorriso a Callie che, velocemente, si dilegua, probabilmente alla ricerca di Penny. Ma come fargliene una colpa? E’ la sua ragazza.

[Quattro giorni dopo]

Busso alla porta. So che è tardi e probabilmente si infurierà con me, ma devo sapere cosa stava per dire.
« Arizona? Cosa fai qui? Sono le undici di sera.. Sofia è già a letto da un pezzo. »
« Io.. Non sono qui per lei. Cioè, sì, anche per lei, ma.. Io devo sapere! Sono giorni che mi chiedo cosa tu stessi per dire prima che le porte dell’ascensore si aprissero.. Ti prego, dimmelo. Dimmelo in modo che possa mettermi l’anima in pace e.. Dimmelo.»
« ..Io ho capito che.. Sono stata una stronza ed ho sbagliato tante cose con noi. Ho capito che erano anche colpa mia, insomma.. »
« Oh. Ehm.. Forse è meglio che vada.. »  annuisco indietreggiando,  visibilmente imbarazzata. A cosa diavolo stavo pensando quando sono venuta qui? Sono un’idiota.
« Arizona, aspetta! » il suo sguardo cerca il mio « E ho capito anche che non voglio passare il resto della mia vita con nessuno che non sia tu. Sei.. La donna che amo e spero che tu possa perdonarmi per tutte le volte che ho tentato di aggiustarci a modo mio senza ascoltarti. » rimango immobile per qualche secondo. Non me lo sto immaginando, vero? Non sto sognando, tra cinque secondi suona la sveglia?
Muovo qualche passo nella sua direzione fino a ritrovarmi a pochi centimetri dal suo corpo. « Ti prego, perdonami se ti ho fatta soffrire, Arizona, sai che a volte non pens- » annullo la distanza fra le nostre labbra senza aspettare che finisca di parlare, perché ogni altra parola sarebbe superflua e non mi farebbe cambiare idea su quello che sto per fare.

Ho aspettato così tanto questo momento che non mi sembra reale. Ma lo è. E la sveglia non suonerà, io non mi sveglierò e questo non sarà l’amaro ricordo di un sogno. Questa è la realtà. E la realtà siamo io e Calliope con la nostra piccola Sofia. Insieme, per sempre.

« Ti amo anche io, Calliope. Sempre. »
   
 
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