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Autore: claws    19/11/2015    1 recensioni
Raccolta di venti one shots SmoAce in genderswap.
«Sembravi triste, Fumosa,» esclamò Rufy, senza preoccuparsi di sembrare invadente.
[≈20 000 parole]
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai, Yuri | Personaggi: Portuguese D. Ace, Smoker | Coppie: Ace/Smoker
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Gender Bender
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The person that you take a bullet for is behind the trigger'
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Indice di fuoco
















Sucker Punch

Woe to all who stop at the horizon!







Ecco in che cosa si stava sviluppando l’ossessione di Smoker, anche chiamata Portuguese D. Anne: si stava trasformando in un enorme macello nella sua testa.

Il problema più grave non era la D nel nome, ma il fatto che fosse la sorella maggiore di quel Cappello di Paglia che nel giro di pochi giorni avrebbe sconfitto Crocodile. Forse Tashigi, dopo la Storia di Alabasta, aveva colto le implicazioni sulla giustizia e sulla Marina meglio di chiunque altro, forse più di Smoker stessa, che pure era perfettamente consapevole del fatto che la Giustizia Assoluta fosse più un danno che una protezione; gli incontri (o scontri?) con Pugno di Fuoco, nelle settimane successive e in diverse isole del Paradiso della Rotta Maggiore, avevano portato Smoker a credere che fratello e sorella dovessero essere alzati sullo stesso piano – su quello dei pirati fuori dalla norma.

Inutile dire che metterli sullo stesso livello le dava molto fastidio, ma glielo avrebbe concesso, perché Smoker seguiva un altro genere di giustizia, e la sua giustizia ammetteva piccole eccezioni in fatto di criminali – come Tashigi aveva potuto notare (e come potè notare in seguito altre volte). Certo quello non bastava come giustificazione per lasciarli scorrazzare per i mari del mondo, perché i pirati sono e rimangono pirati.

Così, mentre la sua nave inseguiva Cappello di Paglia, Smoker pensava a quei due marmocchi scapestrati – e ora che ci pensava, a quella famiglia apparteneva anche il capo dei rivoluzionari. Avrebbe voluto sapere cosa ne pensasse Garp di figlio e nipoti, ma immaginò che non sarebbe stato felice di parlarne – o forse che ne sarebbe stato troppo felice, in realtà.

Chissà perché, pur essendo fratelli, uno era Monkey e l’altra Portuguese. Di certo non per depistare la Marina, dal momento che quei due se ne andavano per il mondo dicendo a tutti che erano fratelli; nemmeno per differenziarsi, visto che una era Pugno di Fuoco e l’altro Cappello di Paglia; per quale diavolo di motivo, allora, due cognomi diversi?

Quanti misteri c’erano, dietro quella famiglia?

Pur trovandosi in missione contro Cappello di Paglia, Smoker pensava più che altro a Pugno di Fuoco. L’avevano incontrata altre volte, il commodoro e i suoi, durante alcuni sbarchi su diverse isole. Non si poteva dire che Portuguese avesse avuto intenzione di dar loro battaglia: semplicemente li salutava con battutine ironiche e scappava via prima che ci fosse uno scontro serio. Una volta aveva perfino consegnato a Tashigi il capo di una banda di schiavisti giunti sull’isola per acquisire merce di scambio.

Certo il suo comportamento non aiutava i sottoposti del commodoro. Sulla sua nave già si seguiva una sorta di istinto morale, ma ricevere lezioni di giustizia da una fuorilegge era, come dire, un pugno che non si poteva prevedere e contro cui non ci si poteva difendere. La reazione migliore a cui erano giunti era adattarsi all’idea che esistessero pirati modellati con quello stampo.

A farle pensare a Pugno di Fuoco c’era anche la questione dei loro poteri. Il fumo è un indice di fuoco: è una conseguenza inevitabile di un incendio. Il fumo segue sempre al fuoco, come una presenza sottile che si arriccia verso il cielo e si disfa nell’aria, ma è sempre più in alto rispetto alle fiamme quando fumo e fuoco si estinguono. Come se sfidasse le fiammate a raggiungerlo e ad accompagnarlo al cielo.

Quindi, come il fumo segue sempre al fuoco, così Smoker avrebbe seguito Anne inseguendo Rufy, pur mantenendo Cappello di Paglia come obiettivo primario. Il fumo si trova sempre in presenza del fuoco: ma quando nel cielo si alzano colonne grigie, il fumo si allontana dalle lingue di fuoco ancora a terra, giusto? Allo stesso modo Smoker non poteva fare a meno di pedinare Anne e, una volta faccia a faccia, di tenerla a distanza, in una sorta di gioco con la corda: si tira, si lascia la presa, si recupera spazio, ci si ritira – come la marea.

Come la marea, Anne aveva lasciato un segno su Smoker. Era poi arrivato un grosso tifone tropicale che aveva ingrossato il mare come il fiato di un bambino gonfia un palloncino, tifone che l’aveva sconvolta: era un vento del Nord, rosso per i fulmini, nuvole basse di pioggia, acqua dolce sulla sabbia. Poi quel maestrale mostruoso aveva accompagnato via, soffiando, la tempesta: quando Pugno di Fuoco e Cacciatrice Bianca si erano separate di nuovo dopo un breve scontro, il Potere del Diavolo di Smoker si era assopito con la convinzione che quel fuoco sarebbe tornato presto ad alimentarlo.

Così non fu per qualche tempo: le creste di fumo che nuotavano nelle vene di Smoker cominciarono a ribollire, ad arricciarsi sulle pareti dei capillari, a esigere che quel fuoco si mostrasse, per placare quella sensazione di mancanza che proprio non voleva saperne di sparire. Smoker tratteneva il proprio potere e lo costringeva a non gridare, perché quella non sarebbe stata una relazione sana in nessun modo. Stare attorno ad Anne non era salutare per Smoker, tanto quanto fumare non lo è per i polmoni.

C’era una sorta di complicità tra pirata e commodoro, in qualche modo. Si parlavano (insultavano, più che altro) come vecchissime amiche; quando si scontravano, dopo Alabasta, si misuravano in delle zuffe per controllare che entrambe fossero nella forma giusta per sostenere un duello. Probabilmente questo legame professional-amichevole di rivalità (se così si può definire) era dovuto alla combinazione dei loro Poteri del Diavolo: non che qualcuno potesse esserne sicuro, dal momento che nemmeno le due controparti ne erano certe.

Ma andava bene. Era stimolante fronteggiarsi con un’avversaria le cui capacità annullavano i vantaggi di un frutto Rogia. Che gusto c’era a combattere contro qualcuno che non dava filo da torcere?

Invece fumo e fuoco gorgogliavano continuamente nel sangue come i gas più freddi e quelli più caldi nelle correnti convettive del sole, verso cui fuoco e fumo si arrampicavano.





















Note Autrice:

Eccoci qui, a questo terzo capitolo. Prompt: Amore Platonico.

Dal momento che faccio fatica a distinguere amore senza-altri-aggettivi (scusate i termini freddi, ma non so come altro definirlo) dall’amore platonico, ho preferito ripiegare, come si sarà capito, sui due poteri dei Frutti Mera Mera e Moku Moku (o Foco Foco e Fum Fum). Poteri che, per certi versi, sono collegati. Con questa shot si spiega finalmente il titolo della raccolta, lol.

Qualcuno ha trovato una citazione da un’altra poesia antica? Magari il vento del Nord rosso di fulmini? Il buon, vecchio Ibico? Adoro quella poesia. Come diceva qualcuno, i nomi importanti fanno sfigurare chi non li sa portare, per cui la mia è una sfida con me stessa: citare passaggi così toccanti e meravigliosi è sempre un tentativo rischioso, ma ci provo. Sbagliando s’impara, dopotutto.

Sucker punch è un termine inglese di difficile traduzione: è un pugno che non si riesce a prevedere e contro cui non ci si riesce a difendere. Anne è un po’ il sucker punch per Smoker e viceversa.

Il problema tra queste due sceme (??) è: come conciliare le differenze – che sono tante e sono molto importanti? Dopotutto, Smoker rimane un soldato della Marina e Anne rimane una fuorilegge: molto improbabile che due personalità così forti riescano a trovare modi e metodi per una relazione, che sia affettiva (ma anche no, almeno all’inizio) o di interessi vari ed eventuali (già più probabile nel suo essere molto improbabile). Rimane comunque una scelta difficile, forse estrema. A queste e altre amenità cercherò di rispondere settimana prossima con Amore per interesse. Ehi, finalmente interagiranno in grande stile (?). Hallelujah!

Il sottotitolo è una citazione dalla canzone Sagan dei Nightwish. Intendevo rimandare alle creste di fumo e alle lingue di fuoco che (grazie, fisica) tendono verso l’alto; e anche all’amore platonico, perché c’è un po’ l’idea dell’oltre il cielo, o sbaglio? Cioè, Platone non intendeva l’iperuranio in questo modo, ma dopo di lui è diventato qualcosa del genere, credo. (Mi perdonino tutti gli studenti di filosofia, ma spero di aver capito un minimo, anche se non mi stupirebbe non averci capito nulla.) Qui la citazione vale sia in questo senso che come: male a chi si ferma all’orizzonte e non prova a superare i propri limiti!

Nel caso in cui aveste voglia o tempo di scrivermi, non abbiate paura, non mordo e non mangio nessuno. Anche per dirmi che questi primi tre capitoli non vi convincono, oppure che vi sembrano campati per aria (non so, a volte ho questa sensazione a riguardo). Un po’ di feedback mi potrebbe essere utile. C:

Grazie per aver letto questa terza shot. Ringrazio anche le due persone che seguono questa raccolta: significa molto per questo goffo tentativo riguardo due personaggi difficili, senza contare il genderswap. Quindi – vi ringrazio molto!

A settimana prossima!

claws_Jo




Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Eiichiro Oda; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

  
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