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Autore: Napee    20/11/2015    9 recensioni
[future!AU dal nono capitolo]
Rin è cresciuta al villaggio con la sporadica presenza del suo "Signor Sesshomaru", ma come si evolverà il loro rapporto?
***
Era da quando l'aveva lasciata al villaggio che lei lo sognava, ogni notte, ogni singola notte, per dieci anni,lei lo aveva sognato.
Sognava il suo "Signor Sesshoumaru" che tornava a prenderla, che le accarezzava il viso come quando era piccola, ed ogni mattino era sempre una tortura doversi svegliare ed interrompere quel dolce idillio.
***
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rin, Sesshoumaru | Coppie: Rin/Sesshoumaru
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
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2. Rincontrarsi

Rin lavò l'ultimo dei suoi kimono e lo ripose nel cesto insieme agli altri puliti.
Nel villaggio, lei era l'unica a possederne così tanti.
Solitamente le donne ne possedevano due o tre a seconda delle possibilità economiche, ma lei ne aveva addirittura ventitré... E tutti aventi delle stoffe particolarmente elaborate.
Il suo preferito però era un semplice kimono verde acqua ricco di varie sfumature che, nelle maniche e nella parte finale, tendevano al blu scuro.
Come stampa, riportava dei disegni floreali realizzati con dei fili di lamina dorata.
L'obi era semplicemente blu scuro, mentre la fascia in vita era della stessa stoffa del kimono.
Era meraviglioso, le stava divinamente quella volta che lo provò, ma non lo aveva mai indossato.
Si era ripromessa che lo avrebbe indossato solo quando si sarebbe decisa a dichiarare il suo amore al demone che l'aveva cresciuta.
Ma il tempo passava e quel kimono restava ben chiuso nell' armadio senza neppur vedere uno straccio di raggio solare.
Sbuffò un po' scocciata.
Odiava deprimersi così per un nonnulla, ma il ricordo di Sesshomaru diventava sempre più doloroso ogni giorno che passava.
Ormai erano 2 mesi che non lo vedeva, e le mancava terribilmente... Senza contare le varie preoccupazioni che l'assalivano.
Come starà? Sarà ferito? Starà combattendo? Sarà sempre vivo? Quando tornerà? Tornerà?
Mi manca... Mi manca troppo...
Affrettò il passo quando sentì le lacrime pungerle gli occhi.
Considerando che Sesshomaru era, con buona probabilità, il demone più potente delle terre dell'ovest, le sue preoccupazioni non avevano motivo di esistere.
Ma il cuore ed i sentimenti le impedivano di ragionare con lucidità quando ripensava a lui.
Raggiunse la capanna e ci si fiondò dentro per poter dar sfogo liberamente al suo pianto.
Non voleva piangere, lui le aveva sempre detto,quando era bambina, che piangere era disonorevole perché sinonimo di debolezza.
"Debolezza" era il suo secondo nome senza lui...
Sospirò rassegnata poggiando la testa alla parete in legno.
Doveva calmarsi,tranquillizzarsi e smettere al più presto di piangere.
Lui non avrebbe voluto vederla così.
"Mi manchi..." Sussurrò alla stanza vuota.
Inconsciamente sperava di vederlo apparire dall'altra stanza, magari anche arrabbiato con lei, ma avrebbe tanto voluto vederlo...
Passò un po' di tempo a guardare quella soglia che divideva le due stanze mentre i suoi dubbi sulle sue condizioni fisiche tornavano a monopolizzarle la mente.
Era ormai passato troppo tempo dall'ultima volta che lo aveva incontrato.
Quel giorno le aveva regalato l'ennesimo kimono dai colori sgargianti e poi avevano passato tutto il giorno insieme nella radura del pozzo mangia ossa, dove solitamente si ritrovavano, perché non era ne troppo vicino al villaggio, dunque non correvano il rischio che qualche umano li disturbasse, e non era neppure troppo lontano, così Rin poteva tornare a casa senza imbattere in qualche pericolo.
Come sempre, lui le chiedeva come stava, che in realtà, in una sola domanda, ne racchiudeva più di una: come stai? Come ti trovi al villaggio? InuYasha si prende cura di te? Sei felice così?
E lei iniziava a rispondere a tutte quelle domande non poste ma delle quali lui agognava la risposta.
Strategicamente, lei evitava di raccontargli dei ragazzi che la corteggiavano.
Un po' perché non le importava davvero di loro, dopotutto il suo cuore batteva solo per quel demone altezzoso.
L'altro motivo era che lei aveva paura a parlargliene.
Per qualche strana ragione, lei temeva che lui potesse arrabbiarsi o infastidirsi in qualche modo e ridurre i loro incontri già sporadici.
"Stupido demone, dove sei?" Sussurrò nuovamente alla stanza vuota, ma sperava davvero di sentirsi rispondere un "sono qui" leggermente offeso a causa dell'appellativo poco rispettoso.
Già se lo immaginava, con le sopracciglia leggermente incurvate e la bocca stretta in una linea dura creando così un'espressione offesa ed allo stesso tempo impassibile come solo lui sapeva fare.
Sbuffò un sorriso.
Ricordarlo era bello ed allo stesso tempo straziante, ma comunque non poteva fare a meno di pensarlo più volte al giorno.
Una strana agitazione fuori dalla sua capanna attirò la sua attenzione.
Il suo primo pensiero fu lui, come sempre... Magari stavolta si era spinto fin dentro al villaggio per lei?
Era impossibile, lui odiava gli umani e mai si sarebbe spinto fin nel bel mezzo del villaggio ,neppure per lei.
Uscì a controllare spinta dalla curiosità e da un'insana felicità pensando al suo ritorno.
Una Sango che gioiva gridando "fratellinoo!!" le sfrecciò accanto con una velocità degna di una sterminatrice.
La seguì con lo sguardo e vide il suo amico Kohaku che correva incontro alla sorella affiancato da Kirara.
Si raggiunsero e si unirono in un dolce abbraccio fraterno che esprimeva perfettamente tutto il loro amore.
"Non sapevo che saresti tornato... Non così presto almeno" sussurrò Sango all'orecchio del fratello cercando di trattenere le lacrime che le pungevano gli occhi.
"Prima o poi sarei tornato, qui c'è la mia famiglia." Rispose il giovane sterminatore stringendo ancor più la sorella fra le braccia.
Rin osservò quella scena con un dolce sorriso stampato sulle labbra.
Anche a lei sarebbe piaciuto avere qualcuno da stringere fra le braccia in quel modo.
"Non appena lo ha visto arrivare si è fiondata fuori di casa correndo come una pazza." Disse Miroku cullando l'ultimo arrivato nella loro famiglia, mentre si affiancava a Rin.
"Non ne dubito" rispose la giovane ridendo leggermente mentre gli toglieva dalle mani il piccolo.
"Voi uomini non ne siete capaci" giustificò il suo gesto con un sorriso furbo.
"Papà, possiamo andare a salutare lo zio?" Chiese una delle gemelle, mentre l'altra ancora si stava nascondendo dietro il lungo abito del padre.
Per quanto quelle piccole pesti fossero delle grandi combina guai, erano anche terribilmente timide con il loro zio Kohaku, probabilmente perché non lo vedevano quasi mai... Ma era solo apparenza, una volta rotto il ghiaccio, tornavano delle adorabili pesti.
"Certamente piccole." Rispose Miroku e la bimba coraggiosa si avvicinò saltellante verso la madre e lo zio, ma l'altra ancora indugiava dietro l'abito del monaco.
"E tu? Non vai a salutare lo zio?" Chiese lui amorevolmente mentre le accarezzava i capelli color cioccolato.
"Vieni anche tu." Bisbigliò la timidona rintanandosi ancor di più dietro le sue gambe.
"Va bene...Rin, posso affidarti l'uomo di casa?" Chiese Miroku sorridendo cortesemente.
"Si... Non sei affatto bravo a calmarlo, sai?" Ironizzò lei ricevendo una linguaccia in risposta dal monaco prima che lui si allontanasse lasciandola sola con il piccolo urlatore.
Subito si mise all'opera ed iniziò a cullare dolcemente il piccolino canticchiando una canzone di ormai troppi anni fa.
Parlava di un potente demone cane che viaggiava senza sosta per le terre dell'ovest, accompagnato da un verde kappa ed una bambina esuberante.
Subito il piccolo si distrasse dalla sua insensata bizza e si perse ascoltando il racconto cantato della giovane zia.
Rin continuò a canticchiare cullando il pupo e sorridendogli qualche volta, mentre lui la guardava curioso ed affascinato.
"Sei brava con i bambini" constatò Kagome affiancandola e ricevendo un sorriso raggiante da parte di Rin che però non smise di cullare e cantare per paura che il marmocchio riprendesse a piangere.
"Forse perché  anche tu sei poco più che una bambina" constatò InuYasha spettinando la giovane baby sitter.
"InuYasha, non sei gentile!" lo rimproverò Kagome guardandolo male e cercando di punirlo con lo sguardo.
"Non preoccuparti, non mi sono offesa.. Magari poi potrò tenere la vostra piccola peste!" Propose Rin con un sorriso raggiante.
"Si... Magari potremmo lasciartela qualche volta" rispose Kagome carezzandosi il pancione amorevolmente.
"Lasciartelo" bofonchiò InuYasha a mezza voce.
Quei due erano incredibili.
Erano la coppia perfetta, incarnavano alla perfezione la definizione di "anime gemelle" ma su una cosa non si erano trovati affatto d'accordo: il sesso del futuro nascituro.
Kagome voleva una bambina, mentre InuYasha pretendeva un maschio ed ogni giorno non facevano che bisticciare.
Rin sbuffò una risatina cercando di non farsi sentire per evitare di scatenare l'ennesima guerra.
"Scusaa..." Disse Sango togliendo il bimbo dalle braccia di Rin.
"Mi dispiace che te lo abbia lasciato così" aggiunse poi guardando in malo modo il marito che li stava raggiungendo affiancato da Kohaku.
"Ciao Kohaku, come stai?" Chiese Kagome abbracciandolo impacciata a causa del pancione.
"Bene, grazie Kagome.. E tu piuttosto? Sei enorme... Senza offesa!!" Rispose lui arrossendo leggermente per la gaffe.
"Tranquillo, lo so.. Comunque sto bene grazie!!" Lo tranquillizzò lei.
"Ciao InuYasha, tu com..."iniziò Kohaku, ma s'interruppe bruscamente quando i suoi occhi incontrarono l'incantevole figura di Rin.
"Bene e tu? Dove sei stato stavolta?" Rispose il mezzodemone, ma le sue parole si persero nell'aria.
Rin era cresciuta molto dall'ultima volta che era stato al villaggio, era diventata una bella ragazza, bellissima, probabilmente la più bella ragazza che i suoi occhi avessero mai incontrato.
Era alta e magra come un giungo leggiadro, i suoi occhi grandi color nocciola avevano un che di mistico e conferivano un'aria vagamente adulta al suo viso fanciullesco che ,col passare del tempo, era rimasto pressoché immutato.
Certo, i lineamenti si erano assottigliati divenendo più maturi, ma non troppo da conferirle un' aspetto adulto.
Rin aveva la superba capacità di sembrare ancora una bambina in volto, e sicuramente il sul segno caratteristico, la codina di lato, non aiutavano a farla sembrare più grande.
Ma il suo corpo diceva tutt'altro...sebbene il kimono tendesse a non valorizzare le forme femminili, il seno prorompente di Rin spiccava baldanzoso sotto quella stoffa.
Kohaku si perse nell'ammirarla.
Era cambiata parecchio dall' ultima volta che l'aveva vista e ,decisamente, questa nuova e cresciuta Rin gli piaceva di più.
"Ciao Rin..." Si obbligò a dire prima di sembrare un perfetto idiota.. O forse era già tardi! Quanto era rimasto a guardarla con la bocca aperta?
"Ciao Kohaku!" Rispose lei sorridente e solare.
La stessa Rin di sempre, eppure così diversa...
"Oh mamma!! Quanto è tardi!! Noi dobbiamo andare!!" Esordì Sango trascinando via tutti i presenti.
La sterminatrice ci aveva visto lungo ed aveva intuito che suo fratello era rimasto vittima di un bel colpo di fulmine.
Sperava che anche per Rin fosse lo stesso, così avrebbero festeggiato un altro matrimonio molto presto.
"Ma Sango, per cosa saremmo in ritardo?" Chiese InuYasha confuso, eppure era sicuro di non essersi dimenticato niente quel giorno!
"Stai zitto e cammina!!" Borbottò Kagome tirandolo per un orecchio, possibile che suo marito fosse così cieco?
"Ma Sango..." Provò a protestare Kohaku, dopotutto era tornato al villaggio per stare un po' con lei e le sue nipotine!
"Non preoccuparti, a stasera!!" Gridò Miroku ormai lontano mentre portava via le gemelle.
"Sbaglio o volevano lasciarci soli ad ogni costo?" Chiese Rin ridendo divertita, quei quattro non riuscivano a far le cose di nascosto neanche a volerlo.
"Già.. "Commentò lo sterminatore rosso come un peperone. Si vedeva così tanto che gli piaceva?
"Allora, dove sei stato stavolta?" Chiese lei tirandolo per un braccio verso la parte opposta a dove erano andati i loro amici.
"Dove mi stai portando?" Chiese lui ,se possibile, ancor più rosso in volto.
Lei voleva stare da sola con lui...
Sperava davvero che fosse così, dopotutto lui era tornato per stare con sua sorella, ma se avesse creato una famiglia tutta sua? Magari con lei...
Ok, forse stava correndo un po' troppo, prima doveva capire se quel che provava per Rin era solo attrazione o un sentimento più profondo, e poi arrivava la parte difficile, capire se lei ricambiava.
Per ora, però, sembrava di si...
"Nella radura del pozzo. Mi piace qual luogo, c'è sempre pace" snocciolò lei regalandogli un'altro sorriso.
"Va bene. A chi arriva prima?" Sfidò lui e lei furbamente sorrise ed iniziò a correre lasciandolo indietro.
Arrivarono alla radura quasi nello stesso momento ed entrambi si accasciarono sul manto erboso per riprender fiato.
"Hai barato, sei partita prima!" Protestò lui mentre assimilava ossigeno.
"Non ho barato, era una strategia!" Si giustificò lei ridendo della sua stessa risposta.
Aveva barato, eccome se aveva barato.
"Allora, dove sei stato?" Chiese girandosi su un fianco verso di lui e sorreggendosi la testa con la mano.
"Nelle terre del nord al di là del mare."
"E come sono? E i demoni? Sono pericolosi? E le persone? Ne hai trovate?" Lo investì con un fiume di domande senza fine.
"Rin ti prego, una per volta!" Scherzò lui ed entrambi risero a crepapelle di quella piccola scenetta.
Kohaku la incantò per ore con i racconti delle terre che aveva visitato, i demoni che aveva affrontato, le sfide che aveva vinto e le persone che aveva incontrato.
Rin pendeva letteralmente dalle sue labbra e ad ogni descrizione che il giovane le forniva, lei s'immaginava in quei luoghi esotici, magari viaggiando con un certo demone bianco.
Era bello stare con Kohaku.
Per qualche strana ragione, era un po' come quando stava con Sesshonaru e si faceva raccontare i suoi viaggi a monosillabi.
Quei momenti erano troppo sporadici purtroppo...
In men che non si dica, si fece buio e Rin fu costretta ad interrompere il racconto dell'amico.
"Mi dispiace, ma devo andare..." Si scusò lei chinando il capo in segno di scuse.
"Non preoccuparti" rispose Kohaku con un sorriso.
Poi allungò la mano verso il viso di lei e l'accarezzò dolcemente.
Moriva dalla voglia di saggiare la morbidezza di quelle guance rosee e si rendeva conto che il sul gesto era parecchio sfacciato, ma proprio non aveva resistito.
Rin avvampò per quel contato inaspettato.
Era stato un gesto troppo romantico, non sapeva come reagire, così si alzò dal manto erboso e fuggì via.

Non le era mai successa una cosa simile, solitamente i ragazzi ci provavano proponendole di uscire o gli offrivano dei fiori, ma mai nessuno si era permesso di accarezzarla.
Arrestò la sua corsa quando raggiunse il limitare del villaggio e poggiò la schiena ad un albero mentre riprendeva fiato.
Si sentiva terribilmente in imbarazzo, non sapeva come comportarsi.
Ripensò alla sua reazione: la fuga senza guardarsi indietro.
Si diede della sciocca mentalmente.
Con quella reazione Kohaku aveva capito che lei non era interessata?
Probabilmente no... Cosa si capisce quando una fugge? Niente, non so capisce niente.
Si sentiva ancora terribilmente accaldata, ma non sapeva se attribuirlo alla carezza o alla corsa.
Si mise le mani sulle gote per cercare di attenuare il rossore con il contatto delle sue mani fredde...
Oh Kami, se Sango l'avesse vista in quelle condizioni chissà cos'avrebbe pensato!
 Perché era fuggita? Perché non era rimasta li ed aveva bloccato il gesto di Kohaku? O, meglio ancora, perché non gli aveva spiegato che non era interessata a lui?
E se magari lui aveva frainteso?
Bhe, lei lo aveva portato nella radura, sembrava un invito a voler star da sola con lui... In effetti voleva stare sola con lui, ma non per quello!
No, decisamente no!! Lei voleva solo sapere dei suoi viaggi senza esser interrotti ogni minuto!
Sbuffò scocciata per la situazione che si era creata.
Come faceva adesso?
E se lei lo rifiutava e lui ci restava male? O ,peggio ancora, se Sango non le avesse più rivolto la parola per aver rifiutato suo fratello?
"Rin!" La voce improvvisa di Sango alle sue spalle la fece sobbalzare per la paura e si ritrovò ad acquietare un gridolino imbarazzante.
"Scusa, non volevo spaventarti!!" Si apprestò ad aggiungere la sterminatrice mentre rideva della reazione dell'amica.
Cosa ci faceva qui? Era venuta a spiarli? Oddio... Come poteva guardarla in faccia dopo quello che era successo con suo fratello?
"Hai visto Kohaku?" Chiese Sango vedendo che Rin seguitava a tacere.
"Si... È al pozzo..." Rispose la giovane distogliendo lo sguardo dal viso della sterminatrice.
Proprio non ce la faceva a parlarle dopo quello che era successo, si vergognava troppo!
"Va bene." Rispose Sango studiando attentamente la sua reazione.
Non era un comportamento normale per Rin, era sicuramente successo qualcosa fra lei e Kohaku... Doveva solo scoprire cosa!
"Vieni a cena da noi domani?festeggeremo il ritorno del mio fratellino, ci saranno anche Kagome ed InuYasha." Aggiunse poi ricevendo un cenno d'assenso da parte di Rin che ancora continuava a guardare il terreno.
Dovevano essere molto interessanti i fili d'erba...
"Allora ci vediamo!" Disse la donna dirigendosi verso la radura del pozzo mangia ossa e così Rin poté tornare a respirare normalmente.
Doveva darsi una calmata ed affrontare la situazione, altrimenti chiunque avrebbe frainteso.

***

Sesshomaru stava camminando verso il villaggio con l'ennesimo dono per Rin fra le mani.
Stavolta si era allontanato per ben due mesi da lei, ma non proprio volontariamente.
Aveva sentito parlare di una sarta cieca delle terre del sud, in grado di cucire utilizzando delle pietre preziose.
Per puro caso, durante il suo viaggio, aveva incontrato un potente demone lucertola che gli aveva dato del filo da torcere e purtroppo aveva ritardato il suo ritorno di qualche settimana.
Giunto al limitare del bosco, ispirò l'aria analizzando le varie fragranze che gli attraversavano le narici, cercando ,fra mille, l'odore della sua Rin.
Mentalmente ne calcolò la distanza e si rese conto di esser più vicino a lei di quanto pensasse.
Camminò ancora fino a che non giunse nella radura del pozzo mangia ossa, e lì ,vide Kohaku che chiacchierava allegramente con lei.
Istantaneamente un'insana gelosia s'impossessò di lui, ma la represse subito.
Rin era una bella ragazza, era normale che qualche ragazzo in preda agli ormoni adolescenziali provasse a conquistarla.
Rimase nel bosco ad osservarli e decise di non farsi notare, per quanto bramasse la compagnia della giovane, prima voleva vedere come sarebbe evoluta quella strana situazione con il giovane sterminatore.
Ad un tratto, lei scattò in piedi dicendo che era tardi e doveva tornare alla capanna prima che facesse buio.
Un moto d'orgoglio lo invase, era contento che lei fosse diventata una donna così responsabile da non girare nel bosco di notte.
Ad un tratto, Kohaku allungò la sua mano verso di lei e l'accarezzò languidamente.
L'orgoglio venne ben presto sostituito con la rabbia.
Come osava uno stolto umano, toccare la sua Rin?
Si costrinse a rimanere nell'ombra ad osservare la situazione, piuttosto che dare retta al suo istinto primario e staccare di netto la mano al ragazzo.
La vide arrossire fino all'inverosimile per quel contatto inaspettato, probabilmente era la prima volta che un uomo osava tanto con lei.
Poi la vide allontanarsi fuggendo a gambe levate.
Una piccola parte di lui, fu felice di quella reazione, significava che la giovane non aveva nessuna esperienza con l'altro sesso se preferiva la fuga alle attenzioni di Kohaku.
Quando Rin fu lontana, Sesshomaru uscì allo scoperto camminando dritto verso il villaggio degli umani per portarle il suo ennesimo dono.
"Signor Sesshomaru!" Lo chiamò Kohaku salutandolo con la mano, ma ricevette come risposta soltanto un fugace sguardo disinteressato.
"Signor Sesshomaru, vorrei parlarle di Rin..." Confessò lo sterminatore,  avvicinandosi al demone che all'udire quelle parole, aveva arrestato il suo cammino ma senza mai degnarlo di uno sguardo.
"Ecco... Io non so se è giusto chiederlo a voi..." Iniziò Kohaku mentre l'aria attorno a loro s'impregnava di timore e vergogna.
Sesshomaru , grazie agli odori che si stavano espandendo nell'aria attorno a loro, intuì cosa volesse chiedergli il giovane umano, ma volle comunque attendere che parlasse.
"Ecco... Voi siete come un padre per Rin..." Continuò Kohaku titubante mentre si grattava la testa nervosamente.
Sesshomaru analizzò attentamente quella frase.
"Voi siete come un padre per Rin."
No. Affatto. Lui non la considerava affatto come una figlia.
Per lui, quella fragile umana era molto di più, quasi come una dea da venerare, ma non sapeva ciò che sentiva lei nei suoi confronti...
"Dunque... Vorrei chiedervi... Il permesso di corteggiarla." Esordì infine inchinandosi rispettosamente.
Sesshomaru soppresse nuovamente un istinto omicida nei confronti di quel ragazzo che, mai come quel giorno, era stato così tante volte vicino alla morte.
Strinse con forza l'involucro di stoffa che conteneva il kimono, quasi come per cercarvi un appiglio per non fargli saltare la testa, poi con la solita voce monocorde diede la sua risposta.
"Non spetta a me darti questo permesso." Gelido, glaciale e conciso, poi spiccò il volo in quell'istante, lasciando Kohaku confuso e solo nella radura.




Buona sera!!
Eccomi tornata con questa romantica storiella :D
Cosa ve ne pare? un po' scialbo, vero? :( bhe, purtroppo i primi capitoli saranno un po' così, mi spiace per le fan di Sesshoumaru, ma prima di vederlo fare scintille con Rin, dovrà passare un po'... e credo che già dal prossimo capitolo capirete perché!
S'intuisce un pochino anche in questo, ma nel prossimo verrà esplicitato ;)
Poi vi prometto la più stucchevole, cariadenti, mielosa, struggente fanfiction che ci sia xD
Intanto, per movimentare le cose, ho aggiunto un corteggiatore temerario: Kohaku, che (addirittura) chiede formalmente il permesso di corteggiare Rin a Sesshomaru.
Allora, alla prossima!! :D
un bacio! <3

 
  
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