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Autore: CUCCIOLA_83    28/02/2009    3 recensioni
Grazie ad un trasloco, passato, presente e futuro s'intrecciano. Accompagnando Remus e Tonks alla scoperta di loro stessi. Riuscirà ad unirli più di quanto gia non siano, o farà capire ad entrabi quanto complicata potrebbe essere la loro vita insieme, tanto da convicnerli a rinunciare? Una storia che ho penato di reinserire riveduta e corretta, probabilmente perché ci sono particolarmente affezionata essendo la prima vera FF che ho scritto nel lontano 2005. Buona lettura a tutti!
Genere: Malinconico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin, Un po' tutti | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Il Diario Dimenticato

Eccovi il secondo capitolo. Non vi ho fatto aspettare molto, vero?

Buona lettura!

 

 

Il Diario Dimenticato

Capitolo 2

 

Per tutta la notte Tonks non fece che pensare a quelle poche pagine del diario che Remus aveva letto.

Ora capiva perché era sempre stato così tranquillo e solitario. Le persone, a causa delle sue condizioni, lo avevano sempre isolato fin da bambino, e questa è una cosa in grado di segnare profondamente la vita di qualcuno.

 

La mattina seguente il sole sorse in una giornata limpida ma fredda. Tonks e Remus si svegliarono quasi contemporaneamente.

«Buongiorno amore, dormito bene?» Chiese Remus mentre l’abbracciava.

«Come al solito…» Rispose lei, riferendosi ai soliti incubi che da mesi ormai la tormentavano.

«Capisco. Beh anche io questa notte ho avuto degli incubi. Pensa che c’era Caramell che m’inseguiva per tutta Londra con una grossa siringa. Brr terrificante!» Le raccontò Remus facendo finta di rabbrividire.

Entrambi si misero a ridere, Tonks capì che stava cercando di tirarla su di morale.

«Merlino, deve essere stato tremendo. Vedere Caramell correre, è con una siringa in mano per di  più». Continuarono a riderci sopra anche mentre si dirigevano in cucina per fare colazione.

«Allora, cosa ti aspetta questa mattina al lavoro?» Chiese Remus mentre si serviva del caffè.

 «Dovrebbe essere una mattinata tranquilla. Credo che sistemerò delle scartoffie, niente di che. Invece, credo che il tuo incubo si realizzerà, anche se ad inseguirti non sarà Caramell. Pronto per un’altra iniezione?» Chiese, divertita

«Molto carina, davvero molto carina. Sono prontissimo per farmi infilzare ancora una volta con quell’arnese» Rispose Remus sarcastico.

«Ah, ieri mi sono dimenticato di dirti che ho incontrato Arthur. Lui e Molly ci hanno invitati a cena una di queste sere. Ho accettato, spero che non ti dispiaccia». Continuò Remus cercando di sviare il discorso.

«Ma certo che non mi dispiace. Anzi avevo voglia di rivederli, però prima o poi dovremo deciderci ad invitare tutti qui, sai, per l’inaugurazione della casa». Commentò Tonks guardando in torno con fare sconsolato, la casa era un vero disastro

«Bene, allora oggi se finisco presto passo a trovarlo per la conferma definitiva. Per quanto riguarda la festa d’inaugurazione, prima, cerchiamo di liberarci di tutti questi scatoloni che ancora prevalgono in casa». Osservando anche lui il disordine che li circondava a causa degli scatoloni e imballaggi vari.

Quando ebbero finito di fare colazione si prepararono per uscire, il ministero della magia li attendeva.

Essendo giorno di luna piena, Remus non era al pieno delle sue forze, sentiva che il suo corpo rispondeva a fatica alle sue richieste, quindi, preferirono evitare la magia, dirigendosi al ministero con mezzi babbani.

Arrivati davanti alla cabina telefonica si guardarono in torno per assicurarsi che non ci fosse nessuno ed entrarono, composero il numero 2442 e la fredda voce femminile fece le solite domande, quando dallo sportellino uscì la targhetta per Remus, Tonks la osservo indignata.

«Cavia esperimento?? Ma sono impazziti?» Urlò di colpo.

«Lascia perdere, anche quella di ieri era così». Rispose rassegnato.

«Beh, è una cosa oltraggiosa secondo me». Non fece in tempo a  terminare la frase si ritrovarono nell’atrio del ministero e dopo il solito rito del peso della bacchetta si diressero, insieme, agli ascensori.

«Se vuoi ti accompagno, ho ancora un po’ di tempo prima dell’inizio del mio turno». Propose lei.

«No tranquilla, non voglio rischiare di farti arrivare tardi. Sai che poi non ti lascerei più andare via. Passo più tardi a trovarti se va».

 «Ok, come vuoi. Allora ti aspetto in ufficio. Ciao». Confermò per poi dargli un veloce bacio prima che le porte dell’ascensore si chiudessero.

Remus scese ancora nei sotterranei del ministero e quando si trovò davanti alla porta del laboratorio, busso senza esitazione.

«Buongiorno Remus, bentornato, prego entra pure. Come ti senti oggi? Pronto per un altro prelievo?» Chiese il dottor Whitman.

«Buongiorno, beh i giorni di luna piena non sono mai facili per me. Ma a parte questo va tutto bene». Rispose Remus mentre si accomodava sulla solita poltrona, che lui aveva soprannominato “poltrona delle torture”.

«Bene, oggi faremo un altro prelievo di sangue, per confrontarne i cambiamenti con quello di ieri, grazie ai liquidi colorati che ti ho mostrato. Domani manderò dei miei colleghi a casa tua per effettuarne un altro. So bene che sarai piuttosto esausto a causa della nottata movimentata che ti attende, quindi voglio evitarti il tragitto fin qui. Per te va bene?» Chiese il dottore mentre infilava l’ago nel braccio del povero Remus, il quale, nel tentativo di trattenere le urla, annuiva.

Terminata la tortura Remus rimase ancora due ore circa nel laboratorio per farsi spiegare altre lavorazioni effettuate dai ricercatori, in fondo quello era il suo sangue.

Pian piano stava facendo amicizia con tutti i membri dello staff e l’idea che si era fatto all’inizio su di loro non venne smentita, erano tutte persone volenterose e appassionate del proprio lavoro, si stavano veramente dando da fare per riuscire nell’impresa, e questo lo rese molto felice. Era bello sapere che stavano dando il meglio di loro stessi per la riuscita di questo progetto.

Quando si congedò dai ricercatori, si diresse al secondo livello del ministero dov’era ubicato il quartier generale degli Auror, per mantenere la promessa di passare a salutare Tonks prima di andare via.

Quando salì sull’ascensore tutti i presenti lo guardarono, o per meglio dire, fissarono il suo cartellino che brillava sotto la luce come se fosse sotto ad un riflettore, ma Remus cercò di non farci troppo caso.

Ad un tratto la solita fredda voce annunciò:

 

“secondo livello, Ufficio Applicazione Della Legge Sulla Magia, comprende L’Ufficio Per l’Uso Improprio Delle Arti Magiche, Il Quartier Generale Degli Auror e I Servizi Amministrativi Wizengamot”

 

Remus scese dall’ascensore, sotto gli sguardi incuriositi degli occupanti, e si avviò per un lungo corridoio pieno di porte. Voltò l’anglo e attraversò una grande porta a due battenti ritrovandosi così nel quartier generale degli Auror.

Si guardò in torno per cercare la postazione di Tonks, ma non dovette cercare a lungo perché fu lei a trovare lui, infatti, si trovava poco distante e appena lo vide corse ad abbracciarlo, sotto gli occhi stupefatti dei colleghi, ma entrambi sembrarono non accorgersene, e dopo aver avvisato il suo capo che prendeva una pausa per il pranzo, si diressero alla caffetteria del ministero per pranzare.

 «Devi mangiare qualcosa anche se non ti và. Non vorrai restare a digiuno fino a domani mattina!» Esclamò Tonks notando che Remus giocherellava col cibo, ma non ne metteva in bocca nemmeno un pezzetto. «Tranquilla, non ti sbranerò nel sonno» Commentò prima d’infilzare un boccone con la forchetta ed infilarselo in bocca. «Non fare quella faccia stavo scherzando». La rassicurò osservando la sua reazione alla battuta. «Però non ho mai molto appetito in queste giornate. Comunque ok, mangerò qualcosa, contenta?» E subito dopo si riempì di nuovo la bocca di cibo abbozzando un sorriso. lei ricambiò nell’assistere a quella scena, almeno una piccola vittoria l’aveva ottenuta.

Terminato di pranzare e, dopo essere tornati nel quartier generale degli Auror, l’atmosfera tra di loro si rattristo un poco. Entrambi sapevano bene che non si sarebbero rivisti fino al mattino successivo, e questo rendeva ancora più difficile la separazione.

Tonks avrebbe voluto stargli vicino nonostante la trasformazione, non lo voleva lasciare solo in un momento come quello ma, anche se Remus aveva preso regolarmente la pozione antilupo, le aveva fatto promettere di non avvicinarsi per nessun motivo al mondo. Non voleva che le succedesse qualcosa di brutto, non se lo sarebbe mai perdonato.

«Ora è meglio che torni al lavoro, ti staranno dando per dispersa. Io faccio un salto da Arthur e poi torno a casa». Così dicendo gli diede un bacio e si allontanò in direzione dell’ufficio uso improprio dei manufatti babbani, dove lavorava Arthur.

*****

La casa era immersa in un silenzio irreale, pensò Remus, quando c’era Tonks era sempre piena di allegria e di rumore.

Decise così d’allontanare questi pensieri tristi dalla sua mente dedicandosi alla sistemazione della cucina per farle una sorpresa.

Quel lavoro lo tenne occupato per le seguenti tre ore, immerso fino al collo tra scatoloni e materiale da imballaggio, ma riuscì a sistemare tutto senza grandi perdite, e fuori dalla finestra cominciava a farsi buio, controllando l’orologio si accorse che era ora di prendere la dose di pozione antilupo che i ricercatori avevano preparato per lui. Storcendo un po’ il naso la inghiottì tutta di un colpo per evitare di sentirne il sapore.

Ormai mancava poco al sorgere della luna e quindi si preparò all’imminente trasformazione, ma non prima di aver lasciato un biglietto a Tonks e, dopo essersi chiuso a chiave nella stanza prescelta per quelle notti di luna piena, si sedette a terra con rassegnazione.

Avrebbe dovuto essere abituato a quel rito, ma da quando Tonks era entrata nella sua vita questo momento era diventato, se possibile, ancora più doloroso, in quanto significava stare lontano da lei, anche se solo per una notte.

*****

Tonks tornò a casa piuttosto stanca, benché quel pomeriggio non fosse riuscita a combinare molto. La sua mente continuava a tornare a Remus, e a quello che sarebbe successo quella notte. Quante volte aveva cercato di spiegarglielo, ma non era mai riuscito a finire il racconto troppo dolore, e troppi ricordi da spiegare solo a parole.

Avvicinandosi al tavolo del salotto trovò il messaggio che le aveva lasciato, e sedendosi sul divano e cominciò a leggere:

 

 

Ciao amore,

spero che il lavoro sia andato bene. Io qui a casa mi sono dato da fare, ho sistemato tutta la cucina da solo.

Visto che bravo? Ti ho anche preparato qualcosa da mangiare, devi solo scaldarlo.

Mi mancherai questa notte, e spero che anche io ti mancherò almeno un po’, ma qualunque cosa succeda ricordati la promessa che mi hai fatto, non devi aprire quella porta. Non voglio che ti succeda qualcosa a causa mia, o meglio, dell’animale che è in me, sei troppo importante per la mia vita e non ti voglio perdere.

Ascolta queste mie parole, te ne prego. Ora devo andare, ci vediamo domani mattina, spero che sia il tuo viso la prima cosa che vedrò. Ti amo amore mio, non dimenticarlo mai.

     Con amore

     Remus

 

 

Tonks lesse e rilesse quel bigliettino poi, di colpo, si alzò dal divano e corse alla porta dietro la quale, sapeva che c’era Remus, anche se in forma lupesca. Non voleva aprirla, non l’avrebbe mai fatto, la sfiorò solamente, sperando che il mattino arrivasse presto.

Non le andava molto di mangiare, ma sapeva che Remus le aveva preparato tutto nella speranza che mangiasse, quindi, decise di fare uno sforzo.

Aveva dimenticato quanto fosse deprimente mangiare da sola.

Quando terminò, decise che ciondolare per casa senza una meta precisa fino al mattino non era la soluzione giusta, quindi, andò in camera da letto con un plico di documenti che si era portata a casa dal lavoro, se proprio doveva fare qualcosa tanto valeva sistemare le scartoffie.

Si mise a letto e cominciò a sfogliare i vari documenti, ce la mise tutta per combinare qualcosa di costruttivo ma i mille pensieri che le affollavano la mente non l’aiutarono di certo a concentrarsi.

Ad un tratto guardò la parte del letto dove di solito dormiva Remus, sospirò rassegnata ma poi vide poggiato sul comodino il suo diario. Rimase ad osservarlo per diversi minuti. Poteva leggerlo? Remus non le aveva detto niente al riguardo, però…

Forse tra quelle pagine avrebbe potuto esserci qualcosa che le avrebbe fatto capire meglio quello che veramente provava Remus durante le trasformazioni. In un attimo prese il diario tra le mani, subito notò che Remus non aveva chiuso il lucchetto e, mentre lo apriva, un foglietto usci da una delle pagine.

 

 

Ciao amore,

se stai leggendo questo biglietto vuol dire che hai deciso di leggere questo diario senza di me. Tranquilla, fai pure, non ho niente in contrario. Non dobbiamo avere segreti tra di noi, giusto?

 Ti amo.

Buonanotte  amore mio

Remus

 

 

Tonks arrossì mentre sorrideva.

«Ormai mi conosce anche troppo bene…» Commentò, ripiegando il bigliettino e mettendosi a leggere.

 

 

19 settembre

Ciao,

rieccomi qui a scrivere su questo diario, non so perché ma un po’ mi aiuta. Qui posso scrivere tutto quello che mi passa per la mente, dato che non ho nessuno con cui sfogarmi.

Allora vediamo, sono passati parecchi giorni dall’ultima volta che ho scritto, quindi, per prima cosa ricapitolerò le cose che mi sono successe dal mio arrivo qui a Hogwarts fino ad oggi.

La sera del nostro arrivo c’è stato lo smistamento, e io sono capitato a grifondoro, “culla dei coraggiosi di cuore, audaci, impavidi …”

Ancora oggi credo che il cappello parlante si sia sbagliato nel mandarmi in questa casa, io sono tutto fuorché coraggioso e impavido. Un prefetto ci ha detto che dobbiamo essere orgogliosi di appartenere a questa casa, ed io, nonostante tutto, lo sono. Spero che a giugno ci venga assegnata la coppa delle case.

Tutti i miei compagni sembrano simpatici, anche se non li conosco bene.

In particolare due sembrano veramente divertenti, si chiamano Sirius Black e James Potter, ora sono amici, ma i primi giorni non si potevano vedere. Ne combinano sempre di tutti i colori, e la professoressa McGranitt li punisce quasi tutti i giorni.

Mi piacerebbe essere loro amico, ma non mi faccio troppe illusioni, io sono l’esatto opposto di loro, credo che non sappiano nemmeno che esisto, nonostante dormano vicino a me.

Mi piacciono molto le lezioni che si fanno qui, sono interessantissime, incantesimi, trasfigurazione, difesa contro le arti oscure, storia della magia, astronomia sono tra le mie preferite. Invece, con pozioni ho qualche difficoltà, ma spero di recuperare in fondo siamo solo all’inizio.

 Finalmente sono riuscito a parlare con Silente, qualche giorno fa mi ha chiamato nel suo ufficio, è stato molto gentile con me, mi ha fatto persino conoscere Fanny la sua fenice, abbiamo parlato a lungo di come andavano le lezione e i rapporto con i compagni.

 “Studiare è importante ma anche i rapporti con i compagni lo sono, cerca di aprirti di più e loro faranno altrettanto” queste solo le esatte parole che mi ha detto, quando gli avevo riferito che non avevo ancora fatto amicizia con qualcuno in particolare.

Tra pochi giorni ci sarà la luna piena, e sarà anche la mia prima trasformazione qui a Hogwarts, Silente mi ha detto che verso le sei di pomeriggio mi dovrò recare da madama Chips, l’infermiera della scuola, lei mi porterà ad un passaggio segreto custodito da un Platano Picchiatore, questo passaggio porta ad una vecchia casa abbandonata vicino ad Hogsmeade, è lì che starò per tutta la notte in attesa che la luna tramonti. Spero solo che a nessuno venga in mente di entrare a controllare se sentiranno dei rumori strani, non voglio fare del male a nessuno, non me lo perdonerei mai.

Ora si è fatto tardi meglio mettersi a dormire domani avrò una giornata molto impegnativa.

Remus

 

26 settembre

ciao,

n questo momento mi trovo in infermeria. Madama Chips mi sta curando le ferite che mi sono procurato due notti fa, da quello che ho potuto capire dai tantissimi graffi e morsi sul mio corpo, devo proprio essermi sfogato, Silente mi ha detto che probabilmente è stato solo a causa del cambiamento d’ambiente. L’essersi trovato in un posto sconosciuto deve essere stato strano per il lupo, di conseguenza si è sentito spaesato e si è innervosito più del solito. Quando ero a casa i miei genitori mi chiudevano in cantina e insonorizzata per non allarmare i vicini, era molto dura per loro ma non glene faccio una colpa, era l’unica cosa da fare,  anche se soffrivo per la situazione, dentro di me li capivo, erano terrorizzati che potessi fare del male a qualcuno era, ed è tutt’ora la mia stessa paura.

Ormai mi sono abituato a non avere una vita normale, ma non nego che all’inizio è stata molto dura, soprattutto per un bambino piccolo. Di colpo mi sono trovato davanti ad una cosa più grande di me, e nessuno era in grado di aiutarmi.

Oltre al male causato dalla solitudine, dovevo affrontare anche quello fisico, causato dalla trasformazione. Tutti giudicano i lupi mannari come bestie orribili, ma nessuno sa quello che comporta trasformasi in loro.

Dentro di te senti come un fuoco che ti divora, e mentre bruci dentro il cuore inizia a battere fortissimo nel petto come se volesse schizzare fuori, senti che la tua pelle non è più in grado di contenerti. La carne sembra che si laceri e in quei momenti vorresti solo morire per far cessare quel dolore, poi di colpo tutto finisce e da quel momento non sei più te stesso, vedi le cose come in un brutto sogno, come se quel corpo non fosse il tuo, e forse sotto un certo punto di vista è così.

Quando al mattino ti risvegli, ti senti spaesato, impaurito, ma soprattutto solo e colpevole, il tuo unico desiderio è quello di scappare e nasconderti dalla vista delle altre persone, perché hai paura della loro reazione.

Io non avendo persone da mordere di solito mordo me stesso o gli oggetti che mi circondano, infatti, nella vecchia casa dove mi sono rintanato due notti fa devo aver combinato un bel casino perché il mattino seguente molti mobili erano stati fatti a pezzi, con segni di morsi e graffi, ma almeno non ho morso nessuno, credo.

Quando all’alba Madama Chips è venuta a riprendermi, si è spaventa molto vedendomi ricoperto di sangue, e mentre mi riaccompagnava al castello continuava a rassicurarmi che dopo le sue cure tutti quei bruttissimi tagli sarebbero spariti, devo ammettere che aveva ragione pian piano stanno sparendo, presto potrò tornare a lezione con i miei compagni, non vedo.

Ora devo andare, Madama Chips deve controllare le ferite più profonde è un po’ doloroso ma almeno so che guariranno… Almeno alcune…

Remus

 

 

Finalmente Tonks aveva capito quello che per mesi Remus aveva cercato, senza successo, di spiegale riguardo la trasformazione.

Mentre leggeva quelle ultime pagine di quel particolare passaggio del diario, non riuscì a trattenere le lacrime, tutto quel dolore lo aveva accompagnato per la maggior parte della sua vita, e lei non poteva fare niente per aiutarlo, era ingiusto!

Ci mise un po’ ad addormentarsi, non riusciva a fermare le lacrime mentre abbracciava il cuscino di Remus, ma quando ci riuscì le cose non andarono meglio.

Per tutta la notte i suoi sogni furono pieni d’immagini orribili: Remus bambino chiuso in cantina mentre piangeva e aspettava il sorgere della luna piena, oppure, ancora Remus pieno di ferite sanguinante che le chiedeva aiuto ma lei non riusciva ad avvicinarsi per soccorrerlo.

Tonks pianse nel sonno tutta la notte.

 

 

 

Grazie a tutti per aver letto questo secondo capitolo spero che vi sia piaciuto.

Julia Weasley: sono contenta che il primo capitolo ti sia piaciuto, ma forse ti era sfuggito il “quasi” in quel passaggio, ho scritto che quella guerra aveva Quasi ucciso molti dei suoi amici compresa Tonks;

Pan_tere94: beh ti dirò, tutte le mie ff, o quasi parlando di loro due ;);

Lauretta86: Wow che commentone che hai fatto sono quasi arrossita leggendo. Probabilmente non ti sei persa molto non avendo letto la precedente versione. Spero che continuerà a piacerti anche in seguito;

Maira_Hermione96: e si lo ammetto all’inizio sono stata un poco troppo sul formale, ma credo che andando avanti migliori questo fattore :p;

FunnyPink: Lo ammetto il Remus delle mie ff è decisamente più “allegro” di quello tormentato all’esasperazione che si trova nei libri, spero che ti piacerà anche nei prossimi capitoli.

 

   
 
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