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Autore: DauntlessBadWolf    18/11/2015    3 recensioni
Secondo la mitologia greca, in origine gli umani avevano quattro braccia, quattro gambe e una testa con due facce. Temendo il loro potere Zeus li divise in due esseri distinti, condannandoli a spendere le loro vite in cerca della loro metà.
“Dopo aver servito l’ultimo cupcake Dean alzò la testa e vide uno strano ragazzo rimasto imbambolato davanti all’ingresso. Alcuni tavoli erano vuoti, ma allora perché non si metteva seduto?
Aveva per caso bisogno di un invito scritto?
Forse era uno di quelli che si aspettava che qualcuno gli mostrasse un tavolo libero. Lui non gli avrebbe mostrato un bel niente, non veniva pagato abbastanza per prendere iniziative e fare qualcosa che non fosse compreso nelle sue mansioni!”

|Soulmates!AU|
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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Titolo: Like Coffee and Donuts
Titolo capitolo: Magic in the Moonlight
Fandom: Supernatural
Rating: Giallo
Genere: Romantico
Avvertenze: AU, Soulmates, probabili OOC
Beta: BalderMoon
Trama: Secondo la mitologia greca, in origine gli umani avevano quattro braccia, quattro gambe e una testa con due facce. Temendo il loro potere Zeus li divise in due esseri distinti, condannandoli a spendere le loro vite in cerca della loro metà.
“Dopo aver servito l’ultimo cupcake Dean alzò la testa e vide  uno strano ragazzo rimasto imbambolato davanti all’ingresso. Alcuni tavoli erano vuoti, ma allora perché non si metteva seduto?
Aveva per caso bisogno di un invito scritto?
Forse era uno di quelli che si aspettava che qualcuno gli mostrasse un tavolo libero. Lui non gli avrebbe mostrato un bel niente, non veniva pagato abbastanza per prendere iniziative e fare qualcosa che non fosse compreso nelle sue mansioni!”

|Soulmates!AU|
Note: Magic in the Moonlight, film del 2014 diretto da Woody Allen, con protagonisti Emma Stone e Colin Firth.
Se non avete visto questo film vi consiglio di vederlo immediatamente, è, probabilmente, il film più carino che ho visto negli ultimi anni, è leggero e divertente e poi i due protagonisti sono carinissimi <3
Eccoci qua al quinto capitolo, wow, non credevo che ci sarei arrivata. Continuo a ringraziare tutte le persone che leggono e recensiscono la storia, per me è molto importante e vi ringrazio per questo.
Per, diciamo, premiarvi per la vostra pazienza questo capitolo è leggermente più lungo degli altri.
Spero vi piaccia e buona lettura!



 
“Dicono che le anime gemelle siano due anime destinate a stare insieme,
programmate per riconoscersi attraverso il tempo e lo spazio”

Vedere Castiel in mezzo a tutta quella folla gli fece una strana impressione, un po' perché il ragazzo sembrava essere un pesce fuor d'acqua, e probabilmente la coppietta che stava pomiciando a solo due centimetri da lui non lo aiutava a sentirsi meglio, e un po' perché quel pomeriggio si era congedato da lui dicendogli che aveva un impegno con Balthazar, anche se non vedeva il suo coinquilino da nessuna parte. Possibile che si fosse inventato quella scusa per evitare di stare del tempo con lui?
Probabile.
E dire che aveva fatto di tutto per fare bella impressione o almeno per non sembrare un totale deficiente. Pensava che fossero okay dopo la storia della ciambella, anche perché Cas era sembrato essere veramente a suo agio durante quei minuti di conversazione, sarebbe stato più carino se gli avesse detto la verità che una scusa campata per aria come quella.
Dean, comunque, continuò ad osservarlo senza muovere un muscolo, forse sarebbe dovuto correre in suo aiuto e toglierlo da quella situazione imbarazzante: e poi cosa avrebbero fatto?
Loro non erano così amici da poter bere qualcosa assieme, almeno non dopo il rifiuto di oggi, però gli faceva veramente pena vederlo lì in mezzo come un sedano e probabilmente se fosse stato lì ancora per cinque secondi quei due ragazzi lo avrebbero preso per un guardone. In una situazione normale non si sarebbe fatto tutti quei problemi ad invitarlo a sedersi, aveva bevuto un sacco di volte con persone che non conosceva affatto, come, ad esempio, le varie ragazze con cui ci aveva provato nel corso degli anni. Allora perché con Castiel aveva paura di dire la cosa sbagliata e di sembrare inopportuno?
Lui era Dean Winchester non una ragazzina!
Decise che ne aveva abbastanza di vedere il ragazzo stare lìin mezzo a quei due e la scena da divertente stava diventando veramente patetica, così bevve un ultimo sorso di birra e iniziò a chiamarlo.
-Castiel!-
Gridò cercando di farsi sentire mentre alzò la bottiglia di birra che teneva in mano per farsi vedere. Ripeté il nome del suo collega per altre due volte prima di attirare la sua attenzione, se la musica non fosse stata a quel volume improponibile forse lo avrebbe sentito subito e avrebbe evitato di sgolarsi in quel modo.
Castiel, in un primo momento, lo guardò facendo quel gesto che faceva ogni qual volta che non capiva qualcosa: assottigliò lo sguardo dietro le lenti di quegli enormi occhiali e lo fissò per qualche secondo, poi si avvicinò continuando a guardarlo come se da un momento all'altro sarebbe dovuto saltargli addosso per ucciderlo.
Accennò istintivamente un lieve sorriso quando il ragazzo gli fu vicino e lo invitò, con un gesto della mano, a sedersi accanto a lui. Chissà cosa ci faceva lì, non ce lo vedeva proprio a frequentare dei posti del genere, anzi, credeva che a quest'ora fosse già rannicchiato sul divano a vedere uno dei porno-musical del suo coinquilino.
Continuò ad osservare il giovane in silenzio fra un sorso di birra ed un altro finché la bottiglia non fu vuota. Adesso non sapeva cosa dirgli, probabilmente l'altro avrebbe preferito il silenzio ad una conversazione, ma a Dean non piaceva stare in silenzio mentre beveva, anzi, quelli erano i momenti in cui parlava di più. Da come l'altro stava seduto sembrava essere a disagio, forse la sue procedenti ipotesi non erano del tutto sbagliate. Sicuramente avrebbe preferito trovarsi a casa sua piuttosto che in un posto rumoroso come quello, ma ormai erano lì, tanto valeva divertirsi un po' e più tardi lo avrebbe riaccompagnato a casa: ci stava prendendo gusto a scarrozzare Castiel in giro, anche se quest'ultimo non sembrava essere molto contento della cosa.
-Balthazar?-
Vide Cas imbronciarsi un attimo a quella domanda, o almeno gli parve così, le sue espressioni erano sempre uguali e quelle rughe sul suo volto erano sempre difficili da interpretare: era felice? Era sorpreso?
-E' qui in giro.- Rispose Castiel con un filo di voce guardando distrattamente il menù alla ricerca di qualcosa da ordinare.

Inizialmente aveva fatto finta di non vedere Dean, aveva fatto di tutto per evitare di rimanere nuovamente da solo con lui e l'ultima cosa che voleva era sedersi al bar e bere, ma era stato costretto a cedere: non lo eccitava l'idea di stare in mezzo a delle coppie che si stavano baciando e Dean al momento era l'unica cosa che non gli sembrava repellente in quel posto.
Sapeva di avere lo sguardo del compagno fisso su di lui, ma non sapeva cosa fare, iniziare le conversazioni non era il suo forte, così come non lo era tirare fuori argomentazioni per mantenere vivo un discorso, se avesse potuto sarebbe restato seduto lì, in silenzio, a fissare quel menù per tutta la sera, ma sapeva che Dean avrebbe cercato in tutti i modi di attaccare bottone con lui.
Si stava domandando cosa ci facesse il ragazzo là, non lo faceva il tipo da discoteche o comunque da luoghi rumorosi, lo vedeva meglio in un pub. Probabilmente era lì per rimorchiare qualche ragazza e ce ne erano tante tra cui scegliere e sicuramente piombando lì all'improvviso aveva rovinato tutti i suoi piani per la serata: ottimo lavoro, Castiel, si disse fra sé e sé, ancora una volta hai rovinato la serata di qualcuno.
Continuò a rimanere concentrato sul foglio che teneva in mano rileggendo in continuazione i nomi degli stessi cocktail nella speranza di trovare qualcosa di gradevole, ma niente lo convinceva. Tutte le bevande avevano dei nomi assurdi e non  riusciva a capire di cosa fossero fatte, perché non potevano scrivere 'cocktail a base di...', gli avrebbero risparmiato una fatica!
Lui non era fatto per frequentare quei locali strani, a lui piaceva il pub che aveva sotto casa, dove le uniche cose da bere erano la birra e il rum, perché Balthazar non aveva deciso di andare lì, perché lo aveva trascinato in quel posto rumoroso?
La prossima volta non si sarebbe lasciato trascinare in nessun posto dal suo coinquilino.
-Guarda…-
La voce di Dean interruppe la sua ricerca.
Alzò la testa e prima rivolse lo sguardo verso il suo interlocutore e poi sul barman che stava spolverando quella che sembrava cioccolata in polvere in un bicchiere con un liquido bianco. Non capiva cosa dovesse guardare, cosa c'era di così emozionante in un barista che stava preparando da bere?
-Sta preparando un Alexander Sisters: c'è il Brandy, la panna e la noce moscata.-
Quel tentativo di conversazione stupì piacevolmente Castiel, allora Dean aveva altri interessi oltre ai film e alle macchine: a quanto pare se ne intendeva di cocktail.
-Sicuro? A me sembra cioccolata in polvere.-
Ci tenne comunque a dire sistemandosi gli occhiali cercando di osservare meglio il bicchiere.
Sì, quella polverina era senza ombra di dubbio cioccolata in polvere, di quella che si spolvera sulle torte o di quella che si usava per fare la cioccolata calda. Ormai aveva una certa esperienza con i dolci e simili. Gabriel, suo fratello, faceva il pasticciere e di tanto in tanto gli era capitato di fare da cavia per i suoi dolci, che non sempre erano buoni quanto lo potevano sembrare visti da fuori.
Il suo collega parve quasi offendersi a morte a quella affermazione, come se avesse appena detto un eresia, ma Cas non riusciva proprio a capire, quello poteva benissimo essere cioccolata, come faceva a dire che era noce moscata?
-Dovresti assaggiarlo.- Disse infine. -Secondo me ti piacerebbe.-
-Io non bevo, dopo uno 'scherzo' che mi ha fatto Balthazar ho deciso di smettere.- Mentì spudoratamente.
Il suo collega si mise a ridere. -Chi sei Sandy? Alla fine della serata mi canterai You're the one that I want?-
Rise a quella battuta cogliendo perfettamente la citazione che aveva fatto. Aveva ritirato fuori Grease, probabilmente si era ricordato della conversazione che avevano fatto la sera precedente. E adesso che ci faceva caso Dean assomigliava a Danny più di quanto volesse ammettere.
- Prima dovrai saltare sulla tua macchina e cantare Grease Lightning.-
Ancora una volta si era lasciato trasportare dal ragazzo e aveva fatto una battuta che mai avrebbe fatto con qualcun altro. Per quanto gli doleva ammetterlo si trovava bene con Dean, aveva come la sensazione di poter dire qualsiasi cosa in presenza dell'altro senza sembrare eccessivo o inopportuno.
“Un anima gemella è quella che compare dal nulla
e all'improvviso per te significa il mondo”

Alla fine Castiel aveva ceduto e aveva ordinato il drink che Dean gli aveva illustrato poco prima. Sapeva di panna e quella era veramente noce moscata, ma come faceva a conoscere gli ingredienti di quel cocktail?
Il ragazzo non gli sembrava un tipo che beveva cocktail del genere, anzi, sembrava il classico tipo che sarebbe potuto andare avanti solo bevendo birra.
Dean lo incuriosiva tantissimo, ogni tanto tirava fuori un nuovo aspetto della sua personalità che modificava totalmente l'opinione che aveva su di lui. Appena lo aveva visto lo aveva etichettato come un donnaiolo o almeno sembrava il classico stereotipo del ragazzo piacente, ma da quando lo 'frequentava' non lo aveva visto flirtare con nessuna ragazza, certo c'era stato qualche occhiolino e qualche battuta di troppo con la cameriera, ma niente di così eccessivo. Sicuramente si stava trattenendo perché c'era lui, ma non capiva di cosa si vergognasse, era una cosa normale fare quelle cose e lui non lo avrebbe certo giudicato.
Posò il bicchiere vuoto sul tavolo, gli fece veramente male ammetterlo, ma quel drink era molto buono e non riusciva a capire come l'altro fosse riuscito ad indovinare, ancora una volta, i suoi gusti preferiti: aveva fatto proprio come quella mattina, quando gli aveva portato la sua ciambella preferita.
-Sai, non muori se ammetti che quella è noce moscata.-
Dean aveva stampato sul volto quell'orribile sorrisetto che faceva sempre anche suo fratello quando preparava un dolce che si rivelava essere buono, quanto odiava quell'espressione compiaciuta!
Preferì non rispondere anche se, ormai, era ovvio che si fosse sbagliato, ma non per questo avrebbe dovuto ammetterlo e infatti si limitò a sistemarsi gli occhiali senza emettere un solo fiato.
-Come hai fatto a sporcarti gli occhiali con la panna?-
Quella domanda fece allarmare Castiel, come si era sporcato gli occhiali?
Non gli era sembrato di aver poggiato il bicchiere così vicino alla montatura: perfetto questa si aggiungeva alla lista delle sue figuracce in luoghi pubblici.
Iniziò a toccarsi la montatura degli occhiali alla ricerca dell'ipotetica macchia mentre il suo compagno aveva iniziato a ridere, era facile ridere delle sfortune altrui.
Come se fosse stato un gesto normalissimo Dean allungò una mano verso di lui e con una strana delicatezza gli sfilò gli occhiali pulendoli con un lembo della sua camicia. Per tutto il tempo tenne lo sguardo fisso sull'altro, anche perché non avrebbe potuto guardare altrove visto che avrebbe visto delle semplice macchie colorate.
-Sai, facevo il barista prima di lavorare nel caffè di Ellen.- Iniziò a spiegare il ragazzo mentre alzò gli occhiali per controllare se li aveva puliti bene. -Per questo sapevo gli ingredienti di quel drink, ne esistono diverse varianti e quella era con la noce moscata.- Castiel notò che l'altro aveva fatto una cosa simile anche quella mattina, quando gli aveva risistemato i bottoni della camicia e anche allora aveva iniziato a parlare a sproposito.
Dean si piegò leggermente in avanti e con la stessa delicatezza di prima gli rimise gli occhiali, ma una volta assolto il suo compito non tornò al suo posto. Restò fermo, a pochi centimetri dal volto di Castiel. -Esiste anche la variante con il cioccolato, se ti interessa.- Cas non sapeva cosa fare, in una situazione normale si sarebbe allontanato, ma adesso anche solo muovere un muscolo gli pareva un impresa divina. La vicinanza di Dean lo stava mettendo a disagio e come se quello non fosse già abbastanza i suoni divennero ovattati: vide il suo collega avvicinarsi ancora di più, come se prima non lo fosse stato abbastanza, adesso riusciva a sentire il suo respiro sulla sua pelle. Sapeva cosa stava per accadere, lo sapeva, ma nonostante tutto non stava facendo niente per impedire quell'enorme errore!
Non doveva succedere, lui non credeva nell'anima gemella, non conosceva affatto Dean, non poteva baciare un totale estraneo solo perché gli aveva pulito gli occhiali e poi chissà se erano veramente sporchi!
Come aveva potuto lasciarsi sfuggire la situazione dalle mani?
A lui non capitavano mai imprevisti come quelli, riusciva ad avere tutto sotto controllo, ma questa volta niente era andato come lui lo aveva pianificato.
-Guarda un po' chi abbiamo qui, la virile manifestazione del Divino e Castiel.-

Al suono di quella voce Dean si allontanò velocemente dal viso di Castiel, al quale, nel frattempo, si erano arrossate un po' le guance: erano appena più rosa del normale, non era così evidente, ma tutto sommato quel colore gli stava bene, almeno non era più pallido.
Alzò lo sguardo verso la fonte del suono e vide il coinquilino del suo compagno: Balthazar, allora non gli aveva mentito, era veramente in giro con lui.
Quel nomignolo, se era un nomignolo, lo turbò alquanto, perché non poteva semplicemente chiamarlo con il suo nome?
Aveva l’impressione di non piacere molto a Balthazar e non ne capiva il perché: non si erano neanche mai parlati, avevano avuto solo un veloce scambio di sguardi la sera precedente a casa. Forse era una sua impressione del tutto sbagliata, anche se quella battuta non lo confortava molto. Non che poi gli interessasse andare d’accordo con il coinquilino del suo collega, però magari gli avrebbe potuto dare una mano per far sciogliere un po’ Castiel per non farlo comportare sempre da ghiacciolo insensibile.
Vide Cas rimettersi seduto composto riprendendo in mano il menù dei drink.
-Ho interrotto qualcosa?-
Chiese Balth forse notando l’imbarazzo nel suo coinquilino.
Forse era stato un bene che il ragazzo avesse interrotto quel bacio, anche se non era neanche sicuro che lo si potesse definire in quel modo visto che non c’era stato alcun contatto fra le loro labbra, sicuramente gli aveva impedito di compiere l’errore più madornale della sua intera vita. A lui non piacevano i ragazzi e l’ultima volta che aveva controllato Castiel apparteneva a quella categoria e certamente non voleva iniziare a farseli piacere adesso e poi sarebbe stato strano baciare un ragazzo, adesso che ci stava pensando non capiva neanche da dove gli fosse saltata fuori quell’assurda idea. Probabilmente anche l’altro la doveva pensare in quel modo a giudicare da come si era comportato.
Con lo sguardo seguì ogni singolo movimento di Balthazar, che era andato a sentirsi accanto al suo coinquilino.
-Cassie, stai bene? Sei un po’ rosso.-
Dean si chiese come l’altro non si era accorto di star tenendo un One man show.
Castiel, improvvisamente, gli rivolse uno sguardo, non sapeva bene come interpretarlo, probabilmente era una richiesta d’aiuto, ma cosa poteva fare per aiutarlo?
Ormai Balthazar era lì, non poteva fare molto per migliorare la situazione.
“Per me non c’è niente sulla terra:
 Più bello del tuo sorriso
Nessun suono più dolce della tua risata
Nessun piacere più grande del tenerti stretto fra le mie braccia.
Oggi ho realizzato di non poter vivere senza di te (…)”

Quell’ultima ora era stata la più lunga e imbarazzante della sua vita e dire che una volta aveva dovuto spiegare a sua madre cosa ci facesse un reggiseno sotto al suo letto.
Lo spiacevole quasi incidente di prima sembrava essere stato dimenticato o almeno nessuno non ne aveva più fatto menzione e Castiel era tornato al suo solito pallore da morto. Avrebbe fatto una bella figura sul set di The walking Dead, avrebbe potuto fare quello morto da poche ore.
Da quando Balthazar li aveva deliziati con la sua compagnia Dean si era scolato un altro paio di bottiglie di birra. Era impressionate quanto quel ragazzo potesse parlare da solo senza il bisogno di interpellare nessuno, davvero, avrebbe potuto fare uno show tipo quello di Oprah e questo non voleva dire che lui guardasse quel programma da ragazzine con gli ormoni a mille, ne aveva visto uno spezzone UNA sola volta perché dopo ci sarebbe stato Doctor Sexy MD.  
I discorsi del coinquilino di Cas erano interessanti quanto suo fratello che parlava di assassini vari. L’ultimo argomento su cui si discuteva nel Balthazar Show era di come avesse incrociato, in quella discoteca, un suo compagno del corso di teatro e più precisamente quello a cui aveva soffiato il ruolo nell’ultima rappresentazione. Non che a Dean interessasse veramente questo discorso, anzi, nella sua mente aveva già pensato ad almeno cinque modi diversi per uccidere Balthazar utilizzando, solamente, le chiavi della sua macchina, ma non poteva fare molto altro oltre che ascoltare quei discorsi senza senso in quel momento.
-Balthazar, non puoi impedire ad una persona che non sopporti di venire in un posto perché ci sei tu.- Aveva risposto pazientemente Castiel all’ultima affermazione del suo coinquilino. Era impressionante il modo pacato in cui il ragazzo continuava a rispondere a tutta quella marea di stronzate, forse era l’abitudine a sentirle che gli impediva di essere stupito.
-Non è che non la sopporti, solo che è stato strano.-
Cas sospirò a quest’ultima affermazione. Forse si ritrovava spesso a fare queste discussioni con il suo coinquilino, non lo invidiava per niente, per fortuna con Benny andava d’amore d’accordo e a parte il piccolo incidente del film fra loro procedeva tutto liscio come l’olio, ma ancora si domandava come il suo collega non avesse provato ad uccidere Balthazar nel sonno.
Bevve gli ultimi sorsi di birra e solo Dio sa quanto ne avrebbe voluta ordinare un’altra per ascoltare il meno possibile tutte quelle chiacchiere inutili, ma dopo avrebbe dovuto guidare quindi decise di smettere, anche se questo voleva dire ascoltare Balth.
Di tanto in tanto lanciava qualche occhiata a Castiel e notò che anche lui era arrivato al limite della sopportazione, aveva sospirato più lui negli ultimi due minuti di una ragazzina al suo primo appuntamento. Chissà com’era quando si arrabbiava, forse diventava tipo Hulk, se così fosse stato non vedeva l’ora di vederlo scoppiare e riversare la sua rabbia sul suo coinquilino e tutto quello che doveva fare era stare lì, in silenzio e osservare il lento scorrere degli eventi.
Balthazar riprese a parlare e Dean iniziò a giocherellare con i bracciali che teneva sul polso a coprire la sua voglia. Aveva quasi baciato Castiel, come aveva potuto lasciarsi trascinare in quel modo?
Non era detto che fossero anime gemelle nel senso romantico, magari loro erano destinati ad essere solo amici, cose del genere capitavano, anche se molto raramente e probabilmente questa volta era toccata a loro.
-Tutto bene?-
Quella non era la voce di Castiel, anche perché stava ancora ‘conversando’ con il suo coinquilino. Alzò la testa e accanto a lui si era appena seduto Benny, finalmente aveva deciso di far ritorno all’ovile. Si stupì nel vedere che aveva ancora quello stupido capello in testa, come faceva a non sentirsi fuori posto con quel cappello da vecchio?
Se voleva passare per il nonno che va in discoteca per dire alle ragazze di vestirsi beh complimenti! Era riuscito nel suo intento. E poi come avevano fatto i suoi amici a lasciarglielo in testa?
Magari l’umiliazione era un rito di iniziazione per quelli che frequentavano la facoltà di filosofia, si sarebbe aspettato questo e altro da quei tizzi strani che si divertivano a leggere cose in una lingua morta!
-Sì, sì, tutto bene.- Rispose un po’ scocciato.
Adesso che Benny era lì non si sarebbe più potuto godere Castiel che si arrabbiava con Balthazar, perché era sicuro che il ragazzo volesse andarsene subito. Tutto sommato, però, era contento che  fosse tornato indietro, almeno adesso aveva una scusa per smettere di annuire a tutte le stupidaggini che diceva l’amico di Cas. Solo che gli dispiaceva per il suo collega, che sarebbe dovuto restare lì ancora per chissà quanto tempo a farsi riempire la testa di tutte quelle chiacchiere inutili.
-Dean, non ci presenti il tuo amico?-
Con quella frase, detta quasi sottovoce, come se avesse avuto paura di disturbare, Castiel interruppe il fiume di parole che il suo coinquilino stava continuando a gettare al vento come se interessasse a qualcuno. Subito vide Balth cambiare espressione e non rivolse una sguardo proprio amichevole a Benny.
-Lui è Benny, il mio coinquilino.- Si affrettò a dire indicandolo con un semplice gesto della mano. –E stavamo per andarcene.-
 
Quell’ultima affermazione sembrò stupire Benny o almeno questa fu l’impressione che diede a Castiel. Quel ragazzo sembrava troppo diverso da Dean per essere il suo coinquilino, ma forse si sarebbe potuto dire la stessa cosa di lui e Balthazar, nessuno avrebbe mai pensato che potessero avere qualche interesse in comune.
-D’accordo.- Si limitò a dire trovando strano il comportamento che il suo collega aveva appena avuto.
Sapeva che Balth stava diventando logorroico, era un’ora che stava parlando praticamente da solo e quella non doveva essere proprio la serata ideale di Dean. Era tutta colpa sua se la sua serata era rovinata, non avrebbe dovuto accettare l’invito a sedersi con lui, avrebbe dovuto ignorarlo, far finta di non sentirlo e se domani gli avesse chiesto spiegazioni gli avrebbe risposto dicendo che il volume della musica era così alto che non era riuscito a sentirlo. Se solo avesse potuto tornare indietro nel tempo  avrebbe potuto evitare una serata imbarazzante all’insegna dei discorsi senza senso di Balthazar.
Quando vide il suo coinquilino alzarsi dallo sgabello desiderò sparire. Non era un bel segno quando Balth si alzava in quel modo, almeno non lo era per lui. Ogni volta si alzava di scatto significava  che stava per dire una delle sue solite battute fuori luogo e senza senso. Certe volte si domandava perché avesse scelto di vivere proprio con lui e dire che aveva conosciuto altri possibili coinquilini meno molesti e invadenti.
Si massaggiò le tempie abbassando lo sguardo sperando di sbagliarsi, sperava davvero che Balthazar cambiasse idea e tornasse seduto, ma purtroppo niente di tutto ciò accadde.
-Non andartene docile in questa buona notte…-
Alzò lo sguardo giusto in tempo per vedere Dean guardare Balth con uno sguardo interrogatorio, probabilmente si stava domandando il perché di quella battuta e sinceramente anche lui se lo stava chiedendo. Castiel non era il tipo che si imbarazzava facilmente, anzi, ma quando il suo coinquilino
se ne usciva con frasi simili non poteva fare a meno di provare un po’ di vergogna per lui. Infondo qualcuno doveva pur avere un po’ di senso del pudore.
-Infuria contro il morire della Luce.-
Questa volta a parlare fu Benny, l’amico di Dean.
Castiel aveva la sensazione di conoscere quelle parole, le aveva già lette da qualche parte, ma non riusciva a ricordare dove. Forse era una poesia che gli aveva recitato il suo coinquilino mentre lo aiutava con dei provini, ma quella non sembrava una cosa che il ragazzo avrebbe potuto dire ad una audizione.
-Tu sei quello a cui ho soffiato il ruolo nello spettacolo!-
Affermò Balthazar con una strana euforia.
E improvvisamente Castiel si ricordò dove aveva letto quella frase: sulla schiena di Balthazar.
“Avere un’anima gemella non significa sempre innamorarsi.
Puoi trovare la tua anima gemella anche nell’amicizia.”

Si era ritrovato fuori dal locale, seduto sul marciapiede come un bambino che aspetta sua madre fuori da un negozio. Aveva iniziato a sentirsi di troppo là e non voleva entrare in una discussione in cui non c’entrava assolutamente niente così aveva optato per aspettare Balthazar fuori per poi tornare a casa insieme.
Si era stretto nel suo cappotto, faceva più freddo di quando erano arrivati, sperando che il suo coinquilino risolvesse al più presto quell’imprevisto, almeno sarebbero potuti tornare a casa.
Era lì ormai da dieci minuti quando sentì qualcosa di freddo poggiarsi contro la sua guancia. Rabbrividì all’istante e si chiese quale pazzo avrebbe potuto fare una cosa del genere. Alzò appena la testa e vide Dean che gli aveva allungato una bottiglia di birra.
-Non mi guardare in quel modo.- Aveva detto scocciato il ragazzo. –Prendi la birra e bevi.-
Castiel accennò un impercettibile sorriso e prese la bottiglia stringendola, poi, con entrambe le mani. Il suo collega si mise seduto accanto a lui e bevve un sorso di birra così lungo che per un istante ebbe il timore che la finisse tutta.
Qualsiasi cosa succedeva si ritrovava, sempre, da solo con il ragazzo, ormai ci stava facendo l’abitudine, anche se la cosa lo metteva ancora un po’ a disagio.
Seguendo il consiglio che gli aveva dato l’altro poco prima bevve un piccolo sorso di birra.
-Se non altro è una bella serata.-
Aveva detto Dean cercando di rompere quel silenzio imbarazzante. Cas non aveva proprio voglia di parlare, chi ne avrebbe avuta in un momento come quello?
Balthazar aveva immaginato l’incontro con la sua anima gemella sin da quando lo conosceva, era esattamente come suo fratello, e non era giusto che fosse capitato in quel modo, addirittura il suo incontro con Dean era stato più emozionante e lui aveva storpiato il suo nome.
Già, Dean, nessuno sapeva di lui, nessuno sapeva che era la sua anima gemella, nessuno sapeva che si erano quasi baciati, per una volta il pessimo tempismo del suo coinquilino lo aveva salvato da un errore madornale.
-Fa troppo freddo per i miei gusti.-
Si limitò a dire con il suo solito tono serio bevendo un altro sorso di birra. Non aveva voglia di parlare, sinceramente non sapeva neanche perché si trovasse ancora lì, seduto su quel freddo marciapiede insieme alla causa di tutti i suoi recenti problemi.
-Posso riaccompagnarti a casa.-
-E Benny?-
-Lui può tornare a casa anche da solo, è grande e grosso.-
Quella era una scena che si era ripetuta fin troppo volte in quei due giorni: lui che rimane a piedi, Dean che gli offre un passaggio e poi silenzio imbarazzante per tutto il viaggio.
Dovette ammettere che però un passaggio, adesso, non gli sarebbe dispiaciuto, lì fuori stava gelando e dentro il locale si annoiava a morte, infondo Balthazar non aveva bisogno di lui per tornare a casa e di certo non avrebbe avuto bisogno in un momento come quello.
“ Anima gemella:
(n.) Quella persona che incontrerai accidentalmente durante la tua vita e con la quale creerai un rapporto indistruttibile.
La tua anima gemella ti farà sorridere, condividerà le tue speranze e realizzerà i tuoi sogni.”

Per la prima volta si trovava sull’Impala di Dean perché lo voleva lui e non perché l’altro lo aveva obbligato a salire.
La radio era accesa e suonava a tutto volume canzoni che ormai non conosceva più nessuno, perché era impossibile che ci fosse qualcuno che ancora ascoltava gli Oasis. In quel momento stava andando Champagne Supernova: Castiel adorava quella canzone, anche perché c’era stato un periodo in cui Gabriel ascoltava quella canzone a loop.
Senza neanche pensarci si era ritrovato a canticchiare il motivetto della canzone mentre osservava il paesaggio fuori dal finestrino, anche se era difficile vedere qualcosa visto che ormai era buio pesto.
Sentì Dean ridere e si chiese perché quel ragazzo ridesse sempre, come faceva a trovare tutto divertente?
-Cosa c’è?-
Chiese, se c’era qualcosa di divertente voleva ridere anche lui.
-Sei stonato come una campana, ecco cosa c’è.-
Quell’affermazione avrebbe dovuto offenderlo e invece si ritrovò ad accennare un lieve sorriso, anche se si chiedeva come avesse fatto a sentirlo visto che stava sussurrando, che si fosse lasciato trasportare dalla canzone e avesse iniziato a canticchiare ad alta voce?
Beh, non sarebbe stata la prima volta che gli capitava, se si scavava nella sua lista di figuracce in luoghi pubblici se ne trovavano tante che avevano a che fare con il canticchiare canzoni.
-Tu sapresti fare di meglio?-
Dean sbatté la mani sul volante e Castiel non capì perché lo fece, forse era un po’ alticcio.
-Saprei suonarla ad occhi chiusi.-
Giusto, Dean era un musicista stando a quello che gli aveva raccontato quella mattina.

Senza neanche accorgersene si ritrovò davanti casa di Castiel. Era strano, come ogni volta che lo accompagnava, il viaggio diventasse sempre più corto.
Si fermò davanti alla porta d’ingresso del palazzo e aspettò che il suo collega scendesse, credeva che lo avrebbe visto schizzare fuori dalla macchina una volta fermi, ma invece Cas era ancora inchiodato sul sedile del passeggero. Non riusciva proprio a capire quel ragazzo: un secondo sembrava volesse scappare, mentre l’altro sembrava non volersene neanche andare.
-Ti va di salire?-
Quella richiesta stupì piacevolmente Dean che non si aspettava nuovamente un invito a salire in casa del ragazzo, stava per rispondere quando l’altro lo precedette.
-Non fraintendere, possiamo aspettare Balthazar e Benny a casa mia, dubito che Balth guiderebbe fino a casa vostra, non gli piace andare i posti nuovi.-
L’ultima frase suonava come il tentativo di fare una battuta, tentativo fallito miseramente perché Castiel non sapeva fare le battute e mai ci sarebbe riuscito.
-Hai ragione.-
Si limitò a rispondere Dean spegnendo la macchina e togliendo le chiavi dal quadro.
Fare nuovamente quelle scale fu un suicidio, per non parlare di Titanic che appena aveva sentito Castiel rientrare aveva iniziato a strusciarsi come se la sua vita dipendesse da quello. Non aveva mai starnutito tanto come in quel momento.
Si tolse la giacca e, come la sera prima, la lasciò sul divano mentre Cas era andato nella sua stanza. Gli sembrava di rivivere un Déjà-vu, forse adesso si sarebbe risvegliato nella sua stanza con il computer a terra e i vestiti gettati in giro.
Si era rimesso a leggere i titoli dei DVD negli scaffali, la scorsa volta si era fermato a metà a causa di quel porno-musical, magari avrebbe trovato qualcosa di interessante insieme a tutta quella paccottiglia.
-Ho chiamato Balthazar.- A Dean quasi non venne un infarto, Castiel la doveva smettere di comparire all’improvviso alle spalle delle persone, era una cosa che non si faceva!
L’altro non sembrava neanche farlo apposta, certe volte gli ricordava un bambino, un bambino molto inquietante. –Ha detto che tornerà fra poco, quindi, se la vuoi smettere di toccare le sue cose, puoi aspettare Benny in cucina.-
L’idea di stare seduto a tavola non lo eccitava per niente, soprattutto perché sarebbe stati in silenzio e Mr. Ghiacciolo avrebbe troncato sul nascere qualsiasi spunto per dialogare. Adesso capiva perché Balthazar riuscisse a parlare da solo per tutto quel tempo senza mai perdere un colpo!
-Perché non guardiamo questo film?- Chiese estraendo velocemente e a caso un DVD dalla libreria.
Che film aveva preso?
Dean non lo sapeva, sperava solo che non fosse niente di imbarazzante come il Rocky Horror.
-Magic in the Moonlight?-
Castiel allungò una mano e prese, con delicatezza, la custodia ed iniziò a rigirarsela fra le mani.
-Non credevo ti piacesse questo genere di film, ma se insisti.-
Dopo neanche dieci minuti si era ritrovato seduto sul divano con accanto Castiel che si era preparato una tazza di tea e aveva recuperato una coperta in pile che si era poggiato sulle gambe, ma quanti anni aveva?
Il film non sembrava essere male, c’era una veggente che voleva convincere l’illusionista che la magia esiste davvero e poi la trama aveva iniziato a confondersi e la stanchezza ebbe la meglio su Dean. L’ultima cosa che ricordava di aver sentito era: Quando il cuore controlla la testa il disastro è sicuro.
“Essere anime gemelle vuol dire
amare perfettamente una persona imperfetta”

Mugolò appena quando un raggio di sole gli si posò sugli occhi che subito iniziò a stropicciarsi. Sentiva uno strano peso schiacciargli il braccio. La scorsa sera non ricordava di essere andato con una ragazza, non ricordava neanche di aver lasciato la casa di Castiel, ma probabilmente la sua mente gli stava giocando un brutto scherzo, infondo si stava appena svegliando.
Intorno a lui c’era uno strano silenzio, di solito Benny metteva la televisione a tutto volume per ascoltare il telegiornale, ma quella mattina il silenzio regnava sovrano nell’appartamento. Dean fu contento di questa cosa, almeno avrebbe potuto dormire qualche minuto in più prima di alzarsi e andare alla caffetteria, anche se non si sarebbe mai mosso da lì, nonostante il peso sul braccio, stava bene, forse l’unica cosa che rovinava quell’attimo di pace era il caldo: si stava letteralmente sciogliendo!
Decise di aprire gli occhi, giusto il tempo per sbarazzarsi del piumino e rimettersi a dormire.
Si stiracchiò appena e istintivamente strinse a sé qualcosa che, a sua volta, mugolò contrariata. Le cose erano due: o Benny aveva deciso, improvvisamente, di dormire con lui o una ragazza si era infiltrata nel suo letto.
Aprì gli occhi e quando riuscì a distinguere i contorni della persona abbracciata a lui non volle quasi crederci: Castiel non solo era accanto a lui, ma gli stava schiacciando il braccio e teneva la testa sul suo petto!
Adesso era evidente il fatto che non era tornato a casa, ma quando si erano messi in quella posizione?


 
   
 
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