CAPITOLO 4
Pov Edward
Non era possibile. Non poteva essere lei. Quel sorriso,
quegli occhi … Nelle altre vite erano sempre gli stessi, come se qualcuno mi
volesse dare un segno di riconoscimento. Vederla lì, in quella stanza, accanto
a me, era stato un colpo al cuore. Averla davanti agli occhi mi ricordava le
altre sue vite, ragazze come Katherine, Maria, Sarah. Ragazze che per colpa mia
avevano visto la loro vita spezzarsi. I periodi con ognuna di loro erano stati
luminosi, così luminosi che ho dovuto eliminarli completamente per non
accecarmi, per non morire di un dolore così intenso da togliere completamente
il respiro.
Alice non la riconosceva, non avendola mai conosciuta non
poteva prevedere niente di lei e io rimanevo spiazzato ogni prima volta.
Robert mi vedeva pensieroso. Il rapporto che mi legava a lui
era così forte che non avevamo bisogno di parole per capirci. Sapeva, aveva
capito, come anche Alice.
<< Cosa farai ora? >> mi chiese lui, attirando
gli sguardi di tutti. Non aveva parlato con la mente perché voleva che tutti ci
sentissero. Questa cosa non poteva rimanere un mistero.
Sospirai. << non ne ho idea >>
<< non riuscirai a starle lontano, lo sai bene anche
tu >> mi rimproverò.
<< C’è qualcosa di diverso questa volta Ed. E’ come se
qualcuno la proteggesse. E poi in nessuna delle altre vite aveva avuto sorelle.
>> si intromise Alice.
<< è vero Ed… e poi non si assomigliano per niente!
Helena ha quel non so che … >> di
bellissimo, sensazionale, unico.
<< E’ tornata? >> chiese Emm. In altri momenti
avrebbe sicuramente fatto delle battute su Rob, questa volta se le risparmiò.
Alice annuì.
<< Chi è questa volta? >>
<< Bella Swan, la figlia dell’imprenditore. >>
Ci furono tante pause. Troppe pause. Robert era immerso nel
mondo dei sogni. Alice rivoleva la sua amica. Io ero troppo stanco di fuggire.
L’ultima, Sarah, mi aveva visto solo di sfuggita, una volta. È morta sul colpo
per strada. Aveva quindici anni.
Dovevo vederla ancora, per capire cosa c’era di diverso. O
forse questa era solo una scusa per rivederla ancora.
Intanto eravamo a casa.
<< riunione di famiglia! >> gridò Alice per
farsi sentire anche da Carlisle ed Esme, anche se non ce n’era affatto bisogno.
Incominciammo a camminare verso la sala da pranzo, verso il
tavolo rotondo. Ci sedemmo in cerchio.
<< è tornata >> esordì Alice, facendo calare un
silenzio tombale. Ma nella mente era un’altra cosa. Pensieri su
pensieri.<< ma il problema di
fondo è un altro. C’è qualcosa di diverso. Ha una sorella e sembra molto
diversa dalle altre volte. Ed ci ha perfino parlato ma non è successo nulla.
>>
<< è strano Alice, ma non posso capire nulla se non so
niente altro. >> Vedevo la profonda preoccupazione di Carlisle.
<< tutto quello che so Carlisle è che è la figlia di
Charlie Swan, Bella, che ha sedici anni e che è sicuramente lei. Ha le stesse
caratteristiche di tutte le volte. >> quegli occhi … parlarne era un
colpo all’anima. Se ce l’avessi, un’anima.
<< Io propongo di aspettare, per capire di più e per
esserne davvero certi >>
<< Ma Carlisle… >>
<< Alice, so quanto le vuoi bene, ma è la cosa
migliore. Dobbiamo essere scrupolosi, ne va di mezzo una vita >> sentivo
la sua paura, come se fosse mia.
<< e se fosse davvero lei? >>
<< Abbiamo promesso di proteggerla, sempre e da
qualunque entità volesse fargli del male >> ci ricordò Carlisle. Era
stata la sua prima madre a farmelo promettere migliaia di anni fa, dicendo che
lei era troppo speciale per rimanere sola. Non capii la verità di quelle parole
fino a quando morì tra le mie braccia.
Vederla morire la prima volta mi aveva distrutto. Lei era la
mia luce e da solo brancolavo nel buio. Isa… pensavo di averla persa per sempre.
Poi un giorno, decadi dopo, l’ho incontrata, in un mercato ad Alessandria,
vicino a dove mi nascondevo. Avevo perso la mia guida e mi cibavo di umani.
Cattivi, ma pur sempre uomini. Era una delle ancelle di Cleopatra. Vederla mi
aveva scioccato e se avessi potuto piangere lo avrei fatto. In quel momento ho
capito che sua madre mi aveva nascosto qualcosa, qualcosa di veramente
importante. Lo osservata da lontano per anni, un giorno presi coraggio e mi
avvicinai. Riuscii solo a sfiorarle la mano prima che lei cadesse paralizzata
al suolo. Il mio io era devastato da tutte quelle morti, fino a quando ho
incontrato Carlisle, almeno mille anni dopo, che è stata la mia guida, il padre
di cui avevo bisogno.
<< ma che tipo di entità? Che cosa ci può essere di
più pericoloso di noi?>> erano domande che mi accompagnavano dalla sua
prima morte. Ho sempre creduto che si riferisse a me. Ma l’ultima vita mi aveva
fatto cambiare idea.
<< Fa parte del soprannaturale come noi, magari
potrebbe riferirsi ai Volturi >> ipotizzò Robert, mio “fratello”. Mi
faceva ridere pensare a lui così. Certo il sangue ci univa, ma lui era solo un
mio lontano discendente, molto più giovane di me. Il destino gli ha fatto incontrare
i Cullen e lui si è unito a noi senza indugi, forte del legame che io creavo
con la sua vecchia famiglia.
<< Non credo, perché mai i Volturi dovrebbero farle
del male? >> Chiese Esme.
<< Perché è unica. Minaccia il loro potere. >>
era Rosalie che parlava. Capimmo tutti la verità di quelle parole.
<< Non credo Rosalie. Bella ha sempre mantenuto
l’anonimato, sono quasi certa che non sanno della sua esistenza e poi nessuno
di noi li ha incontrati dalla sua prima vita >> rispose Esme. Edward non resisterà di nuovo. Sono tanto in
pena per te, lo sai vero? Le annuii. Il dolore al petto mi uccideva,
sebbene non avessi un cuore che batteva, sembrava che la mia vita stesse
finendo un’altra volta.
Avevo paura. Paura che tutto finisse come le altre volte.
<< Sono d’accordo con Carlisle. >> era Jasper
che parlava. << dobbiamo aspettare.>>
<< Ragazzi, mi fido di voi. Cercherò di conoscerla
meglio. Alice… >> acconsentivo. Conoscerla significava affezionarmi,
affezionarmi significa morire un’altra volta quando lei mi avrebbe abbandonato.
Lei annuii. L’avrebbe controllata ogni istante.
<< descrivetemi questa sorella >> chiese
Carlisle.
<< è una forza della natura. Liscia, occhi verdi,
capelli color caramello, alta e slanciata. >> ed è dolce, bellissima, solare, orgogliosa e testarda. Robert si
stava innamorando di Helena. Quando ti innamori, è per sempre. Soprattutto per
la nostra natura.
C’è qualcuno che si è
innamorato qui! Alice lo guardava di traverso.
Jasper sorrideva sornione.
Si è innamorato! Che cosa
spettacolare. I pensieri di Carlisle ed Esme erano in linea.
Siiiiiii qualcun altro
da prendere in giro! Il solito Emmett.
Ed io, che ne pensavo? Speravo solo che lui non soffrisse
come avevo sofferto io.
<< okay, allora la riunione è rimandata a quando si
saprà di più su Bella. >> prima che sia troppo tardi, spero. Tutti ci
alzammo all’unisono.
Carlisle era il nostro capoclan, ma più che un capoclan era
un padre, una guida, un esempio da imitare. Carlisle è ciò che c’è di buono e
bello in questo mondo. Non è possibile credere che lui non abbia ne un’anima e
ne qualcuno che lo aspetta lassù. Senza di lui io, Robert, Esme, Rosalie,
Emmett, non saremmo qui. Io brancolerei nel buio totale.
Tornammo a fare ciò che era per noi solito fare. Alice si
mise al computer a disegnare un modello di abito. Ormai era così stanca dei
vestiti creati da altri, seppur bellissimi, da creare lei stessa i suoi. A
tempo perso …
Jasper e Emmett guardavano una partita di rugby e si
divertivano un mondo ad insultare la lentezza dei giocatori che poi venivano
placcati e magari si spaccavano qualcosa.
Carlisle aveva la testa in un grosso libro, probabilmente di
medicina e probabilmente l’ennesimo libro di oggi.
Esme dipingeva un bellissimo paesaggio, caldo e soleggiato.
Il tipo di paesaggio che potevamo vedere dal vivo solo sull’isola Esme.
Robert andò a fare un giro fuori, tanto per passare il
tempo.
Rosalie, be’ era Rosalie. Andò a sistemare la sua gigantesca
cabina-armadio nella stanza sua e di Emmett. Come se non fosse già immacolata.
E io? Io mi misi al piano a suonare. Suonai la canzone
dedicata a Esme e la ninna nanna che avevo scritto per Bella, vite fa.
Passarono ore, credo. Erano quasi le due di notte. Nulla era
cambiato in casa. Ma fuori, qualcosa era diverso. Si avvicinava una presenza.
Un odore che non conoscevo. E se fossero i Volturi?
E fu lì che apparì, di fronte a noi.
<< Carlisle, ti prego! Devi aiutarmi! >>