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Autore: monipotty    27/02/2009    3 recensioni
Ciao a tutti voi! Questa è la prima fic che scrivo e spero che vi piaccia!! Il personaggio principale è la migliore amica di Elizabeth, Josephine: cosa succederebbe se Jo fosse innamorata del serio ma affascinante James Norrington (il mio personaggio preferito in assoluto e, naturalmente, secondo protagonista della fic)? Riuscirà a conquistarne il cuore già legato alla bella Elizabeth? Se volete scoprirlo, vi basta leggere!!! Recensite numerosi e... siate clementi!!!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Elizabeth Swann, James Norrington, Nuovo Personaggio
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 25

Raggiunta la porta dell’ufficio, non entrò subito. Posò la mano sulla maniglia e pensò a coloro che aveva lasciato: sua madre le sarebbe mancata un po’ e anche suo padre, dovette ammettere. Si era sentita una nullità in quegli ultimi tempi, sola perché Elizabeth non era più stata a Port Royal e incompresa perché nessuno capiva che lei sposava Beckett solo per ottenere un permesso; ed ora era addirittura il capitano di un vascello, la persona più importante in tutta la nave.

- Ma a chi vuoi darla a bere? – si domandò nella testa. – Sai a malapena riconoscere la prua dalla poppa! E poi vuoi essere il capitano di una nave? – Ma lei era il capitano. E lo sarebbe stato finché qualcuno non avesse pugnalato il suo cuore per poi prendere il suo posto.

Con questi pensieri girò la manopola ed entrò nella stanza: era piuttosto buia e spoglia, verdastra a causa delle alghe che ricoprivano le pareti e il pavimento. Facendo attenzione a non scivolare, si sedette alla scrivania e cominciò a cercare una lampada ad olio per illuminare un po’ l’ambiente. Trovò un baule sotto il tavolo e lo aprì: dentro c’erano cianfrusaglie di Davy Jones, un vecchio quaderno ingiallito e umido, scartoffie e una lampada. La accese. In un angolo c’era un’amaca dall’aria particolarmente comoda e una coperta buttata in un angolo. Poi lì vicino un altro baule, più grosso di quello sotto alla scrivania, dove poté trovare un enorme giaccone pesante e altre coperte.

- Avrei dovuto portarmi dietro dei libri… - pensò. – Chissà che faceva Jones durante il giorno… - si chiese, ma non trovò nulla che potesse rispondere alla sua domanda. Ad un tratto, affiorò dalla memoria il ricordo del dolce suono di un organo, sentito il giorno in cui si era dovuta trasferire sull’Olandese Volante: il giorno dopo l’avrebbe cercato. Stava ancora guardando in giro alla scoperta qualche segreto, quando qualcuno bussò alla porta.

“Avanti!” disse, ma si alzò troppo velocemente e mise male il piede. “OOOOOOOOOOH!” scivolò e cadde sopra a chi era entrato. Quando aprì un occhio per controllare su chi era caduta addosso, impallidì di colpo al vedere il viso rosso dell’ammiraglio.

- Oddio!!!! – imprecò mentalmente. Poi si rialzò velocemente.

“S-scusa, J-James…sono…ehm…scivolata sulle alghe e…ehm…” Non aveva il coraggio di guardarlo dalla vergogna.

- Ma perché devo sempre fare queste splendide figure davanti a lui??? – si domandava. Ma una fragorosa risata ruppe il silenzio calato nella stanza: quando alzò lo sguardo vide Norrington che rideva come un pazzo.

“Cosa…cosa…stai ridendo?” gli chiese ancora più confusa.

“Dovresti specchiarti!” rispose tra una risata e l’altra. “Hai un’espressione che, senza offesa, fa veramente ridere.” E continuò imperterrito a ridere. Josephine arrossì ancora di più,  poi sorrise maligna.

“Anche tu hai proprio un bell’aspetto…” commentò guardandolo da capo a piedi. Lui smise subito di ridere e tornò serio. “Soprattutto i capelli…mi ricordi il giorno che sei tornato a Port Royal qualche tempo fa…spettinato e trasandato.” Disse ghignando. L’uomo si portò le mani ai capelli: non ce n’era uno che stava al proprio posto e tra le risate della ragazza si sciolse i capelli rifacendosi il codino, ma il risultato non cambiò molto.

“Non è divertente!” esclamò mentre provava a rendersi presentabile.

“Ma certo che si! Ti fossi visto saresti scoppiato anche tu a ridere, anche se sei sempre serio!” ribatté la ragazza ridendo.

“Io non sono sempre serio.” Commentò l’uomo mentre la ragazza continuava imperterrita a ridere.

“Ma cosa stavi facendo?” si informò l’uomo cambiando argomento.

“Stavo esplorando la cabina.” Rispose lei. “Ma non ho trovato nulla di interessante.”

“Josephine.” La chiamò James.

“Si?” disse lei.

“Hai bisogno di una mano qui sopra. Non sai guidare una nave e non ti consiglierei di riporre tutta la tua fiducia nella ciurma.” Commentò. Josephine sorrise.

“Me la cavo. Io mi fido del signor Turner e poi avrò tutto il tempo per imparare a manovrare un veliero.” Concluse la ragazza.

“Sei sicura?” domandò l’ammiraglio seriamente. La ragazza annuì, rispondendo che era troppo orgogliosa per aiutare l’aiuto di qualcuno. Lui scosse la testa arreso commentando che doveva smetterla con la scusa del suo orgoglio. Lei, in tutta risposta gli sorrise divertita.

Rimasero a chiacchierare a lungo: ora non sentivano né la fame né la sete e continuavano a chiacchierare del più e del meno, fino a notte fonda e la ragazza, nel frattempo si offrì per sistemargli i capelli. Lui la guardò confuso ma alla fine la lasciò fare, sorridendo senza saperne il vero motivo mentre lei gli sistemava il codino. Josephine, col passare del tempo, si sentiva sempre più stanca, ma cercava di non darlo a vedere. Poi si accorse di non essersi informata di un particolare dal signor Turner.

“Ma dove passerete la notte?” domandò assonnata.

“Ho chiesto ad uno dei tuoi marinai, e mi ha risposto che hanno preparato delle cuccette per tutti quanti sotto coperta.” Rispose lui. Lei annuì poi il silenzio calò nella stanza. Il dondolio della nave, la luce fioca e l’assenza di rumore, contribuirono a cullare i due e ben presto Josephine si addormentò: il suo capo ciondolò un poco poi andò ad appoggiarsi sulla spalla dell’ammiraglio che, sorridendo e guardandola con gli occhi verdi, la distese sull’amaca dov’erano seduti e la coprì nuovamente con la giubba della sua divisa. Poi uscì dalla cabina con un’ultima occhiata verso la ragazza addormentata e si diresse verso il dormitorio sorridendo beatamente.





Ciao a tuttiiiiiiiii!!!!!!!!! vi mancavo vero?? Portate pazienza se è un po' tanto corta (che italiano...) e se aggiorno ogni morte di Papa, ma (sigh) esiste una cosa chiamata istruzione e un'altra cosa chiamata simulazione di terza prova... penso che qualcuno ne sappia qualcosa...
A parte ciò, spero stiate tutti bene, niente fratture o tentativi di suicidio o non-so-cosa. Allora, come vedete un altro capitolo! Spero sia stato di vostro gradimento. Grazie a tutti coloro che l'hanno letta (ben 77 persone, wow ^o^) e tra questi:

Polla: se non ti muovi... come dice il proverbio? Uomo avvisato, mezzo salvato... tvb ;P

QueenLilly: Sei già andata in Spagna, chica guapisima?? Uffa, ho sempre l'intenzione di chiamarti, ma non ho il tempo e poi non so se ti trovo in casa. A proposito di aggiornamenti, pubblica il tuo, il mio turno è fatto! Inoltre mi devi spiegare questa storia del pigiamino anni 40, della Lambretta e poi quella tua pazza idea di andare ad urlare viva il re davanti al Parlamento... io ti disconosco!!!! XD Ti consiglio di leggerti tranquillamente il tuo libro nuovo (che cos'è???), svaccata sul divano e berti un succo di frutta invece di farti venire strane idee... come me: io mi sto leggendo Notre Dame de Paris e fammelo dire... Quasimodo the best!!!! e' un grande quell'uomo!! Spero di risentirti presto!!! Hasta pronto, amiga!!! Y buen fin de semana!! Besitos!!!

Lollapop: direi che a distanza di un mese circa, la febbre dovrebbe esserti passata da un pezzo... quindi dovresti stare relativamente bene, giusto? Sono contenta che ti sia piaciuto lo scorso capitolo e spero ti piaccia anche questo!!!

Bueno!! Ahora... ehm, dunque... ora faccio che salutarmi e vado a leggere qualche ficcy!! un bacione a tutti!!!!!! Ciao!!!!!  monipotty
  
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