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Autore: _ A r i a    20/11/2015    9 recensioni
♟ Storia ad OC | Iscrizioni chiuse ♟
È piuttosto singolare trovare una piccola stradina secondaria, nella Londra moderna, peraltro dove l’invadente asfalto non sia arrivato e dei ciottoli irregolari premano sotto le suole delle scarpe.
Eppure, a quanto pare, è proprio così.
Amelia ricontrolla l’indirizzo, segnato su un pezzo di carta piccolo e vecchio, piuttosto sgualcito.
L’inchiostro nero è un po’ sbiadito, non si meraviglierebbe di essere nel posto sbagliato… in effetti ha paura che qualche strano individuo sbuchi fuori dal nulla da un momento all’altro.
Se non fosse per la piccola bottega di legno che si trova ora davanti agli occhi.
È un posto piuttosto particolare, con tutte le pareti di legno e una vetrata all’ingresso, piccoli quadrati trasparenti ricoperti da uno spesso strato di polvere divisi tra loro da piccole strisce di mogano non esattamente definibile “in ottimo stato”.
C’è anche un’insegna, solo che è parecchio in alto e Amelia decide di non tentare la fortuna e le sue – scarse – abilità di equilibrista nell’arrampicarsi su delle casse malridotte lì al lato per controllare il nome di quel posto.
Genere: Azione, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Jude/Yuuto, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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« Il tempo è come un fiocco di neve,
scompare mentre decidiamo che cosa farne »

-    Romano Battaglia –


» Londra, Gran Bretagna, 1782

Lavora, lavora, lavora, Joshua. Fa’ in fretta, fa’ prima che sia troppo tardi …
Nella bottega nel centro di Londra un abile artigiano lavora alla sua creazione. Anzi, alla sua ultima creazione.
Undici orologi a catena sono già disposti sul suo tavolo da lavoro in logoro legno di mogano, impolverato e ricolmo di trucioli delle precedenti lavorazioni.
Ingranaggi piccoli ma a dir poco portentosi sono racchiusi in quell’intreccio di acciaio e vetro, quest’ultimo inserito a protezione del prezioso quadrante.
L’ultima vite è inserita … ed ecco qui che il dodicesimo è pronto.
L’artigiano fissa soddisfatto l’esito del proprio operato, sorridendo appena.
Ancora non lo sa, tuttavia con l’alchimia che ha utilizzato per incantare il meccanismo dei suoi tanto preziosi orologi ha appena creato uno strumento per raggiungere l’immortalità.

» Parigi, Francia, 1778

È una di quelle giornate in cui, probabilmente, le persone con un minimo di buonsenso se ne rimarrebbero in casa, con una tazza fumante di chocolate chaude davanti.
Non per Ethan.
Lui … lui ha bisogno di fare qualcosa.
Non può accettare infatti che la sua persona possa passare inosservata per più di due minuti. Non può proprio.
Senza staccare la schiena dal tronco dell’albero a cui è appoggiato inizia a cantare, note fluide e ben scandite che scivolano via dalle sue labbra, diffondendosi nell’aria intorno a lui.
Subito i radi passanti rendono più lieve il loro passo, rallentando progressivamente nelle vicinanza di Ethan, fermandosi ad ascoltare le note arrochite in modo accattivante del giovane.
Forse perché è qualcosa di così lontano dal loro ideale:dopotutto, di lì a trent’anni apriranno i primi café chantant, quelle musiche riflessive e le voci profonde che quasi recitano parole cariche di significato … non c’è da stupirsi se quei luoghi fossero il centro d’incontro delle figure di spicco parigine nel campo della letteratura e della filosofia in quegli anni.
Ethan si passa una mano tra i capelli, sorridendo ammiccante in direzione di alcune ragazze che si trovano in prima fila, in quel piccolo capannello che si è riunito intorno a lui per ascoltare la sua musica. Quando le giovani sospirano sognanti non riesce a fare a meno di sentirsi appagato:adora essere al centro dell’attenzione, quasi alla stessa stregua di quanto ami trovarsi in quel luogo, pieno dell’arte e della musica che tanto ama.
Forse quelle persone sono pure attratte dal suo aspetto quantomeno singolare per gli ambienti della Parigi “bene”:le miriadi di orecchini che gli tartassano entrambe le orecchie, gli anelli argentei un po’ in stile gotico che gli adornano le dita ed i piercing sul labbro inferiore certamente contribuiscono a renderlo così dissonante dall’ambiente nel quale si trova, oltre agli appariscenti vestiti rossi e neri.
Il giovane si rigira tra due dita l’orologio che porta al collo … e pensare che, quando l’ha trovato, pensava si trattasse di un regalo di una fan –l’effetto di essere un apprezzato cantante heavy metal, o forse un accesso d’ego.
Ora invece, Ethan sa fin troppo bene che quello che porta al collo è tutto fuorché un normale orologio.
Altrimenti, come potrebbe trovarsi in un’epoca antecedente alla sua di quasi trecento anni?

» Amsterdam, Paesi Bassi, 2012

Amelia si tortura una ciocca dei suoi cortissimi capelli neri come la notte mentre continua a fissare l’acqua del fiume agitarsi nel canale sotto di lei.
Non è ancora arrivato.
E se gli fosse successo qualcosa? E se si fosse fatto male? E se …
I suoi ben poco allegri ragionamenti sono interrotti da due braccia forti che spuntano da dietro la sua schiena, stringendosi appena attorno al suo collo.
Per un momento Amelia non riesce a trattenersi dal sobbalzare, a dir poco presa alla sprovvista da quel gesto inatteso, tuttavia quando scorge un pacchetto rivestito di carta verdina e dal profumo ben noto non riesce ad astenersi dal sorridere.
«Sei in ritardo»apostrofa il proprio fidanzato, sebbene nella sua voce si percepisca chiaramente una nota dolce ed indulgente.
Darren fa il giro della panchina e si siede accanto ad Amelia, scoccandole un bacio dal sapore dolce sulle labbra.
«Perdonami»s’appresta a giustificarsi il giovane«è che … come al solito in pasticceria c’era una fila immensa …».
«Perdonato~»trilla lei, anche solo averlo accanto per quelle che già sa che saranno poche ore e non di più è un sollievo enorme.
Questo è quello che succede se finisci per innamorarti di un ragazzo appartenente ad un’epoca storica diversa dalla tua, si ricorda mestamente.
Sua madre avrebbe dovuto dirglielo, quando le aveva consegnato l’Orologio, gelosamente custodito dalla sua famiglia per intere generazioni.
Darren apre il pacchetto della pasticceria e da esso sale verso il cielo un odore dolcissimo:i poffertjes, dei dolcetti tipici olandesi simili a pancake, sono splendidi, come al solito.
Mentre gustano quelle prelibatezze Amelia non riesce a fare a meno di chiedersi come potrà mai funzionare:lei non appartiene all’epoca di Darren tanto quanto Darren non appartenga alla sua. Non potranno mai stare insieme per più tempo di quello che gli Orologi concedono loro.
Certo, Amelia può attraversare il continuum spazio-temporale ogni volta che vuole e raggiungere Darren per passare tutto il tempo del mondo, tuttavia non riesce a non pensare che prima o poi Darren crescerà, andrà avanti.
Lei potrà tornare da lui ogni volta che lo vorrà, saltellando da una parte all’altra del tempo … ma ne varrà la pena?
Sospira, facendosi beccare scioccamente dal ragazzo e rimproverandosi mentalmente per questo.
«Va tutto bene?»le chiede subito il ragazzo, apprensivo come al solito.
Amelia cerca di sorridere mentre ammette:«Sì, stavo solo pensando … al tempo che scorre, inesorabilmente».
Il ragazzo sembra soppesare per qualche breve istante le parole della giovane prima di domandarle nuovamente:«A proposito, quando devi ripartire?».
«Stasera»risponde perentoria Amelia, mordendosi l’attimo dopo un labbro mentre i suoi scuri occhi smeraldini sembrano incupirsi ancor di più.
Darren è infatti convinto che la giovane faccia la spola tra Amsterdam –dove Darren studia e sta per diplomarsi- e Londra, che gli ha raccontato essere la sua città natale.
Tutto abbastanza veritiero, con l’unica differenza che per vederlo Amelia deve viaggiare anche sette anni a ritroso nel tempo.
Il ragazzo sbuffa e brontola:«Uffa, di già? Ma perché per una volta non puoi trattenerti per un po’ di più?».
«Perché sono in piena sessione di esami, lo sai»replica lei, con aria pragmatica«tempus fugit, caro~».
«Che?!»
«È latino, Darren. Credevo lo studiaste, a scuola!».
Il giovane sbuffa nuovamente, sconfortato. Certo che, quando vuole, la sua ragazza sa proprio mettergli i piedi in testa, eccome.
Amelia invece torna a fissare l’acqua torbida del canale che scorre placida sotto di lei.
Come fa a spiegargli che, se non può fermarsi per più di poche ore con lui, è perché appartiene ad un altro tempo?

» New York, Stati Uniti d’America, 2120

Dal terrazzo dell’alto grattacielo può distinguere nitidamente la punta dell’Empire State Building, illuminata di luci sfavillanti nella notte.
Già, notte. Come se lì potesse esserci qualcosa di diverso.
Jude non ricorda come ci sia arrivato, vorrebbe tanto saperlo. Un momento prima era addormentato tra le calde coperte di casa sua e quello dopo … eccolo lì, in quella sorta di New York futuristica dove non sorgeva mai il sole.
Si era ritrovato perso in quel luogo a lui tanto sconosciuto, tuttavia non aveva avuto nemmeno qualcuno a cui chiedere informazioni.
Più di otto milioni di cittadini newyorkesi … svaniti nel nulla. Scomparsi. D’improvviso, sembravano essere divenuti evanescenti.
Impossibile.
A Jude ci erano volute parecchie ore, trascorse a vagare nella metropoli deserta, prima di realizzare di non essere affatto a New York.
O meglio, si trovava a New York … ma non la vera New York.
Non quella del suo universo.
Quel silenzio a volte diveniva assordante … invece lì, in quel momento, mentre lasciava dondolare i piedi nel vuoto, comodamente seduto su di una balconata al duecentesimo piano di un palazzo, lo sguardo perso il direzione dell’orizzonte, era stranamente confortante.
Serviva per rimettere le idee in ordine, quando invece quel caos continuava a vorticargli nella testa da … da …
Da quanto era lì, esattamente?
Oh, ormai aveva perfino perso la cognizione temporale. Niente di strano, in fondo, se si finisce –proprio malgrado- a vivere in una dimensione fuori dal continuum spazio-temporale.
Dei passi alle sue spalle lo fanno scattare sull’attenti, le mani che si stringono con decisione attorno alla balaustra.
Com’è possibile che ci sia qualcuno, lì?
Ah, già. Non è da solo.
Altrimenti dubita perfino che sarebbe riuscito a trovare un posto dove stare.
Ridicolo, la grande e potente New York si è ridotta ad avere due soli cittadini.
Una voce profonda e suadente lo raggiunse alle sue spalle, facendolo sorridere di malcelato sollievo.
«Jude, non riesci a dormire?».



* Aria’s corner *

Chi non muore si rivede ~
Sorpresa, sono tornata!
E con una nuova storia, per giunta … quindi non potete proprio lamentarvi, signori, no no.
Beh, d’accordo, forse anche perché volevo farmi perdonare il fatto che ho deciso di sospendere per un po’ la precedente long, ma dettagli.
Ammetto che la trama di primo acchito potrebbe non sembrare esattamente chiara, perciò cercherò di farvene un sunto per aiutarvi:

Ci troviamo in un futuro distopico, per l’esattezza nel 2059. Dodici ragazzi sono venuti in possesso, chi in un modo chi in un altro, di alcuni oggetti preziosissimi, gli Orologi. Questi permettono a chi li possiede di poter viaggiare a loro piacimento nello spazio e nel tempo

O meglio, questo è quanto accade fino a quando una terribile minaccia incombe su di loro … ma questa è un’altra storia~
Ovviamente i vostri oc saranno anche loro detentori di un orologio, don’t worry (?)
Vi dico da subito che con questa storia sarò molto più rigida su certi criteri, non ho intenzione di far colare a picco tutto un’altra volta.
Prima di passare alla parte delle direttive generali & co. ci tenevo a ringraziare la mia lovely _Myosotis (ciao dear~) per essersi imbarcata con me in questa storia –ma non solo- giacché Ethan Bailey è il suo oc. Amelia Greene è invece il mio personaggio, così come mi appartiene il banner che fa abbastanza schifo, lo so, ma chi s’accontenta gode ♪
Beh, lo so che non ci si capisce niente lo stesso e che –uhm- l’80% di voi si starà chiedendo che fine abbia fatto Yuuto and so on, però visto che sono una persona cattiva non ve lo dico e passo invece a tutte le informazioni per gli oc e bla, bla, bla.
  •  Parto subito col dirvi che gli aggiornamenti non saranno per niente regolari. O meglio, per i primi capitoli cercherò di fare del mio meglio ma non vi assicuro niente. Signori, il classico è quel che è.
  •  Non so quando compariranno i vostri oc, non vi assicuro niente manco di questo. Sarà tutto molto casuale, mi sa.
  •  Pure se in ritardo le iscrizioni si aprono oggi, venerdì 20 novembre, e si chiuderanno tra una settimana esatta, aka venerdì 27 novembre. Lo stesso vale per l’invio dell’oc. Non concederò proroghe, sorry, altrimenti il prossimo capitolo vi arriva come regalo di natale e giù tutti a lamentarsi.
  •  Sceglierò gli oc. Scusate ma non ci casco più :)
  •  E oh, sì:se non chiedo troppo vi pregherei di recensire tutti i capitoli. Non potete capire il senso di abbandono che si prova quando ci si ritrova con venti recensioni al prologo e poi, andando avanti coi capitoli, non ce ne sono manco la metà. Lo so che siete impegnati, io stessa lo sono in primis, perciò cerchiamo di venirci incontro a vicenda, uh?  

Aria says yes to:
  •    Oc originali;
  •    Oc coerenti con la loro nazionalità;
  •    Recensioni che non siano il sunto del sunto del sunto- avete capito;
  •    Qualsiasi tipo di relazione;
  •    Fidanzati di ie (non Genda, Kidou e Tachimukai, plss).
Aria says no to:
  •    Mary Sue/Gary Stu (ormai ho imparato l’antifona, gente);
  •    Oc non coerenti (obv);
  •    Oc inviati senza la mia autorizzazione tramite risposta alle recensioni;
  •    Oc partecipanti alla mia vecchia long (N.B.:per “oc” intendo i personaggi inseriti all’interno della storia, non i loro proprietari, ergo potete partecipare ma con personaggi nuovi da cima a fondo, chiaro?);
  •    Fidanzati di GO/CS/Galaxy –ciao, sono Capitan Ovvio.

Ordunque, senza ulteriori indugi, m’appropinquo a consegnarvi ciò che tutti voi attendevate trepidanti …  detto con altre parole, sotto trovate la scheda oc.

Nome:
Cognome:
Età (min 16 – max 19):
Nazionalità:
Aspetto fisico:
Carattere:
Paure/debolezze:
Interesse romantico (facoltativo):
Epoca storica nella quale preferisce viaggiare:
Come avete “trovato” l’orologio (ereditato dalla vostra famiglia, trovato in una vecchia bancarella, v’è piovuto dal cielo … siate creativi!):
Altro (se avete altro da aggiungere e non avete trovato posto nei punti precedenti):  

Basta, la chiudo qui, più che un capitolo questo è un papiro egizio.
Vi attendo numerosi!

A presto (spero)
Aria~
   
 
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