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Autore: Black__Pearl__    22/11/2015    1 recensioni
“E quello fu l’ultimo giorno che lo vidi, l’ultima volta che sentii il suo delicato bacio sotto al cielo stellato, l’ultima volta che vidi il suo splendido sorriso. Il giorno dopo scomparve, era ovvio che sparisse, con la vita travagliata che avevamo voluto intraprendere, scomparve come un soffio di vento, un soffio che credevo potesse semplicemente passare, eppure continuavo a sentirlo sfiorare la mia pelle come quelle sue dolci carezze … un soffio di vento che non avevo mai smesso di amare”
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lu Han, Lu Han, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Indovina cosa è successo oggi?- irruppe Luhan in cucina mentre stavo lavorando a dei contratti. Alzai la testa mostrando l’evidente disturbo che mi stava arrecando:

-Cosa?- chiesi spazientita, era possibile che con loro non riuscivo mai a finire il lavoro prima di mezzanotte?!

-Mi hanno pagato!- esclamò entusiasta sedendosi sul tavolo. Notai infatti che i suoi capelli erano diventati color castano scuro e non più biondi, e il nuovo taglio gli lasciava (finalmente) la fronte libera.

-Lo vedo, hai fatto i capelli- dissi chinando di nuovo la testa sul cotnratto.

-Già, ti piacciono?- mi limitai ad annuire semplicemente.

-Comunque, visto che ho riscosso, stasera ti porto fuori a cena!- esordì facendomi di nuovo alzare la testa dalla sorpresa,
“Cena?! Perché una cena?!” pensai sul momento.

-Io e te a cena? … e dove?- chiesi cercando di non sottolineare troppo la stranezza di quel “io e te”.

-Dovunque tu voglia- sorrise lui. –Sceglilo poi scrivimi- disse poi saltellando in camera.

Un invito a cena … da parte del mio migliore amico … non c’era proprio verso di lavorare. Mi alzai e andai a farmi una doccia.

Qualche ora dopo indossai un paio di collant, un maglione lungo nero, vi abbinai un lungo pendente a orologio e andai a truccarmi, mettendoci più impegno e cura, cosa che non accadeva da tempo. Sistemai i capelli pensando che non era nulla di così particolare da dovermi preoccupare o “farmi troppo bella” eppure lo stavo facendo inconsciamente.
Mi guardai allo specchio cercando un po’ di fiducia in me stessa sperando di sembrargli carina poi uscii dalla stanza afferrando la borsetta.

All’ingresso trovai Luhan ad aspettarmi, come pensavo anche lui aveva messo un trucco leggero, “cose da Idol”. Credevo che anche lui l’avrebbe presa in modo semplice, e invece indossava dei pantaloni neri in pelle stretti,  un blazer nero con sotto una camicia bianca appena sbottonata al collo, insomma si era fatto bello, anzi bellissimo … mi sentii talmente inadeguata da voler correre in camera a cambiarmi, ma lui mi disse che ero perfetta comunque … mi tese la mano per aiutarmi a scendere i sue scalini che separavano il corridoio dalla porta, avendo visto che indossavo degli stivaletti col tacco, e uscimmo di casa.

Parlando delle sue scorribande del giorno a spendere i suoi soldi arrivammo ad un prestigioso ristorante italiano, di quelli costosi, come aveva voluto lui.

Non ricordai di cosa parlammo a cena, ma ricordai che il cameriere, convinto fossimo una coppia, aveva fatto mettere sul tavolo una candela, accompagnata da un buon Chianti. Le altre coppie che avevano quella candela si guardavano armoniosamente, si tenevano la mano sopra al tavolo e condividevano il cibo. Davvero io e Luhan stavamo dando quell’idea?

Dopo aver mangiato, imbarazzata dall’errore della candela, chiesi a Lu di uscire e lui acconsentì totalmente d’accordo con me.
Ci recammo a camminare in un parco lì vicino, l’imbarazzo si era impossessato completamente di me ogni volta che lo guardavo, la mia mente riusciva solo a pensa re a quanto fosse divinamente bello, e al fatto di sembrare una coppia. Volevo scacciare quei pensieri, altrimenti non sarei riuscita a parlare con lui …

-Tutto bene?- mi chiese notando un silenzio ormai da qualche minuto. Io annuii timidamente e continuai a camminare senza dire un’altra parola.

-Sicura?- mi chiese affacciandosi per incontrare il mio sguardo, sebbene in quel momento io non volessi incontrare il suo.

-Sì … anche se sono curiosa … a cosa devo questo invito a cena?- chiesi con la stessa timidezza per smorzare la situazione. Certamente fra due amici era una cosa molto strana.

-Sai, ho notato che di recente sembri più chiusa, più in imbarazzo, ho pensato che fossi stressata e ti servisse staccarti dal lavoro, spero che abbia funzionato- spiegò lui.

Come poteva aver capito tutto? Aveva visto il mio cambiamento nei suoi confronti, mi conosceva così bene? La mia testa impazzì, quindi arrossii e mi fermai appoggiandomi ad un muretto evitando di guardarlo. Volevo piangere, sentivo l’impulso, stavo anteponendo l’imbarazzo alla nostra amicizia, lo stavo facendo soffrire con le mie torture mentali.

Ad un tratto sentii le sue braccia cingermi la vita da dietro, e stringermi in un abbraccio di apprensione.

-Scusami, ti sto creando troppo disagio, è colpa mia … - mi disse dispiaciuto.

“NO, NO, NON SEI TU, PIANTALA, IDIOTA!” avrei voluto urlarglielo in faccia.

-Tu non c’entri … la colpa è mia … - dissi stringendogli le mani che mi avvolgevano in quel freddo abbraccio. Il silenzio ci avvolse, le lacrime iniziarono ad uscire come un fiume in piena, non sapevo cosa altro dirgli, non volevo che tutto finisse fra noi, ma il mio imbarazzo non poteva portare da nessuna parte.
Rimanemmo in silenzio per qualche minuto, finche lui non sciolse l’abbraccio e mi tolse le lacrime con un dito.

-Voglio provare una cosa, per farti passare la tristezza- chiese dolcemente, lo guardai negli occhi e annuii, guardandolo non riuscivo a smettere di pensare quanto fosse importante per me, i suoi occhi, i suoi sorrisi, la sua presenza …

Si appoggiò al muretto anche lui e mi guardò sorridendo, cosa aveva in mente? Mi disse di chiudere gli occhi. Io obbedii, dovevo aspettarmi che corresse a cogliermi un fiore? O forse una cosa ben più ovvia.

In quel momento sentii la pressione delicata delle sue labbra sulle mie. Aprii gli occhi per un nanosecondo, mi resi conto che mi stava baciando davvero, così richiusi gli occhi godendomi quel dolce contatto che stava facendo scivolare via l’ansia, l’imbarazzo e la tristezza. Poco dopo le sue mani avvicinarono il mio corpo al suo … quello era il mio posto, tra le sue braccia, e non lo avevo ancora capito …
Qualche minuto dopo si staccò rimanendo sempre vicino a me, finchè, vinto dalla timidezza, non abbassò la teata. Era successo davvero? Mi morsi il labbro inferiore, pensando che lui lo aveva appena baciato, finchè non mi aprì un sorriso impulsivo, uno di quei sorrisi talmente veri da non sapere di averlo mai fatto.

-Va meglio adesso?- mi chiese riacquistando coraggio per parlare. Io annuii mantenendo quel sorriso, probabilmente avevo una faccia da scema, ma non mi importava, le mie braccia erano ancora intorno al suo collo e le sue ancora sui miei fianchi, quello che era successo era la soluzione più ovvia a tutto, io e lui sembravamo una coppia perchè forse inconsciamente lo eravamo già …

-E se provassimo a stare insieme?- mi chiese ancora più dolcemente. Dopo quella domanda tornai rapidamente alla realtà, ricordando la dura legge sugli Idol e le loro relazioni … davvero si sentiva così coraggioso da trasgredirla.

-Lo sai come stanno le cose con voi Idol … non potreste avere una relazione … - odiavo dovergli dire quella cosa, avrei voluto dirgli di sì su due piedi, ero proprio noiosa …

-Lo so … ma non lo diremo a nessuno, lo terremo nascosto, se ti va di provare ovviamente- disse lui, e capii che per fargli prendere una decisione che gli sarebbe costato reputazione e lavoro, questa cosa doveva essere davvero importante per lui …

-Perché vuoi trasgredire le regole? Sai bene quel che rischi- dissi io, “Dio Yuni, quanto sei noiosa” pensai di nuovo.

-Perché ti amo veramente … - quella risposta mi spiazzò del tutto. Mi amava … mi amava davvero, gli piacevo così tanto da potermi già dire che mi amava? Era così perfetto, sapevo di provare gli stessi sentimenti per lui, ormai ne ero sicura con chiarezza.

-Prometti che ci penserai?- chiese lui rompendo l’abbraccio reciproco. Io annuii sorridendogli e iniziando a camminare.

Ora l’atmosfera rischiava di farsi più pesante, finchè non gli avrei dato una risposta, e mai avrei voluto creare altro disagio.  Camminando per strada guardai per un po’ le nostre mani sfiorarsi, finchè non presi l’iniziativa e gliela afferrai sorridendogli.

Arrivati alla porta del dormitorio lo fermai prima che potesse entrare.

-Ci ho pensato … - dissi io. Per quanto contassero le regole, se lui era tanto pronto a trasgredirle, lo ero anche io. Sapevo che l’amore nascosto avrebbe potuto portare sofferenza e bisogno l’uno dell’altro, ma volevo davvero stare con lui, e lo avrei fatto anche nascondendolo a tutti, lo avrei amato anche nel momento di nasconderlo.
Mi avvicinai e gli lasciai un piccolo bacio sulle labbra, provocandogli un immenso splendido sorriso.

-Proviamo, ma so che ce la faremo- dissi io sorridendo.
Quindi entrammo in casa, fingendo di esserci incontrati nelle rispettive strade di ritorno. Durante la cena parlammo delle nostre serate, totalmente inventate, lanciandoci sguardi d’intesa.
Sì, lo amavo, più che lo guardavo e più ne ero certa, lo amavo da morire, e non avrei mai smesso di amarlo, mai lo avrei lasciato andare.


                                                                                                                     --------

 
Mi svegliai da quel sogno soffocando il pianto per evitare di svegliare Chen e Sehun.
Mi alzai e lasciai cadere le prime lacrime, aver sentito nuovamente la sua voce aveva risvegliato tutti i miei ricordi, la sera del nostro primo bacio, nonché la sera in cui ci mettemmo insieme … la nostalgia mi colpì talmente forte da provocarmi dolore al petto.

Presi al volo dei fazzoletti e piano piano mi avviai alla porta d’ingresso. La aprii e uscii in strada, corsi e corsi piangendo fino al parco più vicino, dove, senza che mi importasse dell’ora, mi sedetti su una panchina sotto al cielo stellato, e lì continuai a singhiozzare.

Sentendo la testa girare, alzai la testa al cielo, da qualche parte sotto questo cielo ci doveva essere anche lui …

-Fa tanto male la tua assenza, sai? … chissà se qualche volta ci pensi a me- dissi soffocata dal pianto. Mi sdraiai sulla panchina per continuare a guardare il cielo.

-Mi manchi … mi manchi tanto … - sussurrai alzando una mano verso le stelle … 
   
 
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