Anime & Manga > Bleach
Segui la storia  |       
Autore: Evil Ulquiorra    19/11/2015    6 recensioni
Abbandonato di fronte alla casa dei Dursley all'età di appena un anno, Harry Potter,il ragazzo che è sopravvissuto, muore per ipotermia, solo e dimenticato. Diventato il demone noto come Ulquiorra Shifer, cercherà di comprendere il motivo della proprio esistenza,mentre metterà a ferro e fuoco il mondo così come lo conosciamo…
Crossover tra Harry Potter e Bleach,in cui Harry Potter è il famigerato Ulquiorra. Provate a dargli una lettura,potrebbe sorprendervi :) p.s - Non c'è bisogno di conoscere Bleach o Harry Potter per leggere questa fic.
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jaggerjack Grimmjow, Schiffer Ulquiorra, Sosuke Aizen, Tia Harribel, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

PER FAVORE,LEGGERE LA PRESENTAZIONE FINO ALLA FINE

Salve a tutti. Questa non è la prima opera che scrivo sull'universo di Harry Potter. Oltre alla mia trilogia degli Hogwarts big four,avevo già cominciato a scrivere una fic chiamata Maniax,il cui contenuto,purtroppo,è andato perso quando il mio computer ha finalmente deciso di rompersi. Non so se la continuerò ma,nel caso lo facessi,non sarà prima dell'anno prossimo. Nel frattempo,ho deciso di cominciare un'altra fic. Si tratta di un crossover tra Harry Potter e l'anime noto come Bleach,in cui il nostro caro ragazzo sopravvissuto muore prima degli eventi narrati nei libri,diventato il demone Ulquiorra. Qui un video per coloro che non conoscono il personaggio,così da farvi capire il motivo della mia scelta. Oltre ad essere uno dei personaggi più fighi mai creati dalla mente di un giapponese, è praticamente l'immagine sputata di Harry Potter versione morta( scartando la presenza degli occhiali). Voglio dire,capelli neri e spettinati,occhi verdi come L'Avada kedavra,pelle pallida...bhe,guardate voi stessi:https://www.youtube.com/watch?v=m66EgKvl-sc

Spero che questo video vi abbia spinto a continuare a leggere perchè è questo l'Harry che vedremo in questa storia.Ad ogni modo,per leggere questa fic non c'è bisogno di conoscere Bleach anche se ,nel caso qualcuno decidesse di fare una piccola ricerca su wikipedia non farebbe alcun male. La storia sarà ambientata sia nel mondo di Bleach che in quello di Harry che,a un certo punto della storia finirà a Hogwarts,ma non prima del quarto anno. Sarà un harem,poichè Harry ,in questo caso Ulquiorra,attirerà l'attenzione di molte femmine. Oltre ad Harry, un altro personaggio importante sarà Sirius,che assumerà anch'egli l'identità di un personaggio di Bleach che gli somiglia terribilmente. Coyote Stark.

Qui un video tribute dedicato ai principali personaggi di questa storia: Gli arrancar,i demoni dell'anime ,di cui Ulquiorra fa parte ed è,per giunta,il più potente( Stark è il primo che compare)

https://www.youtube.com/watch?v=Ng01919rI6Y

Non vi stanno già simpatici ?

Mi raccomando,recensite in molti !!!


 

Il mai nato

 

Il gatto, seduto sul muretto di fuori, non dava alcun segno di aver sonno. Sedeva immobile come una statua, con gli occhi fissi e senza batter ciglio sull'angolo opposto di Privet Drive. E non ebbe il minimo soprassalto neanche quando, nella strada accanto, la portiera di una macchina sbatté forte, né quando due gufi gli sfrecciarono sopra la testa.
Dovette farsi quasi mezzanotte prima che il gatto facesse il minimo movimento. Un uomo apparve all'angolo della strada che il felino aveva tenuto d'occhio; ma apparve così all'improvviso e silenziosamente che si sarebbe detto fosse spuntato da sotto terra.
La coda del gatto ebbe un guizzo e gli occhi divennero due fessure.
In Privet Drive non s'era mai visto niente di simile. Era alto, magro e molto vecchio, a giudicare dall'argento dei capelli e della barba, talmente lunghi che li teneva infilati nella cintura. Indossava abiti lunghi, un mantello color porpora che strusciava per terra e stivali dai tacchi alti con le fibbie. Dietro gli occhiali a mezzaluna aveva due occhi di un azzurro chiaro, luminosi e scintillanti, e il naso era molto lungo e ricurvo, come se fosse stato rotto almeno due volte. L'uomo si chiamava Albus Silente.
Albus Silente non sembrava rendersi conto di essere appena arrivato in una strada dove tutto, dal suo nome ai suoi stivali, risultava sgradito. Si dava un gran da fare a rovistare sotto il mantello, in cerca di qualcosa. Sembrò invece rendersi conto di essere osservato, perché all'improvviso guardò il gatto, che lo stava ancora fissando dall'estremità opposta della strada. Per qualche ignota ragione, la vista del gatto sembrò divertirlo.
Ridacchiò tra sé borbottando: << Avrei dovuto immaginarlo >>.
Aveva trovato quel che stava cercando nella tasca interna del mantello. Sembrava un accendino d'argento.
Lo aprì con uno scatto, lo tenne sollevato e lo accese. Il lampione più vicino si fulminò con un piccolo schiocco.
L'uomo lo fece scattare di nuovo, e questa volta si fulminò il lampione appresso. Dodici volte fece scattare quel suo 'Spegnino', fino a che l'unica illuminazione rimasta in tutta la strada furono due capocchie di spillo in lontananza: gli occhi del gatto che lo fissavano.
Se in quel momento qualcuno - perfino quell'occhio di lince del signor Dursley - avesse guardato fuori della finestra, non sarebbe riuscito a vedere niente di quel che accadeva in strada.
Silente si fece scivolare di nuovo nella tasca del mantello il suo 'Spegnino' e si incamminò verso il numero 4 di Privet Drive, dove si mise a sedere sul muretto, accanto al gatto. Non lo guardò, ma dopo un attimo gli rivolse la parola.
<< Che combinazione! Anche lei qui, professoressa McGranitt?>>
Si voltò verso il soriano con un sorriso, ma quello era scomparso. Al suo posto, davanti a lui c'era una donna dall'aspetto piuttosto severo, che portava un paio di occhiali squadrati della forma identica ai segni che il gatto aveva intorno agli occhi. Anche lei indossava un mantello, ma color smeraldo. I capelli neri erano raccolti in uno chignon. Aveva l'aria decisamente scombussolata.
<< Come faceva a sapere che ero io?>> chiese.
<< Mia cara professoressa, non ho mai visto un gatto seduto in una posa così rigida>>
<< Anche lei sarebbe rigido se fosse rimasto seduto tutto il giorno su un muretto di mattoni>> ribattè la donna
<< Tutto il giorno? Quando invece avrebbe potuto festeggiare? Venendo qui mi sono imbattuto in una decina e più di feste e banchetti>>
La professoressa McGranitt tirò su rabbiosamente col naso.
<< Eh già, sono proprio tutti lì che festeggiano>> disse con tono impaziente.
<< Ci si sarebbe potuti aspettare che fossero un po' più prudenti, macché... anche i Babbani hanno notato che sta succedendo qualcosa. Lo hanno detto ai loro telegiornali>>
E cosi dicendo si voltò verso la finestra buia del soggiorno dei Dursley.
<< L'ho sentito personalmente. Stormi di gufi... stelle cadenti... Be', non sono mica del tutto stupidi. Prima o poi dovevano notare qualcosa. Stelle cadenti nel Kent... Ci scommetto che è stato Dedalus Lux. È sempre stato un po' svitato>>
<< Non gli si può dar torto>> disse Silente con dolcezza
<< Per undici anni abbiamo avuto ben poco da festeggiare>>
<< Lo so, lo so>> disse McGranitt, in tono irritato
<< Ma non è una buona ragione per perdere la testa. Stanno commettendo una vera imprudenza, a girare per la strada in pieno giorno senza neanche vestirsi da Babbani>> 
A quel punto, lanciò a Silente un'occhiata obliqua e penetrante, sperando che lui dicesse qualcosa; ma così non fu.
Allora continuò: << Sarebbe un bel guaio se, proprio il giorno in cui sembra che Lei-Sa-Chi sia finalmente scomparso, i Babbani dovessero venire a sapere di noi. Ma siamo proprio sicuri che se n'è andato, Silente?>>
<< Sembra proprio di sì >> rispose questi.
<< Dobbiamo essere molto grati. Le andrebbe un ghiacciolo al limone?>>
<< Un che?>>
<< Un ghiacciolo al limone. E un dolce che fanno i Babbani: io ne vado matto>>
<< No grazie. Come dicevo, anche se Lei-Sa-Chi se ne è andato veramente...>>
<< Mia cara professoressa, una persona di buonsenso come lei potrebbe decidersi a chiamarlo anche per nome! Tutte queste allusioni a 'Lei-Sa - Chi' sono una vera stupidaggine... Sono undici anni che cerco di convincere la gente a chiamarlo col suo vero nome: Voldemort>>
La donna trasalì, ma Silente, che stava scartando un ghiacciolo al limone, sembrò non farvi caso.
<< Crea tanta di quella confusione continuare a dire 'Lei-Sa-Chi'. Non ho mai capito per quale ragione bisognasse avere tanta paura di pronunciare il nome di Voldemort>>
<< Io lo so bene>> disse la  McGranitt, in tono a metà fra l'esasperato e l'ammirato.
<< Ma per lei è diverso. Lo sanno tutti che lei è il solo di cui Lei-Sa... oh, d'accordo: Voldemort... aveva paura>>
<< Lei mi lusinga>> disse Silente con calma.
<< Voldemort aveva poteri che io non avrò mai>>
<< Soltanto perché lei è troppo... troppo nobile per usarli>>
<< Meno male che è buio. Non arrossivo tanto da quella volta che Madama Chips mi disse quanto le piacevano i miei nuovi paraorecchi>>
La professoressa McGranitt scoccò a Silente un'occhiata penetrante, poi disse: << I gufi sono niente in confronto alle voci che sono state messe in giro. Sa che cosa dicono tutti? Sul perché è scomparso? Su quel che l'ha fermato una buona volta?>>
Sembrava che la strega avesse toccato il punto che più le premeva di discutere, la vera ragione per cui era rimasta in attesa tutto il giorno su quel muretto freddo e duro, perché mai - né da gatto né da donna - aveva fissato Silente con uno sguardo cosi penetrante.
Era chiaro che qualsiasi cosa 'tutti' mormorassero, lei non l'avrebbe creduto sin quando Silente non le avesse detto che era vero. Ma lui era occupato col suo ghiacciolo al limone, e non rispose.
<< Quel che vanno dicendo>> incalzò lei, << è che la notte scorsa Voldemort è spuntato fuori a Goldrick's Hollow. È andato a trovare i Potter. Corre voce che Lily e James Potter siano... siano... insomma, siano morti>>
Silente chinò la testa.
La professoressa McGranitt ebbe un piccolo singhiozzo.
<< Lily e James... Non posso crederci... Non volevo crederci... Oh, Albus...>> Silente allungò la mano e le batté un colpetto sulla spalla << Lo so... lo so...>> disse gravemente.
La donna prosegui con voce tremante: << E non è tutto. Dicono che ha anche cercato di uccidere il figlio dei Potter, Harry. Ma che... non c'è riuscito. Quel piccino, non è riuscito a ucciderlo. Nessuno sa perché né come, ma dicono che quando Voldemort non ce l'ha fatta a uccidere Harry Potter, in qualche modo il suo potere è venuto meno... ed è per questo che se n'è andato>>
Silente annui malinconicamente.
<< È... è vero?>> balbettò la donna 
<< Dopo tutto quello che ha fatto... dopo tutti quelli che ha ammazzato... non è riuscito a uccidere un bambino indifeso? È strabiliante... di tutte le cose che avrebbero potuto fermarlo... Ma in nome del cielo, come ha fatto Harry a sopravvivere?>>
<< Possiamo solo fare congetture>> disse Silente
<< Forse non lo sapremo mai>>
La professoressa McGranitt tirò fuori un fazzoletto di trina e si asciugò gli occhi dietro gli occhiali.
Con un profondo sospiro, Silente estrasse dalla tasca un orologio d'oro e lo esaminò. Era un orologio molto strano. Aveva dodici lancette, ma al posto dei numeri c'erano alcuni piccoli pianeti che si muovevano lungo il bordo del quadrante. Evidentemente Silente lo sapeva leggere, perché lo ripose di nuovo nella tasca e disse: << Hagrid è in ritardo. A proposito, suppongo sia stato lui a dirle che sarei venuto qui>>
<< Sì >>rispose la McGranitt
 << anche se non credo che lei mi dirà perché mai, di tanti posti, abbia scelto proprio questo>>
<< Sono venuto a portare Harry dai suoi zii. Sono gli unici parenti che gli rimangono>>
<< Non vorrà mica dire... Non saranno mica quei due che abitano lì!>> esclamò la strega, balzando in piedi e indicando il numero 4.
<< Silente... non è possibile! È tutto il giorno che li osservo. Non avrebbe potuto trovare persone più diverse da noi. E poi quel ragazzino che hanno... l'ho visto prendere a calci sua madre per tutta la strada, urlando che voleva le caramelle! Harry Potter... venire ad abitare qui? >>
<< È il posto migliore per lui>> disse Silente con fermezza.
<< La zia e lo zio potranno spiegargli tutto quando sarà più grande. Ho scritto loro una lettera>>
<< Una lettera?>> gli fece eco la McGranitt con un filo di voce, tornando a sedersi sul muretto
<< Ma davvero, Silente, crede di poter spiegare tutto questo per lettera? Questa gente non capirà mai Harry Potter. Lui diventerà famoso... leggendario! Non mi stupirebbe se in futuro la giornata di oggi venisse designata come la festa di Harry Potter. Su di lui si scriveranno volumi, tutti i bambini del mondo conosceranno il suo nome!>>
<< Proprio così >> disse Silente fissandola tutto serio da sopra gli occhiali a mezzaluna.
<< Ce ne sarebbe abbastanza per far girare la testa a qualsiasi ragazzo. Famoso prima ancora di parlare e di camminare! Famoso per qualcosa di cui non avrà conservato neanche il ricordo! Non riesce a capire quanto starà meglio, se crescerà lontano da tutto questo fino al giorno in cui sarà pronto per reggerlo?>>
La professoressa McGranitt aprì bocca per rispondere, poi cambiò idea, inghiottì e disse: << Sì... sì, lei ha ragione, naturalmente. Ma in che modo arriverà qui il ragazzo?>>
D'un tratto guardò il mantello di Silente come se pensasse che Harry potesse esservi nascosto sotto.
<< Lo porterà Hagrid>>
<< E a lei pare... saggio... affidare a Hagrid un compito tanto importante?>>
<< Affiderei a Hagrid la mia stessa vita>> disse Silente
<< Non dico che non abbia cuore>> dovette ammettere la McGranitt, << ma non verrà mica a dirmi che non è uno sventato. Tende a... Ma cosa è stato?>>
Il silenzio che li circondava era stato lacerato da un rombo cupo.
Mentre Silente e la McGranitt percorrevano con lo sguardo la stradina per vedere se si avvicinassero dei fari, il rumore si fece sempre più forte, fino a diventare un boato.
Entrambi levarono lo sguardo al cielo e dall'aria piovve una gigantesca motocicletta che atterrò sull'asfalto proprio davanti a loro. Pur colossale com'era, la moto sembrava niente a confronto con l'uomo che la inforcava. Era alto circa due volte un uomo normale e almeno cinque volte più grosso. Sembrava semplicemente troppo per essere vero, e aveva un aspetto terribilmente selvaggio: lunghe ciocche di ispidi capelli neri e una folta barba gli nascondevano gran parte del volto; ogni mano era grande come il coperchio di un bidone dei rifiuti e i piedi, che calzavano stivali di cuoio, sembravano due piccoli delfini. Tra le braccia immense e muscolose reggeva un involto di coperte.
<< Hagrid!>> esclamò Silente, con tono di sollievo.
<< Finalmente! Ma dove hai preso quel veicolo?>>
<< Un prestito, professor Silente>>
e così dicendo, il gigante scese con circospezione dalla motocicletta.
<< Del giovane Sirius Black. Dio benedica l'anima di quel povero uomo. Lui ce l'ho qui,signore>>
<< Ci sono stati problemi?>>
<< No, signore; la casa era distrutta, diciamo, ma io sono riuscito a tirarlo fuori prima che il posto si riempisse di Babbani. Si è addormentato mentre volavamo su Bristol>>
Silente e la McGranitt si chinarono sull'involto di coperte. Dentro, appena visibile, c'era un bambino profondamente addormentato.
Sotto il ciuffo di capelli corvini che gli spuntava sulla fronte, scorsero un taglio dalla forma bizzarra, simile a una saetta.
<< E qui che...>> chiese in un bisbiglio la professoressa McGranitt
 < > rispose Silente
<< Questa cicatrice se la terrà per sempre>>
<< E lei non può farci niente ?>>
<< Anche se potessi, non lo farei. Le cicatrici possono tornare utili. Anch'io ne ho una, sopra il ginocchio sinistro, che è una piantina perfetta della metropolitana di Londra. Bene... Dammelo qua, Hagrid; vediamo di concludere>>
Silente prese Harry tra le braccia e si voltò verso la casa dei Dursley.
<< Posso... posso fargli un salutino, signore?>> chiese Hagrid.
Chinò la grossa e ispida testa su Harry e gli dette un bacio rasposo per via di tutto quel pelo. Poi, d'un tratto, emise un ululato come di cane ferito.
<< Shhh!>> sibilò la McGranitt
<< Sveglierai i Babbani!>>
<< S-s-s-scusatemi...>> singhiozzò Hagrid tirando fuori un immenso fazzoletto tutto chiazzato e tuffandoci il viso dentro, << ma proprio n-n-non ce la faccio... Lily e James morti... e il povero piccolo Harry che se ne va a vivere con i Babbani...>>
<< Sì, certo, è molto triste, ma vedi di controllarti, Hagrid, o ci scopriranno>> sussurrò la McGranitt battendogli con cautela un colpetto sul braccio mentre Silente, scavalcando il basso muricciolo del giardino, si avviava verso la porta d'ingresso.
Depose dolcemente Harry sul gradino, tirò fuori dal mantello una lettera, la ripose tra le coperte che avvolgevano Harry e tornò verso gli altri due.
Per un lungo minuto i tre rimasero lì a guardare quel fagottino; Hagrid era scosso dai singhiozzi, la professoressa McGranitt non faceva che battere le palpebre, e lo scintillio che normalmente emanava dagli occhi di Silente sembrava svanito.
<< Be'>> disse infine Silente, << ecco fatto. Non c'è più ragione che restiamo qui. Tanto vale che andiamo a prender parte ai festeggiamenti>>
<< Già >> disse Hagrid ,con voce soffocata
<< allora io riporto la moto a casa di Sirius. 'Notte, professoressa McGranitt. Professor Silente, i miei rispetti>>.
Asciugandosi gli occhi inondati di lacrime con la manica della giacca, Hagrid si rimise a cavalcioni della motocicletta e accese il motore; si sollevò in aria con un rombo e spari nella notte.
<< Penso che ci rivedremo presto, mia cara>> disse Silente facendole un cenno col capo. Per tutta risposta, lei si soffiò il naso.
Silente si voltò e si avviò lungo la strada. Giunto all'angolo, si fermò ed estrasse il suo 'Spegnino' d'argento. Uno scatto, e dodici sfere luminose si riaccesero di colpo nei lampioni, illuminando Privet Drive di un bagliore aranciato. A quel chiarore scorse un gatto soriano che se la svignava dietro l'angolo all'altro capo della strada. Da quella distanza vedeva appena il mucchietto di coperte sul gradino del numero 4.
<< Buona fortuna, Harry>> mormorò.
Poi girò sui tacchi e, con un fruscio del mantello, sparì.
Una lieve brezza scompigliava le siepi ben potate di Privet Drive, che riposava, ordinata e silenziosa, sotto il cielo nero come l'inchiostro. L'ultimo posto dove ci si sarebbe aspettati di veder accadere cose stupefacenti. Sotto le sue coperte, Harry Potter si girò dall'altra parte senza svegliarsi.
Una manina si richiuse sulla lettera che aveva accanto e lui continuò a dormire, senza sapere che era speciale, senza sapere che era famoso, senza sapere che di lì a qualche ora sarebbe morto per il freddo,di fronte a quella stesa casa che avrebbe dovuto accoglierlo.
Non poteva sapere che, in quello stesso istante, da un capo all'altro del paese, c'era gente che si riuniva in segreto e levava i calici per brindare << a Harry Potter, il bambino che è sopravvissuto>>...bhe...lo sarebbe stato ancora per poco.


 

2 ore dopo

Sveglia !

Sono sveglio.

E come fai a saperlo? Intorno a te c'è la più totale oscurità. Ti stai avvicinando alle origini del mondo. Che cosa vedi?

Niente.

Qualcosa devi pur vedere. Cosa vedi?

Vedo un vortice di particelle. Nelle luce della mia anima sembra neve. Sostanze inorganiche che sprofondano. L'aria è satura di composti inorganici. È un po' torbida. No,molto torbida.

Puoi vedere ancora molto. Non vuoi vedere tutto?

Tutto ?

Naturalmente sa che è la sua voce quella con cui sta dialogando quasi inconsapevolmente. È la quintessenza delle esperienze fatte, della vita imparata e vissuta : punti di vista solo al limite della coscienza. Qualcosa gli sta parlando. Qualcosa che, nel contempo, è fuori di lui e con lui, la cui esistenza gli era rimasta nascosta fino a quel momento. Quella cosa nella sua testa gli pone domande,gli fa proposte.

Cosa vedi?

Poco.

Poco è già un'esagerazione. Solo gli umani accettano l'idea assoluta di affidarsi a un apparato sensoriale. Libera la tua mente. Vuoi vedere tutto?

Allora svegliati.

Sono sveglio !

Sì,certo che sei sveglio , ma stai anche sognando. Tutta l'umanità è prigioniera del sogno a occhi aperti di un mondo che non esiste. Noi sogniamo un cosmo fatto di tabelle tassonomiche e medie statistiche, che colga oggettivamente la natura. Rifiutiamo di vedere la relazione intima delle cose,legate in un intreccio indistricabile, cerchiamo di scorporare ogni elemento, ordinandolo in una struttura gerarchica al cui vertice mettiamo noi stessi. Ci accordiamo su idoli e frammenti minuscoli che chiamiamo realtà,cerchiamo conseguenze e gerarchie, deformiamo spazio e tempo. Dobbiamo sempre vedere qualcosa per comprenderlo, ma ,nel momento in cui lo rendiamo visibile,lo sottraiamo alla nostra comprensione. L'uomo vivente è cieco, Harry. Guarda nell'oscurità. L'origine di tutta la vita è oscura.

L'oscurità è minacciosa.

E invece no ! Semplicemente sottrae i punti di riferimento alla nostra esistenza visibile. È così brutta ? La natura è obbiettiva e ricca di verità ! S'impoverisce attraverso le lenti dei preconcetti,perchè noi giudichiamo secondo ciò che approviamo e non approviamo. Vediamo sempre noi stessi in quel violento luccichio. Tutte quelle rappresentazioni sugli schermi dei vostri televisori e dei computer mostrano il mondo reale? La somma di tutte le impressioni può dare varietà,se ci dobbiamo sempre accordare su modelli come “il gatto” o “ il colore giallo” ? Senza dubbio c'è qualcosa di fantastico nel mondo in cui il cervello umano strappa alla ricchezza della realtà questo mondo medio. È un comodo trucco per rendere possibile la comprensione dell'impossibile, ma il prezzo è l'astrazione. Ciò che rimane è un mondo idealizzato, in cui milioni di donne cercano somiglianze a dieci top model, ci sono famiglie che hanno un bambino virgola due, i cinesi arrivano in media a sessantatrè anni e a un metro e settanta di altezza. Siamo così ossessionati dalla norma da non renderci più conto che la normalità è nell'anormalità, nella divergenza. La storia della statistica è la storia dell'incomprensione. Ci ha aiutato ad avere uno sguardo d'insieme ,ma nega le varianti. Ci ha reso estraneo il mondo.

Capisco.

Ottimo. Te lo ripeto, Harry : Vuoi vedere tutto?

Sì.

Cosa vedi e cosa non vedi?

Sto percorrendo una strada. A una certa distanza,scorgo un uomo che mi viene incontro. Un po' più in la c'è una donna dai capelli rossi che porta a spasso un cane...Sirius.

Fermo! Ora, descrivi quanti esseri viventi ci sono in strada e a che distanza sono tra loro.

Siamo in quattro. No,siamo di più. Fra gli alberi vedo tre uccelli...allora siamo in sette. L'uomo è a diciotto metri da me,la donna e a quindici. Il cane a tredici e mezzo. Gli uccelli sono a dieci metri d'altezza,a mezzo metro l'uno dall'altro. No! In realtà,su quella strada,ci sono miliardi di esseri viventi. Soltanto tre sono umani. Uno è un cane...no,anche lui è umano. Sembra un cane ma non lo è. Io lo so. Io l'ho visto. Oltre i tre uccelli,ce ne sono altri cinquantasette che io non vedo. Pure gli alberi sono esseri viventi,sulle loro foglie e nella loro corteccia abita una miriade di insetti. Nel piumaggio di ogni uccello ci sono acari,come pure nei pori della nostra pelle. Nel pelo del cane vive una pattuglia di cento pulci,quattordici zecche,due moscerini...come posso sapere tutto questo? Come posso vedere tutto questo? Dovrebbe essere impossibile? E soprattutto...come faccio a sapere che dovrebbe esserlo...non importa,continuo a guardare. La sua saliva è piena di batteri. Anche su di noi ci sono tutti quegli esseri e la distanza tra le forme di vita è praticamente zero. Spore,batteri,virus si spostano nell'aria,formano catene organiche di cui noi facciamo parte,ci trasformano tutti in un super organismo.

Cosa sei tu,Harry Potter?

L'unica forma di vita umana presente in questo luogo

Ora non sei neppure quello. Sei una particella. Una particella nella varietà. Non somiglia perfettamente a nessun altro essere umano,come una cellula non somiglia in ogni dettaglio alle altre. C'è sempre qualcosa di diverso. Così devi osservare il mondo. Come una differenziazione delle somiglianze. Non trovi consolante poterti considerare una particella,se ti rimangono comunque a disposizione delle peculiarità? Sei una particella nello spazio e nel tempo.

Non voglio più esserlo

Allora vuoi un corpo?

Sì.

Allora apri gli occhi .

E così fece.

Hueco Mundo - la terra degli Hollow

Era disteso a faccia in giù, ascoltando il silenzio. Era perfettamente solo. Nessuno lo guardava. Non c'era nessun altro. Non era del tutto sicuro di esserci nemmeno lui.
Dopo molto tempo, o forse nessun tempo, capì che doveva esistere, doveva essere più che pensiero disincarnato, perché era disteso, certamente disteso su una superficie. Quindi possedeva il senso del tatto, e anche la cosa sulla quale giaceva esisteva. Non appena fu giunto a questa conclusione, Harry si rese conto di essere nudo.
Convinto com'era della propria totale solitudine, la cosa non lo preoccupò, ma lo incuriosì. Si chiese se, così come era in grado di sentire, sarebbe riuscito a vedere. Aprendoli, scoprì di avere gli occhi.
Era circondato da una nebbiolina luminosa, diversa da ogni nebbia mai vista prima. Intorno a lui non c'erano cose nascoste dal vapore; era più come se il vapore non avesse ancora preso una forma definita. Il pavimento sul quale giaceva era fatto di sabbia, né calda né fredda, semplicemente una piatta distesa di sale.
Si mise a sedere. Il suo corpo sembrava intatto.
Si toccò il viso. Era duro come la pietra.
Le mebra  del bambino,infatti,avevano assunto la conformazione di una creatura umanoide dotata di una specie di rivestimento osseo. Un paio di ali da pipistrello fuoriuscivano dalla schiena. Non aveva naso. Non aveva bocca. Il suo volto era una superficie liscia che terminava sulla testa con un paio di protesi simili a corna. Era bianco come il latte.
In quel preciso istante,un suono di passi attirò la sua attenzione.
La creatura sentì una possente malvagità china su di lui, uno sguardo micidiale intento ad osservarlo.
Poco più in giù nella galleria, fra loro e l’apertura ove avevano barcollato e inciampato, degli occhi apparvero: due grandi grappoli di occhi…seguiti da un’altra decina.
La minaccia incombente era infine svelata.
Il bagliore della luna si infrangeva sulle loro mille sfaciettature, dietro alle quali incominciò ad ardere una pallida incandescenza micidiale, una fiamma avvampata nel più profondo abisso di un pensiero malefico.
Mostruosi e abominevoli erano quegli occhi bestiali eppure pieni di intento omicida, di godimento alla vista delle prede intrappolate senza speranza e via di scampo.
La creatura pareva un ragno grande quasi quanto una macchina,ricoperto da una lunga serie di spuntoni lungo tutta la superficie del corpo
<< Guarda,guarda...sembra proprio che oggi sia il mio giorno fortunato>> sibilò la bestia
<< Non sono molti gli adjuchas che osano inoltrarsi nel mio territorio di caccia>>
In tutta risposta,il giovane non potè fare a meno di inclinare leggermente la testa.
L'hollow ridacchio
<< è evidente che non hai la benchè minima idea di con chi hai a che fare. In questo caso, permettimi di presentarmi...>>
Non ebbe neanche il tempo di terminare la frase. Era morto ancor prima che il suo corpo toccasse il terreno sabbioso.
Un esplosione di sangue e viscere avvolse il ventre della bestia,seguita dalla figura impassibile di Harry .
Dopo aver sventrato l'aracnide,il giovane si voltò,analizzando il cadavere con attenzione.
Appena circa una decina di secondi dopo,affondò la mano artigliata nella carne della creatura,cominciando a nutrirsi...


 

Enciclopedia della fic:

Gli Hollow (ホロウ,horō) sono i principali antagonisti del manga e anime Bleach di Tite Kubo.

Dall'inglese "Hollow" ('Cavità', 'vuoto'), si tratta di spiriti maligni, fantasmi corrotti che si cibano di anime umane. Un'anima rimane legata a questo mondo per motivi quali l'odio, la gelosia, l'avarizia o altri sentimenti e desideri malvagi. Il processo di trasformazione in Hollow può richiedere dai sei mesi a un anno di tempo, e questo accade quando inizia ad allargarsi il foro sul corpo del Plus, che in genere è coperto dalla base della Catena del Destino, e inizia quindi un processo di erosione. Se questo processo si completa prima che uno Shinigami abbia compiuto la sepoltura dell'anima, il Plus si trasforma in un Hollow, a meno che non disponga di poteri da Shinigami. La trasformazione può avvenire anche spezzando direttamente la Catena del Fato, e può essere accelerata grazie ad alcuni gas speciali che aumentano la velocità del processo di erosione della catena riducendolo a sole 72 ore.

Singolare è il caso di Acidwire, trasformato in Hollow contro la sua volontà, e per ciò costretto a servire l'Hollow che l'ha creato.

A volte centinaia o migliaia di Hollow si aggregano fino a formare Hollow di dimensioni gigantesche, i cosiddetti Menos(メノスmenosu?, dallo spagnolo "minore" o "meno").

 

Questi si possono a loro volta dividere in tre sottocategorie:

  • Gillian (ギリアンgirian?): indicati nei libri della Soul Society come Menos Grande, i Gillian sono considerati la fanteria dell'Hueco Mundo. Sono colossali, lenti, numerosi e tutti uguali nell'aspetto; hanno una ridotta intelligenza, paragonabile a quella di un animale, e sono cannibali: si cibano infatti degli Hollow più piccoli, nonché dei loro stessi simili. Vengono ritenuti pericolosi e in genere la Soul Society incarica ufficiali di alto seggio per la loro eliminazione. Caratteristica primaria dei Gillian è la capacità di utilizzare il Cero, nonché le grandi dimensioni: "Gillian" vuol dire infatti "Giganti". Un Gillian si forma quando un numero elevato di Hollow, affamati non solo di anime umane ma anche dei loro simili, inizia a combattere e divorarsi a vicenda; nel farlo i loro spiriti finiscono con l'unirsi. Se tra questi prevale un ego particolarmente forte si può passare allo stadio di Adjuchas.

  • Adjuchas (アジューカスajūkasu?, in spagnolo "Demone di pietra"): più piccoli dei Gillian (ma comunque molto più grandi di un umano) ed estremamente più rari, gli Adjuchas hanno un buon intelletto e una forza maggiore. Per rimanere allo stato di Adjuchas si è costretti a divorare continuamente altri Hollow, come i Menos Grande o anche altri Adjuchas, altrimenti si regredisce allo stadio di Gillian per sempre. Basta inoltre la perdita di una parte del corpo per perdere per sempre la possibilità di evolversi in Vasto Lorde.

  • Vasto Lorde (ヴァストローデvasuto rōde?, dallo spagnolo "Grande/Enorme Signore"): la forma definitiva, la più potente e rara dei Menos, dalle sembianze molto simili a quelle di un umano, è quella dei Vasto Lorde. La loro forza è superiore a quella di un Capitano del Gotei 13 e, nell'Hueco Mundo, se ne contano ben pochi. Sono dotati di tecniche e capacità fisiche superiori al normale, tanto che viene detto che una decina di Vasto Lorde sarebbe capace di spazzare via l'intera Soul Society. Inoltre, una volta raggiunta questa forma, i Vasto Lorde non possono più retrocedere di classe, quindi possono anche fare a meno di divorare altri Hollow.


 

Spero che vi sia piaciuto. Mi raccomando,recensite in molti !!!

  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Bleach / Vai alla pagina dell'autore: Evil Ulquiorra