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Autore: monica_s    18/11/2015    1 recensioni
Sin da bambino mi era stato inculcato l'odio per i sanguemarcio. I miei genitori mi costringevano ad insultarli, a non considerarli degni del dono della magia. All'inizio non capivo, ma poi mi ci abituai. Oltretutto era più facile essere accettato dagli altri seguendo i consigli dei miei. Tuttavia non avevo calcolato la possibilità che anche lei potesse esserlo...
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Più contesti
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Terza parte


Durante l’estate cercai di capire cosa non andava in me, un po come tutti a dodici anni. Non si è ancora abbastanza grandi per alcune cose, ma si è già troppo grandi per altre. E’ quasi come essere bloccati in un limbo e l’unico modo per sfuggire a quella terra di mezzo è entrare in conflitto con se stessi. 
In quei giorni nel mondo dei maghi si diffuse la notizia che un famigerato assassino era fuggito dalla prigione magica di Azkaban. Un certo Sirius Black, imprigionato da 12 anni in quel carcere, era stato rinchiuso perchè colpevole di un pluriomicidio in cui avevano perso la vita diversi babbani e il migliore amico dell’assassino di cui, si dice, sia rimasto solo un dito poichè letteralmente disintegrato da Black. Per questo nella mia famiglia in quel periodo c’era una strana aria tesa, come se una “bomba” fosse destinata a esplodere prima o poi, ma nessuno voleva darmi spiegazioni. Mio padre offendeva continuamente Silente, lo giudicava incosciente in quanto non era d’accordo a lasciare che i Dissennatori controllassero il castello di Hogwarts. Intanto l’inizio delle lezioni si avvicinava sempre più. Non sapevo di cosa avere più paura, Black era certamente uno squilibrato, un pazzo omicida capace di qualsiasi strage, ma i Dissennatori? Erano creature orribili, almeno così dicevano. Mio padre però sembrava quasi non essere interessato all’argomento, le riteneva creature utili a ciò per cui sono state destinate: sorvegliare i criminali come Black. Insomma era un periodo un po strano, ma ero sicuro che in qualche modo saremmo riusciti a venirne fuori, come sempre. 
Finalmente il giorno tanto atteso arrivò, non vedevo l’ora di poter rivedere i miei “amici“, e di poter nuovamente giocare a Quidditch. Quell’anno sentivo che avrei potuto battere Potter, e di aver potuto dimostrare di essere il migliore, finalmente. Per un attimo, quel giorno dimenticai la storia di Black e dei Dissennatori e mi godetti il viaggio sull’Hogwarts Express. Ho sempre adorato quel viaggio, si è sempre così carichi di aspettative per l’anno che sta per cominciare. Si è ansiosi di rivedere di nuovo la scuola, i compagni, e i professori…Quest’anno purtroppo due “incompetenti”, come mio padre li definisce, ricoprono il ruolo di professore per la “Difesa contro le arti oscure” e “Cura delle creature magiche”. “Remus Lupin e Rubeus Hagrid sono la prova che il professor Silente non è in grado di dirigere la scuola di magia, favorisce solamente i bisognosi, coloro a cui lui deve un favore, e non ha alcuna importanza se ad insegnare ai nostri figli ci sono degli incompetenti, Silente deve dimettersi prima o poi.” Questo era quello che continuavo a sentirmi dire durante quell’estate da mio padre e da alcuni suoi colleghi.  A dire la verità neanche a me Silente suscitava gran simpatia. Sin dal primo anno aveva dimostrato  un grande ammirazione nei confronti di Harry Potter, e francamente non capivo il perchè. Non aveva dimostrato chissà quali doti fino ad ora. Era un alunno della scuola come tutti gli altri, anzi per quel che potevo vedere non si impegnava parecchio nello studio ed era sempre ben disposto a non rispettare le regole della scuola. Per questo le attenzioni di Silente nei suoi confronti mi erano sempre sembrate ambigue, infondate, facevano crescere in me rabbia e disapprovazione. Soprattutto quando alla fine dell’anno durante il banchetto, nonostante noi Serpeverde avessimo il punteggio più alto, Silente si inventava sempre una scusa per aumentare il punteggio dei Grifondoro per “merito” di Harry e delle sue “coraggiose imprese”. E poi Harry era anche il migliore amico di Hermione, perciò era facile capire da dove nascesse il mio disappunto nei suoi confronti. Aveva tutto ciò che io non potevo avere, ma che aspiravo ad avere. 
Mentre eravamo ancora sul treno, improvvisamente la carrozza si fermò. Fuori si era formata una strana nebbia e tra le mie gambe si stava insinuando una corrente gelida, come se ci fosse uno spiffero. Le luci nel nostro vagone cominciarono a traballare, continuavo a non capire cosa stesse succedendo. Anche Crabbe e Goyle avevano delle espressioni miste tra paura e sorpresa. Poi il buio. Sentii il morale crollare, ebbi la sensazione che da quel momento non avrei più potuto essere felice. Mi sentivo depresso, scoraggiato, amareggiato ma non ne conoscevo la ragione. Poi vidi fluttuare al di là della porta scorrevole del vagone una figura alta e scura, come un grande mantello sgualcito e consumato trascinato via dal vento, lo stesso che ancora mi gelava il corpo. Rimasi assopito, in silenzio per non so quanti minuti ancora e poi tornò di nuovo la luce. Uscimmo tutti dalle carrozze, e d’istinto cercai Hermione…ma non la vedevo. Decisi di cercarla, ero preoccupato, così andai avanti tra le carrozze e poi la vidi lì con Potter. Era svenuto e insieme a Weasley e ad un uomo mal vestito, che non avevo mai visto, cercavano di rianimarlo. Probabilmente era stata colpa di quelle orrende creature, certo era un po’ esagerato. Nonostante anch’io mi fossi preoccupato, sicuramente non ero svenuto, ma questa era l’ennesima dimostrazione della fragile indole di Potter, sicuramente non adatta a reggere il confronto con la sua fama da potente mago. 
In quel momento avrei voluto stringere Hermione e chiederle se era tutto apposto, ma non potevo. Era troppo intenta a cercare di aiutare il suo “amichetto del cuore”. E poi non avrei comunque potuto dirlo. Io ero Draco Malfoy, il cinico bullo che non perdeva mai l’occasione di prenderli in giro, che senso aveva fare la parte dell’amico sincero adesso? Per questo decisi di fare un passo indietro, in tutti i sensi, e di tornare nel mio vagone. 
Durante il banchetto di apertura non persi l’occasione per cercare di far notare a Hermione chi si tenesse stretto accanto a sè, per questo decisi di prendere in giro Potter per ciò che era accaduto sul treno:
“Hanno messo i Dissennatori ad ogni entrata Potter, sono ovunque. Pensi di avere un abbonamento fisso con l’infermeria quest’anno? Non vorrai mica svenire ogni volta che ne vedi uno!” Dissi tra le risatine di Crabbe e Goyle.
“Lascialo stare Harry.” Esclamò Hermione con tono accusatorio. 
Avevo fallito anche questa volta, ma forse non era stata una gran bella idea. Eppure non capivo c’erano un sacco di ragazze del mio stesso anno, o più piccole che mi desideravano esattamente per com’ero, nonostante adesso io riconosca che effettivamente non ero una gran bella persona. Perchè con lei non funzionava? Con le ragazze a cui non ero interessato era tutto così semplice, così chiaro, perchè con lei finivo inevitabilmente, in ogni occasione, per fare figure di merda? Che oltretutto non erano ancora finite.
Vorrei potermi svegliare un giorno e dimenticare l’infinita e colossale figuraccia fatta alla prima lezione di Cura delle Creature Magiche fatta con Hagrid. Riguardava gli Ippogrifi e nonostante Hagrid ci avesse avvertiti della loro pericolosità, soprattutto nel caso in cui qualcuno gli avesse mancato di rispetto, dopo la splendida dimostrazione di Potter pensai che forse avrei potuto fare lo un po’ lo spaccone, visto che lui ne era uscito illeso senza particolari sforzi. Ma così non fu, l’Ippogrifo mi graffiò un braccio e per il dolore caddi sull’erba. Nonostante avessi scatenato l’ira dell’Ippogrifo, di Harry e di soprattutto di Hagrid, l’unica a preoccuparsi per la mia ferita fu Hermione:
“Draco che diamine ti è saltato in mente? Stai fermo, cerca di bloccare la fuoriuscita del sangue…così…ecco bravo.”
“Dove hai imparato?”
“Nel mondo dei babbani non possiamo sperare nella magia per curare le ferite, dobbiamo andare in ospedale, o comunque farci aiutare da un medico, e in attesa di poterlo fare la cosa migliore è bloccare il sangue così.”
Nonostante provassi davvero molto dolore, credo il più acuto fino a quel momento, il suo sorriso mi rassicurò. Ed io, intanto, avevo già dimenticato tutto ciò che rendeva complicata la nostra “amicizia”, lì, in quell’istante, vedevo solo Hermione. Non una mezzosangue, una nata babbana, una ragazza troppo intelligente per interessarsi ad uno spaccone come me, vedevo solo la prima ragazza che fino a quel momento mi aveva rivolto un sorriso sincero. 
                                                 
   
 
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