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Autore: CUCCIOLA_83    19/02/2009    5 recensioni
Grazie ad un trasloco, passato, presente e futuro s'intrecciano. Accompagnando Remus e Tonks alla scoperta di loro stessi. Riuscirà ad unirli più di quanto gia non siano, o farà capire ad entrabi quanto complicata potrebbe essere la loro vita insieme, tanto da convicnerli a rinunciare? Una storia che ho penato di reinserire riveduta e corretta, probabilmente perché ci sono particolarmente affezionata essendo la prima vera FF che ho scritto nel lontano 2005. Buona lettura a tutti!
Genere: Malinconico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin, Un po' tutti | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Premessa: La grande guerra contro Lord Voldemort si è ormai conclusa da qualche mese con la vittoria del mondo magico ma ad un

Alla fine ho deciso di farlo. Ogni volta che aprivo questa FF (come molte delle prime che ho scritto nel lontanissimo 2005 e non solo) mi venivano i brividi per com’era impostata.

Così ho deciso di risistemarla, e con lei le altre. Certo ci vorrà un po’, perché sto lavorando ad un progettino personale che mi porta via parecchio tempo.

Magari continuerò con qualcosa di più corto, perché questa è stata un vero inferno.

Ora vi auguro buona lettura. Tenete però presente alcune cose:

  1. quando ho scritto questa storia dovevano ancora uscire il sesto e il settimo libro;
  2. ero particolarmente fantasiosa, in pratica questa storia è stata la base del mio personalissimo AU.

 

 

 

 

Il Diario Dimenticato

 

Capitolo 1

 

 

La giornata fuori dalla finestra era limpida ma ancora un po’ fredda, quello era un classico gennaio inglese non c’erano dubbi. Tonks si godeva il suo giorno di libertà da lavoro, cercando di sistemare un po’ quella casa, si erano trasferiti lì da quasi un mese, ma nonostante questo gli scatoloni la facevano da padroni in quasi tutte le stanze. Decise di cominciare dalla salotto, Remus le aveva “suggerito” di non toccare gli scatoloni riguardanti la cucina «forse è meglio se la cucina la sistemiamo quando torno, che ne dici? Non vorrei ti facessi male» ma la verità era che non voleva rischiare di veder frantumate a terra tutte le stoviglie presenti negli scatoloni, Tonks era sempre molto maldestra come il primo giorno che si erano conosciuti, ma in fondo amava anche questo in lei.

Terminato di sistemare il salotto, decise di andare in soffitta per cercare qualche libro da aggiungere alla libreria, sapeva che da qualche parte c’erano dei vecchi libri di Remus e voleva prenderli per dargli una sistemata prima di metterli con gli altri. Frugò in molti scatoloni ma non riuscì trovare niente d’interessante, fino a quando la sua attenzione non fu catturata da un vecchio baule, si avvicinò e lesse la targhetta “R. J. Lupin settimo anno, grifondoro Hogwarts” quello era il baule che Remus usava ai tempi della scuola, forse li avrebbe trovato qualche libro interessante. Quando lo aprì fu colpita da una quantità assurda di polvere, dovevano essere anni che nessuno apriva quel baule, quando la polvere si dissolse Tonks iniziò a cercare. All’interno del baule trovò molte cose come la vecchia divisa dei grifondoro

«mamma mia com’era mingherlino a scuola…non che ora sia molto diverso…» commentò mentre la osservava.

Dopo averla messa da parte cercò ancora, trovò dei vecchi vestiti, un calderone arrugginito varie provette e una piccola bilancia necessarie per le lezioni di pozioni, vari libri scolastici, e quello cos’era? Un album fotografico? Non seppe resistere e iniziò a sfogliarlo, c’erano tantissime foto al suo interno la maggior parte lo ritraevano con James e Sirius, in altre invece c’era anche quel piccolo ratto schifoso di Peter, in altre ancora era con una ragazza con i capelli rossi all’inizio non l’aveva riconosciuta ma guardandola meglio e soprattutto osservando gli occhi…quella era Lily, in alcune foto Remus e Lily erano insieme e mostravano dei premi, le targhette non si riuscivano a leggere. Tonks decise di portarlo giù così al ritorno di Remus lo avrebbero sfogliato insieme. Stava per chiudere il baule quando da una piccola tasca ricavata dal coperchio uscì un sacchetto di velluto nero chiuso da un laccio di color argento, Tonks lo aprì e al suo interno trovò un vecchio libricino con una serratura, quello doveva essere il diario di Remus ai tempi della scuola, combattuta sul dafarsi decise di portare giù anche quello, solo Remus aveva il diritto di aprirlo.

Scesa in salotto posò i libricini nella libreria, il diario però lo rimise nel sacchetto di velluto nero, poi si rimise a sistemare gli scatoloni che le rimanevano.

 

*****

Remus era molto nervoso quel giorno, lo aveva capito anche Sirius, il quale si era offerto di accompagnarlo al ministero, voleva stargli vicino in quella giornata che poteva significare l’inizio di una vita migliore per l’amico. Remus fu felice della sua offerta, ma declinò, doveva e voleva affrontare da solo tutto questo, in fondo aveva cominciato da solo e voleva finire allo stesso modo.

 

Dopo aver passato la mattinata con Sirius in giro per Londra, Remus si materializzò nell’atrio del ministero. Il ministero, lo aveva sempre reso molto nervoso, brutti ricordi erano associati a quel posto, lunghi ed estenuanti interrogatori, soprusi, a volte persino violenze a causa della sua “natura di lupo mannaro”, o ancora lo scontro con Voldemort circa tre anni prima che aveva quasi ucciso molti dei suoi amici, compresa Tonks, e tutto a causa della mentalità ottusa del ministro della magia che non voleva ammettere i suoi errori. Ma quello che doveva fare oggi era troppo importante, doveva farsi forza, si diresse dal sorvegliante, che dopo aver pesato la bacchetta, gli diede un cartellino da appuntarsi al petto con scritto “Remus J. Lupin – cavia esperimento” .

«Prenda l’ascensore fino al sotterraneo, piano “ufficio misteri – laboratori di ricerca”, appena uscito dall’ascensore si diriga alla 5° porta a destra»

Remus rimase sconcertato dalla scritta apparsa sul suo cartellino ma decise di non obiettare, avrebbe perso solo tempo ringraziò la guardia e se ne andò. Si diresse agli ascensori, i quali erano sempre pieni di gente e di promemoria volanti, mentre attendeva l’arrivo della cabina si guardò in giro e ad un tratto.

«Ciao Arthur! Sempre indaffaratissimo? » Tra la folla che usciva dalla cabina di un altro ascensore aveva intravisto Arthur Weasley

«Ho ciao Remus, eh si puoi dirlo forte, ieri notte dei ragazzi hanno avuto la bellissima idea di incantare una cabina telefonica in modo da farle insultare chiunque volesse telefonare, ci sono volute più due ore per sistemare tutto. E tu? Oggi è il gran giorno vero? » Chiese impaziente.

«Già, oggi potrebbe essere l’inizio di qualcosa di molto bello, ma credo che ci vorranno dei mesi per sistemare tutto, comunque.. ho aspettato trent’anni posso aspettare qualche mese giusto? » Rispose Remus cercando di dare alla sua voce un tono tranquillo. Dentro di sé però era tutto forche tranquillo, sapeva bene cosa avrebbe significato per lui, e per tutti quelli nelle sue stesse condizioni, la riuscita di questo esperimento.

«Bene, allora credo che sia meglio che tu vada non vorrei farti far tardi, spero che tu e Tonks veniate a farci visita alla Tana, Molly e io saremo molto felici di avervi a cena una di queste sere».

 «Ma certo, verremo molto volentieri, grazie per l’invito questa sera lo riferirò a Tonks. Ora vado se no magari quelli cambiano idea. Ci vediamo». Lo salutò ed entro in ascensore.

La discesa fino ai sotterranei del ministero sembrava infinita, ma ad un tratto una voce annunciò “sotterranei, comprende ufficio misteri e laboratori di ricerca” Remus uscì dall’ascensore e si diresse alla porta che gli aveva indicato il custode “laboratori di ricerca”, bussò, subito dopo una voce rauca parlò.

«Chi siete? »

«Sono Remus Lupin sono qui per un esperimento contro la maledizione dell’uomo lupo». Rispose Remus, cercando di capire da dove provenisse la voce.

«Ok, prego entri pure. Benvenuto nei laboratori del ministero della magia». Annunciò ancora la voce mentre la porta si aprì da sola.

Appena fu entrato venne accolto da molti ricercatori.

«Salve io sono il dottor Whitman e sono a capo di questo esperimento». Si presentò il guaritore capo, un uomo attempato ma dall’aria bonaria, stringendogli la mano. Remus salutò tutti quanti i presenti e notò che tutti indossavano delle lunghe vesti bianche, ma su alcune di esse c’era il simbolo dell’ospedale San Mungo.

Il laboratorio era pieno di calderoni, ampolle, e una sorta di marchingenio stranissimo.

«Bene, bene. Ecco qui il nostro volontario!». Esclamò una voce squillante e alquanto familiare.

Cornelius Caramell ministro della magia, in passato quanto aveva odiato quella voce, ma ora le cose erano cambiate, almeno in parte.

«Buongiorno ministro, come sta? non pensavo che ci sarebbe stato anche lei qui oggi». Chiese cortesemente Remus.

«Beh non potevo certo perdermi l’inizio di un esperimento importante come questo». Rispose il ministro con il suo solito tono pomposo che usava soprattutto per le grandi occasioni.

«Signor Lupin, prego da questa parte. Oggi le preleveremo del sangue, come le abbiamo gia spiegato qualche giorno fa dovremo prelevarlo per i prossimi due giorni per vedere come il sangue reagisce in prossimità della trasformazione». Spiegò un ricercatore mentre lo faceva accomodare su una poltrona, Remus annuì al ricercatore e si sedette sulla poltrona, una guaritrice alla sua sinistra gli sollevò le maniche della camicia e preparò il necessario per il prelievo, un altro alla sua destra, invece, preparava una decina di a provette.

«non vorrete mica riempirle tutte vero?? » Chiese un po’ preoccupato.

«Stia tranquillo, non saranno piene». Rispose tranquillamente il guaritore che per primo lo aveva accolto al suo arrivo.

«Beh certo ora sì che sono più tranquillo».Rispose sarcasticamente. «Datemi pure del tu, solo i miei alunni mi davano del lei, e sinceramente mi suonava strano detto anche da loro». Continuò ancora.

Molti ricercatori risero alla battuta mentre continuavano il loro lavoro. Ad un tratto il guaritore che lo aveva accolto gli si avvicinò.

«Bene, Remus. Ora le preleverò la quantità di sangue necessaria per la prima parte dell’esperimento» così dicendo prese una grande siringa, Alla vista di quell’arnese Remus ebbe un tremito «è proprio necessario che sia così grande?»

 «Sì, almeno non dovremo bucarla più volte, ora si rilassi». Rispose tranquillamente il dottor Whitman e così dicendo gl’infilò il grosso ago nel braccio. Remus stava per urlare dal dolore ma tenne duro.

«Allora come si sente?» Chiese Caramell.

«Caro Professor Lupin volevo ringraziarla a nome di tutto il mondo magico per il suo aiuto, grazie a lei molte persone che malauguratamente sono state, o che saranno, morse da un lupo mannaro potranno avere una speranza in più per tornare ad essere membri rispettabili della nostra società». Esclamò con il suo solito tono di voce pomposo il ministro.

All’udire quelle parole tutti si voltarono sconcertati verso di lui e poi verso Lupin in attesa di una sua reazione o di un suo commento.

«Anche io ripongo molta fiducia in questo esperimento. Se dovesse aver successo potrei avere una vita normale, quella stessa vita che mi è stata negata dall’età di sei anni» Rispose, rivolto al ministro, il quale sembrava aver capito la tremenda gaffe appena fatta.

 «Sì, sì. Certo ha ragione professore. Col vostro permesso ora dovrei tornare alle mie occupazioni. In bocca al lu.. Hem buona fortuna a tutti quanti». Mormorò imbarazzato mentre si dirigeva a gran velocità verso la porta.

Quando il ministro sparì dietro la porta, tutti guardarono Remus che lo aveva seguito con lo sguardo.

 «So che le sue intenzioni sono buone, peccato che non ci azzecchi mai con le parole…» Commentò scutendo la testa, mentre il dottor Whitman estraeva la siringa da braccio.

 Tutti i presenti sorrisero e annuirono alle parole di Lupin, poi ripresero il loro lavoro, trafficarono a lungo con provette di sangue e boccette contenenti dei liquidi di vari colori, Remus li osservava, era molto incuriosito dal loro lavoro «bene, vedo che sei molto interessato se vuoi ti illustro cosa stiamo facendo» disse il dottor Whitman gentilmente.

 «Certo, mi piacerebbe conoscere tutte le varie fasi dell’esperimento». Così dicendo si alzò velocemente dalla poltrona, ma ebbe un mancamento.

«Con calma Remus. Ti abbiamo prelevato parecchio sangue devi alzarti con calma, ecco, mangia questo ti aiuterà a sentirti meglio». Lo aiutò a sedersi allungandogli una barretta di cioccolato.

 «Grazie, e pensare che in passato sono stato io a dare del cioccolato ad un alunno per… Ma meglio non divagare... Mi diceva delle provette e delle ampolle?» Chiese incuriosito. I due rimasero parecchio tempo a discutere sull’uso delle varie provette di sangue.

 «Vede? In questa zona misceleranno il sangue con dei vari reagenti ricavati dalla pozione Antilupo che prende ormai da qualche anno. Oh a proposito eccola, ci siamo presi la briga di preparagliene un po’, la prenda subito, domani gliene daremo dell’altra». Spiegò il dottore porgendo a Remus un grande bicchiere contenente il liquido fumante che conosceva bene.

 «Grazie mille. Adoro prendere questa pozione, è così deliziosa che la berrei tutto il giorno» Esclamò, sarcastico prendendo il bicchiere in mano. «A parte gli scherzi sono grato di aver avuto questa pozione, grazie ad essa sono riuscito a controllare la mia parte lupesca per molto tempo. Cin cin ».

Sorridendo ai ricercatori che lo stavano osservando, la bevve tutta in un sorso appena finì d’ingoiarla una smorfia di disgusto gli si disegnò in volto.

 «Veramente ottima grazie» ancora una volta i ricercatori risero alla sua battuta.

Il tempo passò molto rapidamente e per Remus ormai era ora ti tornare a casa.

«Ok per oggi abbiamo terminato, ti aspettiamo qui domani mattina per un altro prelievo, so che domani la luna sorgerà piuttosto presto, quindi meglio non correre rischi. Buona serata». Lo salutò il dottor Whitman.

«Va bene a domani allora, ma dovrete usare la stessa siringa?» Chiese quasi intimorito.

«Temo proprio di si, va a casa e non pensarci troppo». Rispose tranquillamente il dottore.

«Ok, non vedo l’ora. A domani, buona serata a tutti». Lupin salutò tutti i presenti.

«Ha davvero una gran forza d’animo, sono anni che combatte contro questa maledizione, e come lui molti altri, quindi dobbiamo fare del nostro meglio, e anche di più, per riuscire in questa impresa…Tutti al lavoro». Esclamò il dottor Whitman rivolto ai colleghi, i quali annuirono vigorosamente, e si rimisero subito al lavoro.

*****

Tonks aveva appena fatto sparire gli ultimi scatoloni vuoti, seduta sul divano stava per iniziare a controllare delle pratiche che si era portata a casa dal lavoro quando udì uno schiocco che proveniva dall’ingresso, finalmente Remus era tornato! Lei gli corse in contro, ma inciampò nel tappeto che aveva appena sistemato nell’ingresso, per fortuna che Remus ebbe i riflessi pronti e la prese al volto.

«Ciao amore. Carino il tappeto che hai messo. Forse, però, un pochino pericoloso ma molto carino».

«Ciao, ben tornato. Sì è carino, me lo ha consigliato Molly, ma forse dovrei fargli un incantesimo per evitare d’inciamparci ogni volta che ci passo sopra». Rispose lei tutta rossa mentre se ne stava ancora tra le braccia di Remus.

Durante la cena, Remus e Tonks parlarono delle rispettive giornate.

 «Allora, com’è andata oggi al ministero? Questa mattina eri parecchio nervoso quando sei uscito, ero un po’ preoccupata». Chiese lei mentre serviva il secondo.

 «Sì è vero lo ammetto, questa mattina ero parecchio nervoso. Come ben sai il ministero della magia non racchiude tra le sue mura dei bellissimi ricordi per me, ma oggi quando mi sono ritrovato in quel laboratorio ho sentito nascere nel mio cuore una piccola fiamma di speranza. Ho conosciuto molte persone veramente professionali, una tra tutte è il dottor Whitman, il capo ricercatore, per una volta in vita mia  non mi ha trattato da lupo mannaro da persone estranee che conoscevano il mio segreto, anzi è stato veramente gentile con me e anche tutta la su equipe, mi hanno reso partecipe di tutto quello che stavano facendo».

Il suo viso era sereno, raramente lo era quando parlava delle sue condizioni, anche se cercava di non darlo a vedere aveva sempre una luce malinconica negli occhi. Oggi, invece, no e questo la fece stare un po’ più tranquilla.

Remus continuò a raccontare della sua giornata. «Ci sono state solo due note leggermente stonate oggi, la prima è stata Caramell, con quel suo fare pomposo mentre parlava dell’esperimento per far tornare i maghi vittime della maledizione “membri rispettabili della nostra società”». Mentre pronunciava queste ultime parole il suo viso si fece più duro, “membri rispettabili della società”. Perché ora che cos’erano? Animali da giardino? Tonks non riusciva a credere alle sue orecchie.

«No, non ci credo…Ha davvero detto una cosa del genere?? Ma è impazzito del tutto? Come si permette di dire una cosa del genere dopo che gli hai quasi salvato la vita? Forse lui non si ricorda ma nell’Ordine della Fenice c’eri anche tu…» Tonks era davvero furibonda con Caramell, come aveva potuto dire quella cosa dopo tutto quello che era successo?

«Beh, probabilmente avrà usato le parole sbagliate, sai benissimo che non sono mai state il suo forte, però devo ammettere che ci sono rimasto un po’ male, e anche lui doveva averlo capito e mentre se stava andando aveva farfugliato una sorta di scuse». Cercò di calmarla Remus.

«Ok, però non è stato affatto carino. E poi che altro è successo? Mi hai detto che le note negative erano due». Chiese incuriosita.

 «A sì, stavo quasi per dimenticarmi l’enorme siringa che hanno usato per prelevarmi il sangue, ero quasi indeciso se urlare o svenire, ma non volevo passare per un fifone allora ho resistito, peccato che domani e dopo domani si replica». Confessò un po’ abbattuto, ma subito dopo le sorrise.

«Povero amore mio, diventerai un punta spilli prima della fine dell’esperimento». E così dicendo gli diede un bacio.

«Beh almeno avrei un futuro nel campo della moda, potrei trovare un lavoro per un grande stilista». Tonks adorava le battute che spesso e volentieri faceva Remus, nonostante tutto aveva conservato il suo umorismo, probabilmente era quello che lo aveva fatto andare avanti per molti anni.

La cena era quasi giunta alla termine e Remus guardandosi in giro aveva notato che Tonks si era data molto da fare quel giorno.

«Ma vedo che oggi non sei stata con le mani in mano, sono spariti tutti gli scatoloni dal salotto. Dopo potremmo sistemare la cucina che ne dici?» Chiese.

 «Dato che oggi  era il mio giorno libero ho pensato di dare una sistemata, tutte quelle scatole stavano mettendo radici in salotto. Ti piace com’è venuta la libreria? Per ora è ancora un po’ vuota ma so che non ti ci vorrà molto per riempirla».

Tonks conosceva bene la passione di Remus per i libri.

«Vero. Infatti, oggi passando davanti al ghirigoro ho visto un paio di volumi molto interessanti, e credo proprio che domani li comprerò».

Insieme si diressero verso il divano per continuare a parlare più comodamente.

«Oggi pomeriggio per cercare altri libri sono stata in soffitta ma non ho trovato niente d’interessante, a parte… A parte un vecchio baule. Il tuo vecchio baule, quello di quando andavi a scuola. Spero che non ti dispiaccia, non volevo ficcare il naso. Cercavo solo dei libri e pensavo che lì forse ne avrei trovati». Tentò di giustificarsi, ma Remus non si arrabbiò anzi.

«Il mio vecchio baule. Sono anni che non lo apro, trovato qualcosa di bello? Sarà stato pieno di cianfrusaglie, James, Sirius ed io eravamo imbattibili nel collezionare le cose più assurde». sorrise pensando alla sua gioventù e ai suoi migliori amici, ne avevano passate di tutti i colori insieme.

«Beh si ho trovato qualcosa ma non sono precisamente libri». Così dicendo si diresse verso la libreria e prese l’album e il sacchetto, quest’ultimo però lo nascose un attimo, era meglio aspettare per quello.

«Ho trovato questo, ci sono un sacco di foto molto belle e inedite di voi da giovani».

Remus prese tra le mani l’album e appena lo aprì si ritrovò una sua foto in bianco e nero. Era molto piccolo, due o tre anni circa, se ne stava seduto sul tavolo e faceva ciao con la manina mentre sorrideva.

Divenne tutto rosso, non poteva credere che Tonks avesse visto questa foto.

«Ma quanto eri carino da piccolo! Che amore!» Esclamò lei mentre continuava a fissare la foto.

«Già peccato che poi mi sono rovinato con la crescita….» Commentò lui.

«Non è vero, anzi sei sempre bellissimo». Ribadì lei dandogli un bacio sulla guancia.

«Sì come no…Comunque, questi sono i miei genitori, io sono identico a mia madre vero? O guarda questa, è stata scattata il giorno prima di partire per Hogwarts, mi avevano fatto mettere la divisa solo per scattare la foto. E questa? Ce l’aveva fatta un nostro compagno di grifondoro, avevo appena fatto amicizia con Sirius e James, da quel giorno siamo stati inseparabili, qui invece siamo con tutti i ragazzi e ragazze del nostro anno. Qui invece sono con Silente mi aveva appena premiato perché avevo vinto un torneo di duello magico, qui invece…» S’interruppe. Aveva dimenticato quella foto con Lily, lei era sempre rimasta nel suo cuore. Era stato grazie a lei che in passato aveva abbattuto tutte le mura che si era costruito in torno .

«Qui invece sono con Lily, avevamo vinto il premio come migliori studenti dell’anno, lo avrebbero vinto anche Sirius e James, se non si fossero messi nel guai un giorno si e l’altro pure per tutto l’anno». sorrise ricordando molti episodi in cui i suoi amici avevano rischiato l’espulsione.

Passarono molto tempo a sfogliare l’album. Ad ogni foto interessante, Remus le raccontava qualche aneddoto divertente; come quando avevano rischiato di trasformare la McGranitt in un coniglio, oppure quando avevano fatto levitare il professor Vitious al posto della sedia.

Quando ebbero terminato di sfogliare l’album Tonks si decise a tirare fuori il sacchetto.

«C’era anche dell’altro nel baule. Mentre stavo per chiuderlo, da una parte nascosta del coperchio è uscito questo sacchetto. Al suo interno c’era un libricino con una serratura, ho pensato che fosse il tuo diario quindi non l’ho aperto, non mi sembrava giusto senza il tuo permesso».

 Remus però non aveva ascoltato molto di quello che lei aveva detto. Il suo sguardo era come rapito da quel sacchetto.

Molte immagini annebbiate si facevano strada nella sua mente, sul suo volto si disegnò un’espressione d’incredulità. Per anni aveva relegato il ricordo di quel diario in parti remote della sua mente.  Poi, ad un tratto, fu come svegliato da una sorta di trance mentre Tonks gli porgeva il sacchetto.

Remus tentennò per qualche istante, era ancora incredulo; le sue mani tremarono mentre lo apriva, come se da lì potesse uscire un terribile mostro, e forse in parte era così. Tra quelle pagine erano racchiusi tutti i suoi segreti e tutte le sue sensazioni legate alla maledizione. Ma infine eccolo, ora lo teneva tra le sue mani.

Quanti anni erano passati dall’ultima volta che era successo? Quel piccolo diario di pelle marrone, con inciso il suo nome in lettere d’argento, proprio come la luna che ormai da troppo tempo lo teneva Prigioniero. Le sue mani, ancora tremanti, lo rigirarono più volte, sfiorarono l’incisione, la serratura e ancora tutta la copertina ruvida come per volersi assicurare che fosse davvero il suo vecchio diario.

Gli occhi si riempirono di velate lacrime mentre ripensava al giorno in cui sua madre glielo regalò.

I ricordi che prima sembravano lontani e annebbiati ora erano più nitidi.

Ecco sua madre sorridente mentre lo aiutava a preparare il baule per la scuola. Era ancora incredula per la sua ammissione a Hogwarts e come darle torto persino lui lo era. T

Terminato di sistemare le ultime cose gli porse un piccolo pacchetto, lui lo scartò, attento a non rovinare la carta, e si ritrovò tra le mani, proprio come ora, quel diario.

*spero che ti piaccia, è un diario, così ci potrai scrivere tutto quello che vorrai, so che la tua non è stata una vita spensierata, ma spero che tu su questo diario un giorno possa scrivere tutte le cose belle che ti capiteranno*

Quando si voltò verso Tonks, con gli occhi ancora pieni di lacrime, lei l’osservò con un amore tale da infondergli la forza per aprirlo ma, prima di farlo, decise di spiegarle l la storia del diario, di sua madre e del suo desiderio.

«Sfortunatamente, non sono mai riuscito ad esaudirlo in pieno. In queste pagine sono racchiuse molte cose che riguardano le mie prime trasformazioni e i miei sentimenti legate ad esse. Ma per fortuna, se non ricordo male, ci sono anche parecchi racconti delle mie disavventure con Sirius e James. Ora credo di avere la forza per aprirlo». Mentre con una mano stringeva quella di Tonks, con l’altra prese la bacchetta e pronunciò la formula che aveva inventato da piccolo per farlo aprire.

«Il signor Lunastorta ti ordina di aprirti». Pronunciò quella parole con un poco d’imbarazzo, da piccolo non sembravano così, infantili.  «Non mi guardare così ho perso il conto delle volte che ho cambiato questa formula. Alla fine ho tenuto questa».

Nonostante il momento solenne all’udire quella formula Tonks aveva riso e di conseguenza anche lui riuscì ad allontanare per un attimo la tristezza.  Ma non durò a lungo. Alla vista della prima pagina Remus s’incupì leggermente. La pagina era datata primo settembre di circa venticinque anni prima

 Ciao,

io mi chiamo Remus J. Lupin. Ho undici anni, e sono nato a Blackpool, una città che si affaccia sul mare d’Irlanda non molto distante da Liverpool. Ora mi trovo in viaggio, da solo, per la prima volta. Beh veramente non sono proprio solo, il treno è pieno di ragazzi e ragazze. Stiamo andando alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, dove mi aspettano sette anni di intenso lavoro per diventare dei grandi maghi e streghe.

Non avrei mai pensato o sperato che un giorno mi si sarebbe presentata l’opportunità di frequentare questa scuola. E’ stata una sorpresa per tutti. Nessuno ci sperava dopo quello che mi è successo.

 Una notte di cinque anni fa ero uscito di casa e mi ero addentrato nella foresta, ad un tratto da dei cespugli è uscita una bruttissima creatura dai denti lunghissimi, quello che successe dopo non lo ricordo tanto bene, la mia mamma mi ha detto che mi avevano trovato a terra svenuto con un brutto morso sulla spalla. Quello è stato l’inizio e allo stesso tempo la fine di tutto.

Sono stato ricoverato a lungo all’ospedale San Mungo, all’inizio nessuno voleva dirmi cosa mi era successo, ma un giorno mentre mia madre e mio padre pensavano che stessi dormendo, parlavano  col guaritore proprio nella mia stanza. È stato in quel momento che ho scoperto la terribile verità, quella brutta creatura che mi aveva morso era un lupo mannaro, e facendolo mi aveva trasmesso la maledizione. Nel sentire quelle parole mi sono alzato urlando, nonostante avessi solo sei anni avevo sempre sentito parlare dei lupi mannari, si dicevano cose terribili su di loro, non ci potevo, non ci volevo credere. Ho pianto per giorni e giorni, non volevo mangiare, e non volevo vedere nessuno. un giorno ho sentito una guaritrice parlare con una collega e dicevano che il mio era un destino crudele, così piccolo e con un futuro così nero e pieno di sofferenze. Avevano ragione.

 

Remus s’interruppe, le lacrime avevano ripreso a scorrere dai suoi occhi, come anche in quelli di Tonks. Lei aveva sempre saputo che Remus era stato morso da piccolo, ma ora leggendo quello che aveva scritto, a soli undici anni, sulla vicenda la facevano sentire ancora più vicina a lui, a quello che aveva provato veramente.

Dopo essersi calmato un attimo Remus riprese a leggere.

 

Da quel momento non sono più stato il solito Remus. Ero diventato taciturno e scontroso, prima invece ero sempre allegro e spiritoso, nessuno mi capiva e nemmeno ora. Mi sentivo solo e per un bambino di quella età è una cosa che lascia il segno, probabilmente è qualcosa che non riuscirò mai a lasciarmi alle spalle. Spero solo che a scuola le cose possano cambiare almeno un po’. Mi piacerebbe farmi degli amici, magari mi aiuterebbe a sentirmi meglio.

Sul treno ora c’è un grande movimento. Un ragazzo con una grossa P su un distintivo ci ha avvistato che è ora di cambiarsi e mettere la divisa scolastica perché stiamo per arrivare. Non vedo l’ora! Cchissà come sarà vivere lì, imparare tante cose nuove e stare insieme ad altri ragazzi. I miei genitori mi hanno detto di ringraziare il preside Albus Silente appena ne ho l’opportunità. Dicono che lui si è battuto col ministero della magia  per farmi ammettere a scuola, deve essere veramente un grande uomo, nonostante non mi conosca a fatto tanto per me, spero solo di non deluderlo. Ora è meglio che finisca di vestirmi, credo davvero che manchi pochissimo.

R. J. Lupin

 

Quest’ultima parte faceva trasparire un minimo di serenità per l’arrivo a Hogwarts.

«La lettera d’ammissione, per me è stata come uno spiraglio di luce nell’oscurità che mi stava circondando da troppo tempo. Silente aveva fatto in modo che venissi ammesso a scuola, grazie a lui ho conosciuto i miei migliori amici, i quali hanno reso gli anni dell’adolescenza indimenticabili. È incredibile come una semplice lettera possa cambiare la vita di una persona». Commentò Remus.

«Ora più che mai capisco come la tua vita sia stata dura e difficile», Mormorò accarezzandogli i capelli. «Certo, l’ho sempre saputo, ma ora avendo letto queste prime pagine del tuo diario lo capisco ancora di più. Io non posso fare molto per il tuo passato, ma ti prometto che il nostro futuro sarà totalmente diverso. Ti renderò felice». Promise, guardandolo negli occhi.

«Tu mi rendi felice ogni momento che passiamo insieme, non potrei chiedere di più alla vita. Ho una persona fantastica al mio fianco, degli amici unici e delle persone davvero in gamba stanno lavorando giorno e notte alla ricerca di un antidoto per migliorare ancore di più la mia vita, e quella di tutti quelli come me. Questo diario rappresenta il mio passato e ho deciso di continuare a leggerlo, ma solo perché spero che il mio futuro sotto certi punti di vista possa essere completamente diverso». E così dicendo l’abbraccio e la baciò.

«Lo sarà…Te lo prometto…» Bisbigliò Tonks mentre stava tra le sue braccia.

 

 

 

Ed eccoci alla fine del primo capitolo. Ho apportato alcune modifiche dalla versione precedente, spero di averlo migliorato almeno un pochino. Probabilmente tutta questa storia agli occhi di molti potrà sembrare semplicistica o infantile, ma ho deciso di non modificarla più di tanto, in particolare nei contenuti. È nata così non mi sembrava giusto modificarla troppo.

Vi do appuntamento al prossimo capitolo.

Taotao :*

 

Ps: dimenticavo, ho salvato tutti i commenti fatti alla precedente versione.

   
 
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